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La lotta all'assenteismo e la privacy
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Autore Messaggio
Zeus News
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MessaggioInviato: 08 Gen 2015 10:10    Oggetto: La lotta all'assenteismo e la privacy Rispondi citando

Leggi l'articolo La lotta all'assenteismo e la privacy
Fino a che punto si possono spingere i controlli del datore di lavoro per prevenire ed evitare l’assenteismo ingiustificato?


 
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TeoMan
Eroe in grazia degli dei
Eroe in grazia degli dei


Registrato: 03/12/08 10:42
Messaggi: 180

MessaggioInviato: 08 Gen 2015 10:50    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
Le cause profonde dell'assenteismo ingiustificato possono essere varie e magari di natura sociale, legate allo stress della condizione lavorativa, a rapporti difficili con il datore di lavoro, con i dirigenti o con i colleghi, a un difficile equilibrio fra impegni familiari e impegni professionali, a demotivazione personale e collettiva


Aggiungiamoci anche la partita della squadra del cuore...
Mi pare di ricordare che uno studio ha evidenziato un aumento delle assenze per malattia in corrispondenza delle partite calcistiche di coppa...
Che dire... "causa profonda" un accidenti!!!!!
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merlin
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 15/03/07 23:32
Messaggi: 2421
Residenza: Kingdom of Camelot

MessaggioInviato: 08 Gen 2015 13:22    Oggetto: Rispondi citando

direi intanto che l'assenteismo è *sempre* ingiustificato e ingiustificabile. Casomai saranno giustificate le "assenze" nei casi e modi previsti.
Ciò detto, il rapporto di lavoro dipendente è in sostanza un rapporto fiduciario tra i coobbligati; se la fiducia viene meno, mi pare che anche il rapporto debba interrompersi.
Purtroppo si è affermata una giurisprudenza che preferisce vedere il lavoratore dipendente come la parte debole -e perciò bisognoso di maggior tutela- nel rapporto di lavoro; come se l'attività dell'imprenditore non fosse anche e soprattutto prestazione costituzionalmente protetta alla pari di quella del dipendente.
Eppure, a ben vedere, dovrebbe essere l'imprenditore ad essere ritenuto maggiormente utile dal punto di vista sociale, posto che dà da campare ad altri rischiando di suo il capitale investito spesso senza alcuna retribuzione.
Quanto al pubblico impiego, oggi come oggi ha perso quasi tutti i "privilegi" di cui gode(va), compensativi solo in parte di obblighi e divieti particolari. Ad esempio, il dipendente pubblico perde(va) ogni diritto alla pensione senza aver raggiunto i fatidici 19 anni 6 mesi e 1 giorno; non poteva (e continua a non poter) assumere altri impieghi; in caso di contenzioso, resta soggetto alla giustizia amministrativa prima di poter accedere al magistrato ordinario; auspice Brunetta, in caso di assenza per malattia anche di un sol giorno gli saltano i compensi accessori per un par di settimane; ecc,
Inoltre, come giustamente rilevato, le eventuali mancanze si risolvono spesso in deferimenti obbligatori anche al giudice penale costituendo ipotesi di reato. Con a seguito il corollario delle eventuali, ma proceduralmente corrette, indagini sulla vita privata. Per altro svolte non per "reprimere" un reato ma soltanto per verificare "se" il reato ci sia.
Tirando le somme, ancor oggi se c'è una "parte debole" nel rapporto di lavoro dipendente, non mi pare si possa reperire nell'ambito privatistico ma semmai in quello pubblico.
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{ityafst}
Ospite





MessaggioInviato: 08 Gen 2015 16:29    Oggetto: Rispondi citando

Cosa hanno in comune assenteismo, grafitari, inquinatori e altri delinquenti assortiti, politici e burocrati corrotti o comunque "disfunzionali", CIA, NSA, SDECE, SISMI, medici che fanno il giuramento di Ippocrita (e tanti altri)?
Semplice: sono tutte persone prive di empatia, per i motivi più vari.
Soluzione?
Si può fare come sempre, e scegliere la strada più semplice, cioè reprimere, mantenedo le persone in uno stato infantile deresponsabilizzato, il che comporta obbligatoriamente leggi e regolamenti sempre più severi e restrittivi della libertà personale e annullamento (non violazione...) della privacy (oltre a vantaggi per chi governa e per chi vende).
Oppure si può insegnare ai ragazzi nelle scuole ad essere VERI esseri umani e poi ANCHE bravi lavoratori.
Basterebbe questo per far sparire molti dei problemi che affliggono le società "civili".
La vera civiltà consiste nel far evolvere gli esseri umani, non nel produrre bravi cittadini allineati, lavoratori di qualsivolglia tipo e livello.
E' automatico che un essere umano evoluto è anche un bravo lavoratore ed un ottimo cittadino.
Ma essendo governati da fantocci semi-malati di mente e da approfittatori di ogni genere, sarà difficile che questo semplice concetto possa diventare realtà nel breve periodo.
E' pura miopia considerare i problemi slegati dal loro contesto.
Come si dice: per gurdare gli alberi non si vede la foresta.
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Roberto1960
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 21/01/08 00:39
Messaggi: 1168
Residenza: Roma

MessaggioInviato: 10 Gen 2015 16:38    Oggetto: Rispondi citando

merlin ha scritto:

Purtroppo si è affermata una giurisprudenza che preferisce vedere il lavoratore dipendente come la parte debole - e perciò bisognoso di maggior tutela - nel rapporto di lavoro; come se l'attività dell'imprenditore non fosse anche e soprattutto prestazione costituzionalmente protetta alla pari di quella del dipendente.
Eppure, a ben vedere, dovrebbe essere l'imprenditore ad essere ritenuto maggiormente utile dal punto di vista sociale, posto che dà da campare ad altri rischiando di suo il capitale investito spesso senza alcuna retribuzione.

Non capisco bene di cosa stai parlando.
Che il lavoratore dipendente sia la "parte debole" nel rapporto di lavoro è cosa talmente evidente e conclamata che non capisco cosa ci sia da discutere.
Se si scioglie un rapporto di lavoro oggi il lavoratore resta normalmente senza lavoro per mesi o anni, mentre un'azienda trova un rimpiazzo in pochi giorni: questo è il dato di fatto, c'è ben poco da argomentare.
Semmai quando saremo vicini alla fatidica e utopica "Piena Occupazione" (ovvero mai, perché i Poteri Occulti lavorano indefessi sottobanco perché ciò non avvenga) questa situazione potrebbe rivoltarsi, almeno in parte.

Quanto alla tua seconda affermazione, essa ripropone una antica, falsissima e mistificatoria favola tipica della propaganda capitalista: il mitico imprenditore che dà lavoro, crea nuovi posti, eccetera, rischiando i suoi soldi.
In primis, è vero che rischia di suo, e vorrei ben vedere, perché se le cose gli vanno bene chi si arricchisce è lui, mica i suoi dipendenti.
Se potessi entrare in un casinò giocando con i soldi degli altri lo farei anch'io con grande entusiasmo, ma in genere nella vita chi vuole guadagnare deve rischiare del suo.
I soldi che rischia, l'imprenditore li rischia per guadagnare lui, non per dare "da campare" ad altri, e infatti se può manda a casa la gente certo non la tiene.
Questo fatto non ha assolutamente niente di sbagliato, sia chiaro, ma è giusto fare chiarezza: chi dà da campare ai lavoratori non sono MAI E POI MAI gli imprenditori, ma i clienti che comprano i prodotti.
E' il mercato, i consumatori, che EFFETTIVAMENTE retribuiscono il lavoro, anche se materialmente è l'imprenditore che elargisce stipendi e salari.
E infatti sebbene oggi in Italia esistano un capitalismo ed una imprenditoria molto avanzati l'occupazione è in continuo calo, per l'appunto perché i consumi sono in flessione.

Sulla lotta all'assenteismo direi che non c'è nulla di più sterile ed inutile.
Qualsiasi imprenditore serio sa che deve fare i conti con un assenteismo medio di un qualche punto percentuale rispetto alla produttività totale.
Ciò non gli impedisce né di fare impresa né di guadagnare, ammesso che il mercato "tiri", ovviamente.
Perdere tempo a tentare di ridurre quel tot percento di assenteismo significa non essere capaci a fare gli imprenditori.
Molto meglio attuare una semplice e sana politica di premi produzione o altri tipi di incentivi da dare a chi è efficiente e negare a chi recalcitra: con un piccolo investimento si ottengono risultati molto superiori.
Anche perché di fondo se un lavoratore non vuole produrre lo puoi anche inchiodare alla sedia dell'ufficio, ma tanto non produrrà niente ugualmente.
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dragonand
Eroe in grazia degli dei
Eroe in grazia degli dei


Registrato: 30/03/06 15:32
Messaggi: 179

MessaggioInviato: 11 Gen 2015 02:04    Oggetto: Rispondi citando

Sono completamente d'accordo con Roberto1960. Smile

Ciao
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{Giambattista}
Ospite





MessaggioInviato: 11 Gen 2015 10:20    Oggetto: Rispondi citando

Gli assenteisti, intendendo per costoro quelli che non si presentano, che scaricano, vanno a carico di coloro che si presentano, che si fanno carico.
Il carico va, prima di tutto, sui colleghi, non va solo sui datori di lavoro.
A differenza di questi ultimi, gli onesti in generale, quelli che si fanno carico per antonomasia, hanno dovere di solidarietà fino a un certo punto.
Personalmente, pur rendendomi conto che potrebbero passarci anche quelli che la mia solidarietà la meriterebbero, perché più deboli, mi sono rotto le scatole.
Giambattista
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ingegnerino
Eroe
Eroe


Registrato: 11/10/05 10:49
Messaggi: 75

MessaggioInviato: 11 Gen 2015 14:33    Oggetto: Rispondi citando

Attenzione. Fermo restando che l'assenteista è da perseguire (anche se dopo un certo numero di ore di mutua si perde il diritto allo stipendio intero) perché danneggia tutti gli altri lavoratori, bisogna anche constatare che in italia sistematicamente vengono sollevate campagne contro l'assenteismo con numeri discutibili, generalmente prima di campagne di licenziamenti collettivi da parte di ben precise aziende. Molto spesso vengono presentati numeri allarmanti riguardo le assenze ingiustificate annuali, nel cui computo in genere si mettono: ferie, mutua in generale, permessi retribuiti. Quando poi si vanno ad analizzare per bene questi dati si scopre )come accade a Roma) che il fenomeno esiste, ma è di qualche ordine di grandezza sotto (a Roma non erano 835 gli assenti, ma circa 45 e una novantina sono sotto indagine).
Bisogna sempre prendere i dati con le pinze, soprattutto quando l'allarme nasce solo in un periodo ben preciso, e in genere prima o dopo iniziative discutibili. in questi giorni l'esecutivo vorrebbe introdurre le norme sui licenziamenti individuali scellerate, già applicate ai lavoratori privati, per avere mano libera per sbattere via i lavoratori senza tante storie. La domanda che verrebbe da fare è:
1. ma ve ne accorgete solo ora?
2. come mai buttate fuori dei dati, sistematicamente sbagliati, senza controllarli prima con i sindacati?
Passano gli anni ma i mezzucci, ridicoli sono sempre gli stessi.
Mai nessuno che invece valuti le ore di straordinario "obbligatorio" richieste ai lavoratori, fenomeno solo italiano e inconcepibile all'estero.
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Maary79
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MessaggioInviato: 12 Gen 2015 18:11    Oggetto: Rispondi citando

Roberto1960 ha scritto:

Sulla lotta all'assenteismo direi che non c'è nulla di più sterile ed inutile.
Qualsiasi imprenditore serio sa che deve fare i conti con un assenteismo medio di un qualche punto percentuale rispetto alla produttività totale.
Ciò non gli impedisce né di fare impresa né di guadagnare, ammesso che il mercato "tiri", ovviamente.
Perdere tempo a tentare di ridurre quel tot percento di assenteismo significa non essere capaci a fare gli imprenditori.
Molto meglio attuare una semplice e sana politica di premi produzione o altri tipi di incentivi da dare a chi è efficiente e negare a chi recalcitra: con un piccolo investimento si ottengono risultati molto superiori.
Anche perché di fondo se un lavoratore non vuole produrre lo puoi anche inchiodare alla sedia dell'ufficio, ma tanto non produrrà niente ugualmente.


Sono daccordo che i dipendenti debbano essere motivati con dei premi in soldoni, a produrre di più, a lavorare meglio, ecc..ma non di certo per evitare l'assenteismo, questo è intollerabile.
Daccordo col resto.



Merlin ha scritto:
Per altro svolte non per "reprimere" un reato ma soltanto per verificare "se" il reato ci sia.


Beh, e già aspettiamo di trovare il collega che si finge malato al ristorante, gli facciamo un foto in "fragranza di reato" e la mandiamo a chi??? Shocked


Merlin ha scritto:
Tirando le somme, ancor oggi se c'è una "parte debole" nel rapporto di lavoro dipendente, non mi pare si possa reperire nell'ambito privatistico ma semmai in quello pubblico.


Che il pubblico non abbia più i privilegi di una volta si sa...ma che siano messi peggio dei lavoratori privati no, per favore, non diciamo sciocchiezze, le grandi multinazionali che esternalizzano all'estero, le aziende manifatturiere che portano anche loro la produzione all'estero, i caporali che assumono disperati nei campi o a fare i muratori dove li mettiamo...o non fanno testo? Aziende private che chiedono soldi pubblici altrimenti minacciano "licenziamenti", e poi quello che non mi viene in mente ora...
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Zeus News
Ospite





MessaggioInviato: 07 Feb 2015 17:00    Oggetto: Rispondi citando

Leggi l'articolo Le indagini sulla vita dei dipendenti
La lotta all'assenteismo e la privacy al tempo di Facebook.


 

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{michele}
Ospite





MessaggioInviato: 07 Feb 2015 18:37    Oggetto: Rispondi citando

chi non vuole far sapere le proprie cose ha un ottimo metodo a disposizione: NON SPIATTELLARLE SU INTERNET.
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{piero}
Ospite





MessaggioInviato: 08 Feb 2015 16:48    Oggetto: Rispondi citando

@Roberto1960:
sono d'accordo con gli incentivi ai lavoratori più efficienti e che dimostrano voglia di lavorare, ma sono altrettanto favorevole a disincentivi a quelli che non hanno voglia di lavorare, la solita legge del bastone e della carota, che deve essere bilanciata per funzionare bene.
Così come si devono premiare i migliori, si devono scoraggiare comportamenti negativi, con riduzioni di stipendio, lettere di richiamo e anche il licenziamento.
Altrimenti il rischio è che chi non è in grado di raggiungere i premi, che non devono essere dati a pioggia, riduca il proprio rendimento fino a livelli inaccettabili, trascinando i colleghi in questa spirale di inefficienza. Purtroppo in ragione del solito buonismo che regna in Italia, piuttosto che risolvere il discorso dell'assenteismo e più in generale della scarsa efficienza, con premi e punizioni, secondo un sano discorso meritocratico, si preferisce non irritare i sindacati (che notoriamente proteggono soprattutto i lazzaroni) dando un piccolo premio a tutti.
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gomez
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MessaggioInviato: 09 Feb 2015 08:45    Oggetto: Rispondi citando

Zeus News ha scritto:
La lotta all'assenteismo e la privacy

Se pubblichi su FB la tua foto mentre in orario di ufficio (o di mutua) stai gareggiando in bici o facendo la spesa al super la privacy te la sei fottuta da solo e quello che pubblichi potrà essere usato contro di te, per manifesta stupidità. Twisted Evil

Mauro
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Maary79
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MessaggioInviato: 09 Feb 2015 18:05    Oggetto: Rispondi

{piero} ha scritto:
Purtroppo in ragione del solito buonismo che regna in Italia, piuttosto che risolvere il discorso dell'assenteismo e più in generale della scarsa efficienza, con premi e punizioni, secondo un sano discorso meritocratico, si preferisce non irritare i sindacati (che notoriamente proteggono soprattutto i lazzaroni) dando un piccolo premio a tutti.


Sono d'accordo che si è poco produttivi per scarsa volontà ci debbano essere dei richiami e che debbano essere presi dei provvedimenti, e dei premi per chi produce e si impegna di più.
Ma io non lo chiamerei "buonismo dei sindacati" è che lo scarso rendimento va provato, non sono tutti uguali i lavoratori, non sono delle macchine, in base all'età, all'esperienza, e alla predisposizione personale si produce in modo diverso!
Dunque come dovrebbe fare il sindacato a distinguere chi produce poco perchè non ha voglia di applicarsi, da chi veramente non è in grado di fare di più?
Come la mettiamo per chi si impegna molto è non è in grado di produrre di più?

Tutti a casa, con la lettera di scarso rendimento? Già lo fanno, ora con l'abolizione dell'art.18 possono farlo più facilmente, perchè non rendi abbastanza, costi troppo o anche perchè gli stai "antipatico".

L'assenteismo è tutt'altra cosa, va contrastato con controlli massici dei medici al domicilio. Parlavi di incentivi contro l'assenteismo? E se io ti dicessi che questo è duiscriminatorio nei confronti di quei lavoratori veramente cagionevoli di salute?
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