Registrato: 08/02/07 10:52 Messaggi: 15785 Residenza: Qui se guardi da lì
Inviato: 29 Mar 2009 19:17 Oggetto: La fabbrica, gli operai e il lavoro a(lla) catena
Sono incazzato, scrivo e piango dentro!
Mi è capitato quest'anno, per la prima volta, di rimanere a lungo senza lavoro
dopo tre mesi di sosta mi è capitata la (s)fortuna di poter entrare a lavorare in una grande fabbrica a pochi passi da casa mia e tutto questo alla bella età di 47 anni e con un contratto a tempo come interinale
L'impatto è stato duro da subito, ti vestono loro e diventi uno dei tanti che girano per otto ore filate nello stesso posto, con un solo scopo, quello che arrivi l'ora di timbrare il cartellino ... e già per me, tutto questo non ha senso
Poi ti sbattono ogni giorno dove gli servi, non importa se nel frattempo hai imparato qualcosa da qualche parte, a loro non interessa
Entri una notte che sono circa le nove e mezza, ti cambi, prendi una specie di caffè alla macchinetta della mensa, fumi di corsa l'ultima sigaretta all'aria aperta come i condannati ai lavori forzati e poi entri nella fabbrica, quella parte della fabbrica che ti renderà un automa, un robot, un cane legato alla catena.
Dico così perchè come entri e vai al tuo posto che ti è stato assegnato quella sera,
ti può succedere che la prima cosa che ti dicano è:
A che ora vuoi andare in pausa?
Si perchè sono le dieci e tutti quelli della tua linea devono decidere a che ora dovranno mangiare o cagare, bere o riposarsi le gambe per mezz'ora ...
Tu sei un interinale, sei l'ultimo arrivato e ti dicono sempre la stessa cosa:
ci sono rimaste le 3 o le 3,30 ... quale preferisci?
In pochi secondi dovrai dirgli quando pensi che ti stancherai o vorrai prendere un altro similcaffè alla macchinetta della mensa, che sei pure sfigato più del solito quella sera, te la ritrovi a 7 o 8 minuti di strada dal tuo posto di lavoro, raddoppiali per il ritorno e ti rimangono circa 15 minuti di riposo, sempre fra tre e le tre e mezza, e tutto questo devi deciderlo esattamente 5 ore prima di poterlo fare!?!?
Sistemata la cosa delle pause, ognuno adesso ha il suo bel turno di riposo, ti legano vicino a una macchina e da lì non potrai più muoverti finchè non verranno a darti il famoso cambio
Ho lavorato tre notti vicino ad un nastro che sparava fuori scatole di biscotti a ripetizione, il mio bel lavoro era quello di impilarle in ordine sopra di un bancale e una volta pieno si ricominciava daccapo ... cazzo!
Otto ore così, legato lì come un cane a fare una cosa senza capo ne coda,
e ti giuro che ci pensi ... e poi ti vedi da fuori ... vedi te lì, vestito come tutti gli altri che fai una cosa che fa rabbrividire e ti viene da piangere,
e ti fai mille domande ... e per quante siano le risposte che ti trovi per convincerti che devi farlo perchè il momento è drastico, perchè tanto lo fanno tutti e tu in fondo non sei diverso dagli altri ... è proprio lì che senti il dolore peggiore e ti dici con un disprezzo che non ha eguali ... ma io sono diverso da questi robot, io ci sto pensando e mi sto criticando ferocemente, ma posso io fare parte della macchina meccanica dimenticando che sono un uomo?
E mentre sei lì che ci pensi, magari passa il capetto che non sa manco da che parte è girato ed ha vent'anni meno di te e ti dice:
Ehi! Perchè non hai indosso i guanti, mettiteli subito!!
Io lo guardo e rimango esterefatto ... i guanti? per impilare scatole di biscotti da un chilo e mezzo? cazzo, e che mi può succedere senza ... al massimo si rompe la scatola e mi sporco un dito con lo zucchero a velo?
E lì mi viene in mente che facevo volare mattoni e sacchi di cemento a mani nude, saltavo giù dalle impalcature con le espadrillas e quando arrivavo per terra, senza chiedere niente a nessuno, qualunque era l'ora in quel momento, io mi accendevo la mia sigaretta e magari pisciavo contro un muro o dietro un albero, ogni volta che mi scappava ... senza averlo preventivato 5 ore prima con tutti i miei colleghi
Io ho sempre fatto lavori pesanti come il muratore o l'imbianchino, il piastrellista o il ferraiolo ed erano tanti i giorni che andavo a casa con la schiena a pezzi ma non mi sono mai sentito una macchina o un cane legato alla catena.
Se dovevo fare la macchina nascevo con pistoni idraulici e cavi elettrici ma sono uomo che ha un corpo vivo e varia a seconda di molti fattori, ho esigenze e priorità ma sopratutto bisogni e non posso decidere preventivamente per quando avverranno
Altra cosa importante che uccide le persone nelle fabbriche, sono i turni ..
I turni sono una roba micidiale per il corpo umano, non c'è niente di peggio che possa stravolgere im modo così fulmineo e devastante, il vostro sistema neurovegetativo.
Vabbè, dicevo dei turni, siccome sei l'ultimo arrivato e ti manda un agenzia, tranchillo che ti farai tutti i turni di notte te e non meravigliarti se te ne capiteranno anche quattro settimane di fila .. in fabbrica è normale così!
Ma ora mi chiedo s'è anche normale che la prima settimana riesci ad arrivare a casa la mattina alle sei e mezza e riesci a dormire per 5 o 6 sei ore ... la seconda però non ce la fai già più, sei parecchio sfasato, nel frattempo nel tuo corpo si sono rivuliozionate un pò di cose ,è variato il tuo appetito e ne hai sempre meno, anche le tue regolarità fisiologiche sono cambiate drasticamente, non hai più orari e il tuo intestino ha iniziato a lavorare molto male
e tu non ti sentirai più tanto bene ...
Quando ti fai la seconda settimana di fila arriva la ciliegina sulla torta ... quando vai a casa a dormire, sempre se riesci a farlo, t'accorgerai che dopo un ora sei già in piedi e non dormi nemmeno a pagamento
Ecco, adesso calcola che dopo tutto questo, tu, la sera andrai a scoppiartene un altra e tutto questo mentre sarai stanco, avrai sonno e non ti senti niente bene!
Ora dico io .. la fabbrica ha circa 450 operai che girano su tre turni ... li sono 150 per turno?
E su 150 persone è possibile che io debba scoppiarmi da lunedi la terza settimana di fila di notte?
D'accordo che sono un Interinale ma ormai funziona così il lavoro nelle fabbriche e mi chiedo se questa domanda me la faccio solo io e di conseguenza reagisco o se davvero si riesce a diventare tutti dei perfetti robot
Gli interinali sono quelle persone che li manda le agenzie e in questo momento, questo sono, un interinale ... voce che suona male quando viene emessa dalla bocca di un operaio fisso, chissà perchè poi sta differenza, non siamo entrambi lì per lo stesso motivo?
E le agenzie invece sono quegli uffici loschi dove pigliano la gente e la mandano a lavorare con contratti ridicoli, tanto per dirne una, quella che mi sta capitando a me adesso ... fate conto che ogni due settimane, l'agenzia mi fa firmare una proroga per altre due, insomma, due mesi per quattro proroghe ... assurdo eh ?!?
E poi vengono sottopagati e diventano allo stesso tempo, gli zimbelli della fabbrica, quelli che si può sfruttare al massimo finchè gli servi e poi ti danno un calcio nel culo perchè, a loro conviene fare un contratto nuovo che non prolungare il tuo ... gli costa meno.
E pensare che dopo tutto questo, a volte sei là davanti agli uffici interni della tua bella fabbrica che aspetti qualche capetto che ti dica cosa fare, nel frattempo ne passa lì vicino a te un altro e dice:
A me oggi serve un uomo sulla linea 4
Uomo?????
perdonatemi tutti per lo sfogo ma non c'a fazzo chiù, se lunedi notte (e son tre settimane di fila) mi vorranno legare al solito palo col guinzaglio, crisi o non crisi, giurò che morderò la mano del padrone questa volta ... cane d'accordo ma almeno libero di pisciare quando mi scappa!
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Inviato: 29 Mar 2009 19:41 Oggetto: Re: La fabbrica, gli operai e il lavoro a(lla) catena
kevin ha scritto:
Sono incazzato, scrivo e piango dentro!
Otto ore così, legato lì come un cane a fare una cosa senza capo ne coda,
e ti giuro che ci pensi ... e poi ti vedi da fuori ... vedi te lì, vestito come tutti gli altri che fai una cosa che fa rabbrividire e ti viene da piangere,e ti fai mille domande ...
Grazie per aver condiviso con noi il tuo dolore e la tua disperazione ma anche la tua forza e il tuo pensiero libero e anarchico.
Perchè a me passano moltissime cose leggendoti..ma soprattutto...ti vedo.
Ti fai mille domande?..Allora non sei un robot e mai lo diventerai...
Credo che ogni operaio nel suo profondo rimanga tale ma si narcotizzi per sopravvivere..
Non so darti consigli se non quello di non lasciarti anestetizzare...
Di prendere il primo treno che ti riporti a quello che sai fare ed essere...
Registrato: 04/04/07 21:28 Messaggi: 4643 Residenza: Internet
Inviato: 29 Mar 2009 19:52 Oggetto:
Ciao kevin!
Hai esternato il tuo dolore ma soprattutto non accetti le cose come stanno! Fai bene!
Personalmente non riuscirei a fare il tuo lavoro, monotono, ripetitivo...
Probabilmente io alla terza sera mi sarei sparato in bocca dalla disperazione lasciando un bigliettino con scritto: "Non ce la faccio più!".
Non lasciarti andare, cercati quando è possibile nelle ore non lavorative qualche cosa che ti faccia volare con la testa... Piuttosto scrivi qui su zn chilometri di righe per sfogarti, non arrivare ad accettare la situazione così com'è e magari cerca qualche altro lavoro.
Lo so, oggi è dura però almeno avresti una speranza...
Silent Runner Supervisor sezione Chiacchiere a 360°
Registrato: 16/05/05 10:17 Messaggi: 24079 Residenza: Pianeta Terra
Inviato: 29 Mar 2009 20:28 Oggetto:
Meriti ben più che due parole scritte di fretta da me, amico mio.
Per ora mi limito a dirti che ne riparleremo, vorrei però ascoltare anche altri che possono aver avuto esperienze simili alla tua.
Registrato: 08/04/07 18:52 Messaggi: 1514 Residenza: Nello spazio vuoto tra Internet e il mare
Inviato: 29 Mar 2009 20:56 Oggetto:
E' molto triste quello che scrivi Kevin.
Non ho mai vissuto questa esperienza ma credo sia difficile per una persona abituata ad essere libera e indipendente trovarsi improvvisamente ad essere trattata come un "numero".
Credo però che dovresti affrontare questo momento come una parentesi provvisoria della tua vita, con un pò di ironia e soprattutto con la forza di chi è in grado di affrontare con coraggio anche le situazioni più difficili.
Una sfida? Ebbene sì! Sono sicura che vinci tu, vince il tuo buonumore, la tua voglia di vivere, la tua grande esperienza.
eviterò di tirare fuori frasi del genere, "mi spiace davvero" "ti capisco" etc etc
ti dirò semplicemente la verità. non ho mai provato nulla di simile.
io mi lamento se la prof non ci fa fare il quarto d'ora accademico e fa due ore di lezione filata. i miei problemi possono essere al massimo dover andare tutti i giorni in uni.
ho la fortuna di avere dei genitori che pensano (ancora ) a me.
in compenso mi impegno molto per fare volontariato e condivide un po' della mia fortuna con chi ne ha più bisogno. ma più di tanto non si può fare, sopratutto di fronte ad una situazione come la tua.
se una situazione ti da fastidio, se non riesci a conviverci fai bene a cercare di cambiarla a parlarne! secondo me è davvero importante.
ti ringrazio di averlo fatto quì, vuol dire che a noi tieni
Ciao Kevin, non so descriverti la tristezza che mi ha provocato il tuo messaggio.
Purtroppo conosco molto bene la realtà del mondo interinale, quel vivere sempre con la spada di Damocle della fine contratto/rinnovo sulla testa, quell'accettare di essere l'ultimo degli ultimi e il più sfruttato pur di lavorare, quell'essere sempre considerato "estraneo" dagli altri impiegati o operai stabili...
Non è facile per chi non ha mai vissuto questa precarietà poterla comprendere appieno, capire come ti tolga giorno dopo giorno la linfa, la voglia di reagire, come ti porti un senso di rassegnazione e delusione nel quotidiano.
MA...
Ma purtroppo ormai il mondo del lavoro funziona così, ci si deve adeguare o starne fuori.
Ti assicuro che in questi anni in cui mi sono interfacciata con più aziende non è sempre stato così tremendo, a volte si è fortunati e ci sono persone che ci apprezzano come persone e ci rispettano, rispettano il nostro lavoro, si affezionano e con cui si possono costruire amicizie.
Non è tutto nero Kevin e sono convinta che questa fabbrica sia un caso particolare, per quanto la realtà che descrivi purtroppo sia molto simile a quella di molte altre fabbriche.
Personalmente ti posso raccontare la mia esperienza....
I primi lavori anche io ci soffrivo a "subire", a sapere di non avere gli stessi "diritti" degli altri colleghi, a vivere l'ansia del rinnovo del contratto..
Poi ho imparato e mi sono fatta più bastarda di loro e...ho vinto!
Le mie pretese di posti sempre più retribuiti sono state esaudite, gli aumenti di livello sono arrivati e i contratti sono decisamente migliorati.
Il concetto è: dato che il tuo cervello funziona ancora ALLA GRANDE sfrutta questo modo di lavorare per metterti alla prova in lavori che ti possano "specializzare", che ti possano arricchire di un bagaglio di esperienze da rivendere a caro prezzo.
E' cinismo lo so, è bastardaggine, lo so, ma è l'unico modo per non soccombere al mondo della precarietà..
Quanto al tristissimo ambiente di lavoro in cui vivi io ti consiglio di andartene il prima possibile, può solo portarti alla depressione e a problemi fisici un luogo così.
Il mio consiglio nel concreto?
Contatta subito a manetta tutte le agenzie interinali della zona, proponiti per lavori tipo magazziniere, addetto ai supermercati etc (lavori diurni per capirci, con al max la copertura del weekend), iscriviti a tutte le newsletter dei siti di lavoro e ricordati sempre che avere 47 anni e perdere il lavoro non è una colpa, ricordati che hai esperienza di lavoro da vendere (e farti pagare bene!) e nel frattempo, sempre che tu possa farlo, cerca di lavorare in questa odiosa fabbrica, giusto per non restare a casa senza nulla.
Mi spiace non poterti essere più di aiuto, ma sappi che ti sono davvero vicina.
L'ultima modifica di solaria il 29 Mar 2009 21:42, modificato 1 volta
Registrato: 17/10/06 23:24 Messaggi: 8634 Residenza: dentro una cassa sotto 3 metri di terra...
Inviato: 29 Mar 2009 21:41 Oggetto:
Non so nemmeno cosa scrivere per farti sapere che capisco quello che provi.
E' un momento difficile, ma lo puoi superare, magari ricorrendo a sistemi alternativi per sfogare le tensioni accumulate (è in un momento simile che io ho cominciato a scrivere su un vecchio quaderno le prime storie che anni dopo ho trasposto sul web).
E' un'esperienza triste e deprimente, ma anche se difficile, l'unica cosa per superare bene è non abbatterti e non lasciarti abbattere! Tu SEI un uomo, tu SEI KEVIN, non un numero di matricola da qualche parte, quindi tieni sempre a mente questo, trova il modo di sfogare la tua tensione al di fuori di quell'ambiente e vedrai che ben presto si sistemerà tutto.
Parola di vampiro...
Caro Kevin, grazie per ciò che manifesti, spero che ti faccia bene. Salto ogni commento, del resto altri l'hanno già fatto per me molto bene... Che dire, a me pare che il peggio della situazione non sia tanto il lavoro in sè quanto il modo in cui le persone e le circostanze ti costringono a rapportartici. E allora, piuttosto che rigirarti il coltello nella piaga compiangendoti per la situazione che vivi, dicendoti "Anch'io ho fatto/visto fare cose del genere", ecc. ecc. io ti chiederei: ma possibile che "rimanere a lungo senza lavoro" (cosa che anche a me è capitata e capita, e causa serie difficoltà, tutti conosciamo la realtà attuale) possa portarti a vivere una situazione che -a quanto intendo- ti preclude la possibilità pratica di disporre del tuo tempo e quindi, per l'appunto, cercare e trovare lavoro, il tuo lavoro?
Cerco di spiegarmi meglio, vediamo... Tu hai citato esperienze di sacchi di cemento volanti, muratura, fabbro, piastrellista, imbianchino; tutti lavori veri, seri, di testa e precisione ben oltre che di forza... ora, non so se li facessi in proprio o come dipendente, mi dirai, ma sono tutti lavori di base... come dire... immortali, un po' come il mio che faccio l'antennista e impianti elettrici-tecnici e roba del genere, tutte cose che in un modo o nell'altro con i dovuti aggiornamenti sono cose che non finiscono mai, cose di cui c'è sempre bisogno... cose che se non fai nel grosso cantiere magari (e più vantaggiosamente) vai a fare a casa della signora Pina oggi e dal signor Mario domani e la giornata te la porti sempre a casa... E conosci ogni giorno gente che fai contenta e ti propaga in automatico la pubblicità per farti lavorare finchè campi, magari poco, magari a far cagate che ti fanno rimpiangere i bei lavori di una volta ma fermo non ci stai...
Possibile, tre mesi di sosta? Sarò ingenuo, sarò fuori dal mondo, ma non capisco... Lo so che spesso lavorare non conviene... ma fermo addirittura... Ti ringrazio se vorrai spiegarci meglio...
Registrato: 21/10/00 02:01 Messaggi: 13287 Residenza: San Junipero
Inviato: 29 Mar 2009 23:22 Oggetto:
Il messaggio di Kevin sia di monito a tutti quelli che si lamentano per la propria condizione lavorativa. Già è dura lavorare, lo è ancora di più quando sei trattato come una pezza da piedi o come un numero (succede in molti ambiti), se poi il lavoro che si fa non è particolarmente stimolante allora diventa ancora più dura.
Ma la cosa peggiore, che probabilmente molti di voi avranno sperimentato anche se non lavorate in fabbrica, è che ormai ci sono lavoratori di serie A (assunti, con contratto) e lavoratori di serie B (precari o senza contratto), messi gli uni contro gli altri.
I lavoratori di serie A lottano per non perdere i "privilegi" acquisiti nel corso degli anni; magari contrattano con l'azienda per premi di produttività, aumenti di stipendio, o il sindacato discute a livello nazionale per il rinnovo del contratto di categoria. In tempi di crisi come questi, gli assunti sperano che a farne le spese (tutti i tagli annunciati dalle aziende) siano esclusivamente i precari, o per lo meno che in prima linea ci siano questi ultimi, meno tutelati e più facili da lasciare a casa.
Ai precari d'altro canto non interessa nulla dei premi di produttività, dei rinnovi contrattuali, degli aumenti di stipendio: hanno problemi assai più concreti da risolvere, ossia come fare a campare se il loro contratto non viene rinnovato. E sono disposti a piegarsi ai compiti più umili pur di continuare a lavorare.
Questo comporta che i lavoratori "con privilegi", oltre ad avere interessi differenti, in molti casi tendono ad approfittarsi dei loro stessi colleghi, pur di mantenere la loro condizione agiata di lavoratore assunto (conquistata con decenni di lotta da chi è venuto prima di loro). Oppure tendono a guardare male i precari, sempre disponibili a lavorare il doppio o anche il triplo, sempre pronti a far calpestare i propri diritti dal "padrone".
E i precari? Mandano giu' bocconi amari. Odiano il sindacato (giustamente) perche' non li rappresenta. Invidiano i colleghi regolarizzati, che possono permettersi pause più lunghe alla macchinetta del caffe' e addirittura di contraddire il capo, talvolta. Questi nuovi schiavi hanno come unico sogno di poter un giorno conquistare la loro "libertà", passare dall'altro lato della barricata, ottenere finalmente il l'agognato "contratto a tempo indeterminato" che possa permettere loro di rilassarsi un attimo, dopo anni e anni di vita grama, avendo raggiunto l'obiettivo di una vita: poter lavorare in cambio di quattro soldi.
E poi c'è chi va in giro dicendo che non c'è nessuna crisi.
Registrato: 08/10/07 15:22 Messaggi: 4599 Residenza: Sono solo nella tua mente (by Odos)
Inviato: 30 Mar 2009 09:20 Oggetto:
Credo che ci sia una sola scena nel mio cuore che reputo al contempo vibrante di erotismo, umorismo e ribellione.
La prima volta che la vidi alternavo pelle d'oca e risate.
E credo che per quanto possa sembrare paradossale in un momento come questo è di questa qualità di emozioni che ti devi nutrire Kevin.
Stamattina rivedendola ho pensato a te..
E' in russo..ma quel bambino che dice al suo papà..."vai"...mi ha fatto pensare a tuo figlio.
Vai Kevin...senza alcun dubbio uno streep tease sarebbe molto più affine alla tua natura.
Registrato: 21/10/05 01:58 Messaggi: 15656 Residenza: Tra Alpi e Tanaro
Inviato: 30 Mar 2009 12:08 Oggetto:
Ciao Kevin
Comprendo il tuo stato d'animo e, avendo nel tempo imparato a conoscerti, immagino la sensazione di inutilità che hai provato nel passare da un'attività che ti dava soddisfazioni e ti permetteva di gestirti in autonomia e prendere decisioni, a un'altra che ne è l'esatto opposto.
Purtroppo è un momentaccio: tutti, chi più chi meno, abbiamo dovuto ridimensionare le nostre aspettative.
Ti auguro di poter riprendere il tuo lavoro in tempi brevi. Questa sarà soltanto una parentesi, un'esperienza negativa dalla quale trarre insegnamento, ma che durerà poco: lo spero, di cuore, per te e per tutti noi.
Registrato: 08/02/07 10:52 Messaggi: 15785 Residenza: Qui se guardi da lì
Inviato: 30 Mar 2009 18:52 Oggetto:
Ciao a tutti,
vi ringrazio per il vostro appoggio morale e per esservi sorbiti il mio sfogo personale
Ringrazio zeussino che ha capito bene cosa intendevo e ha messo in luce, meglio di me, la situazione lavorativa attuale
Risponderò anche a Emmett che mi chiede il perchè mi ritrovo all'improvviso a fare una roba del genere
Caro Emmett, a parte il fatto che ho aperto questo 3D per far capire alle persone cosa le aspetta nel mondo lavorativo al giorno d'oggi e non per chiedere commiserazione o parlare del motivo per cui mi ci sono trovato, anche perchè credo non interessi nessuno, due righe te le scrivo lo stesso
Il mio lavoro, quello che ho sempre fatto intendo, da qualche anno a questa parte è diventato terra di conquista e mi spiego meglio
Dalle mie parti, ma credo un pò dapertutto, sono arrivati i romeni, gli equadoriani, i marocchini e gli albanesi.
Tutta questa bella gente ha messo sù pseudoimprese a destra e a manca,
prendono qualsiasi tipo di lavoro a un quarto del prezzo che farebbe qualsiasi artigiano italiano che paga le tasse e mettici insieme
che nel frattempo sono finiti i soldi per tutti e ti viene fuori la risposta alla tua domanda.
Adesso io non so come lavori tu, se in economia o a contratto, a un tot per palo dell'antenna e poi ci aggiungi gli extra ma cerca d'immaginare una cosa
oggi fai il tuo bel preventivo al cliente e questo ti guarda e ti dice:
caro Emmett, io capisco che sei serio e la professionalità si debba pagare
ma c'è la ditta di Sanchez che mi da lo stesso risultato a meno della metà del tuo preventivo, e aggiunge ... scusa sai, ma i tempi sono duri e con quel che risparmio qui, faccio un altra cosa!
Ecco, prova a pensare che tutto questo ti venga detto dalla maggior parte dei tuoi clienti e per tutti i tuoi preventivi e poi dimmi se dopo un pò non rimani senza far niente
Si perchè, anche volendo, sconta di qua e guadagna un pò meno di là,
stai tranquillo che non potrai mai fare il prezzo che fà la ditta Sanchez
non ci staresti dentro nemmeno se piangi in ostrogoto!
Che poi faccia un lavoro di merda e il cliente poi chiami te per cercare di riparare quello che ha fatto la ditta al risparmio è un altro discorso ma succede anche quello ... peccato però che il totale in fondo al preventivo non lo metta fra gli imprevisti e gli eventuali.
Silent Runner Supervisor sezione Chiacchiere a 360°
Registrato: 16/05/05 10:17 Messaggi: 24079 Residenza: Pianeta Terra
Inviato: 30 Mar 2009 20:15 Oggetto:
zeussino ha scritto:
E poi c'è chi va in giro dicendo che non c'è nessuna crisi.
[...] alzò nel gran silenzio un dito: disse un nome... Sonò alto un nitrito.... (da: "la cavallina storna di Giovanni Pascoli")
Possiamo dunque dirlo quel nome: **********...
Oddio com'è che non si vede la scritta? ...C'è una sorta di censura automatica? Non si può più citare quel nome?
Forse è già diventato una parolaccia, una bestemmia? O appare così sotto forma di stringa di asterischi perché quel nome è una password per l'inferno? Il nostro?
Oh, beh, lui (l'innominabile, il Re ID del Mago Witz) sì che se ne può andare in giro a dire che non c'è nessuna crisi perché lui la crisi non sa cos'è. Cioè sì, lo sa ma non lo dice.
Direste ai bambini che Babbo Natale non esiste? Io sì ma io sono cattivo mentre lui è buono e sorride, allarga le braccia benedicenti e sorride. Anche quando sta sul cesso sorride. Scommetto.
Perché come i piccioni ci caga in testa a tutti quanti.
Perché lui e tutti quelli che come lui nelle crisi s'arricchiscono, perché mai dovrebbero spaventare la gente dicendo la verità? Per quello ci sono già i romeni, gli albanesi, i marocchini, i cingalesi, i comunisti, i post comunisti, i sub comunisti, i demi communiste, gli ex comunisti, i quasi comunisti, i tendenzialmente comiunisti, gli isti, i comuni, gli uni... quelli lì, insomma, che sono diversi da lui e da loro. E si riconoscono perché non sono vestiti in modo adeguato e magari camminano ondeggiando... insomma, lui sa che la gente ha paura di per sé, basta dargliene ragione. O di santa ragione.
Caro Kevin ti ho risposto in privato per non spaventare i miei amici del forum, nessuno meglio di Zeussino ha potuto fare una sintesi più precisa e pulita da ogni retorica.
Che faccio? Raddoppio?
No eh?
Io scherzo perché ci sono già passato e non sono morto. Non ancora.
C'è però chi muore per fare un lavoro sottopagato e pure viene preso per il culo anche dopo morto. ...Ma che strano, tutti i morti sul lavoro sono stati assunti il giorno stesso... Anche se lavoravano da un anno o due, a nero... ma già, a nero! Non lo vedi che la maggior parte sono abbronzati? Lo ha detto anche il Cavaliere.
Ecco, questo si può dire.. "Cavaliere" si può scrivere... E' quell'altro nome che la tastiera si rifiuta di scrivere in modo leggibile.. **********! Ecco, vedete? Il nome viene criptato! Magari venisse criptato nel suo mausoleo..
Succede così, anche quando uso il controllo ortografico: mi dice che quella parola non esiste.
Il mio correttore ortografico dev'essere di sinistra oppure è simpatizzante del compagno Fini. Ma sai com'è? Siamo nella categoria delle ipotesi, stiamo scherzando come fa lui, il barzellettiere. Troppo basso per fare il cantante di pianobar nel Titanic.
Ma tornando agli abbronzati, quelli scuri che fanno il lavoro nero e perciò si chiama così, per via del colore scuro.. questo si può dire eh?
E meno male.. altrimenti avrei dovuto scrivere cosa, invece che abbronzati? Diversamente bianchi?
Sì. Ci sono le azienducce che lavorano a nero e gli italioti che per risparmiare si fanno fare lavori magari fatti anche male, pur di pagare male.
Peggio per loro o peggio per tutti? Anche per i poveri immigrati semidisonesti che lavorano in regime di concorrenza sleale?
Perché anche loro ci rimettono eh? Non dimentichiamolo.
L'America della grande immigrazione è piena di fantasmi di italioti.
Ce ne siamo dimenticati perché a ricordarcene verrebbe l'orticaria, la scabbia, la TBC e la sifilide, tutte malattie che adesso gentilmente ci stanno riportando indietro con gli interessi.
Non so che cosa abbia perduto questo paese. Sicuramente la memoria storica. Migliaia, forse milioni di lavoratori che hanno lottato per ottenere diritti che adesso vengono spazzati via con sufficienza: "Ma che noia questi lavoratori, cosa vogliono? Qualcuno la crisi la deve pagare! Non vorreste forse che la portassero via gratis eh?!
Ma cazzo, c'è voluta una guerra mondiale e una guerra civile per farci capire che cosa significa la dignità umana, il diritto a vivere decorosamente e in pace? O non abbiamo capito neanche quello e se qualcosa è andato più o meno bene negli ultimi sessant'anni è solo perché casualmente, a decidere come dovevamo vivere, ci siamo ritrovati uomini con un minimo di intelligenza e lungimiranza?
Kevin davvero non so che dirti, come l'ho detto in privato te lo ripeto qui.
Sono senza risposte.
Vorrei averne, credimi. E non solo per te.
Nonostante tutto quello che si puo dire, nessuna parola può cambiare la situazione che si è ormai instaurata in italia, percui colui che lavora è un oggetto, un elemento della produzione non è piu una persona ma un numero.
In Atesia un operatore di Call center non è Mario o Luisa bensi numero 1264 o 3986.
Quello che sono le esigenze, le sensibilità del lavoratore non contano nelle esigenze della produzione moderna.
Dopo anni di vita impossibile sono emigrato in spagna dove o scoperto che il modo italiano di concepire attualmente il lavoratore li non esiste.
Il sistema di assunzione, di tutele, di organizzazione sono a dimensione umana, mentre qui in italia siamo ai concetti medioevali dei servi della gleba.
Anche in spagna o francia o germania ci sono forze che vorrebbero trasformare i rapporti di lavoro in un sistema schiavista ma la reazione della gente sarebbe più forte di quella che vedo in italia, dove un popolo che sembra rassegnato, ormai accetta tutte le angherie possibili ed immaginabili, senza acennare alcuna minima reazione!
Non c'è nessun rispetto della professionalità acquisite, perche si crede stoltamente che chiunque possa fare qualunque cosa, e quindi possa essere pagato poco, perché vale poco.
Esiste un limite di tolleranza che non andrebbe mai superato!
Quando si arriva al punto di rottura le conseguenze diventano incontrollabili.
Spero proprio di non dovere mai arrivare a vedere esplodere l'ira dei mansueti.
Registrato: 31/10/07 16:30 Messaggi: 9747 Residenza: All'inferno. Con Jimi Hendrix. E con gusto.
Inviato: 30 Mar 2009 22:39 Oggetto:
Kev... io le risposte ce l'avrei, invece...
ma tu sai che se ti rispondessi io, esattamente per come mi passa per la capa, tornerei a vestire i panni del Jonathan Livingstone anche qui dentro, reietto tra simili...
Ma io sono asociale, si sa...
Anarchico e sbandato...
Allora edulcoro (ed epuro), (e semplifico): molla tutto! SO di cosa parli: ho vissuto una vita da vagabondo, che tutti mi invidiano, senza capire minimamente le conseguenze e il prezzo che ho dovuto pagare.
Per non parlare poi del dopo-sedia-a-rotelle...
Ma quando "sentivo", come hai "sentito" tu, che non era davvero possibile, pena la mia stessa integrità mentale, morale, spirituale, fisica... mandavo affanculo tutto e tutti e mollavo... senza "pensare con maturità e responsabilità", e senza "piedi per terra e testa sulle spalle".
E di figliame da mantenere ne ho sempre avuto una carriolata...
Come facevo? Boh!!!!!
Mi dicevo: "Domani è un altro giorno, chi se ne fotte..."
Ma io sono uno sbandato, 'ncentro nulla in questo topic...
Silent Runner Supervisor sezione Chiacchiere a 360°
Registrato: 16/05/05 10:17 Messaggi: 24079 Residenza: Pianeta Terra
Inviato: 31 Mar 2009 11:16 Oggetto:
Danielix è assai bello il tuo intervento viscerale, il tuo grido di gialle velature gonfie verso un paese senza nome, ma hai dimenticato un elemento importante ed imprescindibile. Tu sei tu.
Se le regole che enunci fossero universali non esisterebbe alcuna civiltà come quella che conosciamo e nella quale abbiamo raccolto, accumulato, assimilato valori, conoscenze, opportunità, vantaggi e possibilità.
Posso immaginare una delle possibili risposte: "fanculo alla civiltà che ho appena ricordato". Posso essere d'accordo solo accettando poi non essere mai nato o di non essere sopravvissuto ai primi anni di vita a causa di qualche malattia tipo morbillo, colera o altro a tua immaginazione. Per non dire poi dei costruttori di vascelli che ti hanno permesso di solcare il mediterraneo, e così via in una catena senza fine di cause e concause che trasformerebbero la nostra magica idea di fuga in un unico informe caotico arrampicarsi sugli scogli come i nostri antenati e predecessori hanno fatto per milioni di anni.
Non dubito che il tuo eroismo folle ti abbia portato alfine fortuna favorevole e non avversa, è vero che il tuo coraggio e la tua intraprendenza ti hanno reso quello che sei, figli e altre responsabilità non ti hanno fermato ma come ho detto, tu sei tu e il gufo di Benny è un gufo, io sono Silent Runner (o meglio un uomo che si sporge da questo nickname evocativo) e Kevin è un uomo diverso da me e te.
Ecco perché dissento malvolentieri ma dissento da questo tuo invito.
Tu sei una persona affascinante con una storia affascinate, tanto quanto dura e irta di difficoltà superate in solitaria o con l'aiuto di chi ti era vicino ma kevin non è la stessa persona di ieri, figuriamoci se oggi può essere simile a te nei moti e nelle prospettive. Il suo mondo non è il nostro, ne' il tuo ne' il mio: la mia esperienza, forse più simile alla sua di quanto lo sia la tua è comunque talmente diversa da avermi imposto di non proporgli risposte.
Il tuo "molla tutto" è straordinariamente allettante: sai quante volte l'ho pensato? Ma Jonathan Livingston è solo un gabbiano inventato da un seppur gradevole scrittore New Age e l'esploratore David Livingstone (curiosa somiglianza) si era in effetti "perduto" o "nascosto" in Africa. E io non mi sono perso e non ho mai volato in un romanzo di successo.
Kevin non potrà che apprezzare il tuo consiglio e anch'io, forse con qualche punta di invidia lo apprezzo, però resto quello che sono, con il mio retroterra di cose già fatte o da fare e non ancora concluse.
Non è però improbabile che il tuo consiglio sia utile e anzi provochi una rottura di simmetria nell'equilibrio e nell'omeostasi situazionale di Kevin o di tutti quelli che in questo suo coraggioso intervento ha rappresentato. Quello sul quale vorrei far riflettere è l'impossibilità dell'interscambio dei ruoli e delle possibilità con i quali ciascuno ogni giorno deve fare i conti. Non possiamo essere tutti famosi, non possiamo essere tutti falegnami, non possiamo essere tutti ricchi, non possiamo essere tutti Socrate, non possiamo essere tutti navigatori, non possiamo essere tutti prestigiatori, non possiamo tutti fare quello che ho fatto io o tu o Zeussino, o Brassens, o Antonio Pigafetta.
Saluto perciò il tuo invito come una sorta di canto del navigatore che però, l'arboricolo non può praticare perché non conosce il mare ma solo il limitare della savana e della boscaglia.
Il Periplo di Kevin così come il mio e quello di tutti noi che passiamo di qui è tremendamente normale. Io stesso mi dichiaro infinitamente più normale di tutti voi, caro Dan. Non so se puoi capirci per quello che siamo, se puoi comprendere che il tuo coraggio di lanciarti in avventure meravigliose, dure e taglienti come l'ossidiana non è diverso dal coraggio che dobbiamo tirare fuori ogni giorno per vivere normalmente, in fabbrica, in una redazione di un giornale, nello studio medico, nel chiuso dei nostri studi professionali o girovagando fra i clienti, o semplicemente a studiare fra libri pieni di appunti a margine.
Chissà, sarebbe bello che il tuo "Molla tutto" che sicuramente Kevin avrà già esplorato, servisse a qualcosa, magari non per cambiare lavoro ma per altre cose, altre abitudini inutili e parassitarie, che non sia d'aiuto per cambiare qualcosa nella propria vita prima che questa diventi un diario distratto.
"Arbeit macht frei". C'era scritto anche all'ingresso di Auschwitz. E il lavoro di Kevin, così come quello di moltissimi giovani o meno giovani costretti sempre di più in un imbuto di regole assurde non rende affatto liberi ma crea dipendenza come una sorta di droga pavloviana. E non è l'unico inganno al quale ci siamo assoggettati, volenti o nolenti, a causa della sproporzione fra potere contrattuale e offerta.
Questa crisi economica, non so perché, mi appare sempre più ingigantita, strumentale, utilizzata per alzare la posta in gioco e abbassare il potere contrattuale di chi dovrà svolgere professioni o lavori manuali, lavori comunque progettati da altri.
E qui forse hai ragione tu con il tuo "Molla tutto!" Anche se non sappiamo poi dove andare perché sembra non esserci più un poi e anche gli Homeless stanno diventando una categoria in fase di saturazione di mercato.
Però, come ho detto, io non ho risposte da dare.
Le domande sono molto più importanti delle risposte. Forse.
Forse dovremmo cominciare a farci delle domande serie prima di metterci a urlare.
Grazie Danielix. Ci stai a fare parecchio in questo 3D. Credimi!
"Arbeit macht frei". C'era scritto anche all'ingresso di Auschwitz.
Proprio il luogo dove fu scritto con il freddo metallo questo epitaffio alla vità ed al lavoro dovrebbe incutere rispetto del momento della storia in cui apparve quella scritta, e quindi anche una certa cautela nelle citazioni.
Se e vero che non tutti gli esseri umani possono essere trattati in maniera uguale poiché il bello della nostra straordinaria specie e proprio quello di essere ognuno diverso ed unico rispetto agli altri, e altrettanto vero che non si può mai escludere che le esperienze di uno non possano essere fatte proprie da un altro.
Come si fà a dire che qualcuno non può fare una scelta simile ad una latra persona solo perche non è quella persona?
Come si fa a dire che Kevin non possa fare come Danielix?
Come possiamo noi decidere quali esperienze ci sono precluse?
E forse auspicabile continuare a vivere come servi della gleba moderna, schiacciati dalle esigenze della produzioni di cui noi siamo solo un fattore numerico, indegno di qualsiasi umana comprensione?
Quale mondo che non riconosce le professionalità acquisite, le peculiarità dell'uomo e le sue esigenze metaboliche meriterebbe di non essere mandato a quel paese?
Io sono emigrato per andare a lavorare, cosa che se me l'avessero detto alcuni anni fà, avrai sicuramente riso ironicamente, ma la realtà spesso supera la nostra seppur fervida immaginazione.
Eppure nonostante le barriere linguistiche, di abitudini e di ambiente, se le motivazioni ci sono e sono forti i muri crollano.
Le occasioni vanno create e cercate!
Come fai a dire che una ipotesi come questa di andarsene non possa essere praticabile?
Silent Runner Supervisor sezione Chiacchiere a 360°
Registrato: 16/05/05 10:17 Messaggi: 24079 Residenza: Pianeta Terra
Inviato: 31 Mar 2009 15:50 Oggetto:
zeross ha scritto:
Silent Runner ha scritto:
"Arbeit macht frei". C'era scritto anche all'ingresso di Auschwitz.
Proprio il luogo dove fu scritto con il freddo metallo questo epitaffio alla vità ed al lavoro dovrebbe incutere rispetto del momento della storia in cui apparve quella scritta, e quindi anche una certa cautela nelle citazioni.
Come devo interpretare questa tua precisazione? Ci sono forse citazioni che non si possono fare perché la loro origine è terribile?
Se avessi deriso gli eventi e le persone coinvolte nell'oggetto della frase potrei capire il tuo appunto ma non vedo quale prudenza dovremmo avere se non quella imposta dalla censura.
Citare è sempre un ricordare a chi si è dimenticato o chi forse nemmeno sa. L'unica cautela che dovremmo avere è nel cercare di non dimenticare che, da piccoli segnali come quelli denunciati da Kevin può giungerci l'avviso che la storia si può anche ripetere, benché in altre vesti.
Su tutte le altre domande che mi poni, sul come faccio a dire questo o quello è semplice. Scrivendo sulla tastiera.
Parti da presupposti non miei, non posso risponderti su cose che non ho detto. Prova a rileggere quello che ho scritto e ripartiamo da lì.
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