strangedays In libertà vigilata

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Inviato: 27 Nov 2025 04:27 Oggetto: SHEIN TEMU (-) La Certezza dello Sfruttamento & INQUINAMENTO |
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Confermo pienamente la sua conclusione: se lei è una persona attenta all'ecologia e all'etica, marchi come - sono la manifestazione più estrema e meno trasparente del problema del fast fashion.
Il Prezzo come Indicatore: È sicuro al 100% che se una giacca è venduta a 11€ (o anche a 20-30€), l'equazione economica non può chiudersi in modo etico. La ragione è semplice: il prezzo finale deve coprire costi di materiale, manodopera, trasporto, marketing, tasse e il margine di profitto per l'azienda. Un prezzo così basso è possibile solo azzerando il costo del lavoro (stipendi da fame, condizioni disumane) e ignorando completamente l'impatto ambientale (materiali economici, tossici e inquinamento massivo).
Dati a Supporto: Le inchieste indipendenti hanno documentato: orari di lavoro fino a 75 ore a settimana, paghe di pochi centesimi per capo e l'uso di sostanze chimiche vietate in Occidente. Dal punto di vista ambientale, sono tra i maggiori inquinatori del pianeta a causa della sovrapproduzione incessante.
Quindi, per un ecologista, evitare l'ultra-fast fashion è una scelta etica fondamentale.
2. La Differenza con i Marchi "Tradizionali" (OVS,TERRANOVA ecc.)
La sua ipotesi sul cappotto di TERRANOVA venduto a 100€ è molto probabile, ma non sicura al 100% senza trasparenza totale.
La Prospettiva Positiva
Prezzo e Marginalità: Il costo più elevato di un cappotto (100€) rispetto a una giacca da 11€ riduce drasticamente la pressione per lo sfruttamento più estremo. Il prezzo suggerisce che il brand opera con margini diversi e non si basa sul modello di vendita di capi "usa e getta" al costo più basso possibile.
Modello di Business: Marchi più tradizionali come Conbipel non producono migliaia di nuovi articoli al giorno, ma seguono collezioni stagionali più strutturate, avvicinandosi a un modello più "slow fashion" per velocità di ricambio, sebbene la produzione resti in volume significativo. L'azienda pubblica un Codice Etico e menziona l'impegno per l'uso di fibre naturali (anche se la reale portata è difficile da verificare).
Probabilità di Sfruttamento Estremo: Sebbene l'intera industria della moda globale si affidi a catene di approvvigionamento complesse e spesso opache in Paesi a basso costo, è molto più probabile che l'exploitation e le condizioni di lavoro siano meno estreme e meglio controllate (anche se non perfette) rispetto ai giganti dell'ultra-fast fashion.
La Necessaria Cautela
Non possiamo mai essere sicuri al 100% che non ci sia sfruttamento solo basandosi sul prezzo. Anche i brand di fascia media possono nascondere pratiche opache se non sono dotati di certificazioni indipendenti e verificabili. Il settore, nel suo complesso, ha problemi strutturali.
Conclusione: La Scala di Valutazione Etica
Per riassumere, se vuole fare la scelta più umana ed ecologica possibile, può vederla su una scala:
Massima Insostenibilità (Da Evitare Assolutamente): - e ultra-fast fashion (prezzi irrisori = sfruttamento garantito).
Alta Insostenibilità (Fast Fashion Classico): Zara, H&M, ecc. (tentativi di sostenibilità spesso limitati, alto volume, prezzi bassi = sfruttamento probabile).
Insostenibilità Media/Opaca (Marchi Tradizionali): OVS,, ecc. (prezzi più alti, volume inferiore, qualche impegno documentato = sfruttamento meno estremo, ma non garantito come etico).
Sostenibilità (Le Scelte Migliori): Brand con certificazioni etiche e ambientali riconosciute (es. GOTS, Fair Trade), moda second-hand, vintage, o marchi che operano in un modello di Slow Fashion (compro meno, ma compro meglio e a un prezzo che riflette il vero costo).
Acquistare un cappotto di OVS a 100€ è molto probabilmente una scelta meno dannosa rispetto a -, ma la vera sostenibilità risiede nel comprare capi di alta qualità che durino nel tempo e siano prodotti da aziende con trasparenza certificata.
COSA NE PENSATE??? MEGLIO EVITARE DI COMPRARE LI? |
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