Olimpo Informatico

[Zeus News]

Leggi l'articolo Robot, IA e Paura
Cassandra Crossing/ 🤖 Perché i robot lenti e traballanti dei film di fantascienza ci facevano paura, e l’IA no? Ed è una buona cosa?


 

 

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[{torobon}]

Le IA sono un prodotto umano, quindi intrinsecamente si prestano ad essere usate come armi, e avranno una elevata probabilità di diventarlo per conto loro, quando un giorno esisterà un "loro".
Oggi, fortunatamente, negli algoritmi non c'è traccia di coscienza e quindi di identità, perciò esiste solo la prima eventualità, che a me sembra già sufficientemente preoccupante.

[Raffpio]

Grazie.
A me affascina molto ma guai a confonderla con un essere pensante.

Oggi, fra l’altro, si parla molto di efficientamento energetico e poi non si tiene in considerazione l’impatto di queste nuove applicazioni molto energivore….

[{Alessandro}]

Nessuna delle risposte è quella giusta.
Il motivo principale è cosa promette l'IA: smettere di pensare.
Attività terribile e faticosissima per la maggior parte delle persone.
L'idea di avere l'equivalente di una bacchetta magica che risolve tutto è irresistibile.
Supera qualsiasi paura.

[{Lucio}]

Beh, il film A.I. con Will Smith è un esempio in cui l'intelligenza artificiale è cattiva e si chiama così (VIKI, virtual interactive kinetic intelligence - fonte: wikipedia)

[zeross]

Non sono d'accordo che solo di recente si sia preso la briga di intendere il pericolo delle intelligenze artificiali, sia Tatsuo Yoshida nel 1973 ( anche se erano androidi che sviluppavano l'autocoscienza, ma non siamo poi lontani) oppure il romanzo Colossus di Jones del 1966 (per chi ama i super mega computer) avevano preso in considerazione questo tema.
Vero che si assegna un nome ad ogni nemico poiché letterariamente ottiene maggior presa sul lettore.
Ed obiettivamente la psiche umana tende a materializzare il nemico.
SE il nemico e una intelligenza artificiale al comando di una astronave come HAL9000 del romanzo di Arthur Clarke del 1968, oppure al comando di una fabbrica di robot come VIKY di IO ROBOT film del 2004 che però trae spunto dagli scritti di Isaac Asimoov degli anni 40.
A voler essere ancora più incisivi dobbiamo tornare al 1920 all'inventore del termine ROBOT, da ROBOTA, lavoro pesante in ceco, ovvero Josef Capek fratello dello scrittore Karel.
Quindi questi argomenti vengono affrontati da tanto tempo, e non è che il problema sia stato edulcorato alla americana ( basta vedere Metropolis del 1927) per capire come in realtà si stia evolvendo la riflessione.

[gomez]

[Gladiator]