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Zeus News Ospite
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Inviato: 06 Apr 2009 15:00 Oggetto: Il Garante Privacy esaspera il diritto all'oblio online |
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Commenti all'articolo Il Garante Privacy esaspera il diritto all'oblio online
Le contraddizioni di un provvedimento del Garante Privacy, che vorrebbe obbligare i siti web a cancellare i nomi delle persone dopo un certo periodo. Per lo meno agli occhi dei motori di ricerca.
Foto di Dana Heinemann
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zeross Amministratore


Registrato: 19/11/08 12:04 Messaggi: 8148 Residenza: Atlantica
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Inviato: 06 Apr 2009 15:57 Oggetto: |
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La idiozia clamorosa di questa determinazione, apparentemente completamente scema, in realta nasconde il becero, puerile e classista interesse a far sparire dlla memoria tutti i fatti che interessano le persone che si sono resi colpevoli di un fatto.
Sarebbe come dire che un libro di storia dovrebbe cancellare a distanza di tempo tutti i riferimenti a i delitti compiuti dlla famiglia Borgia nel 1600 solo perche non sono più di attualità!
Ma in realta si vuole solo occultare i fatti sperando nell'oblio della memoria collettiva.
Quindi un Mario Chiesa che ritorna alla ribalta delle cronache, per fatti di illecito, ad una ricerca su internet risulterebbe immacolato.
La soluzione prospettata non è una difesa della privacy ma una sorta di grossa amnistia dell'immagine continua e continuata.
Se uno è un criminale rimarra sempre irragiungibile qualsiasi informazione che lo riguarda, per il semplice motivo che tra un processo e l'altro passa una montagna di tempo.
Quindi se uno va in televisone e vede una televendità di Wanna Marchi, cercando genericamente delle informazioni su internet, non troverebbe nulla sui suoi passati giudiziari.
Questa non e tutela ma complicità e favoreggiamento!
Il garante della Privacy forse è in buona fede quando ritiene cosi di agire in tutela della privacy, ma in realtà sta solo favorendo i criminali, in primis quelli che agiscono sui mezzi di comunicazione di massa, a potere operare indisturbati senza che le ignare e potenziali vittime possano informarsi e tutelarsi in anticipo.
Un comportamento che se verrà mantenuto e perseverato dal grante della riservatezza dei dati personali sara o indici di immane stupidità oppure di perfidia criminale  |
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Zeus Amministratore


Registrato: 21/10/00 02:01 Messaggi: 13271 Residenza: San Junipero
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Inviato: 06 Apr 2009 16:56 Oggetto: |
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Il diritto all'oblio esiste, nel senso che io giornalista non devo piu' scrivere un articolo su un fatto avvenuto 20 anni fa riportando i nomi come se i fatti fossero accaduti ieri.
Quello che il garante privacy impone, pero', e' di scegliere tra
a) non essere piu' indicizzati dai motori
b) correggere a mano tutti gli articoli che un giornale / un sito / un blog ha pubblicato
Sono due cose a mio avviso inaccettabili e incompatibili con il diritto all'oblio.
E poi, perche' fare differenza tra il motore interno di un sito e i motori che indicizzano tutto il web?
E' la norma del diritto all'oblio che andrebbe rivista, alla luce delle nuove tecnologie. Un vero oblio non potrà più esistere, con buona pace del garante privacy (che prima ha provato a prendersela con google, adesso prende di mira i siti di informazione). |
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{roberto marabini} Ospite
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Inviato: 07 Apr 2009 10:56 Oggetto: |
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Incominiciamo con il mettere in galera gli autori di articoli e post calunniosi e diffamatori ed ha rendere responsabili gli editori ed i proprietari dei blog |
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Zeus Amministratore


Registrato: 21/10/00 02:01 Messaggi: 13271 Residenza: San Junipero
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Inviato: 07 Apr 2009 12:11 Oggetto: |
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si', e anche tutti gli utenti che leggono  |
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zeross Amministratore


Registrato: 19/11/08 12:04 Messaggi: 8148 Residenza: Atlantica
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Inviato: 07 Apr 2009 16:02 Oggetto: |
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{roberto marabini} ha scritto: | Incominiciamo con il mettere in galera gli autori di articoli e post calunniosi e diffamatori ed ha rendere responsabili gli editori ed i proprietari dei blog |
Il decidere chi mettere in galera per un fatto spetta solo al magistrato dopo che sia stato provato che un commento e calunnioso o diffamatorio!
Chiunque si rende protagonista di atti di rilevanza penale e perseguibile secondo la legge.
La responsabilità e personale, cioè e solo di chi compie l'atto illecito.
Questa è stata una grande conquista della civiltà del diritto.
Chiedere di trasformare la responsabilità penale da soggettiva ad oggettiva è una idiozia che qualifica colui che la propone.
Invece di chiedere l'oblio bisognerebbe chiedere la completezza dell'informazione.
Se uno viene inquisito a riceve mille righe di commento, non può essere assolto ed avere solo tre righe di commento.
Questo si che è ingiusto ma a quanto pare non sembra essere nella sensibilità del garante  |
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freemind Supervisor sezione Programmazione


Registrato: 04/04/07 21:28 Messaggi: 4643 Residenza: Internet
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Inviato: 08 Apr 2009 00:16 Oggetto: |
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{roberto marabini} ha scritto: | Incominiciamo con il mettere in galera gli autori di articoli e post calunniosi e diffamatori ed ha rendere responsabili gli editori ed i proprietari dei blog |
La rete è neutrale per sua natura!
Anche se sembra un paradosso, se nessuno la controllasse, lei si controllerebbe da sola!
Ci sono utenti che stanno da una parte e quelli che stanno dall'altra...
Se io scrivo che tizio è mafioso e molti mi credono, nel caso io menta/sbagli verrebbero fuori altri che mostrerebbero il contrario!
Per quanto riguardo il caching secondo me deve restare... |
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{Baldo Meo} Ospite
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Inviato: 09 Apr 2009 15:54 Oggetto: IL GARANTE RISPONDE A ZEUS NEWS |
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Caro Direttore,
è davvero un peccato che l'ultimo articolo da voi dedicato al provvedimento del Garante sugli archivi giornalistici on line ("Il Garante privacy esaspera il diritto all'oblio", 6 aprile) non riporti correttamente il contenuto delle decisioni dell'Autorità, peraltro consultabili all'indirizzo www.garanteprivacy.it. E per certi versi finisca per ribaltare, in alcuni passaggi, le stesse posizioni del Garante, attento alla tutela dei diritti delle persone, ma da sempre contrario a censure preventive, soprattutto su Internet.
Chi legge l'articolo potrebbe dedurre che dagli archivi debbano essere cancellati tutti i dati personali di chiunque contenuti in qualunque articolo. Non è così. Così come sono da smentire due altre ipotesi formulate: a) che un cittadino possa sempre e comunque ottenere dall'editore l' "oscuramento" dei dati; b) che debba essere l'editore a farsi carico dell'oscuramento generalizzato di tutti i dati personali presenti negli archivi.
Le decisioni del Garante, come è chiaramente spiegato nel comunicato stampa diffuso, nascono dai ricorsi di alcuni cittadini che ritenevano di aver subito un danno o una lesione dalla permanenza in rete degli articoli che riportavano loro dati personali. L'Autorità ha ritenuto meritevoli di essere accolti solo tre dei ricorsi presentati, considerata la specificità dei casi sottoposti, mentre un quarto è stato rigettato in ragione della "rilevanza sociale del reato contestato oltre che per il più breve lasso temporale trascorso dalla vicenda e dai successivi sviluppi giudiziari della stessa vicenda". Il Garante ha valutato, dunque, caso per caso ed in maniera articolata. Ma soprattutto, aspetto che va sottolineato, non ha accolto la richiesta di alcuni dei ricorrenti di vedere cancellati definitivamente i propri dati dal sito interno del giornale. La posizione del Garante è dunque l'esatto contrario della richiesta di "autocensura imposta ai webmaster".
Quello che ha inteso fare l'Autorità è di individuare, per i casi meritevoli di tutela, alcune delle soluzioni possibili, che fossero in grado di garantire la riservatezza agli interessati senza minacciare in alcun modo l'integrità degli archivi della memoria storica, la libertà di ricerca anche storica, il diritto allo studio e all'informazione: gli utenti interessati potranno infatti continuare comunque a consultare la versione integrale degli articoli attraverso funzioni di ricerca interne al sito del giornale.
Per finire, nell'articolo si suggerisce anche l'uso di file robots.txt: lo stesso Garante aveva in effetti segnalato, tra le soluzioni possibili da adottare negli specifici casi, proprio il ricorso a questo tipo di intervento.
La questione degli archivi on line e della memoria della rete pone una serie di questioni sulle quali è necessario un ampio dibattito. Ed è con questo obiettivo che l'Autorità intende confrontarsi con le istituzioni e tutti i soggetti interessati (giornalisti, editori, gestori dei motori di ricerca, utenti della rete) per valutare proposte ed individuare soluzioni in grado di tutelare i diritti dei cittadini senza limitare la libertà in rete.
Buon lavoro
Baldo Meo
Capo Ufficio stampa del Garante per la protezione dei dati personali |
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Zeus Amministratore


Registrato: 21/10/00 02:01 Messaggi: 13271 Residenza: San Junipero
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Inviato: 09 Apr 2009 16:03 Oggetto: |
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L'articolo è nato proprio dopo aver letto il comunicato stampa che sembrava mettere dei paletti ben precisi e non delimitati a singoli casi, recitando: "Il Garante per la protezione dei dati personali ha individuato alcune modalità tecniche che gli editori devono adottare per evitare che i motori di ricerca estraggano in automatico dagli archivi dei giornali tutti i dati personali che vi sono contenuti, anche quelli non più attuali o incompleti che possano ledere la riservatezza delle persone".
Sono sinceramente lieto di leggere la precisazione del Garante che smentisce quanto sembrava emergere dal comunicato stampa. |
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