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democrazia diretta: una salutare utopia
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Autore Messaggio
paolodegregorio
Dio minore
Dio minore


Registrato: 13/07/07 12:00
Messaggi: 979

MessaggioInviato: 27 Mag 2015 16:59    Oggetto: democrazia diretta: una salutare utopia Rispondi

- democrazia diretta: una salutare utopia -
di Paolo De Gregorio, 26 maggio 2015

Sento raccontare anche da Marco Travaglio (e la cosa mi stupisce) che il risultato elettorale è già scritto a favore di Renzi e Salvini in ragione della loro massiccia presenza in TV e che i 5stelle si sono accorti troppo tardi dell’importanza di quella scatola magica che monopolizza le informazioni o meglio la disinformazione, che riempie i cervelli dei sudditi italioti.
Avrei preferito sentire dal miglior giornalista italiano che i voti dovrebbero essere cercati dai candidati nella carne viva del proprio collegio, nel territorio in cui si abita da tempo, di cui si conoscono a fondo problemi e persone, e dove si è conosciuti per le iniziative politiche e sociali intraprese, senza bisogno di manifesti, soldi o cene elettorali, ma con la semplice e personale distribuzione e spiegazione porta a porta del proprio programma.
La “Rete” è senz’altro uno strumento essenziale per farsi conoscere, iscriversi, partecipare alle votazioni interne sui provvedimenti da adottare in Parlamento (su cui gli iscritti devono sempre e tassativamente essere interpellati e avere l’ultima parola), ma ad essa bisogna affiancare la presenza sul territorio e solo se avanza tempo accettare gli inviti in TV, con il grave rischio, anche subliminale, di essere omologati al sistema partitico, che ha distrutto l’Italia.

Per sostituire la casta dei professionisti a vita della politica, parlo di tutti i partiti e dei sindacati, non bisogna perdere una sola occasione per affermare che questa non è democrazia. Abbiamo visto quali disastri hanno provocato (disoccupazione, tasse stratosferiche, delocalizzazione e vendita all’estero dei migliori marchi dell’industria italiana, corruzione dilagante, monopoli mediatici del pensiero unico), e dunque i cittadini hanno bisogno di nuovi strumenti per incamminarsi verso la democrazia:

-Referendum propositivo, senza quorum, che affidi ai cittadini l’onere di proporre ed approvare una legge
-Canone pagato alla mano per avere il diritto (oggi riservato ai partiti) di eleggere il presidente della RAI, con tutti i poteri e responsabilità, fra personaggi indipendenti dal potere politico, economico, religioso, da tenere in carica 5 anni e poi ineleggibile dopo due mandati
-Legge elettorale nuova simile a quella che oggi viene utilizzata per eleggere i sindaci, con ballottaggio fra i primi due più votati se non si è raggiunta la maggioranza assoluta
-Divieto durante la legislatura di passare ad un altro partito perché deve affermarsi il principio costituzionale che il popolo è sovrano e non il singolo deputato, e la volontà di chi lo ha votato deve essere prevalente sulla “libertà” di vendersi o riciclarsi dell’eletto
-per avere una governabilità immediata e chiara, vanno vietate le coalizioni e il partito che ottiene più voti ha il governo e la maggioranza del 55% in Parlamento, senza dover trattare al ribasso con nessun altro partito
Per entrare in una democrazia autentica e partecipata, l’accoglimento di queste regole è essenziale e può essere ottenuto solo da un partito che mette questi obiettivi nel suo programma, ottiene la maggioranza relativa, e ha il premio di maggioranza fino al 55%.

L’unico “partito” che ha affrontato questi temi, di autentica democrazia, a partire dai candidati espressi e votati dal territorio e non nominati dalla segreterie di partito, è il M5S, ed è stato etichettato dai gaglioffi di tutti i partiti di destra e sinistra “antipolitica”, mentre è in corso il più difficile e nobile tentativo di rifondare la politica dando qualche strumento in mano ai cittadini al fine di controbilanciare lo strapotere del denaro, del malaffare, della corruzione, delle ruberie, delle P2, delle mafie, del monopolio televisivo, che nulla hanno a che fare con la politica e assomigliano sempre più ad associazioni a delinquere in lotta solo per spartirsi il pubblico denaro.
Paolo De Gregorio
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