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elisa.r
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MessaggioInviato: 26 Feb 2020 02:13    Oggetto: Rispondi citando

SverX ha scritto:
beh ci sono anche da noi gruppi che riscuotono un certo successo... vedi Negramaro, i Litfiba che sono tornati, gli Afterhours...


Naturalmente sì. Però "rendono" meno sul lungo periodo, in parte certamente per il fatto che hanno quasi tutti una durata limitata. Ma non sono così sicura che ci sia solo questo aspetto. Ci vorrebbe uno studio più approfondito, ma non intendo occuparmene. Laughing
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SverX
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MessaggioInviato: 26 Feb 2020 12:09    Oggetto: Rispondi citando

no no adesso hai gettato il sasso e ti tocca fare una ricerca quinquennale Laughing Laughing
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Maary79
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MessaggioInviato: 26 Feb 2020 12:39    Oggetto: Rispondi citando

Con tanto di tesina finale. Twisted Evil

Forse noi italiani siamo più cantante centrico, mentre all'estero si da' importanza anche a chi suona.

Penso che dipenda anche molto dal genere, il rock e il metal sono molto portati per fare gruppi, piuttosto che singoli cantanti.
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SverX
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MessaggioInviato: 26 Feb 2020 17:10    Oggetto: Rispondi citando

siamo la patria del belcanto, mica da stupirsi.

però a volte spiace vedere quanto poco si sa riconoscere il talento musicale (diciamo, a parte per la voce...)

io sto ascoltando Parachutes. Non sembra male per ora.
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Maary79
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MessaggioInviato: 27 Feb 2020 09:52    Oggetto: Rispondi citando

Parachutes?
E non ci fai sentire di cosa si tratta?
Se cerco mi escono solo varie canzoni con questo titolo di vari cantanti e gruppi.

All'estero anche il genere pop è abbastanza gruppo centrico.

Gruppi italiani di successo (anche se passato) che piacevano molto erano proprio i Pooh.
Riempivano gli stadi. Non saprei se ad oggi gruppi come i Negrita o Negramaro siano mai riusciti ad arrivare a tanto.
Ora mi vengono in mente anche i Subsonica (che mi piacevano) e i Tiromancino (indifferenti).
Sarà che il successo deriva molto dalla bellezza della canzone, il testo, l'essere orecchiabile o ballabile.
Oggi, ho come l'impressione, che vadano di moda (fra gli adulti) solo questi cantanti con ritmi latini, oltre che a cantanti tipo Tiziano Ferro, Annalisa, Pausini, ecc.. che sono più 'genere nostrano'.
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SverX
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MessaggioInviato: 27 Feb 2020 11:55    Oggetto: Rispondi citando

oh scusa, a volte sottintendo troppo. Parachutes, intendo l'album d'esordio dei Coldplay, che ho acquistato qualche giorno fa.

ad un primo ascolto (e secondo) non è male. Mi sembra molto acerbo però. Invece trovo 'A rush of blood to the head' (il successivo) molto molto ben fatto.

Ciao
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Maary79
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MessaggioInviato: 02 Mar 2020 15:59    Oggetto: Rispondi citando

Ah, i Coldplay, molto bravi, le loro canzoni più commerciali mi piacciono molto, hanno sempre quella punta triste, e a me piacerebbe anche una punta incazzata nella tristezza, per cui alcune delle loro le trovo soporifere. Confused

E' morta una delle cantanti dei Prozac+, forse qualcuno se li ricorderà verso la fine degli anni '90, tentarono di importare il genere punk in Italia. Io li seguivo in quel periodo.
I temi trattati non erano dei migliori, anche se senza violenza, per questo erano piuttosto malvisti dai più.










Sembra che successivamente facesse parte di questo gruppo, con il collega dei prozac+.
Gli aveva dedicato questa canzone:



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elisa.r
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MessaggioInviato: 03 Mar 2020 19:18    Oggetto: Rispondi citando

Maary79 ha scritto:
Parachutes?
E non ci fai sentire di cosa si tratta?
Se cerco mi escono solo varie canzoni con questo titolo di vari cantanti e gruppi.

All'estero anche il genere pop è abbastanza gruppo centrico.

Gruppi italiani di successo (anche se passato) che piacevano molto erano proprio i Pooh.
Riempivano gli stadi. Non saprei se ad oggi gruppi come i Negrita o Negramaro siano mai riusciti ad arrivare a tanto.
Ora mi vengono in mente anche i Subsonica (che mi piacevano) e i Tiromancino (indifferenti).
Sarà che il successo deriva molto dalla bellezza della canzone, il testo, l'essere orecchiabile o ballabile.
Oggi, ho come l'impressione, che vadano di moda (fra gli adulti) solo questi cantanti con ritmi latini, oltre che a cantanti tipo Tiziano Ferro, Annalisa, Pausini, ecc.. che sono più 'genere nostrano'.


Hai citato molti gruppi di successo. Ma quanti hanno avuto vita pluridecennale, con un successo costante, e cospicuo, di concerti e vendite? I più "antichi", ancora esistenti, che mi vengono in mente sono i Nomadi, i Matia Bazar, i Ricchi e Poveri (con riserva, visto che non li considero un gruppo in senso stretto, ma comunque dovrebbero essere il secondo gruppo italiano per dischi venduti)... Hanno tra i 45 e i 57 anni di età, cioè sono "nati" insieme agli interpreti storici della musica italiana. Però il loro successo è scemato nel tempo. Mica fanno gli stadi. Non so neppure se li abbiano mai fatti. Gruppi più recenti sì (ma più che altro perché i tempi sono cambiati: oggi appena hai un po' di successo ti spediscono a fare lo stadio), ma li seguo poco. L'unico gruppo italiano attuale "da stadio" che mi viene in mente sono i Modà (supportati soprattutto da RTL, che ora li ha abbandonati e si vedono le conseguenze). I gruppi che hai citato, anche se importanti, non so a che livelli siano arrivati. Pooh a parte. Verso la fine degli anni '70 cominciarono a fare i palasport e poi dal '79 gli stadi, per tutti gli anni '80 e oltre; hanno continuato a riempire i palasport fino al 2009 (cui è seguito un periodo di ridimensionamento dopo l'uscita di D'Orazio), poi riuniti sono tornati negli stadi nel 2016 per il tour d'addio. Non è da tutti fare un doppio sold out a San Siro con 50 anni di carriera sulle spalle. Abbiamo i vari Vasco o Ligabue che fanno i numeroni, ma sono più giovani. Sul piano vendite, i Pooh hanno incassato fino all'ultimo anno dischi di platino. E proprio in questi mesi sta uscendo in edicola la loro ennesima opera omnia in CD: anche se ormai tutti hanno tutto, evidentemente c'è ancora un mercato. Per quanto riguarda i gruppi, rimangono però un'anomalia nel panorama italiano Confused

Concordo sul cantante-centrico. Mi sembra che la tendenza influenzi anche i gruppi. Ne vedo molti dove il cantante canta (e spesso non suona), parla nelle interviste, a volte è anche l'autore; gli altri suonano e per il resto sembrano manichini. In pratica sembrano un cantante solista con i suoi accompagnatori.

E' vero che certi generi sono forse più adatti ai gruppi, ma forse da noi tali generi sono più di nicchia? Poi naturalmente esistono gruppi pop, sia da noi che altrove.
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Maary79
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MessaggioInviato: 10 Mar 2020 14:54    Oggetto: Rispondi citando

Ligabue e Vasco non sono giovani, Vasco iniziò a cantare che io non ero ancora nata. Mi ricordo che iniziai ad ascoltarlo verso i 15 anni, assieme a Ligabue, ma in particolare Vasco lo vedevo piuttosto vecchio. Del resto ha iniziato a cantare nel '78.
Il suo primo successo è stato nel '79 con albachiara.
Ligabue ha iniziato dopo...leggo nel 1990 col primo disco.

Vasco, in quegli anni non era neanche proprio rock come stile, era più melodico, tipico degli anni '70, certo che se doveva far concorrenza a gruppi come i Pooh, ricchi e poveri ed altri di quegli anni ce ne voleva ancora di tempo.

Talvolta nuovi cantanti hanno lo spazio che meritano dopo il declino dei precedenti.
Cambiano le generazioni e i gusti.

Ma sono comunque solisti, sia Vasco che Ligabue.

Ricordo i Litfiba, li ascoltavo molto in quegli anni, sempre dai 15 anni, avevano un certo fascino che persero man mano col passare degli anni, dopo il 2000, in particolare quando Pelù divenne solista.
I loro inizi nel '83, mancano testi come i loro, nel panorama italiano odierno.
Erano il simbolo della gioventù di quell'epoca, tra trasgressioni e canzoni più impegnate.
I nuovi trapper sembrano dei pagliacci a confronto, non hanno proprio idee per scrivere le canzoni, si rifugiano in paroloni come metafore e iperbole, perchè non vogliono ammettere che i loro testi sono banali.




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MessaggioInviato: 10 Mar 2020 16:01    Oggetto: Rispondi citando

Ora c'è molto fumo, ma poco arrosto Confused

In questi giorni, avendo molto tempo da passare in casa, sto creando delle playlist specifiche, ad esempio ora sto facendo "gruppi italiani anni 60". Per rinfrescarmi la memoria sto consultando playlist fatte da altri, e sto riscoprendo brani che avevo rimosso da decenni. E' molto istruttivo.
Ad esempio mi sono resa conto che i Dik Dik praticamente non hanno fatto nulla che non sia una cover...
Che "Una bambolina che no no no" è dei Quelli (della serie anche la PFM ha i suoi scheletri nell'armadio)...

Ecco una delle canzoni che avevo dimenticato. E voi ricordavate "Yeeeeeh" di Mal e i Primitives? Shocked
(Qui tratto dalla scena di un film)


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MessaggioInviato: 15 Mar 2020 00:09    Oggetto: Rispondi citando

Wow!
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MessaggioInviato: 15 Mar 2020 00:19    Oggetto: Rispondi citando

Confesso: conoscevo il tastierista dei Litfiba, Antonio Aiazzi, da quando era poco più che un ragazzino, era il fratellino di una mia amica... Era un incredibile tastierista Jazz fin da piccolo e non ho mai capito come abbia potuto confluire in un gruppo così estraneo alla sua abilità.
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MessaggioInviato: 15 Mar 2020 19:11    Oggetto: Rispondi citando

Non lo so perché, ma accade continuamente. Forse perché i musicisti talvolta entrano in un gruppo per puro caso e poi ci rimangono.
Ultimamente sto "studiando" i Pooh e ho scoperto che anche loro avevano provenienze musicali eterogenee. Per non parlare di Dodi Battaglia, che verso la metà degli anni '80 fu nominato da un paio di riviste tedesche "miglior chitarrista d'Europa" e che molti consideravano sprecato in un gruppo pop. Si dice poi che una volta (non so quando) abbia rifiutato un invito dei Rolling Stones a suonare con loro, perché non voleva lasciare il suo gruppo.

Suppongo dunque che anche il tastierista dei Litfiba avesse le sue buone ragioni per stare lì. Smile
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MessaggioInviato: 18 Mar 2020 00:43    Oggetto: Rispondi citando

Beh, come darti torto? Le sue buone ragioni c'erano sicuramente e tutte legittime..
Però secondo me abbiamo perso un bravo jazzista..
Certo, la musica è qualcosa di davvero impossibile da codificare in semplici canoni espressivi e tutte le definizioni che finiamo per darle, alla fine risultano riduttive.

Per quanto mi riguarda, quando suono l'organo a canne (io lavoro esclusivamente di improvvisazioni), pur amando molto il barocco, finisco sempre per lavorare con sonorità tipiche della musica classica contemporanea, ricca di dissonanze.
Cosa che ovviamente non posso fare con la chitarra folk o classica.

Ma questa è un'altra faccenda.

Il fatto che di mestiere non faccia il musicista non mi impedisce di comporre musica Ambient, utilizzando suoni sia naturali che campionati, suoni che poi rielaboro al pc... Un processo creativo totalmente libero da condizionamenti o mode, non motivato perciò da ragioni stilistiche e professionali.

Mi chiedo perciò (se la motivazione a produrre musica coerente e codificabile in stile o genere è un processo spontaneo e necessario all'artista che così si esprime) cosa possa spingere grandi e piccoli esecutori a rinchiudersi in un modello non coerente con le proprie migliori abilità.

Ma forse mi sto ponendo problemi senza tenere conto della capricciosità naturale dell'essere umano...
E comunque credo che questa mia domanda rimarrà sempre senza una risposta.
Wink
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MessaggioInviato: 18 Mar 2020 13:09    Oggetto: Rispondi citando

a mio avviso in un gruppo musicale esistono dinamiche che possono creare nei componenti un sufficiente grado di soddisfazione, di felicità se vogliamo, tale per cui anche se magari, come nel vostro esempio, un componente di un gruppo rock sarebbe stato un grande jazzista per conto suo

la stessa cosa l'ho vista nel lavoro per anni. un buon posto di lavoro e dei buoni colleghi a volte ti invogliano a continuare anche se il lavoro specifico in sé magari non è il massimo delle aspirazioni...
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MessaggioInviato: 18 Mar 2020 23:19    Oggetto: Rispondi citando

Concordo.
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MessaggioInviato: 25 Mar 2020 14:50    Oggetto: Rispondi citando

la discussione langue... rilancio il topic aprendo il discorso "Interpreti così dotati da fare diventare 'loro' (nella concezione comune) un brano che era di un precedente artista".

Ne sparo due io per primo.

primo: Elvis Presley, "Blue suede shoes". Cover fatta subito dopo (l'anno dopo) l'uscita del brano originale di Carl Perkins nonostante l'originale fosse già famosissimo. Non c'è da stupirsi che poi nessuno volle più che Elvis facesse una cover delle sue canzoni Laughing Laughing Laughing





(p.s. l'idea dietro la canzone è di Johnny Cash, la storia è interessante)

seconda: Whitney Houston, "I will always love you". L'originale è di Dolly Parton, ed è una versione molto famosa ancora oggi. L'interpretazione di Whitney è incredibile, e l'album in cui la canzone è contenuta, la colonna sonora di "Bodyguard" è tutt'oggi uno tra i dischi più venduti della storia.

versione di Dolly Parton, 1974:




versione di Whitney Houston:




enjoy!
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MessaggioInviato: 25 Mar 2020 15:35    Oggetto: Rispondi citando

Allora riprendiamo con le cover più famose dell'originale.

"Hallelujah" è già stata detta? Non ricordo.

Ci sono molte cover. Si dice che la versione di Jeff Buckley sia più famosa dell'originale. What?





Ecco invece l'originale di Leonard Cohen. Evvai!



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MessaggioInviato: 26 Mar 2020 12:41    Oggetto: Rispondi citando

purtroppo penso che molti non sappiano neanche chi sia Jeff Buckley - e quelli che sanno chi è, credo sappiano anche che Hallelujah è una cover Confused

intendevo proprio dire 'quelle canzoni famosissime che tutti sono convinti che siano di un certo artista e invece non lo sono'

ovvero: se prendi 10 persone a caso e chiedi di chi è la canzone 'I will always love you' penso quasi tutti ti daranno una risposta, prevalentemente sbagliata, immagino.
se prendi 10 persone a caso e chiedi di chi è la canzone 'Hallelujah' penso quasi tutti non sapranno di che parli Laughing

però bellissima canzone - l'album da cui è tratta 'Grace' ha veramente un paio di canzoni da pelle d'oca Shocked

anzi adesso me lo riascolto Rolling Eyes Very Happy
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elisa.r
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MessaggioInviato: 26 Mar 2020 13:39    Oggetto: Rispondi

In effetti io non conosco Jeff Buckley e non conoscevo nemmeno la sua cover. Forse ho sentito una cover della cover, fatta da chissà chi. Laughing

Comunque quando penso ad Hallelujah la versione che ho in testa è l'originale, pur avendola conosciuta tardi, mentre per tutta la vita ho sentito le cover più svariate.

La considero una canzone tipo "Happy Xmas (War Is Over)", così coverizzata da far dimenticare come suona l'originale (anche se non metto in dubbio che tutti sappiano che è di John Lennon, o almeno lo spero).
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