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Anonymous attacca Monsanto
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{osfor}
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MessaggioInviato: 14 Ago 2011 22:53    Oggetto: Rispondi citando

per mda (a cui devo altre risposte, ma prima voglio "togliere di mezzo" questa cosa), che ha scritto
Citazione:
Poi guarda che la dimensione standard dei prodotti ortofrutticoli l'avevamo prima (avevo lavorato per una ortofrutticola internazionale) che entrassimo in UE come la Francia e altri Stati!! Poi abbiamo adottato quella generale UE perchè ogni Stato aveva il suo "lunghezza della banana". NON fare le figuracce dei senatori Leghisti che lo dicevano e quando gli hanno risposto (ma questa favoletta gira ancora) sono arrossiti dalla vergogna

Dunque, io ho espresso un "concetto", e cioè che per emettere una norma, qualunque essa sia, di solito si fa uno studio (o quantomeno una relazione, ogni provvedimento ha una relazione accompagnatoria che ne spiega i presupposti, gli obiettivi, i problemi ecc.), infatti avevo scritto:
Citazione:
Ora, senza bisogno che vi porti tante prove, possiamo immaginare cosa si fa in queste situazioni: l'organo politico, o amministrativo, incarica un organismo tecnico di fare un "rapporto", uno "studio" su una questione, e sulla base di questo studio emana i propri provvedimenti, cioè nel caso specifico la lunghezza delle banane.. fa ridere, ma funziona così.

Per spiegare il concetto, ho portato un esempio, scelto tra l'altro tra quelli divertenti. Magari l'esempio è sbagliato, e allora? che la lunghezza delle banane l'abbia stabilito la UE, attraverso un suo apposito studio, o si sia limitata a recepire ed armonizzare quanto già stabilito in precedenza, cosa cambia del concetto? QUALCUNO LE AVRA' DOVUTE MISURARE QUESTE BENEDETTE BANANE.., non ti pare? ;-), quindi, spostami pure l'esempio, il concetto rimane lo stesso.
Vogliamo portare un esempio forse ancora più significativo? Prendiamo le norme di pesca, che stabilisco tra l'altro i periodi di fermo pesca e la lunghezza minima del pescato, per ogni tipo di pesce. Che l'abbia stabilito l'Italia, la UE o la città del Vaticano non mi interessa: dico, per stabilire quando si deve pescare e la lunghezza dei pesci, si sarà dovuto fare uno studio da parte di biologi marini, esperti di pesca, altri studiosi, in maniera da stabilire quali fossero i periodi di riproduzione dei pesci ecc. ecc.?
Ecco, per un qualche motivo che non mi interessa, il Ministero dell'Agricoltura inglese ha fatto questo "studio" sulla questione degli alimenti a km zero.

Che poi per la verità sulla questione delle banane UE non sono tanto tanto sicuro di aver fatto chissà quale figuraccia. Con una brevissima ricerca su google, i primi due documenti trovati sono piuttosto interessanti:
1) link
L'articolo è di un "signore" mica da poco, leggo in calce all'articolo:
Citazione:
L'ex ideologo del '68 Peter Schneider e' nato a Lubecca nel '40. Si e' trasferito a Berlino nel '62. Schneider e' stato uno degli ideologi del movimento studentesco in Germania, grande amico di Rudi Dutschke ed e' stato attivo anche nell'universita' di Trento al fianco di Mauro Rostagno. Ha insegnato nelle piu' grandi universita' americane e collabora al New York Times

Nell'articolo scrive tra l'altro:
Citazione:
Da un po' di tempo sono turbato da una pianta chiamata Euro - banana e, in particolare, dalla sua definizione. In base al regolamento n. 2857 / 94 la banana standard dell'Unione Europea deve avere un diametro di almeno 27 mm "che deve essere misurato nel mezzo del frutto tra i lati lunghi trasversalmente all'asse della lunghezza". Deve, inoltre, avere una lunghezza di almeno 14 cm, da misurare "sulla convessita' esterna, dall'attaccatura del picciolo alla punta". Sulla questione della bonta' e della freschezza, che e' cio' che interessa al consumatore, il regolamento non si pronuncia. Ci si chiede quale sia il senso di questa cortese attenzione dei funzionari di Bruxelles per una pianta di origine europea, che, com'e' noto, cresce bene soprattutto in Germania, in Francia e in Belgio. [Esplora il significato del termine: Da un po' di tempo sono turbato da una pianta chiamata Euro - banana e, in particolare, dalla sua definizione. In base al regolamento n. 2857 / 94 la banana standard dell'Unione Europea deve avere un diametro di almeno 27 mm ] La risposta e' questa: si tratta della difesa da un frutto ostile, camuffato da banana, e cioe' la "banana dollaro", che e' decisamente piu' piccolo e grazioso, costa la meta' ed e' due volte piu' buono. Nel frattempo la commissione amministrativa "Banane" di Bruxelles impegna circa 40 esperti di banane, provenienti da 12 stati membri, che fanno tradurre da 20 interpreti gli ultimi sviluppi nel campo delle banane

Vedi che senza scomodare i leghisti, sono in buona compagnia a parlare di banane UE...
2) il secondo articolo è questo:
link
titolo: "Per l'Unione Europea è fuori legge la frutta fuori misura", articolo:
Citazione:
Bestiario giuridico di Giuseppe D'Alessandro (Angelo Colla Ed., pp. 151, euro 9,90) è un libro, fresco di stampa, che raccoglie "leggi che fanno ridere e sentenze che fanno piangere dal ridere".
Si tratta di un esilarante volumetto che "raccoglie le più incredibili e divertenti bestialità che l'Autore, nell'arco della sua trentennale esperienza forense, ha rinvenuto in leggi, sentenze, comportamenti umani e in ogni altro fatto che abbia attinenza con la giustizia e con il diritto".
Merita di essere evidenziato, più di tutti, il capitolo dedicato ai provvedimenti dell'Unione Europea nel campo ortofrutticolo. Non sono forse in molti a sapere che, ad esempio, per le banane (Reg. Ue 2257/04) "il calibro è determinato dalla lunghezza del frutto, espressa in centimetri e misurata lungo la faccia convessa, dal punto in cui il peduncolo si inserisce sul cuscinetto fino all'apice, dal grado, cioè dallo spessore, espresso in millimetri, di una sezione trasversale del frutto praticata tra le facce laterali e nel mezzo del frutto stesso, perpendicolarmente all'asse longitudinale".
Se poi andate al mercato, e la lunghezza della banana non supera i 14 cm., il venditore è nei guai, salvo che il frutto in questione non provenga dalle Azzorre, da Cipro o da Creta, per come consentito dal Regolamento Ue 228/06. Pure per i meloni vi è una normativa ad hoc. Il Regolamento (1615/01) è perentorio sul fatto che il peduncolo non può superare i 2 cm.
Quanto alla cicoria, anch'essa regolamentata dall'Ue, in nessun caso, hanno stabilito gli intransigenti commissari, il suo diametro potrà misurare meno di 2,5 cm., se di lunghezza inferiore a 14 cm.

Anche qui, l'illustre scrittore ha citato la questione banane per esempio di "le più incredibili e divertenti bestialità che l'Autore, nell'arco della sua trentennale esperienza forense, ha rinvenuto in leggi..)", e se il Regolamento UE deriva da precedenti determinazioni di stati "membri" (trattandosi di banane... ;-) ), non cambia una virgola di quanto vuole indicare, no?
alla prossima, quando potrò (lo so che non interessa più niente a nessuno, ma ho preso l'impegno di rispondere... ahimè, potrei essere sciolto da questo voto?... o in alternativa, essere sciolto nell'acido?)..
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{osfor}
Ospite





MessaggioInviato: 14 Ago 2011 23:14    Oggetto: Rispondi citando

osfor, riguardo alla percentuale di incentivi alle rinnovabili che pesano sulla bolletta, ha scritto
Citazione:
Per la verità, io ho in mente un altro dato, ma non ve lo do per "certificato", perché al momento non ho ritrovato l'articolo: se non me lo sono sognato, su uno degli ultimi numeri di Altroconsumo (rivista dei consumatori, quindi "non sospetta" su quest'argomento), era scritto che fino al 18% della bolletta era dovuta agli incentivi al fotovoltaico (o forse alle rinnovabili in genere), questo però ve lo do con le molle perché ripeto non ho ritrovato l'articolo e citando a memoria potrei sbagliarmi ed anche di molto.

ed osfor risponde a sé stesso.. visto che ha trovato l'articolo. Lo faccio a beneficio vostro (cui do' un dato certo) ed a beneficio mio.. (ove dimostro che non ho sparato del tutto "a caso").
Dunque, l'articolo si trova sul nr. 250 di Altroconsumo (luglio-agosto 2011), si intitola "Inchiesta - Solare ecco cosa cambia" ed a pagina 41 c'è un virgolettato (Il solare ci costerà quest'anno oltre 2 miliardi di euro) ed un riquadro intitolato "il peso delle rinnovabili". Cito da questo riquadro, testuale:
Citazione:
Quanto pesa, in percentuale sulla nostra bolletta, la componente A3, ovvero la voce che serve a finanziare gli incentivi alle tariffe rinnovabili? I grafici sopra riportano i risultati per due livelli di consumo significativi. Un livello basso, corrispondente al consumo di una coppia, e il consumo medio di una famiglia di tre-quattro persone. I primi dati risalgono al 1 luglio 2007.. per un consumo basso, le famiglie pagavano per gli incentivi alle rinnovabili una percentuale pari al 3,4%, per l'altro tipo di consumo invece il 13,3... (nota di osfor: poi scende, il picco minimo si ha all'inizio 2009, poi inizia la risalita). L'ultimo balzo significativo è quello di aprile 2011: per il consumo basso siamo al 10,1%, per l'altro (2700 KWh, cioè una famiglia di 4 persone) si arriva al 16,6% del totale della bolletta

Io ricordavo il 18%, non ero andato molto lontano. ciao
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{osfor}
Ospite





MessaggioInviato: 15 Ago 2011 11:51    Oggetto: Rispondi citando

Riprendo la risposta al post di Kalandra, che scrive riguardo il mercato locale dove acquista:
Citazione:
dove, fra l'altro, trovo frutta e verdura fresche, colte il giorno prima e che neppure han visto le celle frigorifere. e che nel mio frigo durano croccanti per alcuni giorni

Certamente per il prodotto fresco e non confezionato (molto meno, se non per niente, per quello inscatolato o conservato, vedi i formaggi), l'aspetto della sua "freschezza" trae notevole vantaggio dalla vicinanza di produzione, anche se la mia impressione è che non vada esagerato, sia perché gli stessi supermercati si attrezzano in tale senso (i venditori, piccoli o grandi che siano, tendono sempre ad adattarsi alle richieste dei consumatori, vedere le linee biologiche, o quelle per celiachi, che ormai si trovano in ogni supermercato), sia perché la filiera di consegna è molto rapida per forza di cose, altrimenti è inutile, il prodotto verrebbe buttato prima di arrivare sul banco. Non vorrei sbagliare a ricordare che c'è frutta e verdura siciliana che arriva sui mercati tedeschi, e non solo, per via aerea (e se pensate alla novità dei voli low cost, potrete anche capire come ciò sia possibile: come si trasportano le persone, si può farlo anche con le merci, ahimè, se i carburanti costassero molto di più..).
Comunque, ripeto che NOI DOBBIAMO FARE IL NOSTRO INTERESSE, non quello dei venditori.. quindi è evidente che, A PARITA' di ogni altro parametro che a noi ci interessa (costo, sapore, coltivazione biologica ecc.), acquistare prodotti di produttori locali è logico ed auspicabile.
Kalandra termina:
Citazione:
a differenza degli acquisti nei grandi market, dove talvolta trovi persino le patate ancora ghiacciate e che si deteriorano a pochi giorni dall'acquisto

Ciascuno segue la sua esperienza, ed ovviamente se l'acquisto dei prodotti locali è "soddisfacente" ci torneremo, diversamente cambieremo. Nei mercati degli agricoltori, lo slogan che "l'agricoltore ci mette la faccia" mi sembra un aspetto importante, dà il senso di una persona che si cura di vendere un prodotto "a misura di natura", un rispetto per l'uomo e per la terra, perché altrimenti tutti i giorni dovrebbe vergognarsi quando passa davanti a me che compro la sua frutta. Vedo chi è che produce ciò che mangio e se mi frega potrei anche prenderlo per il bavero..
Per la verità qualche giorno fa mi è capitato un "incidente" in tal senso, perché dal mio mercato degli agricoltori (che ripeto, ho a 200 metri da casa, in cui vado volentieri, anche perché conosco quasi tutti gli agricoltori che ci vendono) ho preso un cocomero intero, sarà stato sui 10 chili, l'ho pagato 7 euro (nei super si era sui 35 cent al chilo, la metà), e quando l'ho aperto non sapeva di niente ed era pure passato.. ma un caso non fa statistica e comunque col cocomero chiuso è sempre una lotteria.
In generale, la mia esperienza con i mercati degli agricoltori è mediamente soddisfacente. Non ci trovo tutta quella qualità che viene vantata, anche se preciso: secondo la mia esperienza, quasi di sicuro la frutta degli ipermercati venduta con i "tipici sconti" del 30-40% è balorda, spesso immatura. Se si vuole qualcosa di gradevole bisogna andare su quella a prezzo normale.
Nel mio mercato locale, i formaggi non mi convincono: li trovo immaturi, stagionati poco, poco saporiti. Io compro al supermercato, in particolare sono affezionato ad un pecorino preciso, che mi sembra davvero buonissimo.

Una nota breve su un argomento in qualche modo "correlato", quello dei prodotti biologici. La rivista dei consumatori Altroconsumo (a proposito: consiglio di visitare il link, è www.altroconsumo.it, e magari abbonarvi se volete, è una miniera di cose interessanti, consiglio molto anche la rivista che tratta della salute) ha fatto alcuni test, e devo dire che i risultati non sono stati molto lusinghieri.. in questo momento ho sottomano solo questo link:
link
dove è stato esaminato un aspetto "marginale", ma anche in questo settore temo che molti facciano i furbi..
Nell'ultimo numero d Altroconsumo, il 250, c'è un test dell'aceto balsamico di Modena. Su 18 assaggiati, il giudizio peggiore lo prende uno prodotto da uve biologiche. 18 prodotti non sono un test statisticamente significativo, comunque non è per me una grande novità: frequentando gli assaggiatori di vino ed olio, avevo già dei riscontri sui vini di produzione biologica (è che la natura fa il suo corso, giustamente, è dura avere uve sane senza usare prodotti, i funghi non sono facili da tenere lontano). ciao
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Kalandra
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MessaggioInviato: 18 Ago 2011 20:59    Oggetto: Rispondi citando

{osfor} ha scritto:

per Kalandra (ho ancora da rispondere ad altri, ma questa risposta è più semplice)

mah, io lo vedo che "è in attesa di..", voi registrati no?

Ma infatti non mi dispiace affatto che la redazione mi filtri, non sempre riesco a tenere a bada la mia tastiera.. (infatti sono stato anche censurato) anche se da qualche mese ho preso una "buona" abitudine (almeno la penso tale), cioè mai rispondere di corsa, lasciar passare del tempo, riflettere un pochino e poi scrivere..



^_^ no, per "noi registrati" nessuna attesa e nessun filtro immediato, peraltro comprensibile per i "non registrati".
e non penso sia tanto per "filtrarli" (o censurarli) quanto per mantenere un livello accettabile al dialogo, in modo che non scada in quegli inutili insulti di parte così cari a qualcuno e che van per la maggiore in tanti altri lochi.
siamo lo stesso sconosciuti gli uni agli altri, perché tutto quel che dai è una mail (e da qui, di regola, non ti arrivano SPAM o pubblicità indesiderata) ma attraverso questa, nello stesso tempo, siamo eventualmente raggiungibili "se".
infine è solo un discorso di responsabilità, soprattutto nel bailamme legislativo attuale: se non ti registri metti in capo al titolare del sito ogni tua eventuale "pesante ed esagerata esagerazione", se sei registrato te ne assumi ogni responsabilità.
e non intendo quel "parlare senza riflettere" a cui lo strumento virtuale sembra essere propedeutico (spesso per questione di tempo, fra le cause anche della distrazione nella lettura), intendo quella negazione del confronto che dilaga per la maggior parte delle lande del web, assoggettata al bisogno di dimostrarsi dalla parte della ragione per “far proseliti” di alcuni, come al bisogno di abbattere “il nemico” (attraverso beceraggini) di altri.


{osfor} ha scritto:

Intanto una precisazione: io non ho scritto che il km 0 è male o non conviene. Se hai letto bene (lo spero) l'articolo di Bressanini (il cui titolo per la verità non mi sembra il più felice: "CONTRO" non va bene, era meglio un "CONSIDERAZIONI sulla spesa a km zero"), questo http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/05/05/contro-la-spesa-a-chilometri-zero/
la conclusione è semplicemente che "un indicatore basato SOLO sullo spazio percorso non può essere una misura attendibile dell'impatto ambientale totale". Questo è il solo concetto che vuole indicare: se i vostri acquisti sono ispirati ad un rispetto verso le questioni ambientali ed energetiche, non basatevi SOLO sui chilometri, perché non è un parametro sufficiente a stabilire quale prodotto abbia un impatto minore. Tutto qui.
Come scrive Dario, il punto fondamentale dei suoi scritti è "non ragionare per categorie, ma valutare caso per caso".
Ovviamente non possiamo stare a farci tutta una menata per ciascun pezzetto della nostra spesa.. altrimenti ci diventiamo pazzi. E' comunque utile, secondo me, evitare di partire con pregiudizi che possono non avere un solido fondamento.


ho letto ora l’articolo: sono appunto le considerazioni del suo autore (anche alla luce di una ricerca inglese), e limitate a un aspetto che neppure è il più eclatante anche se forse è fra quelli che più possono “prendere”, agganciandosi a pregiudizi e luoghi comuni.
infatti è proprio questi ultimi che mette all’indice, spaziando sull’economicamente “vantaggioso” dell’acquisto centralizzato (che lascia pure uno scaffale per i “prodotti solidali”!).
e in puri termini monetari non nego che possa essere (o sembrare) “vantaggioso”, per chi vende come per chi compra.
sottolineo “in termini monetari”, ovvero quantità/prezzo. ma, per i deperibili, qualità?
.


{osfor} ha scritto:

Il sistema di produzione industriale parte dal concetto che invece che fare tutti tutto, ciascuno si "specializza" nel fare bene una cosa, in questo modo succede (lo dice l'esperienza, non è una legge scientifica) che si fa "di più e meglio". Non mi sembra necessario spiegare che il presupposto è corretto. Quindi, il sistema industriale "è nelle cose", così come un fiume tende naturalmente al mare, perché in generale è "più efficiente" rispetto al sistema produttivo tradizionale.



è l’utopia della “società dei tecnocrati” ma ha le sue belle magagne.
intanto ci rende tutti addetti a una sorta di “catena di montaggio”, quindi alienati dalla ripetitività della stessa mansione nonché dipendenti al massimo da quelle degli altri perché il loro iter ci resta sconosciuto. E forse fino al punto di esser costretti, un domani non lontano, a ricorrere all’elettricista anche per cambiare una lampadina.
(pensa solo che non molti anni fa eravamo tutti in grado di cambiare le candele all’auto mentre oggi chi mette mano ai motori elettronici?)
anche sull’efficienza non saprei: in una catena di montaggio non basta forse che uno vada a far pipì per fermare tutti?
(Marchionne, ti dice niente?)

{osfor} ha scritto:

Ora, a mio parere è molto importante seguire una regola: FARE IL PROPRIO INTERESSE. Questo è un buon modo per "ottimizzare". Io venditore faccio il mio interesse, così il produttore, così l'acquirente. In generale quindi il proprio interesse sta nell'acquistare una cosa al minor prezzo possibile. Poi succede che ovviamente, con la cultura, il ragionamento ecc., il proprio interesse può "affinarsi", nel senso che oltre al prezzo posso valutare altri aspetti: il rispetto verso gli operai/agricoltori, l'inquinamento dell'ambiente, il consumo di energia, la qualità del prodotto ecc., e così posso decidere che non è solo il prezzo che mi interessa, ed orientare diversamente i miei acquisti. VA BENISSIMO! state comunque facendo il vostro interesse.
Così come IL SUO INTERESSE lo fa il contadino.



certamente se acquisto un “usa e getta” il mio interesse sta nel pagarlo al meno.
in tutti gli altri casi però sta in qualità e durata nel tempo.
(senza inoltrarci in tutto ciò che l’usa e getta poi comporta, massa di rifiuti in primo luogo)
nel cibo poi, sta inderogabilmente nella qualità di ciò che mangio, qualità che dipende dalla giusta maturazione ed è inversamente proporzionale al tempo che trascorre dal raccolto.
e dal tuo post successivo noto che sei d’accordo, tranne una virgola che, per l’industria, è un macigno.



{osfor} ha scritto:

Nel mondo si stanno creando nuove masse di ricchi. In Cina per esempio si stimano ormai 100 milioni di ricchi (pochi in percentuale, ma sufficienti a rimpolpare le entrate dei nostri sistemi turistici o dell'abbigliamento, per dire), ma ci sono i russi e altri paesi in sviluppo. Questi consumatori dimostrano "gradimento" verso nostri prodotti, specie quelli "riconoscibili". Ora, facciamo un'ipotesi: mettiamo che milioni di questi cinesi si innamorino del parmigiano reggiano, e siano disposti a pagarlo, molto, per averlo. Poiché il parmigiano non è infinito, potrebbe succedere che non ce ne sia per tutti: quindi il produttore potrebbe dover decidere se venderlo a noi italiani, oppure venderlo ai cinesi. Secondo te, se io italiano fossi disposto a pagarlo (invento) 10 euro, ed il cinese 12, a chi lo venderebbe?... Wink
Ognuno fa il suo interesse, e fin quando non diventa violenza prevaricazione è un discreto sistema economico, funzionerebbe se la politica fosse in grado di evitarne le degenerazioni.
Sono stato molto più lungo di quanto pensavo Sad e non ho ancora finito Sad(. Torno appena posso, buon appetito



^_^ eccoti alla virgola! Che venda pure tutto ai cinesi ma, se non è l’unico a gestire il parmigiano ci penserà sicuramente due volte, prima.
sempre che abbia una minima visione d’insieme, va da sé.
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Kalandra
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MessaggioInviato: 27 Ago 2011 14:06    Oggetto: Rispondi citando

e, tanto per l'argomento iniziale, una notizia recentissima :
(che si riallaccia a "unico produttore")

Citazione:
il corpo forestale regionale tra giovedì e ieri ha sequestrato quattro terreni in cui sarebbe stata riscontrata, da una prima analisi, la presenza di Mon 810, la varietà di mais transgenico della Monsanto autorizzata da una direttiva europea ma ritenuta fuori legge da Stato e Regione.


come andrà a finire?
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MessaggioInviato: 27 Ago 2011 14:29    Oggetto: Rispondi citando

Kalandra ha scritto:
e, tanto per l'argomento iniziale, una notizia recentissima :
(che si riallaccia a "unico produttore")

Citazione:
il corpo forestale regionale tra giovedì e ieri ha sequestrato quattro terreni in cui sarebbe stata riscontrata, da una prima analisi, la presenza di Mon 810, la varietà di mais transgenico della Monsanto autorizzata da una direttiva europea ma ritenuta fuori legge da Stato e Regione.


come andrà a finire?


Metto l'appunto che "autorizzata dalla UE" non vuol dire che sia autorizzata nei singoli Stati UE. Semmai se manca l'autorizzazione UE che è illegale per il singolo Stato appartenente all'UE autorizzarlo.

Ciao
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MessaggioInviato: 27 Ago 2011 17:18    Oggetto: Rispondi citando

mda ha scritto:
Kalandra ha scritto:

[..]
come andrà a finire?


Metto l'appunto che "autorizzata dalla UE" non vuol dire che sia autorizzata nei singoli Stati UE. Semmai se manca l'autorizzazione UE che è illegale per il singolo Stato appartenente all'UE autorizzarlo.

Ciao



hai perfettamente ragione.
ma la ragione non serve.
o meglio, serve solo per quei quattro campi in Friuli, terra più di sassi che di terra, dove "il campo" non arriva all'ettaro e nessun "grande folle" pianterebbe quella roba lì.

ma il problema non è questo.
sono gli altri stati dell'unione che possono coltivarlo e dove "il campo", in proporzione, è di un km quadrato.
e naturalmente noi importiamo tutto quel che ne esce.
(e col mais si fan tante cosette)

e la chicca è che ultimamente l' Ue sta discutendo se occorra o meno
l'autorizzazione per il miele che contenga tracce del polline del mais "mon 810":

Citazione:
L’avvocato generale conclude, pertanto, che il polline del mais MON 810, non vitale, e dunque inidoneo a fecondare, non è un organismo vivente e, pertanto, non può essere considerato un OGM.

D’altro canto, egli constata che sia il miele in cui è riscontrabile la presenza di polline di mais MON 810, sia gli integratori alimentari a base di polline contenenti polline della medesima varietà di mais sono alimenti prodotti a partire da OGM. Egli rileva, a tale proposito, che tale polline costituisce un ingrediente, in quanto è utilizzato nel processo di preparazione di tali prodotti apicoli e i prodotti finiti ne contengono a loro volta tracce.


un'altra cosetta interessante è in fondo allo stesso link:

Citazione:
Il rinvio pregiudiziale consente ai giudici degli Stati membri, nell'ambito di una controversia della quale sono investiti, di interpellare la Corte in merito all’interpretazione del diritto dell’Unione o alla validità di un atto dell’Unione. La Corte non risolve la controversia nazionale.
Spetta al giudice nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte. Tale decisione vincola egualmente gli altri giudici nazionali ai quali venga sottoposto un problema simile.


quindi, come andrà a finire?
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MessaggioInviato: 28 Ago 2011 02:30    Oggetto: Rispondi citando

Kalandra ha scritto:
(...)

ma il problema non è questo.
sono gli altri stati dell'unione che possono coltivarlo e dove "il campo", in proporzione, è di un km quadrato.
e naturalmente noi importiamo tutto quel che ne esce.
(e col mais si fan tante cosette)

e la chicca è che ultimamente l' Ue sta discutendo se occorra o meno
l'autorizzazione per il miele che contenga tracce del polline del mais "mon 810":

Citazione:
L’avvocato generale conclude, pertanto, che il polline del mais MON 810, non vitale, e dunque inidoneo a fecondare, non è un organismo vivente e, pertanto, non può essere considerato un OGM.

D’altro canto, egli constata che sia il miele in cui è riscontrabile la presenza di polline di mais MON 810, sia gli integratori alimentari a base di polline contenenti polline della medesima varietà di mais sono alimenti prodotti a partire da OGM. Egli rileva, a tale proposito, che tale polline costituisce un ingrediente, in quanto è utilizzato nel processo di preparazione di tali prodotti apicoli e i prodotti finiti ne contengono a loro volta tracce.


un'altra cosetta interessante è in fondo allo stesso link:

Citazione:
Il rinvio pregiudiziale consente ai giudici degli Stati membri, nell'ambito di una controversia della quale sono investiti, di interpellare la Corte in merito all’interpretazione del diritto dell’Unione o alla validità di un atto dell’Unione. La Corte non risolve la controversia nazionale.
Spetta al giudice nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte. Tale decisione vincola egualmente gli altri giudici nazionali ai quali venga sottoposto un problema simile.


quindi, come andrà a finire?


Che noi italiani produciamo con una maggiore qualità è indubbio!!!

Saltò fuori quando ci furono delle persone avvelenate dalla Coca-Cola Belga (anni 90') che era impossibile che accadesse negli stabilimenti in Italia in quanto la nostra legislazione è più precisa, accorta e altro in merito alla salute in tutto il ciclo alimentare dalla produzione agricola alla trasformazione alimentare, distribuzione, ecc. . Poi gli scarsi controlli (anche alle frontiere) e le punizioni ridicole con un sacco di cavilli legali sono il nostro dramma (da risolvere che diamine!) ma è altra cosa.

Purtroppo non è dalla UE ma da ben prima che per commercio importiamo spesso alimenti di dubbia SALUTE (se non peggio) se non di qualità. Dramma che per vendergli le "Ferrari" e altro siamo costretti poi ad importare alimenti schifosi sotto i profilo igenico/salutare. Esempio: Sarebbe infatti da proibire TUTTA l'importazione della produzione alimentare Asiatica.

Questo danneggia la nostra produzione alimentare con vendita interna, che poi bisogna sovvenzionare con i soldi delle TASSE e peggiora la salute dei cittadini italiani che poi bisogna pagare con strutture sanitarie con le nostre TASSE ovvero i nostri singoli soldi.

Comunque in Italia non penso proprio che qualche Giudice si prenda l'onere di questa decisione... La rimandano alle calende greche rimpallando verso le alte cariche giuridiche.
Twisted Evil Laughing

Ciao
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MessaggioInviato: 08 Set 2011 19:28    Oggetto: Rispondi citando

mda ha scritto:

[..]
Comunque in Italia non penso proprio che qualche Giudice si prenda l'onere di questa decisione... La rimandano alle calende greche rimpallando verso le alte cariche giuridiche.
Twisted Evil Laughing

Ciao



be', in un certo senso sono costretti - dato che siamo nell'unione EU - a riferirsi alla legislazione sovranazionale.

infatti, anche in Francia stan negli stessi panni


Citazione:
La Corte europea di giustizia ha dato torto alla Francia in merito alla proibizione della coltivazione del mais geneticamente modificatoMon 810 della Monsanto. Parigi aveva prima sospeso nel 2007 sul territorio nazionale la vendita e l'utilizzo di sementi di mais transgenico, e poi l'anno dopo aveva vietato la coltivazione. Oltre alla Francia, hanno vietato la coltivazione del Mon 810Germania, Ungheria, Grecia, Lussemburgo, Austria e Bulgaria.
LA VICENDA - Il Consiglio di Stato francese, dopo che la Monsanto e altre produttrici di sementi Ogm avevano presentato ricorso, si era rivolto alla Corte che ha sede in Lussemburgo. Secondo i giudici europei, la Francia ha preso di sua iniziativa una clausola di salvaguardia senza rispettare tutte le condizioni della normativa europea. [..]


ciao a te Smile
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MessaggioInviato: 09 Set 2011 00:03    Oggetto: Rispondi citando

{osfor} ha scritto:
per mda (a cui devo altre risposte, ma prima voglio "togliere di mezzo" questa cosa), che ha scritto (..)


Vedo solo un palese e patetico tentativo di arrampicarsi sugli specchi!

Addio
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Kalandra
Dio minore
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MessaggioInviato: 09 Set 2011 10:06    Oggetto: Rispondi

mda ha scritto:
{osfor} ha scritto:
per mda (a cui devo altre risposte, ma prima voglio "togliere di mezzo" questa cosa), che ha scritto (..)


Vedo solo un palese e patetico tentativo di arrampicarsi sugli specchi!

Addio



Wink dai che forse si rifà vivo.

però accennando alle banane non ha torto, sono solo la punta di un tipo di ragionamento.

proprio come le angurie quadrate




o le fragole australiane a forma di cuore per san valentino


da QUI
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