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Il virus del programmatore
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Autore Messaggio
Zeus News
Ospite





MessaggioInviato: 03 Giu 2020 18:42    Oggetto: Il virus del programmatore Rispondi citando

Leggi l'articolo Il virus del programmatore
Cassandra Crossing/ Non si tratta del CoViD-19, ma di un virus informatico che si propaga utilizzando i programmatori.


 

 

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{Alessio}
Ospite





MessaggioInviato: 03 Giu 2020 19:55    Oggetto: Rispondi citando

"...la programmazione è diventata un'arte decadente e la situazione peggiora di pari passo con il progresso delle tecniche di sviluppo software."
Non posso che complimentarmi: ottima descrizione in pochissime parole.
Da 40 anni vivo nell'ambiente IT e quello dello sviluppo software. Oramai chi sviluppa è solo più un assemblatore di frameworks che non domina affatto....che tristezza!
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{utente anonimo}
Ospite





MessaggioInviato: 03 Giu 2020 21:49    Oggetto: Rispondi citando

Ma oltre che a replicarsi e diffondersi, questo virus fa anche altri danni?
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{ilmio}
Ospite





MessaggioInviato: 04 Giu 2020 00:46    Oggetto: Rispondi citando

Non concordo con questa visione da "bei tempi andati". Al giorno d'oggi nessuo si sognerebbe di costruirsi da zero un'auto, partendo casomai dal reperimento della materia prima e la sua raffinazione, non perchè i tempi moderni siano decadenti ma perchè anche avendo il tempo di farlo, il risultato sarebbe nel migliore dei casi mediocre.
Non di meno selezionare i pezzi "prefabbricati" di un'auto (ruote, motore, centraline, ecc) richiede una dose di competenza elevata e di visione d'insieme, più elevata di quella che si aveva quando ognuno si costruiva la usa carrozza.
Ovviamente ci sarà comunque manovalanza che "attacca i pezzi", anche nel mondo del software, ma chi progetta un software moderno non ha nulla da invidiare a chi lo faceva 20 anni fa ed il risultato è ben diverso se si sa fare il proprio mestiere.
Poi ovvio, esistono software fatti male oggi come ieri e capolavori, ieri come oggi.
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{aldo}
Ospite





MessaggioInviato: 04 Giu 2020 06:31    Oggetto: Rispondi citando

di questo problema aveva parlato anche ken thompson link "You can't trust code that you did not totally create yourself."
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{uto uti}
Ospite





MessaggioInviato: 04 Giu 2020 14:27    Oggetto: Rispondi citando

Caro Marco, non solo i programmatori sono diventati degli assemblatori.
La tecnica sta diventando così complessa, in ogni settore, che solo pochissimi comprendono quello che fanno a livello profondo, e malgrado questi pochi possano capire, è ormai diventato estremamente complesso anche per loro, e da un certo punto di vista 'termodinamicamente' inutile, ripartire dalle basi per costruire qualcosa di nuovo, accelerando il processo entropico, per così dire.
Certo, l'inefficienza dei sistemi aumenta a dismisura, e questo pareggia il conto dell'aumento dell'entropia, ma a questo non si può porre rimedio se non ripensando l'intera costruzione sociale e quindi economica del pianeta.
Evento che mi appare estremamente improbabile nei prossimi 'mila' anni, anche se non utopico in sé.
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yayo75
Eroe in grazia degli dei
Eroe in grazia degli dei


Registrato: 07/08/06 21:53
Messaggi: 102

MessaggioInviato: 05 Giu 2020 23:29    Oggetto: Rispondi citando

Che la complessità di elaborazione aumenti è inevitabile, come è scontato poi che ognuno debba specializzarsi in una parte del processo di elaborazione/produzione.

La questione è che qui si parla di informatica (=informazione automatica), ovvero dell'elaborazione di base per TUTTO il resto.
(L'informazione, ovvero la sua elaborazione, è in fondo la base della civiltà umana.)

Quindi se aumenta la complessità chiaramente aumentano e si diversificano i passaggi, ma deve di pari passo aumentare la verifica di qualità per tenere il livello complessivo.

Tipo: se fai la torta va bene comprarti gli ingredienti fatti, certo non ti fai l'allevamento di galline per le uova o la piantagione di cacao. Men che meno ti fai il forno o il frullatore partendo dal progetto.
Però se ingredienti e strumenti sono scadenti puoi essere il miglior cuoco de sto mondo ma verrà sempre una mezza schifezza.

Il fatto è che noi mediamente ragioniamo ancora ognuno per sé, tipo "massì, tanto la torta mica la devo mangiare io, basta che mi paghino".
Ovvero stante il fatto che per aumento della complessità del sistema ti specializzi sempre di più, va da sé che poi di tutto il resto prenderai della specializzazione degli altri. Per tutto ciò che ti serve nella vita. Quindi se tutti ragionano così...

mah... ¬_¬
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Gladiator
Dio maturo
Dio maturo


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Messaggi: 12755
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MessaggioInviato: 28 Giu 2020 15:36    Oggetto: Rispondi citando

{uto uti} ha scritto:
[...]Certo, l'inefficienza dei sistemi aumenta a dismisura, e questo pareggia il conto dell'aumento dell'entropia, ma a questo non si può porre rimedio se non ripensando l'intera costruzione sociale e quindi economica del pianeta.
Evento che mi appare estremamente improbabile nei prossimi 'mila' anni, anche se non utopico in sé.

Su questo non sarei così pessimista anche se certo non per fattori endogeni all'umanità ma, principalmente, esogeni.
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francescodue
Dio minore
Dio minore


Registrato: 26/09/08 10:00
Messaggi: 550

MessaggioInviato: 30 Giu 2020 21:56    Oggetto: Rispondi citando

È interessante questa digressione da un problema tecnico a uno sociale con previsioni future.
Da bambino sognavo lo scienziato che ha le conoscenze di tutte le materie e può realizzare ogni progetto in proprio.
Poi ho capito che la realtà è troppo complessa.
E infine che, molto spesso, non vale la pena occuparsi di ogni singolo dettaglio: altri avranno avuto pensieri e soluzioni superiori ai miei.
Tutto questo, però, non assolve dal dovere di controllare la propria parte.
Non mi metterei a costruire un'auto (mancanza di troppe nozioni), ma almeno verifico i parametri con cui interagisco.
Non realizzo un allevamento di galline per fare una torta, ma almeno controllo che uova e altri ingredienti siano buoni e che il risultato sia soddisfacente.
È ovvio che un sistema complesso diventa complesso da controllare (forse anche di più).
Per questo, una volta, c'erano i laboratori qualità che controllavano non solo che i parametri fossero quelli richiesti/dichiarati, ma che non ce ne fossero altri (che magari passavano all'ufficioi ricerche).
Adesso, mi sembra, il problema sia la fretta di uscire con un nuovo prodotto.
Una volta c'erano i beta tester (che sapevano di rischiare), adesso lo siamo tutti ma senza saperlo.
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Gladiator
Dio maturo
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Messaggi: 12755
Residenza: Purtroppo o per fortuna Italia

MessaggioInviato: 04 Lug 2020 12:59    Oggetto: Rispondi citando

Adesso il concetto più diffuso - e non solo nella realizzazione del SW - è intanto risparmio perché se anche dopo mi va buca, comunque, spendo sempre meno che a far tutto perfetto ora tanto chi ci rimetterà di più non sarò certo io. Rolling Eyes

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kenshir
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MessaggioInviato: 11 Lug 2020 03:33    Oggetto: Rispondi

francescodue ha scritto:
Adesso, mi sembra, il problema sia la fretta di uscire con un nuovo prodotto.


Esatto, tutto ruota intorno a questo. In tutti i settori.

Il programmatore classico e' purtroppo non solo desueto, ma in via d'estinzione.
Siamo forzati a diventare sempre piu' sviluppatori, che mettono insieme pezzi di codice cercando di cucirli insieme meglio possibile. Che e' l'unico modo per restare sul mercato, mantenendo tempi e costi in linea con le aspettative dei clienti.
Niente piu' sarti che creano abiti su misura, ma confezionatori di vestiti in serie. In alcuni casi assemblati con l'aiuto di qualche sottopagato collaboratore dall'altra parte del mondo, visto che ormai e' facile anche subappaltare pezzi di lavoro, se si ha un po' di pelo sullo stomaco.

Un peccato davvero, perche' il lavoro artigianale da sempre paga in qualita' e durata.
Conoscere a fondo la propria creazione permette di riparare un guasto o aggiungere una funzionalita' in tempi rapidi.
Ma se invece di mettere le mani direttamente negli ingranaggi sei costretto a mantenerti parecchi livelli di astrazione piu' in su, se qualcosa si incastra rischi di crollare insieme a tutta la struttura.

E se a tutto questo aggiungiamo anche la silver bullet syndrome... Rolling Eyes
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