Olimpo Informatico

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In questi ultimi tempi si parla molto di una azienda italiana fondata da poco a Torino, da due donne, Rachele Didero, amministratrice delegata, e Federica Busani, incaricata dello sviluppo aziendale della societa CAP_ABLE. Questa azienda fondata nel 2019, dopo aver avuto una idea, non proprio originalissima visto che la stilista Kate Rose aveva già intrapreso in maniera empirica lo stesso percorso, ma le due giovanni donne italiane hanno voluto mettere in atto la loro idea in maniera molto più professionale realizzando capi di abbigliamento che avessero all'interno della loro trama degli elementi che l'intelligenza artificiale dedita al riconoscimento facciale, fosse tratta in inganno, affermando, la suddetta intelligenza che un persona in realtà è una giraffa!
In pratica all'interno della trama del tessuto vi sono una serie di immagini, chiamate in inglese adversarial Patches(pezzi avversi) che quando vengono inquadrate dal software, assumano la priorità identificativa rispetto al resto della immagine, per cui il software ignora totalmente il volto della persona, anche perché se pensa che sta osservando una giraffa, un pesce o una scatola, per lui non ci sono volti umani d riprendere.

Ne l'intelligenza artificiale arriva a comprendere che se in mezzo ad una piazza, affollata di persone vi sia un pesce, questa sia una roba assurda.

Ovvio che a questo punto i programmatori dei software di riconoscimento facciale dovranno lavorare per istruire le IA a comprendere che se si trovano difronte a certe situazioni, Pesci in mezzo ad una piazza di gente, esse dovrebbero essere considerate anomale. Ciononostante come si dimostro con il caso di Kate rose, che aveva realizzato un vestito con sopra disegnate tante targhe automobilistiche, pur essendo un prodotto abbastanza rozzo, svolgeva bene il suo lavoro, perché il software si metteva a catalogare i numeri di targa, senza domandarsi la IA, come facevano a stare tante targhe su un corpo cosi piccolo.

LA CAP_ABLE, grazie al politecnico di torino, ha studiato le immagini avversarie, ha creato un algoritmo per generarle, e poi hanno studiato come inserire questo algoritmo nella trame della tessitura.
L'abito non ha una stampa attaccata bensì e proprio tessuto con questo Adversial Patches, che fa parte ovviamente del tessuto stesso, con tutti gli ovvi vantaggi di esso.

Non poteva mancare l'ironica domanda del giornalista italiano, che chiede alle fondatrici, se questa loro invenzione, che ostacola il riconoscimento facciale, non possa favorire i malintenzionati, che non saranno riconosciuti tramite telecamere: La brillante risposta che disarma in un istante la domanda capziosa, fa notare come andare vestiti per strada con abbigliamenti multicolori degni carnevale di Rio, renda riconoscibili le persone con immediata facilità.
Voi che ne pensate?