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Il libro digitale minaccia il pluralismo culturale?
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Autore Messaggio
Zeus News
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MessaggioInviato: 10 Apr 2011 17:52    Oggetto: Il libro digitale minaccia il pluralismo culturale? Rispondi citando

Commenti all'articolo Il libro digitale minaccia il pluralismo culturale?
C'è chi sostiene questo. Ma a rischio è soprattutto il portafoglio degli editori.



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{federico}
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MessaggioInviato: 11 Apr 2011 08:50    Oggetto: Rispondi citando

Quanto sta accadendo in tutti i settori dell'economia, e quindi anche nell'editoria, mi fa venire in mente il dirigismo degli zar prima della famosa rivoluzione d'ottobre.
Al posto dello zar, abbiamo un'oligarchia politico/economica che impone continuamente le proprie decisioni storpiando il mercato (come è scritto in tutti i libri di economia) e posticipando errori che se fatti adesso si possono aggiustare da soli abbastanza velocemente con conseguenze minime, mentre se rimandati si sommano fra loro producendo grandi tensioni "sotterranee", che prima o poi si sfogano con un gran botto.
Come nei terremoti.
L'editore è un mediatore che stampa ciò che un altro ha ideato e ne organizza la distribuzione.
Per fare questo guadagna di gran lunga di più di chi scrive il libro, per es. su un libro da 14 euro l'autore prende da uno a due euro...
Lasciata autonomia al libero mercato, se questo mediatore non è più utile (come sta accadendo), finisce per sparire o riciclarsi sotto altre forme.
Infatti gli autori stanno iniziando stamparsi il libro da se' e venderlo online e nuove figure stanno emergendo; certo, la cosa è ancora larvale, ma sta accadendo ed è un trend inarrestabile.
Europa, patria della politica dell'interventismo; la mania della dittatura è difficile da espiantare, come tutte le gramigne...
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Zorro
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MessaggioInviato: 11 Apr 2011 09:58    Oggetto: Rispondi citando

Oggigiorno l’aggettivo “epocale” viene usato molto a sproposito per qualsiasi nuova c...gata venga buttata in pasto alla pubblica opinione.

Per l’aspetto di internet riguardante la diffusione della conoscenza in senso lato questo aggettivo è però assolutamente appropriato, in quanto l’avvento di questa nuova modalità di diffusione del sapere è paragonabile solo all’avvento della stampa di Gutemberg, che espropriava i chierici del monopolio della cultura.

Oggi molto più che allora il potere reagisce con misure “feudali” la tassa sul libro elettronico può a ben vedere essere paragonata alla tassa sul sale che le popolazioni “terragne” dovevano pagare su quel prodotto. Lasciando a parte però il problema dell’ imprimatur.

Se la storia ha un senso questa ci insegna che le tasse ingiuste – le ingiustizie in genere - generano insurrezioni. Aspettiamo!!

Certo dispiace vedere il futuro delle case editoriali, a cui magari siamo anche affezionati, praticamente segnato da questi fenomeni, però tutto ha una fine, come non ci sono più i tram a cavalli,se non per scopi turistici e di intrattenimento, così non ci saranno più, o saranno una cosa, diversa i libri tradizionali di carta.

Io forse non farò in tempo a veder saltar via il coperchio di questa pentola, parlo del “protezionismo” dall’invadenza di internet, ma non pensavo nemmeno che avrei assistito al disfacersi dell’Urss, alla liberazione di Nelson Mandela, all’insurrezione delle popolazioni nordafricane e medio orientali, all’11 settembre 2001 e via elencando.

I governanti che oggi assumono questi provvedimenti passeranno alla storia con un marchio di infamia, e ben gli sta!

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OXO
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MessaggioInviato: 11 Apr 2011 14:11    Oggetto: Rispondi citando

Situazione quasi kafkiana, direi, soprattutto se si considera che le case editrici tradizionali sono rimaste piuttosto passive davanti ad uno scenario tutto sommato semplice da immaginare: a volte mi chiedo come sia possibile compiere ogni volta gli stessi errori, nonostante la storia sia lì a dimostrare che tutto prima o poi ritorna... Rolling Eyes
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Gummy Bear
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MessaggioInviato: 12 Apr 2011 13:13    Oggetto: Rispondi citando

Intanto Sarko se ne frega e ha già fatto varare il provvedimento. Perciò gli editori/rivenditori all'estero di opere di autori francesi assumeranno la veste di mandatari e perciò saranno tenuti ad osservare le condizioni di vendita imposte dalla Francia.
Alla faccia della libera concorrenza e di tutte le minchiate a proposito dell'EU.

Che non abbia ragione Calderoli quando invita togliere le basi e ritirare i soldati destinando uomini e mezzi a vantaggio dei poveretti che passano il mare nelle stesse condizioni dei nostri bisnonni che andavano "in america"?
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Zorro
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MessaggioInviato: 12 Apr 2011 14:14    Oggetto: Rispondi citando

Gummy Bear ha scritto:
Intanto Sarko se ne frega e ha già fatto varare il provvedimento. Perciò gli editori/rivenditori all'estero di opere di autori francesi assumeranno la veste di mandatari e perciò saranno tenuti ad osservare le condizioni di vendita imposte dalla Francia.
Alla faccia della libera concorrenza e di tutte le minchiate a proposito dell'EU.

Che non abbia ragione Calderoli quando invita togliere le basi e ritirare i soldati destinando uomini e mezzi a vantaggio dei poveretti che passano il mare nelle stesse condizioni dei nostri bisnonni che andavano "in america"?


ma veramente ... la dichiarazione di Calderoli non è così chiara.

Lui parla di far rientrare la missione militare in Libano per "difendere i confini prima che sia troppo tardi".

Che avrà voluto dire?

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MessaggioInviato: 12 Apr 2011 14:53    Oggetto: Rispondi citando

Soprattutto mi pare francamente imbarazzante che la Lega pretenda qualcosa dall'Europa, visti gli indecorosi spettacoli di cui si sono resi protagonisti molti suoi militanti, in particolare l'educatissimo ed equilibratissimo Sig. Borghezio...

Spero che la riconoscenza del tappetto francese per lo squallido sostegno del governo italiano a tutte le sue posizioni nazionaliste ed anti-europeiste sia d'insegnamento per il futuro, ma mi permetto di avanzare fondatissime perplessità al riguardo. Twisted Evil
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noper
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MessaggioInviato: 07 Set 2011 15:19    Oggetto: Rispondi

{federico} ha scritto:
Quanto sta accadendo in tutti i settori dell'economia, e quindi anche nell'editoria, mi fa venire in mente il dirigismo degli zar prima della famosa rivoluzione d'ottobre.
Al posto dello zar, abbiamo un'oligarchia politico/economica che impone continuamente le proprie decisioni storpiando il mercato (come è scritto in tutti i libri di economia) e posticipando errori che se fatti adesso si possono aggiustare da soli abbastanza velocemente con conseguenze minime, mentre se rimandati si sommano fra loro producendo grandi tensioni "sotterranee", che prima o poi si sfogano con un gran botto.
Come nei terremoti.
L'editore è un mediatore che stampa ciò che un altro ha ideato e ne organizza la distribuzione.
Per fare questo guadagna di gran lunga di più di chi scrive il libro, per es. su un libro da 14 euro l'autore prende da uno a due euro...
Lasciata autonomia al libero mercato, se questo mediatore non è più utile (come sta accadendo), finisce per sparire o riciclarsi sotto altre forme.
Infatti gli autori stanno iniziando stamparsi il libro da se' e venderlo online e nuove figure stanno emergendo; certo, la cosa è ancora larvale, ma sta accadendo ed è un trend inarrestabile...


anche per il fatto che cose come questa
link
sta diventando un boomerang per gli editori stessi per il fatto che solo attraverso loro (ieri) si poteva creare IL PRODOTTO, L'ESPERIENZA, LA SODDISFAZIONE DI NECESSITA' INCONSCE, perché solo da loro veniva.
Evidentemente non è più così. Il loro "marketing" si deve rinnovare.
O solo essere una buona volta (per tutte) *onesto*.
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