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L'Italia senza debito?
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bdoriano
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MessaggioInviato: 21 Feb 2010 22:59    Oggetto: L'Italia senza debito? Rispondi

Le Monde (Francia) ha scritto:
L'Italie s'estime à l'abri d'une attaque spéculative, malgré une dette importante

Une bonne dose d'optimisme, une faible exposition des banques aux produits toxiques et un goût des Italiens pour l'épargne semblent avoir mis la Péninsule à l'abri du risque, malgré une dette publique de 1 700 milliards d'euros, soit 30 000 euros par habitant et 114,6 % du produit intérieur brut (PIB) en 2009, selon la Commission européenne, un taux plus élevé que ceux de la Grèce, de l'Espagne et du Portugal.

Mieux : l'Italie mène une bataille de communication afin d'expliquer que l'acronyme désobligeant "PIGS", par lequel les Anglo-Saxons désignent les mauvais élèves des finances publiques, ne la concerne pas. Glissé entre le P de Portugal, le G de Grèce et le S de "Spain" (Espagne), le I infamant, précisent les Italiens, n'est pas le leur, mais bien celui de... l'Irlande.

Méthode Coué ? Réflexe identitaire d'un pays qui ne supporte pas d'être comparé avec l'Espagne et, à plus forte raison, avec la Grèce ? Au moment où la Bourse de Milan a connu, jeudi 4 et vendredi 5 février, des attaques qui lui ont fait perdre respectivement 3,45 % et 2,75 %, on explique, de source gouvernementale, que si la dette italienne est importante, elle n'a augmenté que de 13 % par rapport à 2008, alors qu'elle a gonflé de 77 % en Irlande, de 66 % en Espagne et de 27 % au Portugal. Idem pour le déficit. Contenu à 5,3 % du PIB, il tient avantageusement la comparaison avec les 12,7 % de la Grèce, les 11,4 % de l'Espagne et les 9,4 % du Portugal.

A cela s'ajoutent une inflation maîtrisée (0,8 % en 2009) et un taux de chômage de 8 % (10 % avec les personnes au chômage technique). "Voilà qui explique pourquoi les marchés ne sont pas préoccupés par les finances publiques italiennes", se félicite-t-on dans l'entourage du président du conseil, Silvio Berlusconi, qui affirme que "l'Italie sort de la crise en meilleure forme que tous les autres pays".

Pas de relance faramineuse

La Banque d'Italie manifeste la même confiance : "Le pays est à l'abri d'attaques spéculatives." "La détermination des gouvernements Prodi (centre gauche) et maintenant Berlusconi (droite) à tenir les comptes n'échappe pas aux investisseurs et aux analystes", explique un cadre de la banque centrale. Autre explication avancée : "La faible exposition des banques italiennes pendant la crise des subprimes a affermi notre crédibilité et a maintenu au-dessus de nos têtes un parapluie de protection."

Il est vrai que l'Italie a fait face à la crise avec les moyens du bord. Pas de plan de relance faramineux, comme en France ou en Espagne. Malgré l'annonce tonitruante d'un investissement de 80 milliards d'euros, l'Etat s'est contenté de redéployer ses aides, en piochant dans la caisse des fonds de développement alloués aux régions et restés non utilisés. Les bons du Trésor émis pour venir en aide aux banques et aux entreprises sont restés largement inutilisés.

Cette gestion a eu pour effet de contenir la hausse du déficit. Cependant, malgré les dénégations marquées par l'amour-propre, l'Italie n'est pas sortie de la zone à risque. Le taux d'emprunt d'Etat se situe entre 3 % et 4 %, preuve que les marchés restent prudents. Quant au volume des prochaines émissions, initialement prévu à 9 milliards d'euros, il a été abaissé à 7 milliards, de crainte de ne pas trouver preneur.
Philippe Ridet

Traduzione a cura di Italia dall'estero:
Citazione:
L’Italia ritiene di essere al riparo da un attacco speculativo, nonostante un debito importante

Una buona dose d’ottimismo, una debole esposizione delle banche ai prodotti tossici ed un’inclinazione degli italiani per il risparmio sembrano avere messo la penisola al riparo dal rischio, nonostante un debito pubblico di 1700 miliardi d’euro, ossia 30 000 euro per abitante e pari al 114,6% del prodotto interno lordo (PIL) nel 2009, secondo la Commissione Europea, un tasso superiore a quello di Grecia, Spagna e Portogallo.

Ancora meglio: L’italia conduce una campagna di comunicazione con lo scopo di spiegare che lo sgarbato acronimo “PIGS”, con il quale gli Anglo-Sassoni designano i cattivi allievi della finanza pubblica, non la riguarda. Precisano gli italiani che l’infamante I insinuata tra la P del Portogallo, la G della Grecia e la S della Spagna, non è la loro, ma ovviamente quella dell’…Irlanda.

Autoconvincimento? Riflesso identitario di un paese che non sopporta di essere paragonato alla Spagna e, a maggior ragione, alla Grecia?
Nel momento in cui la Borsa di Milano ha subito, giovedì 4 e venerdì 5 febbraio, attacchi che gli le hanno fatto perdere rispettivamente il 3.45% e 2.75%, fonti del governo spiegano che benché il debito italiano sia considervole, è aumentato solo del 13% rispetto al 2008, a fronte di una crescita del 77% in Irlanda, del 66% in Spagna e del 27% in Portogallo. Parimenti per il deficit. Contenuto al 5.3% del PIL, si può confrontare positivamente al 12.7% della Grecia, all’11.4% della Spagna ed al 9.4% del Portogallo.

A questo si aggiunga un’inflazione controllata (0.8% nel 2009) ed un tasso di disoccupazione dell’ 8% (10% includendo le persone in cassa integrazione). “Ecco perchè i mercati non sono preoccupati dalla finanza pubblica italiana” ci si felicita nella cerchia del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che afferma che “l”italia esce dalla crisi in forma migliore rispetto agli altri paesi”.

Una ripresa non strabiliante

La Banca d’Italia manifesta la stessa fiducia: “Il paese è al riparo da attacchi speculativi”. “La determinazione del governo Prodi (centro sinistra) ed adesso di Berlusconi (destra) a mantenere i conti [in ordine, N.d.T], non scappa agli investitori e agli analisti”, spiega un manager della banca centrale. Altra spiegazione proposta: “La debole esposizione delle banche italiane durante la crisi dei subprime ha affermato la nostra credibilità ed ha mantenuto al di sopra delle nostre teste un’ombrello di protezione”.

È vero che l’Italia ha affrontato la crisi con i propri mezzi. Non ci sono piani di rilancio strabilianti, come in Francia o in Spagna. Nonostante l’annuncio eclatante di un investimento di 80 miliardi di euro, lo Stato si è accontenato di riutilizzare i propri aiuti, andando a prelevare i fondi delle casse per gli aiuti allo sviluppo delle regioni rimasti inutilizzati. I buoni del Tesoro emessi per venire in aiuto alle banche e alle aziende sono rimasti largamente inutilizzati.

Questa gestione ha avuto come effetto di contenere la crescita del deficit. Tuttavia, nonostante le smentite segnate dall’amor proprio, L’Italia non è uscita dalla zona di rischio. Il tasso dei titoli di Stato è tra il 3 e il 4%, segno che i mercati restano prudenti. Quanto al volume delle prossime emissioni, inizialmente previsto per 9 miliardi di euro, è stato abbassato a 7 miliardi di euro, per paura di non trovare acquirenti.

E, infatti, il Sole 24 ore parla dei debiti di Portogallo, Irlanda Grecia e Spagna...
Citazione:
Effetto «Pigs» nei bilanci bancari

...È così che oggi proprio le banche più aggressive fuori-confine, cioè quelle svizzere e quelle olandesi, sono le più esposte sui cosiddetti «Pigs» (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna): le prime per 117 miliardi di dollari (pari al 26% del Pil), le seconde per 182 miliardi di dollari (pari al 25,2% del Pil). Per contro le banche italiane, molto focalizzate sulla clientela nazionale, hanno un'esposizione minima: pari ad appena il 3,56% del Pil.

Insomma, lo struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia per non vedere cosa sta per capitargli... Rolling Eyes
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