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Zeus News Ospite
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Inviato: 03 Ago 2011 15:09 Oggetto: De Martin, l'Agcom e la legittimita' del diritto d'autore |
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Commenti all'articolo De Martin, l'Agcom e la legittimita' del diritto d'autore
Nel dibattito sul copyright la forza delle lobbies e' legittima o no? Confronto di opinioni tra Carlo Gubitosa, autore di "Elogio della pirateria" e Juan Carlos De Martin, leader di Creative Commons Italia.
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ZaZa1210 Eroe in grazia degli dei

Registrato: 04/04/11 16:04 Messaggi: 144
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Inviato: 03 Ago 2011 18:11 Oggetto: Pollice in sù! |
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Finalmente un articolo comprensibile e chiaro. Condivido in toto tutto quello che è stato scritto.
Si capisce la stupidità delle leggi italiane: io presto un DVD comprato legalmente ad un mio amico, e tutti e 2 possiamo (legalmente) andare nelle grane. |
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{pippolo} Ospite
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Inviato: 04 Ago 2011 01:44 Oggetto: |
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Abolire il carrozzone siae, il diritto di sfruttamento dell'opera finisce alla morte dell' autore. Legge di un solo articolo |
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galarico Mortale pio


Registrato: 05/04/07 18:35 Messaggi: 22 Residenza: Cesena - FC
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Inviato: 04 Ago 2011 09:46 Oggetto: Quale tempo ragionevole |
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Bisogna precisare cosa s’intende per “diritto d’autore per un tempo ragionevole”, oltre il quale scatta il diritto a una rendita ingiustificata. Di sicuro gli eredi di un autore non dovrebbe beneficiare del diritto d’autore per opere che non hanno prodotto. Il diritto d’autore è un diritto al lavoro (creativo, ingegnoso) che non dovrebbe valere dopo che l’autore è morto. In ogni caso il diritto d’autore dovrebbe essere previsto dalla legge come una forma di autotutela spontanea, richiesta espressamente dall’autore a titolo gratuito, la cui violazione comporta una sanzione automatica, sulla base di tariffe standard nazionali, senza che l’autore debba ricorrere a costose cause giudiziarie che si protraggono per anni e anni. Se questo diritto viene tutelato da enti privati, che hanno un costo per l’autore, scatta inevitabilmente il diritto alla rendita da parte di questi stessi enti, che difenderanno questo diritto come enti monopolisti.
Infine si dovrebbe dare per scontato che non esiste alcuna violazione di diritto d’autore se chi utilizza un bene non proprio, scaduto il tempo ragionevole di non utilizzo (che serve appunto per tutelare tale diritto), lo fa dimostrando di non avere alcuno scopo commerciale.
Si tratta quindi di stabilire il cosiddetto “tempo ragionevole”, che secondo me non dovrebbe superare i dieci anni. Infatti più il tempo si allunga e meno effetti benefici avrà sulla collettività l’opera di ingegno.
Comunque il tuo intervento è ottimo!
eg.
www.homolaicus.com/diritto/siae/ |
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{utente anonimo} Ospite
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Inviato: 04 Ago 2011 10:45 Oggetto: |
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Però anche qui si fa la solita confusione tra "diritto d'autore" e "diritto allo sfruttamento economico esclusivo".
Il diritto d'autore è una cosa diversa, è l'essere riconosciuti come autori dell'opera, e questo sì è un diritto "irrinunciabile".
Lo sfruttamento economico è una cosa diversa. Se si iniziassero ad usare i termini giusti, e chiamare le cose per quello che sono, molte posizioni "di rendita" non ci sarebbero, perché sono basate innanzi tutto sulla confusione che ha in testa il "pubblico" |
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Silent Runner Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 10:17 Messaggi: 24078 Residenza: Pianeta Terra
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Inviato: 04 Ago 2011 18:51 Oggetto: |
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{utente anonimo} ha scritto: | Però anche qui si fa la solita confusione tra "diritto d'autore" e "diritto allo sfruttamento economico esclusivo".
Il diritto d'autore è una cosa diversa, è l'essere riconosciuti come autori dell'opera, e questo sì è un diritto "irrinunciabile".
Lo sfruttamento economico è una cosa diversa. Se si iniziassero ad usare i termini giusti, e chiamare le cose per quello che sono, molte posizioni "di rendita" non ci sarebbero, perché sono basate innanzi tutto sulla confusione che ha in testa il "pubblico" | Non mi sembra che sia stata fatta questa confusione nell'articolo.
Il pezzo è molto lungo e circostanziato, può darsi che tu abbia perso questa distinzione.
Il fatto è che il tema è complesso tanto quanto è controverso. I diritti e le leggi sono stabilite secondo criteri mutevoli, sono facili le deroghe e le distorsioni. Un richiamo alla ragionevolezza come è questo bell'articolo può aiutarci a riflettere senza per questo dover prendere posizioni di tipo calcistico, di questo contro quello.
Esiste un diritto perché lo abbiamo deciso collettivamente. Questo diritto è materia di mutamenti e sviluppi, così come lo è di estinzione.
Tutto il resto trova la sua scaturigine nel bisogno dell'uomo di avere una sorta di supercontrollo sulla realtà.
E' questo bisogno a generare mostri. |
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galarico Mortale pio


Registrato: 05/04/07 18:35 Messaggi: 22 Residenza: Cesena - FC
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Inviato: 04 Ago 2011 20:07 Oggetto: modifiche alla legge 633/1941 |
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Il diritto d’autore è eterno: se uno lo può dimostrare e lo pretende, nessuno potrà negarglielo. Il vero problema non sta qui ma nel diritto a usare la sua opera d’ingegno senza dover incorrere in un abuso.
Infatti io farei queste modifiche all’attuale legge 633/1941
Art. 70bis
È sempre lecito un uso didattico o culturale, formativo o informativo, parziale o integrale di opere tutelate dal diritto d’autore, alle seguenti condizioni: che l’opera non venga alterata o modificata in modo da pregiudicare la paternità del suo autore; che pur in presenza di alterazioni o modificazioni si possa sempre e comunque risalire all’originale integro; che lo scopo dell’utilizzo sia manifestamente privo di alcun fine di lucro; che venga sempre citato il legittimo proprietario dell’opera in oggetto; che venga riportato, quando necessario, il nome della sede in cui l’opera è collocata, onde poterla identificare in maniera certa.
È fatto obbligo all’utilizzatore di tali opere indicare che la licenza in cui intende distribuirle o farle pubblicamente fruire è del tipo copyleft: “Proprietà Comune Creativa”.
Tale licenza ha effetti legali in tutti i paesi che la riconoscono.
Art. 70ter
Con l’espressione “assenza di fine di lucro” s’intende che la fruizione integrale dell’opera deve restare assolutamente gratuita e non può essere in alcun modo vincolata all’utilizzo di qualsivoglia forma di pubblicità.
ciao
eg.
{utente anonimo} ha scritto: | Però anche qui si fa la solita confusione tra "diritto d'autore" e "diritto allo sfruttamento economico esclusivo".
Il diritto d'autore è una cosa diversa, è l'essere riconosciuti come autori dell'opera, e questo sì è un diritto "irrinunciabile".
Lo sfruttamento economico è una cosa diversa. Se si iniziassero ad usare i termini giusti, e chiamare le cose per quello che sono, molte posizioni "di rendita" non ci sarebbero, perché sono basate innanzi tutto sulla confusione che ha in testa il "pubblico" |
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Silent Runner Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 10:17 Messaggi: 24078 Residenza: Pianeta Terra
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Inviato: 05 Ago 2011 10:33 Oggetto: |
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Esiste, fortunatamente, una enorme e vastissima casistica di rielaborazioni di opere preesistenti. Autori che rielaborano le proprie opere e altri artisti che vi si ispirano citandole o meno, ricavandone altre opere, diverse o simili all'originale.
Trovo antistorico il totale impedimento alla rielaborazione di opere d'altri autori o artisti.
L'opera in sé è un oggetto o un prodotto dell'intelletto nel quale si può riconoscere una forma, uno stile, un significato specifico. Tutti questi elementi, perché siano fruibili e dare così un valore unico all'opera, debbono essere riconoscibili in modo universale e perché questo avvenga, in ogni fruitore deve essere presente un modello di riferimento per la riconoscibilità dell'oggetto e del suo significato.
Questo comporta il "possesso" del modello che, fatto coincidere con l'oggetto creato, ne determina la riconoscibilità e la comprensione.
Elemento che comporta la presenta, in nuce, della "possibilità di pensare l'opera", già prima che questa venga realizzata e poi riconosciuta come tale da tutti i fruitori.
Esiste un alfabeto universale delle forme e dei valori aggiunti ad esse, così come esiste un alfabeto universale delle manifestazioni del pensiero affabulatorio e musicale, così come esiste un alfabeto universale per le manifestazioni della creatività tecnica, matematica scientifica ecc.
La suddivisione in blocchi discreti, indivisibili quant'anche in realtà frutto di compartimentazioni logiche o formali, di raggruppamenti semantici e derivazioni stilistiche, non dovrebbe impedire per decreto lo sviluppo di sottoinsiemi estetici o ripetizioni dei medesimi precedenti originali, manipolati a formare opere terze, sia riconducibili all'originale (che poi è solo il frutto di altrettante rielaborazioni dell'esistente) sia in forme o aspetti del tutto irriconoscibili a causa della loro denaturazione estetica e semantica.
E' difficile per i non addetti ai lavori comprendere un linguaggio come questo, lo comprendo bene, ma non è possibile altrimenti descrivere questi paradossi senza abusare dello spazio della pagina.
Pensare di ridurre la creatività umana a vincoli estremi, esclusivamente rivolti alla tutela del lucro, sbandierando una presunta sacralità dell'opera originale, come ho già detto, è assolutamente antistorico.
Tutta l'arte classica, quella moderna e contemporanea e anche quella primitiva si è sempre nutrita di superfetazioni e rimaneggiamenti di precedenti creazioni. Che debba esistere un diritto universale al riconoscimento dell'autore e del prodotto del suo ingegno nessuno ne discute. Ma se vogliamo veramente liberare l'uomo dalle sue prigionie non possiamo chiudere in una gabbia di formalismi tutti i moti dello spirito che portano l'artista a concentrarsi sulle possibili reinterpretazioni del reale. E nella realtà, l'arte e le creazioni dell'ingegno sono oggetti e soggetti all'entropia esattamente come tutto il resto. Un loro congelamento e irripetibilità finirebbe per annientarne la potenza evocativa e ispirativa.
L'arte non deve solo essere contemplazione di opere uniche e irripetibili ma anche la loro continua rielaborazione. |
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galarico Mortale pio


Registrato: 05/04/07 18:35 Messaggi: 22 Residenza: Cesena - FC
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Inviato: 05 Ago 2011 11:13 Oggetto: un mix di culture |
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La cultura è indubbiamente un mix incredibile di opere di vario genere. Se non esistesse la possibilità di un’influenza reciproca tra artisti, la cultura sarebbe solo un trito nozionismo.
Eppure se uno vuole che la propria opera sia immediatamente riconoscibile, non gli si può negare questo diritto. Personalmente vi rinuncerei, perché preferisco opere collettive ad opere individuali, però mi rendo conto che non tutti la pensano così.
eg.
Silent Runner ha scritto: | Esiste, fortunatamente, una enorme e vastissima casistica di rielaborazioni di opere preesistenti. Autori che rielaborano le proprie opere e altri artisti che vi si ispirano citandole o meno, ricavandone altre opere, diverse o simili all'originale.
Trovo antistorico il totale impedimento alla rielaborazione di opere d'altri autori o artisti. |
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