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freemind Supervisor sezione Programmazione


Registrato: 04/04/07 21:28 Messaggi: 4643 Residenza: Internet
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Inviato: 14 Nov 2009 19:34 Oggetto: Linguaggi nuovi: sì, no, boh? |
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Tratto da qui.
marcOpera ha scritto: |
Perché creare un nuovo linguaggio di programmazione, quando ne esistono già per tutti i gusti, consolidati nel tempo ed utilizzati da schiere di programmatori?
In qualità di programmatore io trovo che siano già troppi quelli esistenti, concettualmente anche piuttosto vicini (tipo Java e .net, per esempio), ma ognuno dotato di piccole ma importanti differenze che fanno si che il malcapitato, che si è cimentato per anni a programmare con un certo linguaggio, debba ogni volta ricominciare tutto daccapo, sacramentando dietro dettagli che incasinano solo il lavoro.
E non appena hai acquisito una buona familiarità con un certo linguaggio, ecco che esce il genio di turno che stravolge nuovamente tutto, e propone quella che (secondo lui, e solo secondo lui) dovrebbe essere la nuova panacea.
Forse, e dico forse, un nuovo linguaggio potrebbe essere impiegato per lo sviluppo da zero di un nuovo progetto, ma chi si arrischia a scrivere del codice senza avere la più pallida idea di dove si andrà a parare strada facendo?
E immagino che ben pochi avrebbero tempo e voglia di migrare delle applicazioni software scritte in linguaggi "obsoleti" ma, perdio, perfettamente funzionanti e testate in anni di utilizzo nelle condizioni più disparate. |
Le tue considerazioni sono molto interessanti e quindi ho deciso di aprire un 3d apposta per discuterne.
Io credo che un nuovo linguaggio di programmazione sia sempre un bene purchè introduca concetti nuovi che siano effettivamente usabili per migliorare la produzione del software.
Prendiamo proprio come esempio Go: ci ho dato un'occhiata e devo dire che effettivamente non mi ha esaltato per nulla. Però nella sezione faq e anche dove gli ideaotori spiegano le ragioni per cui hanno creato Go ci sono interessanti idee.
Una fra tutte è quella delle eccezioni: oggi in teoria è il modo migliore di gestire gli errori però alla lunga diventa effettivamente complicato (secondo me) stargli dietro.
Un'altra cosa che potrebbe secondo me aiutare è quella di creare linguaggi che sfruttano paradigmi misti, programmazione imperativa e logica o funzionale insieme; un po' come fa falcon.
Insomma, ben vengano le innovazioni purchè migliorino effettivamente il lavoro.
Ruby per esempio ha introdotto cose simpatiche, arrivi a passare ad una funzione un pezzo di sorgente poi però se abusi di questo rischi di impazzire nel debug; puoi scrivere codice molto compatto ma poi? La mantenibilità è importante e se non hai bisogno del realtime avere del codice leggibile è meglio che uno ultra efficiente ultra compresso ma poi non riesci più a capirci nulla (soprattutto se prendi in mano roba scritta da altri).
Nel confronto java/.net la vedo come te: sinceramente non ho mai visto il bisogno di .net e java va più che bene.
Però anche se molto simili hanno molte differenze e a volte (su windows) .net potrebbe essere meglio.
Sui vecchi progetti: sicuramente hai ragione a dire che non sempre si ha tempo per rifare un lavoro che magari è durato anni però oggi vediamo in giro aborti che andrebbero rifatti.
I vecchi gestionali che stampano ancora sulle stampanti ad aghi perchè i moduli di stampa non sono mai stati riscritti per usare le stampanti di pagina? Quelli dovrebbero essere aboliti per legge ma poi il mercato delle stampanti ad aghi e della carta continua sparirebbe.
Nel 2009 vedo in giro software che comunica con il resto del mondo tramite file csv: ma dico, se offro un servizio web che deve ricevere l'output di un altro software perchè non lavorare solo con soap?
Insomma, bisogna innovare e mantenere innovati i software!
Che ne pensate voi colleghi programmatori?
Saluti e scusate il lungo post! |
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SverX Supervisor Macchinisti


Registrato: 25/03/02 12:16 Messaggi: 11810 Residenza: Tokelau
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Inviato: 16 Nov 2009 11:42 Oggetto: |
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in breve: se c'è innovazione metodologica allora ben vengano nuovi paradigmi e nuovi linguaggi, altrimenti a che serve? C'è già il C!  |
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