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Panorama e informazioni riservate, due pesi e due misure
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Autore Messaggio
Zeus News
Ospite





MessaggioInviato: 19 Ott 2010 11:35    Oggetto: Panorama e informazioni riservate, due pesi e due misure Rispondi citando

Commenti all'articolo Panorama e informazioni riservate, due pesi e due misure
Il settimanale difende il giornalista che avrebbe ottenuto informazioni riservate da un finanziere. Eppure a suo tempo aveva condannato la pubblicazione dei redditi on line.



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Tonnino
Mortale devoto
Mortale devoto


Registrato: 19/04/10 21:12
Messaggi: 15
Residenza: Nuragica

MessaggioInviato: 20 Ott 2010 08:22    Oggetto: Unico denominatore comune Rispondi citando

Non dimentichiamoci, inoltre, che le informazioni reperite illegalmente dalla banca dati della Guardia di Finanza hanno anche un unico denominatore: sono relative a persone che il primo ministro in carica, che controlla anche Panorama, considera suoi oppositori (es. Di Pietro e Travaglio) ovvero da mettere in posizione ricattabile nel caso ciò si rivelasse utile (es. Agnelli).
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{carlo}
Ospite





MessaggioInviato: 20 Ott 2010 08:36    Oggetto: Rispondi citando

Vero: due pesi e due misure anche nei confronti degli informatori di Repubbblica, l'Espresso e il Fatto Quotidianno: nessuno li ha mai arrestati, come invece è stato fatto con l'informatore di Panorama
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OXO
Dio maturo
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Registrato: 10/05/05 17:30
Messaggi: 1942
Residenza: Scandicci

MessaggioInviato: 20 Ott 2010 09:12    Oggetto: Rispondi citando

Grazie di cuore carlo, per averci ricordato a chi dobbiamo la situazione di profondo degrado civico e sociale che ci rende lo zimbello fra tutti i Paesi "democratici": mi raccomando, continua così, che renderai onore all'Italia e a te stesso.
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cescotto
Comune mortale
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Registrato: 20/10/10 09:00
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MessaggioInviato: 20 Ott 2010 09:26    Oggetto: Rispondi citando

OXO ha scritto:
Grazie di cuore carlo, per averci ricordato a chi dobbiamo la situazione di profondo degrado civico e sociale che ci rende lo zimbello fra tutti i Paesi "democratici": mi raccomando, continua così, che renderai onore all'Italia e a te stesso.


Sii onesto prima di tutto con te stesso: vedo che l'imparzialità per te è un'opinione e non è il tuo forte. Carlo ha dato fuoco alla coda di paglia.
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OXO
Dio maturo
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Residenza: Scandicci

MessaggioInviato: 20 Ott 2010 09:59    Oggetto: Rispondi citando

Eccone un altro: anche tu vuoi propinarci la favoletta dei giudici comunisti...?
Oltre al "comunicato stampa" aziendale, sei per caso in grado di affrontare l'argomento usando il tuo cervello, portando motivazioni logiche e plausibili? Ti dice niente la locuzione "lodo Alfano"? E il signor Mills, lo conosci? Conosci la differenza fra assoluzione e prescrizione?

Ti faccio presente che non ho tessere di partito, e me ne guardo bene: aborro sia i tuoi paladini che i loro contendenti, sono tutti sullo stesso (vergognoso) piano.
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{carlo}
Ospite





MessaggioInviato: 20 Ott 2010 10:14    Oggetto: Rispondi citando

Ciao oxo, se mi permetti, non essere iscritto a nessun partito, oggi, in Italia non è più sufficiente! Temo sia necessario essere libero da ideologie e, soprattutto, da manipolazioni pseudo-ideologiche di "destra" e di "sinistra". Se ti interessa, quando posso, voto radicale... Ed infatti, da giornalista deluso quale sono, non posso abdicare alla mia coscienza. Uno dei miei migliori amici si chiama Vittorio Malagutti: è un grande inviato speciale, l'ultimo esistente in Italia, oltre che recente acquisto del Fatto Quotidiano. Proprio una decina di giorni fa gli ho chiesto "Vittorio, ti sei mai chiesto perché il corriere prima, poi l'Espresso, ti hanno dato mano libera su temi come Parmalat, Popolare di Lodi e palazzinari romani (li ha "scoperti" lui: cerca su google per conferma) mentre su altri ti hanno imbavagliato?
lui mi ha risposto: "Ho cercato di non chiedermelo: mi basta che almeno su alcuni temi mi abbiano permesso di indagare".
Adesso, giudica tu: che ne pensi di un paese dove i giornalisti possono indagare solamente dove e quando gli è permesso?
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Dangerotto
Semidio
Semidio


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MessaggioInviato: 20 Ott 2010 12:07    Oggetto: Rispondi citando

{carlo} ha scritto:
Ciao oxo, se mi permetti, non essere iscritto a nessun partito, oggi, in Italia non è più sufficiente! Temo sia necessario essere libero da ideologie e, soprattutto, da manipolazioni pseudo-ideologiche di "destra" e di "sinistra". Se ti interessa, quando posso, voto radicale... Ed infatti, da giornalista deluso quale sono, non posso abdicare alla mia coscienza. Uno dei miei migliori amici si chiama Vittorio Malagutti: è un grande inviato speciale, l'ultimo esistente in Italia, oltre che recente acquisto del Fatto Quotidiano. Proprio una decina di giorni fa gli ho chiesto "Vittorio, ti sei mai chiesto perché il corriere prima, poi l'Espresso, ti hanno dato mano libera su temi come Parmalat, Popolare di Lodi e palazzinari romani (li ha "scoperti" lui: cerca su google per conferma) mentre su altri ti hanno imbavagliato?
lui mi ha risposto: "Ho cercato di non chiedermelo: mi basta che almeno su alcuni temi mi abbiano permesso di indagare".
Adesso, giudica tu: che ne pensi di un paese dove i giornalisti possono indagare solamente dove e quando gli è permesso?

Solo poche parole: povera Italia! Sad Weeps
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Silent Runner
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°
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Registrato: 16/05/05 09:17
Messaggi: 23532
Residenza: Pianeta Terra

MessaggioInviato: 20 Ott 2010 14:39    Oggetto: Rispondi citando

Bene, scateniamo anche qui la guerra fra chi è più nel giusto, la guerra delle pagliuzze negli occhi contro le travi nel popò.

Tutto questo non è che un'eco di quanto le attuali classi dirigenti al potere (e non al servizio dei cittadini) continuano a ripetere incessantemente dalle tivù (veicolo principe) e dalla carta stampata (refettorio dei cortigiani).
Questo continuo martellare su temi perlopiù irrilevanti o ininfluenti, questo lanciare accuse o creare dossier serve proprio a distrarre l'attenzione dai veri problemi che questo paese sta per affrontare.

Non mi sorprende, perciò, e mi amareggia, se qualcuno cerca di riproporre in un forum serio come questo la stessa dinamica ortofrutticola.
Non ne vedo però i vantaggi, non c'è nessuno, qui dentro, da distrarre o al quale far distogliere l'attenzione dalle cose concrete.

Sul fatto in sé, quello trattato nell'editoriale, vorrei ricordare che la legalità è un valore e non un'opinione da bar sport.
Se un finanziere si è comportato in modo infedele o meno lo stabilirà la magistratura e lo stesso dovrà fare nei confronti del giornalista, ovviamente se e si è comportato in modo da infrangere qualche legge (che, vorrei ricordare a chi si scalda tanto, non viene fatta dalla magistratura ma dalla classe politica); costui dovrà risponderne non solo di fronte alla giustizia ma anche di fronte a tutti noi.
Lavorare nell'informazione non è come vendere caramelle.

Sulla polemica fra chi è stato più bravo o chi è stato più cattivo, su chi ha cominciato prima o chi ha più colpe, sulla contrapposizione qui esposta fra Panorama-Repubblica-Espresso-Fatto quotidiano ecc... stenderei un velo pietoso.
Anche questo discutere ripetendo teoremi precotti e ribaditi ossessivamente è un modo per distrarre l'opinione pubblica dai problemi del paese, problemi che nessuno (a parte i discorsi trionfali) affronta.

Mi chiedo perciò com'è che a nessuno sia venuta in mente un'idea diversa. Possibile che gli argomenti di contrapposizione siano sempre questi? E così ridicoli?
Questa classe politica usa linguaggi da scuola media anni '70, discute su chi ha la mamma più maiala. Perché noi cittadini dovremmo fare il verso al pappagallo?

Per favore, cerchiamo di non portare qui dentro 'sto clima miserevole.
Lo chiedo per favore! Lasciamo ai politici la loro autoreferenzialità ossessivo-compulsiva.
Inoltre, essere liberi da ideologie, oggigiorno è già espressione di una ideologia ben precisa o, se vogliamo, talmente confusa da poter essere utilizzata anche per montare la maionese. Non vedo così vie d'uscita se questi sono i presupposti.

Citando Flaiano potrei concludere con: "La situazione politica in Italia è grave ma non è seria."
Ma di Flaiano, purtroppo, mi torna alla mente un'altra frase: "Coraggio, il meglio è passato."

E non è finita qui ma vi risparmio il resto, vedo che alcuni di voi sanno già come fare da soli.
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eratostene
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MessaggioInviato: 20 Ott 2010 18:25    Oggetto: Rispondi citando

ok, silent... hai ragione
soprattutto noto una cosa: ormai la stampa obbiettiva anche se schierata di tipo anglosassone da noi è un miraggio....
anzi purtroppo la stampa è parte della lotta politica, con cui si infangano avversari anche fabbricando tesi false

e specialmente si stanno distinguendo sulla faziosità i giornalisti proni alla attuale maggioranza

è una situazione vergognosa e purtroppo qui si va davvero verso tempi bigi..
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Dangerotto
Semidio
Semidio


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Messaggi: 407

MessaggioInviato: 20 Ott 2010 19:49    Oggetto: Rispondi citando

Silent Runner ha scritto:
[...]Sul fatto in sé, quello trattato nell'editoriale, vorrei ricordare che la legalità è un valore e non un'opinione da bar sport.[...]
Sante, santissime parole..... Confused


Silent Runner ha scritto:
[...]Sulla polemica fra chi è stato più bravo o chi è stato più cattivo, su chi ha cominciato prima o chi ha più colpe, sulla contrapposizione qui esposta fra Panorama-Repubblica-Espresso-Fatto quotidiano ecc... stenderei un velo pietoso.[...]
Ari-concordo.... Confused


Silent Runner ha scritto:
[...]Lasciamo ai politici la loro autoreferenzialità ossessivo-compulsiva.
....Wink


Silent Runner ha scritto:
Inoltre, essere liberi da ideologie, oggigiorno è già espressione di una ideologia ben precisa o, se vogliamo, talmente confusa da poter essere utilizzata anche per montare la maionese. Non vedo così vie d'uscita se questi sono i presupposti.[...]
Wink ok! Ciao
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{carlo}
Ospite





MessaggioInviato: 20 Ott 2010 23:33    Oggetto: Rispondi citando

dimenticavo... con Vittorio (Malagutti...) quel giorno abbiamo condiviso una riflessione: in Italia non esiste una censura nel senso tecnico del termine. Nel senso che ogni giornalista (o quasi) e soprattutto ogni direttore, è ben conscio di quello che può o non può scrivere, senza che nessuno glie lo dica o faccia pressioni esplicite. I bavagli nei quali Malagutti è inciampato, non sono mai passati attraverso un "no" esplicito da parte di nessuno. Troppo complesso, in questa sede, esplicitare i subdoli mezzi di incentivazione e disincentivazione che passano attraverso le redazioni. Anche se, come detto, nella maggior parte dei casi non esiste nessuna pressione: il giornalista gestisce da solo la propria mitomania, voglia di apparire e, soprattutto, di non scomparire (mediaticamente, s'intende...).
Mi rimane un dubbio, anzi una certezza. Se ben conosco il mio amico Vittorio (Malagutti) non si farà scrupoli di rispetto nei confronti della linea editoriale del Fatto Quotidiano: uno che ha mandato a quel paese il Corriere e L'Espresso (un giorno qualcuno sccriverà un libro su questo caso unico nella storia del giornalismo italiano... non è un caso - c'é da meditare - se al suo posto vanno in televisione mezzecalzette che si spacciano per opinionisti) potrebbe un giorno anche rompersi le palle della pletora di pubblici ministeri che gli passano sottobanco le loro veline per ottenere visibilità ed assicurarsi una carriera (magari politica) più remunerativa e meno frustrante di quella giudiziaria. In cuor mio, so che questo succederà. Ed ho qualche idea di cosa succederà alla Gazzetta delle Procure (per chi non lo sapesse, questo è il soprannome del Fatto quotidiano).

ps: uella, tolardo... quante volte ti sei già domandato chi è sto pisquano del carlo? .-)
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mda
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MessaggioInviato: 21 Ott 2010 02:30    Oggetto: Rispondi citando

{carlo} ha scritto:
Ciao oxo, se mi permetti, non essere iscritto a nessun partito, oggi, in Italia non è più sufficiente! Temo sia necessario essere libero da ideologie e, soprattutto, da manipolazioni pseudo-ideologiche di "destra" e di "sinistra". Se ti interessa, quando posso, voto radicale... Ed infatti, da giornalista deluso quale sono, non posso abdicare alla mia coscienza. Uno dei miei migliori amici si chiama Vittorio Malagutti: è un grande inviato speciale, l'ultimo esistente in Italia, oltre che recente acquisto del Fatto Quotidiano. Proprio una decina di giorni fa gli ho chiesto "Vittorio, ti sei mai chiesto perché il corriere prima, poi l'Espresso, ti hanno dato mano libera su temi come Parmalat, Popolare di Lodi e palazzinari romani (li ha "scoperti" lui: cerca su google per conferma) mentre su altri ti hanno imbavagliato?
lui mi ha risposto: "Ho cercato di non chiedermelo: mi basta che almeno su alcuni temi mi abbiano permesso di indagare".
Adesso, giudica tu: che ne pensi di un paese dove i giornalisti possono indagare solamente dove e quando gli è permesso?


Forse se domandava ad un avvocato, evitava di sentirsi in un complotto che non esiste!
Wink
Fatti diversi, anche se sembrano uguali con leggi diverse.


Ciao
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MessaggioInviato: 21 Ott 2010 14:32    Oggetto: Rispondi citando

Ogni paese è in realtà la stratificazione di consuetudini storiche consolidate e interessi privati che si uniscono a formare una sorta di qualcosa che oggi somiglierebbe a un reality show ma con implicazioni nella realtà dei singoli e della struttura stessa (la Nazione, la società, le istituzioni, la finanza, l'industria la sanità ecc.) tali da far sembrare il tutto un gioco di specchi rotanti.

L'unica differenza fra il complotto e il complottismo è nell'ismo finale. Se poi il secondo si verifica o avviene solo nella mente di chi lo concepisce questo non cambia la sostanza delle cose. Chi vive nella paranoia è realmente circondato da nemici.
Il fatto che questi siano solo interiori non li rende meno pericolosi.

In tutto questo oscillare, tutto quello che poi finisce per funzionare bene è l'effetto placebo.
Le dittature serie non hanno bisogno di militari ma di consensi. E sono le più dure a morire.
Perché si fanno "cultura". Bassa, superpopulistica ma ben radicata, si fanno memoria (anche fasulla, non importa l'entità della bugia purché funzioni così come "funzionano" le fiabe, nella loro finalità formativa dei principi di realtà), si fanno memoria delle origini del bene.

Chi dice che gli italiani erano fascisti prima del fascismo compie una trasposizione cronologica. In sostanza non ha torto ma questa affermazione non è la "verità" spicciola o semplificata, il Bignami della realtà italica del secolo breve: non esiste in realtà un solo popolo, fascista o antifascista. Non esiste un solo popolo antiautoritario e pro-autoritario. Esistono le esigenze dei singoli e il loro confluire nell'imbuto sempre più stretto dell'ideologia posticcia e provvisoria che il bisogno stesso genera, insieme al bisogno di risposte semplici e il più possibile riduttive.
In sostanza gli slogan sono motivetti, tormentoni estivi facilmente memorizzabili, da fischiettare per via, mentre si picchia un barbone o si stupra una qualsiasi vittima, indifferenti ad età, sesso, religione, stato sociale, etnia, colore degli occhi e odore corporeo.

Non posso perciò pensare che siamo colpevoli di qualcosa se non di noi stessi.
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{Mario Sinnisi}
Ospite





MessaggioInviato: 21 Ott 2010 22:44    Oggetto: il doppiopesismo della stampa di sinistra Rispondi

A sinistra si fanno le inchieste, a destra i dossieraggi. Le fonti? Sono le stesse solo che se puntano a destra non c'è un magistrato che indaghi su fughe di notizie coperte da segreto istruttorio, se puntano a sinistra... clack, scattano le manette. E' così da anni e ogni altro commento è superfluo.
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