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sacrire
Dio maturo
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Residenza: Appena appena sotto la Garfagnana

MessaggioInviato: 11 Apr 2007 10:39    Oggetto: Rispondi citando

"... don't waste your time
or time will waste you."

Muse - Knights of Cydonia

(Non sprecare il tuo tempo
O il tempo sprecherà te)
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dasio78
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MessaggioInviato: 11 Apr 2007 19:50    Oggetto: Rispondi citando

Cybion ha scritto:
Fiorella Mannoia, Quello che le donne non dicono


...testo del grande Enrico Ruggeri... Very Happy
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dasio78
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MessaggioInviato: 11 Apr 2007 19:57    Oggetto: Rispondi citando

(...)
ci si sceglie per farselo un pò in compagnia
questo viaggio in cui non si ripassa dal via
(...)

Luciano Ligabue - L'amore conta
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solaria
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MessaggioInviato: 11 Apr 2007 20:42    Oggetto: Rispondi citando

Cybion ha scritto:
Fiorella Mannoia, Quello che le donne non dicono


bellissima canzone!
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Cybion
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MessaggioInviato: 12 Apr 2007 00:21    Oggetto: Rispondi citando

Gli occhi fanno quel che possono
niente meno e niente più
tutto quello che non vedono
è perchè non vuoi vederlo tu
cosa vuoi che sia
passa tutto quanto
solo un po' di tempo e ci riderai su
cosa vuoi che sia
ci sei solo dentro
pagati il tuo conto e pensaci tu

è la vita in cui abiti
niente meno e niente più
sembra un posto in cui si scivola
ma queste cose le sai meglio tu
cosa vuoi che sia
passa tutto quanto
solo un po' di tempo e ci riderai su
cosa vuoi che sia
ci sei solo dentro
pagati il tuo conto e pensaci tu

[...]

Luciano Ligabue, Cosa vuoi che sia
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dasio78
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MessaggioInviato: 12 Apr 2007 01:02    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
cosa vuoi che sia
ci sei solo dentro


e già...
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Cybion
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MessaggioInviato: 12 Apr 2007 14:58    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
Sono intorno a noi, in mezzo a noi
in molti casi siamo noi a far promesse
senza mantenerle mai se non per calcolo
il fine è solo l'utile, il mezzo ogni possibile
la posta in gioco è massima, l'imperativo è vincere
e non far partecipare nessun altro
nella logica del gioco la sola regola è esser scaltro
niente scrupoli o rispetto verso i propri simili
perché gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili
Sono tanti, arroganti coi più deboli, zerbini coi potenti
sono replicanti, sono tutti identici, guardali
stanno dietro a maschere e non li puoi distinguere
Come lucertole s'arrampicano, e se poi perdon la coda la ricomprano
Fanno quel che vogliono si sappia in giro fanno
spendono, spandono e sono quel che hanno

Sono intorno a me, ma non parlano con me
Sono come me, ma si sentono meglio

E come le supposte abitano in blisters full-optional
con cani oltre i 120 decibels e nani manco fosse Disneyland
vivon col timore di poter sembrare poveri
quel che hanno ostentano, tutto il resto invidiano
poi lo comprano, in costante escalation col vicino costruiscono
parton dal pratino e vanno fino in cielo
han più parabole sul tetto che S.Marco nel Vangelo
Sono quelli che di sabato lavano automobili
che alla sera sfrecciano tra l'asfalto e i pargoli
medi come i ceti cui appartengono
terra-terra come i missili cui assomigliano
Tiratissimi, s'infarinano
s'alcolizzano e poi s'impastano su un albero - boom !
Nasi bianchi come Fruit of the Loom
che diventano più rossi d'un livello di Doom

Sono intorno a me, ma non parlano con me
Sono come me, ma si sentono meglio

Ognun per se, Dio per se
mani che si stringono tra i banchi delle chiese alla domenica
mani ipocrite, mani che fan cose che non si raccontano
altrimenti le altre mani chissà cosa pensano, si scandalizzano
Mani che poi firman petizioni per lo sgombero
mani lisce come olio di ricino, mani che brandiscon manganelli
che farciscono gioielli, che si alzano alle spalle dei fratelli
Quelli che la notte non si può girare più
quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardan la tv
che fanno i boss, che compran Class
che son sofisticati da chiamare i NAS, incubi di plastica
che vorrebbero dar fuoco ad ogni zingara
ma l'unica che accendono è quella che da loro l'elemosina ogni sera
quando mi nascondo sulla faccia oscura della loro luna nera

Sono intorno a me, ma non parlano con me
Sono come me, ma si sentono meglio


Frankie Hi-Nrg, Quelli che benpensano
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niklair
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Residenza: Piu' a nord della dea della grafica

MessaggioInviato: 12 Apr 2007 16:32    Oggetto: Rispondi citando

.... quoto cybion Wink Wink
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solaria
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MessaggioInviato: 12 Apr 2007 17:11    Oggetto: Rispondi citando

riquoto!
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dasio78
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MessaggioInviato: 12 Apr 2007 21:31    Oggetto: Rispondi citando

Questa domenica in Settembre non sarebbe pesata così,
l' estate finiva più "nature" vent' anni fa o giù di lì...
Con l' incoscienza dentro al basso ventre e alcuni audaci, in tasca "l'Unità",
la paghi tutta, e a prezzi d' inflazione, quella che chiaman la maturità...

Ma tu non sei cambiata di molto anche se adesso è al vento quello che
io per vederlo ci ho impiegato tanto filosofando pure sui perchè,
ma tu non sei cambiata di tanto e se cos' è un orgasmo ora lo sai
potrai capire i miei vent' anni allora, i quasi cento adesso capirai...

Portavo allora un eskimo innocente dettato solo dalla povertà,
non era la rivolta permanente: diciamo che non c' era e tanto fa.
Portavo una coscienza immacolata che tu tendevi a uccidere, però
inutilmente ti ci sei provata con foto di famiglia o paletò...

E quanto son cambiato da allora e l'eskimo che conoscevi tu
lo porta addosso mio fratello ancora e tu lo porteresti e non puoi più,
bisogna saper scegliere in tempo, non arrivarci per contrarietà:
tu giri adesso con le tette al vento, io ci giravo già vent' anni fa!

(...)

Ma avevo la rivolta fra le dita, dei soldi in tasca niente e tu lo sai
e mi pagavi il cinema stupita e non ti era toccato farlo mai!
Perchè mi amavi non l' ho mai capito così diverso da quei tuoi cliché,
perchè fra i tanti, bella, che hai colpito ti sei gettata addosso proprio a me...

(...)

Forse ci consolava far l' amore, ma precari in quel senso si era già
un buco da un amico, un letto a ore su cui passava tutta la città.
L'amore fatto alla "boia d' un Giuda" e al freddo in quella stanza di altri e spoglia:
vederti o non vederti tutta nuda era un fatto di clima e non di voglia!

E adesso che potremmo anche farlo e adesso che problemi non ne ho,
che nostalgia per quelli contro un muro o dentro a un cine o là dove si può...
E adesso che sappiam quasi tutto e adesso che problemi non ne hai,
per nostalgia, lo rifaremmo in piedi scordando la moquette stile e l'Hi-Fi...

Diciamolo per dire, ma davvero si ride per non piangere perchè
se penso a quella che eri, a quel che ero, che compassione che ho per me e per te.
Eppure a volte non mi spiacerebbe essere quelli di quei tempi là,
sarà per aver quindici anni in meno o avere tutto per possibilità...

Perchè a vent' anni è tutto ancora intero, perchè a vent' anni è tutto chi lo sa,
a vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell' età,
oppure allora si era solo noi non c' entra o meno quella gioventù:
di discussioni, caroselli, eroi quel ch'è rimasto dimmelo un po' tu...

E questa domenica in Settembre se ne sta lentamente per finire
come le tante via, distrattamente, a cercare di fare o di capire.
Forse lo stan pensando anche gli amici, gli andati, i rassegnati, i soddisfatti,
giocando a dire che si era più felici, pensando a chi s' è perso o no a quei party...

Ed io che ho sempre un eskimo addosso uguale a quello che ricorderai,
io, come sempre, faccio quel che posso, domani poi ci penserò se mai
ed io ti canterò questa canzone uguale a tante che già ti cantai:
ignorala come hai ignorato le altre e poi saran le ultime oramai...


Francesco Guccini - Eskimo
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Cybion
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MessaggioInviato: 13 Apr 2007 12:56    Oggetto: Rispondi citando

Andiamo a stenderci comodi in profondità
giù fra i crepacci bui col diavolo che ci ospita
Se poi riusciremo a riportarlo su
Si divide come un premio.
Non lo dico più
Occorre spingere ai limiti la carrucola
Con le scintille fra le mani e poi la corda se ne va
Noi due come due somari siamo senza strategia
E abbiamo perso l'indirizzo per andar via
"E' l'occasione di lasciar perdere?"
si chiedono gli amanti chiusi a chiave in hotel
Con l'inflessione dialettale che ho
Non prendermi sul serio sono un impostore
Sarò la causa di ogni preoccupazione
Una specie di provocatore di risse da bar
Se non fosse che tu sei pacifica
Avrei un bernoccolo e un taglio da suturare
Con dei punti ma voglio sperare che questo con te sia impossibile
Avendo l'ultimo fiammifero non lo sprecherei
su un muro umido
ad accenderlo io non ci proverei
e poi non mi parlarmi adesso della tua claustrofobia
lì c'è l'uscita e là l'ingresso, siamo a un crocevia
"E' l'occasione di lasciar perdere?"
si giurano gli amanti chiusi a chiave in hotel
Con l'inflessione dialettale che ho
ti posso ipnotizzare, sono un traditore.
Sarò la causa di ogni allucinazione
una specie di dirottatore di tapis-roulant
comperati di notte al telefono
La solitudine no che non è un affare, ti fa credere di risparmiare
e invece non è che uno sperpero di stagioni inutili
e di anni andati via
davanti a un calendario
e la colpa è soltanto mia.

Samuele Bersani, Come due somari
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MessaggioInviato: 13 Apr 2007 19:45    Oggetto: Rispondi citando

E ti diranno parole
rosse come il sangue, nere come la notte;
ma non è vero, ragazzo,
che la ragione sta sempre col più forte; io conosco poeti
che spostano i fiumi con il pensiero,
e naviganti infiniti
che sanno parlare con il cielo.
Chiudi gli occhi, ragazzo,
e credi solo a quel che vedi dentro;
stringi i pugni, ragazzo,
non lasciargliela vinta neanche un momento;
copri l'amore, ragazzo,
ma non nasconderlo sotto il mantello;
a volte passa qualcuno,
a volte c'è qualcuno che deve vederlo.

Sogna, ragazzo sogna
quando sale il vento
nelle vie del cuore,
quando un uomo vive
per le sue parole
o non vive più;
sogna, ragazzo sogna,
non cambiare un verso
della tua canzone,
non fermarti tu...

Lasciali dire che al mondo
quelli come te perderanno sempre;
perchè hai già vinto, lo giuro,
e non ti possono fare più niente;
passa ogni tanto la mano
su un viso di donna, passaci le dita;
nessun regno è più grande
di questa piccola cosa che è la vita

E la vita è così forte
che attraversa i muri senza farsi vedere
la vita è così vera
che sembra impossibile doverla lasciare;
la vita è così grande
che quando sarai sul punto di morire,
pianterai un ulivo,
convinto ancora di vederlo fiorire

Sogna, ragazzo sogna,
quando lei si volta,
quando lei non torna,
quando il solo passo
che fermava il cuore
non lo senti più ;
sogna, ragazzo, sogna,
passeranno i giorni,
passerrà l'amore,
passeran le notti,
finirà il dolore,
sarai sempre tu ...

Sogna, ragazzo sogna,
piccolo ragazzo
nella mia memoria,
tante volte tanti
dentro questa storia:
non vi conto più;
sogna, ragazzo, sogna,
ti ho lasciato un foglio
sulla scrivania,
manca solo un verso
a quella poesia,
puoi finirla tu.


Roberto Vecchioni - Sogna ragazzo sogna
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MessaggioInviato: 13 Apr 2007 20:15    Oggetto: Rispondi citando

Cerca angoli di cielo, fantastiche visioni
per dare nuova luce ai tuoi occhi
lasciando entrare tutte le emozioni
senza far finta che l?amore non ti tocchi
prendi tutti i suoni dal frastuono di ogni giorno
cerca tra la gente le parole
segui la tua vita,non lasciarla andare
questo è il momento

Perchè non c?è nessuna differenza se vinci o se perdi
quello che conta,che ha più importanza
è essere quello che sei


Tiromancino - Angoli di cielo
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MessaggioInviato: 13 Apr 2007 20:42    Oggetto: Rispondi citando

La luce è andata ancora via, ma la stufa è accesa e così sia,
a casa mia tu dormirai, ma quali sogni sognerai
con questa luna che spaccherà in due le mie risate e le ombre tue,
i miei cavalli ed i miei fanti, il tuo Hesse sordo ed i tuoi canti,
tutti i ghiaccioli appesi ai fili, tutti i miei giochi e i tuoi monili,
i campanili, i pazzi, i santi e l'allegria.

E non andrà il televisore, cosa faremo in queste ore?
Rumore attorno non si sente, gochiamo a immaginar la gente,
corriamo a fare gli incubi indiscreti, curiosi d' ozi e di segreti,
di quei pensieri quotidiani che a notte il sonno fa lontani
o che nel sogno sopra a un viso diventan urlo od un sorriso,
il paradiso, inferno, mani, l' odio e amore.

Avessi sette vite a mano in ogni casa entrerei piano
e mi farei fratello o amante, marito, figlio, re o brigante
o mendicante o giocatore, poeta, fabbro, Papa, agricoltore.
Ma ho questa vita e il mio destino, e ora cavalco l'appennino
e grido al buio più profondo la voglia che ho di stare al mondo:
in fondo è proprio un gran bel gioco a far l'amore tanto e non bere poco.

E questo buio, che sollievo, ci dona un altro medioevo,
io levo dall' oscurità tutta la nostra civiltà,
velocità di macchine a motore, follia di folla e di rumore
e metto ritmi più lontani, di bestie, legni, suoni umani,
odore d'olio e di candele, fruscìo di canapi e di vele,
il miele, il latte, i pani e il vino vero.

Ma chissà poi se erano quelli davvero tempi tanto belli
o caroselli che giriamo per l' incertezza che culliamo
in questa giostra di figure e suoni, di luci e schermi da illusioni,
di baracconi in bene o in male, di eterne fughe dal reale
che basta un po' d' oscurità per darci la serenità,
semplicità, sapore, sale e ritornelli.

Non voglio tante vite a mano, mi basta questa che viviamo,
comuni giorni intensi o pigri, gli specchi ambigui dei miei libri,
le tigri della fantasia, tristezza ed ottimismo ed ironia.
Ma quante chiacchiere stavolta, che confusione a ruota sciolta,
lo so che è un pezzo che parliamo, ma è tanto bello, non dormiamo,
beviamo ancora un po' di vino, che tanto tra due sorsi è già mattino.

Su sveglia e guardati d' attorno, sta già arrivando il nuovo giorno,
lo storno e il merlo son già in giro, non vorrai fare come il ghiro...
Non c'è black-out e tutto è ormai finito e il vecchio frigo è ripartito,
con i suoi toni rochi e tristi scatarra versi futuristi...
Lo so siam svegli ormai da allora, ma qualche cosa manca ancora...
finiamo in gloria amore mio che dopo, a giorno fatto, dormo anch'io..

Francesco Guccini, Black-out
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MessaggioInviato: 14 Apr 2007 20:32    Oggetto: Rispondi citando

Ancora una volta solo,
senza più voglia di parlare.
Potrei prendere il volo
se solo sapessi dove andare.
Ma sono ancora in terra
dove mi hai lasciato tu:
la guerra è persa e non mi muovo.

Sensi di colpa ancora
per tutto quel male che torna indietro;
è vivere che addolora ,
ma non si può vivere sotto vetro.
E intanto passa il tempo
che fermare tu non puoi,
tra le miserie della vita in noi.

Brucia lento il fuoco dentro me
e diffonde quel calore
proveniente dall'interno.
E' il più forte battito che c'è
l'energia del sole,
verso il lungo inverno che verrà.

E intanto la vita vola
e ne sentiamo tutti gli affanni.
Quello che ci consola
lungo il disagio di questi anni
è il nostro guardare il cielo
che abbracciare tu non puoi,
ma in certi momenti il cielo siamo noi,
che ci illuminiamo
quando ci sfiorano le dita;
noi che ricominciamo
quando sembrava finita.

Mentre la notte scivola
e accarezza la citta,
sale una luce e ci accompagnerà
lungo nuove strade
e questo bisogno di capire.
Quando qualcno cade
tu non laciarlo morire;
tieniti stretto al tempo
perché corre più di te,
mentre la vita ancora esplode.

Sale in alto il fuoco dentro noi
e colora quelle notti
quando il sole si nasconde.
L'ultimo miracolo che vuoi
è il rumore delle onde
che ti portano con sé.

Brucia lento il fuoco dentro me
e diffonde quel calore
proveniente dall'interno.
E' il più forte battito che c'è
l'energia del sole,
verso il lungo inverno che verrà


Enrico Ruggeri - Ombra e luce
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Residenza: vagabonda senza fissa dimora

MessaggioInviato: 15 Apr 2007 15:29    Oggetto: Rispondi citando

Chiudi gli occhi
immagina una gioia
molto probabilmente
penseresti a una partenza

ah si vivesse solo di inizi
di eccitazioni da prima volta
quando tutto ti sorprende e
nulla ti appartiene ancora

penseresti all'odore di un libro nuovo
a quello di vernice fresca
a un regalo da scartare
al giorno prima della festa

al 21 marzo al primo abbraccio
a una matita intera la primavera
alla paura del debutto
al tremore dell'esordio
ma tra la partenza e il traguardo

nel mezzo c'è tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno
e giorno dopo giorno è
silenziosamente costruire
e costruire è potere e sapere
rinunciare alla perfezione

ma il finale è di certo più teatrale
così di ogni storia ricordi solo
la sua conclusione

così come l'ultimo bicchiere l'ultima visione
un tramonto solitario l'inchino e poi il sipario
tra l'attesa e il suo compimento
tra il primo tema e il testamento

nel mezzo c'è tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno
e giorno dopo giorno è
silenziosamente costruire
e costruire è sapere e potere
rinunciare alla perfezione

ti stringo le mani
rimani qui
cadrà la neve
a breve

Niccolò Fabi, Costruire
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Residenza: Qui se guardi da lì

MessaggioInviato: 15 Apr 2007 20:06    Oggetto: Rispondi citando

Qando tu cammini
sembri un angelo
d'incerta tradizione;
quando tu t'inchini
è insostenibile,
disumana tentazione;

ci son notti che
starei a guardartelo
per ore ed ore, ed ore
altre notti che
vorrei farmi piccolo
tra le pieghe del tuo cuore

e guardarci dentro
per capire il tuo dolore,
il tuo sentimento,
quella voglia di sognare:
dimmi, dimmi, dimmi, dimmi

che tu ci sei, che tu non vai
e passano negli occhi tuoi
malinconie brevissime
e fuggitivo ridere;
ragazza mia,
grande donna mia,
non farti mai portare via
la gioia del tuo culo
e del tuo cuore!

vecchioni.
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MessaggioInviato: 15 Apr 2007 20:11    Oggetto: Rispondi citando

L'ora preferibile è la sera prima delle nove,
l'ideale poi sarebbe farlo mentre fuori piove;
lei dovrebbe stare perlomeno nella stessa stanza;
pare strettamente indispensabile la sua presenza:
anche se un'altra scuola di pensiero
dice che sia meglio senza.
Per la posizione, quand'è comoda, io la rispetto,
ma personalmente preferisco stare sempre sotto;
molto poi dipende anche da come ti risponde il letto:
e non rovinare la finzione, che è metà di tutto;
e non accendere la luce:
questo scherzo può costarti brutto

Su e giù, va beh, ma su e giù
va pure un ascensore,
non basta andare dentro e fuori
per chiamarlo amore;
non bisogna aver la pretesa
di voler strafare:
essere porci perlopiù,
però poeti nel momento clou.

Ma la condizione indispensabile è di non parlare,
fino alla finezza irraggiungibile di non pensare;
devi prendere l'esempio dalle trote che
ci sanno fare,
ché non si è mai visto di una trota che
non sa godere:
o almeno credo supponendo
che non abbiano un granché da fare.

Su e giù, va beh, ma su e giù
va pure un ascensore,
questo "dimmi dammi che ti do"
non puoi chiamarlo amore;
sei o no la punta di diamante
dell'evoluzione?
essere porci perlopiù,
però poeti nel momento clou.

quando sei partito e niente al mondo
ti può più fermare,
qualche variazione laterale non ci sta poi male;
ma per carità non la lasciare sola in mezzo al mare
per l'insopprimibile bisogno di voler finire:
ché dopo tutta sta canzone
ti fai dare pure del coglione.

Roberto Vecchioni - Saggio di danza classica e moderna
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MessaggioInviato: 16 Apr 2007 15:33    Oggetto: Rispondi citando

Ma dove sono andate quelle piogge d'aprile che in mezz'ora lavavano un'anima o una strada
e lucidavano in fretta un pensiero o un cortile bucando la terra dura e nuova come una spada?
Ma dove quelle piogge in primavera quando dormivi supina, e se ti svegliavo ridevi,
poi piano facevi ridere anche me con i tuoi giochi lievi?
Ma dove quelle estati senza fine, senza sapere la parola nostalgia,
solo colore verde di ramarri e bambine e in bocca lo schioccare secco di epifania?
Ma dove quelle stagioni smisurate quando ogni giorno figurava gli anni a venire
e dove ogni autunno quando finiva l'estate trovavi la voglia precisa di ripartire?
Che ci farai ora di questi giorni che canti, dei dubbi quasi doverosi che ti sono sorti
dei momenti svuotati, ombre incalzanti di noi rimorti,
che ci potrai fare di quelle energie finite, di tutte quelle frasi storiche da dopocena;
consumato per sempre il tempo di sole e ferite, basta vivere appena?
Ed ora viviamo in questa stagione di mezzo, spaccata e offesa da giorni agonizzanti e disperati,
lungo i quali anche i migliori si danno un prezzo e ti si seccano attorno i vecchi amori sciagurati,
dove senza più storia giriamo il mondo ricercando soltanto un momento sincero,
col desiderio inconscio di arrivare più in fondo per essere più vero.
Ma dove sono andate quelle piogge d'aprile? Io qui le aspetto come uno schiaffo improvviso,
come un gesto, un urlo o un umore sottile fino ad esserne intriso,
io chiedo che cadano ancora sul mio orizzonte angusto e avaro di queste voglie corsare,
per darmi un'occasione ladra, un infinito, un ponte, per ricominciare.

Francesco Guccini, Le piogge d'aprile
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MessaggioInviato: 17 Apr 2007 10:45    Oggetto: Rispondi

E' successo quello che doveva succedere.
Ci siamo addormentati perchè è venuto il sonno
a fare il nostro periodico ritratto.
E per somigliarci a noi, più che noi stessi
ci vuole fermi, che appena respiriamo
e mobili ogni tanto, come un tratto sicuro di matita.
Ecco che siamo, la viva immagine di una
distilleria abusiva che goccia a goccia secerne puro spirito.
Noi dietro una colonna ridevamo per l'aneddoto
e ci contrastavamo amabilmente
su aria, fiato e facoltà vitale,
su brio d'intelligenza,
sull'indole e sull'estro,
soffio, refolo, vento e venticello.
Sull'essenza e sulla soluzione,
sul volatile e sulla proporzione,
sul naturale e sul denaturato.

E poi sulla fortuna.
La fortuna non c'entra,
quando una cosa per terra si posa.
E vale sia per l'estetica che per l'allodola.
E lui continuava a ritrattare.
A ritrattare, quindi.
E la reale e doppia fisionomia nostra
spariva via, come una coppia annoiata
di visitatori da una mostra.
Noi dietro le sue spalle,
ridevamo per l'aneddoto,
mimetico, drammatico, faceto, ditirambico.
E ci contrastavamo amabilmente,
su verde, rosa e viola del pensiero,
su mente giudicante, su lampo e riflessione
e sul limpido e il cupo e il commovente,
su coscienza e su allucinazione,
sulla celebre cena e gli invitati,
colori che divorano colori.

Se lo spirito s'eccita
per caso esilarando
oppure ardendo
bruciando bruciando.
E chi dei due,
ha le parti fredde
cercando le tue.

Lucio Battisti, Estetica
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