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Riforma del lavoro e articolo 18
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Autore Messaggio
Zeus News
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MessaggioInviato: 22 Mar 2012 17:29    Oggetto: Riforma del lavoro e articolo 18 Rispondi citando

Commenti all'articolo Riforma del lavoro e articolo 18
Secondo te la riforma dell'art. 18 proposta dal Governo...
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Zeus
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MessaggioInviato: 22 Mar 2012 17:39    Oggetto: Rispondi citando

Un sondaggio strettamente attuale Wink
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theyellow
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MessaggioInviato: 22 Mar 2012 18:38    Oggetto: Rispondi citando

art. 18 anche per i dipendenti pubblici (quindi anche parlamentari, giudici, carabinieri, polizia ecc.)
Per i parlamentari aggiungere una norma bastano 2000 firme per mandare via uno senza il reintegro
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Gummy Bear
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MessaggioInviato: 22 Mar 2012 18:41    Oggetto: Rispondi citando

Non si può, quelli son dipendenti pubblici + eguali degli altri.
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{luca}
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MessaggioInviato: 22 Mar 2012 23:03    Oggetto: Rispondi citando

questi vogliono propio attirarsi le botte sociali.vadano a casa.
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theyellow
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MessaggioInviato: 23 Mar 2012 10:57    Oggetto: Rispondi citando

Vorrei fare una domanda al signor monti: sig. Monti quando sarà approvato il nuovo art. 18 creerà più incertezza e le banche daranno meno soldi il cittadino avrà meno soldi e per una ragione o l'altra si ritroverà senza un lavoro. Quando arriveranno le tasse da pagare come si fa? Potrei suggerire ad equitalia di rivolgersi a lei, uomo di goldman sacks, se non ci sono i soldi le tasse a che servono se non puoi riscuoterle, una persona che non è proprietaria di nulla che gli levi.
La ringrazio per la sua gentilezza e un ultimo consiglio, invece che usare sui dipendenti privati tutta questa rigiidità la usasse contro la casta sarebbe più utile, oops dimenticavo lei ne è parte......
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Silent Runner
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MessaggioInviato: 24 Mar 2012 14:53    Oggetto: Rispondi citando

Già i risultati del sondaggio parlano chiaro.
Quello che però mi disturba di più è questo accanimento mediatico che la politica e la stampa ha messo in atto intorno all'articolo 18. Come se tutti problemi del paese passassero di lì.
Quando avremo finalmente una classe dirigente all'altezza delle nostre necessità? Ma solo di quelle, perché una classe dirigente all'altezza del Paese, ce l'abbiamo già, visto come ci siamo ridotti in questi ultimi vent'anni nei quali la popolazione italica ha largamente contribuito allo sfacelo accettando e contribuendo al consolidamento di un modello culturale da dittatura sudamericana, rafforzando quel familismo amorale che adesso stiamo pagando tutti quanti, onesti e disonesti, corrotti e corruttori. Incupito
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Bastardone
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MessaggioInviato: 24 Mar 2012 15:08    Oggetto: Rispondi citando

«Non ho mai trovato un ventenne che mi chiedesse la conservazione dell’articolo 18»
Matteo Renzi sindaco di Firenze

Questo dovrebbe essere il futuro della sinistra.
Poveri i nostri padri che hanno lottato per le riforme sociali, stiamo regredendo economicamente, moralmente e socialmente.
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Ermengarda Categna
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MessaggioInviato: 24 Mar 2012 15:16    Oggetto: Rispondi citando

Visto che il battage mediatico c'è, tanto vale affrontare il discorso.
Punto primo. Ci viene detto che dobbiamo adeguarci all'Europa. OK. Ricordiamo che i dipendenti WV hanno avuto premi di risultato di 7000 euro? Che in Germania, ma anche in Francia, chi ha una famiglia a carico ha aliquote fiscali molto più basse, al punto che un lavoratore da solo si può permettere di mantenere figli E coniuge, e tutto questo senza rinunciare a vivere più che decorosamente? E che i nostri salari e addirittura (udite udite!) che il nostro costo del lavoro è così BASSO, che i sindacati di altri paesi europei tremano se aziende di casa loro minacciano di comperare aziende italiane, per paura che decidano di delocalizzare la produzione in Italia????

Punto secondo. Di tutto l'articolo 18, ciò che preme cancellare è l'obbligo di reintegro in caso di licenziamento indebito. Ora, sapendo che esistono GIA' motivazioni legalmente corrette per le quali è consentito licenziare un dipendente, l'articolo 18 si applica solo ai licenziamenti iniqui, senza giusta causa. E dopo che si è licenziato un dipendente senza motivo valido, il reintegro sul posto di lavoro è solo un atto di salvaguardia della sua dignità; siamo o non siamo una repubblica fondata sul lavoro?

Terzo punto. L'età pensionabile si allunga e gli ammortizzatori sono in via di riforma. Per le aziende sarà sempre più difficile, per non dire impossibile, ridurre gli organici facendo ricorso alla mobilità come accompagnamento alla pensione. La riforma dell'articolo 18, se passasse, permetterebbe di abbattere quelli che ormai, per età avanzata, costano cari, anche se ormai non sarebbe più tecnicamente possibile prepensionarli. Peccato che le tutele siano insufficienti a portarli all'età della pensione e, oltre una certa soglia critica, i lavoratori attempati non siano più ricollocabili.

Quarto ed ultimo punto. In parallelo a tutto questo, non si è fatto nulla per eliminare le forme contrattuali precarie, se non un piccolo maquillage di facciata.

E non dovremmo essere inkazzati duri?
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Silent Runner
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Residenza: Pianeta Terra

MessaggioInviato: 24 Mar 2012 16:21    Oggetto: Rispondi citando

Bastardone ha scritto:
«Non ho mai trovato un ventenne che mi chiedesse la conservazione dell’articolo 18»
Matteo Renzi sindaco di Firenze

Questo dovrebbe essere il futuro della sinistra.
Poveri i nostri padri che hanno lottato per le riforme sociali, stiamo regredendo economicamente, moralmente e socialmente.
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Zievatron
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MessaggioInviato: 26 Mar 2012 14:09    Oggetto: Rispondi citando

Ma bisogna capirli!
Stanno lì, sulle poltrone, e si annoiano. Qualcosa devono fare. Così, inventano qualche riforma.

Furibondo Basta assault
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Roberto1960
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MessaggioInviato: 26 Mar 2012 14:43    Oggetto: Rispondi citando

Sono tre mesi che il Governo va cianciando sulla benedetta fase 2, quella in cui si sarebbe parlato di sviluppo e crescita, mentre non si è invece fatto altro che attaccare l'articolo 18, che, come è comprensibile anche ad un bambino, con crescita e sviluppo economico non ha nulla a che spartire.

Il motivo è semplice, a mio avviso.

Nell'ottica del grande capitalismo mondiale l'eclissi economica dell'Italia e dell'Europa non è semplicemente un problema da affrontare.
E' una SCELTA.
Ovvero il Grande Capitale, la Plutocrazia mondiale, hanno deciso di puntare per la loro crescita su altre zone del mondo, visto che l'Europa, in quanto civiltà già ben sviluppata e ad alto tasso di benessere, non può più offrire elevati incrementi di crescita economica.

Il Capitalismo classico, per capirci quello che si ispira alla dottrina neoliberista, funziona molto bene in società arretrate con bassi costi del lavoro e bassi livelli di benessere, perché in queste condizioni i margini di incremento dei consumi e quindi dei capitali è molto elevato (leggi Cina e India).

Dal punto di vista delle elité finanziario-economiche mondiali noi europei siamo ormai poco più che un impiccio, un agnello sacrificale sull'altare del profitto.
L'idea è quindi quella di riportare l'Europa alla povertà diffusa, in una sorta di "cinesizzazione", di modo che tra 4 o 5 generazioni sia di nuovo pronta ad un ciclo di ricrescita, possibilmente dopo qualche evento sufficientemente catastrofico che la riporti ancora più in basso, così da renderla di nuovo appetibile per il Grande Capitale (questo è più difficile, perché le armi atomiche hanno reso inattuabili le guerre globali, da sempre un ottimo e comodo strumento di distruzione).

Il problema è che gli europei votano e hanno pure un livello minimo ma non nullo di cultura, quindi il processo di "povertificazione" deve essere molto lento e ben dissimulato, in modo da non essere chiaramente percepibile (a questo servono ad esempio il Trattato di Stabilità e il Fiscal Compact).
E soprattutto questa "povertificazione" deve essere imposta con diverse forme di ricatto sociale, perché altrimenti non sarebbero mai accettate.

E il miglior ricatto possibile è proprio la perdita del lavoro.
Quindi ci stanno gradualmente facendo perdere i diritti legati al lavoro proprio per farci piegare la testa, renderci più supini e arrendevoli e pronti ad accettare i prossimi passi verso la povertà.

Questi prossimi passi saranno proprio la sempre maggiore delocalizzazione delle aziende verso altre parti di mondo, con conseguente crescita della disoccupazione e perdita di posti di lavoro.

La cosa buffa è che la storiella palesamente assurda che raccontano è proprio il contrario: meno diritti per avere in cambio più lavoro.
Ma certo, come no?
E poi arriva il Principe Azzurro col suo bianco destriero...

Voglio proprio vedere fino a quali livelli di ulteriore impoverimento dobbiamo spingerci per avere una reazione "fattiva" dei popoli.

Sarò mica troppo catastrofista?!?
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Zorro
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Residenza: Torino

MessaggioInviato: 26 Mar 2012 15:39    Oggetto: Rispondi citando

Silent Runner ha scritto:
Già i risultati del sondaggio parlano chiaro.
Quello che però mi disturba di più è questo accanimento mediatico che la politica e la stampa ha messo in atto intorno all'articolo 18. Come se tutti problemi del paese passassero di lì.
Quando avremo finalmente una classe dirigente all'altezza delle nostre necessità? Ma solo di quelle, perché una classe dirigente all'altezza del Paese, ce l'abbiamo già, visto come ci siamo ridotti in questi ultimi vent'anni nei quali la popolazione italica ha largamente contribuito allo sfacelo accettando e contribuendo al consolidamento di un modello culturale da dittatura sudamericana, rafforzando quel familismo amorale che adesso stiamo pagando tutti quanti, onesti e disonesti, corrotti e corruttori. Incupito


Io sono nato professionalmente 6 mesi dopo l'articolo 18 ... e sono ancora al lavoro Twisted Evil Evil or Very Mad cambio volentieri l'art. 18 con il sistema di ammortizzatori sociali della danimarca:

primo anno di disoccupazione 90% ultimo stipendio
secondo anno di disoccupazione 80% ultimo stipendio
terzo anno di disoccupazione 70% ultimo stipendio
quarto anno di disoccupazione 60% ultimo stipendio

dicono che la disoccupazione sia crollata verticalmente ...

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Roberto1960
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Registrato: 21/01/08 00:39
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Residenza: Roma

MessaggioInviato: 26 Mar 2012 16:12    Oggetto: Rispondi citando

Zorro ha scritto:
... cambio volentieri l'art. 18 con il sistema di ammortizzatori sociali della danimarca ...


I "Signori" hanno detto che sono spiacenti ma per gli ammortizzatori sociali non ci sono soldi.

A loro piace il lavoro flessibile, non garantito, non tutelato.
Gli piace così tanto che, caso strano, lo pagano circa il 15-20% in meno del lavoro a tempo indeterminato (stando alle statistiche).

Quindi l'idea è questa: noi perdiamo i diritti connessi al lavoro (pur essendo talmente sacrosanti da essere scritti persino nella Costituzione) e in cambio non riceviamo né nuovi ammortizzatori né flessibilità meglio retribuita.
Cioè perdiamo l'articolo 18 per avere in cambio un bel niente.

Poi si stupiscono che i lavoratori italiani siano così attaccati al "posto fisso" che tra l'altro - ulteriore beffa dopo il danno - è pure assai noioso!
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{ranx}
Ospite





MessaggioInviato: 26 Mar 2012 16:22    Oggetto: Rispondi citando

cambiare tutto perché nulla cambi... questa è la sostanza di tutte le cosidette riforme all'italiana, con una vena francese, un sentore tedesco, una nota inglese e una fragranza americana...
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{Rowl}
Ospite





MessaggioInviato: 26 Mar 2012 16:36    Oggetto: Rispondi citando

L'articolo 18 andava completamente abolito.
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robpaso
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MessaggioInviato: 26 Mar 2012 17:03    Oggetto: Rispondi citando

Fa paura vedere che razza di pusillamini, e con che razza di ragionamenti servono le nobiltà degli anni 2000.

Stiamo tornando al tempo degli schiavi e dei Principi.

Unica soddisfazione, pensare che alla fine i servi pagheranno prima dei Principi.
Quello che non soddisfa per niente, che i Re normalmente muoiono per conto loro.
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Edoa
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MessaggioInviato: 26 Mar 2012 17:08    Oggetto: SI all'ABOLIZIONE dell'art.18 Rispondi citando

Come mai si è sempre detto che in Italia assumere significa sposare il dipendente? forse questo detto è un pò riduttivo ma spiega bene il concetto - Come può una persona sana di mente, con un'azienda che ha già 15 dipendenti, che ha già un sacco di problemi tra fiscalità aggressiva, giustizia lenta, difficoltà a riscuotere e quindi a pagare, etc, ad assumere se crede che questo modo di pensare corrisponda al vero? Forse l'abnormr percentuale di piccole aziende che abbiamo rispetto agli altri paesi dipende anche da questo capestro -
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MessaggioInviato: 26 Mar 2012 17:19    Oggetto: Rispondi citando

Roberto1960 ha scritto:
Quindi ci stanno gradualmente facendo perdere i diritti legati al lavoro proprio per farci piegare la testa, renderci più supini e arrendevoli e pronti ad accettare i prossimi passi verso la povertà.
Sono d'accord'issimo. Issimo issimo issimo.

E' vero che l'art. 18, per quello che copre percentualmente, potrebbe anche non esserci. Che chi lo difende lo fa in base a presupposti di principio. Secondo me è proprio così.
Ma proprio perchè è proprio così dal lato dei lavoratori, anche dall'altra parte è così: lo si vuole togliere perchè rappresenta un principio. Ed i lavoratori non devono avere principi: devono essere schiavi e basta. Devono lavorare ed essere contenti di farlo anche per un tozzo di pane. Anzi, deve esserci una guerra tra poveri per strapparsi l'un l'altro le poche briciole di pane derivanti del lavoro che il datore magnanimamente concede.

Inoltre, togliendo tale articolo, il lavoratore è sempre meno invogliato a pretendere il rispetto dei propri diritti:
* mi diminuiscono lo stipendio? non banfo e continuo a lavorare;
* mi tolgono le ferie? non banfo e continuo a lavorare;
* mi aumentano il tempo che devo lavorare prima di andare in pensione? non banfo e continuo a lavorare;
* mi mettono a fare un lavoro che mi dequalifica? non banfo e continuo a lavorare;
se banfassi mi darebbero un calcio nel culo (tanto la schiera dei poveracci disoccupati pronti a tutto pur di avere un posto è infinita) e con qualche mensilità (che non pagherebbe nemmeno perchè io ingoierei tutto pur di conservare il posto) il padrone si è comperato i miei diritti.

L'art. 18 è un principio che mi consente di chiedere l'intervento di un giudice se i miei diritti vengono lesi, per ottenere il reintegro. Ed è proprio questo principio che il capitalista vuole che il lavoratore non abbia: deve tenere la testa nella polvere sotto la suola dello stivale e non si deve lamentare. Deve essere contento del poco che ha.

E non deve pensare che sta contribuendo a pagare i 180 miliardi di euro che corruzione ed evasione italiana ci costano. Tanto per dirne una ...

Questo è il motivo per cui occorre fare tutto il possibile per mantenere tale diritto. Ad esempio, se non si hanno altre idee, scendere in piazza e manifestare a fianco di chi lo difende. L'opinione pubblica ha un gran peso: sono voti.
Non è più il momento di tergiversare o di pensare che qualcun altro faccia anche la nostra parte.
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janez
Semidio
Semidio


Registrato: 07/12/11 15:24
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MessaggioInviato: 26 Mar 2012 18:14    Oggetto: Rispondi

L'articolo 18 protegge il lavoratore dal licenziamento per giusta causa, il che vuol dire che abolendolo si decide PER LEGGE che si può licenziare per INGIUSTA CAUSA.
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