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Il sonno della ragione genera mostri.
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CptHook
Eroe in grazia degli dei
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MessaggioInviato: 27 Gen 2007 23:02    Oggetto: Il sonno della ragione genera mostri. Rispondi citando

Oggi ho avuto una discussione con un amico ebreo, su un altro forum, a proposito della giornata della memoria. Queste le mie opinioni in merito.

_____________________________________________________________

?Il sonno della ragione genera mostri.?

Quanta enorme verità in questa frase e, soprattutto, quanto universale è questa verità e quanto i mostri sono ancora in mezzo a noi e quanto ancora ci resteranno.

Personalmente ritengo che i morti ammazzati, massacrati, sterminati siano tutti, fondamentalmente, la prova di quanto l?essere vivente detto ?uomo?sia ancora ben lontano dall?essere ?umano?.

Chi o che cosa li ha ammazzati è uguale per tutti, si chiami guerra, si chiami terrorismo, si chiami xenofobia o etnocentrismo. I motivi che portano ad uccidere (al di fuori della legittima difesa) sono tutti ugualmente abietti.

I morti ammazzati sono stati tutti privati brutalmente della loro dignità, della loro felicità, del loro diritto. Sono morti, morti male, e sono passati nel regno della ?livella?, come diceva il grande Totò.

Loro adesso sono uguali, noi che restiamo li facciamo diversi, disconoscendo a loro e a noi stessi persino l?unico momento che ci renderà, alla fine, tutti veramente uguali, l?unica cosa che annulla tutte le differenze.

Voglio ricordare una volta di più il titolo del libro di Giorgio Pisanò ?Sangue chiama sangue? perché da questo consegue che ?odio chiama odio?. Il mio ricordo di bambino, (50 anni fa, mezzo secolo fa, la 2a G.M. era ancora un ricordo recente, alcune rovine a Napoli si vedevano ancora, bombe ancora si ritrovavano, come ancora oggi si ritrovano) il mio ricordo di bambino, dicevo, torna ad un film visto un?estate, un film che mi fece odiare i tedeschi, quei cattivi che avevano scatenato una guerra ingiusta e iniqua (ma esistono guerre giuste, sante, eque?).

Era giusto, domando a tutti voi, portare un bambino che non capiva a odiare qualcuno? E tutti quei films su quei cattivoni di pellirosse che scotennavano i poveri, bravi, civili uomini bianchi? E quei negracci, incivili, sporchi, brutti, che massacravano quei poveri missionari ed esploratori bianchi? Devo continuare? Non credo?, sono sicuro che avete capito cosa voglio dire.

Perché, per quale motivo mi si voleva mettere l?odio in cuore? Perché quella sera si è fatto sì che io pensassi: ?Da grande voglio uccidere i tedeschi.?? Badate, non sto scherzando e non sto mentendo?, ricordo perfettamente quella sera di 50 anni fa?

E allora veniamo a noi, al tema in discussione.

44magnum ha scritto:

Lo sterminio degli ebrei è solo quello che ci è toccato più da vicino .


Non sono d?accordo: è uno di quelli che abbiamo vissuto più vicino all?Italia, questo sì, ma che significa? Se la vicinanza avesse un significato cosa dovremmo dire del bombardamento americano sullo scalo di San Lorenzo a Roma? Molto più vicino a noi, non trovi?

Cosa dovrebbero dire gli inglesi, ai quali è più o meno altrettanto vicino, ma che hanno ben più vicino il massacro di Coventry? O i civili tedeschi che pure furono massacrati di bombe (e non solo)?

Segue.
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CptHook
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MessaggioInviato: 27 Gen 2007 23:03    Oggetto: Rispondi citando

Però forse non è stato abbastanza vicino ai giapponesi; forse è per questo motivo che è stato giusto sganciare le atomiche su Hiroshima e Nagasaki? Quelle stesse atomiche che Einstein, pare, non avrebbe avuto nulla in contrario a sganciare anche sulla Germania?

luponero ha scritto:

Il giorno della Memoria è manifestazione di civiltà , di coscienza civile e sociale che dovrebbe essere riferimento per tutti, sopratutto per le giovani generazioni che non avranno ricordi tramandati dalla tradizione familiare...


L?Italia, che io sappia, non ha una giornata della memoria dei suoi morti, eppure non ci sono mancati i morti.

Il Giappone ricorda i suoi morti, e ancora ce ne sono di giapponesi che portano i segni di quell?olocausto.

Perché oggi io o chiunque dovrebbe sentirsi colpevole solo per una singola specifica moltitudine di morti massacrati? Perché tutta la Germania dovrebbe sentirsi colpevole? O tutto il mondo solo per una parte di tutti i morti ammazzati dall?inizio della storia? Che cosa ha un morto ammazzato di diverso da un altro?

Io credo che se i morti potessero parlarci ci chiederebbero di ricordarli solo per imparare a non morire come loro, a non uccidere come sono stati uccisi loro, soprattutto a smettere di ricordarli, se ricordarli deve alimentare altro odio e fare altri morti ammazzati.

Considerare un morto ammazzato più degno di memoria e di rispetto in confronto ad un altro significa negare la dignità ad un altro ugualmente morto ammazzato, significa voler perpetuare le cause che hanno portato a quelle morti, significa volere a tutti i costi altri morti ammazzati.

Non capire questo, voler continuare a suscitare orrore, sdegno, ira, odio solo per una parte di quei morti, significa svilire completamente la tragedia di quel massacro, significa vanificare quel sacrificio facendolo diventare un ennesimo perenne macabro spot pubblicitario, significa servirsi di quei morti per creare i presupposti perché altri ve ne siano ancora e ancora.

Imporre per legge che una parte di tutti i morti massacrati sia esentata dalla ricerca storica, pensare addirittura che solo quella parte sia stata santificata dal martirio e che non si possa pensarla diversamente, altro non fa che gettare le basi per altre discriminazioni, altre persecuzioni, altre tragedie. Il pensiero umano è libero, invisibile, incoercibile. Represso, diventa rancore e il rancore nutre l?ignoranza, la madre dell?odio.

Quanto dura una vita? Quanto odio deve alimentare una vita? Non è nel mio credo porgere l?altra guancia, ma non lo è neppure chiedere misura per misura, occhio per occhio.

?Ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera.?

Questa è l?unica cosa che è veramente importante ricordare.
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zaefich
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MessaggioInviato: 28 Gen 2007 00:32    Oggetto: Rispondi citando

CptHook ha scritto:
Perché oggi io o chiunque dovrebbe sentirsi colpevole solo per una singola specifica moltitudine di morti massacrati? Perché tutta la Germania dovrebbe sentirsi colpevole? O tutto il mondo solo per una parte di tutti i morti ammazzati dall?inizio della storia? Che cosa ha un morto ammazzato di diverso da un altro?


..perché c' è morto ammazzato e morto ammazzato, e la differenza la fa come sei vissuto, ma sembra che per te da qualunque parte si stia, sia lo stesso e sembra che tu voglia equiparare la memoria della morte dei nazifascisti alla memoria della morte degli ebrei, come se la vita di un perseguitato fosse la stessa di un persecutore...
Se io vado rapinare uno mentre sta lavorando e ci spariamo ammazzandoci l' uno con l' altro, pensi che la morte ci renda uguali?.. si, ci rende ugualmente morti, ma io sono un delinquente morto e lui è un povero lavoratore morto... non saremo mai uguali, anche se è un dovere di tutti cercare di disinnescare la spirale di odio che si potrebbe generare..
Statti bene.. Wink
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CptHook
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MessaggioInviato: 28 Gen 2007 15:43    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:

Quanto odio deve alimentare una vita? Non è nel mio credo porgere l?altra guancia, ma non lo è neppure chiedere misura per misura, occhio per occhio.
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zaefich
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MessaggioInviato: 28 Gen 2007 16:43    Oggetto: Rispondi citando

CptHook ha scritto:
Citazione:

Quanto odio deve alimentare una vita? Non è nel mio credo porgere l?altra guancia, ma non lo è neppure chiedere misura per misura, occhio per occhio.


ovviamente siamo d' accordo su qualcosa...

Citazione:
non saremo mai uguali, anche se è un dovere di tutti cercare di disinnescare la spirale di odio che si potrebbe generare..
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CptHook
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MessaggioInviato: 28 Gen 2007 16:45    Oggetto: Rispondi citando

Ovviamente siamo d'accordo su qualcosa..., ti pare poco?
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MessaggioInviato: 28 Gen 2007 16:57    Oggetto: Rispondi citando

CptHook, in un certo modo credo di aver compreso cosa intendi..
e cioè che tutti i morti uccisi da aggressioni, guerre, atti terroristici e così via (e dunque zaefich non come intendi tu con l'esempio del rapinatore e del rapinato) sono in fondo uguali...tra i morti civili (perchè per i militari c'è ovviamente una differenza di fondo, pur essendo loro vittime della morte) dei bombardamenti in Vietnam e i morti dei bombardamenti in Iraq o in Libano o in Somalia a suo tempo o i morti dei bombardamenti in Giappone ecc.ecc.

però..
la grossa differenza di fondo è che per gli Ebrei era stato messo in atto un piano articolato e preciso per annientarli...
non erano vittime, seppur inermi, innocenti, civili, colpite da bombardamenti di guerra..
Erano stati ricercati, inseguiti, presi e incarcerati con l'obiettivo di sterminarli, annientarne la razza.
E questo è sostanzialmente diverso.
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MessaggioInviato: 28 Gen 2007 18:21    Oggetto: Rispondi citando

ioSOLOio ha scritto:

la grossa differenza di fondo è che per gli Ebrei era stato messo in atto un piano articolato e preciso per annientarli...
non erano vittime, seppur inermi, innocenti, civili, colpite da bombardamenti di guerra..
Erano stati ricercati, inseguiti, presi e incarcerati con l'obiettivo di sterminarli, annientarne la razza.
E questo è sostanzialmente diverso.


Una risposta che mi viene in mente a caldo è che anche il bombardamento di città, decisamente intenzionale, annienta i non combattenti, che siano pro o contro la guerra che si combatte. Ma non è questo che intendo.

Devo riallacciarmi a quanto scrivevo a proposito di quello che io vedo come un attentato alla libertà d'opinione, dato che le due cose, molto ovviamente, sono strettamente collegate.

Io non vedo la sostanziale differenza che tu affermi. Non la vedo perché, purtroppo, non è stato il primo e neppure il più recente sterminio "intenzionale".

Può darsi che sia stato quello che ha fatto il maggior numero di vittime ma anche questo è da dimostrare. Pare che Stalin abbia fatto ben di peggio, anche a danno di ebrei, ma non solo e certo non "inintenzionalmente".

Come è da dimostrare, almeno secondo alcuni, l'intenzionalità.

Il problema quindi sorge proprio nel momento in cui si vorrebbe che nessuno dissentisse dalla "verità ufficiale" e, a tal fine, si fanno leggi che puniscono chi dissente proprio in base all'affermazione univoca che "questo è sostanzialmente diverso."

Ragioniamo: se questa verità è così indiscutibilmente vera non corre alcun rischio di essere smentita qualunque ricerca si faccia.

Se è solo parzialmente vera, una ricerca onesta giungerà ad una verità più precisa, che è preferibile ad una meno precisa. O no?

Se, per assurdo, fosse totalmente falsa perché dovrebbe essere sostenuta come verità?
Corollario: in questo caso a chi gioverebbe una verità che non è vera?

E allora cosa succede? Succede che considerare solo questo "sostanzialmente diverso" automaticamente annulla o vanifica la morte di tutti gli altri.

Secondo te la tratta degli schiavi è stata meno intenzionale? E le motivazioni meno abiette?

Non sono stati anch'essi intenzionalmente privati della libertà, della famiglia, dei beni e deportati, in condizioni disumane, in un paese dal quale non potevano tornare indietro e nel quale hanno definitivamente perso quel pò di dignità che gli era rimasta?

Non sono stati anche loro massacrati di lavori pesanti e di punizioni sanguinose, nella più totale indifferenza verso una eventuale morte?

Le loro donne non sono state anch'esse il trastullo dei loro carcerieri?

La distruzione dei pellirosse d'America è stata molto diversa? Non è stato forse un genocidio motivato da avidità?

E il genocidio del popolo armeno? In che cosa potrebbe essere "sostanzialmente diverso"?

Cosa devo fare? La lista della lavandaia?

Quanto a lungo bisogna continuare a condannare le colpe storiche?

Perché a questo punto tocca tornare indietro all?inizio della Storia e mettersi a condannare tutte le colpe di tutte le ideologie e religioni che hanno prodotto dei morti ammazzati e scendere fino ad oggi.

Dimmi fra tutti questi massacri quale è la differenza sostanziale..., io non riesco proprio a vederla...

Una volta si attribuiva al califfo islamico Omar la distruzione della biblioteca di Alessandria (pare non sia successo) con la seguente motivazione:

"Se ciò che è contenuto in questi libri è già scritto nel "Libro", allora questi libri sono inutili. Se invece non è scritto nel "Libro" allora sono pericolosi."

Se non ha bruciato la biblioteca la frase non può essere vera, ma il concetto rimane...
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ioSOLOio
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MessaggioInviato: 28 Gen 2007 18:49    Oggetto: Rispondi citando

di nuovo credo di comprendere cosa intendi e peraltro mi riconosco in parte di ciò che dici.

Intanto con quanto detto prima non intendevo esprimere il mio dissenso, ma solo rispondere (in parte) oggettivamente alla tua domanda sul "perchè".

Indubbiamente poi non sarà stato il primo genocidio di massa.
O il primo barbarico atto perpetrato contro essermi umani in maniera studiata a tavolino.
Il primo che mi viene in mente: anche nella più recente guerra dei balcani le donne venivano stuprate in massa da uomini-bestie che però, pure senza saperlo magari, agivano secondo un preciso piano politico, quello di creare in un certo qual modo discendenti della loro "etnia".

Quindi ok, ve ne sono stati altre di situazioni così estreme come gli atti contro gli Ebrei perpetrati dai nazisti.
Però un pochetto mi sembra un poco come quando, dinanzi alle accuse che vengono mosse a certe personalità religiose del mondo islamico che istigano sostanzialmente alla violenza, si ricorda che anche la Chiesa Cattolica ha fatto le sue belle crociate ammazzando e saccheggiando.
E' vero ma ammesso quello, forse è meglio mettere un punto fermo. E ripartire.

Non nego che ci siano state le crociate.
Non nego che ci sia stata la tratta dei neri.
Non nego tante altre cose.
Successe però un po' di secoli fa.
Se davvero si vogliono paragonare i contesti...allora vuol dire riconoscere che certe persone oggi sono simili ai nostri antenati di alcune centinaia di anni fa
Con tutte le conseguenze del caso.


Butto poi un paio di sassi.
L'uguaglianza non è mai assoluta nella vita reale, forse su un dizionario, ma non nella realtà.
Cosa intendo? Che certe "lobby" (chiamiamole così) hanno un peso geo-politico differente da altri.

Se l'Iran dicesse che vuole cancellare dalla faccia della Terra il Burkina-Faso probabilmente il mondo occidentale direbbe in maniera accorata "Burkina Cheeeee?"
Poi magari a cose fatte interverrebbe. Come è intervenuto nei balcani, dopo anni, molti anni (e solo dopo aver convinto a intervenire gli Usa che all'epoca facevano molto comodo ai pacifisti..ma questo è un altro argomento)
Invece -che sia a parole per mera propaganda o una minaccia verosimile- dice che è Israele che dovrebbe sparire dalla faccia della Terra.
E la reazione globale è diversa, non c'è dubbio.

Ma questo non c'entra molto con verità storiche o libertà di opinioni.
E' semplice peso geo-politico degli uni o degli altri.
Forse anche un pochetto messo assieme alla consapevolezza della forza militare della vittima designata che, se accetta di correre il rischio di vedersi saltare per aria un pulmann pieno di civili, sicuramente correrebbe al riparo preventivamente (lo ha già fatto a suo tempo contro l'Iraq di Saddam) in caso di timori militari più seri.

(sono andato o.t.? po' esse....sorry)
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zaefich
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MessaggioInviato: 28 Gen 2007 22:26    Oggetto: Rispondi citando

ioSOLOio ha scritto:
...
e cioè che tutti i morti uccisi da aggressioni, guerre, atti terroristici e così via (e dunque zaefich non come intendi tu con l'esempio del rapinatore e del rapinato) sono in fondo uguali...


ho fatto un esempio molto semplice, è vero, ma quando parlo di vittime diverse a seconda del motivo per cui sono morte e della vita che hanno condotto, riconduco il mio punto di vista anche alle vittime mietute dalla guerra di liberazione, e affermo la differenza del morto nazi-fascista dal morto partigiano (rosso o bianco che fosse), la netta differenza tra chi lottava per l' affermazione della dittatura e chi per la democrazia.. e mentre sono d' accordo nel non alimentare odii e divisioni, sono convinto che certe azioni, olocausto compreso, vadano esecrate per sempre, continuamente, caro CptHoock, perché chi non conosce la storia è destinato a riviverla, sta scritto in qualche luogo simbolo..
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zaefich
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MessaggioInviato: 28 Gen 2007 22:36    Oggetto: Rispondi citando

CptHook ha scritto:
Corollario: in questo caso a chi gioverebbe una verità che non è vera?


..se vogliamo iniziare un discorso sulla opportunità politica di affermare o negare qualcosa, potrei ipotizzare, anzi, affermare con assoluta certezza che preferirei una non verità utile per tutti alla pacificazione e da monito per non ripetere atrocità, che una verità che invece possa risultare inutile e dannosa e consenta la riabilitazione o la banalizzazione di una tragedia...


CptHook ha scritto:
Quanto a lungo bisogna continuare a condannare le colpe storiche?


..per sempre, senza alcun dubbio, affinché non si ripetano più...
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GrayWolf
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MessaggioInviato: 29 Gen 2007 00:35    Oggetto: Rispondi citando

Non dimenticare è un dovere.

Considerare è un dovere altrettanto forte.

Considerando tutto vero e sacrosanto quello che avete detto, mi sembra si stia dimenticando qualcosa di molto importante: la strumentalizzazione.

Il titolo di questo topic non poteva essere più azzeccato:
non dobbiamo permettere che la nostra ragione si addormenti.
Occorre ricordare che, alla base di quanto detto finora, c'è sempre stato un solo uomo:
Il papa per le crociate
il presidente americano per lo sterminio dei pellerossa
hitler per l'olocausto
e... non vado più avanti perché nemmeno io voglio fare la lista della spesa.

Altre pecore per ignoranza o convenienza, hanno seguito questi uomini.

Il nostro dovere/diritto è quello di non essere pecore, di non farci strumentalizzare né dal potere né da quelli che, per ruolo o "discendenza", si credono nostri superiori e in grado di farci pensare ciò che vogliono loro.

Secondo me, recriminare non ha senso, ci fa rimanere immobili, vittime di di sabbie mobili che ci ingoiano progressivamente nonostante i nostri sforzi per mantenerci a galla.

Nessun paragone è valido di fronte alla morte, nessuno è meglio di un altro
se entrambi muoiono a causa della strumentalizzazione operata su di loro;
un esempio?? la fame e le malattie [volute da un perfido "gioco" economico].
[Muore di fame chi non ha cibo e contemporaneamente muore chi non glielo da per non subire conseguenze.]

La nostra ragione non deve addormentarsi, non per giovare a noi, ma per insegnare ai nostri figli [per chi ne ha] di non farsi sottomettere, di non credere che esista qualcuno in grado di dare loro la felicità o un mondo migliore di quello che già hanno, se riconoscono il proprio valore di Esseri Umani che vivono in mezzo ad altri Esseri come loro.
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MessaggioInviato: 29 Gen 2007 09:40    Oggetto: Rispondi citando

Grazie, Gray Wolf..., credo di non aver alcun commento da fare al tuo per me centratissimo intervento.

Ho invece molto da rispondere a Zaefich ma, per abitudine, prima di scrivere uso riflettere abbastanza attentamente perché non ci possa essere equivoco in quello che dico.
Quindi dovrai portare pazienza prima che io ti possa rispondere...
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MessaggioInviato: 29 Gen 2007 12:32    Oggetto: Rispondi citando

CptHook ha scritto:
Ho invece molto da rispondere a Zaefich ma, per abitudine, prima di scrivere uso riflettere abbastanza attentamente perché non ci possa essere equivoco in quello che dico.
Quindi dovrai portare pazienza prima che io ti possa rispondere...


Non ti preoccupare che non scalpito... Wink ..ho anch' io i miei tempi e il mio daffare... ma mi fa piacere che tu rifletta attentamente, perchè anche nell' altro thread c' erano diverse contraddizioni... e poi mi fa anche piacere farti da "stimolo"... Very Happy Very Happy
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MessaggioInviato: 29 Gen 2007 14:58    Oggetto: Rispondi citando

CptHook ha scritto:

Corollario: in questo caso a chi gioverebbe una verità che non è vera?

zaefich ha scritto:

..se vogliamo iniziare un discorso sulla opportunità politica di affermare o negare qualcosa, potrei ipotizzare, anzi, affermare con assoluta certezza che preferirei una non verità utile per tutti alla pacificazione e da monito per non ripetere atrocità, piuttosto che una verità che invece possa risultare inutile e dannosa e consenta la riabilitazione o la banalizzazione di una tragedia...


Da un punto di vista teorico filosofico potrebbe anche non fare una grinza?, personalmente però io preferisco una verità sgradevole e intellettualmente onesta ad una meno sgradevole ma intellettualmente disonesta.

Anche perché come non si può e non si deve negare la vita del corpo così non si può e non si deve negare la vita della mente.

CptHook ha scritto:

Quanto a lungo bisogna continuare a condannare le colpe storiche?

zaefich ha scritto:

..per sempre, senza alcun dubbio, affinché non si ripetano più...


Perfetto, ottimo?, ne consegue che sarai allora d?accordo con me che le colpe vadano esattamente accertate e non attribuite un tanto al chilo.

Perché, sai, se qualcuno ritiene di essere stato eccessivamente accusato, per sempre, e che qualcun altro sia eccessivamente beneficiato da quella colpa, è probabile che il primo si ink@§§i alquanto verso il secondo e rimanga aperta quella spirale di incomprensione che ha creato il conflitto.
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MessaggioInviato: 29 Gen 2007 16:24    Oggetto: Rispondi citando

ammetto di essermi un pochetto perso....

o forse avevo proprio capito male io fin dall'inizio..

pensavo che la domanda fosse "dal momento che per quanto atroce e abominevole il crimine perpetrato contro gli ebrei non è stato il primo e nemmeno l'ultimo, perchè c'è il giorno della memoria per questo crimine e non per gli altri? perchè pare che il crimine orribile contro gli ebrei sia più "orribile" di altri ? ecc.ecc.

se così è, allora mi sfugge l'andare a parlare in senso teorico, filosofico del fatto che sia meglio un "verità non vera che però giova" o del fatto che
CptHook ha scritto:
Perché, sai, se qualcuno ritiene di essere stato eccessivamente accusato, per sempre, e che qualcun altro sia eccessivamente beneficiato da quella colpa, è probabile che il primo si ink@§§i alquanto verso il secondo e rimanga aperta quella spirale di incomprensione che ha creato il conflitto.



che l'Olocausto ci sia stato credo che sia una verità vera e innegabile, indiscutibile.
A meno che i 6 milioni di morti non si siano suicidati ([polemica_on]beh in effetti fossimo stati solo in Italia dopo mille processi si sarebbe quasi evinto quello![/polemica off]) l'Olocausto c'è stato.
E come detto pur se non è stato il primo caso di "eliminazione di razza studiata a tavolino (Stalin probabilmente più in piccolo e in casa propria quello faceva) ne' l'ultimo (Balcani, centr'Africa, attuale Iraq, ecc.) è stato sicuramente quello di più ampie proporzioni e che ha coinvolto direttamente più stati e per di più tutti Occidentali.

Che poi si possa discutere sull'utilità o meno, sulla liceità o meno delle recenti proposte di legge è altra cosa.

O no?
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MessaggioInviato: 29 Gen 2007 16:41    Oggetto: Rispondi

ioSOLOio ha scritto:
ammetto di essermi un pochetto perso....

o forse avevo proprio capito male io fin dall'inizio..

pensavo che la domanda fosse "dal momento che per quanto atroce e abominevole il crimine perpetrato contro gli ebrei non è stato il primo e nemmeno l'ultimo, perchè c'è il giorno della memoria per questo crimine e non per gli altri? perchè pare che il crimine orribile contro gli ebrei sia più "orribile" di altri ? ecc.ecc.



No, non hai capito male..., la domanda che è alla base di tutta la discussione è proprio quella..., le elucubrazioni circostanti non aiutano a trovare la risposta e, principalmente, sviano l'attenzione dal problema collegato...
cioè perché si vuole contestare (e in molti casi punire) il diritto di porre questo massacro in una prospettiva storica corretta, cioè che si tratta di un'ennesima prova della follia umana?

Qui una risposta che dovrebbe essere abbastanza esplicativa, per di più da una fonte insospettabile:

" A volte le oscurità del passato sono dovute ai condizionamenti del presente.
Attualmente c'è nel dibattito storico un uso e un abuso del termine 'revisionista' come se fosse un bastone da dare in testa a chi la pensa in modo diverso rispetto al pensiero dominante.
Da quando fu coniata, questa parola è sempre stata usata un maniera demonizzante da chi era dalla parte del torto."


Paolo Mieli - da una intervista a Stenio Solinas ("Il Giornale" - 22/2/2000)

E anche:

" Motivi ed interessi estranei all'Olocausto sono responsabili della quasi tumorale crescita del discorso sull'Olocausto sino ad assumere le connotazioni di una religione." e ancora:" Non si eramai avuto il caso di un evento storico la cui memoria aumentasse anziché perdersi nel corso degli anni. Ma chiunque in proposito usi dire una parola controcorrente rischia di essere accusato di complicità ideologica in crimini contro l'umanità."

Peter Novick (storico americano, ebreo, docente della Chicago University) 1° maggio 2000.

E sono solo due di tanti..., forse dubitare potrebbe essere buona cosa, specie considerando che l'alternativa al dubbio, cioè la supina acquiescenza, lascia spazio all'imposizione di verità certificate "per legge".
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