Indice del forum Olimpo Informatico
I Forum di Zeus News
Leggi la newsletter gratuita - Attiva il Menu compatto
 
 FAQFAQ   CercaCerca   Lista utentiLista utenti   GruppiGruppi   RegistratiRegistrati 
 ProfiloProfilo   Messaggi privatiMessaggi privati   Log inLog in 

    Newsletter RSS Facebook Twitter Contatti Ricerca
* Heisenberg e Zenone
Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Scienze e nuove tecnologie
Precedente :: Successivo  
Autore Messaggio
madvero
Amministratore
Amministratore


Registrato: 05/07/05 20:42
Messaggi: 19480
Residenza: Ero il maestro Zen. Scrivevo piccole poesie Haiku. Le mandavo a tutti via e-mail.

MessaggioInviato: 27 Mag 2008 23:07    Oggetto: * Heisenberg e Zenone Rispondi citando

conosciamo tutti il principio di indeterminazione di heisenberg, almeno per sentito dire.
ovvero in meccanica quantistica, più si è accurati nel determinare la posizione di un particella, più si è imprecisi nel misurarne la velocità e viceversa. okkei, si dovrebbe dire che le particelle con proprietà tipiche delle onde non hanno una coppia definita di posizione e momento, ma poi mi toccherebbe tirare in ballo entangled ed entanglement, ma è noto Wink che io con l'inglese ho problemi e non ho ancora afferrato bene il concetto.

perciò, in soldoni, si sa che in fisica quantistica non si possono conoscere contemporaneamente posizione e velocità di una particella con esattezza.

beh, heisenberg è un copione Very Happy anche lui.
(uè, scherzo, eh? ovvio che siamo come nani sulle spalle dei giganti, sì che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non per l?acutezza della nostra vista, ma perché sostenuti e portati in alto dalla statura dei giganti di non so più quale fisolofo)

probabilmente heisenberg aveva letto zenone di elea, ed era rimasto colpito dal paradosso della freccia.
ovvero che una freccia in volo non si può mai trovare in un punto determinabile con precisione, perchè se così fosse non potrebbe esistere il movimento stesso della freccia.

il senso di questo mio post?
la moderna meccanica quantistica prende origine dall'antichissima filosofia greca.
spettacolo !!!
Top
Profilo Invia messaggio privato Invia e-mail HomePage
guardianodelfaro
Dio minore
Dio minore


Registrato: 20/02/08 06:42
Messaggi: 987
Residenza: Milano, con vista sul mare

MessaggioInviato: 27 Mag 2008 23:55    Oggetto: Re: heisenberg e zenone Rispondi citando

madvero ha scritto:
conosciamo tutti il principio di indeterminazione di heisenberg, almeno per sentito dire.

Come no, chi di noi non ha mai....ehm ehm
madvero ha scritto:
ovvero in meccanica quantistica, più si è accurati nel determinare la posizione di un particella, più si è imprecisi nel misurarne la velocità e viceversa.

Esemplificando, tu dici che se io vado al GP di Monza e vedo sfrecciare i bolidi da bordo pista in rettilineo, ho l'immediata sensazione della velocità ma in compenso non riesco a percepire la posizione della vettura che mi sfreccia davanti al naso a 300 all'ora. Viceversa, se vado in tribuna, magari in una zona tipo la variante Ascari con curve e controcurve, riesco a stabilire con discreta precisione la posizione della vettura all'istante t, in compenso da lontano non capisco a che velocità sta procedendo.
madvero ha scritto:
okkei, si dovrebbe dire che le particelle con proprietà tipiche delle onde non hanno una coppia definita di posizione e momento

però tutte insieme si annullano
madvero ha scritto:
perciò, in soldoni, si sa che in fisica quantistica non si possono conoscere contemporaneamente posizione e velocità di una particella con esattezza.
la posizione si desume da un'analisi statica, mentre la velocità si desume da un'analisi dinamica.
Quest'ultima però dipende strettamente anche dal moto assunto dalla particella, non credi? Per conoscere la velocità occorrono informazioni aggiuntive.
Mi spiego meglio: qual'è il tragitto percorso dalla particella? E' una linea retta? Un arco? Ha un andamento che segue una logica particolare o casuale (ad es. come nel paradosso della freccia che può essere soggetta a n influenze esterne tipo il vento)? Essendo una particella, inoltre, dovrebbe seguire un andamento ondulatorio, quindi non determinabile.
madvero ha scritto:
beh, heisenberg è un copione Very Happy anche lui.
(uè, scherzo, eh? ovvio che siamo come nani sulle spalle dei giganti, sì che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non per l?acutezza della nostra vista, ma perché sostenuti e portati in alto dalla statura dei giganti di non so più quale fisolofo)

Siamo tutti "copioni" di qualcuno, partiamo dal mattone posato da chi ci ha preceduto e magari, se siamo bravi, ne aggiungiamo un altro nostro.
Se ricominciassimo ogni volta da zero sarebbe finita.
Secondo la filosofia kaizen deve essere perseguito il principio del miglioramento continuo.
madvero ha scritto:
probabilmente heisenberg aveva letto zenone di elea, ed era rimasto colpito dal paradosso della freccia.

meglio dal paradosso che dalla freccia stessa Wink
madvero ha scritto:
ovvero che una freccia in volo non si può mai trovare in un punto determinabile con precisione, perchè se così fosse non potrebbe esistere il movimento stesso della freccia.

se però le frecce fossero un nugolo fitto fitto, la loro oscillazione si annullerebbe reciprocamente.
madvero ha scritto:
il senso di questo mio post?
la moderna meccanica quantistica prende origine dall'antichissima filosofia greca.
spettacolo !!!

tragedia greca
Top
Profilo Invia messaggio privato
madvero
Amministratore
Amministratore


Registrato: 05/07/05 20:42
Messaggi: 19480
Residenza: Ero il maestro Zen. Scrivevo piccole poesie Haiku. Le mandavo a tutti via e-mail.

MessaggioInviato: 28 Mag 2008 00:08    Oggetto: Rispondi citando

tragedia greca soprattutto che nella fretta ho tagliato via un'informazione importante (*), ovvero che parlando di fisica quantistica la fisica normale va a farsi benedire non tanto perchè non siamo buoni a misurare le cose, quanto perchè anzichè doverci confrontare con particelle, spesso e volentieri abbiamo a che fare con particelle massive di natura ondulatoria (e per la spiegazione o passa chemicalbit o siamo fregati) e con... come si chiamano quelle cose lì disegnate da leonardo da vinci e scopiazzate da fuller? già... fullereni.
fullereni: microscopici palloni da calcio creati apposta per togliere il sonno a me.
ok, 60 atomi di carbonio accrocchiocosati nella forma più semplice possibile, per i poveri di spirito tipo me un pallone da calcio.

(*) mi sta venendo in mente un indovinello bellissimo, che in teoria dovrebbe anche far ridere... quasi quasi...
Top
Profilo Invia messaggio privato Invia e-mail HomePage
guardianodelfaro
Dio minore
Dio minore


Registrato: 20/02/08 06:42
Messaggi: 987
Residenza: Milano, con vista sul mare

MessaggioInviato: 28 Mag 2008 00:31    Oggetto: Rispondi citando

Tu non trovi che sia strano parlare di movimento ondulatorio (quindi bidimensionale) in uno spazio a 3 dimensioni?
Top
Profilo Invia messaggio privato
madvero
Amministratore
Amministratore


Registrato: 05/07/05 20:42
Messaggi: 19480
Residenza: Ero il maestro Zen. Scrivevo piccole poesie Haiku. Le mandavo a tutti via e-mail.

MessaggioInviato: 28 Mag 2008 00:50    Oggetto: Rispondi citando

non ti seguo sull'ondulatorio=bidimensionale.

la luce del sole non è bidimensionale, però è ondulatoria.
la prova è data dall'esperimento di young ma non chiedermi di riassumertelo perchè a quest'ora sono bollita.
Citazione:
Le due sorgenti di luce secondo Young generavano due treni di onde circolari che interferivano tra loro producendo sullo schermo frange luminose corrispondenti ai punti in cui l'interferenza era costruttiva e frange buie in cui cioè l'interferenza era distruttiva.

vabbè, ci provo.
un sasso gettato nel lago fa i cerchietti (*).
due sassi lanciati nel lago fanno i cerchietti, ma quando i cerchietti prodotti dai due sassi si incontrano, alcune volte si annullano, altre raddoppiano.
allo stesso modo, da due sorgenti di luce vicinissime che passano da fenditure si producono luci ed ombre in una sorta di chiaroscuro tipo codice a barre.

Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad

ok, visto il misero risultato di tentativo di spiegazione alla madvero ne deduco sia ora di spegnere il pc.

(*) i cerchietti sono a tre dimensioni, altezza e larghezza per la circonferenza, e profondità dell'onda sull'acqua increspata.
Top
Profilo Invia messaggio privato Invia e-mail HomePage
guardianodelfaro
Dio minore
Dio minore


Registrato: 20/02/08 06:42
Messaggi: 987
Residenza: Milano, con vista sul mare

MessaggioInviato: 28 Mag 2008 01:15    Oggetto: Rispondi citando

madvero ha scritto:
non ti seguo sull'ondulatorio=bidimensionale.

la luce del sole non è bidimensionale, però è ondulatoria.
la prova è data dall'esperimento di young ma non chiedermi di riassumertelo perchè a quest'ora sono bollita.
Citazione:
Le due sorgenti di luce secondo Young generavano due treni di onde circolari che interferivano tra loro producendo sullo schermo frange luminose corrispondenti ai punti in cui l'interferenza era costruttiva e frange buie in cui cioè l'interferenza era distruttiva.

vabbè, ci provo.
un sasso gettato nel lago fa i cerchietti (*).
due sassi lanciati nel lago fanno i cerchietti, ma quando i cerchietti prodotti dai due sassi si incontrano, alcune volte si annullano, altre raddoppiano.
allo stesso modo, da due sorgenti di luce vicinissime che passano da fenditure si producono luci ed ombre in una sorta di chiaroscuro tipo codice a barre.

Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad

ok, visto il misero risultato di tentativo di spiegazione alla madvero ne deduco sia ora di spegnere il pc.

(*) i cerchietti sono a tre dimensioni, altezza e larghezza per la circonferenza, e profondità dell'onda sull'acqua increspata.
La spiegazione è chiarissima.
L'effetto dipende dalla fase.
Analogamente, se 2 onde sonore o elettriche di modulo uguale ma di fase opposta si sovrappongono, finiscono per annullarsi a vicenda
Top
Profilo Invia messaggio privato
Silent Runner
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 09:17
Messaggi: 23542
Residenza: Pianeta Terra

MessaggioInviato: 29 Mag 2008 08:46    Oggetto: Rispondi citando

Magnifico argomento!
Cara Maddina il problema dell'incomprensibilità palese del principio d'indeterminazione di Heisemberg è tutta nella struttura del pensiero umano.
Oltre al parallelo con Heisemberg (l'osservazione introduce una perturbazione disturbando il fenomeno in atto, rendendo indecidibile la posizione o la velocità della particella) c'è pure un terzo elemento disturbatore ed è il concetto di natura e di forma delle regole in atto. Un traduttore imperfetto che il cervello usa per organizzare le informazioni che riceve dal mondo esterno, un traduttore che l?evoluzione ha organizzato per interagire con i fenomeni macroscopici.

Partendo dall'assunto che la regola è solo una "spiegazione" e non una legge alla quale si assoggettano i fenomeni (sono i fenomeni a decidere la regola e non viceversa) dovremmo tenere conto dello strumento che utilizziamo per osservare, analizzare e discutere i fenomeni stessi.
Se partissimo in primis da questa considerazione ci stupiremmo molto meno delle difficoltà incontrate.

Hai posto una serie (commovente) di imbarazzi e di perplessità incontrando i paradossi della meccanica quantistica (Zenone s'ingannava o giocava sporco) e questi sono tutti riconducibili al funzionamento della nostra mente, organizzata (evolutasi) per muoversi in un macrosistema regolato dalle leggi di Newton (altra approssimazione).
Questo approccio genera dilemmi e confusione ma, in alcuni individui, produce aumento di curiosità e questo è sostanzialmente un bene.

Abbiamo scoperto recentemente (Zenone non è poi così lontano nel tempo, considerando i circa 4 miliardi di anni dalla comparsa delle prime forme di vita sulla Terra) che esistono più realtà, non necessariamente parallele ma più simili a una matrioscka, una di quelle bambole russe che si mettono l'una dentro l'altra e l'unica visibile e maneggiabile, una volta che sono compilate e riunite, è solo quella più macroscopica. La natura delle cose segue "comportamenti" specifici e universali, generati sostanzialmente dalle interazioni micro e macroscopiche: il sasso gettato nell'acqua produce un movimento ondulatorio della superficie ed è quello che vediamo, ma genera vortici nello sprofondare nel fluido che attraversa, subendo a sua volta spinte che ne destabilizzeranno la traiettoria che diventerà a sua volta oscillatoria. Le interazioni del sasso che cade nell'acqua sono patrimonio comune perché facilmente osservabili e perciò catalogabili, memorizzabili e riconoscibili. Nessuno si stupisce se il sasso, cadendo nell'acqua, produce onde concentriche, non tanto perché ne conosce le equazioni matematiche che ne stabiliscono la dimensione del fronte d'onda, la velocità e la direzione, quanto perché è un fenomeno che è stato memorizzato come riproducibile e persistente. E' il nostro cervello che utilizza approssimazioni per poterle catalogare e recuperare dall'archivio che si crea nella sua continua interazione con l'ambiente e i suoi fenomeni.

Questo cervello, macchina straordinaria, è però in grado di separare le sue catalogazioni solo attraverso analogie. E' un po' come quando cerchiamo un file sul computer immettendo solo le prime iniziali del nome: ci verranno restituiti centinaia di file fra i quali dovremo scegliere proprio quello che stavamo cercando. Le analogie sono però incomplete, non contengono tutta l'informazione.
Il lavoro di ricerca per individuare ciò che cerchiamo, la regola o il file, è un lavoro molto complesso e non sempre arriva a buon fine.
Se così non fosse, avremmo percorso tutto il cammino della scienza moderna in meno di un millennio. Fattostà che il progresso sembra avere un andamento logaritmico e negli ultimi 50 anni abbiamo compiuto un salto evolutivo (a livello di comprensione dei fenomeni) assolutamente incredibile. Inoltre, questo progresso non è accessibile a tutti gli individui che formano la comunità umana e le spinte a ritroso, i tentativi di riportare indietro la lancetta del tempo da parte di gruppi di potere politici e religiosi che temono di perdere il controllo sulle comunità umane se guardate bene, si fanno ogni giorno più insistenti.

Il mondo macroscopico e quello microscopico è lì da quando l'universo ha iniziato la sua espansione parossistica (che secondo la teoria dell'universo inflazionario, ha superato di parecchie lunghezze la velocità della luce, cosa possibile solo se ad espandersi è stato lo spazio nel quale l'universo, con le sue leggi, si stava formando).
Il nostro strumento di indagine, il cervello, si è sviluppato all'interno di un sistema chiuso dal quale dipende e al quale fa riferimento. La cosa straordinaria è che questo strumento è stato in grado di superare la barriera del macrocosmo, ha aperto la matrioscka e ne ha estratto la bambolina che si nascondeva all'interno.
Adesso deve solo provare ad aprire la seconda bambolina per vedere che cosa c'è dentro, cosa non facile, almeno non per tutti.
Ho notato, negli anni, che la difficoltà maggiore è l'idea consolidata dell'universo newtoniano ad ostacolare la mia indagine sulla natura delle cose.

Cara Maddina, credo proprio che per poter capire sia necessario "andare fuori di testa", uscire dal modello cognitivo che usiamo per interagire con l'ambiente.
I paradossi sembrano tali perché misuriamo larghezze invece che misurare altezze o viceversa, diamo il nome alle cose quando invece dovremmo dare loro un colore.
Io credo che, studiando, analizzando fuori dai processi matematici questo genere di problemi, non dovremmo assolutamente prescindere dalla neurofisiologia e dallo studio dei processi cognitivi che ci consentono di pensare.
La sonda che impieghiamo per fare un carotaggio nel terreno disturberà il campione che estrarremo. Conoscendo i parametri del disturbo introdotto dalla sonda ci sarà più facile analizzare il campione.
Top
Profilo Invia messaggio privato
ZapoTeX
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/06/04 16:18
Messaggi: 2627
Residenza: Universo conosciuto

MessaggioInviato: 29 Mag 2008 16:05    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
Fattostà che il progresso sembra avere un andamento logaritmico e negli ultimi 50 anni abbiamo compiuto un salto evolutivo (a livello di comprensione dei fenomeni) assolutamente incredibile.

Dei mille spunti di questo thread, provo a commentarne provocatoriamente uno. Questo sopra, ad esempio, è certamente vero, ma bisogna fare i conti bene. Se invece degli anni solari conti gli anni-uomo degli scienziati, la velocità in fondo non è aumentata tanto. Oggi ci sono molte più persone che si occupano di scienza, quindi si va più in fretta che nel medioevo dove c'erano solo 3 abati, è naturale. Il tempo totale (la somma delle ore-uomo) trascorse dalla rivoluzione newtoniana a quella Einsteiniana è probabilmente superiore al tempo totale di ricerca trascorso prima di Newton. E lo stesso probabilmente si può dire da Einstein alla formulazione del Modello Standard: meno anni ma più persone.

E vorrei anche commentare l'esperimento di Young (e i successivi ad esso ispirati, che lasciano veramente di sasso). L'idea è semplice:

1 fonte di luce puntiforme, che emette luce in maniera identica in tutte le direzioni: la sparo su un foglio bianco e me lo illumina, non certo divertente
2 fonti di luce, entrambe del tipo della prima* (situazione ricreabile ad esempio illuminando uno schermo "intermedio" con due buchini, da ognuno dei quali esce luce che va sul foglio bianco): se le uso tutte e due per illuminare il foglio, noto alcuni punti luminosi ed altri scuri, per l'interferenza. In pratica, se chiamiamo a e b le distanze che la luce deve percorrere per arrivare ad ogni punto del foglio da ognuno dei due buchini, vediamo che in ogni punto del foglio la differenza tra a e b varia. A seconda di tale distanza (se è o no un multiplo pari o dispari della metà della lunghezza d'onda della luce) vediamo chiaro o scuro.

Ma la roba spettacolare è che uno si chiede perché e si risponde: perché la luce passata da un buchino ha interagito con quella dell'altro. In particolare, poiché la luce è sia particelle che onde, uno si dice: le particelle uscite da una sorgente hanno interagito con quelle dell'altra! E sbaglia. O meglio, si sta dando la risposta classica, quella che avrebbe dato Huygens, ma non quella quantistica, che sarebbe stata data qualche anno dopo.

Perché l'esperimento con schermo con due buchini & foglio bianco è stato ripetuto con una sorgente di luce così debole che sparava una particella alla volta, quindi non è possibile che i fotoni di uno dei due buchini interagiscano con quelli dell'altro, perché ne passava solo uno alla volta. Eppure le frange c'erano lo stesso.

E per fortuna! Il fatto che il risultato non dipenda dall'intensità di luce rende la fisica molto più semplice: ogni fotone, che siano 1000 o che sia uno da solo, si comporta secondo una distribuzione di probabilità che è determinata puramente dalla geometria dell'esperimento e non da quanti altri fotoni ci sono in giro**

E la cosa bella è che hanno provato anche a farlo con gli elettroni, e per di più con un elettrone alla volta. Immagine il risultato? Frange! Punti chiari e punti scuri!

La fisica quantistica è meravigliosa, ve la consiglio. Feynman in particolare scrive dei libri molto facili da capire per chiunque ami la fisica ed abbia fatto una scuola superiore, ma che spiegano le cose come veramente stanno, senza usare formule. "Six easy pieces" o "Quantum Electrodynamics" sono davvero dei capolavori.

Ciao!


Note:
* Le due sorgenti devono essere coerenti, cosa che la configurazione sorgente singola (se coerente) più schermo con due buchini fanno perfettamente. I buchini devono essere abbastanza piccoli da produrre onde che possono essere approssimate come sferiche ai fini dell'esperimento
** Questa affermazione è vera solo per le particelle di luce, che sono bosoni. Per gli elettroni, che sono fermioni, non è vera in generale, ma fortunatamente l'esperimento dei buchini funziona ugualmente, come detto poche righe sotto. Inoltre, anche per i bosoni, questa affermazione è vera solamente quando non si verificano eventi di assorbimenti o emissioni o altre interazioni luce-materia diverse dal semplice scattering.
Top
Profilo Invia messaggio privato HomePage
ioSOLOio
Amministratore
Amministratore


Registrato: 12/09/03 18:01
Messaggi: 16342
Residenza: in un sacco di...acqua

MessaggioInviato: 29 Mag 2008 19:54    Oggetto: Rispondi citando

ma quanto mi piacciono (seriamente) queste divagazioni...

ho avuto il piacere negli anni di assistere a un paio di conferenze aperte al pubblico di Regge prima e di Rubbia poi...e trovo emozionante sentire spiegare cose complesse in maniera comprensibile ai più!
Peccato che siano indubbiamente rare occasioni simili
Top
Profilo Invia messaggio privato
chemicalbit
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 01/04/05 17:59
Messaggi: 18597
Residenza: Milano

MessaggioInviato: 30 Mag 2008 09:07    Oggetto: Re: heisenberg e zenone Rispondi citando

madvero ha scritto:
perciò, in soldoni, si sa che in fisica quantistica non si possono conoscere contemporaneamente posizione e velocità di una particella con esattezza.

beh, heisenberg è un copione Very Happy anche lui.
(....)

probabilmente heisenberg aveva letto zenone di elea, ed era rimasto colpito dal paradosso della freccia.
ovvero che una freccia in volo non si può mai trovare in un punto determinabile con precisione, perchè se così fosse non potrebbe esistere il movimento stesso della freccia.

il senso di questo mio post?
la moderna meccanica quantistica prende origine dall'antichissima filosofia greca.
Uhm Think ...
sì e no.

Una certa somiglianza c'è,
può darsi che Heisenberg stesse pensando a quello o che quello gli abbia dato l'ispirazione.

Ma sono due cose, due concetti ben diversi.

Il "paradosso della freccia" di Zenone di Elea si basa sul considerare la velocità istantanea come zero "perché nulla si muove in un istante"

I greci antichi non avevano gli strumenti matematici per comprendere e gestire l'infinito e i limiti,
noi ora definziamo fisicamente la velocità istantanea come il limite (nel senso matematico del termine) di una velocità media presa tra due tempi A e B , nel caso appunto limite in cui il tempo tra A e B tende a zero.

E noi ben sappiamo che tale velocità istantanea non è zero, come erroneamente sosteneva Zenone.


Il principio d'indeterminazione di Heisenberg non dice invece che la velocità sia zero, in un'istante,
dice che è indeterminabile, cioè non conoscibile.


Provo a fare questo paragone:
se noi fotografiamo la freccia con una macchina fotografica molto, ma molto veloce (tipo quelel che si usano per fare foto alle auto di Formula 1),
fisseremo un'immagine (abbstanza) precisa della freccia, che non apparirà "mossa".
In questo modo potremo sapere in quale posizione la freccia fosse nel momento in cui abbiamo scattato la foto.
Ma non sapremo che velocità aveva. Velocità che in quell'istante comunque non era nulla.
Top
Profilo Invia messaggio privato
Silent Runner
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 09:17
Messaggi: 23542
Residenza: Pianeta Terra

MessaggioInviato: 30 Mag 2008 09:52    Oggetto: Rispondi citando

ZapoTex ha scritto:
Citazione:
Fattostà che il progresso sembra avere un andamento logaritmico e negli ultimi 50 anni abbiamo compiuto un salto evolutivo (a livello di comprensione dei fenomeni) assolutamente incredibile.

Dei mille spunti di questo thread, provo a commentarne provocatoriamente uno. Questo sopra, ad esempio, è certamente vero, ma bisogna fare i conti bene. Se invece degli anni solari conti gli anni-uomo degli scienziati, la velocità in fondo non è aumentata tanto. Oggi ci sono molte più persone che si occupano di scienza, quindi si va più in fretta che nel medioevo dove c'erano solo 3 abati, è naturale. Il tempo totale (la somma delle ore-uomo) trascorse dalla rivoluzione newtoniana a quella Einsteiniana è probabilmente superiore al tempo totale di ricerca trascorso prima di Newton. E lo stesso probabilmente si può dire da Einstein alla formulazione del Modello Standard: meno anni ma più persone.

Carissimo ZapoTex, se queste sono le provocazioni è una vera gioia riceverle! Very Happy
Trovo assolutamente corretto e condivisibile il tuo approccio ma insisto, provocatoriamente (tieni conto che la mia cultura è inesorabilmente contaminata da una mente "divergente" che implica un continuo alternare pensiero scientifico a immaginazione pura e supercontaminazione dei generi).

Tu parti dal principio anni-uomo come unità di misura dell'accelerazione scientifica (verificatasi nell'ultima metà del secolo scorso), io invece parto dalla fine, cioè dai risultati ottenuti. Il primo sassolino che innesca la frana superficiale, ha un'energia cinetica insufficiente a spiegare il risultato della frana. Se non teniamo conto dell'energia accumulata nel "conflitto" fra gravitazione e attriti della massa inerte, può sembrare che il sasso abbia spinto in basso tutti gli altri sassi cedendo a loro la sua energia iniziale. Ma sappiamo benissimo che le cose non stanno così. Quello che io intendevo osservare è che la spinta motivazionale unita alla maggiore circolazione di idee, ha accelerato un processo naturale di acquisizione di competenze e strumenti utili a porre in atto ricerche sempre più avanzate e costose, non tanto e non soltanto in termini di energie "fisiche" impiegate.

La ricerca scientifica del '500 comportava un minore dispendio di denaro e quantità di materiali, poteva essere limitata a un singolo studioso perché il suo campo di indagine e sperimentazione si limitava al macrocosmo regolato dalle leggi newtoniane (fra l'altro non ancora formulate ma già riscontrabili con l'osservazione dei fenomeni). Oggi, qualsiasi tipo di ricerca scientifica comporta un enorme investimento economico, di intelligenze, competenze e strumenti. Inoltre deve essere giustificato da un impiego militare o civile che ne supporti i costi e ne consenta un utilizzo più o meno immediato.

Anche i grandi investimenti nella ricerca pura hanno delle ricadute notevoli sulla vita quotidiana e sul mercato, non tutti sono visibili alla gente comune e perciò paiono lontane e sterili e con scarso appetising. Quanti utenti dei navigatori satellitari sanno che, senza l'applicazione della relatività di Einstein, molte delle novità che ci hanno reso la vita più facile non saremmo stati in grado di realizzarle? Certo, Einstein non ha avuto bisogno di appoggiarsi, per i suoi studi, a grossi investimenti economici. E lo stesso vale per Galileo, Newton, Copernico, Tolomeo, Pitagora (ho escluso Gödel per non ingenerare maliziosità dal momento che l'insigne matematico morì praticamente di fame, non per voler risparmiare sui suoi studi ma perché vittima di una grave forma di paranoia che l'aveva convinto di correre il rischio di venire avvelenato. Contrariamente all'asino di Buridano, applicò una logica monopolare e morì con le stesse modalità e cause. Collasso cardiocircolatorio. Evitò però di morire avvelenato). Twisted Evil

Ho perciò voluto osservare che, malgrado le difficoltà oggettive (materiali, organizzative, economiche, logistiche ecc.), lo sviluppo scientifico ha avuto un andamento esponenziale (il termine matematico è improprio, non ho fatto una verifica per stabilirne l'andamento). Malgrado i maggiori costi e difficoltà abbiamo assistito ad un effetto valanga e questo è innegabile. Non spiegherei però tutto ciò con l'aumento degli scienziati e degli studiosi. Io ritengo che l'effetto valanga dello sviluppo scientifico segua più o meno (mi limito ad un esempio per ridurre le smentite) i principi della teoria della catastrofe proposta da René Thom tra gli anni '50 e gli anni '60. E' stato superato il limite dell'equilibrio, il punto del non ritorno e l'evento ha avuto il suo piccolo Big Bang. Lo stesso avviene negli orgasmi: arrivati ad un certo punto è difficile uscire.

Ma anche questa è una provocazione. Wink
Top
Profilo Invia messaggio privato
ZapoTeX
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/06/04 16:18
Messaggi: 2627
Residenza: Universo conosciuto

MessaggioInviato: 30 Mag 2008 10:59    Oggetto: Rispondi citando

Ciao! Bello continuare!

Dal punto di vista della logica della "frana" e delle ripercussioni sulla vita quotidiana, direi che è assolutamente vero che c'è stata accelerazione. La mia unità di misura serviva solamente a dire che non per forza oggi siamo più bravi di allora, siamo solo di più. Certo, i motivi per i quali siamo di più e i risultati dell'essere di più costituiscono indubbiamente un'accelerazione.

@chemical: hai ragione, ma un legame tra la filosofia greca e Heisenberg si può vedere. Parmenide, il maestro di Zenone, affermava che esiste l'essere e negava il divenire. Eraclito invece diceva "panta rei", tutto scorre, ovverosia negava l'essere, perché non fai nemmeno in tempo ad essere che già stai diventando.
Heisenberg arriva e dice: in medio stat virtus! Esistono tanto l'uno quanto l'altro, ma non si possono vedere insieme. Parmenide osservava il mondo con un apparato sperimentale che gli permetteva di sapere benissimo la posizione e, di conseguenza, aveva un'incertezza infinita sulla velocità (o meglio sul momento). Poiché una misura con incertezza infinita non ha alcun significato, lui negava l'esistenza di ciò che non riusciva a misurare. Eraclito invece misurava benissimo la velocità, ma non sapeva nulla sulla posizione, che quindi per lui non esisteva.
Praticamente Heisenberg è la sintesi di tesi (Parmenide) e antitesi (Eraclito), come avrebbe detto Hegel.

E' un po' tirata, eh? Io ci ho provato!

Ciao!
Top
Profilo Invia messaggio privato HomePage
Silent Runner
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 09:17
Messaggi: 23542
Residenza: Pianeta Terra

MessaggioInviato: 30 Mag 2008 11:58    Oggetto: Rispondi citando

Tirata? Direi di sì ma in modo divertente...
Adesso però vado a mangiare (non voglio fare la fine di Godel) e poi torno!
Top
Profilo Invia messaggio privato
chemicalbit
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 01/04/05 17:59
Messaggi: 18597
Residenza: Milano

MessaggioInviato: 30 Mag 2008 12:08    Oggetto: Rispondi citando

Nonmi convince,

Parmenide e Zenone non parlano neppure della posizione,
dire che prima è in un punto e poi in un altro (pur non conoscendone la veelocità perché si nega il movimento), implicherebbe comunque un divenire, un mutare (di posizione).
Ad es. dicevano anche che Dio deve essere onnipresente, non può andare ora di qua ora si là

Essi affermano "solamente" che una certa cosa esista, "l'essere è, il non essere non è".
(per fare un esempio con gli argomenti tipici della meccanica quantistica, di una particella (elettrone) in una "scatola" direbbero solo che "l'elettrone è".)



Posizione e velocità sono due proprietà correlate tra di loro, e proprio perché correlate

la scuola parmenidea nega entrambi, come non apprtenenenti alla realtà delle cose (non solo la loro conoscibilità),
sono "opinione" -ma su questo sappiamo ben poco del pensiero di Parmenide. C'è pervenuto ben poco della seconda parte dell'opera di Parmenide, relativa appunto all'"opinione".

il principio d'indeterminazione di Heisenberg nega che si possano conoscere entrambe contemporaneamente
(questo proprio perché correlate tra di loro. Nota: oltre alla più nota coppia pozione e volocità -o come più speso di usa, è equivalente, posizione e quantità di moto- esistono anche altre coppie di grandezze correlate, come l'angolo e la quantità di moto angolare; l'energia e il tempo).



Volendo fare una sintesi tra il principio d'indeterminazione di Heisenberg e la scuola parmenidea,
si potrebbe dire che il principio d'indeterminazione di Heisenberg spiega meglio cosa noi possiamo conoscere della realtà, e vi pone dei limiti,
ma in base alla filosofia parmenidea queste sono comunque opinioni, non sono la realtà, nella quale non vi è divenire.

Il principio d'interminazione sarebbe quindi "solo" per noi poveri comuni mortali Wink che non possiamo sapere la vera realtà delle cose.
Top
Profilo Invia messaggio privato
ZapoTeX
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/06/04 16:18
Messaggi: 2627
Residenza: Universo conosciuto

MessaggioInviato: 30 Mag 2008 13:22    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
il principio d'indeterminazione di Heisenberg nega che si possano conoscere entrambe contemporaneamente

Qui si sconfina in argomenti al confine tra la filosofia e la scienza ma, per come l'avevo capita io, non solo "conoscere".
Una particella che è costretta in una data posizione con un'incertezza molto piccola (e quando dico costretta può voler dire anche "misurata"), ha, per la sua natura ondulatoria, un momento indeterminato. Non siamo solo noi poveri sfigati che non possiamo conoscerne il momento, ma è il momento in sé che è esprimibile solamente come una distribuzione di probabilità molto "spalmata" ovverosia con una grande incertezza. E viceversa una particella di momento ben noto. Non è che non possiamo sapere dov'è, è che proprio è in tanti posti diversi contemporaneamente. In fondo, anche volendo usare il verbo "conoscere", questo ha un significato ben più ampio di "misurare" o "sapere nel senso di so che è pari a 3.522": significa anche a livello teorico.

Pensiamo alla diffrazione. Se spari elettroni da un buco, più piccolo è il buco e meglio sai da dove sono passati, ma più piccolo è il buco più è "ampia" la figura di diffrazione, quindi non sai con che componente trasversale di momento sono usciti dal buco. Avevo fatto il conto una volta e, guarda caso, il prodotto tra le due incertezze è dell'ordine della costante di Planck ridotta (se non ricordo male si sgarra di un fattore 2 dal principio di indeterminazione). Questo tanto per dire che "misurare" è sempre anche un po' "costringere", e se lo faccio perdo informazioni sulla grandezza complementare nello spazio delle fasi.

Assodato questo, si può sostenere che Parmenide guardasse il mondo con esperimenti che "fissavano" la posizione (in metafora ovviamente), rendendo quindi il divenire completamente ignoto e che dunque fossero arrivati alla conclusione che il divenire non esiste, il che è corretto secondo la teoria dell'informazione: una cosa di cui non so nulla è come se non esistesse. L'elettrone prima è, poi è di nuovo. Se ha cambiato posizione, ciò non implica divenire, ma semplicemente due diverse istanze dell'essere, diverse per tempo e spazio, non collegate da un rapporto di causa né di antecedenza. Ma davvero i parmenidei negavano addiritutta la posizione? Negavano lo spaziotempo? Ti vedo preparato su Parmenide, io invece non mi ricordo una mazza, quindi se mi dici sta cosa sono contento!

Ciao!
Top
Profilo Invia messaggio privato HomePage
Silent Runner
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 09:17
Messaggi: 23542
Residenza: Pianeta Terra

MessaggioInviato: 30 Mag 2008 13:26    Oggetto: Rispondi citando

ZapoTex ha scritto:
Ciao! Bello continuare!

Dal punto di vista della logica della "frana" e delle ripercussioni sulla vita quotidiana, direi che è assolutamente vero che c'è stata accelerazione. La mia unità di misura serviva solamente a dire che non per forza oggi siamo più bravi di allora, siamo solo di più.

Preciso che non avevo affermato che eravamo più bravi. La qualità dei risultati attuali (parlo sempre del secolo precedente) è data sia dalla grandezza di alcune menti, sia dalla capacità di fare "gruppo" intorno alla ricerca, alle teorie e alle applicazioni in genere mostrata dalla comunità scientifica internazionale.
Ritengo però che, grandissime menti come quelle dei precursori di ogni significativo "salto" qualitativo nel campo della scoperta e dell'analisi dei fenomeni, saranno sempre più rare. Con la meccanica quantistica e relatività abbiamo raggiunto un limite oltre al quale la nostra mente, così come è strutturata, avrà molte difficoltà a oltrepassare. Tanto per fare un esempio di limite invalicabile, per quanto mi possa sforzare, i miei occhi non vedranno mai l'infrarosso malgrado ne conosca l'esistenza o ne veda alcuni effetti. Allo stesso modo, la struttura che consente di formare pensiero coerente permette di operare solo in determinati ambiti oltre i quali le associazioni e le connessioni fra elementi riscontrati o percepiti, non presurrebbero alcunché di traducibile in pensiero coerente e perciò utile allo scopo della ricerca e della conoscenza.

ZapoTex ha scritto:

@chemical: hai ragione, ma un legame tra la filosofia greca e Heisenberg si può vedere. Parmenide, il maestro di Zenone, affermava che esiste l'essere e negava il divenire. Eraclito invece diceva "panta rei", tutto scorre, ovverosia negava l'essere, perché non fai nemmeno in tempo ad essere che già stai diventando.
Heisenberg arriva e dice: in medio stat virtus! Esistono tanto l'uno quanto l'altro, ma non si possono vedere insieme. Parmenide osservava il mondo con un apparato sperimentale che gli permetteva di sapere benissimo la posizione e, di conseguenza, aveva un'incertezza infinita sulla velocità (o meglio sul momento). Poiché una misura con incertezza infinita non ha alcun significato, lui negava l'esistenza di ciò che non riusciva a misurare. Eraclito invece misurava benissimo la velocità, ma non sapeva nulla sulla posizione, che quindi per lui non esisteva.
Praticamente Heisenberg è la sintesi di tesi (Parmenide) e antitesi (Eraclito), come avrebbe detto Hegel.

E' un po' tirata, eh? Io ci ho provato!

Ciao!

Credo che Chemical abbia ragione nel suo esposto successivo alla tua affermazione di cui sopra ma non sto troppo a sottilizzate perché rischierei di incorrere in tautologie e, inoltre, mi attende un caffè "reale" e una lavastoviglie da vuotare e riempire immediatamente dopo, per placare l'horror vaqui tergistovigliensis.

edit: Silent Runner.
Quando ho postato questo commento non avevo ancora letto quello successivo di ZapoTex, in risposta a Chem, per cui non è da considerarsi collegato o in opposizione con quanto da lui affermato in seguito.
Top
Profilo Invia messaggio privato
madvero
Amministratore
Amministratore


Registrato: 05/07/05 20:42
Messaggi: 19480
Residenza: Ero il maestro Zen. Scrivevo piccole poesie Haiku. Le mandavo a tutti via e-mail.

MessaggioInviato: 03 Giu 2008 22:27    Oggetto: Rispondi citando

concordo un po' con tutti, in particolare mi ritrovo in

Citazione:
la regola è solo una "spiegazione" e non una legge alla quale si assoggettano i fenomeni (sono i fenomeni a decidere la regola e non viceversa) dovremmo tenere conto dello strumento che utilizziamo per osservare, analizzare e discutere i fenomeni stessi.

infatti io non mi stupisco della difficoltà nell'analizzare dei fenomeni.
ammetto che affermare che heisenberg scopiazza zenone era in realtà una simpatica trovata per dire che spesso la scienza, attraverso delle misurazioni, arriva a dei risultati che possono essere concettualmente simili a postulati di discipline che nulla hanno a che vedere con la scienza stessa.

io non mi chiamo mica giacobbo, e non cerco di dimostrare che le leggi della fisica quantistica valgono su larga scala a livello macroscopico (cfr. ultima puntata di voyager sulla sacra sindone).
Top
Profilo Invia messaggio privato Invia e-mail HomePage
Silent Runner
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 09:17
Messaggi: 23542
Residenza: Pianeta Terra

MessaggioInviato: 04 Giu 2008 09:50    Oggetto: Rispondi citando

Mi chiedo come possano coesistere Piero e Alberto Angela e Giacobbo: misteri della dualità spazio-temporale caratteristica dei leptoni?
Top
Profilo Invia messaggio privato
Silent Runner
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 09:17
Messaggi: 23542
Residenza: Pianeta Terra

MessaggioInviato: 04 Giu 2008 09:50    Oggetto: Rispondi citando

Silent Runner ha scritto:
Mi chiedo come possano coesistere Piero e Alberto Angela e Giacobbo: misteri della dualità ubiquitaria caratteristica dei leptoni?
Top
Profilo Invia messaggio privato
NEURI
Mortale adepto
Mortale adepto


Registrato: 19/05/08 14:05
Messaggi: 32

MessaggioInviato: 09 Giu 2008 12:09    Oggetto: Rispondi

Oooolllapeppa, Madavero ('Maddina' dev'essere per pochi intimi, no ?!) è .... è .... è un mito !!! (m'è scappata la balbuzie).

Silente (dal cui nome hanno tratto spunto i traduttori della J.K.Rowling) già lo conosco, essendo stato schiacciato da alcune sue (ops, scusa: 'Sue') dotte citazioni e speculazioni, macigni gettatimi addosso con nonchalance, quella staccata distrazione manifestata per l'annichilimento altrui (io sono 'altrui' ... e mi sono annichilito! )

Però, mi sa che bara: un po' come se io dissertassi sul 'nulla', del quale, com'è noto urbi et orbi, sono l'eminentissimo seguace dell'oscura, ma oggi seguitissima, filosofia (che è una contraddizione in termini) e profondo conoscitore, il nullologo I.

guardianodelfaro ha scritto:
Esemplificando, ..... GP di Monza... bolidi da bordo pista in rettilineo, ho l'immediata sensazione della velocità ma in compenso non riesco a percepire la posizione...... Viceversa, se vado in tribuna, magari in una zona tipo la variante Ascari ?.., riesco a stabilire con discreta precisione la posizione della vettura all'istante t, in compenso da lontano non capisco a che velocità sta procedendo.


Mica ho capito cos?hai scritto ?! Hai ?cacciato? la variabile Ascari per la determinazione della posizione in t... di una particella ?
Heisemberg mi ha detto che si congratula e da grande vuole diventare come te 8) .

silentrunner ha scritto:
Mi chiedo come possano coesistere Piero e Alberto Angela e Giacobbo


Giacobbo l?ho visto anch'io? + o - , nel senso che mi ha preso una colica fulminante ed ho dovuto abbandonare il campo (scherso !). Ma non conduceva una trasmissione per bimbini che trattava di argomenti semiseri in chiave seria ?

In compenso ho ascoltato alla radio una dichiarazione che mi ha lasciato sgomento: un sedicente ingegnere ha esortato a ?pensare positivo? in quanto la probabilità dell?evento viene influenzata dal pensiero che tale evento possa o meno verificarsi, dato lo ?stato quantistico?, secondo il ?collasso della funzione d?onda? - questo è il sunto di un buon 3 minuti di amabile discorrere con il conduttore radiofonico-.
Il pensiero influenzerebbe lo stato quantistico dell?evento (brrrr): ma qui si entra nella fantafilofisica oppure in un postulato alquanto azzardato sulla natura del pensiero.

Mioddio, a parte la moda del momento, non sono un ortodosso ma risulta improbabile un effetto della meccanica quantistica a livelli macroscopici?. accidenti, non è che questo mio modo di pensare potrebbe influenzare negativamente quanto sopra teorizzato? e non è che si potrebbe proseguire all?infinito ?

Naturalmente ho già in mente una linea di intimi femminili quantistici, con buona pace di tutti i voyer?

Qualcuno mi aiuti, mi sono perso.

Silent, avevi ragione, è un sito di matti da legare oppure di 'gente che è dentro ma i matti sono fuori' !
Top
Profilo Invia messaggio privato
Mostra prima i messaggi di:   
Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Scienze e nuove tecnologie Tutti i fusi orari sono GMT + 1 ora
Vai a 1, 2  Successivo
Pagina 1 di 2

 
Vai a:  
Non puoi inserire nuovi argomenti
Non puoi rispondere a nessun argomento
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi votare nei sondaggi