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Non è per generalizzare ... ma tutta sta violenza?
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etabeta.7
Semidio
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MessaggioInviato: 16 Ott 2010 15:29    Oggetto: Non è per generalizzare ... ma tutta sta violenza? Rispondi citando

Già lo so, fatti violenti ci sono sempre stati anche in passato , tuttavia non credo di esagerare se dico che stiamo raggiungendo un record macabro e alquanto negativo.
La violenza più odiosa tra le mura domestiche, nessuno escluso, mariti, mogli, cognati, figli... sembra che nessuna controversia si possa sanare se non ammazzando l'interlocutore. KO
Ma cosa sta succedendo? Cosa stiamo diventando? Sono io che vedo nero oppure la vita (con tutti i problemi che comporta) sta diventando un peso eccessivo da portare?
Mi piacerebbe sentire il vostro parere
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MessaggioInviato: 16 Ott 2010 16:04    Oggetto: Rispondi citando

Diciamo che il tema può restare irrisolto a causa della scarsa memoria storica che ci affligge.
In realtà le violenze quotidiane, private, efferate, ripetute e impunite di cui veniamo a conoscenza sono solo la punta di un iceberg che non si è mai sciolto in tutti i milioni di anni nei quali abbiamo calpestato, come specie, non solo il suolo ma anche i nostri consimili.

L'esplosione mediatica (cioè la riproposizione ossessiva dei fatti più intriganti e morbosi che vediamo ultimamente in televisione e sui giornali sono solo un segnale di fine corsa.
Tutto quello che sappiamo di noi è scritto nella nostra memoria personale e collettiva ma anche questa, come diceva Borges, è una moneta che non è mai la medesima.
Cambia cioè sotto il nostro sguardo per ragioni che possono andare dall'interesse privato, alla rimozione inconsapevole, alla semplice distrazione o alla ristrutturazione dei fatti per accomodare al meglio il nostro bisogno di "ordine logico e conseguenziale degli eventi".
Esiste in noi una sorta di programma che ci consente di scartare le informazioni per ricostruire una struttura accettabile e credibile, una realtà accettabile nei quali inseriamo valori, credenze, speranze, e necessità da compensare.
Credere nella naturale bontà dell'uomo ci può aiutare a vivere meglio, cioè più serenamente in un mondo complesso, articolato, spesso molto conflittuale.

Allo stesso modo, credere nel male nascente, nel pericolo che si nasconde fuori di noi, nella paura come sostituto della prudenza ci restituisce una gamma cromatica dove la realtà è in bianco e nero, senza sfumature. Buoni di qua e cattivi di là.
Questa dualità delle prospettive e dei principi di realtà non sempre è una scelta consapevole.
Il fatto è che i media attuali sono prodotto di una separazione sempre più grande fra potere e individuo, sono uno strumento creato ad hoc.
I media non nascono in sé come tali ma divengono tali per evoluzione non darwiviana, sono cioè il frutto di una escalation la cui scaturigine è il bisogno, in questo caso, di individui o gruppi la cui fragilità è approssimata all'infinito e, per questo, richiedono sempre maggiori riserve di energia e di risorse che ricavano da quell'enorme serbatoio inconsapevole che è l'immaginario collettivo.

Avrai notato come nei periodi mi maggiore crisi i media si scatenano su vari fronti: uno di questi è l'informazione. Oggi l'informazione non rappresenta più una garanzia per il fruitore ma, per ragioni che ho spiegato sopra, diviene strumento di distrazione di massa.
Parlare perciò dei delitti in modo ossessivo e pruriginoso comporta un forte concentramento dell'attenzione dell'opinione pubblica su questi fatti e non altri.

In realtà questi fatti atroci ci sono sempre stati, hanno sempre fatto parte della vita comune e collettiva. Soprattutto in famiglia dove gli stupri, le violenze, gli omicidi e la pedofilia hanno avuto fin dal passato più remoto un terreno fertile e incontrollato perché sostanzialmente chiuso su se stesso.

Oggi questo lato della realtà un tempo nascosto e rimosso per ragioni di opportunità omertose, è divenuto terra di conquista e di esposizione. La volgarità di una tivù sempre più guardona ha prodotto anche questa abitudine all'assenza di pensiero critico. La colpa però non è del media ma degli uomini che li utilizzano in tal senso e per questo scopo.

In sintesi, questi delitti orrendi ci sono sempre stati ma venivano rimossi o non arrivavano a vasti strati della popolazione come oggi. Nessuno aveva perciò una percezione così vasta di questa problematica.

Oggi tutti sanno di tutti o quasi, o meglio, anzi, o peggio, di quel che vogliono che si sappia e sul quale soffermarsi per non pensare, vedere, conoscere altro.

Quel che ne ricaviamo è una supervalutazione dell'orrore.
Il fatto che si viva in famiglie normali e senza delitti o mostruosità lascia scoperto il nostro lato rivolto alla paura. Per questo ci spaventiamo oltre il ragionevole.
Non è aumentata la violenza (di cui non conosciamo la forma e la sostanza solo perché siamo stati fortunati) è solo aumentato il chiasso che la utilizza per distoglierci da altre piccole e grandi macchinazioni.

E' il potere che ha paura di noi, questo è evidente. Il Web, nella sua forma più "pulita" è un potente correttore ortografico ma certamente non è sufficiente ad arginare l'enorme quantità di sconcezze che ci vengono rovesciate addosso dagli altri media.
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MessaggioInviato: 03 Nov 2010 20:02    Oggetto: Rispondi citando

...Santo cielo ho spaventato qualcuno?
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Danielix
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MessaggioInviato: 04 Nov 2010 02:58    Oggetto: Rispondi citando

No, non credo.

Sarei più propenso a parlare di "inibizione indotta" dell'insana attività di cercare il mostro altrove per non essere costretti a guardare il proprio.

Dramma è che con l'opportuna dialettica hai detto tutto tu brutalmente, e aggiungervi altro sarebbe spocchioso e/o stupido e/o superfluo e/o ridondante.

Perché "dramma"?

Perché il topic ha 133 visualizzazioni a tutt'ora, e 133 persone hanno letto ciò che in fondo "sanno" ma volevano fingere di non sapere, in primis con sé stessi.
Il dramma infatti non risiede giammai nel cosiddetto "orrore" che l'essere umano può essere capace di portare del tutto naturalmente a compimento, bensì nell'ostinato, vantaggioso rifiuto da parte delle masse ad assumerlo come dato di fatto: basterebbe un'accurata autoanalisi per scoprire che dentro ognuno di noi alberga quel potenziale assassino che nel corso dei millenni abbiamo imparato - a volte volenti, a volte nolenti - a tenere a bada e/o criminalizzare.
Un po' come criminalizzare la nostra naturale tendenza a uccidere le mosche che "ci infastidiscono", benché il paragone suoni buffo o provocatorio...

I "recenti" 50 milioni di omicidi avvenuti in un solo pugno d'anni non sono stati perpetrati da un solo "pazzo" di nome Adolf, com'è comodo e rassicurante pensare: li hanno commessi milioni di Giovanni, Kurtz, John, Etienne, Hisamitsu, Jack, Radislav...
Individui normali, ottimi padri di famiglia...

Arriva il momento in cui l'elemento di disturbo - mosca o bambina che sia: cambia solo la soglia - diviene eccessivamente 'importante' (nell'accezione negativa o positiva) sul nostro territorio di gratifica, e i nostri istinti prevalgono con furia repressa sulle sovrastrutture che ci siamo imposti con lecita e giusta violenza, e... splaf! scatta lo schiacciamosche.


E tu pretendi di rammentarlo brutalmente a chi non vuole, così, senza aspettarti in risposta [mancanza di] reazioni? Think


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Ermengarda Categna
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MessaggioInviato: 04 Nov 2010 06:46    Oggetto: Rispondi citando

Aggiungo solo una postilla, che ho pensato ma non osavo mettere per non farmi tacciare di piaggeria: hai fatto un'analisi alla quale é difficile aggiungere altro. E' esaustiva e condivisibile, persino un'Ermengarda si tace... Embarassed
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MessaggioInviato: 04 Nov 2010 10:04    Oggetto: Rispondi citando

Ermengarda Categna ha scritto:
Aggiungo solo una postilla, che ho pensato ma non osavo mettere per non farmi tacciare di piaggeria: hai fatto un'analisi alla quale é difficile aggiungere altro. E' esaustiva e condivisibile, persino un'Ermengarda si tace... Embarassed

Se parlavi di Danielix, credimi, nessuno potrebbe tacciarti di piaggeria. E credo che lo stesso si possa dire se parlavi di me.

Devo rimproverarti per questo, mia cara amica. Tacere le proprie opinioni in un forum è un errore da evitare sempre, soprattutto se si hanno opinioni serie.

Io credo che nessuna analisi, per quanto ben fatta, possa sostituirsi alle risposte intellettuali, emotive, razionali und irrazionali che dalla sua lettura possono scaturire.
Non esiste un'analisi che non sia in qualche modo una diagnosi e come tale è solo il frutto di congetture.
Tutto quello che sappiamo non serve mai a chiudere il coperchio del vaso di Pandora. Opporre la ragione al mistero degli eventi e le classificazioni che produciamo semplificando irrazionalmente secondo "pancia" non basta se non c'è confronto.
Quello che ho scritto non è poesia o diario intimo e nemmeno lo è quel che ha scritto Danielix. Quelle 133 persone che hanno letto hanno anche taciuto e di questo sono colpevoli a se stesse.

In un vecchio film (vecchio si fa per dire) il comico Francesco Nuti discuteva con un altro personaggio e il motivo della diatriba era una frase fatta, "Chi tace acconsente" alla quale, il comico rispondeva con: "Chi tace sta zitto!"

In effetti è così ma a ben guardare entrambe le deduzioni convivono in uno stesso universo di significati ed effetti sulla realtà.
Ecco perché ti devo tirare amichevolmente e senza alcuna autorità (me lo consente la mia amicizia) le orecchie, cara Ermengarda.
Anche il tacere, l'inazione, può avere effetti giganteschi.
E questo, di questo, sono pieni i libri della storia non scritta.

Perché i vinti sono talvolta correi quanto i vincitori poi rovesciati dai vinti.
Perché le vittime sono colpevoli della loro innocenza tanto quanto della loro mancata reazione, ignoranza dei fatti, del loro essere vittime delle circostanze, colpevoli dell'idea che certe cose non possono accadere, che c'è un Dio misericordioso che certe cose non potrebbe permettere, che la speranza è l'ultima a morire.
Quella speranza che sola era rimasta in fondo al vaso di Pandora, vaso che, come ben sappiamo, conteneva tutti i mali del mondo.

Fu questo a farmi sospettare, in gioventù, che la speranza fosse il peggiore dei mali.
Ma anche lì ho peccato di ingenuità. La speranza è un motore, non la causa di qualcosa. Siamo noi la causa delle cose che facciamo. Anche quando ce ne stiamo immobili.
Ecco perché preferisco correre silenziosamente che assumere la posizione del Loto.
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GrayWolf
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MessaggioInviato: 06 Nov 2010 11:51    Oggetto: Rispondi citando

Che dire che non sia stato già detto?
[forse è per questo che si legge e non si risponde]

Quando certi argomenti "invadono l'intimo"
[Dan ha ragione: ognuno di noi è un assassino, sa di poterlo essere e non vuole ammetterlo]
si preferisce tacere che esporre le proprie debolezze.

La dicotomia che esiste fra pubblico e privato si allarga sempre di più,
la conseguenza è un'immensa solitudine che non ammette il confronto.
Solitudine che sfocia in rabbia, imputando agli altri l'incapacità di comprendere
"il nostro valore" nemmeno prendendo in considerazione l'eventualità di
essere i primi fautori di tale incomprensione.

Il senso di colpa [non parlo di cultura religiosa e specificatamente cattolica]
è in ognuno di noi, appagato soltanto [ancora Dan: i mostri sono gli altri] di giudicare qualcuno peggio di noi.
Questo senso deriva dall'insoddisfazione di non poter avere ciò che si desidera guardando sempre chi "sta meglio" con invidia
e "chi sta peggio" con soddisfazione, ma sarebbe un grosso errore ammetterlo pubblicamente;
ed ecco che ci si sente inadeguati, incapaci: frustrazione, furore montano e si riversa sugli altri un torrente di emotività devastante.

Le possibilità mediatiche e la tecnologia sempre crescente [quanto hai ragione Silent]
oggi forniscono la possibilità di venire a conoscenza dei fatti presenti da millenni nella società "umana"
e, "informatori" in testa, tutti si sentono appagati anche se un po' nauseati, di venire a conoscenza
di atrocità commesse dai nostri simili [sempre altri].

Se fossimo degli alcolisti e frequentassimo periodicamente la nostra cara anonima,
ci sentiremmo [quasi tutti] così tanto appagati da perdere l'abitudine
di delegare a una bottiglia la soluzione dei nostri problemi.
Ci ammassiamo, intralciando i soccorsi, quando vediamo un incidente:
curiosità e "sete" di sangue [altrui] la fanno da padroni.

Naturalmente d'accordo con Silent, tutto ciò che ho detto è una mera congettura.
Così come lo sono i quintali di carta stampata sull'argomento, redatta dagli specialisti del settore.
Da quando l'indagine e l'esplorazione della psiche umana hanno mostrato il loro fascino,
rendendo gli investigatori prime vittime della ricerca di colpa negli altri, altro che vaso di Pandora,
si è portata alla luce la nostra inadeguatezza, prima fra tutte la negazione di ciò che un grande [a mio parere] ha scritto:

"Ognuno sta solo sul cuore della terra
trafitto da un raggio di sole
ed è subito sera"
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etabeta.7
Semidio
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MessaggioInviato: 06 Nov 2010 12:21    Oggetto: Rispondi citando

Confesso, non posso che darvi ragione, ho letto più volte le vostre risposte ,anche perchè , ammettiamolo, non sono proprio di facile lettura, Silent ha un modo di esporre , analizzare e sviscerare i problemi non sempre di facile comprensione. ( è una sua prerogativa )
Sarà un problema mio, lo ammetto, ho bisogno di tempo x interiorizzare ed elaborare un concetto.
Detto questo la mia domanda si riferiva non tanto ai fatti di cronaca che ogni giorno ci deliziano con delitti e ammazzamenti vari, ma quanto al modo di vivere e di rapportarsi con il prossimo, che mi sembra diventato alquanto problematico, aggerssivo, prevaricatore, prepotente.... non so come dire ma credo di aver reso l'idea.
La pazienza, (grande dote) è andata a farsi friggere, non tolleriamo più niente che non si realizzi in un nanosecondo dopo averlo richiesto .
Quante volte ho assistito a esternazioni di rabbia perchè il computer tardava tre secondi in più per accendersi, perchè abbiamo forato la gomma e non possiamo continuare ciò che stavamo facendo, perchè il salumiere tarda un minuto ad affettare il prosciutto, perchè la signora che sta davanti non si sbriga a spostarsi e intralcia la strada... e via discorrendo, gli esempi sono tanti e sono ormai la norma.
La rabbia , la frustrazione che ci accompagna e che rileviamo nei comportamenti e nei discorsi di chi ci sta di fronte, si riflette anche sul nostro atteggiamento, la risposta è direttamente proporzionale a quello che ci viene fornito. Stiamo diventando una sorta di specchio riflettente, dove le frustrazioni e le insoddisfazioni quotidiane personali si riversano a cascata sul quotidiano di tutti, grazie anche ai media che amplificano tutto a dismisura .
La violenza , sotto ogni aspetto, sta diventando compagna di vita, un evento ineluttabile che si subisce per forza di cose.
ormai è così, ormai tutto è cambiato, il mondo è cambiato e nel pacchetto è tutto compreso, il bello e il brutto.
Un fatto però è certo, vero che la violenza è sempre esistita in quanto parte di quel lato oscuro che è dentro ognuno di noi, però nei termini e nei modi in cui si manifesta oggi non credo.
Affermazione qualunquista ? (si dice così?)




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MessaggioInviato: 06 Nov 2010 13:09    Oggetto: Rispondi citando

etabeta.7 ha scritto:
...
Affermazione qualunquista ? (si dice così?)


nessuna affermazione è mai qualunquista, c'è un'identità di vedute oppure no,
ma in quanto a esseri unici, ciò che è detto rimane comunque unico anche se rispecchia un'idea generale.

A proposito di specchio riflettente:

al mattino, quando si esce di casa e la portinaia sta spazzando il marciapiede,
provate a salutarla con un grugnito, vi va bene se non prendete una scopata sulla testa,
provate altresì a salutarla con un sorriso, forse la giornata sarà migliore per entrambi.

spero che la scenetta abbia fatto sorridere, anche se amaramente.

Non è vero quindi che la violenza si subisce per forza di cose, per lo meno non lo è in assoluto.
Può essere una compagna scomoda ma non padrona della nostra Vita, lo diventa solo se lo vogliamo.
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MessaggioInviato: 06 Nov 2010 23:44    Oggetto: Rispondi citando

etabeta.7 ha scritto:
Confesso, non posso che darvi ragione, ho letto più volte le vostre risposte ,anche perchè , ammettiamolo, non sono proprio di facile lettura, Silent ha un modo di esporre , analizzare e sviscerare i problemi non sempre di facile comprensione. ( è una sua prerogativa )
Sarà un problema mio, lo ammetto, ho bisogno di tempo x interiorizzare ed elaborare un concetto.
No, non è un problema solo tuo. Sono in molti a sollevare questo rilievo. E credo che, sostanzialmente, abbiate tutti ragione.

E' un bene che tu voglia prenderti tempo, affrettarsi a conclusioni semplici ti porterebbe a risposte superficiali e non mi sembra che siano queste le cose che stai cercando.
E se può confortarti, puoi sempre partire dal presupposto che la realtà sia molto più complessa e intricata di quanto io mi sforzi di descrivere nelle mie noiose analisi.
Potrei anche limitarmi a dire cose di buon senso o di senso comune ma a che servirebbe? Quelle le sapete già, le sappiamo già tutti e io non sono qui per confortarvi mostrando di pensare in modo lineare ma per chiedere e stimolare la vostra opinione. Io non ho nessuna verità in tasca, la verità è un presupposto non una constatazione. Non ho nessuna verità da opporre ma solo dubbi. E sono questi che in realtà esprimo.

etabeta.7 ha scritto:
Detto questo la mia domanda si riferiva non tanto ai fatti di cronaca che ogni giorno ci deliziano con delitti e ammazzamenti vari, ma quanto al modo di vivere e di rapportarsi con il prossimo, che mi sembra diventato alquanto problematico, aggerssivo, prevaricatore, prepotente.... non so come dire ma credo di aver reso l'idea.
I fatti di cronaca derivano dal modo di vivere che ha la gente, se hgai aperto un 3D su questo argomento è solo perché ne hai avuto notizia dalla cronaca. Sula violenza e sull'aggressività potremmo scrivere fiumi di analisi ma non è questa la sede giusta per un seminario, metteremmo in fuga tutti i presenti.

etabeta.7 ha scritto:
La pazienza, (grande dote) è andata a farsi friggere, non tolleriamo più niente che non si realizzi in un nanosecondo dopo averlo richiesto .
La pazienza non è una dote ma una costruzione progressiva, il risultato di un conflitto e di una scelta precisa. Non si è pazienti per natura, lo si può essere per scelta e per apprendimento. E' una manifestazione della psiche, un adattamento all'ambiente. La mia gatta può attendere per ore un topo che è entrato in una tana ma non ha alcuna pazienza quando è l'ora di mangiare e fa un casino della madonna se non gli fornisco il cibo. Eppure è lo stesso animale in entrambi i casi. La mia gatta ha solo messo in atto una strategia adattiva.

etabeta.7 ha scritto:
Quante volte ho assistito a esternazioni di rabbia perchè il computer tardava tre secondi in più per accendersi, perchè abbiamo forato la gomma e non possiamo continuare ciò che stavamo facendo, perchè il salumiere tarda un minuto ad affettare il prosciutto, perchè la signora che sta davanti non si sbriga a spostarsi e intralcia la strada... e via discorrendo, gli esempi sono tanti e sono ormai la norma.
La rabbia, la frustrazione che ci accompagna e che rileviamo nei comportamenti e nei discorsi di chi ci sta di fronte, si riflette anche sul nostro atteggiamento, la risposta è direttamente proporzionale a quello che ci viene fornito. Stiamo diventando una sorta di specchio riflettente, dove le frustrazioni e le insoddisfazioni quotidiane personali si riversano a cascata sul quotidiano di tutti, grazie anche ai media che amplificano tutto a dismisura .

Non so se sono i media a frustrarci, semmai possono fornirci dei modelli di facile imitazione, possono sdoganare comportamenti che altrimenti contrasteremo per timore del giudizio e della disapprovazione altrui. Ma la frustrazione e la rabbia che ne deriva possono avere origine altrove, lontano dai modelli che abbiamo interiorizzato o anche all'interno di essi. Una maturità consapevole è sempre frutto di un cammino personale, può fornire un aiuto nei momenti di difficoltà ma non può impedirci di reagire violentemente ad uno stimolo che non sappiamo o non possiamo tollerare.

etabeta.7 ha scritto:
La violenza , sotto ogni aspetto, sta diventando compagna di vita, un evento ineluttabile che si subisce per forza di cose.
ormai è così, ormai tutto è cambiato, il mondo è cambiato e nel pacchetto è tutto compreso, il bello e il brutto.
Un fatto però è certo, vero che la violenza è sempre esistita in quanto parte di quel lato oscuro che è dentro ognuno di noi, però nei termini e nei modi in cui si manifesta oggi non credo.
Ti sei risposta da sola. L aviolenza è sempre esistita, tutti gli esseri viventi hanno bisogno di reperire risorse per la propria sopravvivenza e la predazione è un metodo o meglio una strategia assai efficiente. Ma è solo una possibile via d'accesso alle risorse, alcuni comportamenti aggressivi possono mettere in pericolo la struttura stessa e danneggiare chi li mette in atto.

etabeta.7 ha scritto:
Affermazione qualunquista ? (si dice così?)
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Si può dire in molti modi. Ma il "qualunquismo" era in effetti un movimento politico oggi scomparso e se ora il termine ha assunto un significato sprezzante è solo perché questo significato glielo abbiamo dato noi, basandoci su una nostra comune (più o meno condivisa) scala di valori. I valori sono convenzioni, non verità esatte.

Avrei potuto condensare tutte queste parole in un Kōan ma non so quanti di voi lo avrebbero trovato comprensibile o di qualche utilità.
Ecco perché regolarmente mi becco qualche bestemmione per i miei lunghissimi e capziosissimi commenti.

Sostanzialmente me li merito tutti.
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MessaggioInviato: 07 Nov 2010 20:51    Oggetto: Rispondi citando

GrayWolf ha scritto:
etabeta.7 ha scritto:
...
Affermazione qualunquista ? (si dice così?)




al mattino, quando si esce di casa e la portinaia sta spazzando il marciapiede,
provate a salutarla con un grugnito, vi va bene se non prendete una scopata sulla testa,
provate altresì a salutarla con un sorriso, forse la giornata sarà migliore per entrambi.
.


Ti dirò, ho notato che spesso l'aggressività delle persone è sintomo di paura, di diffidenza, una specie di difesa preventiva.
A volte basta mandare il segnale giusto per evitare l'innescarsi di incomprensioni e di litigi.
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MessaggioInviato: 07 Nov 2010 21:21    Oggetto: Rispondi citando

Silent Runner ha scritto:
etabeta.7 ha scritto:
No, non è un problema solo tuo. Sono in molti a sollevare questo rilievo.

Meno male credevo di essere io la più gnucca del forum! Embarassed
Silent capisco benissimo il tuo punto di vista e lo accetto in quanto tale anche se non lo condivido del tutto.
Una comunicazione di facile lettura non implica necessariamente ovvietà o superficialità. No?
si si lo capisco benissimo che la tua intenzione è quella di stimolare domande, piuttosto che fornire risposte, anche questa è una strategia che paga nella misura in cui chi legge trova interessante e comprensibile ciò che viene scritto.
Che è poi a strategia della comunicazione in generale , concetti semplici, chiari, di facile comprensione e possibilmente accompagnati da illustrazioni . Eh eh eh eh della serie se facessi anche qualche vignetta.... il tutto sarebbe perfetto! Eh eh dai! Sto scherzando, non te la prendere
stasera sono in vena di burleggiare.. (si può dire?) Think
Chiudo perchè i miei reclamano il pc grrr! (rabbia!) notte!
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MessaggioInviato: 07 Nov 2010 22:54    Oggetto: Rispondi citando

Nessun problema per me, non ho alcuna missione da compiere, esprimo solo le mie idee nei termini che trovo più adatti ai possibili fruitori. E Zeus News non è un luogo di banalizzazioni, salvo quando non si voglia banalizzare per celia o per
Devo però ribadire la mia preferenza per la complessità. Ogni semplificazione riduce lo spazio di dialogo perché tende ad uniformare verso il basso le idee e le possibili varianti del pensiero.
Parlassimo di calcio o di come si cucinano le patate lesse sarei d'accordo sul non complicare con argomentazioni capziose o tautologiche ma dal momento che hai aperto una discussione sulla violenza, non vedo come possa starci male un discutere in termini "seri" e se vogliamo, anche un tantino più profondi rispetto alle solite chiacchiere da bar, da pianerottolo, da bagno (dove chissà perché tutta la famiglia si rifugia la domenica mattina), da partita a scala 40, da conversazione con sconosciuti in treno durante un viaggio di ritorno da un convegno sull'enucleazione onerosa delle cipolle da sparo...

Semplificare non vuol dire essere superficiali, così come approfondire nella complessità dei temi non vuol dire essere noiosi. Io ad esempio trovo noiose le trasmissioni televisive dove tutto è semplificato e perciò prevedibile.

Questo è il Caffè Corretto. Uno spazio di approfondimento. Non temere la complessità dei temi e la loro analisi.
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MessaggioInviato: 08 Nov 2010 15:47    Oggetto: Rispondi citando

Silent Runner ha scritto:
Ecco perché regolarmente mi becco qualche bestemmione per i miei lunghissimi e capziosissimi commenti.
Sostanzialmente me li merito tutti.

Fossero tutti come i tuoi i commenti da leggere e non dico quelli del forum ma di quelli che si sentono in tv o si leggono sui giornali.
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MessaggioInviato: 08 Nov 2010 16:10    Oggetto: Rispondi citando

Rudewolf ha scritto:
Silent Runner ha scritto:
Ecco perché regolarmente mi becco qualche bestemmione per i miei lunghissimi e capziosissimi commenti.
Sostanzialmente me li merito tutti.

Fossero tutti come i tuoi i commenti da leggere e non dico quelli del forum ma di quelli che si sentono in tv o si leggono sui giornali.
Sarebbe la fine! Basta
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MessaggioInviato: 08 Nov 2010 18:07    Oggetto: Rispondi citando

etabeta.7 ha scritto:


Ti dirò, ho notato che spesso l'aggressività delle persone è sintomo di paura, di diffidenza, una specie di difesa preventiva.
A volte basta mandare il segnale giusto per evitare l'innescarsi di incomprensioni e di litigi.

Straquoto! ok!
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MessaggioInviato: 08 Nov 2010 21:28    Oggetto: Rispondi citando

kevin ha scritto:
etabeta.7 ha scritto:


Ti dirò, ho notato che spesso l'aggressività delle persone è sintomo di paura, di diffidenza, una specie di difesa preventiva.
A volte basta mandare il segnale giusto per evitare l'innescarsi di incomprensioni e di litigi.

Straquoto! ok!


bastasse quotare per poi saperlo anche fare...
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Silent Runner
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MessaggioInviato: 09 Nov 2010 10:31    Oggetto: Rispondi citando

Giusto, ma è almeno un inizio declaratorio nella direzione giusta.
La seconda cosa da fare è applicare le regole appena espresse.
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etabeta.7
Semidio
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MessaggioInviato: 15 Nov 2010 00:02    Oggetto: Rispondi citando

Silent Runner ha scritto:
Nessun problema per me, non ho alcuna missione da compiere, esprimo solo le mie idee nei termini che trovo più adatti ai possibili fruitori. E Zeus News non è un luogo di banalizzazioni, salvo quando non si voglia banalizzare per celia o per
Devo però ribadire la mia preferenza per la complessità. Ogni semplificazione riduce lo spazio di dialogo perché tende ad uniformare verso il basso le idee e le possibili varianti del pensiero.
Parlassimo di calcio o di come si cucinano le patate lesse sarei d'accordo sul non complicare con argomentazioni capziose o tautologiche ma dal momento che hai aperto una discussione sulla violenza, non vedo come possa starci male un discutere in termini "seri" e se vogliamo, anche un tantino più profondi rispetto alle solite chiacchiere da bar, da pianerottolo, da bagno (dove chissà perché tutta la famiglia si rifugia la domenica mattina), da partita a scala 40, da conversazione con sconosciuti in treno durante un viaggio di ritorno da un convegno sull'enucleazione onerosa delle cipolle da sparo...

Semplificare non vuol dire essere superficiali, così come approfondire nella complessità dei temi non vuol dire essere noiosi. Io ad esempio trovo noiose le trasmissioni televisive dove tutto è semplificato e perciò prevedibile.

Questo è il Caffè Corretto. Uno spazio di approfondimento. Non temere la complessità dei temi e la loro analisi.


Assolutamente , solo che una terminologia semplice e di facile comprensione facilita la discussione, tutto quì .Argomentazioni tautologiche! Silent mi hai spaventata a morte eh eh eh eh scherzo!
Approfondire è utile e può anche diventare piacevole, ( noioso no) anche perchè l'argomento è di norma scelto dall'utente e non imposto, quindi va bene.
L'argomento è serio, accidenti se lo è! anch'io non sopporto le banalità che quotidianamente ci vengono ammannite dalla tv o dai media in genere ma sta di fatto che è la realtà nella quale viviamo e che ci piaccia o no, un certo condizionamento su noi lo produce.
La violenza si respira , si sente ovunque, anche se non guardi la tv, anche se non leggi i giornali, perchè le persone hanno atteggiamenti che trasmettono insicurezza, paura, diffidenza.
Mi sono avvicinata tempo fa ad una signora anziana che stava attraversando la strada dalla parte sbagliata , mettendosi in una situazione pericolosa, e come risposta mi ha tenuta lontana con il bastone a cui si appoggiava, brontolando che non mi avvicinassi , aveva chiaramente paura , me ne sono resa conto . E' solo un esempio banale, d'accordo, ma potrei fartene altri.
Siamo realmente diventati più aggressivi , più irascibili, oppure è solo suggestione collettiva?
Io propendo per la prima ipotesi. Tutto gira più in fretta, corre veloce, correre, correre, e il tempo sembra non bastare mai. Una semplice dimenticanza diventa uno sgarbo, una parola di troppo diventa un insulto premeditato , d'accordo siamo noi a decidere se lasciarci coinvolgere o meno, ma abbiamo sempre la tranquillità necessaria per farlo? In che misura l'ambiente, ci plasma e ci trasforma?
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Danielix
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MessaggioInviato: 15 Nov 2010 02:48    Oggetto: Rispondi

etabeta.7 ha scritto:
Siamo realmente diventati più aggressivi , più irascibili, oppure è solo suggestione collettiva?
Io propendo per la prima ipotesi.

Fai male (scusa se mi permetto, non so quanti anni tu abbia: io ne ho 48, e vissuti così intensamente da rappresentarne di fatto 248, purtroppo...)

Come in quasi tutte le cose la verità sta nel mezzo: siamo diventati più aggressivi "a causa" di una suggestione collettiva instillata dai media...
Sarei più propenso a risponderti: "La seconda", cioè trattasi solo di suggestione collettiva (sempre dovuta all'abnorme diffusione dei media), giacché così è, ma non sarebbe un'analisi lucida, bensì solo una semplificazione, poiché non terrebbe conto delle inevitabili conseguenze comportamentali, che nello specifico non possono non manifestarsi ineluttabilmente in una maggiore diffidenza e aggressività (l'aggressività è solo un'espressione della paura, che a sua volta è indotta dalla diffidenza. La diffidenza della tua vecchietta, per esempio).

Semplifichiamo il modo di dirlo (non ci leggono mica solo intellettuali Wink ): duecento anni fa il numero degli stupratori per chilometro quadrato era lo stesso di oggi (in realtà più alto, poiché vi era maggiore impunità), ma chi lo sapeva? solo le vittime, e i pochi intimi.
Oggi il numero è lo stesso, forse appunto anche minore, con l'enorme differenza che ci viene sbattuto in faccia di continuo dai mezzi di comunicazione, e così "scopriamo l'acqua calda": su cento individui che ci avvicinano, la probabilità (vera) che una percentuale sia composta da potenziali assassini o stupratori o malintenzionati è alta, ce lo dicono le statistiche della cronaca e, come sappiamo, le statistiche non sono opinioni, né sono opinabili...
Ed ecco che s'insinuano la paura, la diffidenza (giustificate) e quindi l'aggressività.

È prima che eravamo troppo ingenui, o creduloni (chiesa, Cristo, amore...) o, per meglio dire... ignoranti.
Credo sia questo il significato da dare alle parole di Silent laddove "colpevolizza" le vittime: avevano creduto in qualcosa che non esiste: avevano per ignoranza travisato la naturale tendenza umana, ancor oggi che i media pure ce la rivelano...

Azione, reazione...


Mi fai sentire in dovere di farti un esempio più... "ravvicinato", essendo io padre di quattro figli, tutti minori, tutti "piccoli": mia figlia di 11 anni, una sera che è tornata dal centro ricreativo giovanile che frequenta, un po' più tardi del solito e quindi già all'imbrunire, mi ha detto con il viso acceso dall'agitazione: «Madò, papà... non sai che corsa che ho fatto: lungo la strada era pieno di pedofili che mi guardavano con certi sguardi...» Azz... manco se fosse una velina di vent'anni...
11 anni...
(e bada che attualmente viviamo in un posto dove negli ultimi dieci anni non si è mai sentito di un solo stupro neppure a una maggiorenne...)

Secondo te, con quale grado di diffidenza (e quindi anche aggressività) questa sua "consapevolezza" influisce e influirà sul suo attuale e futuro atteggiamento verso gli altri?

E secondo te, da chi o cosa è ormai suggestionata? (o consapevolizzata? Think): dall'aumento effettivo dei pedofili oppure dai media, dall'informazione?


Ti lascio alle tua deduzioni Wink , non senza prima averti invitata a riflettere su alcuni passaggi, adesso da me "semplificati", del Silentone: meglio così - egli vuol dire - meglio così: mia figlia, pur nella sua esagerazione indotta... non sbaglia poi di molto: dei cento individui che ha incontrato tornando a casa, quanti di essi avrebbero effettivamente abusato di lei se solo non avessero ormai assimilato la paura della scure della giustizia, del giudizio, della morale imposta?
Parecchi, parecchi. Oggi come ieri, e meno di duemila anni fa, quando a casa non ci sarebbe tornata per certo...

Non sono gli assassini, gli stupratori e i pedofili che sono aumentati: è che i media ci hanno rivelato/ricordato che lo siamo.
La diffidenza, e quindi l'aggressività, sono - ahimé - reazioni in gran parte giustificate e soprattutto necessarie alla sopravvivenza...

Le vittime sono "colpevoli" di non aver compiuto una sincera analisi sulla propria natura, per poi conoscere quindi quella dei propri simili... ma l'approfondimento di quest'ultimo argomento lo lascio molto volentieri al mio amico Silent, che ha la capacità e determinazione di esporre con meno titubanza di me la cruda realtà, nonostante sia lui a chiamare me pirata...

Per fornire (a lui) uno spunto dirò solo: và a fare una passeggiata da sola in minigonna e succinta nel Bronx alle 11 di sera, e dopo che ti avranno stuprata in gruppo cercheremo di stabilire chi e di cosa è colpevole, con vera lucidità obiettiva e serena...
Và a fare una passeggiata da solo in giacca, cravatta, valigetta 24 ore e Rolex al polso nel Bronx alle 11 di sera, e dopo che ti avranno accoltellato e rapinato in gruppo cercheremo di stabilire chi e di cosa è colpevole, con vera lucidità obiettiva e serena...

E non sia visto questo mio esempio come una "legittimazione" della violenza laddove ci fa comodo credere che sia assodato che essa esista come endemica: essa è "legittimata" in quanto esiste dentro noi come razza animale, e se ne vediamo manifestazioni non represse in alcune zone ben conosciute (ho fatto l'esempio del Bronx, che è solo un quartiere; qualche post addietro ho fatto accenno all'immenso, civilzzato Occidente in occasione di una immotivata guerra mondiale tra simili, e voglio evitare di parlare di intere nazioni africane dove al confronto il Bronx diviene un parco giochi per bimbi...) - dicevo - se ne vediamo manifestazioni non represse in alcune zone ben conosciute, è solo perché gli endemici non subiscono quasi alcuna repressione autoritaria, quindi non sono "costretti innaturalmente" a castrare i propri istinti.
Come accade a noi. A me, a te, a Sabrina e Michele (che in questo topic sono come "fantasmi" non nominati ma aleggiano...)

Ciò che intendo, piuttosto, diviene lapalissiano se trasferissi l'esempio su altre razze animali: una gazzella decide deliberatamente di mettersi a pascolare tranquillamente nel territorio di un branco di leoni? Dopo che l'avranno squartata e sbranata in gruppo cercheremo di stabilire chi e di cosa è colpevole, con vera lucidità obiettiva e serena.
Facile, eh? I leoni hanno fatto i leoni, e la gazzella era cogliona e meritava di morire...
I leoni avevano solo fame, e hanno seguito il loro istinto, mai represso da alcuno...

Ecco: il giovanotto in cravatta e Rolex era un coglione, e... nel Bronx hanno "fame", e hanno la possibilità di seguire il proprio istinto...


etabeta.7 ha scritto:
[...] siamo noi a decidere se lasciarci coinvolgere o meno, ma abbiamo sempre la tranquillità necessaria per farlo?
In che misura l'ambiente ci plasma e ci trasforma?

Nella misura in cui a noi importa cosa "gli altri" pensino del nostro agire... Wink
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