pischela Mortale devoto

Registrato: 06/03/06 09:54 Messaggi: 8 Residenza: provincia livornese
|
Inviato: 06 Mar 2006 13:02 Oggetto: viva i nonni |
|
|
Anche io sono nonno, di due bellissimi bambini.
Ed ho i miei ricordi e quelli dei miei nonni.
Per inciso la denominazione di "tolini", o "tollini", non è nient'altro che l'italianizzazione del termine gergale "tulin", almeno questo era il termine che usavamo nel pavese.
Dei miei nonni ho bellissimi ricordi.
Di uno, quello paterno, ricordo la magrezza, il naso aquilino, l'asino legato al fico nell'aia accanto al pozzo, quel pozzo in cui mio padre si nascose dopo lo sbandamento dell'8 settembre salvandosi miracolosamente dall?esplosione di una bomba a mano lanciatavi dai nazifascisti per scovare i "disertori". Il pozzo è ancora lì, con la sua nicchia laterale sopra il pelo dell'acqua in cui trovarono rifugio, feriti ma salvi, mio padre e un suo commilitone. Ricordo il carretto, ricoverato nella carraia accanto al pozzo e al fico, con cui tutte le mattine il mio nonnino si recava a far canapa, con le gambe nell'acqua fino al ginocchio negli acquitrini campani come le mondine del pavese.
Dell'altro, quello materno, ricordo la bontà. Una delle poche cose che mi ha raccontato lui, personalmente, fu quando gli chiesi spiegazioni di quel dipinto, enorme ai miei occhi di bambino, che lo ritraeva in divisa militare con uno sciabolone al fianco. Mi raccontò della grande guerra, della guerra di trincea su quelle montagne a lui tanto estranee, arruolato in cavalleria, forse perchè era "mastro sellaro", di quando di notte scambiavano coi ?nemici? pezzi di pane secco. Il resto me lo ha raccontato mia madre, oggi bisnonna. Mi ha raccontato di come suo padre si sia mangiato una fortuna in immobili per osteggiare i fascisti, giungendo a pagarsi un maestro privato perché si è sempre rifiutato di far mettere la divisa da ?balilla? ai dodici figli, di come dette ricovero e ospitalità ad un ragazzo austriaco ?disertore? al passaggio del fronte e di come questo condivise con i miei le peripezie degli ?sfollati?, soggiornando in una grotta, cibandosi solo di uva, ben sapendo che rischiava la fucilazione se avessero scoperto il ragazzo austriaco.
Ricordo lui, il profumo del cuoio che permeava le sue botteghe, i finimenti, le selle, la cavallina che mio padre cavalcava ?a pelo?, senza sella, né morso, né briglie.
Ricordi di un tempo che fu e che non tornerà mai più.
- edit by ioSOLOio -
Ho copiato questo post nella discussione sui ricordi dei nonni, qua.
|
|