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Pressioni per abolire il prestito dei Dvd
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Zeus News
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MessaggioInviato: 06 Mag 2007 15:09    Oggetto: Pressioni per abolire il prestito dei Dvd Rispondi citando

Commenti all'articolo Pressioni per abolire il prestito dei Dvd
A Novara un consiglio di quartiere istituisce un servizio di prestito gratuito di Dvd, ma il comune si oppone. Il potere delle major è presente anche nelle realtà più piccole.
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Cybion
Dio maturo
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MessaggioInviato: 06 Mag 2007 17:10    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
Da qualche tempo il consiglio di quartiere, retto dal centrodestra, ha istituito presso la bibliotechina del centro sociale, gestito dal quartiere stesso, una piccola videoteca con Dvd di film e cartoni animati che vengono prestati gratis agli iscritti alla struttura. I Dvd vengono acquistati con un piccolo fondo per la cultura all'interno del bilancio circoscrizionale, molto modesto ma affidato all'autonoma gestione del consiglio di quartiere.
La giunta comunale di Novara, anch'essa di centrodestra, ha ritenuto di scrivere al quartiere una lettera per chiedere di abolire il prestito gratuito dei Dvd perché "intralcerebbe e danneggerebbe l'attività dei negozi che vendono o noleggiano Dvd a pagamento", mentre in genere il Comune si disinteressa di come vengono spesi i soldi del quartiere.


Devo dire che questa notizia mi sconcerta non poco..
Ho vissuto a Roma fino allo scorso dicembre, e in pressochè tutte le biblioteche comunali (a seconda della grandezza della singola struttura di quartiere) era - ed è ancora, suppongo - presente un servizio di prestito di Dvd (film, cartoni animati e quant'altro) e di Cd musicali..
tra l'altro è stato un servizio di cui ho usufruito più volte io stessa: e l'ho trovato davvero utile e pensato anche per quei cittadini che per un motivo o per l'altro non riescono (o perché no, non possono) accostarsi all'acquisto o al noleggio.

La motivazione addotta, che tale pratica intralcerebbe e danneggerebbe l'attività dei negozi che vendono o noleggiano Dvd a pagamento, è assolutamente priva di qualsiasi fondamento sensato: sarebbe come escludere i libri dal servizio di prestito, perché si danneggerebbero le librerie che vendono gli stessi libri.

Mi pare che in questa giunta abbiano dimenticato il senso profondo e fondamentale delle biblioteche: rendere davvero aperta e disponibile per tutti i cittadini la cultura.. sia che essa sia stampata nelle pagine di un libro, sia che si trovi su altri supporti che la tecnologizzazione inevitabilmente porta; in particolare, rendere accessibile la detta cultura proprio per quelle fasce più deboli della società, che per motivi spesso economici rischiano di trovarsi escluse dalla cultura, a prescindere dalla loro volontà.
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LtWorf
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MessaggioInviato: 06 Mag 2007 17:52    Oggetto: Chiudiamo le biblioteche! Rispondi citando

Perché anche il prestito gratuito di libri riduce le vendite delle librerie.
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Cybion
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MessaggioInviato: 06 Mag 2007 18:41    Oggetto: Rispondi citando

...

Certo, i libri non sono innanzitutto mezzi di veicolazione di cultura.. eh no.. sono veicolo di soldi come tutte le altre merci del mercato liberista..

e dunque lasciamoli disponibili solo a chi può permettersi di acquistarli, arricchendo così i librai .. che tra l'altro non credo guadagnino poi così tanto.. visto che gli italiani prima di passare in libreria preferiscono mettere in circolo altrove i loro soldi..
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INO
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MessaggioInviato: 07 Mag 2007 21:29    Oggetto: Rispondi citando

Finalmente mi imbatto in una questione che da anni mi fà sobbalzare dalla sedia.
Se voi comprate un film, nella coda d'inizio, quasi sempre, è riportata una raccomandazione che suona come minaccia e che piu o meno dice:
Il padrone di questo film ti concede di poterlo vedere solo in ambito privato, sono quindi escluse scuole, carceri, ritrovi vari ecc..
Mi sono sempre chiesto, ma il supporto che io compro è mio oppure no?, certo che è mio! l'ho pagato?!; ma ciò pare non bastare.
Io dico che è senso legislativo comune che se io compro un oggetto, quello mi appartiene, per cui posso farne ciò che voglio ivi compreso romperlo e/o regalarlo, nonchè farne uso a chi che sia, dato che è mio.
Certo non posso vantare il diritto di aver creato ciò che contiene il supporto, non è opera mai, ma l'oggetto, il bene, la merce, SI, perche chi paga diventa propietario di ciò che compra.
Nessuno si è mai posto il problema di chi salgo in auto o a chi la presto o per fare cosa(infatti esistono l'auto a noleggio), certo non posso vantarmi di aver fatto l'Alfa che guido solo perche l'ho comprata, ma ne dispongo a mio piacimento, come mi pare; nessuno si è mai preoccupato del danno arrecato alle librerie dalle biblioteche(sono li apposta per diffondere la cultura), certo la bibliotecaria non può rivendicare di aver fatto lei le opere che sono negli scaffali, ma cio nonostante le fà consultare e le presta a chi che sia, sigolo o gruppo che si presenti...ecc, si potrebbero fare milioni di esempi. La nostra società è basata sul principio che si fanno degli oggetti per venderli e che chi li vende guadagna cedendo il prodotto che ha creato ad altri che a loro volta, essendone diventati padroni lo utilizzano come vogliono ed una volta usato, possono anche ricomprarlo, altrimenti, il creatore del bene, può anche tenerselo per se e decidere di non darlo a nessuno(se non a chi vuole lui), ma in questo caso rinuncia ai guadagni.
L'idea resta del creatore ma la merce finisce nel mercato e passa di mano in mano e di occhio in occhio.
Quando si parla di musica e di film questo meccanismo alla base del sistema liberista(già capitalista), si blocca e per qualche oscuro motivo diviene una sorta di comunismo, nel quale la propietà(ed il suo uso) non transitano mai da un soggetto all'altro, ma rimangono ad una entità superiore(stato?, major?) che dispone sul come usarla, previo però, farsela pagare salatamente.
Io direi che nei titoli di testa dovrebbero scrivere qualcosa tipo:
Io ti vendo questo oggetto, tu pagalo ma non credere di divenirne il padrone, perche io mi arrogo il diritto di questionare sull'uso che ne farai.
Non credo che una cosa del genere dovrebbe essere legale, ma di fatto è quello che succede(almeno secondo me).
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{Roberto}
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MessaggioInviato: 08 Mag 2007 11:31    Oggetto: Le biblioteche e il commercio Rispondi citando

Come utente assiduo di biblioteche affermo che talvolta ho comprato dei libri che avevo precedentemente preso a prestito al fine di comprendere se fosse davvero il caso di acquistarli o meno. Solo la possibilità di leggerli accuratamente e per almeno 30 giorni consecutivi ha reso possibile delle spese (e dei ricavi per altri) che altrimenti non si sarebbero verificate. Altre volte ho deciso di comperare dei libri perché, sebbene prima di prenderli a prestito non avessi l'intenzione di acquistarli, dopo averli letti ho ritenuto che mi erano piaciuti a tal punto che ne desideravo una copia per me.
Prima di attuare la volontà delle case editrici bisognerebbe svolgere un'indagine sui rapporti tra presenza di biblioteche entro un dato territorio, andamento dei prestiti, andamento delle vendite delle librerie situate nella stessa area riguardo le opere richieste in biblioteca e confrontare questi dati con il volume di vendite globale. Attenzione meriterebbero anche le propensioni degli utenti delle biblioteche e i loro eventuali effetti sui ricavi delle librerie.
Credo che la promozione e lo sviluppo delle biblioteche possa essere un incentivo alle attività delle librerie, sia per l'abitudine dei frequentatori delle prime a pensare a dei libri e quindi a ricercarli, sia perché le biblioteche offrono maggiori libertà rispetto alla libreria nella consultazione e queste sono percepite positivamente dalle persone, sensazioni piacevoli che vengono associate a libri e che certo non danneggiano il commercio.
Dall'inizio dell'anno ho già speso 100 Euro in libri che ho deciso di comperare dopo averli visionati in biblioteca.
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zigolonero
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MessaggioInviato: 08 Mag 2007 21:27    Oggetto: locazione? Rispondi citando

Salve, forse un giretto in questo link http://www.lamediatheque.be/loc/index.php, vi permetterà di vedere come funziona in belgio. Prestito di dvd, cd, giochi, programmi, cassatte di film etc etc.
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Rozzemilio
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MessaggioInviato: 08 Mag 2007 22:11    Oggetto: Rispondi citando

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Gateo
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MessaggioInviato: 09 Mag 2007 09:35    Oggetto: Rispondi citando

Rozzemilio ha scritto:
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Shame on you

Page non trouvée, tu n'est pa precise par rien.
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al_pacino
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MessaggioInviato: 16 Mag 2007 20:29    Oggetto: Rispondi citando

veramente chi prende a noleggio auto di lusso spesso ne dichiara la proprietà (altrimenti viene deriso per la spesa che ha fatto) andando a fare il figo nelle discoteche a raccattare delle disgraziate per portarsele a letto ... quindi in quel caso c'e violazione: dichiaro che l 'auto è mia e invece nn lo è , l ho presa solo per cuccare Laughing
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Elanor
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MessaggioInviato: 20 Giu 2007 16:01    Oggetto: Re: Chiudiamo le biblioteche! Rispondi citando

LtWorf ha scritto:
Perché anche il prestito gratuito di libri riduce le vendite delle librerie.


Riporto dal sito AIB (associazione biblioteche italiane):

Diritto di prestito: il movimento ?no pago?
Luca Ferrieri con un?intervista ci aiuta a fare il punto sull?applicazione della direttiva europea che prevede il pagamento del prestito e sul movimento di protesta che ha coinvolto biblioteche e bibliotecari di tutta Europa.

Luca Ferrieri è direttore dei servizi culturali e bibliotecari del comune di Cologno Monzese ed è tra gli animatori della campagna italiana contro il prestito a pagamento insieme alle sue colleghe Marilena Cortesini e Annalisa Cichella, ai direttori di quindici grandi biblioteche italiane (tra cui figurano i principali sistemi bibliotecari della provincia di Milano e quello di Roma), e a moltissimi altri bibliotecari che hanno dato vita al sito . Ferrieri è già intervenuto sul tema con due articoli pubblicati su «Biblioteche oggi» (3/2004 e 2/2005) oltre che con relazioni a convegni e seminari. Qui risponde ad alcune brevi domande in argomento.

Siamo dunque a una svolta, nella difficile vicenda della direttiva europea sul ?prestito a pagamento? (92/100 CEE)? Certo siamo a un guado, perché difficilmente, di fronte all?inasprirsi della vertenza, sarà possibile proseguire con la scelta del traccheggio e del cerchiobottismo che ha caratterizzato finora le (scarse) prese di posizioni e iniziative del governo e dei ministeri italiani. La Spagna e il Portogallo hanno scelto la strada della difesa del regime di eccezione per le biblioteche pubbliche, e vanno alla Corte di Giustizia con una salva di controdeduzioni e con una strategia fondata sulla insostenibilità economica e giuridica del provvedimento. In Francia si discute e ci si mobilita a proposito delle successive direttive europee sulla proprietà intellettuale che pongono e porranno alle biblioteche problemi assai rilevanti. L?Italia, prima è stata esclusa dal rinvio alla Corte, avendo dato qualche assicurazione in merito a cambi legislativi, poi è stata invece ricompresa nella procedura, e quindi è prevedibile un provvedimento italiano che in qualche modo sostanzi il recepimento della direttiva per uscire (di certo a testa abbastanza bassa) dalla vicenda giudiziaria (che presenta rischi di multe molto salate). Ma sul taglio e sulle caratteristiche di questo eventuale provvedimento nulla di certo si sa, a parte le giravolte del ministro, ed è prematuro quindi ogni giudizio, anche perché noi comunque intendiamo ribadire la nostra contrarietà di principio all?introduzione del prestito a pagamento nelle biblioteche italiane sotto qualunque forma.

Contrarietà di principio. Ma non è poco (o forse troppo), insomma non è fuorviante rispetto a un tema così importante? Non indebolisce la posizione sostenuta, non la rende astratta, non pregiudica la ricerca di alleanze?
I principi per le biblioteche sono il pane quotidiano, e i nostri principi sono fatti di cose molto concrete: oltre a essere basati su pronunciamenti internazionali (ultimo quello dell?IFLA, http://www.ifla.org/III/clm/p1/PublicLendingRigh.htm, che ribadisce in modo molto netto che nessun pagamento del diritto di prestito potrà essere posto a carico delle biblioteche, né in forma diretta né indiretta), sono fondati sul riconoscimento di quello che le biblioteche già fanno per assicurare il diritto d?autore (conservazione, catalogazione, stoccaggio, promozione ecc.). Questo è il nostro argomento principale: le biblioteche già pagano il diritto d?autore e non si vede perché debbano essere chiamate a farlo ulteriormente, proprio mentre tutti piangono lacrime di coccodrillo sulle sorti della lettura. Poi c?è l?altra parte dell?argomentazione, altrettanto importante e pienamente complementare, quella che fa leva sull?insostenibilità economica (e anche organizzativa) del provvedimento nel caso vada a ledere i già risicati bilanci delle biblioteche e degli enti che li sostengono. Stiamo cercando di mettere in piedi ricerche su quello che un provvedimento del genere potrebbe comportare per quanto riguarda il mercato della lettura. Le prime risultanze, ancora molto empiriche, aumentano la nostra preoccupazione, mentre dimostrano la infondatezza dell?argomento-principe dell?offensiva ideologica da parte degli editori: che esista concorrenzialità tra il prestito in biblioteca e l?acquisto in libreria. A Cologno Monzese, per esempio, il 52% dei libri prestati nel 2004 era fuori commercio: questo solo banalissimo dato, se estendibile, esclude a priori per almeno la metà dei prestiti ogni sorta di concorrenza alle vendite in libreria.
Domanda dell?avvocato del diavolo: ma che cosa avrebbero da guadagnare le biblioteche da una stagione di dura conflittualità con editori (e forse con alcuni segmenti del mondo degli autori)? Non hanno tutto da perdere da quella che tu stesso hai chiamato la guerra civile del libro?Dalla guerra civile del libro, come da ogni guerra, tutti abbiamo tutto da perdere. La nostra iniziativa va proprio nella direzione opposta, anche perché questa ?guerra? è del tutto indotta, non ha alcuna ragione strutturale, alcuna radice endogena. Ma non si evita la guerra, nessuna guerra, con la capitolazione. E noi combatteremo, con i nostri argomenti, anche la nostra indignazione, soprattutto la nostra fermezza, ma senza fare del male a nessuno, men che meno ai libri, alle biblioteche, ai lettori, agli autori e agli editori cui dobbiamo tanto e che ci danno il pane per la mente, ogni giorno. Il fatto è che, salvo alcuni editori, non troviamo avversari, ossia sono pochi quelli che sostengono con convinzione la necessità del prestito a pagamento. È vero, possono esserci alcune figure minori della autorialità (traduttori, autori di articoli ecc.), che meritano tra l?altro il massimo rispetto e la massima attenzione, perché spesso sono tra le prime vittime di un sistema culturale e editoriale sbagliato, e che possono essere indotti a intravedere in questa direttiva uno spiraglio di uscita dal loro sfruttamento e dalla mancanza di riconoscimenti (non solo economici) cui soggiacciono. Ma si tratta di un?illusione ottica. La vicenda delle fotocopie è lì a dimostrare che la strada delle royalties (affidate poi per la distribuzione ad enti gestori non sempre trasparenti) non porterà nessun guadagno, da nessun punto di vista, a queste figure ai autori cosiddetti minori.
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Elanor
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MessaggioInviato: 20 Giu 2007 16:50    Oggetto: Inoltre... Rispondi

concordo completamente con Roberto: anch' io da quando lavoro in biblioteca acquisto meno libri, ma prendo quelli che veramente valgono, che so che rileggerò, evitando così di spendere un tot in libri meno validi.

Se poi penso alle statistiche accessi non credo che questa biblioteca possa creare dei problemi alle librerie: solo una minima parte dei residenti frequenta la biblioteca - anche se mi piacerebbe tanto vedere le statistiche di Sala Borsa ! -
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