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il futuro incerto
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paolodegregorio
Dio minore
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MessaggioInviato: 23 Dic 2011 18:54    Oggetto: il futuro incerto Rispondi citando

- il futuro incerto -
di Paolo De Gregorio, 23 dicembre 2011

Sovrappopolazione, riscaldamento globale, diminuzione delle risorse alimentari, crisi del petrolio, spese militari, globalizzazione finanziaria con enormi poteri alle banche, sono le “piaghe” del nostro tempo, vanno riconosciute razionalmente, vanno indicate come fattori di grandissima crisi, impossibile da risolvere con i metodi tradizionali, tipo la favola dello “sviluppo” e del rilancio di economia e consumi, e affrontate alla radice.

Anzitutto non dobbiamo farci illusioni su chi avrebbe il potere reale di modificare questo modello di sviluppo, l’economia capitalista e la politica, perché è storicamente dimostrato che le logiche del profitto prevalgono sempre, l’economia ha sempre dettato legge, e la politica senza poter guidare l’economia non conta nulla.

I due regimi fondamentali, quello capitalista e quello “comunista”, si sono rivelati molto simili come struttura produttiva, tanto è vero che la Cina è passata dal comunismo al capitalismo senza traumi particolari, avendo entrambi i regimi bisogno di grandi masse di schiavi salariati da sfruttare, dove è indifferente se chi comanda è il padrone o il partito.
Le “terre di lavoro” messe a disposizione dalla Cina agli investitori occidentali con manodopera a basso costo, assenza di sindacato e diritti, orari massacranti, sono la dimostrazione storica della bestialità di questi due regimi che vanno entrambi abbandonati perché sono in crisi sistemica e sono responsabili di uno sviluppo insostenibile dal nostro ormai fragile ecosistema.

In Italia non vi è nemmeno un partito politico che parli di futuro in termini diversi dalle logiche capitaliste, nessuno che riconosca la strutturalità della crisi e la necessità di cambiare profondamente il modello economico.

Solo i singoli, le famiglie consapevoli, le piccole cooperative, possono salvarsi e avere un futuro se intraprendono la strada virtuosa della autosufficienza energetica e alimentare, fondando comunità capaci di produrre energia rinnovabile sufficiente ai propri bisogni, produrre cibo per se stessi e non per il “mercato”, realizzare l’autonomia idrica con cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, e il miglior sistema che sostituisce le fogne, ossia la fitodepurazione naturale.

Le grandi città, in caso di crisi energetica dovuta alla mancanza di petrolio, in pochi giorni sarebbero senza cibo e diventerebbero trappole per milioni di persone, che presto comincerebbero a rapinarsi tra di loro e questo è uno scenario che già si è visto quando a New York mancò la luce per qualche ora, con saccheggi e uccisioni, con “l’età della pietra” che sostituiva la democrazia.


Tutte le merci di cui abbiamo bisogno (non quelle superflue) possono essere prodotte da singoli, famiglie, cooperative, abolendo la schiavitù salariata e soprattutto impedendo la creazione di grossi interessi economici, di monopoli, che sono all’origine di tutti i mali.

Una società basata sul piccolo modo di produrre, sulla indipendenza energetica autoprodotta diffusamente sul territorio, sulla agricoltura biologica, sul rispetto dell’aria e dell’acqua, senza schiavi salariati, senza armamenti, è l’unica società sostenibile, capace di vivere in pace e far pace anche con l’ambiente.
Con l’energia del sole possiamo alimentare vetture elettriche, riscaldare la casa, cuocere i cibi, accendere le luci e usare il pc per tutte le informazioni che ci servono.
Coloro che si incammineranno su questa strada non avranno paura di nessuna crisi e avranno un futuro.

La globalizzazione realizzata dall’Impero Romano, che portò Roma ad avere due milioni di abitanti e merci provenienti da tutto il mondo, finì miseramente con la dissoluzione dell’Impero, Roma si svuotò, rimasero 35mila abitanti e le persone si sparsero per le campagne a fare i contadini.
Forse sarebbe meglio pensarci prima.
Paolo De Gregorio
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ZapoTeX
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MessaggioInviato: 23 Dic 2011 19:07    Oggetto: Rispondi citando

Mi rendo conto che abbiamo idee molto diverse e non è giusto prendere in giro, ma la battuta viene troppo bene:
Citazione:
Solo i singoli, le famiglie consapevoli, le piccole cooperative, possono salvarsi e avere un futuro se intraprendono la strada virtuosa della autosufficienza energetica e alimentare, fondando comunità capaci di produrre energia rinnovabile sufficiente ai propri bisogni, produrre cibo per se stessi e non per il “mercato”, realizzare l’autonomia idrica con cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, e il miglior sistema che sostituisce le fogne, ossia la fitodepurazione naturale.

Perché non inizi tu, così senza le memorie coreane, i chip progettati negli Stati Uniti e le ventole made in China non potresti più scrivere affermazioni senza senso in rete? Wink
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paolodegregorio
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MessaggioInviato: 29 Dic 2011 17:20    Oggetto: Rispondi citando

l'hai detto tu, mi prendi in giro e ci sto.

Chiarisco che io non godo per le crisi e per le prospettive incerte del nostro futuro. Propongo una via di uscita, di sopravvivenza, per chi ritiene possibile lo scenario che ho delineato.
Mi riferisco, in particolar modo, a chi vive male oggi, magari disoccupato e in una invivibile periferia cittadina, oppure, pur non essendo in queste situazioni, si pone il problema della sostenibilità ambientale.
Non voglio convincere chi è felice con i suoi giocherelli o che si trova in una situazione di cui è soddisfatto, ma temo che i conti delle crisi riguarderanno tutti. Nessun uomo è un isola.

Per quanto riguarda i mezzi tecnologici cui fai riferimento, non mi sembra di averli mai citati tra le inutilità, e nemmeno ho mai detto che tutti dobbiamo tornare all'agricoltura (da cui tutti proveniamo). ma ritengo che tale scelta non deve essere intesa come legata a metodi antichi (spesso associati ad una idea di fatica e miseria), ma deve tener conto e basarsi su tecnologie moderne (pannelli fotovoltaici, rotori eolici, computer, macchine elettriche) La macchina elettrica potrebbe avere come garage un container sul cui tetto porre pannelli fotovoltaici proprio per la ricarica della macchina.

Quello che ho scritto, ripetutamente, è che uscire dalla schiavitù salariata su cui si basa la società industriale (dai Marchionne ai cinesi), passare al piccolo modo di produrre partendo dall'indispensabile (cibo ed energia), ma senza mettere limiti di settori, può essere una soluzione che contiene la soddisfazione di essere capaci e liberi.

Nel mio piccolo ho già "iniziato", come dici tu (senza rinunciare ad un computer portatile che uso da oltre 5 anni, con difficoltà di connessione in zona poco servita).
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MessaggioInviato: 01 Gen 2012 11:24    Oggetto: Rispondi citando

Ciao a tutti e buon anno.

Ho letto e riletto attentamente il post iniziale e riflettendoci non posso che essere d'accordo con te. Ma vorrei allargare il tiro.
Oggi siamo tutti, chi più chi meno, "schiavi" del capitalismo sfrenato che ci fa' acquistare l'ultimo modello di telefonino, il pc più potente sul mercato (per poi magari utilizzarne un quarto della potenza), la macchina più grossa perchè fa' figo, il tv a led con tanti pollici, etc etc. e questo perchè? La domanda me la faccio spesso: perchè una persona che magari ha un lavoro precario (cosa che ormai vale per tutti, più o meno) spende settecento euro per un telefonino di ultima generazione quando potrebbe "investire" quei soldi altrove in cose più utili? Non ho ancora una risposta...

Nella mia personale esperienza vedo che ci si preoccupa tanto dell'immediato (in termini di immagine) e poco del futuro col rischio di arrivare col cappio al collo. Ne sono prova le tantissime persone che hanno speso fior di soldi per acquistare le cose di cui sopra, aprendo mutui su mutui per poi trovarsi spennati quando il lavoro è calato o venuto meno. E' quasi banale dire, secondo me, che la colpa potrà anche essere della società, del sistema capitalistico o della politica (che non dà il buon esempio) ma alla fine credo che nessuno ci obblighi con la pistola puntata alla testa a sperperare i nostri soldi, o no?
Le proposte fatte sono tutte sacrosante e mi permetto di dire nemmeno troppo rivoluzionarie (senza offesa, nè).
Io vivo nella provincia bergamasca e sono cresciuto con la mentalità operaia dell'acquistare quello che serve e/o quello che posso permettermi. Mi ritengo fortunato nel non dover pagare mutui per la casa ) almeno fin'ora) ma ancor di più nell'essere stato educato al risparmio la dove è possibile. Non sono un eremita: possiedo pure io un pc e un cellulare ma sono tutt'altro che di ultima generazione. Abbiamo il nostro orto che ci da il giusto nei mesi giusti e lo innaffiamo con l'acqua piovana raccolta in una cisterna (quando ce n'è, ovviamente).
Non siamo dei virtuosi perchè l'auto ce l'abbiamo e non è ecologica, i pannelli fotovoltaici forse li metteremo ma non a breve; comunque non siamo i soli almeno in provincia. Ed è qui il problema: le soluzioni proposte sono ottime ma sono davvero applicabili in città?
Non conosco nel dettaglio i problemi derivati dal vivere in città ma dubito che in un condominio sia fattibile farsi l'orto, o installare il fotovoltaioco se tutti i condomini non sono d'accordo. Certo ci si può provare e credo sia questo il nocciolo della questione: se tutti nel nostro piccolo cominciamo a fare qualcosa i cambiamenti sono possibili e penso senza stravolgimenti di sorta; anche perchè i cambiamenti devo arrivare dal basso perchè se aspettiamo che arrivino dall'alto stiamo freschi...
Ma questo vale in tutti i campi della nostra vita.
Ciao
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MessaggioInviato: 04 Gen 2012 01:59    Oggetto: Rispondi citando

Mercalli, in tema con questa discussione:
link
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MessaggioInviato: 05 Gen 2012 21:50    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
perchè una persona che magari ha un lavoro precario (cosa che ormai vale per tutti, più o meno) spende settecento euro per un telefonino di ultima generazione quando potrebbe "investire" quei soldi altrove in cose più utili? Non ho ancora una risposta...

Perché, nei paesi emergenti, la gente va in giro con le gomme sgonfie, la carrozzeria tutta accartocciata e... una marea di led blu sulla maschera anteriore, sotto le portiere e sul tetto? Perché mangiare è una cosa che ci rende tutti uguali, invece con i beni non essenziali, che ognuno si sceglie in maniera diversa, possiamo esprimere la propria identità. Non dico che lo giustifico, ma lo capisco. In fondo anche noi, perché andare a fare una camminata in montagna o una nuotata al mare, quando potremmo investire quei soldi in un corso di formazione per migliorare nel lavoro, nell'educazione dei nostri figli e nel ripagare in anticipo il mutuo? Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Come diceva Manzoni: dicono tutti che la virtù sta nel mezzo, e definiscono il "mezzo" proprio nel punto dove sono loro.

Citazione:
La macchina elettrica potrebbe avere come garage un container sul cui tetto porre pannelli fotovoltaici proprio per la ricarica della macchina.

Il rendimento reale dei pannelli solari è, al momento, tale che inquinano più degli idrocarburi (vedi, tra le altre cose, il post di Kenshir a commento del tuo su Mario Monti), ma questa è una discussione che abbiamo in corso da tempo e che probabilmente non risolveremo mai.

Citazione:
Per quanto riguarda i mezzi tecnologici cui fai riferimento, non mi sembra di averli mai citati tra le inutilità

Non li hai citati tra le inutilità, ma hai criticato il commercio globale. Senza il commercio globale non esisterebbe la tecnologia. Oggi la catena del valore di computer e telefonini è così frammentata che in ogni dispositivo ci sono componenti da decine di nazioni diverse. E se così non fosse, non solo costerebbero di più, ma sarebbero difficilissimi da trovare, specialmente all'inizio. Se in ogni comunità (ma anche solo in ogni paese) ci dovessere essere un diverso stabilimento che produce tutti i componenti di un computer, ci sarebbero impianti dappertutto, con gravissima perdita di economie di scala. E quando dico economie non dico solo soldi, ma anche impatto ambientale: 1000 impianti da 1000 pezzi l'anno inquinano molto di più che un impianto da un milione di pezzi.
Questa è l'origine della mia battuta, che sono felice di constatare hai preso nello spirito in cui era intesa. Smile

Buona serata!
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Danielix
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MessaggioInviato: 06 Gen 2012 03:37    Oggetto: Re: il futuro incerto Rispondi citando

paolodegregorio ha scritto:
I due regimi fondamentali, quello capitalista e quello “comunista”, si sono rivelati molto simili come struttura produttiva [...]
[...] Tutte le merci di cui abbiamo bisogno (non quelle superflue) possono essere prodotte da singoli, famiglie, cooperative, abolendo la schiavitù salariata e soprattutto impedendo la creazione di grossi interessi economici, di monopoli, che sono all’origine di tutti i mali.

Oooh! Paolo! Finalmente hai fatto outing!!

(Si legge uting) Very Happy





Lupo Solitario ha scritto:
Oggi siamo tutti, chi più chi meno, "schiavi" del capitalismo sfrenato [...]

No, Lupo, quel "tutti" è iniquamente e offensivamente arbitrario, mi spiace...
Io campo "dignitosamente" una famiglia di sei persone + un cane, con 1300 euro al mese: mangiamo bene (a nostro avviso ed esigenza), tutti noi abbiamo un telefonino (il cane no), abbiamo quattro computer, un'automobile, una moto, un affitto da pagare, tutte le bollette da pagare che questo marcio sistema deve necessariamente imporre, e in più fumiamo! (solo in tre, gli altri quattro no, specialmente il cane)...
E non abbiamo ancora pannelli fotovoltaici né orto con funghetti, carciofi e broccoli...

Non c'è trucco e non c'è inganno. E non ti svelerò il "segreto": lascerò alla tua immaginazione - se davvero interessata come dimostri - il come questo sia possibile...
Ti indico solo un cammino iniziale: prova a mettere un momento da parte la tua asserzione, quella da me appena quotata e confutata, come errato modello d'assuefazione principalmente mentale, ossia come "dogma semplicemente acquisito" ma giammai veritiero, e ricomincia 'da zero'... Wink






@ ZapoTex:
ZapoTex ha scritto:
Perché, nei paesi emergenti, la gente va in giro con le gomme sgonfie, la carrozzeria tutta accartocciata e... una marea di led blu sulla maschera anteriore, sotto le portiere e sul tetto? Perché mangiare è una cosa che ci rende tutti uguali, invece con i beni non essenziali, che ognuno si sceglie in maniera diversa, possiamo esprimere la propria identità. Non dico che lo giustifico, ma lo capisco.

E, amico mio, questo è il tuo vero handicap. Ovvero, ciò che distorce, distrugge e devia le tue capacità obiettive (che io ti riconosco poiché ti leggo) nella possibilità estremamente obiettiva di "capire" anche le ragioni di... facciamo Hitler: anche lui aveva le sue ragioni, concorderai.
Sbagli alla radice. Sarà perché sei giovane, sarà perché sei assuefatto, ma tutte le tue pur intelligenti elucubrazioni e costruzioni successive ti sembreranno sempre logiche e legittime se non tornerai giocoforza a rivedere e ri-plasmare le fondamenta che reggono la tua visione della realtà, e settare meglio i parametri di quell'imprescindibile qualità che è l'obiettività...

Vuoi che ti confessi un'amara verità? Tu chiedi a Paolo in maniera palesemente sarcastica di "cominciare per primo" solo in funzione del fatto che dentro di te sai bene che tu non ne saresti mai capace, e proietti questa tua incapacità come dogma per i tuoi simili.
Tieni però sempre presente che ciò che la tua esperienza, le enciclopedie o i dizionari definiscono "tuoi simili" è sempre un'espressione da interpretarsi in termini di semantica, semiotica o pragmatica, secondo il grado del proprio egocentrismo...

Io, infatti, non sono un "tuo simile": l'ultimo paio di scarpe che ho comprato risale a una ventina d'anni fa, e non vado in giro scalzo... Wink
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ZapoTeX
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MessaggioInviato: 06 Gen 2012 15:56    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
E, amico mio, questo è il tuo vero handicap. Ovvero, ciò che distorce, distrugge e devia le tue capacità obiettive (che io ti riconosco poiché ti leggo) nella possibilità estremamente obiettiva di "capire" anche le ragioni di... facciamo Hitler: anche lui aveva le sue ragioni, concorderai.

Deduco che tu investi ogni centesimo del tuo reddito in cose super serie: strumenti che migliorano il tuo lavoro, educazione dei tuoi figli, beni immobiliari, etc... Deduco che tu non sei mai andato in vacanza, non hai mai comprato una bottiglia di spumante pre brindare a un evento felice, un gioiello per tua moglie, etc... Oppure, non è che ANCHE TU dedichi parte del tuo reddito a beni non essenziali e pensi "se lo faccio io, che posso permetterlo, va bene, se invece un barbone spende un centesimo in una tavoletta di cioccolato invece che risparmiare per pagarsi l'affitto, QUELLO SI' è un atteggiamento sbagliato". Beh, lasciami commentare: ciò che è essenziale e ciò che non lo è dipende dalla cultura, dal tempo, etc... Nel 1400, a parte i nobili, la gente viveva 10 persone in un monolocale (i fortunati, gli altri per strada). Quindi, se uno trovava per strada 10 monete d'oro, si comprava un cervo da fare arrosto, un cappello nuovo o un barile di miele. Oggi noi pensiamo: ma perché invece non usare quei soldi per comprare una casa più grande? Semplice: perché loro hanno dormito in 10 in 3 metri quadri per anni e i loro amici fanno lo stesso. Quindi, il cervo arrosto provoca loro molta più gioia che una stanza più grande, dove si sentirebbero più soli.

Magari tra 20 anni i cibi non BIO non esisteranno più e penseranno "Caspita, ma nel 2011 con che coraggio Danielix spendeva i suoi soldi per una passeggiata in montagna o una bottiglia di vino o una automobile, e poi al supermercato prendeva la roba non bio che costa meno?"

Quindi, dico io, chi sei tu per condannare una persona che fa fatica ad arrivare a fine mese, ma si prende un telefono da 700 euro?

Per il paragone con Hitler: Hitler ha ucciso e torturato, confondere questi atti con una decisione su come spendere i propri soldi mi sembra eccessivo. Condannare chi compie crimini di guerra è un po' diverso. Se lo capisco? Ovvio che lo capisco. Da un lato probabilmente si era autoconvinto di tutte le ca**ate eugenetiche, dall'altro aveva bisogno di una scusa per indebolire la posizione, inizialmente forte, degli Ebrei (tradizionalmente di vedute politiche diverse dalle sue) nell'economia tedesca, in più voleva far contenti i conservatori delle famiglie che lo supportavano eliminando gli omosessuali. Capire i suoi motivi non esclude condannarlo come l'essere più infimo mai vissuto. (Se facciamo la classifica per "numero di morti di cui una persona è responsabile", Hitler, che io sappia, è al primo posto, tra la guerra e i campi. Al secondo probabilmente Stalin con le sue purghe, al terzo ci sarà qualche dittatore sudamericano dei decenni passati o qualche mercante d'armi odierno con clienti in Africa).

Citazione:
Tu chiedi a Paolo in maniera palesemente sarcastica di "cominciare per primo" solo in funzione del fatto che dentro di te sai bene che tu non ne saresti mai capace, e proietti questa tua incapacità come dogma per i tuoi simili.

Io non sarei capace di rinunciare al commercio globale, ne sono consapevole e ne sono fiero. E credo che chiunque spendesse abbastanza tempo ad esaminare l'impatto del commercio globale sul proprio tenore di vita si renderebbe conto che rinunciare al commercio globale significherebbe rinunciare a quasi tutto. Anche le cose che noi compriamo "made in italy" hanno un sacco di componenti stranieri.

Non compri scarpe da 20 anni! O 20 anni fa ne hai fatta una tale scorta che ti sono bastate fino ad oggi, oppure cammini MOLTO delicatamente! Le mie, dopo un paio di anni si bucano, o sopra o sotto. Non è che le butto perché non sono più nuove (una volta il mio capo mi ha gentilmente suggerito di venire in ufficio senza graffi sulla punta delle scarpe), le butto perché si rompono proprio.
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MessaggioInviato: 06 Gen 2012 18:45    Oggetto: Rispondi citando

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MessaggioInviato: 12 Gen 2012 03:04    Oggetto: Rispondi citando

ZapoTeX ha scritto:

Il rendimento reale dei pannelli solari è, al momento, tale che inquinano più degli idrocarburi (vedi, tra le altre cose, il post di Kenshir a commento del tuo su Mario Monti)


Urk se ho davvero scritto questa cosa dovevo essere sotto l'effetto di qualche droga pesante Shocked
Non trovo piu' la discussione a cui ti riferisci ZapoTeX, ma sui pannelli posso scrivere quello che mi risulta, per essermene occupato un po' negli ultimi due o tre anni.

Dal punto di vista del bilancio energetico, il pareggio si ha dopo 19 anni.
Vale a dire che l'energia necessaria per la produzione, manutenzione e smaltimento, viene prodotta in 19 anni di utilizzo. La vita media di un pannello e' di 30 anni, quindi l'investimento - sempre in termini energetici intendo - e' decisamente vantaggioso.
A livello di rifiuti, lo smaltimento dei pannelli in silicio policristallino o monocristallino e' equiparabile a quello del vetro.

Dal punto di vista strettamente finanziario invece, gli incentivi italiani attuali rendono l'acquisto del fotovoltaico per un privato pari a un investimento con rendita annua media del 5/6% (se serve posso citare le fonti, ma non vorrei essere pesante).

Quindi di sicuro il fotovoltaico non "inquina" di piu' degli idrocarburi, i cui costi reali di sfruttamento (tanto quelli energetici che quelli finanziari) sono enormemente superiori, se ne consideriamo tutti gli aspetti collaterali.
Basare i prezzi di beni e servizi solo sui costi meramente legati all'estrazione e impiego degli idrocarburi, e non sull'impatto complessivo di questa attivita', e' proprio quello che ha permesso al nostro sistema economico di portarci in pochi decenni al punto di non ritorno in cui siamo.
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MessaggioInviato: 12 Gen 2012 04:23    Oggetto: Rispondi citando

Silent Runner ha scritto:
Popcorn


mi associo.
via, son le quattro, sparerei senz'altro una cavolata.
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MessaggioInviato: 13 Gen 2012 11:09    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
Basare i prezzi di beni e servizi solo sui costi meramente legati all'estrazione e impiego degli idrocarburi, e non sull'impatto complessivo di questa attivita', e' proprio quello che ha permesso al nostro sistema economico di portarci in pochi decenni al punto di non ritorno in cui siamo.

Son d'accordo con te!

Quando citavo il tuo post mi riferivo al fatto che tu avevi introdotto il concetto di ritorno energetico e che per il solare al momento è molto basso.

Il silicio inquina. I 19 anni si riferiscono ad un pannello su cui si faccia regolare manutenzione. (l'energia spesa dal camion di quello che te li installa e te li pulisce è compreso nei 19 anni? Penso di no).

In ogni caso, se ben tenuto, un pannello solare dà un ritorno di 1.5 (=30 anni / 20 anni), ovverosia A MALA PENA migliore che se l'energia impiegata per costruire i pannelli la avessimo usata direttamente per consumarla. Se poi ci aggiungi le pericolose polveri di silicio, il trasporto, il fatto che richiede un sacco di manodopera, etc... alla fine non so mica se l'uso dei pannelli è vantaggioso per l'ambiente.

Giusto per chiarificare: E' SACROSANTO che bisogna CONTINUARE A INVESTIRE NEL SOLARE, altrimenti la tecnologia non migliorerà mai. Ma al momento il solare è più un esperimento scientifico che una reale fonte energetica.

Usiamo il vento e le maree che sono già competitive con gli idrocarburi senza bisogno di sussidi.

Ciao!
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MessaggioInviato: 22 Gen 2012 04:40    Oggetto: Rispondi citando

ZapoTeX ha scritto:
l'energia spesa dal camion di quello che te li installa e te li pulisce è compreso nei 19 anni? Penso di no


Mi sembra una domanda forzata questa. Ovviamente quando si valuta un costo energetico bisogna fermarsi a un certo livello di granularita'.
Vogliamo considerare anche quanto costa energeticamente produrre il cibo che l'installatore deve mangiare per recuperare le calorie che consuma salendo sul tetto?
Si puo' fare, non e' un problema. Solo che e' poco ragionevole.
Per inciso, non conosco nessun possessore di pannelli fotovoltaici che chiami regolarmente qualcuno per la loro pulizia.
Anche per questo motivo:
link
Al limite puo' essere utile rimuovere la neve che ci cade sopra, se e' molta.
Per manutenzione si intende sostanzialmente il cambio dell'inverter dopo dieci anni di funzionamento, non serve molto altro.


ZapoTeX ha scritto:
1.5 (=30 anni / 20 anni), ovverosia A MALA PENA migliore che se l'energia impiegata per costruire i pannelli la avessimo usata direttamente per consumarla


Uh? What?
In termini energetici una resa del 50% e' buona.
Per vederla piu' semplicemente: 10 anni di energia gratuita.


ZapoTeX ha scritto:
Se poi ci aggiungi le pericolose polveri di silicio


Mi citi per favore la fonte da cui deduci che il silicio sia pericoloso? Non mi risulta, ma magari sbaglio.

Non ci tengo a difendere il fotovoltaico a spada tratta, in modo ideologico. Il punto e' che dobbiamo migliorarne l'efficienza, ma che gia' ora e' una fonte energetica da cui non possiamo prescindere. E con cui causiamo moltissimi meno danni che con altre, a parita' di produzione energetica.

E adesso passatemi il popcorn per favore! Popcorn
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ZapoTeX
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MessaggioInviato: 22 Gen 2012 12:27    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
Vogliamo considerare anche quanto costa energeticamente produrre il cibo che l'installatore deve mangiare per recuperare le calorie che consuma salendo sul tetto?
Si puo' fare, non e' un problema. Solo che e' poco ragionevole.

E' proprio questo il punto. Secondo me sì. Per un MWh di solare devono mangiare in 100, per un MWh di idrocarburi deve mangiare una persona sola. E questo ha un peso secondo me. Ognuna di quelle persone ha un'auto, una casa da riscaldare, etc... Il costo economico è un indicatore migliore di quanto si pensi del costo ambientale.

Citazione:
Per vederla piu' semplicemente: 10 anni di energia gratuita.

No, non gratuita: per fare il silicio non serve solo energia, ma anche manodopera, investimenti, etc...

Citazione:
Mi citi per favore la fonte da cui deduci che il silicio sia pericoloso? Non mi risulta, ma magari sbaglio.

link

Alla prossima!

Ciao Ciao Ciao Ciao Ciao
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MessaggioInviato: 22 Gen 2012 19:18    Oggetto: Rispondi citando

ZapoTeX ha scritto:
link


Si' grazie, lo so cos'e' la silicosi.
Riformulo la domanda, forse non sono stato chiaro: conosci qualche fonte autorevole che sostenga una correlazione tra lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici mono/policristallini e l'insorgenza di malattie come la silicosi?
O la tua tesi e' che il silicio sia pericoloso?
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ZapoTeX
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MessaggioInviato: 23 Gen 2012 00:51    Oggetto: Rispondi citando

Scusa, avevo frainteso!

Non è nello smaltimento, ma nella fabbricazione:

link

Ciao!
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MessaggioInviato: 24 Gen 2012 03:10    Oggetto: Rispondi citando

Grazie, documento molto interessante, prodotto da fonte autorevole.
Gia' le premesse mettono le cose in chiaro:

Citazione:
According to the U.S. Department of Energy, few power-generating technologies have as little environmental impact as photovoltaic solar panels.


Citazione:
While some potentially hazardous materials are utilized in the life cycle of photovoltaic systems, none present a risk different or greater than the risks found routinely in modern society.


Citazione:
Further, the benefits of photovoltaics tend to far outweigh risks especially when compared to conventional fossil fuel technologies.


E questo e' proprio quanto ha detto a me gente che si occupa di fonti energetiche da molto tempo.
Il fotovoltaico non e' e non sara' la soluzione dei nostri problemi, ma e' al momento una delle scelte piu' lungimiranti che possiamo fare.
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MessaggioInviato: 28 Gen 2012 17:19    Oggetto: la civiltà multinazionale Rispondi citando

- la civiltà multinazionale –
di Paolo De Gregorio, 27 gennaio 2012

Secondo una inchiesta pubblicata dal New York Times, basata su documenti della multinazionale Apple e su testimonianze di ex impiegati e dirigenti, le condizioni di lavoro nelle fabbriche cinesi, dove si producono i gioielli della “mela”, sono le seguenti:

-12 ore al giorno per 6 giorni la settimana
-paghe al di sotto della minima
-trattenute sul salario in caso di punizioni
-dormitori con 7 lavoratori per stanza
-assunzioni di minorenni
-centinaia di operai intossicati dalla sostanza velenosa utilizzata per pulire gli schermi degli iPhone
-un ex lavoratore ha detto: “ad Apple non è mai interessato null’altro che incrementare la qualità del prodotto e diminuire il costo”.

Il vero “spirito del capitalismo” e il “comunismo cinese” vanno a braccetto nello sfruttamento bieco della classe operaia, non c’è distinzione se quello che ti sfrutta è il padrone o il Partito, ma sempre in nome dello “sviluppo” e della “inevitabile” globalizzazione.

Tornando dalle nostre parti, mi piacerebbe domandare a Monti e ai suoi professori, che parlano tanto di ripresa e sviluppo, su quale base pensano di conquistare mercati, se vi sono paesi come la Cina, l’India, l’Indonesia, il Vietnam, che producono merci, anche di qualità e con marchi occidentali, a costi 10 volte inferiori a quelli italiani e sono presenti in tutti i settori.

Se la matematica non è una opinione, ciò è impossibile e la tendenza visibile è (se restiamo nelle logiche della globalizzazione) che anche altri settori saranno conquistati dai paesi emergenti, come è già successo per il settore tessile italiano, i cantieri navali, quello siderurgico, che sono spariti, e molti altri settori ridimensionati o in difficoltà..
La risposta di migliaia di imprenditori italiani è stata quella di delocalizzare in paesi tipo Romania, Albania, Tunisia, ma è una fuga dalla responsabilità verso quei cittadini italiani rimasti senza lavoro e il declino dell’Italia è assicurato comunque.

A me è chiara una cosa: la globalizzazione conviene a chi ha materie prime, lavoro a basso costo, strutture produttive multinazionali. All’Italia, che non possiede nemmeno una di queste caratteristiche, la globalizzazione NON CONVIENE, e in fondo nemmeno all’Europa, che ha costi di lavoro simili, alti, poche multinazionali, poche materie prime.
Passare attraverso una assurda e letale competitività globale, di tutti contro tutti, decretando il successo per chi sfrutta con più cinismo i lavoratori o per chi si impadronisce delle materie prime a costo di guerre di aggressione, è una FOLLIA che fa regredire il genere umano verso la barbarie, la completa instabilità e assenza di futuro.

L’unica via d’uscita è quella di ritirarsi dalla WTO e poter mettere dazi o divieti di importazione per tutte quelle merci che possono essere prodotte localmente, dando certezze a imprese e lavoro, mettendo al primo posto i consumi interni e la piena occupazione, con la strategia di gettare le basi per una solida autosufficienza energetica ed alimentare, che sono i soli fattori che ci possono mettere al riparo da speculazioni, crisi petrolifere, crisi finanziarie.

Sarebbe ora che si pensasse seriamente ad abbandonare la dittatura dei mercati e delle banche, poiché di vera dittatura si tratta, pensare al consumismo come ad una orgia che è finita, e occuparci di sostenibilità, energie rinnovabili, agricoltura biologica, riutilizzazione dei rifiuti, ritorno massiccio alle campagne, fine delle spese militari.
Paolo De Gregorio
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MessaggioInviato: 02 Feb 2012 18:22    Oggetto: Rispondi citando

- Inventiamoci il futuro! -
di Paolo De Gregorio, 31 gennaio 2012

Noi tutti viviamo nella gabbia PRODUZIONE-CONSUMO, oggi globalizzata, che tiene insieme, nella stessa barca, capitale e lavoro, le due entità fondamentali, legate dal medesimo interesse di salvaguardare il sistema: a me i profitti, a te il lavoro e il consumo, e vedi di consumare perché sennò non c’è neanche il lavoro.

In questo SISTEMA tutto viene deciso dal capitale: quali merci produrre, come distribuirle, come impostare campagne mediatiche per fare della gente scimmie ammaestrate al consumo, il tutto attraverso il possesso delle fabbriche, delle catene distributive delle merci, l’uso delle televisioni, della pubblicità, delle case di moda, fino al controllo della musica e del modello di divertimento obbligatorio per tutti.

Tutta la politica si è omologata a questo modello di sviluppo, recita una parte subalterna, né destra né sinistra pensano a un modello diverso da quello capitalista e ti ritrovi il PD compagno di Marchionne contro la FIOM, a favore della TAV, a sostenere un governo, composto da banchieri e liberisti, insieme a Berlusconi e agli ex democristiani.

Chi ha capito finalmente che non viviamo in democrazia, che definirci “popolo sovrano” è una cinica beffa, che la politica è una CASTA che tutela solo i poteri oligarchici della economia, che i preti sono foraggiati per tenerci creduloni e remissivi, si trova di fronte alla necessità di ricominciare da zero, con metodi nuovi, senza delegare niente a nessuno, se si vuole veramente fermare questa logica capitalista, tra l’altro in crisi e sull’orlo della bancarotta.

Chi vuole cambiare questo sistema senza ricorrere al sangue deve sapere anzitutto che deve legarsi alle persone che da subito vogliono vivere in logiche alternative al PENSIERO UNICO capitalista, sottraendosi alle logiche che ti vogliono consumatore obbediente, schiavo salariato, abbandonato in una situazione di competizione di tutti contro tutti.

Il primo segnale da dare, per farsi riconoscere, anche dai propri figli, è quello di sottrarsi ai consumi non essenziali, uscire dal ruolo di scimmietta ammaestrata e cercare di progettare un futuro possibile e sostenibile.
Se boicotti i consumi devi sapere che sarai attaccato come elemento che toglie il lavoro ai poveri e devi essere in grado di proporre una alternativa e una strategia complessiva.

Al modello consumistico industriale globale che sta distruggendo l’ecosistema, i cervelli, e per giunta è in fallimento finanziario, si deve contrapporre una iniziativa che, partendo dal basso, porti centinaia di migliaia di persone espulse dal processo produttivo a immaginare il proprio futuro nella creazione della autosufficienza energetica ed alimentare nazionale, attraverso una miriade di piccole e piccolissime imprese che siano “fattorie solari”, al tempo stesso produttori di energia e di risorse alimentari.

Oggi la contraddizione principale che vive la nostra agricoltura, anche quella moderna, meccanizzata, chimicizzata, è di essere strozzata dai mercati generali in mano alle varie mafie o dai rapporti diretti con le grandi catene di supermercati, dove i prezzi li stabiliscono mafie e grossisti.

Interrompere questo andazzo è possibile solo eliminando le monocolture, passando a forme di produzione più variegate e praticando esclusivamente la vendita diretta dei propri prodotti sul territorio, cercando di creare una nuova cultura che porti molte persone a fare abitualmente la spesa direttamente in campagna, e integrando il proprio reddito con una rendita che può derivare dal vendere energia elettrica prodotta con poche decine di mq di elementi fotovoltaici.

Singoli, famiglie, piccole cooperative, che escludono la schiavitù salariata, possono trovare in questa dimensione sostenibile, biologica, moderna, una possibilità di vivere in sintonia col territorio, senza sfruttare nessuno e senza essere sfruttati, in una prospettiva che disegna un futuro possibile, sobrio, rispettoso dell’ambiente, dove l’aria, l’acqua, il cibo, ci possono nutrire e far vivere sani.
Già parecchi “coltivatori diretti” arrivano con le loro merci nei mercatini rionali e vendono direttamente ai cittadini, ma non sono in numero tale da mettere in discussione il potere delle mafie e dei supermercati.

Scardinare questo sistema, protetto dalla rassegnazione e dalla politica, è possibile solo attraverso una lungimirante iniziativa dal basso, che porti un numero importante di persone ad avere un rapporto diretto con i produttori, nelle varie forme possibili, al fine di sostenere la piccola agricoltura, cercare la freschezza e la genuinità, liberare le nostre strade dai camion della globalizzazione, ridimensionare mercato e mafie, consumare nel territorio a km zero.

A coloro che sostengono che è impossibile liberarsi dalla globalizzazione dei mercati, dalle mafie, rispondete con il vostro comportamento, rifiutando la grande distribuzione, creando gruppi di acquisto, allacciando rapporti diretti con i produttori o scegliendo di andare a vivere e produrre in campagna.

Come materialista convinto, sono sicuro che nulla è più convincente dei fatti concreti, soprattutto perché, quando non possiedi i mezzi di comunicazione, l’unica cosa che hai è la testimonianza personale e di gruppo, ed è infinitamente più efficace contro le mafie colpire i loro mercati con comportamenti nuovi, che qualsiasi corteo con annessa fiaccolata che lascia le cose come sono.
Paolo De Gregorio
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MessaggioInviato: 02 Feb 2012 22:42    Oggetto: Rispondi

Citazione:
Chi vuole cambiare questo sistema senza ricorrere al sangue

Citazione:
qualsiasi corteo con annessa fiaccolata [che] lascia le cose come sono.

2+2=4
4=forconi (sono siculo e fiero dei vespri)

«E la bella Trinacria, che caliga
tra Pachino e Peloro, sopra 'l golfo
che riceve da Euro maggior briga,

non per Tifeo ma per nascente solfo,
attesi avrebbe li suoi regi ancora,
nati per me di Carlo e di Ridolfo,

se mala segnoria, che sempre accora
li popoli suggetti, non avesse
mosso Palermo a gridar: "Mora, mora!
".»

(Dante, canto VIII - Paradiso)




paolodegregorio ha scritto:
deve sapere anzitutto che deve legarsi alle persone che da subito vogliono vivere in logiche alternative

Paolo, lo vuoi dire una volta per tutte come?
Tu stesso definisci quello italico (anzi: occidentale) "popolo bue", scimmie ammaestrate: quale pensi sia la strategia per convincerli a gettare l'iPhone e mangiare gli scarti della spazzatura del retro dei supermercati come io faccio da tanti anni pur non avendone imperiosa necessità?


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