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Letteratura & storia, l'Amore ai tempi dell'Amore.
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MessaggioInviato: 16 Mar 2010 12:58    Oggetto: Letteratura & storia, l'Amore ai tempi dell'Amore. Rispondi citando

L'Amore ai tempi dell'Amore.
Ultima mirabilia da non perdere!


E' confermato: il nuovo libro sul Cavaliere è finalmente uscito nelle edicole italiane grazie all'editore Peruzzo, che ci ha consegnato un pregevole volume fotografico di grande formato, in carta superpatinata, con copertina semi rigida, con risvolti e titolo in rilievo, gradevoli al tatto. E non solo al tatto. Anche nel prezzo, l'accostamento a "Noi amiamo Silvio Berlusconi" è gradevole. Pensate! Solo 9.90 Euro! Un prezzo per tutte le famiglie!
L'immagine qui sopra riprodotta, (faccio notare che la visualizzazione su monitor LDC non rende assolutamente la gamma cromatica del volto del nostro amato premier e le mirabolanti scelte del grafico che ha scelto i caratteri e progettato la pagina) esprime al meglio quello che troverete nell'interno: una serie inesauribile di immagini ritraenti Silvio Berlusconi colto nelle pose più rappresentative dell'uomo che ha conquistato veramente (e non paiono esserci eguali) il cuore degli italiani. E se vi parrà strano come sia potuto accadere che un uomo solo abbia potuto conquistare così tanto la stima, la fiducia e l'amore di tanti italiani, provate a ripercorrere gli ultimi decenni, sfogliate con attenzione i giornali e collezionate (ritagliatele solo se i giornali e le riviste sono vostre) le immagini e contatele. Ne rimarrete stupefatti!

Affermare che Silvio Berlusconi sia l'uomo più ritratto d'Italia dopo Gesù Cristo (l'accostamento è solo iconografico) non è una esagerazione! In effetti, ciò che separa i due precursori, a parte l'altezza morale e quella spirituale è anche il contesto storico. Quando Gesù apparve in Galilea non c'era ad appoggiarlo la Chiesa Cattolica e perciò dovette fare tutto da solo, come il nostro premier che, da solo, ha costruito il regno dell'etere.
Non potendo per sua natura regnare in Terra e per sua umiltà regnare nei Cieli, Silvio si è posto a metà fra i due mondi, regalandoci quello che molti, non senza una punta di invidia, hanno chiamato il paradiso digitale terrestre!

Abbiamo dunque l'occasione unica ma non rara, di poterlo apprezzare anche se non in movimento e senza udire la sua voce (che la tivù spesso spezza le frasi, interrompe i discorsi, non rende giustizia alla sua figura livellandola a dei primi piani spesso insoddisfacenti perché, i pori del premier, francamente non sono poi così telegenici). Questo libro, meraviglioso nella sua semplicità regala a tutti, dagli scettici, ai nemici giurati, l'occasione di aprirsi alla possibilità di amare per amore, quel che in loro non è ancora sbocciato del tutto: un sentimento di armonia e di colloquiale fratellanza con l'uomo che ha regalato agli italiani molto più di una solida volontà di governare con decisione e saggezza. Perché quest'uomo ha donato, a noi italiani immeritevoli, addirittura se stesso. E come spesso abbiamo dimenticato, Egli intende incarnare in sé lo Stato, la Nazione, Il popolo tutto, accogliendolo sorridente come il padre di molti figli. Perché come nel passato glorioso delle grandi dinastie, il Re incarnava ciò che la nazione non poteva contenere ed esprimere. Il corpo del Re era "lo Stato", la Nazione tutta, la sua espressione massima così come molto bene avevano compreso gli antichi egizi, ancora oggi ricordati mentre i popoli a loro coevi non hanno lasciato storia né immagini, né gloria alcuna. E non certo perché non avevano le prese scart sul retro.

Invito perciò tutti ad aprirsi e ad aprire il cuore e lo sguardo verso l'uomo della provvidenza, la figura paterna che ci ha tanto seguito in questi anni difficili, dopo il crollo della prima repubblica, dopo il crollo del muro di Berlino, dopo il crollo de L'Aquila e altre sciagure.
Sì, a L'Aquila Lui c'era! Lui era sempre lì, sempre presente e molti aspettavano speranzosi la sua visita per poterlo guardare, per poterlo toccare e strappargli qualcosa, una buona parola di speranza, una promessa, un lembo della veste, un testicolo, per conservarlo come reliquia in attesa della sicura canonizzazione futura. E altri ancora, forse più ingenui e memori di antiche usanze, attendevano speranzosi il volantinaggio dall'aereo che, sorvolando la città distrutta, avrebbe scaricato sulle genti i volantini con la sua effige (altri, ancora più ingenui, speravano che Egli, per generosità, si buttasse personalmente dall'aereo insieme ai volantini, per raggiungere e condividere prima e meglio, anche nel dolore della botta, la sofferenza dei suoi concittadini) e sul retro dei volantini sacri, buone parole di speranza e dichiarazioni, non solo elettoralistiche, del tipo: "Vi prometto un milione di terremotati!" oppure: "Più terremoti per tutti!" così da distribuire solidalmente fra tutti gli italiani, il peso immane delle macerie.

E l'esplosione di gioia, successiva all'esplosione del gas a Viareggio, fortunatamente in stagione invernale? I più maligni hanno attribuito più che alla malasorte, alla volontà di accorrere anche lì calorosamente fra i suoi concittadini. Ma chi ha esposto una simile ingiuriosa menzogna non merita ascolto né menzione alcuna e quello che leggete è solo lo sdegno di chi ha capito che ciò che è sfiga appartiene al caso e non certo alla volontà degli uomini Migliori che, invece, sanno prendersi cura dei feriti ma solo DOPO che si sono feriti e non prima, che altrimenti parrebbe iettatorio.

E molto ancora si potrebbe discorrere dell'uomo illuminato dalla luce della fortuna, Egli, il Superenalotto se lo è creato da sé, costruendolo intorno ad un progetto totalitario, anzi totalizzante. Silvio Berlusconi è un esempio illuminante di come l'Uomo può se lo vuole. E la prova è nell'amore che gli italiani gli dimostrano ogni giorno che Dio mette in terra, prima che possa cadere e rompersi.
Perché noi amiamo Silvio Berlusconi, che per noi è padre, amico, collega, maestro, amante, consumatore e benefattore. Un uomo così umile da non alzarsi mai al di sopra degli altri, uomo il cui profilo è sempre basso e mai s'alza se non per parlare alle genti e volgendosi alle folle benedice perché folle non è, folle è chi non lo ama. E questo libro mirabile lo dimostra assolutamente!
Basta sfogliarlo, e se non lo troverete nelle edicole, cercatelo dentro di voi! Sicuramente Egli è già lì, vi ha raggiunto miracolosamente in questi lunghi anni di predicazione sottile e profonda, attraverso le sue tivù che tanto ci hanno resi uguali davanti all'assoluto.
Perché di assoluto si tratta, non dell'imperativo categorico stiamo parlando, bensì dell'Imperatore categoriale! Colui che le categorie le ha sciolte come capelli al vento, smentendo ogni pronostico! Colui che di una categoria ha fatto una religione! La categoria dell'italiano medio.
Non il pollice, l'indice o il mignolo, bensì il medio! Quel medio che potrete alzare orgogliosi, quel medio sovrastante tutte le altre dita, in saluto al suo passaggio! E se applaudire non vi parrà sufficiente, non lasciatevi travolgere dal desiderio di abbracciarlo o di carezzarne il volto battendogli le mani troppo vicino al viso, se non addirittura sul viso. Silvio Berlusconi è un uomo gentile, ne rimarrebbe imbarazzato e non potendo ricambiare il gesto, proverebbe dolore profondo rifugiandosi nei loghi così cari a lui ma tanto lontani da noi che vorremmo raggiungerlo e fargli finalmente quella festa che tanto abbiamo sognato.

E non quella festa che potreste pensare! Questo lo pensano solo i malevoli e o comunisti, categoria della mente come gli ebrei e i pellirosse.
Sì quelli dei film anni '50, dove la frase "A goog indian is a death indian" poi trasfigurata, ai tempi del maccartismo in "A good communists is a death communist" non veniva pronunciata ma si capiva bene da come quei poveri stuntman seminudi dovevano cadere da cavallo graffiandosi tutti per pochi dollari a scena.
Eh già, ma il Premier non è certamente un pellerossa e la festa, quella finale, Egli se la già sta facendo da solo. Perché impedirglielo? Dicono i cattivi.
Ma noi non siamo cattivi, noi amiamo Silvio Berlusconi!

...

C'è, ci sarebbe da chiedersi, dopo un accurato esame di coscienza: ma davvero meritiamo tanto? Ma davvero meritiamo Silvio Berlusconi, noi cittadini senza memoria e senza onore? Ma davvero Berlusconi ci ama?
E se sì, perché?

© H.Rouge.
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zeross
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Residenza: Atlantica

MessaggioInviato: 28 Mar 2010 20:53    Oggetto: Rispondi citando

In pratica gli manca la possibilità di concedere i titoli nobiliari e trasferire il trono ai figli e poi diventerà il nostro amato re Rolling Eyes
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digirun
Dio maturo
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Residenza: TOSCANACCIO (salmastroso)

MessaggioInviato: 30 Mar 2010 21:48    Oggetto: Rispondi

RE? hai detto re?

benissimo, allora potrò finalmente tirar fuori dal sottoscala la mia amata...
...louisette Twisted Evil
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