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Un biocarburante pulito dalla CO2
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Zeus News
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MessaggioInviato: 19 Apr 2013 08:20    Oggetto: Un biocarburante pulito dalla CO2 Rispondi citando

Leggi l'articolo Un biocarburante pulito dalla CO2
Un processo ispirato alla fotosintesi permette di produrre carburante a partire dall'anidride carbonica dell'atmosfera.


Michael Adams
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Milton
Semidio
Semidio


Registrato: 16/01/06 15:32
Messaggi: 253
Residenza: Paperopoli

MessaggioInviato: 19 Apr 2013 10:09    Oggetto: Rispondi citando

Questa sarebbe una bella strada da percorrere per arrivare a sostituire il petrolio.

Da letture di approfondimento sembra però che l'umanità sia ancora ben lontana dall'arrivare allo sviluppo di progetti concreti.

La termodinamica del resto parla chiaro: un (bio)carburante deve contenere energia nei legami delle proprie molecole. La fotosintesi cattura l'energia luminosa e la trasforma in energia chimica imprigionata nei carboidrati.

Se per sintetizzare il (bio)carburante si spende più energia di quanta se ne ricava, siamo in altomare. Nell'articolo si discute del bilancio della Co2, ma non si racconta da dove proviene l'idrogeno utilizzato per la sintesi...

Del resto una "vera" fotosintesi artificiale sarebbe una scoperta da Nobel.
(cfr: Solar, romanzo di Ian McEwan) Wink



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Mattakkione
Eroe in grazia degli dei
Eroe in grazia degli dei


Registrato: 05/01/07 18:47
Messaggi: 134

MessaggioInviato: 19 Apr 2013 19:50    Oggetto: Rispondi citando

Da ignorantone in materia dico che se proprio ci teniamo tanto a far diminuire la CO2 forse sarebbe più semplice usare i soldi usati per queste ricerche, per rinforestare zone che sono state completamente private di alberi ottenendo un triplice risultato: 1-meno CO2 e al bilancio energetico non ci pensa nessuno 2-ambiente naturale per favorire la sopravvivenza di animali autoctoni 3-un bel posto dove andare a frescheggiare d'estate Very Happy
Ah già il pretrolio e il biocarburante....moltiplichiamo x 10 le foreste esistenti e chissenefrega? Very Happy
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fuocogreco
Dio maturo
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Registrato: 26/07/12 05:14
Messaggi: 2227

MessaggioInviato: 21 Apr 2013 14:54    Oggetto: Rispondi citando

Mattakkione

La tua idea la sosterrei subito anch'io.

Peccato però che ci sono piromani PAGATI dalle mafie delle costruzioni edilizie

abusive che se ne FOTTONO del destino del nostro pianeta ma pensano solo

a fare soldi Grrr
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Zievatron
Dio maturo
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Registrato: 22/12/10 23:36
Messaggi: 3234

MessaggioInviato: 21 Apr 2013 21:01    Oggetto: Rispondi citando

E non è tutto!
Moltiplicare x 10 le foreste esistenti (rimaste) significa dedicare a foresta tantissiiimooo territorio. Territorio che serve per colture, impianti di produzione energia ed industrie di ogni genere nonchè, non dimentichiamolo, per aree abitative per 7 e passa miliardi di homo-sapiens-ssapiens (hss) ancora in aumento.
Il proposito è lodevole, è lodevole che si studino tutte le possibilità di produrre energia pulita da fonti rinnovabili, è lodevole che si studino rimedi per l'inquinamento, ma, alla fine, il problema globale non è risolvibile su questi fronti.
Il problema globale è dato dal fatto che l'hss è una specie squilibrata. Ha un'alta capacità di agire sull'ambiente (sviluppo tecnoscientifico), combinata con una bassa capacità di autoregolazione davanti all'ambiente.
L'unica cosa che può servire a risolvere il problema globale, imho, è capire perchè l'hss è così e trovare il modo di migliorarlo.

Io ho una mia ipotesi, che non dò per certa. E' solo un mio personale tentativo di spiegazione. A me sembra che l'hss sia così devastante per l'ecosistema perchè costituisce un nodo di diramazioni inattuato. Cioè, all'interno di una unica specie si trovano mescolati e confusi tra di loro tutti i diversi possibili orientamenti individuali e di gruppi di vario livello di diramazione degli "esseri pensanti" (umanamente intesi). Infatti, possiamo ritenere che anche gli scimpanzè, a modo loro, siano pensanti, ma si tratta di esseri a vita pienamente selvatica e non sono pertinenti. Limitatamente agli esseri pensanti con evoluzione socio-culturale abbastanza consistente (umano comparabile, cioè non più pienamente selvatica), non ci sono altre speci, nè homo, nè in altri generi.
Quindi, tutta la possibile varietà di orientamenti evolutivi bio-socio-culturali degli esseri pensanti non più selvatici è obbligata ad esprimersi, per quel che può, in un'unica specie. Questa condizione costituisce un impedimento paragonabile al voler/dover viaggiare tutti quanti su un unica grande nave avendo destinazioni ben differenti. La conflittualità interna monta e rischia di mandare la nave a fondo.

In particolare, credo che il primo nodo di diramazione più a monte sia a due alternative fortemente inerenti a questo problema. Due alternative fondamentali di rapporto con l'ambiente e con gli altri. Io (specie) davanti all'ambiente. Eteroregolazione o Autoregolazione. Affini alle personaltà tendenzialmente più eteronome/eterodeterminate o più autonome/autodeterminate. Non intendo che le due alternative siano da considerare o "0" o "100", come degli estremi. Ma piuttosto come dei sensi di marcia su una strada. Per questo parlo di "orientamenti". Nulla da spartire con questioni di tipo prestazionale, come possono essere l'intelligenza, o la memoria, o che altro.
Su una qualunque strada, il viandante è libero di fare quello che vuole. Può stare fermo, saltare la corda sul posto, fare avanti ed indietro, camminare sulle mani, andare a piedi, con il trattore, o il monopattino, o il suv, o che altro. Ma i sensi di marcia sono solo due. Uno è di riferimento proprio, l'altro resta sempre possibile per necessità di manovra o che altro.
Il primo ramo tende a produrre rimescolamento con il secondo, il secondo tende a produrre separazione dal primo ed anche in successive diramazioni.
Metaforicamente, è come se una popolazione di vacanzieri decidesse o prima di essere una grande comitiva e poi (più o meno democraticamente) dove andare in vacanza tutti insieme, oppure prima ognuno decide dove vuole andare in vacanza e poi si formano i gruppi secondo l'affinità delle scelte.

Nella condizione di specie unica è il primo orientamento ad essere favorito a mantenere un buon rimescolamento e confusione delle parti.
Nell'evoluzione umana, molto spesso il rimescolamento è aggressivo e la separazione necessita di un atto di ribellione. La conflittualità è molto alta, si creano facilmente, pregiudizi, risentimenti, condizionamenti ed il rimescolamento e confusione delle parti ha il suo miglior gioco.

Se i due orientamenti fossero abbastanza ben distribuiti in due speci differenti che occupano stabilmente circa mezzo ecosistema ciascuna, il secondo avrebbe un favore naturale all'affermazione della propria tendenza separatista. Avrebbe partita vinta. In questa ipotetica evoluzione parallela a due speci diversificate sotto questo aspetto, la prima specie-orientamento ad Eteroregolazione avrebbe maggiore velocità di crescità numerica in rapporto alla velocità di evoluzione con una disponibilità di territorio e risorse dimezzati. Raggiungerebbe il proprio picco di sviluppo e declinerebbe prima di diventare una reale minaccia per l'ecosistema ed entrerebbe in un rapporto di equilibrio eteroregolato con questo, caratterizato da cicli di sviluppo e declino.
La seconda specie-orientamento ad Autoregolazione avrebbe minore velocità di crescita numerica in rapporto alla velocità di evoluzione, svilupperebbe una civiltà ad alta efficienza e, per dote innata di autoregolazione, non si renderebbe una minaccia per l'ecosistema.

Così, però, non è andata. Evidentemente le condizioni presenti nell'evoluzione dei primati non hanno reso possibile questo tipo di diversificazione. Si può considerare però un'altra possibilità. Una separazione che, invece di avvenire con l'occupazione di spazi diversi da speci diverse contemporanee, avvenga con l'ascesa al successo in epoche evolutive differenti.
Se nei millenni passati ha prevalso l'orientamento all'eteroregolazione, questo potrebbe aver già superato il picco del suo successo ed essere entrato in declino a favore dell'orientamento all'autoregolazione. Dunque non resterebbe altro da fare che assecondare questa evoluzione naturale sperando che si compia prima che sia troppo tardi. In altre parole, la salvezza verrebbe, nella sostanza, non tanto dalle pur importanti nuove tecnologie, quanto dal successo di ideali quali l'autodeterminazione della persona e dei gruppi e quindi della diversità socio-culturale in conflitto con la tendenza alla globalizzazione socio-culturale.
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fuocogreco
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Registrato: 26/07/12 05:14
Messaggi: 2227

MessaggioInviato: 21 Apr 2013 22:48    Oggetto: Rispondi citando

@ Zievatrov

Ma non puoi stringere un pochino i tuoi commenti Smile

Poi , ti prego, non usare abbreviazionilink
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Zievatron
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Registrato: 22/12/10 23:36
Messaggi: 3234

MessaggioInviato: 21 Apr 2013 23:52    Oggetto: Rispondi citando

@fuocogreco

Mi spiace, ma non mi veniva più sintetico.
Ho usato una sola abbreviazione, dopo averla spiegata. Che poi la stessa abbreviazione possa essere usata in tutt'altro contesto con altro significato, capita. L'importante è limitarsi e, soprattutto, non usarle mai senza prima usare le parole intere ed indicare tra parentesi l'abbreviazione che si intende usare nel resto del testo. Mi sembra che così sia abbastanza accettabile. Wink
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Zeus News
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MessaggioInviato: 26 Apr 2013 08:00    Oggetto: Rispondi

Un biocarburante pulito dalla CO2. Un processo ispirato alla fotosintesi permette di produrre carburante a partire dall'anidride carbonica dell'atmosfera.
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