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Beppe Grillo tra l'Uomo Qualunque e i Ristoranti del Cuo
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Zeus News
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MessaggioInviato: 21 Apr 2007 09:16    Oggetto: Beppe Grillo tra l'Uomo Qualunque e i Ristoranti del Cuo Rispondi citando

Commenti all'articolo Beppe Grillo tra l'Uomo Qualunque e i Ristoranti del Cuore
L'attività dell'(ex?) comico genovese ne ricorda altre simili rivolte contro la politica: quella di Coluche in Francia e di Guglielmo Giannini in Italia.
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merlin
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MessaggioInviato: 21 Apr 2007 10:56    Oggetto: Adriano il qualunquista Rispondi citando

Mi pare che la testata de "L'Uomo Qualunque" raffigurasse un tapino stritolato in un torchio da stampa a mano, di quelli usati un tempo per il volantinaggio della controinformazione. Forse è per quello che col tempo l'appellativo qualunquista ha assunto un valore dispregiativo, quasi sempre rivolto a persone o eventi sgraditi alla cultura di sx, dall'ala democraticamente progressista a quella dichiaratamente extraparlamentare. Fa perciò un po' senso trovarla da ultimo riferita all'Adriano nazionale, comunista da sempre.
"Il tempo passa e ogni beltà cancella"
L'avvenenza fisica, immagino possiamo metterla nel dimenticatoio, ammesso che l'abbia mai posseduta; ma che ne è, di quella istituzionale? Mah, sarà un segno dei tempi che cambiano...
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Pier Luigi Tolardo
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MessaggioInviato: 21 Apr 2007 11:53    Oggetto: Adriano di destra o sinistra? Rispondi citando

Adriano Celentano non è mai stato di sinistra nel senso dichiarato e formale del termine da parte sua nè è stato mai considerato dalla sinistra italiana come "uno dei loro o un compagno di strada".
A differenza di Gino Paoli, che è stato deputato del Pci, Luigi Tenco o Gianni Morandi, militanti dichiaratamente comunisti come Claudio Villa o come i cantautori di sinistra, da Guccini a De Gregori a Venditti a Finardi a Lavezzi o Lolli, o come Modugno che diventò deputato radicale Celentano non si è mai detto di sinistra. Anzi, la sinistra lo demonizzò non poco ai tempi della sua famosa canzone negli anni '70 "Chi non lo lavora non fa l'amore" che critica verso la situazione di conflittualità sociale di quegli anni venne considerata "antisindacale". I continui riferimenti di Celentano nelle sue canzoni, nei discorsi pubblici a Gesù Cristo e alla Fede lo fecero considerare una cosa estranea, per molti anni, dalla sinistra che criticò moltissimo il suo appello ad annullare la scheda in un referendum fatto per Tv.
Anche se cattolico dichiarato Celentano non ha però mai fatto parte o simpatizzato apertamente per la Dc. Dopo il film "Joan Lui", dedicato ad una lettura personale di Gesù Cristo, attualizzato ai giorni nostri, con pesanti critiche al comunismo(eravamo prima dell'89) fu molto apprezzato dal settimanale di Comunione e Liberazione Il Sabato criticato ancora dalla sinistra che, spesso, lo ha definito qualunquista per certe canzoni in cui fa appello alla buona volontà e non alla lotta politica come ad esempio Svalutation.
La sua cultura antindustrialista, ecologista in senso della nostalgia di un mondo rurale scomparso, molto prima dei Verdi, le sue dichiarazioni pesantemente antiabortiste, per affermare il valore della famiglia, lo pongono oggettivamente fuori da un ambito culturale proprio della sinistra italiana.
Solo, ultimamente le sue prese di posizione sono apprezzate dal critico musicale(suo parente) de Il Manifesto e anche la sua critica dei media mentre una forte critica antiberlusconiana del suo RockPolitik, l'ultimo spettacolo televisivo di Celentano, lo ha reso più simpatico alla sinistra, ma per ragioni iù strumentali e contingenti che di vera sintonia con il personaggio.
Per la gente "Adriano è Adriano" e basta, nè di destra nè di sinistra, forse un po' di centro come loro, forse qualunquista nel non sentirsi veramente di nessun partito, uno che canta belle canzoni d'amore e canzoni che ci fanno sentire italiani in ogni luogo del mondo, sull'Himalaya come alle Maldive, tipo Azzurro, un'icona nazionale senza particolari colorazioni politiche.
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merlin
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MessaggioInviato: 21 Apr 2007 16:49    Oggetto: Re: Adriano di destra o sinistra? Rispondi citando

Pier Luigi Tolardo ha scritto:
Adriano Celentano non è mai stato di sinistra nel senso dichiarato e formale del termine
...
Solo, ultimamente le sue prese di posizione sono apprezzate dal critico musicale(suo parente) de Il Manifesto e anche la sua critica dei media mentre una forte critica antiberlusconiana del suo RockPolitik, l'ultimo spettacolo televisivo di Celentano, lo ha reso più simpatico alla sinistra, ma per ragioni iù strumentali e contingenti che di vera sintonia con il personaggio.
Per la gente "Adriano è Adriano" e basta, nè di destra nè di sinistra, forse un po' di centro come loro, forse qualunquista nel non sentirsi veramente di nessun partito, uno che canta belle canzoni d'amore e canzoni che ci fanno sentire italiani in ogni luogo del mondo, sull'Himalaya come alle Maldive, tipo Azzurro, un'icona nazionale senza particolari colorazioni politiche.


Allora definiamolo oggettivamente "trasformista" ?
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kluster
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MessaggioInviato: 21 Apr 2007 17:17    Oggetto: Rispondi citando

Per come la vedo io "qualunquista" e "demogogo" sta ssumento ormai una critica sterile e snob da parte di una nicchia di intellettuali che teorizza tutto, concettualizza tutto, valuta tutto, ma che poi accocchia accocchia non combina proprio una mazza.

Intanto l'italia va allo sbando, è di oggi la notizia che Dell'Ultri è a Pavia per sponsorizzare un concerto per il Papa. Cioè ma ce ne rendiamo conto di cosa vuol dire cio?.
E tutti a dire che schifo che schifo ma tutti poi che si girano dall'altro lato e non fanno nulla.
Poi arriva un Piero Ricca, l'additato qualunquista di turno che parte per andare a fare una contestazione con i volantini stampati con il curriculum penale di Marcello Dell'Utri, e tutti a dire "si ma non è il metodo corretto, la sua è propaganda demogagica" e bla bla bla .
Poi magari continuano a votare il loro politico di turno perchè lui no, lui non è qualunquista, no.
bah faccio il qualunquista anch'io ma si:
che popolo di merda è diventato l'italiano (con la "i" minuscola).
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MessaggioInviato: 21 Apr 2007 18:46    Oggetto: Rispondi citando

kluster ha scritto:
Per come la vedo io "qualunquista" e "demogogo" sta ssumento ormai una critica sterile e snob da parte di una nicchia di intellettuali che teorizza tutto, concettualizza tutto, valuta tutto, ma che poi accocchia accocchia non combina proprio una mazza.

Intanto l'italia va allo sbando, è di oggi la notizia che Dell'Ultri è a Pavia per sponsorizzare un concerto per il Papa. Cioè ma ce ne rendiamo conto di cosa vuol dire cio?.
E tutti a dire che schifo che schifo ma tutti poi che si girano dall'altro lato e non fanno nulla.


E perché. scusa, Cusani sì e Dell'Utri no?

kluster ha scritto:
....
bah faccio il qualunquista anch'io ma si:
che popolo di merda è diventato l'italiano (con la "i" minuscola).


Forse hai ragione, tuttavia è anche merito del popoli italiano se ognuno può dire la sua in merito a qualsiasi cosa.
Quanto al farsi anche ascoltare, è un altro par di maniche; ma a sentire (e putroppo talvolta anche a leggere) certe cose, non mi sembra poi una gran disgrazia.
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kluster
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MessaggioInviato: 21 Apr 2007 19:26    Oggetto: Rispondi citando

merlin ha scritto:

E perché. scusa, Cusani sì e Dell'Utri no?


non capisco cosa c'entri e come si arrivi al "Cusani si e Dell'Utri no".


Citazione:

Forse hai ragione, tuttavia è anche merito del popoli italiano se ognuno può dire la sua in merito a qualsiasi cosa.


concettualmente giusto, nella pratica invece è sbagliato, merito del popolo italiano se ognuno puo' dire la sua in merito a qualsiasi cosa, merito del popolo italiano pero' se non arriva mai a nessuno, e merito del popolo italiano se chi , di lavoro, dovrebbe analizzare e reagire sulla cosa espressa, è assente. Siamo in un paese dove da destra a sinistra parlano bene di Craxi quindi parlare di qualunquismo mi fa venire proprio da ridere, forse meglio non lamentari e pensare direttamente all'espatrio...
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MessaggioInviato: 21 Apr 2007 22:25    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
non capisco cosa c'entri e come si arrivi al "Cusani si e Dell'Utri no".


Perché ti meravigli della connessione di Dell'Utri col Papa e non di quella di Cusani con le sua attività nel sociale?

Citazione:
Siamo in un paese dove da destra a sinistra parlano bene di Craxi quindi parlare di qualunquismo mi fa venire proprio da ridere, forse meglio non lamentari e pensare direttamente all'espatrio...


Consolati. Se i matti fossero in maggioranza, i savi starebbero in manicomio. Per cui se a dx come a sx si tende ad una rivalutazione, magari un motivo ci sarà. Personalmente, ritengo che dovremmo scandalizzarci per ben altre cose, ad esempio la canonizzazione del Papa-Re che fu anche -se non sbaglio- il principale di quel tal Mastro Titta che lasciò scritte delle memorie davvero illuminanti.
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MessaggioInviato: 22 Apr 2007 16:32    Oggetto: Rispondi citando

merlin ha scritto:

Perché ti meravigli della connessione di Dell'Utri col Papa e non di quella di Cusani con le sua attività nel sociale?


no no fermo, pure Cusani ci metto nel mezzo, quello che mi scandalizzava non era la connessione tra Dell'Utri e il Papa, ma l'esistenza di un personaggio come Dell'Utri che ARRIVA a presentare un concerto in onore del papa.

Citazione:

Consolati. Se i matti fossero in maggioranza, i savi starebbero in manicomio. Per cui se a dx come a sx si tende ad una rivalutazione, magari un motivo ci sarà. Personalmente, ritengo che dovremmo scandalizzarci per ben altre cose, ad esempio la canonizzazione del Papa-Re che fu anche -se non sbaglio- il principale di quel tal Mastro Titta che lasciò scritte delle memorie davvero illuminanti.


su questo ti do' ragione, ma ormai è solo un mero elenco di esempi, non cambia mai nulla, il calcio Carraro è li, le banche Fiorani è li', l'economia Cusani è li' Buora è li', Tronchetto è li', Scaroni è li', la politica, Dell'Utri Berlusconi Cuffaro, De mita Cirino Pomicino, Cesa etc sono sempre li etc etc. Ormai tiro un dado per decidere su cosa stupirmi
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Gateo
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MessaggioInviato: 23 Apr 2007 13:44    Oggetto: approfondimento Rispondi citando

Se interessa, in questo thread abbiamo provato a parlare del Fronte dell'Uomo Qualunque.
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{thomasbertrand}
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MessaggioInviato: 24 Apr 2007 00:30    Oggetto: Grillo? Conosco troppa gente che non sa costruire Rispondi citando

Beope Grillo mi piace, è simpatico e intelligente. Oserei dire necessario e insistituibile: la coscienza critica nazionalpopolare di cui questo Paese ha bisogno. Ma, per cortesia, che almeno lui non si senta di "scendere in campo": troppo facile criticare senza aver mai realizzato nulla. Le sue proposte, per l'amor del cielo, tutte valide e sacrosante. Ma si fosse mai impegnato in prima persona per realizzarne una sola!! Non è il suo ruolo, e lui intelligentemente lo sa. Ma non scenda in campo: abbiamo troppi polici (e giornalisti) capaci di criticare (e vendere copie) quando sono all'opposizione, ma incapaci di costruire quando sono chiamati contratamente a farlo!
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{utente anonimo}
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MessaggioInviato: 24 Apr 2007 08:52    Oggetto: Grillo come Corona? Rispondi citando

Sembra che prima dei suoi interventi, un suo emissario "offra" alle controparti la possibilità di evitarli. Ma saranno tutte maldicenze!
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OXO
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MessaggioInviato: 25 Apr 2007 12:18    Oggetto: Re: Adriano di destra o sinistra? Rispondi citando

Pier Luigi Tolardo ha scritto:
...Per la gente "Adriano è Adriano" e basta, nè di destra nè di sinistra, ...uno che canta belle canzoni d'amore e canzoni che ci fanno sentire italiani in ogni luogo del mondo,...tipo Azzurro, un'icona nazionale senza particolari colorazioni politiche.


Innanzitutto, mi permetto una precisazione: Azzuro non è una canzone nazional-popolare e non è assolutamente di Celentano, oltre a non aver niente a che fare con la politica, ma una splendida poesia in musica scritta dal Maestro Paolo Conte.

Chiusa questa (a mio modo di vedere) doverosissima parentesi musicale, veniamo al dunque. Ho paura che l'articolo faccia un po' troppa confusione, e anche gli interventi del forum sembrano dimostrare ancora una volta quale sia il reale problema della società civile italiana: o tutto è bianco, o tutto è nero.

Paragonare Beppe Grillo al qualunquismo di Giannini mi pare un'estrema forzatura culturale e politica: culturale poiché il messaggio che viene lanciato è completamente differente, così come è differente il contesto storico e sociale nel quale si innesta; politica poiché mi sento di escludere quasi totalmente una qualsivoglia velleità di carriera politica (intesa nel senso letterale del termine) da parte di Grillo.

Non capisco poi cosa c'entri Adriano Celentano: basta che qualcuno la cui popolarità esca dai confini del rione dove abita esprima un proprio parere su questo e su quello è giù che nasce un nuovo movimento politico! Credo che neanche Adrianone nazionale abbia mai preso in considerazione di entrare in politica, ma sa perfettamente che la sua posizione sociale gli permette di influenzare in parte l'opinione pubblica nazionale. Ciò non vuol dire nè appartenere ad un partito, nè tantomeno essere qualunquisti.

Il fatto è che in Italia non siamo ancora riusciti a superare la dicotomia politica/ideologia: non sappiamo far lavorare il cervello senza prima aver deciso se chi ci sta lanciando il messaggio sia comunista o democristiano; non riusciamo a capire come certi valori (quali l'ecologismo, la tutela di alcuni diritti fondamentali come la casa, il lavoro e la salute, il diritto all'eutanasia e alla soddisfazione della propria natura sessuale) non possano e non debbano essere appannaggio di una sola cultura di parte.
Quelli che nei Paesi civili vengono chiamati partiti d'opinione in Italia non sono ancora riusciti ad affermarsi, stritolati dalla logica partitica dell'appartenenza alla destra o alla sinistra: la fine del progetto de La Rosa Nel Pugno lo dimostra con forza.

Allora continuiamo a cercare per forza una collocazione alle voci solitarie che cercano di aprire gli occhi alla gente su quelli che sono i veri problemi della società contemporanea: tutti bianchi, o tutti neri.
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{Christian}
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MessaggioInviato: 25 Apr 2007 16:17    Oggetto: Rispondi citando

Ecco si ricomincia : quando qualcuno da fastidio ai potenti corrotti lo si comincia ad etichettare di qualunquismo : è qualunquismo pretendere che i nostri dipendenti al parlamento al senato condannati in via definitiva marciscano in galera invece che prendere 18.000 euro al mese sugli scranni del parlamento ? E' qualunquismo pretendere che le collusioni mafiose con la politica vengano portate alla luce e sanzionate con la galera ? E' qualunquismo pretendere che tutti paghino delle tasse giuste ? E' qualunquismo chiedere che ci sia una reale democrazia e non quel teatrino e di compromesso che permette a una cricca di briganti di spolpare il paese da tutte le sue risorse. Allora sono ORGOGLIOSO di essere QUALUNQUISTA
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Pier Luigi Tolardo
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MessaggioInviato: 25 Apr 2007 20:11    Oggetto: Non si voleva etichettare Rispondi citando

L'intento non era quello di etichettare Grillo come "qualunquista", anzi si cercava di spiegare come lo stesso fenomeno storico del qualunquismo italiano, quello di Giannini, aveva ragioni e contenuti validi anche se poi ne è stata data un'interpretazione solo negativa. Oggettivamente, il fenomeno Grillo assomiglia a quello di Giannini per molti versi anche se ci troviamo in un contesto molto cambiato e ci sono tematiche come quelle ambientalistiche allora sconosciute.
Il problema è quanto riuscirà ad incidere sulla politica se dovesse diventare un movimento politico organizzato che scende in campo direttamente alle elezioni, da solo o alleato con altri, oppure esercita, dall'esterno, un orientamento a favore di uno schieramento o dell'altro, di candidati o meno.
Ad esempio non ho citato il fenomeno "Yves Montand" parallelo a Coluche in Francia e simile a Grillo: il popolare attore e cantante francese,di origine italiane, che da giovane aveva partecipato alla Resistenza e che aveva sempre simpatizzato per la sinistra ad un certo punto negli anni '80 con una serie di prese di posizioni pubbliche interviene nel dibattito politico francese, criticando tutti i partiti sia di destra che di sinistra, ottenendo un grosso interesse da parte dell'opinione pubblica e accarezzando l'ipotesi di presentarsi anche lui alle Presidenziali, ipotesi poi accantonata e messa da parte con un riflusso su vicende private da parte dello stesso Montand.
Negli Usa uomini dello spettacolo come Schwarzenegger si sono messi in politica, nel suo caso rinnovando le posizioni della destra repubblicana mentre Warren Beatty non ha mai nascosto l'intenzione, mai praticata, per ora, di svolgere un ruolo più importante nelle vicende del Partito Democratico di cui è simpatizzante, non escludendo di prsentarsi alla Presidenza.
In Italia abbiamo avuto il caso recentissimo di Dario Fo che presentatosi alle primarie per scegliere il candidato del Centrosinistra a Sindaco di Milano ha raccolto un buon consenso ma è stato sconfitto e poi è entrato in polemica con lo stesso partito di Rifondazione che pure lo aveva appoggiato.
L'articolo era di analisi, mi spiace che non sia stato colto il suo fine.
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Pier Luigi Tolardo
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MessaggioInviato: 25 Apr 2007 20:26    Oggetto: Grillo farà politica? Rispondi citando

Credo che la domanda giusta è Grillo farà mai politica o no?
Finora lui stesso lo ha escluso ma oltre ad aver diritto, come tutti, di cambiare idea, non sarebbe la prima volta che una persona del mondo esterno alla politica nega fino all'ultimo il suo ingresso in politica ma poi ci entra. Qualcuno mi crocifiggerà, ora, perché paragonare Grillo a Berlusconi è quasi una bestemmia: ma Berlusconi ha sempre negato negli anni e fino all'ultimo il proposto di entrare in politica e ora nessuno riesce a farlo uscire. Qualcuno dirà che Berlusconi è un bugiardo sistematico e Grillo no, e sono d'accordo, ma spesso la realtà stessa ti cambvia e ti costringe a decidere cose che non avevi mai preventivato.
Per esempio tutti quelli che hanno formato gruppi di pressione "grilliani" (i Meetup)escludono sistematicamente di entrare in politica?Non potrebbero esercitare una pressione su Grillo perché lo facesse? E Grillo in questo momento, saggiamente, non rivela ancora le sue intenzioni, perché lui stesso non è completamente sicuro di voler andare a parare, di avere la possibilità organizzativa di entrare in politica senza essere subalterno a nessuno e quindi non è velleitario, ma saggia e prepara il terreno con gli spettacoli, il Blog, i libri, le campagne sempre più insistenti e a 360°, la formazione di sempre più gruppi, diffusi in tutta Italia e il loro coordinamento, etc.
Non ci sarebbe niente di male: oggettivamente si sta formando un forte movimento di opinione, che necessariamente non deve sfociare in un partito, sono d'accordo, ma che può essere come una "lobby", una lobby perbene, democratica e popolare, poi se c'è lo spazio, la forza, la volontà chiara non solo da parte di Grillo ma da parte di tanti altri, può diventare anche un partito. In questo senso Grillo non è un velleitario, un ingenuo, un irrealista ma misura forze ed energie, poi certo del domani, soprattutto politico, non c'è certezza.
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MessaggioInviato: 26 Apr 2007 08:17    Oggetto: Grillo farà politica? Rispondi citando

Anche i "Legambientisti" giuravano che non sarebbero entrati mai in politica, giungendo perfino ad espellere chi(Beniamino Bonardi) si voleva presentare alle elezioni. Ora siamo pieni di politici ex Legambiente (Realacci, Gentiloni, ecc.)
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{Paolo}
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MessaggioInviato: 30 Giu 2012 01:47    Oggetto: Rispondi

Al di là dell'attuale crisi, secondo me irreversibile, di un sistema economico fuori controllo, il ruolo dei giullari/comici in politica è sempre stato lo stesso. Il potere, infatti, si limita a utilizzare i "capipopolo" per rafforzarsi. Per placare il popolo furibondo. E la massa non si rende conto che ogni vero mutamento può avvenire solo partendo da un suo cambiamento interiore. Da un mutamento dei suoi costumi e del suo modo di relazionarsi col prossimo.
A proposito del ruolo di comici/giullari alla Grillo nella nostra società, segnalo il pezzo su Persinsala "Grillo, Coluche e il potere sovversvo della cultura popolare di Giancarlo Chiariglione":
Citazione:
Nei giorni immediatamente successivi all’exploit del comico Beppe Grillo e del suo Movimento a 5 Stelle alle ultime elezioni amministrative, giornalisti e politologi hanno spesso associato tale fenomeno a quelli del qualunquismo, del populismo, del poujadismo, della protesta per la protesta, parlando di una risposta demagogica ai seri problemi di una società in crisi di identità, prosciugata di valori, spiritualità ed energie, prima ancora che svuotata all’interno del portafogli.

Incapaci di prenderne le misure e nel tentativo di ridimensionarlo, di declassarlo a semplice espressione risentita dell’anti-politica, i media hanno paragonato il “grillismo” al movimento del Fronte dell’Uomo qualunque fondato nel 1944 dal giornalista e commediografo napoletano Guglielmo Giannini, nonché alle forme di protesta contro la cosiddetta partitocrazia sviluppate a suo tempo dal MSI, dai Radicali, dalla Democrazia Proletaria e più recentemente dai Verdi e dalla Lega Nord.

In realtà, per tentare di comprendere le ragioni di questa assoluta novità nel panorama politico del Bel Paese, è necessario forse volgere lo sguardo in un’altra direzione. Seguendo, infatti, il suggerimento dei francofoni che invitano ad analizzare le similitudini tra l’ascesa politica di Grillo e quella del comico Coluche candidato alle elezioni presidenziali francesi del 1981, più che cercare analogie tra il fenomeno della nascente Terza repubblica e movimenti protestatari come quelli succitati, bisogna probabilmente interrogare la cultura comica popolare e quelle scienze sociali che consentono di riflettere sulle dinamiche dell’aggregazione umana e sulle forme di teatralizzazione del Potere che determinano la vita delle nostre comunità.

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Qui l'autore sottolinea, infatti, come il popolo non sia mai stato in grado di gestire la sua libertà e i suoi diritti, consegnando alle élites il vero Potere.
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