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Quando Linux fa politica
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Autore Messaggio
Zeus News
Ospite





MessaggioInviato: 06 Giu 2005 23:00    Oggetto: Quando Linux fa politica Rispondi citando

Commenti all'articolo Quando Linux fa politica
Il pinguino è solo software? O è il nuovo simbolo della sinistra rivoluzionaria?
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.Francesco.
Ospite





MessaggioInviato: 09 Giu 2005 10:52    Oggetto: Rispondi citando

Grazie per l'utile chiarificazione.
Ricordo solo che, comunque, tra utilizzatori e
sviluppatori di linux, siamo in tanti a
sbattercene le palle della politica e di rossi
e neri e verdi e dei giochetti annessi e connessi.

Cultura e scienza sono cose ben piu` importanti
e la condivisione dell'informazione garantita
dalla GPL e` sicuramente il punto centrale
nel fatto che i ricercatori seri del campo
lavorino con strumenti basati su software libero.
Linux ne e` solo l'esempio piu` noto ed i paesi
piu` desiderosi di "cultura comune" sapranno
sfruttarlo per superare l'ormai sottosviluppata
Italia e, poi, via via tutti gli altri.
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Federico Oliosi
Ospite





MessaggioInviato: 09 Giu 2005 13:39    Oggetto: Rispondi citando

A che cosa si fa riferimento l'espressione "legislazione su brevetti e copyright da repubblica delle banane" utlizzata nell'articolo ?
Spiego il senso della domanda: si intende dire che brevetti e copyright sono in se stessi cose prive di senso oppure che e' solo la disciplina vigente in Italia in materia di brevetti e copyright ad essere priva di senso ?
Nel primo caso mi permetto di osservare che brevetti e copyright sono stati alla base della prima e della seconda rivoluzione industriale, che certamente ha lasciato nella fame molte parti del mondo, ma ha indubbiamente sfamato un'altra parte di quello stesso mondo (il nostro, per la precisione). Aggiungo che solo ora si reputano i brevetti ed i copyright una costrizione intollerabile, giacche' sino ad un decennio essi erano comunemente accettati e, molto spesso benvisti e desiderati, quali strumento di tutela del proprio lavoro.
Solo ora, con l'inarrestabile processo di globalizzazione delle conoscenze, delle idee e della loro comunicazione - perche' questo e' in buona sostanza internet - i vincoli imposti da brevetti e copyright vengono vissuti come una compressione della liberta' personale, ma cio' non vuol dire che il concetto su cui si fondano (retribuire l'opera dell'ingegno) sia sbagliato: o c'e' qualcuno che sente nostalgia dei mecenati ?
Cio' detto non mi nascondo che taluni aspetti della tutela brevettuale e del diritto d'autore siano decisamente da rivedere, in primis la loro durata, sicuramente troppo lunga se rapportata al tasso di innovazione tecnologica attuale, ma di certo non mi sento solo per questi aspetti di buttare via il bambino con l'acqua sporca.
Riprendendo la domanda iniziale, ossia se il riferimento doveva intendersi riferito alla specifica normativa italiana in materia di brevetti e copyright, mi permetto di osservare che:
a) il diritto industriale e d'autore nasce di fatto in un contesto internazionale (il reciproco riconoscimento del diritto in più nazione costituisce infatti presupposto logico ed indefettibile per la sua efficacia ed utilita'), sicche' le norme fondamentali del settore sono pressoche' identiche in tutte le nazioni del mondo, sviluppato o meno che sia: cio' che cambia e' solo la misura in cui sono fatte applicare. In altri termini anche la Cina ha il suo bravo diritto d'autore e brevettuale, ma per scelta politica non viene di fatto applicato in danno degli imprenditori cinesi;
b) l'Italia non fa certo eccezione a tale schema, con l'ulteriore precisazione che la nostra appartenenza all'UE ha ulteriormente omologato la disciplina applicabile da noi con quella vigente negli altri Stati membri: per una conferma si veda la recente istituzione, per decisione comunitaria, delle Sezione Specializzate in Marchi, Brevetti e Diritto Industriale presso i Tribunali dei Comuni sedi di Corte d'Appello.
In conclusione, se il riferimento e' alla sola Italia, esso andrebbe correttamente esteso quantomeno a tutta l'UE, se non addirittura a tutti gli stati membri dell'OCSE e della WIPO.
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b.cremonini
Ospite





MessaggioInviato: 09 Giu 2005 17:22    Oggetto: Rispondi citando

occorre una bandiera e un manifesto. tecnicamente sono un dinosauro, ma così non sono i miei figli fra i 30 e i 40 e da loro e il loro ambiente di universitari mi pare che quanto sopra scitto corrisponda al loro modo di pensare. A volte da vecchio mi piacerebbe di sentire parlare con lo stesso fervore di questa malandata nostra nazione. Saluti
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.Arm.
Ospite





MessaggioInviato: 09 Giu 2005 17:46    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
" Nel primo caso mi permetto di osservare che brevetti e copyright sono stati alla base della prima e della seconda rivoluzione industriale, che certamente ha lasciato nella fame molte parti del mondo, ma ha indubbiamente sfamato un'altra parte di quello stesso mondo (il nostro, per la precisione). "
così scrive Federico da Verona.
Vorrei osservare, solo su questo punto, che sembra la teoria del bicchiere mezzo pieno e quello mezzo vuoto. Ma con una variante, che io aggiungerei, del bicchiere TROPPO mezzo pieno. (o addirittura pieno del tutto per quanto riguarda l'occidente)
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cubano
Ospite





MessaggioInviato: 10 Giu 2005 08:00    Oggetto: Rispondi citando

In linea con questi tempi leggeri fino al vuoto, Castro è (quasi) terrorista.
Batista sia con voi, con Bush, Berluscone e la vostra democrazia che esportate come facevano i sovietici, vostro grande senso critico. Ciao.
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Ospite






MessaggioInviato: 10 Giu 2005 18:02    Oggetto: Rispondi citando

Oddio la politica nei sistemi operativi no, vi prego. Ci manca solo che ci sia il sistema operativo "di partito"...
PS: Castro non è "sinistra rivoluzionaria", è dittatura e basta, perlomeno oggi. Se scegli Linux non è certo per l'open source (per dittatori come lui OPEN non ha valore, vista quanto gente tiene CLOSED in prigione).
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Francesco Celebrini
Ospite





MessaggioInviato: 10 Giu 2005 19:05    Oggetto: Rispondi citando

C'è stato un tempo non troppo lontano in cui tutto era politica: il modo di vestire, di parlare, di vivere con gli altri.
Il senso di appartenenza permeava la vita di molte persone fino a cristallizzarsi, in casi estremi,in ideologia ottusa.

Non sono passati molti anni ma il sentire comune ha subito una virata radicale.
Oggi si crede che niente sia politico oppure che quel poco che è rimasto sia limitato ai giochi di potere dei partiti politici.
"Quelli che non si sono mai occupati di politica perchè dicono che la politica l'è una roba
sporca", recitava il grande Jannacci in una famosa canzone, oggi sono la maggioranza.

Mi permetto di dissentire.
Non tutto è politica ma ci sono cose che non possono non essere considerate politiche (nel senso più ampio del termine)e questo per aspetti intrinseci che producono ricadute importanti sulla società.

In questo senso la diffusione del software libero con tutto quello che comporta sarà, forse, una delle novità politiche globali di maggiore rilevanza di questo primo scorcio di secolo.
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gallows
Ospite





MessaggioInviato: 11 Giu 2005 10:28    Oggetto: Rispondi citando

bandiere a parte... io focalizzerei l'attenzione sul ruolo di linux in uno stato moderno (non certo l'italia).
La possibilita` di aver pieno controllo sul software credo abbia un'importanza notevole, soprattutto per quanto riguarda sviluppo e innovazione nel campo informatico.
Se questo "modello" dovesse prender piede sarebbe la piu` grande conquista del free-software, probabilmente linux e freebsd non conquisteranno i desktop ma saranno fondamentali, in quanto avranno il compito di reggere l'intera infrastuttura informatica e magari la questione open source (o meglio free software) non sara` appannaggio dei soli smanettoni.
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.Ast.
Ospite





MessaggioInviato: 11 Giu 2005 11:20    Oggetto: Rispondi citando

A parte il tono generale dell'articolo ed alcune affermazioni del Bottari, che sono chiaramente generate dal sonno della ragione, penso che, forse, l'articolo andava pensato in termini di tecnica contro strategia economica, lasciando stare la politica.

Da un lato il sistema operativo + diffuso (sul Desktop e nei server aziendali), dall'altro il software pià diffuso sui web server, ma anche più stabile e configurabile, modificabile e adattabile.

Da un lato la politica di dipendenza dal fornitore (tanto cara a MS ma anche, per esempio, anche alla vecchia IBM), dall'altro la possibilità di avere il controllo (per l'azienda, ma anche per P.A.)

Da un lato un modello di sviluppo basato sul centralismo, dall'altro un modello basato sulla cooperazione che genera competenze diffuse e decentrate (vicine agli utenti) e che puo' migliorare (nel lungo termine) la professionalità del personale aziendale (o del bacino geograficao se parliamo di P.A.).

Questo naturalmente anche in dipendenza dei programmi scolastici (o di formazione aziendale) che sono disponibili (altro bel tema di discussione).

Cosa centra questo con la destra e la sinistra ????

Saluti cordiali a tutti.
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.Ospite.
Ospite





MessaggioInviato: 11 Giu 2005 16:18    Oggetto: Rispondi citando

Il punto è che qui non si è parlato di "politica", ma appunto di "destra" e "sinistra"...

Si dovrebbe parlare di politica di sviluppo, politica economica, politica di informatizzazione. Ma dire che LINUX E' DI SINISTRA è da cottolengo.
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Zavo
Ospite





MessaggioInviato: 11 Giu 2005 18:50    Oggetto: Rispondi citando

secondo me il punto fondamentale è che lìopen source è molto strumentalizzato da tnate persone che lo usano anche come "bandiera" della loro lotta politica. Io siceramente penso che linux non sia ne di destra ne di sinistra ma bensi un partito a se indipendente (per fortuna) dagli schemi tradizionali di politica e spero che rimanga cosi, per cio è inutile dargli una connotazione a destra o a sinistra. Un ultima cosa mi sembra che alcuni commenti pecchino un po di vanita e di accuratezza... insomma di sapientini ce ne sono gia tanti al mondo :-).
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Marino
Ospite





MessaggioInviato: 13 Giu 2005 11:35    Oggetto: Rispondi citando

Politica = scelta > Linux = libertà di scegliere
Ricordiamoci che esistono dei vincoli (economici, spaziali e temporali) che ci obbligano a scegliere, all'interno dei nostri bisogni / desideri, se fare o non fare qualcosa.
Dati questi vincoli TUTTE LE VOLTE che facciamo qualcosa (spesa al market, guardare un programma TV, installare un SW o altro) SCEGLIAMO e PREMIAMO con le nostre risorse (economiche > perchè pago; temporali > perchè dedico tempo; umane > perchè presto attenzione) le proposte fatte da qualcun altro attraverso lo scambio.
Ciò premesso, LINUX (o gli strumenti che allargano le possibilità di scelta) sono DA PREFERIRE, perché generano una maggiore libertà. Questa può quindi essere tradotta in vantaggi dal punto di vista del singolo, della collettività e dell'economia.
Dal punto di vista individuale e sociale per la possibilità che viene offerta di proporre idee sul mondo dove si vive, "giocare" a fare la politica e quindi essere protagonisti attivi del proprio futuro.
In termini economici come maggiori risorse di cui disporre.
Quindi anche la scelta degli STRUMENTI non è neutra, perchè modifica il contesto all'interno del quale assumere scelte e decisioni, favorire una SCELTA piuttosto che un'altra, uno SVILUPPO piuttosto che un altro, una POLITICA piuttosto che un'altra.
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GiuMaz
Mortale pio
Mortale pio


Registrato: 16/06/10 08:20
Messaggi: 26

MessaggioInviato: 18 Mag 2012 08:15    Oggetto: Rispondi citando

Secondo me legare un colore o un partito politico a un sistema operativo è follia... Scienza e tecnica, a mio avviso, non dovrebbero essere di partito (sono cose oggettive) mentre possono benissimo esserlo tante cose che di fatto sono soggettive.
Tuttavia, se linux non implica sinistra ciò non vuol dire che sinistra (o socialista più che altro) non implichi linux. Secondo me una persona coerentemente di sinistra non dovrebbe utilizzare ne Windows ne Apple, ma anzi dovrebbe essere ben d'accordo con quelli che sono gli obbiettivi dell'open source... Ma questa purtroppo è logica, e da quel che ho visto logica e politica non vanno molto d'accordo Sad
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{max59}
Ospite





MessaggioInviato: 07 Nov 2013 10:05    Oggetto: Rispondi

Ritengo che una multinazionale come IBM dovrebbe dare assistenza non solo su server, ma anche su client, solo così l'assistenza sarà capillare e l'utenza non sarà solo quella professionale.
Inoltre si dovrebbe consentire l'uso del codice solo a scopi civili, non anche militari, per avere un miglior impatto sociale.
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