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paolodegregorio Dio minore

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Inviato: 19 Gen 2013 17:24 Oggetto: con le attuali regole elezioni inutili |
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- con queste regole elezioni inutili -
di Paolo De Gregorio, 19 gennaio 2013
Quanti guai e quante perdite di tempo, quante polemiche inutili, quanti mascalzoni di meno avremmo avuto in Parlamento se in Italia avessimo applicato le regole della “antipolitica” di Grillo!
Cominciamo da due legislature e poi a casa: B. sarebbe ai giardinetti già dal 2004 insieme al 90% dell’attuale nomenklatura politica, Dell’Utri non potrebbe recitare la parte del perseguitato e così esigere una ennesima ricandidatura per salvarsi dalla galera, D’Alema e Veltroni non avrebbero bloccato con i loro veti incrociati il partito per 20 anni, Di Pietro guiderebbe felice il suo trattore rosso a Montenero di Bisaccia meditando sulla sua capacità di scegliere i collaboratori, Casini invece della “famiglia” si occuperebbe di mantenere le sue personali famiglie, da perfetto e coerente cattolico.
Se poi si applicasse la semplice regola che se si hanno carichi pendenti o un rinvio a giudizio (come si fa per le assunzioni nel settore pubblico) si è incandidabili, l’atmosfera nei due rami del Parlamento sarebbe infinitamente più respirabile, meglio se accompagnata dall’abolizione della immunità parlamentare, stabilendo il principio che un rappresentante del popolo deve essere sottoposto al pari di ogni altro cittadino al rigore delle leggi, poiché tutta la politica viene screditata se i suoi esponenti vengono protetti da leggi ad personam o dai veti della Casta.
Per recuperare credito una buona politica deve cancellare quei privilegi profondamente odiati dalla gente che sono i lauti stipendi, la pensione garantita dopo una legislatura, le auto blu e le scorte, il finanziamento pubblico ai partiti.
5.000 euro netti al mese, nessun tipo di pensione, con candidati esclusivamente del territorio in cui devono risiedere da almeno 5 anni (una legislatura), sono provvedimenti che possono riavvicinare i politici agli elettori, accompagnati dal fatto che durante la legislatura i deputati non devono esercitare la propria professione, come fanno gli avvocati di Berlusconi che si fabbricano le leggi adatte a prevalere nei processi che patrocinano.
Lo scandalo più grande è quello della legge elettorale, che non solo toglie sovranità agli elettori a favore della dirigenza dei partiti (con i candidati nominati dall’alto), ma, nella disomogeneità tra Camera e Senato, crea ingovernabilità e favorisce inciuci con il centro, beffando la volontà dei poveri elettori.
Ci siamo già dimenticati che il governo Monti è stato invocato e votato, oltre che da Napolitano, dalla vigliaccheria dei principali partiti (PDL, PD, UDC), tutti in egual misura responsabili del disastro morale e finanziario, che non hanno avuto il coraggio di fronteggiare la crisi per paura di perdere elettori, sospendendo per un anno la democrazia delegata nel nostro paese, per poi rinfacciare al povero Rigor Montis ogni responsabilità per la mancata ripresa, anche se tutti i provvedimenti di Monti sono stati votati dai sunnominati partiti..
Le prossime elezioni non avranno alcun vincitore. La cosa più probabile è che Bersani prevalga di poco e governi insieme al centro di Monti per fare non già un centro-sinistra, ma un centro-centro, poiché Bersani e il suo partito hanno da tempo abbandonato qualunque identità definibile di sinistra.
L’unica speranza è che Grillo ottenga un risultato almeno del 15% e possa accendere i riflettori su magagne e inciuci e creare le condizioni di una futura alternativa
Paolo De Gregorio. |
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paolodegregorio Dio minore

Registrato: 13/07/07 13:00 Messaggi: 979
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Inviato: 22 Gen 2013 19:35 Oggetto: |
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- attenzione: di “porcellum” si può morire -
di Paolo De Gregorio, 22 gennaio 2013
Continuo a stupirmi e ad indignarmi per una campagna elettorale che dimostra tutta la sua arretratezza e autoritarismo aspettando l’ultimo minuto per presentare le liste dei “nominati” e, nel caso del PDL si affida ai plurinquisiti Berlusconi e Verdini la certificazione di moralità dei candidati.
Si sente veramente e profondamente la mancanza di una seria legge elettorale, la più delicata e fondamentale delle leggi, che per risparmiarci questo squallido spettacolo di nominati dalle segreterie di partito, di personaggi paracadutati in questo o quel collegio più o meno sicuro, stabilisca severamente l’obbligatorietà delle primarie in cui siano i cittadini a decidere chi sarà candidato, e che nessuno possa essere eletto fuori dal territorio di residenza, dove deve risiedere da almeno 5 anni.
Togliere poteri assoluti ai partiti e offrirli ai cittadini spingerebbe alla partecipazione civile e darebbe alla politica quella credibilità perduta che è necessario ricostruire, perché nessuna crisi economica e morale può essere superata senza una classe dirigente totalmente rinnovata.
Un altro punto fondamentale, per poterci considerare in democrazia, è quello di eliminare dalla competizione elettorale il peso del mezzo televisivo, quasi sempre usato in modo iniquo che non favorisce certo la comunicazione del proprio programma, ma lascia solo sensazioni superficiali legate a simpatia, fotogenicità, modo di vestire, capacità dialettica, cose assolutamente inutili ai cittadini che debbono votare un buon amministratore.
La televisione toglie i candidati dal territorio, dove dovrebbero scaldarsi i piedi durante tutta la campagna elettorale per farsi conoscere dalla popolazione, andando porta a porta e facendo comizi in spazi messi a disposizione gratuitamente dai Comuni. Anche i manifesti sono solo una ricerca di immagine, vanno aboliti come la presenza in TV, tagliando così drasticamente i costi della politica, che tra l’altro non deve godere di nessun finanziamento pubblico.
Nella nuova legge elettorale non deve mancare la regola delle due legislature e poi l’ineleggibilità assoluta. Regola indispensabile a garantire per legge il rinnovamento costante della classe dirigente, contro una tendenza conclamata a fare della attività politica una professione a vita e del potere una vera droga.
Un altro provvedimento necessario, per garantire la efficacia e tempestività dell’azione politica, è quello di abolire il Senato (con i senatori a vita), e le province che oltre a farci spendere miliardi bloccano la vita amministrativa tra rimpalli, conflitti di attribuzione, norme contradditorie.
Mi domando come nessun partito, ma anche nessun grande intellettuale o giornalista si occupi di mettere in risalto la assoluta necessità di una nuova legge elettorale, di cui questi suggerimenti dovrebbero essere la premessa, a costo zero, per far finire un teatrino che produce politicanti incapaci e ladri che tra l’altro la nostra economia non si può più permettere.
Paolo De Gregorio |
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paolodegregorio Dio minore

Registrato: 13/07/07 13:00 Messaggi: 979
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Inviato: 30 Gen 2013 19:55 Oggetto: |
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- Campagna elettorale: il Festival della finzione -
di Paolo De Gregorio, 30.1.2013
Credo che la dote più richiesta per entrare in politica sia la doppiezza, seguita dalla assenza di etica e di principi morali, meglio se accompagnate da ignoranza e ricattabilità, con una forte propensione a violare o aggirare le leggi, il tutto ispirato da un unico credo: fare soldi o perlomeno sistemarsi a vita, pensione compresa.
L’attuale meccanismo che governa l’accesso alla politica e che ci offre l’attuale classe dirigente, è controllato dai partiti politici che nel tempo si sono trasformati in apparati burocratici, molto organizzati, con molti soldi del finanziamento pubblico, in sinergia con i sindacati confederali, che, dopo aver abbandonato il rapporto democratico con la base e il territorio, si sono trasformati in organizzazioni chiuse, autoreferenziali, con pochi dirigenti inamovibili a dettare la linea, con congressi finti, in cui si sa in anticipo il risultato, con finte primarie come quelle Bersani-Renzi in cui vince sempre l’apparato con le centinaia di migliaia di persone che vivono di politica, di sindacato o nelle COOP.
Le persone perbene non arrivano in politica, nel senso che non ce le fanno arrivare, e nei rari casi in cui ci arrivano, tipo Franca Rame nell’IDV, se ne vanno disgustate perché tutto si decide in alto e sei in Parlamento solo a schiacciare bottoni a comando.
C’è poi da considerare l’osceno ruolo delle televisioni pubbliche e private che tengono in vita artificiale i politici più noti, allontanandoli sempre più dal territorio e dal rapporto diretto con la popolazione, costituendo così un superpotere di orientamento politico prevalentemente in mano alla destra.
Va aggiunto a questo quadretto della “sovranità popolare” il peso della Chiesa cattolica che orienta, con le sue capillari strutture territoriali, con le sue opere, la radio, la televisione, le scuole parificate, milioni di persone ( e non certo in senso progressista) aiutata dall’8 per mille che fa arrivare ogni anno nelle casse del Vaticano la bella cifretta di duemila miliardi delle vecchie lire.
Non c’è certo da stare allegri, e non è facile parlare di democrazia, in presenza di questo sistema integrato di poteri forti, a cui purtroppo bisogna aggiungere massonerie, mafie, servizi deviati, presenza militare USA, speculazioni finanziarie sul fallimento dell’Italia ad opera dal più forte dei superpoteri che è quello delle banche internazionali.
Comunque da queste elezioni politiche non c’è da aspettarsi un gran che. I due partiti maggiori PD e PDL non hanno sostanziali differenze in politica economica, sono entrambi partiti di centro e nessuno dei due sa da che parte cominciare per ottenere la famosa “ripresa” e l’unica opzione realistica sarà quella di far governare un Monti-bis.
L’unica novità vera potrebbe essere un buon risultato del Movimento 5 Stelle, nell’ordine possibile del 20% in grado di dare visibilità al proprio programma di regole di salute pubblica, dalla ineleggibilità dopo due legislature, alla fine del duopolio RAI-Mediaset, alla eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti e all’editoria, e contemporaneamente rilevare ai cittadini tutti gli inciuci, gli imbrogli, gli accordi sotto banco che si fanno in Parlamento.
Per ora in questa campagna elettorale si sprigiona una puzza di vecchia politica in decomposizione, con trovate tipo quella di comprare Balotelli o di Ingroia diventato bidone aspiratutto che ha riesumato vecchi partitini trapassati, capaci solo di litigare e dividersi.
Paolo De Gregorio |
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