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paolodegregorio Dio minore

Registrato: 13/07/07 13:00 Messaggi: 979
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Inviato: 20 Ago 2009 21:19 Oggetto: agricoltura e ambiente: la scelta giusta |
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- agricoltura e ambiente: la scelta giusta
di Paolo De Gregorio, 20 agosto 2009
Renato Repetti, agricoltore piacentino, ha realizzato il ?Campo dei frutti?, frutteto di 8 ettari, con tremila alberi e duecento varietà, a poche centinaia di metri dal casello dell?autostrada ?Piacenza sud?.
Lo coltiva senza mettere pesticidi e i frutti possono essere mangiati con la buccia, ma la bella novità è che gli acquirenti possono avere la soddisfazione di cogliere i frutti direttamente alle piante e poi passare alla bilancia a pagare un prezzo che è la metà di quelli correnti.
Ha un sito Internet dove comunica orari e giorni di apertura al pubblico (www.campodeifrutti.it).
Questa iniziativa ci indica più di qualunque teoria come dovrebbe essere impostata tutta l?agricoltura:
-i frutti della terra liberi dalla peste chimica
-nessun procedimento industriale, dimensione contenuta dell?appezzamento fondiario
-nessuno schiavo salariato ed iniziative del genere possono essere fatte anche da un solo individuo, una famiglia, una piccola cooperativa
-la mafia dei mercati generali resta a bocca asciutta e la cosiddetta ?filiera? degli speculatori e dei commercianti sparisce
-la produzione è legata intimamente al territorio, non va in frigorifero, e si considera a km zero anche se il suo raggio è 20-30km.
Naturalmente questo esempio vale per tutti i prodotti agricoli, contiene la fine del ?mercato globale? delle mafie, dei commercianti, dei prodotti industriali, si lega al territorio, stabilisce rapporti nuovi tra città e campagna e serve alla nostra salute mentale e fisica.
Nessun politico, né di destra nè di sinistra, appoggerà mai un percorso con queste caratteristiche. Semplicemente, come ho sostenuto per le ?fattorie solari?, gli uomini liberi, che non vogliono schiavizzare nessuno né essere schiavisti, devono creare l?alternativa al ?mercato? e fare come Fausto Repetti.
E? ora di smettere di giocare con le analisi, le citazioni dotte, i fiumi di parole sganciate dalla realtà, e passare alla pratica, alla testimonianza diretta delle proprie idee.
Paolo De Gregorio
p.s.
richiamo all?attenzione il mio intervento ?Ambiente dalla teoria alla pratica: facciamo le fattorie solari? del 10 agosto 2009 che integra l?argomento. |
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zeross Amministratore


Registrato: 19/11/08 12:04 Messaggi: 8148 Residenza: Atlantica
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Inviato: 21 Ago 2009 01:47 Oggetto: |
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Per come è costituità la geografia dell'italia è materialmente impossibile far sparire i negozianti e tronare tutti ad un sistema di approvvigionamento diretto alle fattorie per l'ovvio motivo che le fattorie non possono stare vicino a molte città che si trovano in luoghi difficili come ad esempio genova, firenze, cosenza, mentre altre per le dimensioni che hanno come Torino, Milano,Roma e Napoli richiederebbero per l'approvvigionamento una superficie molto maggiore del raggio di 30 km che proponi.
Ne i mercati generali contano molto oggigiorno visto che i rifonimenti delle catente distributive li saltano a piè pari facendo affluire le merci dai quattro angoli del mondo!
Per il resto l'eliminazione di tutta una serie di pesticidi non può che far bene, anche se oramai esistono parassiti spesso importati da altri paesi che pongono serie minaccie alla sopravvivenza di molte specie vegetali.
Mentre bisogna specificare bene cosa si intende per eliminazione dei processi industriali, ed iniziative con un solo individuo visto che otto ettari di frutteto una persona sola non li potrà mai gestire senza le macchine industriali? |
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celestia Dio maturo

Registrato: 10/08/08 16:41 Messaggi: 2025
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Inviato: 21 Ago 2009 14:33 Oggetto: |
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Zeross ha scritto: | ...otto ettari di frutteto una persona sola non li potrà mai gestire senza le macchine industriali... |
Personalmente non so se sia possibile, ma certo l'idea di una agricoltura decente meno zeppa di pesticidi e robaccia chimica è ottima, purtroppo realisticamente sono tanti gli ostacoli e le pastoie burocratiche che incontra chi vuole fare un certo tipo di agricoltura, anche per la tendenza a scoraggiare certi comportamenti virtuosi visti gli interessi delle multinazionali
Se un marziano venisse in Italia e volesse investire qui scapperebbe a gambe levate, per il pochissimo incoraggiamento che ricevono le persone serie... |
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ioSOLOio Amministratore


Registrato: 12/09/03 19:01 Messaggi: 16342 Residenza: in un sacco di...acqua
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Inviato: 21 Ago 2009 17:44 Oggetto: Re: agricoltura e ambiente: la scelta giusta |
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paolodegregorio ha scritto: |
Renato Repetti, agricoltore piacentino, ha realizzato il ?Campo dei frutti?, frutteto di 8 ettari, con tremila alberi e duecento varietà, a poche centinaia di metri dal casello dell?autostrada ?Piacenza sud?.
Lo coltiva senza mettere pesticidi e i frutti possono essere mangiati con la buccia, ma la bella novità è che gli acquirenti possono avere la soddisfazione di cogliere i frutti direttamente alle piante e poi passare alla bilancia a pagare un prezzo che è la metà di quelli correnti.
Ha un sito Internet dove comunica orari e giorni di apertura al pubblico (www.campodeifrutti.it). |
di iniziative similari ve ne sono diverse....son passate anche in tv, nel milanese ad esempio dove diverse famiglie si son accordate per andare a turno a raccogliere in una di queste realtà.
Idem anche alle porte di Roma.
Che sia meglio, più salutare e buono non ho dubbi.
Sono abituato sin da piccolo a mangiare frutta e verdura dell'orto dei nonni, le uova delle galline della nonna ( e infatti le altre uova hanno un sapore che proprio non accetto), miele e marmellate fatte in casa, così come conserve, ecc.ecc.
Il punto è che - mi pare - nessuno ha mai fatto uno studio serio di fattibilità su larga scala.
Perchè un conto è offrire una produzione sostanzialmente di nicchia per pochi.
Un conto è essere in grado -alle medesime condizioni- di soddisfare le masse.
A ferragosto parlavo con il responsabile di un consorzio che produce un ottimo formaggio DOP che stavo gustando...mi raccontava che la Conad dopo aver fatto un sopralluogo si era detta interessata a rivendere il formaggio.
Ovviamente -mi confermava- aveva detto di no in quanto non sarebbe possibile produrre su larga scala mantenendo le medesime caratteristiche perchè non si tratta solo di ampliare lo stabilimento o comprare un po' più latte ma di moltiplicare il tutto per fattori che diventano appunto "industriali" con tutte le conseguenze e necessità del caso. |
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celestia Dio maturo

Registrato: 10/08/08 16:41 Messaggi: 2025
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Inviato: 22 Ago 2009 15:08 Oggetto: |
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ioSOLOio ha scritto: | Perchè un conto è offrire una produzione sostanzialmente di nicchia per pochi... |
E' vero, però si impone anche un altro problema: occorre cambiare mentalità, togliere gli additivi e i conservanti, oltre ai pesticidi; però alle aziende che producono prodotti chimici, chi glielo dice di cambiare?... Non credo che faranno salti di gioia all'idea di Paolo! Saremo + contenti come consumatori, ma non credo che chi produce certe sostanze parlerà bene di noi!!! |
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ioSOLOio Amministratore


Registrato: 12/09/03 19:01 Messaggi: 16342 Residenza: in un sacco di...acqua
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Inviato: 23 Ago 2009 13:46 Oggetto: |
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celestia ha scritto: |
E' vero, però si impone anche un altro problema: occorre cambiare mentalità, togliere gli additivi e i conservanti, oltre ai pesticidi; però alle aziende che producono prodotti chimici, chi glielo dice di cambiare?... Non credo che faranno salti di gioia all'idea di Paolo! Saremo + contenti come consumatori, ma non credo che chi produce certe sostanze parlerà bene di noi!!! |
guarda, che alle multinazionali di un dato settore importi il loro business e dunque siano contrarie ai cambiamenti è palese.
Ma il potere che hanno, per quanto grande, è comunque limitato.
Limitato da chi li foraggia, ovvero dagli acquirenti.
Hai ragione nel dire che si dovrebbe cambiare la mentalità.
Ma delle persone, degli acquirenti.
Perchè un certo tipo di mercato è frutto di una offerta si ma anche di una domanda che cerca prodotti tutto l'anno a prescindere dalla loro stagionalità e dunque dalla loro provenienza.
Credo che "tornare indietro" del tutto come talvolta si favoleggia non si possa, per le troppe interconnessioni economiche/sociali che sono oramai globali.
Si potrebbe però puntare a una razionalizzazione e migliorare la situazione, senza puntare all'utopia del tutti "contadini in proprio" a raccogliere il proprio cibo.
Ma servirebbe comunque un cambio di mentalità serio. |
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celestia Dio maturo

Registrato: 10/08/08 16:41 Messaggi: 2025
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Inviato: 23 Ago 2009 14:48 Oggetto: |
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ioSOLOio ha scritto: | Ma il potere che hanno, per quanto grande, è comunque limitato... |
Sarà anche limitato, ma vedo le campagne di battage pubblicitario che fanno le aziende che vendono il "junk food"! Tirano in balla gli argomenti pseudo-scientifici + disparati pur di convincere (o terrorizzare) gli acquirenti in modo che ritornino sui loro passi e continuino a comprare... Mi piacerebbe che fosse come affermi, sarebbe bello!
ioSOLOio ha scritto: | Credo che "tornare indietro" del tutto come talvolta si favoleggia non si possa... |
Oltre alla globalizzazione c'è il dato di fatto che non è semplice togliere di mezzo la "Rivoluzione Industriale", azzerare secoli di storia ne richiederebbe almeno altrettanti, Ahinoi! e come tutti i processi storici di lungo periodo è un fenomeno complesso. Però l'ambiente è un grosso businnes, e investire in un'agricoltura più naturale e sana è possibilissimo e lucrativo: per poterlo fare occorre investire seriamente su giovani che hanno un progetto serio e motivazioni adeguate, ho sentito un servizio del TG che prospettava uno scenario simile, sarebbe bello se fosse vero, ecomafie permettendo...
Ciao |
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paolodegregorio Dio minore

Registrato: 13/07/07 13:00 Messaggi: 979
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Inviato: 24 Ago 2009 20:32 Oggetto: |
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"ecomafie permettendo" dici Celestia,ma noi non dobbiamo aspettarci il loro consenso,noi dobbiamo fare, realizzare iniziative concrete come quella di Repetto in tutti i siti dove è possibile.
Non mi aspetto la fine dei supermercati, ma spero nella diffusione di iniziative simili a quella di cui parlo, e un cambio di mentalità è possibile. Tanti giovani non hanno mai assaggiato il sapore della frutta matura, saporita. Invece sono abituati al sapore sciapo e simile tra vari frutti passati per celle frigorifere varie per periodi indefiniti.
E' importante che nei progetti di gite fuori porta si metta la visita a iniziative come quella citata, che sarebbe più attraente se fosse anche fattoria solare.
ciao a tutti |
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celestia Dio maturo

Registrato: 10/08/08 16:41 Messaggi: 2025
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Inviato: 25 Ago 2009 14:44 Oggetto: |
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Paolo de Gregorio ha scritto: | "ecomafie permettendo" dici Celestia,ma noi non dobbiamo aspettarci il loro consenso,noi dobbiamo fare, realizzare iniziative concrete come quella di Repetto... |
Paolo hai ragione, ma la mia era la speranza che le ecomafie restino fuori in via definitiva dal circuito produttivo. Purtroppo parlando realisticamente si vede quanto sono forti i poteri criminali: tutti devono fare la loro parte, lo Stato nel metterli dentro e TENERCELI!!! (senza aministie) e i privati cittadini penalizzandoli e non comprando da loro, anche se non è facile riconoscerli, sanno mascherarsi molto bene fra gli operatori sani
Certo che è possibile un cambio di mentalità, una cosa positiva che sto vedendo è il fatto che diventano sempre + numerosi gli operatori che vendono prodotti genuini a Km 0: speriamo di continuare, anche per riscoprire sapori che si credevano dimenticati
Ciao |
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Silent Runner Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 10:17 Messaggi: 24079 Residenza: Pianeta Terra
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Inviato: 25 Ago 2009 19:11 Oggetto: |
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Ne riparliamo con la prossima glaciazione. |
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celestia Dio maturo

Registrato: 10/08/08 16:41 Messaggi: 2025
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Inviato: 26 Ago 2009 16:41 Oggetto: |
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Silent Runner ha scritto: | Ne riparliamo con la prossima glaciazione... |
Che c'entra la prossima glaciazione??? Si parlava di agricoltura biologica e rispetto per l'ambiente |
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Silent Runner Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 10:17 Messaggi: 24079 Residenza: Pianeta Terra
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Inviato: 26 Ago 2009 17:53 Oggetto: |
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E' semplice. Uno dei grandi regolatori dello sviluppo umano è stato il clima.
Le civiltà umane come le conosci oggi sono il frutto di eventi accaduti nelle centinaia di migliaia di anni che hanno preceduto lo sviluppo dell'agricoltura stanziale. L'attuale periodo interglaciale caldo ha avuto inizio circa 10.000 anni fa, con brevi piccoli periodi a più bassa temperatura (mini-glaciazioni) il cui ultimo è terminato nel diciannovesimo secolo. La Terra è un ecosistema complesso regolato da altrettanto complesse dinamiche termoclimatiche. Una piccola variazione della temperatura oceanica, la variazione di El Niño, un cambiamento di salinità delle acque superficiali con conseguente rimescolamento delle acque profonde può provocare mutamenti climatici estremi. Le glaciazioni sono appunto il frutto di questi cambiamenti.
Stiamo vivendo un periodo interglaciale piuttosto caldo e la sua durata è stata fortunatamente abbastanza lunga tanto da permettere lo sviluppo di civiltà industrializzate.
Dobbiamo però tenere conto che la sopravvivenza della nostra specie, anche in tempi di elevato sviluppo tecnologico è legata strettamente a due cose: il cibo e l'acqua.
Ci troviamo perciò di fronte a dilemmi abbastanza delicati e i cui risultati sono ancora del tutto imprevedibili. Si parla di surriscaldamento dell'atmosfera per via dell'aumento della CO2 forse perché questo fa più presa sull'opinione pubblica. Ma il vero problema è la desertificazione di vaste aree non antropizzate.
Questi fenomeni ciclici sono abbastanza contenuti e la loro durata può essere sufficientemente breve per vederne nell'arco di una vita, il declino per tornare a climi più miti e adatti alla coltivazione (senza contare che il riscaldamento delle acque superficiali influisce grandemente sulla pescosità dei mari). Il problema postoin questo 3D è interessante. Mi sono permesso di commentare citando, appunto la prossima glaciazione, evento non facilmente prevedibile e assolutamente non controllabile.
Le glaciazioni sono fenomeni di lunghissima durata, possono diventare per la nostra specie, in questo attuale momento storico, motivo di grande afflizione se non di sciagura. Le antiche popolazioni umane sopravvissero alle glaciazioni (parlo dell'homo sapiens, perché i Neanderthal erano perfettamente adattati ai climi freddi grazie alle sue abitudini alimentari e alla frugalità delle sue esigenze) grazie al fatto che, essendo comunità di cacciatori-raccoglitori potevano spostarsi rapidamente seguendo gli animali di grossa taglia e adattandosi con le risorse alimentari che le antiche boschive e le marcite garantivano.
Il nostro tenore di vita elevatissimo, la nostra dissennata scelta di coltivare intensivamente territori che dipendono esclusivamente da condizioni climatiche favorevoli non potrà permettere il sostentamento di tutta la popolazione umana attualmente presente sulla terra. Questo è un dato di fatto. E' ben noto che le glaciazioni costituivano un periodo climatico estremamente secco, le precipitazioni si riducevano aumentando la desertificazione di aree prima assai ricche di umidità benché prive di foreste pluviali. Il vero pericolo per gli uomini non era dunque il freddo ma la siccità che riduceva in primis la flora spontanea e in seconda istanza la fauna. Solo il fatto di appartenere a piccole comunità di cacciatori raccoglitori, ha consentito alla nostra specie di sopravvivere in condizioni climatiche estreme adeguandosi ad esse con piccole perdite umane.
Parlare di agricoltura (tutta l'agricoltura è per sua natura biologica, non esiste agricoltura digitale o minerale) e di rispetto per l'ambiente va bene ma se non teniamo conto delle dinamiche generali del clima terrestre è come parlare del proprio orticello come se parlassimo di tutto il mondo. Se dovesse smettere di piovere per mesi, anni, secoli, hai voglia di pescare acqua dai pozzi. Anche quelli si salinizzeranno e poi si seccheranno. E anche se fosse, un orticello non sarà mai sufficiente a sfamare tutta questa umanità.
Ho parlato di glaciazione perché questa lunga estate calda, che sta durando da svariati secoli non durerà per sempre. Dovremmo ripensare completamente al nostro sistema di vita. Anche se riuscissimo a dissalare con poca energia l'acqua dei mari non è detto che saremmo in grado di produrre sufficiente cibo per tutti. E anche la pesca è ormai allo stremo.
Non è catastrofismo ma osservazione dei mutamenti climatici. Sono loro ad aver stabilito la fortuna o la sventura di tutte le civiltà antiche. Ci si può documentare facilmente, la bibliografia scientifica è reperibile per tutti. Basta saper leggere gli eventi.
Ecco perché, e lo ripeto, ho parlato di glaciazioni. Saranno quelle e non l'inquinamento o il non rispetto per l'ambiente a crearci maggiori problemi in futuro.
Soluzioni? Al momento non abbiamo dati sufficienti per sviluppare una teoria che ci garantisca una soluzione per tutta l'umanità. Qualcuno ci resterà secco.
Si vedono già i primi risultati. le prossime guerre nei paesi cosiddetti in via di sviluppo saranno per l'acqua potabile e poi solo per l'acqua.
Ma è bene non semplificare troppo. |
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