Inviato: 12 Dic 2008 14:31 Oggetto: Aiko, la ragazza ideale è un robot
Commenti all'articolo Aiko, la ragazza ideale è un robot
Il dottor Le Trung, che non ha mai avuto il tempo di trovar moglie, ha deciso di costruirsi da solo la donna perfetta: parla pochissimo e non si lamenta mai.
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Inviato: 12 Dic 2008 15:10 Oggetto:
Citazione:
Non avendo tempo - sostiene - per cercarsi una ragazza vera, l'ingegnere canadese di origine giapponese Le Trung, 33 anni, ha pensato di crearsela impiegando due anni e 15.000 dollari canadesi, vendendo l'auto e coprendosi di debiti.
E per trovare una ragazza vera quanto tempo c'avrebbe messo?
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Inviato: 12 Dic 2008 15:10 Oggetto:
Citazione:
Secondo il suo inventore, Aiko è la donna perfetta: non mangia, non dorme, parla pochissimo e non si lamenta mai.
Contento lui ...
Citazione:
Probabilmente è perfetta davvero: perfetta per far parlare di sé attirando l'attenzione di qualcuno che paghi i debiti di Le Trung e, magari, sia interessato ad ampliarne le possibilità a livello industriale.
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Inviato: 12 Dic 2008 20:27 Oggetto:
Al di la' della provocazione del robot-moglie, nata sicuramente per riempire i titoli di giornali e siti internet e quindi far parlare del robot, la tecnologia ci è sempre venuta incontro con oggetti che migliorano la vita quotidiana e sostituiscono compiti gravosi. Ma quando qualcuno osa dare a uno di questi oggetti una forma antropomorfa, allora vengono fuori tutti i tabu' del robot-che-si-sostituisce-all'uomo (o alla donna, come in questo caso) oppure che porta via posti di lavoro e via dicendo.
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Inviato: 14 Dic 2008 11:49 Oggetto: Re: Solo a me ricorda...
syaochan ha scritto:
{Shiba} ha scritto:
Solo a me ricorda Chobits? Le origini giapponesi del tipo si fanno sentire...
No no, le "orecchie" in questo filmato sono inequivocabili
Eggià. Speriamo sia diverso il metodo d'accensione
Comunque lì -se guardi la descrizione nella colonna a destra della pagina di Youtube- è "Aiko as Chii Chobits Maid Cosplay", cioè "Aiko che in cosplay ( = gioca a vestirsi come e a impersonare) da cameriera di Chii di Chobits"
incomma, una cosa fatta apposta per questo video.
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Inviato: 14 Dic 2008 12:39 Oggetto: Re: Solo a me ricorda...
syaochan ha scritto:
chemicalbit ha scritto:
Speriamo sia diverso il metodo d'accensione
ROTFL
Anche perché sarebbe incompatibile con una funzione del robot citata nell'articolo con la precisazione "anche se - spiega il dottor Trung - non è questo il suo scopo principale"
(spero che con questo .. suggerimento nessuno chieda informazioni sul metodo d'accensione di Chi, sarebbe problematico rispondere in un forum leggibile da tutti, anche minorenni -che dopo quest'ultima informazione se non hanno capito naanche così ... - )
Inviato: 15 Dic 2008 16:22 Oggetto: Re: Solo a me ricorda...
chemicalbit ha scritto:
syaochan ha scritto:
chemicalbit ha scritto:
Speriamo sia diverso il metodo d'accensione
ROTFL
Anche perché sarebbe incompatibile con una funzione del robot citata nell'articolo con la precisazione "anche se - spiega il dottor Trung - non è questo il suo scopo principale"
(spero che con questo .. suggerimento nessuno chieda informazioni sul metodo d'accensione di Chi, sarebbe problematico rispondere in un forum leggibile da tutti, anche minorenni -che dopo quest'ultima informazione se non hanno capito naanche così ... - )
Chobits è un manga ed un anime creato dalle CLAMP. L'opera originale è stata pubblicata fra il 2001 ed il 2002 dalla casa editrice Kodansha. L'edizione italiana è stata pubblicata dalla Star Comics prima su Kappa Magazine (dal numero 108 al 127) poi è stata trasferita (ripubblicata dall'inizio, ma questa volta completata) in 8 volumi della testata Express
La storia è incentrata sulla vita di Hideki Motosuwa, uno studente "ripetente" (in giapponese "ronin", a ricordare gli antichi samurai vagabondi e senza padrone) che sta tentando di entrare all'università. Un giorno inciampa su un persocon (un'evoluzione del computer con forma umana) che sembra gettato fra i rifiuti; visto il suo desiderio (fino a quel momento irrealizzabile) di possederne uno, decide di portarlo a casa sua ed accenderlo. Il computer non sembra saper parlare e nè avere un sistema operativo installato. L'unico suono che riesce ad emettere è "chii", così Hideki decide di chiamarla in questo modo. Hideki continua la sua vita, lavorando, studiando e cercando di insegnare sempre cose nuove al suo nuovo PC, che però sembra avere un passato misterioso alle spalle: vi sono infatti numerose persone che la cercano e una seconda Chii, identica a lei, che sembra comparire nei momenti in cui la personcon è in pericolo.
In seguito iniziano ad emergere indizi che Chii sia un "Chobits", un particolare tipo di PC artigianale estremamente elaborato; peculiarità del "chobits", si mormora nelle reti informatiche, sarebbe la capacità di provare emozioni come gli esseri umani. Da questo momento la trama si fa maggiormente introspettiva, cercando di entrare nei meandri dei sentimenti umani e di affrontare il tema dell'amore fra l'uomo e gli androidi. Pian piano, grazie a questi indizi, Hideki scopre di più del passato di Chii, scoprendo anche che è stata creata dal marito dell'amministratrice del condominio in cui abita. La seconda Chii, si scopre che si chiami Freya, ed era la sorella maggiore di Chii, il cui cuore era stato passato nel corpo di Chii dalla stessa, per farle smettere di soffrire, e di non fare mai andare via il suo ricordo. Alla fine della serie Hideki si convince dell'amore che prova per Chii e si dichiara, facendo trovare a Chii "l'uomo solo per me".
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Inviato: 16 Dic 2008 18:13 Oggetto: Chi ha paura di Mary Shelley?
zeussino ha scritto:
Al di la' della provocazione del robot-moglie, nata sicuramente per riempire i titoli di giornali e siti internet e quindi far parlare del robot, la tecnologia ci è sempre venuta incontro con oggetti che migliorano la vita quotidiana e sostituiscono compiti gravosi. Ma quando qualcuno osa dare a uno di questi oggetti una forma antropomorfa, allora vengono fuori tutti i tabu' del robot-che-si-sostituisce-all'uomo (o alla donna, come in questo caso) oppure che porta via posti di lavoro e via dicendo.
Concordo. Questo è un tema che risale alle origini della civiltà umana urbanizzata, quando l'uomo ha iniziato ad esplorare la realtà fisica attraverso l'esperienza con i primi simulacri, con le prime forme di protesi artificiali inerti (le leve), strumenti sempre più sofisticati che sostituivano le braccia o ne prolungavano la potenza, stimolando l'immaginazione dei primi inventori nell'inventare macchine semplici o sofisticate. E' noto come Leonardo da Vinci si dilettasse nell'inventare robot semplici o molto complessi per soddisfare le corti con meraviglie impensabili mentre è meno noto come anche il mondo arabo fin dall'antichità si dilettasse in simili congegni.
Anche nel mondo ebraico l'automa senz'anima fece molto presto la sua comparsa con il mito del Golem, la creatura che prende vita grazie ad un artificio legato alla parola, è un mito antico, forse nemmeno troppo palesemente "fratello maggiore" di quel Frankenstein pensato da Mary Shelley, oggi riveduto e corretto con aggiunte supertecnologiche nella serie dei vari "Terminator".
Ma il mito del doppio, malgrado il progredire della conoscenza è sempre lì in agguato pronto ad impaurire gli sciocchi come i sapienti e i meno sprovveduti.
E tutto questo si lega al nuovo fardello che la scienza e gli scienziati si sono ritrovati addosso, un fardello scaricato sulle loro spalle dall'ignoranza, oggi preferita alla conoscenza, perché nell'ignoranza ci si possono inventare tutte le risposte consolatorie e fideistiche che la scienza non può assolutamente garantire.
La scienza non consola, pone davanti alle cose che in qualche modo iniziamo a comprendere, cose davanti alle quali molti si spaventano. Ma non è fuggendo dalla conoscenza delle cose che queste smettono di esistere o perdono la loro apparente minacciosità.
Siamo circondati di robot che, sebbene non abbiano sembianze umane, ci aiutano nel nostro quotidiano: dalle lavatrici, ai telai meccanici e ai grandi impianti industriali meccanizzati per passare attraverso i più semplici frullatori, cancelli elettrici, ventilatori ecc.. per non parlare poi dei PC che sostituiscono eserciti di matematici, di contabili, di grafici, di postini ecc.
E così temiamo i robot antropomorfi mentre ce ne andiamo tranquillamente in giro su robot servoassistiti che dopo averci inghiottiti nel loro interno, ci sparano a velocità folli con la semplice pressione di un piede. E per quanto perfette e incorruttibili, queste macchine stupide ci conducono più spesso alla morte di quanto potranno mai farlo dei semplici robot antropomorfi che parlano con voci improbabili, muovendosi in modo sconnesso e tremolante.
Riemerge in noi quella voglia di medioevo che non abbiamo in realtà mai vissuto. Contrariamente a quanto si pensa, il medioevo è stato un periodo di fiorenti esplorazioni della natura e della ragione, ha riportato l'umanità verso la via della conoscenza scientifica dopo anni di silenzio e di barbarie. Il pensiero magico è un retaggio necessario e universale. L'importante è dargli il giusto peso e il giusto spazio, impedendogli di trasformare in paura e tabù il nuovo che avanza, senza con questo rinunciare a sognare.
Inviato: 22 Dic 2008 00:06 Oggetto: Re: Chi ha paura di Mary Shelley?
Silent Runner ha scritto:
(.......................)
Riemerge in noi quella voglia di medioevo che non abbiamo in realtà mai vissuto. Contrariamente a quanto si pensa, il medioevo è stato un periodo di fiorenti esplorazioni della natura e della ragione, ha riportato l'umanità verso la via della conoscenza scientifica dopo anni di silenzio e di barbarie. Il pensiero magico è un retaggio necessario e universale. L'importante è dargli il giusto peso e il giusto spazio, impedendogli di trasformare in paura e tabù il nuovo che avanza, senza con questo rinunciare a sognare.
Completamente d'accordo, salvo 2 cose, Frankenstein venne creato sull'onda della paura dei possibili trapianti che allora si potevano solo immaginare da parte dei medici (ma del resto è sempre la stessa paura) e che il medioevo è stata un epoca barbarica dove le esplorazioni erano solo vile conquista (con stermini e torture di massa) imponendo un modello di civiltà oggi pienamente disprezzata, un civiltà che incarcerava e bruciava sul rogo qualsiasi "ricercatore della conoscenza" (oggi lo chiameremo scienziato) e fece vivere le persone in un livello di sola sopravvivenza senza medicine e tanta paura anzi terrore. Non per niente oggi appaiono gli scritti dei visitatori Mussulmani (per ragioni commerciali) che descrivono una popolazione d'allora troglodita fin al vertice del potere. Poi avvenne il rinascimento ovvero la stessa cultura trovò finalmente un poco di civiltà civile.
NDR: Nel medioevo non inventarono i bottoni, questi erano usato dai mongoli secoli prima.
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Inviato: 22 Dic 2008 11:51 Oggetto:
Grazie: concordo ma solo in parte su alcune tue osservazioni.
Frankenstein è qualcosa che va ben oltre la paura di un'epoca, è un mito che ha radici molto più profonde, anche se, la scaturigine dei miti viene a ripetersi in epoche successive, intorno a problemi contingenti.
Sul medioevo, insisto: ridurlo a un periodo di pura barbarie è un errore filologico molto comune, fa parte anch'esso del mito. Senza il fermenti intellettuali e tecnologici apparsi già nel medioevo, il rinascimento, almeno in Italia, non sarebbe stato così splendente.
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