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Zeus News Ospite
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Inviato: 07 Dic 2004 00:00 Oggetto: Se blogghi ti licenzio |
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Commenti all'articolo Se blogghi ti licenzio
Crescono negli Usa i casi di lavoratori licenziati perché parlavano della propria azienda sul proprio blog. |
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gino Ospite
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Inviato: 08 Dic 2004 12:09 Oggetto: è giusto |
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un minimo di serietà professionale ci vuole, così come non si deve parlare dei fatti della propria azienda non vedo perchè possano essere scritti |
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Ospite
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Inviato: 08 Dic 2004 13:45 Oggetto: è sbagliato |
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Non vedo perchè non possano essere scritti |
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gino Ospite
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Inviato: 08 Dic 2004 16:17 Oggetto: è giustissimo |
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tu sei malato e non vuoi che si sappia. Il tuo medico scrive sul suo blog il tuo nome cognome e malattia, ti farebbe piacere? |
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Ospite
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Inviato: 08 Dic 2004 23:25 Oggetto: la "giustezza" sta nel mezzo... |
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"Nascondendosi" dietro a un nick e a termini com CL, SL ed altro (vedasi ad esempio http://www.soft-land.org/storie ) senza citare mai nomi di ditte ed altro, secondo me si puo' fare. |
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Ospite
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Inviato: 10 Dic 2004 13:31 Oggetto: dipende e perchè |
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Se uno parla espressamente del lavoro che fa, della azienda e ciò che dovrebbe essere "segreto professionale" ! |
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Roberto Ospite
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Inviato: 14 Dic 2004 11:55 Oggetto: Dipende cosa si dice.... |
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Non credo sia giusto divulgare dati relativi all'attività aziendale in senso stretto (contabili, investimenti, fornitori, etc....) ma quanto a parlare del proprio mondo di lavoro, dei comportamenti positivi o dei soprusi subiti... questo credo sia un diritto fondamentale, e non può ledere nessun diritto di riservatezza aziendale.
Se, ad esempio, un'azienda viola le norma sulla sicurezza del posto di lavoro, non è certo "un segreto professionale"..... |
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cassio Ospite
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Inviato: 28 Dic 2004 04:08 Oggetto: la superiorità americana |
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Mi spiace riconoscerlo ma gli americani non assai superiori a noi; ma non per loro merito !!! In fondo parliamo parliamo di un popolo le cui radici affondano in prostitute, delinquenti e gentaglia dedita al risparmio globale facendo lavorare bambini ed affamati. La cosa che mi lascia perplesso è che siamo noi italiani ad elargire questo riconoscimento adottando anche per le stronzate parole inglesi. Col maldestro risultato che molte volte non ci capiamo. Che diavolo vuol dire BLOG ? Per precauzione non conoscendo l' inglese, in ogni mia lettera commerciale di risposta, per ogni parola inglese metto un verbo in russo. Gli affari sono aumentati grazie alla caratteristica tutta italiana di sfruttare la curiosità per accorciare le distanze e fare conoscenza diretta. Altro che riservatezza o riserbo (privacy), la nostra cultura è diversa. Dobbiamo punire l' uso improprio e non l' uso generico. E' come vietare la nostra cucina perchè ci sono dei ciccioni. Ci stiamo rincoglionendo. |
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