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Che razzista, quell'Asimov!
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Zeus News
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MessaggioInviato: 07 Mar 2007 00:00    Oggetto: Che razzista, quell'Asimov! Rispondi citando

Commenti all'articolo Che razzista, quell'Asimov!
Le tre leggi della robotica messe in discussione nella Corea del Sud.


Immagine di Rodolfo Clix
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Gateo
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MessaggioInviato: 08 Mar 2007 18:25    Oggetto: Non a caso son Coreani... Rispondi citando

Proprio in Corea del sud, interessante.
Non e' che con la scusa del codice etico tentano di obbligare moralmente chi e' stato infettato da un loro "spambot" a non eliminarlo, perche' anche lui ha dei diritti? Twisted Evil
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chemicalbit
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MessaggioInviato: 08 Mar 2007 19:32    Oggetto: commento di un fan di Isaac Asimov Rispondi citando

Bhe sì, per Isaac Asimov robot e umani erano ben diversi

sopratutto nei racconti sui robot
dall'epilogo di Io Robot ha scritto:
Stephen Byerley: "Oh, la mente dei robot è diversa da quella degli uomini?"
Susan Calvin: "Sono mondi diversi" -Susan Calvin si concesse un sorriso gelido- "I robot sono essenzialmente creature per bene"


Asimov stesso però (nei romanzi sui robot, sopratutto in "Abissi d'acciaio"), critica l'atteggiamento ostile degli umani nei confronti dei robot, considerati dei diversi, inferiori.
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{Giuliano}
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MessaggioInviato: 10 Mar 2007 16:58    Oggetto: Pensate a Terminator Rispondi citando

Secondo voi si lascerebbe calpestare i propri diritti?
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Silent Runner
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MessaggioInviato: 12 Mar 2007 15:56    Oggetto: Rispondi citando

E' evidente che Asimov nelle sue tre leggi della robotica non ha solo voluto fare un elegante esercizio logico-filosofico ma proporre un tema universale che ancora oggi viene messo in discussione ed è l'approccio con l'alterità.
Che l'altro sia un Robot od un extracomunitario piuttosto che un tifoso della squadra avversaria od un diverso-credente il problema non cambia.
La nostra reazione, se è mediata dalla paura, produrrà sospetto ed esclusione e l'esclusione genera ignoranza e l'ignoranza genera altra paura.
Un modo per verificare l'esistenza dell'infinito assai stupida.
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Gateo
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MessaggioInviato: 12 Mar 2007 18:14    Oggetto: Rispondi citando

E' evidente anche che Asimov, la terza legge, l'ha un po' buttata li'.
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chemicalbit
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MessaggioInviato: 12 Mar 2007 19:35    Oggetto: Rispondi citando

Silent Runner ha scritto:
La nostra reazione, se è mediata dalla paura, produrrà sospetto ed esclusione e l'esclusione genera ignoranza e l'ignoranza genera altra paura.
Infatti l'esigenza -da parte delgi umano- 3 leggi della robotica, nascono proprio dalla loro paura e diffidenza nei confronti dei robot
(in uno dei primi racconti di "Io, Robot" vengono rimessi in fuznione dei robot "antichi" -per l'epoca in cui è ambientato il racconto- e quelli avevano dei sistemi di protezione ancora maggiore. )

Silent Runner ha scritto:
Un modo per verificare l'esistenza dell'infinito assai stupida.
non ho capito.

Gateo ha scritto:
E' evidente anche che Asimov, la terza legge, l'ha un po' buttata li'.
Perché?
"Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima e la Seconda Legge."
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Silent Runner
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MessaggioInviato: 12 Mar 2007 20:04    Oggetto: Rispondi citando

chemicalbit ha scritto:
Silent Runner ha scritto:
La nostra reazione, se è mediata dalla paura, produrrà sospetto ed esclusione e l'esclusione genera ignoranza e l'ignoranza genera altra paura.
Un modo per verificare l'esistenza dell'infinito assai stupida.

non ho capito.

é semplice il gioco "la paura, produrrà sospetto ed esclusione e l'esclusione genera ignoranza e l'ignoranza genera altra paura" produce un loop virtualmente infinito.
In quel senso, verificare se esiste l'infinito utilizzando il principio "paura che genera sospetto e poi esclusione e l'esclusione che genera ignoranza" e così via all'infinito è piuttosto cretino come sistema.
Per dirla con un altro paradosso, è come provare se una pistola è carica guardando dentro la canna mentre si preme il grilletto.

La verifica, si tratti di verificare l'esistenza di una pallottola nella pistola o dell'infinito attraverso un metodo paura-sospetto-esclusione-ignoranza-paura che a sua volta genera sospetto-esclusione-ignoranza-paura e così via discorrendo è totalmente idiota e suicida.

Era una meta-polemica sull'idiozia che accompagna il pregiudizio. Volevo fare una sintesi e invece mi è venuto fuori un trattato.
Comincio a dubitare della mia intelligenza ma se dubito nella mia intelligenza poi finirò per non coltivarla e questa vacillerà di più ed io comincerò a dubitare della mia intellig... AIUTOOOOOOOOO!

Spero di essere stato più trasparente. Very Happy
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chemicalbit
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MessaggioInviato: 12 Mar 2007 22:14    Oggetto: Rispondi citando

Sì, grazie.
Prima avevo Paura Confused di non aver capito ...
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MessaggioInviato: 13 Mar 2007 09:34    Oggetto: Rispondi citando

chemicalbit ha scritto:
Sì, grazie.
Prima avevo Paura Confused di non aver capito ...
Sbonk No, dai non ti buttare giù! Sei troppo intelligente!
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Gateo
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MessaggioInviato: 13 Mar 2007 16:13    Oggetto: Rispondi citando

chemicalbit ha scritto:
Gateo ha scritto:
E' evidente anche che Asimov, la terza legge, l'ha un po' buttata li'.
Perché?
"Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima e la Seconda Legge."
Ti pare una cosa da precisare?
Altrimenti temeva facessero la fine dei lemmings?
Tra l'altro mi pare salti fuori solo in due racconti quella legge li', poteva inventarsene una piu' produttiva, tipo "i robot non possono riprodursi": ci tirava fuori una ventina di libri, altroche'!
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chemicalbit
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MessaggioInviato: 13 Mar 2007 17:10    Oggetto: ancora su Asimov Rispondi citando

Gateo ha scritto:
chemicalbit ha scritto:
"Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima e la Seconda Legge."
Ti pare una cosa da precisare?
Altrimenti temeva facessero la fine dei lemmings?
Tu dici per la parte "Un robot deve proteggere la propria esistenza"
ma la legge non stabilisce quello.

La parte importante è quella seguente, cioè limita la possibilità di roteggere la propria esistenza, solo "purché questa autodifesa non contrasti con la Prima e la Seconda Legge."

Questo tutela gli umani (fifoni, spavantati dalla novità dei robot, potenzialmente priocolosi senza le tre leggi della robotica)

Con le tre leggi della robotica, e in particolare con la terza, non potrà esserci un robot egiosta che pur di "proteggere la propria esistenza" disubbidisca o rechi un danno o laschi che un danno venga arrecato ad un umano.

Gateo ha scritto:
Tra l'altro mi pare salti fuori solo in due racconti quella legge li',
Ora non ricordo con esatteza,
ma penso in unnumero maggiore: è sfruttata per realizzare quei tipici "conflitti" che mettono in crisi i robot, costringendoli a fare delle scelte in base alle tre leggi, in modo da portare alla soluzione del problema, in cui i protagonisti si sono imbattuti.



Gateo ha scritto:
, poteva inventarsene una piu' produttiva, tipo "i robot non possono riprodursi": ci tirava fuori una ventina di libri, altroche'!
Ancora di più se metteva "i robot pososno riprodursi" Wink

Tra l'altro nei libri centrali del "Ciclo dei robot" (romanzi, che sono ambientati parecchio dopo i racconti sui robot), "Il sole nudo" e "I robot dell'alba" , Asimov tratta anche il tema della sessualità nella civiltà progredita e robotizzata dei mondi sapziali.
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axlman
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MessaggioInviato: 13 Mar 2007 18:27    Oggetto: Rispondi citando

Guardate che Asimov l'ha detto chiaro e tondo perché ha inventato, con l'aiuto di Campbell, e da dove vengono le tre leggi dei robot (che poi sono quattro, la legge zero la dimenticano sempre tutti).
Fino ad Asimov, nella fantascienza i robot (sarebbe meglio dire androidi, visto che robot sono tutti i macchinari automatici che ormai da decenni vengono abitualmente usati nelle fabbriche) erano sempre visti come una minaccia o qualcosa che sfugge al controllo. Lui invece ha, secondo me giustamente, pensato che quando verranno realizzati dei robot più o meno umanoidi, essi verranno pensati e realizzati come macchine, complesse ma pur sempre macchine, e che, come qualsiasi macchina, saranno dotati di sistemi di sicurezza.
Le tre leggi originali non sono altro che le tre leggi degli utensili, che vengono abitualmente rispettate nella realizzazione di un utensile anche se non sono state formalizzate prima di Asimov, e cioé:

? un utensile deve essere progettato in modo che possa essere usato senza recare danni a chi lo usa (se devi usare una lama, ci metti il manico e un'elsa)

? un utensile deve essere utile allo scopo per cui è stato progettato, fatta salvo che non danneggi chi lo usa

? un utensile deve durare nel tempo, svolgendo adeguatamente il suo lavoro, il più a lungo possibile, fatto salvo che svolga bene il suo lavoro e in sicurezza per chi lo usa

Il problema dei diritti dei robot si pone nei racconti, e si porrà nella realtà, se e quando i robot passeranno da semplice macchina ad entità senziente, intelligente e autocosciente, che in quanto tale pretenderà, a ragione, gli stessi diritti umani (vedi "L'uomo bicentenario").

Anche riguardo la "sindrome di Frankenstein" Asimov non ha fatto che inserire quella che è una peculiarità della storia umana, il sospetto verso la novità e l'inerzia nell'accettare novità, senza voler fare alcun tipo di moralismo.
Già da tempo l'automatizzazione, che toglie lavoro agli umani, non è vista di buon occhio in moltissimi posti.

Naturalmente essendo Asimov un ottimo scrittore, volente o nolente, nei suoi racconti ognuno può leggere più livelli, dare più interpretazioni e giungere a riflessioni che magari non erano nelle intenzioni dell'autore (e che comunque sono benvenute).

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chemicalbit
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MessaggioInviato: 13 Mar 2007 18:49    Oggetto: Rispondi citando

axlman ha scritto:
le tre leggi dei robot (che poi sono quattro, la legge zero la dimenticano sempre tutti).
Shhh shhh!!! non spoilerare ...

axlman ha scritto:
Lui invece ha, secondo me giustamente, pensato che quando verranno realizzati dei robot più o meno umanoidi, essi verranno pensati e realizzati come macchine, complesse ma pur sempre macchine, e che, come qualsiasi macchina, saranno dotati di sistemi di sicurezza.
Le tre leggi originali non sono altro che le tre leggi degli utensili, che vengono abitualmente rispettate nella realizzazione di un utensile
Facile a dirsi, meno facile a farsi.

Nel progettare un utensile, ad es. tagliente, lo puoi fare in modo che abbia una protezione di sicurezza in modo che un umano non possa mettere la mano lì.

Ma i robot a cervello positronico di Asimov capiscono che una certa loro azione (o inazione) potrebbe causare o non causare un danno ad un uomo.
(Quando gli umani stessi a volte non si rendono conto che una certa azione potrebbe essere pericolosa)
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axlman
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MessaggioInviato: 13 Mar 2007 18:57    Oggetto: Rispondi citando

Guarda, stavo modificando il mio messaggio quando hai inviato il tuo, aggiungendo:

Rispetto ad un semplice utensile, con i robot i problemi, nei racconti come nella realtà, sorgono quando si cerca di rendere i robot più flessibili e si cerca di dargli capacità decisionale propria a seconda delle situazioni (meglio pochi danni a tanti o grandi danni a un singolo? meglio dannegiare più persone "insignificanti" o "cattive" che una "geniale" o "buona"? ecc?)

8)

P.S.
Che lui abbia ragionato come ho detto non c'è dubbio, lo scrive lo stesso Asimov, non è un'illazione mia.
Il mio giudizio si limita al fatto che secondo me il suo è un ragionamento corretto.
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MessaggioInviato: 14 Mar 2007 17:46    Oggetto: Rispondi citando

Avete notato che windows si guarda bene dal rispettare le tre leggi della robotica?
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MessaggioInviato: 15 Mar 2007 01:32    Oggetto: Rispondi citando

Sì. Windows conosce solo una legge: quella di Murphy.
Se una cosa può andar male lo farà.
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MessaggioInviato: 15 Mar 2007 20:09    Oggetto: Rispondi

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