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paolodegregorio Dio minore

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Inviato: 17 Nov 2012 21:27 Oggetto: la ripresa? Una chimera |
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- La ripresa? Una chimera -
di Paolo De Gregorio, 16 novembre 2012
Malgrado Monti, con la vecchia ricetta di tasse e rigore, il debito pubblico è aumentato (duemila miliardi di euro), e gli ottanta miliardi di interessi che paghiamo ogni anno a banche e privati impediscono qualsiasi intervento della mano pubblica su economia, ricerca, opere pubbliche, conducendoci a recessione, declino, fallimento.
Sinceramente non capisco su quali basi i politici e il governo “tecnico” parlino di sviluppo e uscita dalla crisi, senza peraltro uscire dal generico e dallo speranzoso, mentre è chiaro che nessuno sa che pesci prendere, a fronte di una economia globalizzata che promette di premiare ulteriormente paesi come Cina e India che pensano nei prossimi 10 anni di raddoppiare la propria capacità produttiva, che stanno formando un altissimo numero di matematici, ingegneri, ricercatori, capaci già oggi di offrire sul mercato a 64 dollari un tablet di buona qualità che presto sostituirà i libri nelle loro scuole e Università e sarà offerto a 20 dollari agli studenti.
La globalizzazione e la libera circolazione di capitali ci hanno regalato anche la scomparsa dall’Italia di migliaia di imprese che hanno delocalizzato verso paesi dove si pagano meno tasse e la manodopera è a basso costo, cancellando centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Molti pezzi pregiati della nostra industria sono stati acquistati da multinazionali straniere o fondi sovrani: Banca Nazionale del Lavoro, Parmalat, Galbani, Invernizzi, Cademartori, Bulgari, Gucci, Fendi, Ferrè, COIN, sono finiti in Francia, Valentino ( in Inghilterra), Standa e Ducati (in Germania), Safilo (in Olanda), Fiorucci (in Giappone), Olio Sasso, Carapelli, Bertolli, Olio Dante, Star (in Spagna), Rigamonti (in Brasile), agli anglo-olandesi della Unilever sono andati Algida, Santa Rosa, Sorbetteria Ranieri, riso Flora, mentre la svizzera Nestlè ha acquisito Buitoni, Motta, Perugina, Antica Gelateria del Corso, acque minerali come la San Pellegrino, Acqua Panna, Recoaro, Vera, Levissima, gli elettrodomestici Rex, Zoppas, Zanussi, Molteni sono passati alla svedese Electrolux.
La penetrazione dei grandi gruppi della distribuzione (Carrefour, Auchan, Ikea),che fa chiudere tante imprese italiane, è affiancata da nuove imprese degli immigrati (ci sono in Italia 58.000 imprese cinesi). I nostri cantieri navali stanno chiudendo perché senza ordinativi, grazie alla concorrenza di Cina e Corea del Sud che producono a prezzi inferiori e con minori attese, Alitalia interessa ai francesi e FIAT sta andando verso gli USA. Se la crisi si aggrava anche i gioielli, Finmeccanica ed Eni, verranno ceduti.
Se ci ostiniamo a restare in questa dimensione economica globalizzata, saremo stritolati e il nostro declino è sicuro, semplicemente perché la partita è già stata vinta da chi possiede multinazionali che comprano tutto, da chi ha grandi istituzioni finanziarie, chi ha centinaia di milioni di lavoratori a basso costo, da chi possiede fondi sovrani che investono in mezzo mondo. L’Italia non ha nulla di tutto questo e continuiamo a subire una immigrazione che fa pensare ad una prossima guerra tra poveri.
Abbiamo bisogno di un governo che la finisca di dire balle alla gente, dica chiaramente in che situazione siamo e le scelte per uscirne.
Anzitutto bisogna pensare a tagliare la spesa pubblica, non certo i servizi ai cittadini, ma abolire le province (tutte), il finanziamento ai partiti e all’editoria, abolizione del Senato, riduzione dello stipendio dei parlamentari a 5.000 euro, abolizione del vitalizio, riduzione drastica delle spese militari e ritiro da tutte le missioni internazionali, abolizione dell’8 per mille alla Chiesa e del finanziamento alle scuole private, il commissariamento di tutti quei Comuni che sforano il pareggio di bilancio, per non trovarsi più in situazioni come quella di Parma con un miliardo di euro di deficit, che rende impossibile il governo della città, abolizione di tutte le convenzioni tra Sanità pubblica e strutture ospedaliere private, che succhiano nel malaffare ingenti somme di denaro pubblico.
Ma i tagli non bastano, bisogna ristrutturare l’economia, partendo da due settori fondamentali per la sopravvivenza: l’autonomia energetica e quella alimentare, con una nuova politica per la gestione dei rifiuti, la valorizzazione di tutto il nostro patrimonio artistico e ambientale per incrementare il turismo.
L’autonomia energetica con le rinnovabili in Italia sarebbe una rivoluzione industriale (finanziata dai tagli sulla spesa pubblica) in cui coinvolgere ricerca, produzione, installazione, tutto made in Italy, non già per fare mega centrali, ma per creare l’autonomia energetica, a partire da tutte le realtà produttive che in Italia sono per la maggioranza medie o piccole, e che nel breve e medio periodo potrebbero avvantaggiarsi di un costo energetico nettamente inferiore, e con la microgenerazione fotovoltaica diffusa su tutto il territorio, con il minieolico al posto degli enormi pali incompatibili con bellezza e armonia del paesaggio.
Dunque piccolo modo di produrre energia, senza trust nè monopoli, per aiutare l’economia reale ad essere indipendente energeticamente e dare una grandiosa mano al risanamento ambientale. Nessun partito politico, se si eccettua qualcosa del M5S, ha questa strategia energetica, indipendente dal “mercato” e dal petrogas, che significherebbe occupazione e futuro, e la certezza di essere sulla strada giusta.
Altra operazione necessaria per uscire dal liberismo globale e creare centinaia di migliaia di posti di lavoro, è l’autonomia alimentare, il che significa ripensare una agricoltura in grado di soddisfare sul territorio tutti i bisogni alimentari, possibilmente biologica e in piccole unità produttive, facilitando al massimo il trasferimento dei giovani in campagna con adeguati finanziamenti.
Per ciò che riguarda la gestione dei rifiuti, è necessaria una legge nazionale che dichiari fuori legge inceneritori e discariche, e imponga il riciclo di tutti i rifiuti, gestito dai Comuni grandi e da piccoli Comuni in consorzio, separandoli nella raccolta differenziata e riciclandoli in modo industriale con strutture visibili sul territorio, controllabili dai cittadini, che devono essere coinvolti in una grande operazione di collaborazione e trasparenza per la propria salute e il decoro urbano.
Molto denaro andrebbe investito, invece che nella follia dell’acquisto di bombardieri, ponte sullo Stretto, o TAV, nella tutela del nostro patrimonio artistico e ambientale, tenendo conto che l’80% del nostro territorio è a rischio idrogeologico, e che questa trascuratezza ci porta ogni anno miliardi di euro di danni e numerosi lutti.
La ripresa può avvenire solo se sceglieremo questa strada alternativa alla globalizzazione che ci ha condannati al declino, e bisogna cominciare subito, prima che la nostra economia peggiori ulteriormente, con l’acquisto, da parte delle multinazionali e dei fondi sovrani, degli ultimi pezzi pregiati, con l’ulteriore fuga dei nostri migliori cervelli che qui non trovano strutture di ricerca né occupazione.
Paolo De Gregorio |
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paolodegregorio Dio minore

Registrato: 13/07/07 13:00 Messaggi: 979
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Inviato: 19 Nov 2012 10:55 Oggetto: La ripresa? Una chimera |
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- ecco come la politica crea speculazione -
di Paolo De Gregorio, 18 novembre 2012
Il “Fatto quotidiano” pubblica, oggi 18 novembre, una bella inchiesta sui problemi della Sardegna, tra cui spicca la questione del fotovoltaico, che ci rivela la incapacità e ignoranza dei nostri amministratori, che riescono a consegnare a speculatori, affaristi, mafie, un settore che dovrebbe diventare un volano per le piccole e medie imprese.
La questione ha dell’incredibile, e affonda le sue radici in una legge sbagliata denominata “Conto energia” che con D.M. del 28 luglio 2005, sotto il governo Berlusconi, e non modificato dal successivo governo Prodi in carica dal 2006 al 2008, prevede che a chiunque produca elettricità con energia rinnovabile, ogni kilovattora versato in rete sia pagato tre volte il prezzo che ogni utente paga normalmente in bolletta.
Non bisogna essere delle aquile per immaginare che questa forte incentivazione avrebbe attirato speculatori e mafiosi, come è regolarmente avvenuto, e non era difficile pensare che le concentrazioni di enormi pale eoliche e di campi fotovoltaici avrebbero alterato profondamente il paesaggio.
Sentiamo quello che dice il sindaco di Villasor, Walter Marongiu: “il fotovoltaico in Sardegna funziona così: arriva una multinazionale indiana o cinese, o italiana, compra i terreni, installa le serre con i pannelli per incassare i ricchi incentivi delle rinnovabili, la popolazione locale può solo pagare la bolletta maggiorata e rimanere a vedere che gli incentivi se ne vanno all’estero”. Aggiungo che in queste serre non si produce nulla poiché i tetti opacizzati dai pannelli (importati dall’estero) non permettono una produzione agricola competitiva.
A Milis (sempre in Sardegna) ci sono le serre della Tolo Green, società con capitali cinesi, che ha installato 12 megawatt di potenza su un’area di 42 ettari. Vicino a Milis la Win Sun di Hong Kong sta istallando 80 megawatt su centinaia di ettari in 7 Comuni.
In buona sostanza, siccome questi incentivi li paghiamo noi utenti in bolletta elettrica, e constatiamo che abbiamo la bolletta più cara in Europa, e questi incentivi finiscono all’estero o in mano a speculatori, è ora che si chieda a gran voce alla politica che ha fatto questa legge di merda e fa finta di niente, di abrogarla e farne una seria, utile ai cittadini e alla economia.
Se veramente si volesse aiutare l’economia italiana, ecco quale legge servirebbe per diffondere le rinnovabili senza alterare il territorio e senza attirare la speculazione:
-il Gestore dell’energia eroga a fondo perduto il 50% del costo di un impianto fotovoltaico o eolico per imprese artigiane, industriali, agricole, agrituristiche, per una potenza limitata al consumo di ogni unità produttiva, bolletta elettrica alla mano.
Quindi autosufficienza energetica per l’ossatura portante della nostra economia, quindi maggiore competitività dei nostri prodotti. Quindi fare la scelta strategica di finanziare l’economia reale, evitando le orrende concentrazioni sia di pale eoliche che di pannelli fotovoltaici, diffondendo benessere e iniziativa privata, con il solo vincolo per accedere all’incentivo di usare tecnologia prodotta in Italia.
Questa legge, allegramente utilizzata da speculatori e mafie usando i soldi dei cittadini, è la prova provata che i malfattori hanno sempre avuto loro referenti nella politica, sia di destra, che di sinistra, politicanti che, non si scappa, o sono ignoranti incapaci o sono collusi. E sarebbe ora di pensare ad una responsabilità civile dei politici, come questi richiedono per i giudici, affinchè si individuino e si perseguano i responsabili della formazione del nostro debito pubblico (duemila miliardi di euro) che ci ha portato al fallimento.
In un paese serio, dove esiste una opposizione e non l’attuale consociativismo tra destra e sinistra, insieme ai movimenti dei consumatori, si sarebbe dovuto intraprendere una class action per rifiutare di pagare in bolletta questi incentivi e per riformulare la legge sui principi prima suggeriti. E’ ora di farlo!
Paolo De Gregorio |
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{ictuscano} Ospite
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Inviato: 19 Nov 2012 15:10 Oggetto: |
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Mi sembra che i due articoli, al di là di qualche affermazione abbastanza condivisibile, mischi un sacco di cose, partendo tra l'altro da "presupposti" abbastanza discutibili: per esempio, come si fa a pensare di fermare la globalizzazione? Si può cercare di "governarla", ma la globalizzazione è "nei fatti".
Tra le decine di cose che avrei da osservare, semplifico al massimo e rispondo a questa: "l'autonomia energetica e quella alimentare".
Dovremmo cercare di raggiungere "l'autonomia alimentare". E' quello che dicono in tanti, come si dice che per esempio si dovrebbe acquistare i prodotti "i più vicini", e gli agricoltori su questa possibilità di "valorizzazione" dei loro prodotti ci si buttano. Benissimo, ognuno fa le sue scelte, produttori e consumatori. Domanda: che succede ai nostri produttori di vino pregiato, parmigiano e tutta la parte di alimentari largamente esportata, se ciascuno seguisse la modalità "a ciascuno il suo"?... Noi siamo contenti quando esportiamo, però vorremmo non importare... troppo facile.
Anzi, riguardo la globalizzazione: meno male che in questo periodo abbiamo l'export, altrimenti saremmo messi parecchio male. In queste cose bisogna cercare di ragionare un po' oltre le apparenze. Per esempio, noi oggi magari non siamo dei grandi esportatori di auto italiane, ma probabilmente molta componentistica di auto straniere, anche tedesche, proviene da ditte italiane. O, almeno, che in Italia operano e danno stipendi.
ps - riguardo il fatto "chi è che ha creato il debito pubblico lo paghi", sicuro sicuro che la colpa sia proprio di "quelli lì che han fatto le leggi" e non anche di chi li ha votati, e poi chiuso gli occhi, o magari applauditi quando la politica dava a destra e a manca scialacquando, scaricando sulle generazioni successive i problemi?.. davvero noi elettori siamo esenti da colpe? |
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.Claudio Sartori. Ospite
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Inviato: 19 Nov 2012 15:28 Oggetto: |
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Che dire, sottoscrivo integralmente quasi tutto di questo articolo. Il discorso dell'agricoltura poi è assolutamente trascurato da tutti, ma fondamentale, da anni nei discorsi con gli amici sostengo che l'Italia, con il patrimonio di cultura agro-alimentare unico che ha, dovrebbe farne la propria risorsa stragegica.
Complimenti! |
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Hulk Mortale adepto

Registrato: 24/09/07 12:24 Messaggi: 37
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Inviato: 19 Nov 2012 17:47 Oggetto: |
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Il conto energia come fondato nel 2005 era proprio coerente con le critiche fatte, ma si dà il caso che nel 2007 sia stato cambiato con il "secondo" conto energia (quest'anno è diventato operativo il "quinto conto energia"), dire che nessuno ha mai cambiato quella legge è una "imprecisione" grave!
I valori erano certo alti, ma, allora, coerenti con lo stato della tecnologia e dei mercati. Nel 2009 i prezzi del fotovoltaico sono scesi di almeno un terzo, ma gli incentivi sono calati del 2% e da qui è venuto quello che l'articolo descrive. Oggi gli incentivi disponibili sono limitati e pari al 20% di quelli originali (del 2005).
Per installate più di 20KWp occorrono permessi specifici (officina elettrica), figurarsi per 12 MWp o più! Ma i comuni (a cominciare dai sindaci che adesso blaterano a casaccio) hanno chiuso gli occhi (forse anche perché tali pannello risultano installati su "edifici", il che fa scattare l'IMU ... - nel caso delle serre la cosa è in discussione, ma non sono pochi i comuni che la pretendono). Se le serre non funzionano l'impianto prende un incentivo molto più basso, invito chi ne conosce l'ubicazione a fare una segnalazione al GSE (Gestore del Servizio Elettrico), che, per quanto ho potuto sperimentare, è assai rigoroso in proposito. Naturalmente in questo caso i pannelli risulteranno installati "a terra", quindi senza edificio da cui mungere l'IMU. Nel caso delle nuove installazioni poi, il 5° conto energia in vigore vieta le installazioni a terra, per cui se le serre non funzionano, tutto l'impianto è da disattivare ...
La proposta di agevolare le FER (Fonti Energia Rinnovabile) con partecipazione all'investimento è storia ... di numerosi fallimenti, stupisce che qualcuno salti ancora fuori con queste proposte fallimentari (temo che se scrivessi tutta la storia degli incentivi il mio post sarebbe troppo lungo, ma a richiesta posso fornire qualche elemento di riflessione in proposito).
Da ultimo noi paghiamo in bolletta 2 centesimi di euro per kWh consumato a titolo "incentivi FER" e questo, capisco, brucia. Se però vediamo che l'esplosione del fotovoltaico a tagliato drasticamente i prezzi dell'energia elettrica nelle ore di punta possiamo constatare che in mancanza del fotovoltaico l'energia elettrica costerebbe molto più di quel che costa oggi. Se poi consideriamo che oggi le centrali termoelettriche hanno una capacità produttiva saturata solo al 60%, capiamo anche quante emissioni in meno ci respiriamo già oggi.
Saluti - Franco Bontadini - Mille Città del Sole (associazione di promozione sociale - Milano)
(messaggio editato) |
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{Corrado Mortella} Ospite
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Inviato: 19 Nov 2012 18:54 Oggetto: |
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Pagare la produzione elettrica (e non l'installazione, all'italiana) è il metodo tedesco adottato dal Primo Conto Energia (da allora abbiamo avuto il Secondo Conto Energia, il Terzo, il Quarto ed ora il fotovoltaico sta morendo di Quinto Conto Energia, voluto proprio da quelli che sostenevano che il Fotovoltaico pesava troppo sulla bolletta, tipo Passera e voi). Quindi il Governo Prodi ha rimesso mano alla legge di Matteoli/Berlusconi. Con tutti i difetti che aveva, la legislazione del Conto Energia, adottando un sistema "tedesco" ha avuto tuttavia il merito di far decollare il fotovoltaico, fino ad allora inesistente, causando anche una netta riduzione dei costi, tanto da renderlo (oggi) accessibile alle famiglie). Fino al quarto conto energia (grazie a "mafiosi" e "speculatori") milioni di metri quadrati di amianto sono stati rimossi e smaltiti in modo controllato. Mi stupisce che una testata così informata segua con leggerezza delle dicerie. Il peso delle rinnovabili (tutte) sulla bolletta è assai meno rilevante di quello delle fonti fossili. Peraltro il costo dell'energia è più basso di giorno (quando sono attivi i campi fotovoltaici di "mafiosi" e speculatori"), tanto che è stato introdotto un "aiutino" per i poveri gestori di centrali a fonti fossili per reggere la concorrenza sleale del sole durante il giorno. Infine nel computo delle "rinnovabili" finora c'è stato non solo fotovoltaico, ma anche le "assimiliate" del CIP6: scarti di raffineria (sempre fossili dunque) e rifiuti. Io mi scandalizzerei per questo, al vostro posto. |
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{Alessio} Ospite
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Inviato: 19 Nov 2012 19:55 Oggetto: |
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Il finanziamento del rinnovabile era un modo per fare anticipare i costi di realizzazione dell'impianto ai privati: ci sono riusciti no? |
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Cesco67 Dio maturo

Registrato: 15/10/09 11:34 Messaggi: 1758 Residenza: EU
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Inviato: 20 Nov 2012 00:18 Oggetto: |
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Io mi limito a sottolineare questo Citazione: | con il solo vincolo per accedere all’incentivo di usare tecnologia prodotta in Italia. | In pratica nessuno potra' accedere agli incentivi... |
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Ramon Semidio

Registrato: 07/07/06 01:50 Messaggi: 342
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Inviato: 20 Nov 2012 00:44 Oggetto: |
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C'è anche da osservare che, da un punto di vista scientifico, le mega-centrali fotovoltaiche sono un nonsenso; l'articolo cita degli esempi emblematici: 42 ettari di pannelli per avere appena 12 megawatt di potenza e centinaia di ettari per avvicinarsi a malapena a 80 megawatt.
Una piccolissima centrale termoelettrica produce tranquillamente oltre 300 megawatt.
Il fotovoltaico ha senso per piccole utenze domestiche; i mega-impianti servono solo ai cosiddetti "cacciatori di incentivi".
Non parliamo poi delle centrali eoliche all'italiana. Come si vede all'estero, le mega-centrali eoliche vengono realizzate (per ovvi motivi) in aree pianeggianti, possibilmente disabitate e con una determinata ventosità media annua; in Italia, invece, vediamo mini-centrali sparpagliate dappertutto, persino sulle cime delle montagne o a ridosso di insediamenti agricoli e industriali e spesso, in zone prive di vento. |
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{ictuscano} Ospite
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Inviato: 20 Nov 2012 09:50 Oggetto: |
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@Corrado Mortella
Lei scrive cose che a mio parere sono corrette, ed altre un po' meno. Avendo fretta, cerco di sintetizzare.
I primi incentivi al FV erano "esagerati", su questo i dubbi sono pochi, basta andare a leggere i numeri (credo fossero 3 volte quelli tedeschi) e articoli vari su siti "affidabili" come per esempio La Voce.info.
Riguardo il costo diurno "minore" garantito dalle FV, può essere, tant'è che per una serie di meccanismi diciamo "aggrovigliati" è successo che il FV ha "buttato all'aria" la strategia della tariffa bioraria.
Il "peso" degli incentivi al FV sulla bolletta è tra il 14 per cento ed il 18 per cento (circa), la fonte è la rivista dei consumatori Altroconsumo, non do' il link perché non ce l'ho adesso, ma giuro che è quello che hanno scritto.
Infine, il "problema" della produzione elettrica non è solo di produrla a basso prezzo, per cui se il FV lo fa, benvenuto! Purtroppo esiste l'altro problema della "continuità" e sostanziale "non accumulo", per cui, sintetizzando, succede che il FV al suo costo "aggiunge" quello delle centrali tradizionali le quali, seppur non funzionano o non funzionano a pieno regime, non possono comunque essere dismesse, perché sono necessarie quando il FV non c'è (ed anche di giorno succede che non c'è). Non solo, leggendo mi risulta che è "costoso" avviare/riavviare le termoelettriche: come succede nelle case con le caldaie a condensazione, costa di meno tenerle accese sempre a bassa temperatura piuttosto che accendere e spengere.
Ulteriore problema è la crisi economica, per cui la diminuita richiesta "danneggia" ulteriormente i produttori da centrali tradizionali, come succede quando una casa automobilistica ha stabilimenti dimensionati per produrre 4 ed invece ne produce 2.
Sul Cip6 invece ha ragione, nel senso che dovremmo ben separare le varie voci di costo, non unendo in maniera "furbesca e truffaldina" pere con maiali!
In definitiva, a mio parere, gli incentivi alle rinnovabili sono "cosa buona e giusta" se dati in misura "decente" e con criteri ragionevoli (quindi limitando il consumo di suolo con norme apposite, favorendo impianti "modesti", magari di proprietà di società "a capitale azionario popolare diffuso" e altre accortezze, verso cui peraltro in qualche modo, e con "l'ovvio probabile" boicottaggio delle lobby, si sta andando).
Ah: ho sottomano un numero di Altroconsumo in cui Gianni Silvestrini, presidente del Kyoto Club (quindi: persona nota, sicuramente "di parte" sbilanciata dalla parte delle rinnovabili) dice "la sua" sulla questione dell'eccesso di inventivi al FV, e se non sbaglio dice quello che ho scritto io sopra... ora non ho tempo, in giornata spero poter postare. ciao |
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casaprocida Comune mortale *

Registrato: 03/02/06 16:57 Messaggi: 106 Residenza: Roma
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Inviato: 20 Nov 2012 10:43 Oggetto: |
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@PaoloDeGragorio.
Ottimo post, ottimi spunti, ma così cadono nel nulla.
Dire è non fare è peggio che far male.
Se ha delle ottime idee, come sostiene, sipresenti alle elezioni, si faccia votare, governi e risolva i problemi del nostro Paese, l'Italia, nel caso in cui le non voglia fare niente di tutto ciò ... si stia zitto che è meglio. |
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Hulk Mortale adepto

Registrato: 24/09/07 12:24 Messaggi: 37
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Inviato: 20 Nov 2012 12:40 Oggetto: |
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due precisazioni:
1)
Il cittadino medio paga, in totale, ogni kWh fra 20 e 22 centesimi di euro.
Di questi solo 7 sono costituiti dal costo dell'energia elettrica (alla produzione).
Gli altri 13-15 centesimi sono relativi a trasporto, servizi vari (gestore mercato, acquirente unico, ecc.) tasse, utili e, per 2 cent. dagli incentivi alle rinnovabili (tutti, compreso il famigerato CIP6). Il dato che dice incentivi = 18% del costo non so proprio da dove possa venire. Le cifre precise sono fornite da AEEG, che fornisce anche un interessante servizio di raffronto fra le offerte presenti sul mercato (da cui si vede, tra l'altro, che le tanto reclamizzate proposte di Enel sono una vera e propria rapina).
2)
Nel 2009 la crisi globale abbassò i prezzi del energia, nel 2009 e 2010 c'è stato il boom del fotovoltaico. Da allora il prezzo del petrolio è salito (e sceso più volte) di circa il 50%, il 2011 è stato l'anno con il prezzo medio più alto di sempre (sono cifre fornite da MSE).
A novembre 2012 (newsletter MSE del 15 novembre scorso) il prezzo dell'energia elettrica è superiore al prezzo medio del 2009 per un 5% scarso.
Non esiste controprova che senza lo sviluppo delle fonti rinnovabili il prezzo dell'energia elettrica sarebbe cresciuto in proporzione a quello del petrolio, ma la tesi non è priva di fondamento (il gas, nonostante i consumi non siano cresciuti è aumentato di oltre il 30% in due anni).
Ne deriva la ragionevole tesi che, nonostante si sarebbe potuto fare di + e meglio, a parità di costi abbiamo milioni di tonnellate di CO2, particolato ed altre emissioni nocive in meno.
Ma non basta: la riduzione dei consumi di gas per produrre energia elettrica ha tenuto bassa (inferiore a quella del petrolio) anche la crescita del gas, con cui ci riscaldiamo (il cittadino medio spende più per il gas - 800 euro anno - che per l'energia elettrica - 600 euro anno). Il risultato della crescita del fotovoltaico (eolico e biomasse) è un risparmio netto totale per la famiglia italiana, che paga sì due cent al kWh per questo, ma ne risparmia almeno il doppio nel costo base di luce e gas. |
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Roberto1960 Dio maturo

Registrato: 21/01/08 01:39 Messaggi: 1168 Residenza: Roma
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Inviato: 20 Nov 2012 14:50 Oggetto: |
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casaprocida ha scritto: | @PaoloDeGragorio.
Ottimo post, ottimi spunti, ma così cadono nel nulla.
Dire è non fare è peggio che far male.
Se ha delle ottime idee, come sostiene, si presenti alle elezioni, si faccia votare, governi e risolva i problemi del nostro Paese, l'Italia, nel caso in cui le non voglia fare niente di tutto ciò ... si stia zitto che è meglio. |
Dunque secondo te chi non si "presenta alle elezioni" (come se fosse una pura e semplice scelta personale...), pur avendo idee magari valide, farebbe meglio a "stare zitto", e neppure esprimere il proprio dissenso per la politica suicida di una classe dirigente folle come la nostra.
Davvero una concezione innovativa ed interessante di democrazia, non c'è che dire!
Magari invece riflettere un attimo prima di dire assurdità? |
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{ictuscano} Ospite
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Inviato: 20 Nov 2012 14:56 Oggetto: |
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Allora, riporto quanto avevo indicato nel mio precedente post.
La rivista è Altroconsumo nr. 264, novembre 2012.
Pagina 12, inchiesta "Energia, online conviene".
Breve intervista a Gianni Silvestrini. Cito alcune parti:
D: dunque è colpa delle rinnovabili se paghiamo così tanto la corrente?
R: il prezzo elevato dell'energia elettrica è solo in parte imputabile alle rinnovabili. In realtà dipende soprattutto dal prezzo elevato del gas, più alto del 25-30 per cento rispetto al resto d'Europa
...
D: ci sono anche altri problemi, come gli incentivi o l'ammodernamento della rete...
R: ci sono dei problemi in alcune zone, come tra la Sicilia ed il resto d'Italia. Nell'isola c'è un vero e proprio collo di bottiglia e ciò provoca un innalzamento del prezzo dell'energia. Questo problema poi si ripercuote a livello nazionale. In più sicuramente gli incentivi sono stati troppo alti e a questo è dovuta la nascita di un numero elevatissimo di impianti fotovoltaici. |
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{ictuscano} Ospite
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Inviato: 20 Nov 2012 15:20 Oggetto: |
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@Hulk
Nr. 250 di Altroconsumo (luglio-agosto 2011), articolo "Inchiesta - Solare ecco cosa cambia", pagina 41 (Il solare ci costerà quest'anno oltre 2 miliardi di euro) riquadro intitolato "il peso delle rinnovabili".
Citazione: | Quanto pesa, in percentuale sulla nostra bolletta, la componente A3, ovvero la voce che serve a finanziare gli incentivi alle tariffe rinnovabili? I grafici sopra riportano i risultati per due livelli di consumo significativi. Un livello basso, corrispondente al consumo di una coppia, e il consumo medio di una famiglia di tre-quattro persone. I primi dati risalgono al 1 luglio 2007.. per un consumo basso, le famiglie pagavano per gli incentivi alle rinnovabili una percentuale pari al 3,4 per cento, per l'altro tipo di consumo invece il 13,3... L'ultimo balzo significativo è quello di aprile 2011: per il consumo basso siamo al 10,1 per cento, per l'altro (2700 KWh, cioè una famiglia di 4 persone) si arriva al 16,6 per cento del totale della bolletta |
Ricordavo il 18 per cento, ma ricordavo male... comunque non siamo molto distanti.
Riguardo la "rapina" delle tariffe Enel, boh: sempre in Altroconsumo attuale (nr. 264 di novembre) c'è l'articolo sulle tariffe, pagina 9, intitolato "Energia - online conviene" e:
a) intanto, il risparmio non è poi chissà quale gran cosa, a mio parere. Dice il sottotitolo: "Per risparmiare fino al 10 per cento sulle bollette di luce e gas, bisogna scegliere un contratto via web". Se a voi il 10 per cento pare molto... a me no.
b) riguardo il contratto migliore, la classifica (su consumo annuo di 3180 KWh, cioè profilo di famiglia con 2 figli in età scolare, a casa nel pomeriggio) va dai (migliore) 608 euro di Trenta, 610 E.On, 610 Eni Link... quinto posto Enel Energia e-light (che non è però quella pubblicizzata di solito in tv) con 614 euro. Poi a 10-20 euro abbiamo Edison, poi altri. La tariffa di maggior tutela, bioraria, arriva a 679 euro.
Siccome io non sono del settore, mi devo fidare di qualcuno: credo che Altroconsumo sia affidabile ;-). ciao |
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Roberto1960 Dio maturo

Registrato: 21/01/08 01:39 Messaggi: 1168 Residenza: Roma
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Inviato: 20 Nov 2012 15:46 Oggetto: |
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{ictuscano} ha scritto: | (...) per esempio, come si fa a pensare di fermare la globalizzazione? Si può cercare di "governarla", ma la globalizzazione è "nei fatti" (...) |
Da un punto di vista di semplice aderenza alla realtà hai ragione.
Ma la globalizzazione è un tumore, e i tumori uccidono.
La globalizzazione, insieme con la logica della priorità al profitto, in un mondo in cui ci sono enormi paesi in cui la qualità di vita, e quindi il costo del lavoro, sono nettamente inferiori al nostro, causano crisi destinate a durare per decenni, ovvero a "strangolare" economie ed intere nazioni.
E quindi, siccome è "nei fatti", proprio come un tumore, dobbiamo rassegnarci a morirne?
{ictuscano} ha scritto: | (...) Dovremmo cercare di raggiungere "l'autonomia alimentare".
(...) Domanda: che succede ai nostri produttori di vino pregiato, parmigiano e tutta la parte di alimentari largamente esportata, se ciascuno seguisse la modalità "a ciascuno il suo"?... Noi siamo contenti quando esportiamo, però vorremmo non importare... troppo facile.
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Guarda che "autonomia" non significa autarchia, e neppure assenza di commercio.
Dire che si vuole essere "autonomi" significa dire che l'import/export deve essere in sostanziale pareggio, ovvero che siamo sostanzialmente in grado di provvedere da soli al nostro sostentamento alimentare.
E' evidente che a fronte di esportazioni in alcuni settori corrisponderanno importazioni in altri, non c'è nulla di sbagliato in questo.
Quella che è sbagliata è la logica del commercio secondo WTO: totale assenza di regole, nessuna attenzione all'equilibrio delle bilance commerciali dei vari paesi, competizione del tutto libera.
Il che porta inevitabilmente a una situazione in cui vi sono paesi fortemente esportatori ed altri fortemente importatori, ovvero crisi e fallimenti, e poi miseria e povertà.
Io questi "fatti" NON LI ACCETTO!
Anche qui, si può tranquillamente sostenere che si tratta di pure utopie.
Ma io giro il ragionamento: se non si tenta di realizzare, almeno in parte, queste utopie, SI MUORE, spero sia chiaro.
{ictuscano} ha scritto: | (...) riguardo il fatto "chi è che ha creato il debito pubblico lo paghi", sicuro sicuro che la colpa sia proprio di "quelli lì che han fatto le leggi" e non anche di chi li ha votati, e poi chiuso gli occhi, o magari applauditi quando la politica dava a destra e a manca scialacquando, scaricando sulle generazioni successive i problemi?.. davvero noi elettori siamo esenti da colpe? |
Noi elettori DI CERTO non siamo esenti da colpe, non foss'altro perché abbiamo votato certi personaggi...
Tuttavia questa parabola ecumenica dell' "abbiamo tutti delle colpe" non è proprio calzante.
Se così fosse dovremmo aver avuto tutti grossomodo gli stessi vantaggi dagli sprechi di Pantalone.
Invece è ben noto che nella società italiana degli ultimi decenni si è assistito ad un enorme trasferimento di ricchezza: semplificando un po' possiamo dire che il 90% della popolazione si è impoverita e il 10% si è invece fortemente arricchita.
Perciò io mi sento di dire: "abbiamo tutti delle colpe"... un corno!!! |
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Roberto1960 Dio maturo

Registrato: 21/01/08 01:39 Messaggi: 1168 Residenza: Roma
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Inviato: 20 Nov 2012 16:12 Oggetto: |
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Paolo, l'articolo è assolutamente OTTIMO!
Condivido tutto.
Vorrei solo aggiungere alcune cosette alla tua "scaletta" delle cose da fare.
La primissima cosa da fare sarebbe uno sforzo veramente monumentale per affrontare l'emergenza assoluta: l'esportazione illecita dall'Italia dei capitali.
Perché questa è l'arma di ricatto con cui la Plutocrazia italiana tiene congelato qualsiasi tentativo di riformare la Pubblica Amministrazione.
Se non si fa questo tutte le azioni successive, pure importanti, sarebbero vanificate: lotta all'evasione fiscale, alla corruzione e alla criminalità organizzata.
A quanti pensano, non senza qualche motivo, che l'agenda "De Gregorio" sia soprattutto una utopia, rispondo che se lo Stato spendesse meglio i soldi, recuperasse l'evasione fiscale e confiscasse le proprietà e i traffici delle tante mafie in circolazione sul territorio, disporrebbe di qualche centinaio di miliardi di euro in più ogni anno.
Con questi soldi si potrebbero fare tante cose, ci sarebbero i fondi per affrontare tutti i temi elencati da Paolo, e anche vari altri!
Difficile?
Facile certo non è, ma quello che manca è la VOLONTA' POLITICA di perseguire certi obiettivi.
Ed è evidente che una cosa difficile, se non la si vuole proprio fare, diventa IMPOSSIBILE... |
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{ictuscano} Ospite
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Inviato: 20 Nov 2012 16:17 Oggetto: |
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@roberto1960
Citazione: | semplificando un po' possiamo dire che il 90 per cento della popolazione si è impoverita e il 10 per cento si è invece fortemente arricchita.
Perciò io mi sento di dire: "abbiamo tutti delle colpe"... un corno!!! |
Comprendo molte delle cose che scrivi, ma risponderti motivando è parecchio complicato. Se ritrovo, ti citerò una tabella di una trasmissione di Superquark, diciamo "interessante". Se ricordo, indicava con percentuali di "attività" quali sono i paesi più avanzati e quelli meno. Se ricordo bene, in USA gli addetti all'agricoltura sono l'1 per cento...
Riguardo la questione delle colpe: un sacco di persone, quando anno visto gente che si arricchiva con la speculazione sulle azioni, l'ha fatto pure lei. Ma le azioni sono a rischio: qualcuno ci ha guadagnato, molti altri ci hanno perso. E' colpa di chi ha guadagnato se gli altri hanno perso? Forse dovevano pensarci prima.
La maggior parte degli italiani, sulle questioni, non ha "partecipato": il fatto che poi qualcuno ci abbia guadagnato e molti altri no, non sposta il fatto che ci interessa molto il calcio, e poco l'interesse comune. Abbiamo eletto dei babbei e dei furbastri perché siamo un popolo di babbei, o almeno di furbastri: poi l'abbiamo preso in tasca, ma ce la siamo cercata, direi.
Riguardo il problema del "sostanziale pareggio" tra import ed export, che facciamo, torniamo al completo dirigismo, alle barriere doganali, ad ogni sorta di meccanismi? Facciamo come Israele e Palestina?: io tiro un missile, ti rispondo con un bombardamento, alloras ti tiro due missili, ed io ti bombardo qua e là. Alla fine son solo macerie. E poi, se io sono un produttore di parmigiano, e dall'estero me ne chiedono "tot", che faccio, me lo tengo perché ne dovrei vendere "tot/3"?
Forse le regole del WTO sono troppo larghe, forse l'economia ha troppo sopravvento sulla politica, però in generale mi sembra "sano" che io consumatore possa acquistare il prodotto che reputo migliore, anche se è made in Polonia. Lo so che gran parte del benessere dell'Occidente rischia di andare a gambe all'aria sotto i colpi dei nuovi milioni di persone che vogliono "il loro pezzetto di benessere": beh, io me lo aspettavo già da almeno 20 anni che sarebbe successo.. dubito perfino che ci siano soluzioni, specie a breve termine. Come facciamo a sussidiare tutti i milioni di disoccupati che abbiamo ed avremo? D'altra parte, ogni anno muoiono di fame 7 milioni di bambini, un miliardo di persone soffre la fame, e manca di acqua potabile: c'è qualcuno che può dire in sincerità che siano questioni che possiamo risolvere in poco tempo? Nel tempo che ho scritto questo intervento, sono morti di fame circa 60 bambini, eppure continuo a star qui a scrivere, e stasera mi guarderò a pancia piena un bel film alla tv... |
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paolodegregorio Dio minore

Registrato: 13/07/07 13:00 Messaggi: 979
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Inviato: 20 Nov 2012 22:14 Oggetto: |
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anzitutto grazie a tutti per gli interventi e in particolare a Roberto 1960 che ha integrato quello che ho scritto.
Debbo precisare che ho sempre sostenuto l'importanza di passare dalle fonti fossili a quelle rinnovabili, ma non posso condividere la normativa che le incentiva in quanto è stata fatta, penso volutamente, per favorire speculazione e grandi gruppi, mentre contestualmente si è ostacolata, con burocrazia e altri metodi, la microgenerazione diffusa sul territorio che sola doveva essere incentivata.
La microgenerazione, e in particolare quella realizzata dalle aziende (piccole, medie, e in particolare quelle agricole) per avere l'autonomia energetica potrebbe portare loro una svolta economica decisiva per affrontare la crisi attuale. Penso che sia prioritario favorire l'economia delle aziende, ma ovviamente sono totalmente favorevole alla microgenerazione diffusa su abitazioni, edifici pubblici, insomma su tutto il territorio.
A proposito della voce A3 (oneri di sistema) della bolletta elettrica, sappiamo che finanzia le rinnovabili, fv ed eolico, ma in misura maggiore ha finanziato e finanzia le ASSIMILATE (dal 2000 al 2009 alle rinnovabili vere sono andati poco più di 13 miliardi di euro e alle ASSIMILATE oltre 30 miliardi di euro.
E' semplicemente scandaloso che agli utenti venga detto dai vari mass media che le rinnovabili costano tanto e nessuno si sogna di dire che quelle che costano di più sono le fonti ASSIMILATE, e cioè l'energia prodotta da INCENERITORI, scarti di lavorazione delle raffinerie, etc, etc,
E' ora che le varie associazioni dei consumatori si diano da fare per lanciare una class action che tolga dalle nostre bollette questo balzello, ma soprattutto non vogliamo più finanziare la costruzione e il funzionamento degli inceneritori e delle altre diavolerie che danneggiano la salute di coloro che vivono sia nelle zone vicine che in quelle che possono essere raggiunte dall'inquinamento che questi impianti producono.
E' una vera beffa, paghiamo in bolletta oneri che portano a fare danni alla salute di popolazioni e dell'ambiente.
Un altro aspetto, inquietante, è quello del segreto di stato sugli impianti CIVILI di produzione di energia e infrastrutture critiche (inceneritori, centrali nucleari, centrali elettriche, rigassificatori, discariche, etc.), introdotto con decreto del presidente del consiglio Prodi (gazzetta ufficiale 90 del 16 aprile 2008), e ampiamente utilizzato dal governo Berlusconi subentrato dal maggio 2008.
Tale segreto riguarda atti, informazioni, notizie, luoghi.
E' da da abolire! |
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Roberto1960 Dio maturo

Registrato: 21/01/08 01:39 Messaggi: 1168 Residenza: Roma
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Inviato: 21 Nov 2012 15:46 Oggetto: |
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Scusa, ti rispondo con un po' di ritardo causa impegni vari...
{ictuscano} ha scritto: |
Abbiamo eletto dei babbei e dei furbastri perché siamo un popolo di babbei, o almeno di furbastri: poi l'abbiamo preso in tasca, ma ce la siamo cercata, direi.
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Su questo siamo d'accordo, l'ho detto anch'io.
Ma il mio discorso era leggermente diverso. Io volevo parlare del trasferimento di ricchezza, non propriamente delle colpe.
Ne parlavo perché io credo che oggi per tentare di uscire dalla grave crisi economica la strada giusta non è chiedere sacrifici generalizzati, orizzontali su tutti i ceti, bensì chiedere a chi si è arricchito negli ultimi decenni di fare uno sforzo molto maggiore.
Ciò non solo per tentare di iniziare una politica di redistribuzione della ricchezza, cosa necessaria e sacrosanta in tempi di "ristrettezze", ma anche perché i sacrifici fatti dai ceti più deboli si traducono immediatamente in contrazione dei consumi, e quindi contrazione dell'economia reale: quando l'economia si contrae, il cosidetto "risanamento dei conti pubblici" viene immediatamente vanificato, malgrado i tecnici al governo si affannino a dire il contrario.
Non vorrei che il principio "abbiamo tutti delle colpe" porti ad un disgraziato "dobbiamo tutti pagare le nostre colpe in parti uguali (o quasi)", perché per questa via non si uscirà mai dalla crisi, anzi.
{ictuscano} ha scritto: |
Riguardo il problema del "sostanziale pareggio" tra import ed export, che facciamo, torniamo al completo dirigismo, alle barriere doganali, ad ogni sorta di meccanismi? Facciamo come Israele e Palestina?: io tiro un missile, ti rispondo con un bombardamento, alloras ti tiro due missili, ed io ti bombardo qua e là. Alla fine son solo macerie. E poi, se io sono un produttore di parmigiano, e dall'estero me ne chiedono "tot", che faccio, me lo tengo perché ne dovrei vendere "tot/3"?
Forse le regole del WTO sono troppo larghe, forse l'economia ha troppo sopravvento sulla politica, però in generale mi sembra "sano" che io consumatore possa acquistare il prodotto che reputo migliore, anche se è made in Polonia. Lo so che gran parte del benessere dell'Occidente rischia di andare a gambe all'aria sotto i colpi dei nuovi milioni di persone che vogliono "il loro pezzetto di benessere": beh, io me lo aspettavo già da almeno 20 anni che sarebbe successo.. dubito perfino che ci siano soluzioni, specie a breve termine. Come facciamo a sussidiare tutti i milioni di disoccupati che abbiamo ed avremo? D'altra parte, ogni anno muoiono di fame 7 milioni di bambini, un miliardo di persone soffre la fame, e manca di acqua potabile: c'è qualcuno che può dire in sincerità che siano questioni che possiamo risolvere in poco tempo? Nel tempo che ho scritto questo intervento, sono morti di fame circa 60 bambini, eppure continuo a star qui a scrivere, e stasera mi guarderò a pancia piena un bel film alla tv... |
Beh, che altro aggiungere... vedo che sostanzialmente ti sei risposto da solo...
Anch'io sono convinto che le questioni che sollevi non si possano risolvere in poco tempo né facilmente, però a me sembra che stiamo andando da tutt'altra parte.
Se io devo andare a Milano e sto in macchina con uno che imbocca la Roma-Napoli (ti parlo da romano) non è che sto lì a dirmi "va beh, proseguiamo un pochino, vediamo un po' che succede..." dico DA SUBITO che stiamo sbagliando strada!
Il fatto è che l'economia e il commercio mondiali STANNO SBAGLIANDO STRADA!
Non sono così naif da pensare che si possa ritornare ai dazi doganali (per quanto i "potenti" quando vogliono ci ricorrono - eccome! - tipo gli USA nella cosidetta guerra dell'acciaio con l'Europa di qualche anno fa) o a cose simili.
Ma non posso tollerare che la politica del WTO (o meglio: assenza di politica) continui ad essere accettata senza critiche, come se fosse parola di Dio.
Il commercio NON PUO' ESSERE DEL TUTTO LIBERO fino al punto di condannare interi popoli alla miseria e alla fame.
Il fatto che questa sia ancora la situazione di molte zone povere del mondo non vuol dire che dobbiamo accettarla anche per noi e per i nostri figli, semmai è un motivo in più per cambiare strada e ridiscutere tutto il paradigma economico-commerciale.
Ad esempio se il WTO, invece che essere una emanazione diretta delle multinazioni e delle corporation, fosse una organizzazione che "stranamente" avesse come obiettivo primario un riequilibrio delle risorse, del lavoro e delle bilance commerciali nel mondo, probabilmente si potrebbero pensare a tutta una serie di interventi, tipo incentivi, finanziamenti o sanzioni commerciali, per puntare verso quell'obiettivo.
Poi se il consumatore dovesse non trovare più alcuni prodotti fatti in Polonia o in Cina o in Brasile e al posto loro altri prodotti più locali, che magari hanno un costo anche leggermente superiore, beh, se dall'altra parte della bilancia c'è un mondo che va verso un maggiore equilibrio e attenzione ai bisogni della GENTE, è una cosa che dovremmo sicuramente accettare. |
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