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Zeus News Ospite
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Inviato: 30 Apr 2004 00:00 Oggetto: Una critica liberale alla proprietà intellettuale |
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Commenti all'articolo Una critica liberale alla proprietà intellettuale
Forse è giunto il momento di parlare con durezza e schiettezza. Dire alcune paroline poco garbate sulla proprietà intellettuale, magari da una prospettiva insolita. |
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Ospite
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Inviato: 01 Mag 2004 08:03 Oggetto: esatto |
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solo che purtroppo mi si e' rotta l'astronave e non
posso ritornare a casa:
eh si.. perche' una mattina devo essermi svegliato su di un universo parallelo..
Simile si a questo, ma meglio.. mmolto meglio di questo. |
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SS4L Ospite
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Inviato: 01 Mag 2004 15:35 Oggetto: briciole |
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il guaio è che agli autori vanno le briciole, mentre allo stato, SIAE e sorelle va il grosso. Il tutto per mantenere orde fameliche di impiegati ed ispettori che impiegano il loro tempo a proteggere i propri stipendi. Autori? Compositori? Ma che gli frega? |
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Ospite
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Inviato: 01 Mag 2004 16:32 Oggetto: |
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Devo ammettere che la parte sull'America di inizio 900 che usava 2 comportamenti diversi sui diritti tra le opere americane e quelle straniere non la conoscevo.
Stendiamo un velo pietoso sulla SIAE che è pure una società privata fortemente sospetta di parzialità nella distribuione di quanto dovuto ai rispettivi autori. |
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Roberto Orlandini Ospite
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Inviato: 01 Mag 2004 19:13 Oggetto: Plagio e diritto d'autore |
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Veramente interessante l'articolo di Rossato; e mi domando: con questo modo di pensare, fin dove Shakespeare oggi verrebbe considerato un "plagiatore" dei classici greci/latini e non un genio quale in effetti è stato?
Nel suo piccolo (molto piu' piccolo!) mio figlio crea musica "drum 'n bass" attingendo brani del repertorio classico (Boccherini, O' sole mio etc) e modificandoli al computer fino a farli diventare tutt'altro.
Certo, Boccherini non lo citerà per plagio, ma mettiamo che un giorno voglia usare "Magica-bula-mendica-bula". . . . c'e' da essere schiacciati dalla disney per leso diritto d'autore!
Per aver tolto il pane di bocca all'autore della musichetta? ne dubito molto. |
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Giampaolo Bottoni Ospite
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Inviato: 01 Mag 2004 23:24 Oggetto: Ma lo Stato sta solo a legiferi(a)re? |
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Quando fotocopio un libro da 100 dollari e so che all'autore andrebbe il 6% o poco piu' di quei 100$
mi sento uno che si dispiace per lo zio Tom ma che sa che in fondo sta fregando il negriero padrone di Tom.
Ora mi chiedo perche' lo Stato non entra sul mercato acquistando, dagli autori validi, i diritti per mettere le loro opere a disposizione gratuita sul mercato (per quanto concerne il giusto tributo all'autore)? Se l'autore non accetta.... va be' vuol dire che preferisce altri metodi ma se accetta perche' vuole, per esempio, aumentare la propria popolarita', la societa' ne trarrebbe grandi vantaggi e l'autore pure...
In fondo anche nell'antica Roma c'erano, oltre agli schiavi i liberti. Basterebbe che lo Stato creasse, ogni tanto, qualche liberto per limitare i grossi introiti dei padroni che si prendono il 93% del costo di copertina...
Lo so, lo so... anche chi fa i tappeti o i prodotti agricoli prende una piccolissima parte del costo pagato dall'acquirente finale....
Ma non dico che metodi simili non dovrebbero essere adottati per ridurre lo scandalo di prodotti che al consumo costano oltre 10 volte il costo pagato al produttore (che poi ci deve pagare le tasse...) |
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cesare Ospite
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Inviato: 02 Mag 2004 07:54 Oggetto: il porno d'auutore |
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L'industria pornografica e' tra le piu' redditizie di internet.Ovunque trovi inviti a visitare pagine pornografiche a pagamento.
Ora si assiste a una crociata contro lo share di porno.
Come mai non avviene un'analoga crociata contro il porno a pagamento?
Semplice:ci sono anche qui forti interessi che condizionano i legislatori.
C'e' il monopolio del porno come c'e' il monopolio della cultura.
Se paghi il porno non viene contrastato. |
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Ospite
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Inviato: 03 Mag 2004 18:27 Oggetto: Re: Ma lo Stato sta solo a legiferi(a)re? |
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> Ora mi chiedo perche' lo Stato
> non entra sul mercato acquistando,
> dagli autori validi, i diritti per
> mettere le loro opere a disposizione
> gratuita sul mercato (per quanto
> concerne il giusto tributo all'autore)?
Perche' e' quello che gia' fanno (o dovrebbero fare) le Universita', dal momento che Ricercatori e Professori non sono altro che "autori validi" sovvenzionati dallo Stato per stampare le loro opere. Difficilmente, pero', vedrete uno di questi titoli in testa alla top ten dei libri piu' comprati in Italia... |
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Teufel66 Ospite
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Inviato: 04 Mag 2004 02:55 Oggetto: Interessante ma... |
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Tu scrivi: "Vi sono modi diversi di concedere sussidi a un'industria."
E non stupisce quindi che il decreto Urbani conceda da un lato moneta sonante, e dall'altro repressione penale. Sono due modi di finanziare un industria di cui l'umanità ha fatto a meno per millenni, pur riuscendo a giungere a vette culturali immense."
Per quanto possa condividere la prima frase, con la seconda stai facendo una polemica inutile e gratuita, probabilmente a discapito della tua intelligenza (di cui invece l'articolo è una prova intrigante).
Giusto, anzi, ti dirò di più, tra la modalità francese di protezione del cinema nazionale e quella americana che al 98% obbedisce solo alle leggi del mercato, preferisco la seconda - se il mercato è sano. Per cui il sussidio da parte dello Stato Italiano a priori è una cosa giusta, e se non ci fosse, il cinema italiano e quello delle altre nazioni d'Europa scomparirebbe dietro alle mayors USA. E' altrettanto vero però che dovrebbe essere in grado di "reggersi da solo" - d'accordo anche qui.
Ma: se tu non venissi più pagato per fare il giornalista, prima o poi dovresti sceglierti un altro lavoro, dato che non siamo ancora arrivati all'abolizione del danaro.
Idem: se io FACCIO L'AUTORE (come si dive, "this is what I do"), cioè scrivo e ci voglio (e/o devo) vivere, e mi togli il diritto d'autore, la SIAE in Italia, la GEMA in Germania e via dicendo, io - almeno che non appartenga ai "happy few" che per ogni stronzata che scrivono (testim, musica e via dicendo) incassano fior di milioni - non vivo. Punto.
Per cui: bello spunto, brillante esposizione, peccato che in arrivo sbagli la mira. |
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Andrea Rossato Ospite
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Inviato: 04 Mag 2004 10:20 Oggetto: non è obbligatorio scrivere |
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caro Teufel66,
alcune note sparse, piú per ringraziarti delle critiche che non per convincerti di aver torto...
non capisco quale frase ti disturbi: ne citi 3 e ne commenti due. Ma mi pare che tutte stiano a rappresentare dati di fatto.
al di là del fatto che non è obbligatorio scrivere, ne riceve compensi per quel che si scrive, constato che ancora Mozart viveva non di diritto d'autore sulle opere scritte, ma del provento dei concerti. E potrei continuare cosí,a ritroso nel tempo, per milleni, appunto...
Ma il punto è un altro: mai scrivo che il diritto d'autore vada abolito. Il problema è questo: devo pagare lo stipendio a 25 milioni di finanzieri perché controllino che la rimanete parte dell'italico popolo non copi opere protette?
Prendi la Germania, ed il suo sistema dei brevetti. L'autore dell'invenzione, per ricevere la protezione dell'ordinamento giuridico, deve pagare un'imposta che cresce con il passare del tempo. Benché la durata dei brevetti sia ventennale, la loro durata media è di 9 anni. Ciò sta a significare, credo, che ,in Italia, gli altri 11 anni siano, appunto, un sussidio dello Stato.
Io non vengo pagato per fare il giornalista. Sono un'accademico, sfigato quanto vuoi. Ora: se scrivo qualcosa devo pagare, con fondi di ricerca, l'editore che mi pubblica. Poi la mia biblioteca compra il testo. Lo comprano gli studenti. E, sulla seconda di copertina, costoro leggono che la fotocopia distrugge il mercato del libro scientifico. Vi è un mercato del libro scientifico? No, il libro scientifico è TOTALMENTE finanziato dallo stato. L'editore si prende solo gli utili, senza alcun rischio di impresa. (Certo vi sono eccezioni: quelle che citi. Umberto Eco non ha bisogno dei fondi del suo dipartimento per pubblicare).
Il mercato cinematografico USA si fonda su di un accordo di cartello tra tutti i produttori e tutti i distributori, i quali hanno deciso che le opere straniere non vadano doppiate ma sottotitolate.
Ora, se io fossi un autore puro, in un vero mercato, e non venissi pagato per il mio lavoro dovrei scegliermi un altro lavoro. Questa è la dura legge del mercato. Oppure, come pari argomentare, dal momento che sono tutti stupidi e leggono solo gli «"happy few" che per ogni stronzata che scrivono (testi, musica e via dicendo) incassano fior di milioni», devo forse obbligarli e divenire intelligenti? Magari con i soldi dei contribuenti? O con l'ausilio dell'arma dei carabinieri?
Ciao. |
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Luca Ospite
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Inviato: 04 Mag 2004 14:55 Oggetto: Facciamo due conti |
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vi siete ami chiesti eprkè gli e-book nn hanno successo quanto gli mp3 o i divx?Semplice!Il costo di rpoduzione di un cd è di 30 centesimi il costo di acquisto 30 euro.Un libro ha una costo di produzione (leggi fotocopie o stampa) di10 euro e ne costa 30(per fare une sempio..).La percentuale di costi dovuti ai "diritti" è troppo elevata!Giustissimo difendere chi crea, e inventa, ma chi ha il poteredi decidere fino a quando uno è propietario di un idea?e fino a che punto può farsela pagare?il fruitore nn ha dunque alcun diritto?Un idea dopo un po diviene patrimonio dell'umanità, questo è ovvio nessuno oggi pagherebbe soldi ai figli di edison per la lampadina!Allora domandiamoci, fino a quando un cantante è propietario della sua creazione?e perchè può decidere da solo quanto farsi pagare di diritto per la sua opera?
amio avviso bisogna capire che il pubblico ha parlato chiaro : non gliene frega niente a nessuno di avere il cd bello con copertina e via discorrendo, preferiamo di gran lungo un mp3 a buon prezzo! allora perchè non smettere di produrre cd?e magari distribuire i pezzi dal sito? e per guadaganre basta che facciano qualche ocnerto in più, non credono moriranno di fame! |
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Giulio Marconi Ospite
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Inviato: 05 Mag 2004 01:22 Oggetto: E non e' tutto sul diritto d'autore |
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Oltre al decreto Urbani ben altro si sta per abbattere sul diritto al libero accesso all'informazione a causa di una vecchia direttiva europea del 1992 esattamente la 100/92 .
A causa di questa direttiva l'Italia con altri paesi ha subito un procedimento di infrazione ed ora un grave pericolo si annuncia per le biblioteche degli enti pubblici in Italia (cioe' le biblioteche pubbliche quelle comunali): la perdita della gratuità del servizio di prestito dei volumi. Cio' comportera' un gravissimo disagio per le categorie più deboli, quali i ragazzi, gli studenti, gli anziani, rendendo meno accessibile e ostacolando di fatto un servizio di base per l'educazione e la crescita culturale, quale è il prestito e questo proprio in contrasto con il Manifesto UNESCO per le biblioteche pubbliche .
Informazioni piu' dettagliate su cio' e su come aderire alla campagna No al prestito a pagamneto che l'AIB (Associazione Italiana Biblioteche) sta conducende insieme alla Biblioteca Civica di Cologno Monzese pososno essere reperite sul sito dell'AIB alla pagina
Cordiali saluti
Giulio Marconi
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Giulio Marconi
Presidente Sezione Lazio AIB (Associazione Italiana biblioteche)
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Giulio Marconi Ospite
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Inviato: 05 Mag 2004 01:26 Oggetto: E non e' tutto sul diritto d'autore 2 |
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Reinvio essendo saltate le url.
Oltre al decreto Urbani ben altro si sta per abbattere sul diritto al libero accesso all'informazione a causa di una vecchia direttiva europea del 1992 esattamente la 100/92 http://europa.eu.int/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEXnumdoc&lg=IT&numdoc=31992L0100&model=guichett
A causa di questa direttiva l'Italia con altri paesi ha subito un procedimento di infrazione ed ora un grave pericolo si annuncia per le biblioteche degli enti pubblici in Italia (cioe' le biblioteche pubbliche quelle comunali): la perdita della gratuità del servizio di prestito dei volumi. Cio' comportera' un gravissimo disagio per le categorie più deboli, quali i ragazzi, gli studenti, gli anziani, rendendo meno accessibile e ostacolando di fatto un servizio di base per l'educazione e la crescita culturale, quale è il prestito e questo proprio in contrasto con il Manifesto UNESCO per le biblioteche pubbliche http://www.aib.it/aib/commiss/cnbp/unesco.htm
Informazioni piu' dettagliate su cio' e su come aderire alla campagna No al prestito a pagamneto che l'AIB (Associazione Italiana Biblioteche) sta conducende insieme alla Biblioteca Civica di Cologno Monzese pososno essere reperite sul sito dell'AIB alla pagina http://www.aib.it/aib/cen/prestito.htm
Cordiali saluti
Giulio Marconi
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Giulio Marconi
Presidente Sezione Lazio AIB (Associazione Italiana biblioteche)
mailto:marconi@aib.it
mailto:lazio@laz.aib.it
http://www.aib.it/aib/sezioni/lazio/lazio.htm |
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Andrea Rossato Ospite
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Inviato: 05 Mag 2004 16:58 Oggetto: la direttiva 100/92 |
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Caro Giulio,
la ringrazio molto per averci ricordarto quel mostro immondo rappresentato da quell'orrenda direttiva, passata totalmente inosservata (anche e specialmente per colpa di noi giuristi!).
La vostra iniziativa è necessaria. Nel mio piccolo, già quando la notizia divenne pubblica fu quella di sensibilizzare i miei colleghi di quest'immane pericolo, che spero si riuscirà ad eliminare.
Temo il solito pasticcio: il contribuente pagherà. Ed i soldi necessari saranno sottratti alle già esigue risorse di cui le biblioteche godono. |
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Giulio Marconi Ospite
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Inviato: 06 Mag 2004 00:48 Oggetto: la direttiva 100/92 |
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Beh sai (diamoci del tu lasciamo perdere il formale lei) certo la situaizone non e'rosea. Le soluzione prospettate potrebbero essere: 1) l'utente va in biblioteca prende in presitot un docuemento e paga. 2) la biblioteca paga un tot. l'anno meno peggio ma in realta' i fondi destinati alla biblioteca sono fondi pubblici e quindi ci rimette sempre il contribuente 3) come in Inghilterra, se non erro, paga il ministero una quota e quindi siamo da capo a dodici e' sempre il contribuente il cittadino a pagare per un servizio che gli dovrebbe essere garantito e cioe' l'educazione, l'istruzione l'informazione.
Comunque noi come AIB (Associazione italiana biblioteche http://www.aib.it) stimao lottando strenuamente affinche' per le biblioteche sia sollevata l'eccezione. L'AIB con due suoi rappresentanti le dott.sse Anna Maria Mandillo e Maria Cristina di Martino (quest'ultima vicepresidente dell'AIB) sono al tavolo delle trattive con le istituzioni. Inoltre l'AIB attraverso le sue Sezioni regionali sta lavorando localmente strappando anche consensi alle istituzioni locali: fors enon tutto e' perduto. Da oggi sul nostro sito c'e' la possibilita' di aderire alla Campagna attraverso un modulo on line che vi invito tutti a compilare. Il modulo che e' sempre a http://www.aib.it/aib/cen/prestito.htm rimanda poi alla biblioteca di Cologna Monzese: per un accordo AIB e biblioteca di Cologno sara' quest'ultima a raccogliere tutte le firme: inquesto modo avremo un solo punto di raccolta senza cosi' creare confusione con tanti moduli sparsi ovunque.
Saluti a tutti
Giulio Marconi |
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ruggero Ospite
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Inviato: 07 Mag 2004 02:01 Oggetto: propietà intellettuale |
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spesso non si ha idea di quanto tempo occorra per scrivere una canzone o un libro.è il processo di una vita che si concentra in quel processo creativo.quindi appropiarsi di un opera senza nulla dare è come rubare l'anima di quell'individuo.anche perchè in questa società per vivere occorre denaro e come dovrebbero procurarselo gli artisti,svolgendo un altro lavoro?a presto |
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Giulio Marconi Ospite
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Inviato: 08 Mag 2004 01:24 Oggetto: propietà intellettuale |
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Certo perfettamente ragione, ma non sono certo le biblioteche a minare il diritto d'autore. Quanto in realta' incassano gli autori (se non si tratta dei grandi nomi) dai diritti? Ricordi quel bellissimo servizio della traspissione della RAI Repoerter proprio su questo tema? Il problema non e' dato dalle biblioteche/centri di documentazione che sono anzi gli organismi che diffondono capillarmente la conoscenza delle opere: spessissimo infatti opere vengono presentate proprio nelle biblioteche e le biblioteche stesse divengono punto di incontro tra il lettore e l'autore, quante volte si e' preso in prestito un libro e letto si e' andati in libreria per acquistarlo?. Inoltre diversi editori non sono molto d'accordo sul prestito a pagamento. Inoltre e' stato dimostrato statisticamente (ho cercato di reperire la documentaizone me non la trovo piu') che ove sorge una biblioteca accanto fiorisce un libreria: la biblioteca il bibliotecario ha proprio il ruolo che e' tutto etico e morale al'interno della societa' di reperire, gestire, e diffondere l'informazione senza pregiudizi. Infatti recita il Manifesto UNESCO per le biblioteche pubbliche http://www.aib.it/aib/commiss/cnbp/unesco.htm "La biblioteca pubblica, via di accesso locale alla conoscenza, costituisce una condizione essenziale per l'apprendimento permanente, l'indipendenza nelle decisioni, lo sviluppo culturale dell'individuo e dei gruppi sociali. Questo Manifesto dichiara la fede dell'UNESCO nella biblioteca pubblica come forza vitale per l'istruzione, la cultura e l'informazione e come agente indispensabile per promuovere la pace e il benessere spirituale delle menti di uomini e donne."
E ancora piu' avanti "La biblioteca pubblica è il centro informativo locale che rende prontamente disponibile per i suoi utenti ogni genere di conoscenza e informazione. I servizi della biblioteca pubblica sono forniti sulla base dell'uguaglianza di accesso per tutti, senza distinzione di età, razza, sesso, religione, nazionalità, lingua o condizione sociale. Servizi e materiali specifici devono essere forniti a quegli utenti che, per qualsiasi ragione, non abbiano la possibilità di utilizzare servizi e materiali ordinari, per esempio le minoranze linguistiche, le persone disabili, ricoverate in ospedale, detenute nelle carceri."
E poi viene ribadito "Le raccolte e i servizi non devono essere soggetti ad alcun tipo di censura ideologica, politica o religiosa, né a pressioni commerciali."
Quindi ribadisco no esiste affatto furto o appropriazione di un testo di un lavoro nel poterlo liberamente prendere in prestito e' invece il contrario e' grazie alla diffusione che fa la la biblioteca attraverso l'operato del bibliotecario che l'autore viene ancor di piu' conosciuto.
E che dire poi quando un ricercatori vuole pubblicare i risultati di un suo lavoro? Sapete quale e' l'iter? Un ricercatore svolge un progetto di ricerca in un ente pubblico di ricerca quindi finanziato in tutto e per tutto con fondi pubblici. Terminata la sua ricerca desidera metterla a disposizione della comunita' scientifica e quindi pubblicarla in una rivista. Invia il suo eleborato. Risposta dell'editore ok pubblico pero' mi cedi tutti i diritti e posso fare cio' che voglio e per la pubblicazione mi devi pagare. Poi la biblioteca dell'ente accende l'abbonamento presso l'editore a quella rivista e paga (molto) poi accende anche l'abbonamento per la consultazione via internet e ripaga (molto). Passa il ricercatore autore del lavoro desidera fotocopiare il suo lavoro, ma per far cio' la biblioteca (sempre con fondi pubblici) deve pagare all'editore un tot. per i diritti d'autore. Allora ricapitoliamo l'editore e' pagato:
1) dall'autore per pubblicare il lavoro
2) dalla biblioteca per l'acquisto della rivista cartacea
3) dalla biblioteca una seconda volta per avere la possibilita' di consultare via web la rivista
4)dalla biblioteca perche' gli utenti di questa possano fare le fotocopie
Ora fermiamoci un attimo a pensare:
1) il lavoro viene svolto dal ricercatore con fondi pubblici sfruttando (in senso positivo) i laboratori e i servizi (biblioteca compresa) del suo ente che
2)sono finanziati con soldi pubblici
3)produce un lavoro e paga l'editore per pubblicarlo e cede tutti i diritti se vuole vederlo pubblicato.
L'editore lo rivende alla biblioteca e viene pagato 4 volte per un lavoro che non e' suo e che e' stato svolto con fondi pubblici e ch emoralemnte appartiene all'autore, in primis, all'ente e alla comunita' intera. Riflettiamo su tutto cio'. Consiglio di andare a leggere: Lettura e scrittura celeste per ricercatori : un'anomalia post-gutemberg e la sua soluzione / Steven Harnad che troverete on line a http://www.text-e.org/conf/index.cfm?switchLang=Ita&ConfText_ID=7
Cordiali saluti
Giulio Marconi
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Giulio Marconi
Presidente Sezione Lazio AIB (Associazione Italiana biblioteche)
mailto:marconi@aib.it
mailto:lazio@laz.aib.it
http://www.aib.it/aib/sezioni/lazio/lazio.htm |
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Umberto Izzo Ospite
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Inviato: 10 Mag 2004 20:48 Oggetto: nota bibliografica |
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Leggo l'articolo dell'amico Andrea Rossato e (ovviamente) ne condivido appieno svolgimento e conclusioni.
Visto che sono stato citato, mi permetto di segnalare un link ove chi fosse interessato ad approfondire la storia del diritto d'autore (così istruttiva di questi tempi...) trova una bibliografia di riferimento:
http://www.jus.unitn.it/users/izzo/pubblicazioni/bibliografia.pdf
Il volume a cura di G. Pascuzzi e R. Caso, I diritti sulle opere digitali, Padova 2002 è invece presentato qui: http://www.jus.unitn.it/dsg/pubblicazioni/collana/pascuzzi/home.html.
Un saluto |
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Giulio Marconi Ospite
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Inviato: 11 Mag 2004 09:23 Oggetto: nota bibliografica |
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Sempre in materia di diritto d'autore altri due link:
La pagina del diritto d'autore e del copyright di Antonelal de Robbio
http://www.math.unipd.it/~derobbio/dd/copyr00.htm
Dal sito dell'AIB Iniziative dell'Associazione italiana biblioteche
http://www.aib.it/aib/cen/copyright.htm
Dal sito web dell'AIB Repertorio Copyright
http://www.aib.it/aib/lis/lpi08.htm
Un saluto Giulio Marconi
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Giulio Marconi
Presidente Sezione Lazio AIB (Associazione Italiana biblioteche)
mailto:marconi@aib.it
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http://www.aib.it/aib/sezioni/lazio/lazio.htm |
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Ospite
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Inviato: 28 Mag 2004 12:36 Oggetto: Come autore ... |
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...anche se sconosciuto (garantisco, scrivo racconti ...), so che non invento niente, ma prendo a mia volta ciò che esiste e di cui io mi accorgo tramite la mia sensibilità. Prendo dalla vita che mi circonda, prendo da altri autori, prendo dall'esistenza insomma ...
Non è possibile fare altrimenti, gli uomini non inventano niente, prendono ed usano, se poi, un sistema riesce a garantire a queste persone, gli artisti e gli autori (fondamentali per la cultura di un paese) attraverso l'economia propria di che vivere, ben venga, per tutti ...
Ma, voler far rientrare nel commercio ciò che è noprofit e per uso personale è amorale: minacciare pene pecuniare ed il carcere, poi, quanto di più disonesto potesse fare la destra ...
Come autore, anche se non conosciuto, sono offeso da norme di questo tipo: i ragazzi del Peer to Peer e di internet non sono criminali, criminale è chi li considera tali! |
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