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[Silent Runner] 150 anni e li dimostra tutti!
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Silent Runner
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MessaggioInviato: 05 Feb 2011 13:26    Oggetto: [Silent Runner] 150 anni e li dimostra tutti! Rispondi citando

Sciocchini non sto parlando di me ma dell'Italia, questo paese dei nostri stivali!

Che ne dite ragazzi? 150 anni spesi male?
Il Berlusconismo e il leghismo hanno messo in luce alcuni degli aspetti più deleteri del carattere italico, cosa del resto non nuova e fors'anche più vecchia dell'Unità stessa.

Il problema è che non siamo geneticamente modificati, siamo solo stronzi!
Pigri, infingardi, ipocriti, ignoranti, bugiardi, egoisti, stupidi, ingenui, meschini, pseudonazionalisti, puritani davanti e porci dietro, buoni a fare i froci con il culo degli altri e chi più ne ha più ne metta.

Perciò, questi 150 anni sono solo un esempio di come il tempo passa e noi restiamo gli stessi.
Non è che non invecchiamo, lo facciamo solamente male.
Non cresciamo nemmeno in punto di morte, che la morte è faccenda troppo seria per noi italici, illusi d'essere immortali solo e soltanto noi mentre gli altri possono anche crepare.

Per noi l'unione fa la forza bruta, per noi si va fra la perduta gente...

Siamo così, caratterialmente disarticolati e umorali, crediamo più alle bugie che alla verità, tanto siamo abituati a mescolarla, ci sentiamo i più furbi e poi ci facciamo inculare dal primo buffone di passaggio. Sì perché anche lui è di passaggio! E non parlo del buffone Yorik, quello che si presentò nell'Amleto Shakesperiano, sotto forma di teschio.
Parlo del buffone blaterante, il Kraken che lentamente ma inesorabilmente ci trascina nell'abisso nascondendo le urla dei disgraziati inghiottiti dal suo vortice, dietro scenari gaudenti e falsamente dionisiaci.


Devo dire che ce li meritiamo questi esiti finali. Li abbiamo permessi noi con il culo molle appoggiato ai cuscini dei divani e gli occhi piantati sul piccolo schermo, la mente sulle tette e sui culi irraggiungibili, tutto il resto a consumare quel che serviva ad arricchire il crapulone.


Unità d'Italia.
150 anni con migliaia di morti inutili. Tanto valeva fare come l'Arlecchino della commedia goldoniana.
Servire oltre che i due padroni, anche il pubblico mostrando di essere un fesso che si crede furbo, al punto da far sembrare vera la cosa anche a chi paga per sentirsi dire bugie in forma di commedia.

Siamo esterofili ed esterofobi alla bisogna. Buoni ad autodenigrarci ma senza spirito realmente critico.
E anche nel criticarci siamo bravi a mostrare il flagello insanguinato con il Ketchup.

Poveri ma belli lo eravamo un tempo: adesso non siamo nemmeno brutti sporchi e cattivi, siamo solo dei poveri stronzi.

Spero che venga qualcuno ad invaderci sul serio, magari gli alieni.
Sempre meglio che autoinvaderci come stiamo facendo adesso, lasciando in mano il paese alla criminalità organizzata, infiltrata e collusa con tutto quanto è possibile, dai piccoli imprenditori ai governanti.
E che il Vaticano subisca un sisma di quelli Divini, che venga anche lì qualcosa che ricordi agli uomini di essere solo uomini e non portatori di chissà quale verità assoluta e autoproclamata.
E che si spengano le luci sul potere, che è solo illusione, come la morte, come la favola bella della pubblicità di sé.

Amen.

Per i prossimi futuri 150 anni dell'Unità d'Italia, scortatevi di partecipare. Per cui, prima che sia davvero troppo tardi, pensateci bene prima di liquidare quel che avete come se fosse una cosa che è sempre esistita, alla portata di tutti, un diritto naturale che potrete trovare al supermercato.
Perché non è così.
Studiatevi la storia invece di ascoltare quel che vi dicono al Bar dello Sport.
E poi piangete voi stessi.


L'ultima modifica di Silent Runner il 04 Mar 2011 11:48, modificato 1 volta
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madvero
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Residenza: Sono brusco con voi solo perchè il tempo è a sfavore. Penso in fretta, quindi parlo in fretta

MessaggioInviato: 10 Feb 2011 04:01    Oggetto: Rispondi citando

io credo che questa dei 150 anni sia tutta una bufala inventata dai comunisti che non vogliono lavorare e giovedì 17 marzo se ne vogliono stare a casa.
di sicuro, venerdì 18 si daranno malati.
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whitesquall
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MessaggioInviato: 04 Mar 2011 00:58    Oggetto: Rispondi citando

Il thread ha ricevuto meno commenti di quanti mi aspettassi...

Ma forse fa male pensare a questa ricorrenza, che magari ci ricorda con più forza del solito quanto sia caduto in basso questo paese di macerie...
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madvero
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Residenza: Sono brusco con voi solo perchè il tempo è a sfavore. Penso in fretta, quindi parlo in fretta

MessaggioInviato: 04 Mar 2011 05:09    Oggetto: Rispondi citando

no, è che siamo tutti incavolati perchè si tratta di una ex festività soppressa, quindi non è un giorno di ferie in più, ma un normale giorno di ferie scalato dal monte ferie annuo che abbiamo già.

ROTFL ROTFL ROTFL
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Silent Runner
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MessaggioInviato: 04 Mar 2011 14:53    Oggetto: Rispondi citando

@Squall
@Madvero

Ottime osservazioni, io però propenderei più ad una sorta di rassegnazione indotta dall'essere passati rapidamente (senza soluzione di continuità) da una vita contadina e povera se non poverissima, con ancora una solida base di analfabetismo, a un boom economico che a trasformato questo Paese nel giro di pochissimi anni, impedendo agli italiani tutti, di metabolizzare una vita troppo facile e carica di promesse per un futuro migliore e dall'andamento logaritmico. I figli avrebbero perciò avuto molta più ricchezza e benessere dei padri e così i figli dei figli in una crescita inarrestabile, esponenziale.

Questa consapevolezza aveva generato lotte e conquiste anche sanguinose (eh sì, qualcuno è pure morto nel tentativo di vivere meglio, nel tentativo di conquistare un diritto naturale già sancito dalla Costituzione), per la conquista di libertà, diritti e valori da strappare ad una concezione arcaica della società, le cui radici millenarie erano state copincollate dal cattolicesimo, fattosi regno e poi impero, subito dopo la caduta dell'Impero Romano (e perciò sostituendosi ad esso assumendone al contempo la struttura gerarchica e le ragioni politiche fondanti).
Da questo era scaturita, nelle successive stratificazioni (sto semplificando abbestia) una società ancorata ad una centralità del potere e della moralità insostenibili se confrontate con le nuove conquiste di ricchezza e tecnologie.
L'ubriacatura entusiastica del boom economico ha prodotto una gigantesca migrazione interna, portato ad un meticciato culturale e linguistico che ha unito l'Italia molto più di qualsiasi altra operazione a tavolino. Oggi, siamo arrivati a una sorta di visione masturbatoria e molliccia dell'esistenza e perciò, tutto quello che è stato il nostro divenire quel che siamo si è ridotto a elementari reazioni pavloviane a stimoli di origine mediatica.

Ecco che questo non favorisce certamente l'attenzione per il mondo, per la nicchia eco-antropologica nella quale viviamo.

FaceBook ha fondato la sua fortuna nel bisogno dell'individuo di marcare il territorio (come fanno i cani, pisciando agli angoli delle strade o sugli alberi) e, al contempo, di misurare la propria appetibilità pubblica, quanto cioè si può essere "visibili" e significativi all'interno di un gruppo, di una tribù.
Possiamo intuire come FaceBook possa in qualche modo garantire una certa uniformità acefala, priva cioè di capi o individui dominanti. Tutti sono importanti e significativi e in qualche modo "famosi". Dietro la necessità di apparire c'è però la necessità di esprimersi ed essere, attraverso una conferma dell'essere che non può venire altro se non da fuori di noi.

Non dobbiamo dimenticare che ogni comunità ha le sue caratteristiche, ha i suoi vantaggi (l'appartenervi) e ha le sue beghe, le sue more da pagare. Una comunità di grandi dimensioni ha bisogno di essere regolata sia da regole condivise e autoprodotte sia da istituti, entità, instituzioni che ne "governino" le spinte e le necessità elementari.
Più grande è una comunità, più sarà complessa la sua gestione. Ecco che così può emergere l'esigenza di una sottostruttura con delega, collegata per ramificazioni più brevi, alla popolazione residente, attiva e passiva. Questa struttura si regolerà sulla base delle esigenze, le usanze, la cultura e il territorio con le sue risorse. Abbiamo perciò diviso l'Italia in regioni, non tanto per soddisfare l'esigenza di vassallaggio dei soliti potenti di turno (e di passaggio) quanto per concentrare in ambiti precedentemente coesi, le risorse umane e le risorse ambientali, tenendo conto della cultura dominante e delle sue derivazioni.
La migrazione verso Nord delle masse lavoratrici (masse che hanno arricchito il Nord a scapito della ripresa del Sud), come ho detto, ha unito l'Italia in modo assai efficiente e indolore e con scarso spargimento di sangue, limitato cioè a quello dei caduti sul lavoro.

Oggi, con una operazione elettoralistica demenziale si vuole dividere ciò che è unito, promuovendo un federalismo da commedia dell'arte, solo per accontentare l'ossessione del potere di pochi individui che, cogliendo un generale malcontento popolare, hanno promosso una vera e propria crociata contro il Paese stesso, sollevando e stuzzicando il ventre colitico degli ultimi arrichiti o dei nostalgici di chissà cosa, tutti dimentichi degli sforzi compiuti per ottenere un benessere (anche loro) che è merito e frutto del lavoro di di tutti e non solo di chi i vantaggi li ha avuti in maggior dose.
Non si è mai visto un paese unito che si confederasse in sottoregioni tramite federalismo. Gli USA, ad esempio, erano Stati indipendenti e separati che si sono successivamente federati unendosi in un unico Stato e non viceversa.
Noi vogliamo fare l'opposto tornando all'Italia dei comuni? Si vuole forse che il Medioevo venga rivalutato nel modo più deleterio, non si sa ben per quale scopo e per quale vantaggio reale. Ma tant'è, la gente è forse affaticata dalla noia per il troppo benessere... e ora che cala per i molti e cresce per pochissimi, saranno proprio i molti che ci rimettono oggi a rimetterci ancora di più, nell'illusione di guadagnare qualcosa sul piano dell'indipendenza da un nemico che è solo nella loro testa.

Ignoranza? Istinti suicidari? Fine della civiltà occidentale? Io credo che tutto questo sia solo il prodotto di una sopravvalutazione e sovrasfruttamento dei media operata dalle classi dirigenti. Un tempo la Tivù unificava linguisticamente il Paese, oggi cerca di dividerla fingendo un voler uniformare tutto dietro e sotto una sorta di omologazine verso il basso, un ammiccare alla volgarità becera di un target fatto di persone adulte o anziane disilluse e di giovani privati praticamente di ogni speranza e valore, tolti quelli posticci e irrealizzabili promossi dalla tivù generalista.
Che ci sia stata una macchinazione ben orchestrata in tal senso è talmente evidente da finire ignorato volutamente, proprio come accade per tutte le verità scomode. Meglio dunque dare addosso all'untore, a un colpevole oscuro, preconfezionato e promosso con un martellamento mediatico che renderebbe reali agli occhi della gente anche Pippo Pluto e Topolino.
E la cosa più assurda che è l'untore è proprio l'Unto dal Signore.

Ma non si può addossare tutta la colpa ai prepotenti e ai potenti, se il popolo si fa bue e si fa macellare per sopravvenuta disillusione.

Perciò, fatte le debite distinzioni e distribuite responsabilità e colpe resta sempre lui, l'individuo nudo davanti allo specchio.
E chi di voi non ha mai avuto disagi a guardarsi allo specchi scagli la prima pietra.
Non verso lo specchio, si romperebbe.
E non è nascondendo l'immagine che vi restituisce che potrete risolvere il problema. Se il problema siete voi è e sarà altrettanto vero che sarete voi la soluzione.

Ah, dimenticavo! (Alzheimer) Grazie Squall per aver risollevato l'attenzione sul tema! Squeeze
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MessaggioInviato: 04 Mar 2011 15:34    Oggetto: Rispondi citando

Mi scuso con tutti quelli che hanno avuto la follia di leggere tutta la pappardella. Per un errore di copia incolla avevo postato una versione precedente non corretta.

Ora l'errore è stato rimosso e sostituito. Purtroppo questo non potrà avvenire anche con il sottoscritto.
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MessaggioInviato: 09 Mar 2011 21:37    Oggetto: Rispondi citando

ma alla fine il 17 è festa nazionale?
Fare altrimenti sarebbe uno scandalo
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MessaggioInviato: 11 Mar 2011 08:05    Oggetto: Rispondi citando

A me l'unità d'Italia piace. Lungi da me l'essere nazionalista, semmai internazionalista, o meglio cittadina del mondo; ma non mi dispiace affatto il nostro porco paese. Abbiamo molti lati positivi, persino quelli da cartolina, sole, mare e canzoni, o se preferite, pizza e mandolino. Abbiamo tante anime e tante culture, che con l'unità si sono mescolate: vi immaginate che cosa doveva essere un posto come Torino senza i meridionali? Una città noiosa e bigotta (negli anni trenta mia nonna, arrivata da Trieste per sposare mio nonno, dava scandalo perché d'estate indossava abiti con le maniche corte, ossia mostrava i gomiti...). Mi piace che sotto casa mia circolino persone con accenti diversi e che al mercato si comprino prodotti di tutte le regioni, compresa la spianata calabra, le puntarelle e il fenucchietto rizzo. E mi piace persino che sulle porte del mio isolato non ci sia un citofono che non abbia almeno un nome straniero, perché i nuovi immigrati, tanto vituperati e magari anche islamici, sono una nuova linfa con tante cose da insegnarci.

Quello che non mi piace é il modello spicciolo che ci propongono i media; sostengo da anni che il mulino bianco, dove tutti fanno colazione senza rovesciare il caffellatte sullaa tovaglia inamidata e non si litiga perché ci sono in tavolaa tutte le merendine tranne quella che voglio io, o i prodotti che lavano il pavimento spostando lo scopettone con un dito, facendo brillare persino le piastrelle con finish opaco, sono inesauribili fonti di raccapriccio, abbominio e crollo dell'autostima. Non mi piaccioni i programmi del dolore, né quelli che mettono paura, che battono la grancassa della diffidenza (verso la microcriminalità, che invece é in calo, verso i pitbull che mordono i bambini, verso l'una o l'altra categoria di persone fuori statistica, che vengono additate al pubblico ludibrio o identificate come babau, verso... beh, mi avete capito, ve ne vengono di sicuro in mente a fiotti). Non mi piacciono quelli che fanno della loro gretta mancanza di solidarietà una bandiera politica, che hanno sdoganato i cattivi sentimenti; se un paio di decenni fa si provava fastidio per una minoranza (scegliete voi quale, dagli zingari ai gay, é solo questione di statistica) ci si auto censurava e si chiedeva perdono tra sé e sé per il solo aver avuto un caattivo pensiero, ora i cattivi pensieri sono diventati cattivi discorsi e si traducono in cattive azioni, dai roghi di barboni all'omofobia alle rappresaglie per impedire la costruzione di moschee, senza che nessuno si senta vile e colpevole per questo. E pensare che il "cuore" italiano sarebbe, era, una delle cose più belle, quel senso di solidarietà spicciola che deriva dalle generazioni di povertà da cui siamo nati noi, babyboomers e generazioni del benessere.

E concordo in pieno con ciò che dice Silent sul fderalismo a posteriori: Cavour aveva in mente uno stato federale, ma é morto improvvisamente senza poter dare la sua impronta al nuovo ordinamento dell'Italia appena unificata. Allora sarebbe stato sensato, ormai siamo al punto di non ritorno e, comunque, una federazione oggi sarebbe solo una manovra per aumentare ancora le strutture inutili e le tasse locali, un vertiginoso aumento di costi pubblici invece che una razionalizzazione, un'operazione che pagherebbero i cittadini dai livelli più bassi e che darebbe vantaggi solo al demi monde dei funzionari e dei piccoli boiardi di staterello. Dietrologia? Meglio farne un po', quando poi il didietro con cui altri fanno i finocchi é sempre lo stesso...
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MessaggioInviato: 22 Mar 2011 01:33    Oggetto: Rispondi

una sola parolina al volo...
da che mondo è mondo, le federazioni nascono quando "cose piccole" si vogliono unire per creare "cose grandi". e non il contrario.
ho detto.
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