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Il manager che amava i blogger
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Autore Messaggio
Zeus News
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MessaggioInviato: 22 Ott 2009 18:55    Oggetto: Il manager che amava i blogger Rispondi citando

Commenti all'articolo Il manager che amava i blogger
La favola moderna di una grande azienda che amava i blogger all'esterno e li perseguitava all'interno.
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zeross
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MessaggioInviato: 22 Ott 2009 22:34    Oggetto: Rispondi citando

Le contraddizioni ed i paradossi si intersecano con le ipocrisie generando fenomeni assurdi com appunto questo.

Purtroppo gli esseri umani amano circondarsi di queste situazioni Confused
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Silent Runner
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MessaggioInviato: 23 Ott 2009 08:52    Oggetto: Si dice il peccato ma non il peccatore? Che peccato... Rispondi citando

Bello sarebbe stato, per chi non ci arriva da sé, il conoscere il nome dell'azienda e del suo illuminato, vorticoso Signore.
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Zeus
Amministratore
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Residenza: San Junipero

MessaggioInviato: 23 Ott 2009 09:03    Oggetto: Rispondi citando

Chissà, forse leggendo gli articoli consigliati come "approfondimento"...
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Silent Runner
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MessaggioInviato: 23 Ott 2009 09:14    Oggetto: Errata corrige: Rispondi citando

Hai dimenticato "Avendo tempo"... Sad

Edit:
Trovato il tempo. Wink
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dany88
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MessaggioInviato: 23 Ott 2009 09:26    Oggetto: Rispondi citando

insomma hanno licenziato Pier Luigi Tolardo? Shocked
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Zorro
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MessaggioInviato: 23 Ott 2009 10:04    Oggetto: Rispondi citando

dany88 ha scritto:
insomma hanno licenziato Pier Luigi Tolardo? Shocked


Anch'io ho capito così!

Se la notizia è vera è di rilievo nazionale e Zeusgnus farebbe bene a darla in modo più "formale".

Ora verifico in rete ...
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ilcoro
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MessaggioInviato: 23 Ott 2009 17:03    Oggetto: Rispondi citando

Zorro ha scritto:
dany88 ha scritto:
insomma hanno licenziato Pier Luigi Tolardo? Shocked


Anch'io ho capito così!

Se la notizia è vera è di rilievo nazionale e Zeusgnus farebbe bene a darla in modo più "formale".



e non solo...

intanto, piena solidarietà -con tanta simpatia- a tolardo. e spero davvero che la cosa si sia fermata ai 3+3 giorni di "riposo".
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Silent Runner
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MessaggioInviato: 23 Ott 2009 18:42    Oggetto: Rispondi citando

Credo che al di là di qualsiasi considerazione, Pier Luigi Tolardo meriti la nostra totale stima e appoggio anche se non dovessimo trovarci d'accordo con lui su alcune opinioni espresse.
Il servizio che svolgono tutte le persone che si occupano di informazione è alla base e a tutela della fortunata e immeritata libertà di cui tutti quanti oggi usufruiamo.
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merlin
Dio maturo
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MessaggioInviato: 24 Ott 2009 15:20    Oggetto: Ovviamente, siamo tutti con Tolardo. Però... Rispondi citando

Silent Runner ha scritto:
[...] Il servizio che svolgono tutte le persone che si occupano di informazione è alla base e a tutela della fortunata e immeritata libertà di cui tutti quanti oggi usufruiamo.

Quoto completamente sull'immeritata perché in effetti nulla abbiamo fatto per conquistarla e pochissimo per conservarla.
Nel caso specifico tuttavia (ma la riflessione si estende ovviamente a tutti i possibili accadimenti che per loro natura sfuggono alla possibilità di un controllo anche minimo da parte nostra) resta il fatto che non si può gridare "forza Doria!" nella curva dei genoani.
A dire il vero, tantissimi anni fa ci fu un tizio che lo faceva; ma aveva in saccoccia la manleva dell'ospedale psichiatrico di Quarto.
Perciò, fuor di metafora, per cercare di cambiare le cose che non funzionano ci vanno metodo e pazienza, specie quando si opera dall'interno del sistema che si vuol modificare. In un'epoca in cui l'ansia della ricerca di maggiore libertà era cosa seria e sentita, Pasquino postava di nascosto: forse non tanto per paura di salire alla ghigliottina del sor Titta, quanto per la consapevolezza che, lui assente, la voce dell'opposizione al potere si sarebbe taciuta per un bel po'.
Vero è che "un bel tacer non fu mai scritto"; ma è altrettanto vero che nel parlare, e nello scrivere, ci va la prudenza del saggio e non la spocchia di chi sa (o pretende) di essere in possesso della verità e ritiene perciò di essere immune da ogni male.
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Silent Runner
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MessaggioInviato: 24 Ott 2009 18:02    Oggetto: Rispondi citando

Sì certo, tutto condivisibile tranne una cosa: il rischio, un po' di rischio si deve pur correre, la tua bella metafora della curva calcistica è elegantemente attuale viste le scenette alle quali siamo abituati in tivù nei Tiggì, un po' meno è attuale quella del Pasquino che a ben pensare forse era più d'uno a operare in tal dileggio (niente a che vedere con il taleggio).

Io sono una persona prudente ma questo non mi metterà al riparo delle eventuali vendette dei potenti, se questi, dall'alto della loro paura, cominciassero a menar fendenti.
Dire le cose, anche rischiando di esser presi di mira è un dovere, proprio dall'interno dei luoghi in cui si vive l'esperienza o si osserva la porcata.
In gioventù ho rischiato più volte il posto di lavoro per le mie "pasquinate", con la differenza che mi firmavo apertamente.
Mi è andata bene forse proprio perché mi sono firmato. Ma certo non faccio ne' storia ne' modello, oggi criticare è diventato un vulnus che si combatte con l'espulsione. E spesso con il beneplacito dei colleghi.
Viviamo in una realtà ripiegata di piccoli interessi e piccole vigliaccherie forse perché ci siamo seduti per troppo tempo sulle nostre chiappe rese gelatinose dall'inattività etica e di pensiero.

Ciascuno poi fa la sua scelta, sulla base di ciò che crede opportuno o meno. Fare l'eroe oggi è un affare che non produce redditi. Un tempo, forse, chi lo faceva aveva di per sé già poco da perdere. Oggi, vivendo tutti assai meglio in comodità e servizi, forse, il perdere qualcosa appare come una sorta di morte senza gloria e senza vantaggi. Sempre che la morte possa garantire vantaggi di sorta a chi la esperisce.
Ma questo ve lo dirò dopo.
Ovviamente sempre che crediate ai fantasmi.
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NiccoloRigacci
Mortale pio
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Registrato: 14/11/08 18:36
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MessaggioInviato: 25 Ott 2009 11:05    Oggetto: Il caso Tolardo Rispondi citando

Googolando ho trovato questo articolo, addirittura datato 10 luglio!

Citazione:
Il caso Tolardo
Fino a che punto un blogger può spingersi a criticare on line la propria azienda? Negli Usa ci sono già stati casi di grandi aziende che stilano severe policy su cosa può e non può scrivere sul proprio blog un dipendente e c?è stato già qualche caso di licenziamento per chi su Facebook ha criticato il proprio datore di lavoro. E in Italia? Beh, ora un caso c?è: Pier Luigi Tolardo, blogger di ZeusNews.it e dipendente Telecom Italia e messo in mobilità da Telecom Italia.

Sospeso tre giorni
Tolardo scrive un articolo sul web con quattro domande ad Antonio Migliardi, il capo del personale di Telecom Italia. Gli chiede se è giusto che un?azienda che ha distribuito milioni di euro di premi ai suoi manager possa licenziare e se anche il responsabile del personale riceverà o no dei premi per i licenziamenti. Anzichè una risposta o una smentita, Tolardo ha ricevuto una lettera di contestazione e, nonostante la difesa del suo sindacato, la Cisl, gli sono stati inflitti 3 giorni di sospensione dal lavoro e dallo stipendio, che non sa se farà perchè potrebbe essere messo in mobilità nel frattempo ma ricorrerà all?Ufficio del lavoro contro il provvedimento. Anche questa è libertà del web, fuori e dentro i luoghi di lavoro, in Italia, nel 2009.
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merlin
Dio maturo
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Messaggi: 2421
Residenza: Kingdom of Camelot

MessaggioInviato: 25 Ott 2009 20:50    Oggetto: Re: Il caso Tolardo Rispondi citando

NiccoloRigacci ha scritto:
Googolando ho trovato questo articolo, addirittura datato 10 luglio! .....

Non possiamo (purtroppo?) paragonare il diritto anglosassone e specie quello USA con il nostro; nel primo, è il giudice che crea la norma giuridica costituendo un precedente a cui attenersi, mentre i sistemi derivanti dai codici romani prevedono l'obbligatorietà dell'azione penale unitamente alla stretta osservanza di norme che prevedono pressoché tutto l'accadibile. Infatti il ricorso all'analogia, appena tollerato in civile e amministrativo, resta di fatto escluso in altri campi.
Da ciò discende, credo, la circostanza che il nostro diritto del lavoro preveda solo astratte norme di reciproco rapporto fiduciario tra datore di lavoro e dipendente, per cui per castigare quest'ultimo è sufficiente accampare la speciosa ragione del venir meno della base fondante del rapporto. E a chi non piace, vada a lamentarsi dal giudice specializzato.
Negli USA invece le regole sono meno interpretabili; nella specie, ci sono le policy aziendali, a chi non piacciono restino a casa o ci si facciano mandare senza tante discussioni.
Francamente, dovessi scegliere non saprei quale sia la soluzione peggiore; ma siccome i tempi cambiano, occorre tener presente che il lavoratore "anziano" non è più un "valore" per l'azienda, ma un peso. Specie da noi, con il ricorso sempre maggiore al lavoro temporaneo; per cui due schiavetti giovani costano quanto un vecchietto e producono un raddoppio delle statistiche relative.
Se lasciamo perdere la qualità del prodotto o del servizio o anche se solo privilegiamo la quantità, è ovvio che l'azienda è portata a valutare il lavoratore secondo il fastidio che dà e non in base al suo effettivo utilizzo, che poi è il motivo per cui è stato assunto.
Tristissimo, ne convengo, ma è così; e chi non lo comprende o non si adatta, può essere sostenuto moralmente ma deve rendersi conto che non ha fatto la scelta migliore anche se ha fatto la cosa giusta.
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AI
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Registrato: 17/03/10 14:27
Messaggi: 54

MessaggioInviato: 12 Lug 2010 10:55    Oggetto: Rispondi

io lavoro per una azienda americana

devo seguire regole molto precise su quello che posso o non posso dire su social networks e blogs o qualsiasi altra mia forma di comunicazione. sui miei blog ho chiaramente inoltre dovutro swcrivere che tutti i commenti sono di natura personale e non rappresentano in alcun modo le posizioni aziendali.

Non posso, innanzi tutto, dire o fare nulla che risulti lesivo nei confronti della azienda stessa. Giusto o meno che sia queste sono le regole; rimane da capire cosa sia lesivo o meno nei confronti di una azienda.

Esprimere dubbi di qualsiasi genere su management, scelte aziendali o gestione delle forze lavoro e' a tutti gli effetti considerato lesivo in quanto puo turbare il normale corso degli eveni e dei mercati.

Detto cio con il livello della classe manageriale italiana media non esprimere, nel migliore dei casi, perplessita' o dubbi su certe scelte e' un esercizio che richiede uno sfrozo non indifferente.

Ad un certo punto occorre fare una scelta, se si sceglie di comunicare ci si assume anche il relativo rischio (mi e' successo diverse volte in mie precedenti esperieze lavorative Rolling Eyes ) che puo portare anche a punizioni o la risoluzione del rapporto di lavoro.

ho la massima stima per chi sceglie la via piu difficile, con la mia assoluta solidarieta' (per quel poco che vale), contestualmente la massima disistima per la controparte che sceglie di usare i muscoli invece di confrontarsi.

sempre che esprimere la mia disistima non conporti la querela Wink
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