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Fino a 10 mila euro di multa per diffamazione on line
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Autore Messaggio
Zeus News
Ospite





MessaggioInviato: 29 Ott 2014 21:00    Oggetto: Fino a 10 mila euro di multa per diffamazione on line Rispondi citando

Leggi l'articolo Fino a 10 mila euro di multa per diffamazione on line
Approvata dal Senato ora andrà alla Camera: la nuova legge sulla diffamazione a mezzo stampa riguarda anche le testate on line.


 
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{Carlo Gubitosa}
Ospite





MessaggioInviato: 29 Ott 2014 21:02    Oggetto: Rispondi citando

Bavagli a cinque stelle: "Viene accolto un emendamento dei pentastellati (Fucksia, Airola, Buccarella, Cappelletti, Giarrusso) per cui "anche le testate giornalistiche online", in caso di diffamazione, dovranno pagare una multa fino a 10mila euro".

Il problema e' che in Italia non c'e' certezza del diritto, e uno puo' essere condannato per diffamazione anche se dice il vero, a seconda di come si sveglia quel giorno il giudice, del prestigio degli avvocati della controparte, del potere politico e mediatico del diffamato.

Per cui, alla prova dei fatti, questa nuova spada di Damocle sui siti web (i cui titolari erano comunque soggetti alle leggi gia' esistenti in materia di diffamazione e calunnia) avra' come effetto piu' rilevante l'autocensura dell'informazione online, e non la tutela dell'immagine dei cittadini onesti.

Complimenti vivissimi al partito della controinformazione online, al partito dove comanda quello "perseguitato dalle querele per aver detto la verità", al partito che ieri mandava affanculo il potere e oggi manda affanculo l'informazione libera con l'ennesima legge bizantina sull'informazione, simile a quelle che ieri venivano denunciate pubblicamente.

Una cosa sola dovevate fare, carissime teste di grillo, e l'aveva chiesta in diretta televisiva da Fazio una che volevate mettere a capo dello stato: obbligare il denunciante al versamento di una somma proporzionale a quella richiesta come risarcimento, che in caso di soccombenza per querela temeraria sarebbe stata devoluta al denunciato come risarcimento per i danni morali, e in caso di vittoria sarebbe stata recuperata dal denunciante assieme al risarcimento.

Ma niente, oltre a non leggere libri ormai non guardate piu' nemmeno la TV, a riempire le vostre giornate bastano il blog del padrone e il suo canale youtube.

Carlo Gubitosa
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StarTac
Utente sotto osservazione *


Registrato: 22/09/09 21:46
Messaggi: 90

MessaggioInviato: 30 Ott 2014 06:03    Oggetto: Rispondi citando

Carlo che mi precede mi ha tolto dalla tastiera il pensiero che avrei scritto.

Hai colto nel segno in toto soprattutto la parte in cui dici:

" in Italia non c'e' certezza del diritto, e uno puo' essere condannato per diffamazione anche se dice il vero, a seconda di come si sveglia quel giorno il giudice, del prestigio degli avvocati della controparte, del potere politico e mediatico del diffamato ".

Non dimentichiamo che poi i giudici sono entrati per concorso (e sappiamo bene come funzionano quei concorsi) altrimenti come avvocati sarebbero stati nel 99% dei falliti.

L'avvocato di prestigio fa la buona e la cattiva sorte e spesso anche la sentenza....perchè il giudice si stanca a leggere il fascicolo e rimanda a vita finche le parti esauste non si accordano in un patteggiamento.

Se c'era un posto dove l'informazione era libera da strumentalizzazioni era proprio la rete, ora ci tolgono pure questa. Ma che bel paese è l'italia (la i volutamente in minuscolo).
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{Giambattista}
Ospite





MessaggioInviato: 30 Ott 2014 07:28    Oggetto: Rispondi citando

Azzo!
Non potrò più dire, e men che mai scrivere, che quei cialtroni che ho votato finora sono una massa di ladri.
Però potrò ancora pensarlo.
Giambattista Carta
(Anche i pentastellati si vogliono male: proprio non c'é salvezza!)
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{inheredi}
Ospite





MessaggioInviato: 30 Ott 2014 08:51    Oggetto: Rispondi citando

Probabilmente sono un ingenuo, ma mi chiedo: come è possibile che passino leggi che non vuole quasi nessuno?
Il popolo è così delegittimato da non poter fare niente, se non un referendum complicato, lungo e costoso, mentre il "legislatore" può in breve ripresentare una legge, poco modificata, e aspettarsi di vederla approvata?
Come è possibile una simile asimmetria in un Paese democratico?
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Maary79
Moderatrice Sistemi Operativi e Software
Moderatrice Sistemi Operativi e Software


Registrato: 08/02/12 12:23
Messaggi: 12224

MessaggioInviato: 30 Ott 2014 10:32    Oggetto: Rispondi citando

Fatemi capire...questa legge esiste già, nulla di nuovo dunque, solo che prima si rischiava la galera giusto?

Citazione:
Lo prevede il testo della nuova legge sulla diffamazione a mezzo stampa, che abolisce la pena del carcere per gli autori di diffamazione a mezzo stampa, ma il reato rimane anche se punito con multa e riguarda, su proposta di un gruppo dei deputati del Movimento 5 Stelle, anche le testate on line.


E prima le testate on-line potevano fare dunque il bello e cattivo tempo? Non credo!
Che poi la legge italiana venga ogni volta interpretata dal giudice di turno in base al gruppo di appartenenza, umore, simpatie, ecc..si sa' questo accade in ogni tribunale, la certezza della pena non c'è mai!

Non so voi a me capita di leggere in rete certe castronerie, che miei conoscenti condividono su FB, di testate giornalistiche on-line che vogliono solo attirare l'attenzione, scrivono fesserie per attirare le visualizzazioni ed eventuali introiti derivati dalla pubblicità, spesso mettono titoli con il solo scopo di creare lo sdegno di chi legge.
E più di una volta mi è capitato di cercare la notizia, quella vera, perchè pensi "può essere possibile?" e si allontanava così tanto dalla realtà distorta che propinano questi siti....da far paura. Rolling Eyes
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Zeus
Amministratore
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Registrato: 21/10/00 01:01
Messaggi: 12752
Residenza: San Junipero

MessaggioInviato: 30 Ott 2014 11:15    Oggetto: Rispondi citando

Il punto non è la "castroneria" non verificata, né la notizia gonfiata per attirare clic: sono due cose certo spiacevoli e da condannare eticamente, ma che con la diffamazione non c'entrano niente.

L'attuale legge sulla diffamazione consente di fare causa e chiedere risarcimenti anche se è stata detta la papale verità, verità che però è scomoda per qualcuno.

Un esempio lampante? Il numero di querele per diffamazione che ha subìto la trasmissione d'inchiesta Report (e i giornalisti coinvolti, a cominciare dalla conduttrice Milena Gabanelli). Tutte vinte, finora, ma una cinquantina sono ancora in ballo.

Il problema è che in Italia è troppo semplice "sentirsi offesi" e intentare una causa per migliaia (o anche milioni) di euro, senza rischiare nulla - come avviene invece nella giurisprudenza anglosassone, per esempio. E a farne le spese alla fine sono i lettori, perché la stampa, intimidita, non va più a occuparsi di certi argomenti o a denunciare determinate cose.

Poi, nei casi in cui l'offesa c'è davvero, è più che giusto che chi ha sbagliato paghi.
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cisco
Dio minore
Dio minore


Registrato: 25/09/08 18:41
Messaggi: 779

MessaggioInviato: 30 Ott 2014 20:46    Oggetto: Rispondi citando

Allora, cominciamo a vederci un po' più chiaro:
prima di tutto, come spiega sul sito dell'M5S Senato lo stesso Airola, l'emendamento dell'M5S, condiviso da altri gruppi politici, aggiunge soltanto che le testate online siano anch'esse passaibili di pena pecuniaria.
Ecco cosa dice l'emendamento dell'M5S:
Codice:
Al comma 5, capoverso «Art. 13», nel primo comma, dopo le parole: «Nel caso di diffamazione commessa con il mezzo della stampa», inserire le seguenti: «, di testate giornalistiche on line registrate ai sensi dell'articolo 5».
Fonte
Leggendolo si rimane un po' male (mi aspettavo chissà cosa), dopo aver letto Repubblica di questa mattina: ("[...]C'è voglia di regolare i conti con i giornalisti, anche con quelli che lavorano nelle testate online. Soprattutto quelli[...]?
Come sipegano ancora i relatori:
Citazione:
Si è evitata, pertanto, una evidente disparità di trattamento tra la diffamazione posta in essere dai giornali, dalle radio o dalle televisioni, rispetto al contenuto (sempre diffamatorio) pubblicato dalle testate on line, regolarmente registrate ed iscritte presso i Tribunali di appartenenza. Nessun bavaglio, dunque, ma solo una ragionevole previsione che prende atto del fatto che, a prescindere dal mezzo con cui si pubblicano contenuti diffamatori la diffamazione è sempre perseguibile attraverso una sanzione che abbia la stessa validità per tutti.
Airola spiega anche nel video, che l'M5S si schiera invece a fianco dei giornalisti contro la precarizzazione del giornalismo, che non può che produrre giornalisti asserviti dell'editore.
Io sono d'accordo: se diffamazione c'è, non vedo perché debbano essere escluse le testate online, visto che sempre più spesso l'informazione si fa online.

Ho poi cercato in Rete di saperne un po' di più sul contenuto di questo DDL, rispetto alla legge attuale.
Ecco in estrema sintesi i punti salienti:
Citazione:
Scoraggiate poi le querele temerarie: in caso di rigetto, su richiesta del giornalista, il giudice può condannare al pagamento di una somma “x” in via equitativa chi ha agito in sede di giudizio in malafede o con colpa grave. (Fonte)
Questo punto, molto importante, avvicina a quella giurisprudenza anglosassone di cui parla Zeus.
Per cui, se chi querela facile per intimidire, viene poi smascherato dai fatti, dovrà pagare. Cadrà così l'uso distorto che si fa ora della querela per diffamazione.
Citazione:
Buone nuove per i direttori e i vice direttori, che non rispondono più “a titolo di colpa” per servizi di altri giornalisti a meno che il delitto non sia conseguente alla violazione dei doveri di vigilanza della pubblicazione e fuori dai casi di concorso con l’autore del servizio. La pena accessoria dell’interdizione dalla professione è stata esclusa e quella ordinaria è ridotta di un terzo. (Fonte)
Questa proposta invece fa sì che l'editore possa scaricare tutto sul giornalista, anche se magari la volontà di diffamazione parte dall'editore (come talvolta accade nelle più grosse testate online). Se poi aggiungiamo che in Italia come libertà di informazione siamo al 49° posto, dietro al Niger...

Per cui, direi, già così il DDL cambia aspetto. Da un lato si frena la diffamazione (e come dice Maary79 è veramente dilagante, sopratutto su Internet), mentre dall'altra si cerca di evitare proprio l'azione di intentare causa per scoraggiare la pubblicazione.
Anche se non mi piace che l'editore rimanga fuori da ogni responsabilità. Persino le società delle squadre di calcio sono tenute a pagare non già per comportamenti sleali dei loro tesserati, ma addirittura dei propri tifosi (responsabilità oggettiva).

Comunque, è già meglio di prima dove si rischiava addirittura il carcere. Poi, dal passaggio alla Camera, molto potrà cambiare, per cui staremo a vedere.
Infine, nel DDL si parla di "testate online" e non di blog e siti web. Anche qui sarà molto interessante seguire l'iter, perché se fossero inseriti i blog e semplici siti, a mio parere non sarebbe giusto. Anche se, bisogna anche ammettere, che in Rete fiorisocno testate giornalistiche truccate da blog. E come le riconosci?

Zeus opportunamente ricorda Report. Alla luce del punto del DDL che ho indicato, se chi l'ha querelato venisse poi costretto a pagare, sarebbero così tante le querele? Io penso proprio di no.

Insomma, la questione è molto delicata, e penso che il DDL subirà ancora modifiche. Fare leggi è molto complesso e certo non lo si fa con i titoloni e gli slogan.
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samu
Comune mortale
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Registrato: 31/10/14 16:19
Messaggi: 1

MessaggioInviato: 31 Ott 2014 16:26    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:

Infine, nel DDL si parla di "testate online" e non di blog e siti web. Anche qui sarà molto interessante seguire l'iter, perché se fossero inseriti i blog e semplici siti, a mio parere non sarebbe giusto. Anche se, bisogna anche ammettere, che in Rete fiorisocno testate giornalistiche truccate da blog. E come le riconosci?


Le riconosci perché le testate giornalistiche hanno un direttore responsabile e scrivono in basso "testata giornalistica" gli altri invece no .

Per i secondi e per i privati in genere vale la diffamazione semplice; qui invece si parla appunto di diffamazione a mezzo stampa, che è ritenuta una forma più grave e prevede la rettifica e - fino ad ora - il carcere.
Il noto caso di sallusti (era il dir. responsabile) con quell'articolo sulla ragazzina che aveva abortito e lui che aveva dato dell'assassino al medico e al magistrato è emblematico dei danni che un giornale possa fare e di come - giustamente - andrebbe punito.

Non mi stupisce che non vadano a toccare l'editore, vediamo come reagiranno i giornalisti che di fatto si vedono arrivare un possibile futuro "costo" (ascolto l'editore oppure mi rifiuto e cambio testata?) ..o forse scaricheranno tutto sul solito "la redazione" ...
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Maary79
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Registrato: 08/02/12 12:23
Messaggi: 12224

MessaggioInviato: 31 Ott 2014 16:54    Oggetto: Rispondi

Zeus ha scritto:
Il punto non è la "castroneria" non verificata, né la notizia gonfiata per attirare clic: sono due cose certo spiacevoli e da condannare eticamente, ma che con la diffamazione non c'entrano niente.


Se si fanno nomi e cognomi di personaggi pubblici, o che svolgono un servizio pubblico, cambiando di proposito il senso della frase detta, con lo scopo di attirare commenti negativi che vanno a colpire quel determinato personaggio pubblico, la diffamazione centra eccome!

Zeus ha scritto:
L'attuale legge sulla diffamazione consente di fare causa e chiedere risarcimenti anche se è stata detta la papale verità, verità che però è scomoda per qualcuno.

Un esempio lampante? Il numero di querele per diffamazione che ha subìto la trasmissione d'inchiesta Report (e i giornalisti coinvolti, a cominciare dalla conduttrice Milena Gabanelli). Tutte vinte, finora, ma una cinquantina sono ancora in ballo.


Difatti questa legge è un arma a doppio taglio...è per questo che ci vorrebbero giudici non di parte.

Zeus ha scritto:
Il problema è che in Italia è troppo semplice "sentirsi offesi" e intentare una causa per migliaia (o anche milioni) di euro, senza rischiare nulla - come avviene invece nella giurisprudenza anglosassone, per esempio. E a farne le spese alla fine sono i lettori, perché la stampa, intimidita, non va più a occuparsi di certi argomenti o a denunciare determinate cose.

Poi, nei casi in cui l'offesa c'è davvero, è più che giusto che chi ha sbagliato paghi.


Poi, secondo ciò che ha scritto cisco, la parte più importante nell'attuale legge c'è già:

cisco ha scritto:
Per cui, se chi querela facile per intimidire, viene poi smascherato dai fatti, dovrà pagare. Cadrà così l'uso distorto che si fa ora della querela per diffamazione.


Di fatto, il M5S ha solo messo per iscritto che anche le testate on-line siano soggette alla pena pecuniaria, in caso di diffamazione comprovata dai fatti, ed è giusto che sia così.
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