Olimpo Informatico

[Zeus News]

Commenti all'articolo Lettera a un'amica sul software
Qualche tempo fa un'amica mi ha fatto diverse domande, per capire perché mai un cittadino o un politico qualunque, anche se non usano computer personalmente, dovrebbero preoccuparsi di come viene gestito il software.

[Marco]

Non mi trovo d'accordo sulla definizione di OpenSource quando si dice che "Il software può anche essere a sviluppo aperto (Open Source) quando ne viene comunque distribuito tutto il codice sorgente, ma con limiti più ristretti, per esempio l'impossibilità di modificarlo e/o ridistribuirlo." Questa a me pare piú la definizione di freeware (escluso il fatto dei sorgenti): un prodotto OpenSource é liberamente distribuibile (volendo anche a pagamento) e soprattutto é liberamente modificabile (anzi, le licenze che conosco obbligano a rendere pubbliche le modifiche apportate).
Uno dei motivi principali che ha portato ad adottare il termine OpenSource al posto di Free Software é l'ambiguitá del termine Free in inglese che puó voler dire libero, ma anche gratuito (cosa non necessariamente vera per l'OpenSource)
Termino facendovi comunque i complimenti per l'articolo che spero serva a far circolare maggiormente altri modi di pensare e prendere coscenza di certi problemi.


riferimenti:

Open Source Definition
http://www.apogeonline.com/openpress/op_definition.html

Open Sources - Voci dalla rivoluzione Open Source
http://www.apogeonline.com/openpress/libri/545/bruceper.html

[il caro leader]

Anzi, due:
1- Che cosa vuol dire "anche a pagamento, senza dividere i profitti"?
2 - Non ho capito se e come possa il software libero, in concreto, generare profitti.
Grazie

[Stefano Barni]

1 - significa che una licenza libera, come la gpl, consente di rivendere il software acquisito e modificato sotto licenza, senza che chi lo rivende debba alcunché all'autore.

2 - il sw libero può generare profitti in molti modi: ad esempio tu puoi modificare un programma libero e rivenderlo (senza cambiarne la licenza); puoi vendere servizi correlati al software stesso (consulenza, personalizzazione, etc.); puoi acquisire esperienza studiandone i sorgenti e rivendere tale esperienza sul mercato, ad esempio come programmatore o come insegnante. ricorda che quando hai a che fare col sw libero non ne sei utente, ma padrone allo stesso modo di chi lo ha scritto: è solo questione di capacità e volontà.

in generale, far pagare una somma più o meno esorbitante per concedere ad altri il diritto di usare il software non è l'unico modo per generare profitti. probabilmente è il più comodo e scontato.

[Ospite]

La definizione data del freeware corrisponde in realtà al pubblico dominio; la caratteristica essenziale del freeware è soltanto la gratuità.

[Marco Fioretti]

Innanzitutto, grazie per i vostri commenti.

Riconosco la validità delle precisazioni fatte sulla
definizione di freeware e delle varie licenze. Le definizioni contenute nell'articolo sono volutamente
limitate, perchè si tratta veramente di una lettera
privata ad un'amica, proposta soltanto dopo, quasi
per caso, per la pubblicazione. In effetti, la lettera originale diceva più o meno "inizio con alcune definizioni, non rigorose, ma sufficienti a
farti capire il resto".

Lo scopo dell'articolo rimane quindi quello di far
capire al lettore digiuno e/o assolutamente non
interessato alle licenze GPL, LGPL, BSD, MIT....
che un uso improprio del software può ledere i
diritti fondamentali di ogni cittadino, anche se
lui non tocca mai un computer. L'approfondimento
viene deliberatamente lasciato ai link suggeriti alla fine.

[il caro leader]

appunto.