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Il debutto di Saras in Borsa
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ili07
Dio maturo
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MessaggioInviato: 26 Set 2008 17:36    Oggetto: Il debutto di Saras in Borsa Rispondi citando

Mi meraviglio davvero che la gente ancora si fidi a investire nelle azioni

Citazione:
25 Settembre 2008
Che Saràs, Saràs...


Scrivevo di emmemmme Massimo Moratti nel blog il 23 aprile 2007, diciassette mesi fa:
?Ogni tanto il fratello maggiore Gianmarco gli chiede di mettere una firma sui collocamenti. La gente si fida di lui, del suo aspetto da Bugs Bunny buono. E così è stato anche per il debutto di Saras in Borsa. I Moratti hanno incassato 1,7 miliardi di euro, ne avevano bisogno per rinforzare la squadra. Il titolo fu quotato a 6 euro in un momento di crollo del settore energetico. Chi lo comprò perse il 12% in un solo giorno. Riassunto: qualcuno decide che il prezzo di 6 euro è giusto, i risparmiatori ci credono, comprano, perdono. I Moratti e le banche ci guadagnano e la procura indaga. La Consob dov?era? Cardia illuminaci.?

Emmeemme farfugliò di querele contro di me di cui non ho avuto notizia. Quelle che ho comunque mi bastano.
Diciassette mesi dopo il post ?Senza rubare?, il 23 settembre 2008, il consulente tecnico della Procura di Milano ha descritto l?operazione Saras in 400 pagine.
Il consulente, come riportato da Repubblica: ?ha ipotizzato che l?incasso della quotazione sia servito soprattutto a un ramo della famiglia, quello di Massimo Moratti, per far fronte ai debiti dell?Inter. Con un contestuale danno per il mercato di 770 milioni di euro?.
In sostanza le azioni sono state quotate a un prezzo molto superiore al loro valore. I Moratti e le banche hanno incassato. Chi ha comprato ha perso 770 milioni di euro.
Le banche hanno offerto un aiuto prezioso per la collocazione dei titoli. Le email sequestrate dalla magistratura:
- ?E? vitale che davanti al prezzo ci sia un 6?, Federico Imbert, Jp Morgan
- ?Devi essere al corrente del fatto che abbiamo ottenuto 1,6 miliardi di euro, cioè da entrambi i fratelli, ma uno dei due deve ripagare 500 milioni di debiti, così quella parte non la vedremo per lungo tempo? Emilio Saracco, Jp Morgan
- ?Parlato a lungo con Miccichè di Intesa. E? contento del lavoro fatto insieme su Saras e Intercos. E? personalmente a disposizione per stimolare forza vendita specialmente su Saras. Chiede di informarlo se vediamo problemi o sgranature. Tiene ovviamente molto al successo data l?esposizione sua e di Passera con i Moratti. E? stato da lui Galeazzo Pecori Girali di Morgan Stanley consigliando di non esagerare sul prezzo. Lui crede che lo faccia per invidia nei nostri confronti? Federico Imbert, Jp Morgan.
Che Saràs, Saràs ?:
- Moratti, incasso 1,6 miliardi di euro
- Jp Morgan, incasso 26,7 milioni di euro
- Banca Caboto, incasso 18 milioni di euro
- Morgan Stanley, incasso 20,9 milioni di euro
- Azionisti, perdita 770 milioni di euro.

dal sito di beppe grillo


a prescindere dal caso di specie davvero mi son sempre chiesta la Consob cosa cavolo faccia...

in tutti questi anni non c'è stato un solo caso in cui abbia vigilato....
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fulmine
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MessaggioInviato: 06 Nov 2008 17:46    Oggetto: Re: Il debutto di Saras in Borsa Rispondi citando

ili07 ha scritto:
Mi meraviglio davvero che la gente ancora si fidi a investire nelle azioni

Io conosco gente che ormai ci vive con le azioni, c'è un giro che neanche immaggini.Andate in banca e vi assillano con gli investimenti e ti dicono di tutto per convincerti a investire quei quattro soldi che hai, in realtà chi vi propone l'investimento, la maggior parte delle volte non lo fà per il tuo interesse ma bensì per la banca che gli stà attaccata dietro le costole per costringerlo a fare numeri. Tante volte l'operatore che propone queste cose, lo fa controvoglia ma è costretto dai suoi superiori, solo che poi i meriti vanno ai direttori e le lamentele vanno agli operatori degli sportelli.
Guarda che le banche sono meschine, se un cassiere non quadra in difetto i soldi ce li deve mettere lui di tasca propria, hanno un assicurazione apposta per questi eventi, voi direte, allora se invece non quadra in positivo se li prende lui. No, no no, i soldi in eccesso vanno in un fondo della banca stessa e non li utilizzano per coprire le cifre che mancano alle quadrature.


ili07 ha scritto:
a prescindere dal caso di specie davvero mi son sempre chiesta la Consob cosa cavolo faccia...

in tutti questi anni non c'è stato un solo caso in cui abbia vigilato....

La consob? Esiste ancora? Think
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MessaggioInviato: 07 Nov 2008 12:01    Oggetto: Re: Il debutto di Saras in Borsa Rispondi citando

ili07 ha scritto:
Mi meraviglio davvero che la gente ancora si fidi a investire nelle azioni

se si conoscono si possono anche usare.
Ma occorre discriminare, come in tutte le cose, tra le buone occasioni e le "bufale".
Certo, sono concorde con te, ci sono molte bufale in giro.
Create ad hoc, spesso se non con la connivenza almeno con la "sbadataggine" di chi dovrebbe controllare e supervisionare.


fulmine ha scritto:

Io conosco gente che ormai ci vive con le azioni, c'è un giro che neanche immaggini.

non sono poi tanti quelli che "vivono" di finanza, a meno che non siano già ricchi in partenza...fidati, i numeri spesso sbandierati dalle banche sono "gonfiati" o quanto meno interpretati a uso e consumo.


fulmine ha scritto:

Andate in banca e vi assillano con gli investimenti e ti dicono di tutto per convincerti a investire quei quattro soldi che hai, in realtà chi vi propone l'investimento, la maggior parte delle volte non lo fà per il tuo interesse ma bensì per la banca che gli stà attaccata dietro le costole per costringerlo a fare numeri.

ma è "normale" che la banca faccia il proprio interesse (certo occorre poi distinguere tra i casi in cui c'è malafede nel proporre qualcosa di chiaramente inadeguato)..e preciso che "normale" non implica giusto eh.
Esattamente come al mercato in piazza il commerciante cercherà di venderti la sua merce....certo non ti dirà "no, queste mele non le compri che non sono tanto buone"...sta a te conoscere la frutta e vedere se sono fresche, verdi, mature, ecc..

Bisogna inculcare nella testa delle persone che andare in banca equivale a recarsi al supermercato..avere di fronte un cassiere o un "consigliere finanziario" equivale a parlare con la cassiera o con chi lavora al banco dei salumi del supermercato
E -preciso- non lo dico in senso dispregiativo ma semplicemente per rimarcare che sono due normali lavori e dunque due aspetti che vanno affrontati con il medesimo piglio.

Non capirò mai perchè per comprare una Kg di mele controlliamo bene la merce, il resto che riceviamo e quant'altro e troppo spesso per comprare un investimento finanziario si va a occhi chiusi, fidandosi ciecamente dei consigli.

E' naturale che non tutti possono essere edotti sulla finanza e gli investimenti. Ma basta non fare ciò che non si comprende. Regola semplice.
Ricordando sempre che a maggiori possibilità di guadagno corrispondono inevitabilmente maggiori rischi.
Chi -ad esempio- ha comprato Enel come investimento, avrà magari subito al collocamento un prezzo gonfiato ad hoc anche dallo Stato per vendere meglio e incassare di più...ma allo stato attuale ha incassato regolari dividendi da favola e nel complesso non rischiato più di tanto.


fulmine ha scritto:

ili07 ha scritto:
a prescindere dal caso di specie davvero mi son sempre chiesta la Consob cosa cavolo faccia...

in tutti questi anni non c'è stato un solo caso in cui abbia vigilato....

La consob? Esiste ancora? Think

il problema degli organi di controllo è che troppo spesso controllori e controllati sono nel tempo le medesime persone, che passano dall'una all'altra parte per lavoro.

Come si è visto ultimamente non è solo un male italiano visto il disastro finanziario degli ultimi mesi.
Certo però che in Italia più che altrove è sempre stato tutto molto più permesso (a partire da come è considerato il falso in bilancio)
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MessaggioInviato: 07 Nov 2008 18:47    Oggetto: Rispondi citando

ioSOLOio ha scritto:
ili07 ha scritto:

Mi meraviglio davvero che la gente ancora si fidi a investire nelle azioni

se si conoscono si possono anche usare.
Ma occorre discriminare, come in tutte le cose, tra le buone occasioni e le "bufale".
Certo, sono concorde con te, ci sono molte bufale in giro.
Create ad hoc, spesso se non con la connivenza almeno con la "sbadataggine" di chi dovrebbe controllare e supervisionare.


La questione è che in pratica se vendi un azione, la stessa sale per effetto, più ne comprano e più sale, quindi tante volte è difficile fare delle valutazioni, chi segue economia e finanza magari riesce meglio ad individuare quella che frutterà, in base a tanti fattori, mercato, vendite, trapassi, fallimenti. Nel caso parmalat e bond argentini, secondo me è stata tutta una manovra attuata dalle banche e dallo stato per cercare di contenere l'inevitabile a danno degli investitori.


ioSOLOio ha scritto:
ma è "normale" che la banca faccia il proprio interesse (certo occorre poi distinguere tra i casi in cui c'è malafede nel proporre qualcosa di chiaramente inadeguato)..e preciso che "normale" non implica giusto eh.
Esattamente come al mercato in piazza il commerciante cercherà di venderti la sua merce....certo non ti dirà "no, queste mele non le compri che non sono tanto buone"...sta a te conoscere la frutta e vedere se sono fresche, verdi, mature, ecc..


Certo, è come dici tu ma gli istituti finanziari devono sapere che i clienti poi li freghi una volta col rischio di perderli pure. Volevo solo gettare un sassolino a favore di chi lavora per le banche, gestori, cassieri. Stessa cosa per i commercianti, con la situazione economica venutasi a creare, la gente è diventata più obbiettiva, per fortuna.
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MessaggioInviato: 21 Nov 2008 09:54    Oggetto: Rispondi citando

Parlo perchè lavoro come consulente finanziario in una nota banca Svizzera.

Non sto ad elencarvi le differenze fra ciò che ho letto e la mia realtà (tipo che se un cassiere fa una differenza di cassa non ce li deve mettere lui i soldi, ma la banca stessa).
È giusto chi diceva che il management dell'istituto spinge la vendita di alcuni prodotti piuttosto che altri, ma non dobbiamo dimenticarci che lo si fa sempre in buona fede: che vantaggio trarrebbe la banca a vendere un prodotto con consono oppure che non trasparente? Abilmente tutti dicono: "le commissioni di borsa e quelle di gestione del deposito". Vero! Ma in un secondo momento, quando il clienti si accorgono di aver perso magari il 10% del capitale investito? Partono lamentele, lettere alla direzione, chiusure di conto, ecc ecc.
Quindi il management spinge i consulenti alla vendita di quel ventaglio di prodotti che ritiene ottimo in quel momento di mercato ed in un medio futuro. Tutti i casi in cui viene fatto in cattiva fede sono da condannare.

Investire nelle azioni? Non scordiamoci che si tratta di uno degli strumenti finanziari più pericolosi in quanto sono direttamente implicati con i mercati.
Tanto puoi duplicare in fretta in tuo capitale, tanto in fretta lo puoi azzerare.
Nessun fondo, obbligazione, ecc è così volatile. A parte la parte delle opzioni e altri piccoli casi.
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MessaggioInviato: 21 Nov 2008 10:53    Oggetto: Rispondi citando

stebil ha scritto:
È giusto chi diceva che il management dell'istituto spinge la vendita di alcuni prodotti piuttosto che altri, ma non dobbiamo dimenticarci che lo si fa sempre in buona fede: che vantaggio trarrebbe la banca a vendere un prodotto con consono oppure che non trasparente? Abilmente tutti dicono: "le commissioni di borsa e quelle di gestione del deposito". Vero! Ma in un secondo momento, quando il clienti si accorgono di aver perso magari il 10% del capitale investito? Partono lamentele, lettere alla direzione, chiusure di conto, ecc ecc.
Quindi il management spinge i consulenti alla vendita di quel ventaglio di prodotti che ritiene ottimo in quel momento di mercato ed in un medio futuro. Tutti i casi in cui viene fatto in cattiva fede sono da condannare.

Do per assodato che ci sono ottimi professionisti, seri, motivati e competenti nel loro lavoro di consulenti o dipendenti bancari.

Ma è altrettanto assodato che la situazione non è proprio così trasparente come la dipingi., perchè ci sono e ci sono stati tanti casi non isolati.
I casi eclatanti di Parmalat e Cirio sono li a dimostrarlo..e non mi si venga a dire che le banche non conoscevano la situazione di Parmalat.
Così come altri vari casi di fondi che garantivano ad alcuni clienti privilegiati certe rese, scaricando perdite su altri, o come alcuni investimenti che nascondevano l'accessione di finanziamenti con tutto quello che comporta (si possono citare tutte le più note banche italiane..)
Tralasciando ovviamente il fatto che naturalmente dietro alcuni consigli vi sono laute provvigioni che la filiale e dunque il dipendente intascherà nel caso...almeno su questo ultimamente la regolamentazione è divenuta più
Le lamentele più di tanto non danneggiano e le chiusure di conto per questo tipo di problemi non sono purtroppo efficaci, dal momento che non si parla di una banca cattiva e di altre buone ma di un "vizio" di fondo nel caso.
E poi la banca è uno strumento oramai necessario al pari della benzina, per cui è ovvio che possano tirare un poco di più la corda.

Con ciò non condanno sempre e comunque le banche, anche i clienti investitori hanno spesso le loro colpe, perchè non sempre sono vecchietti o sprovveduti e inseguono guadagni fuori dalla logica del mercato rifiutando di accollarsene poi i costi.
E continuo a dire che un minimo di interesse e conoscenza di ciò che si compra si dovrebbe avere, esattamente come si fa per qualsiasi altra cosa.
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MessaggioInviato: 21 Nov 2008 15:33    Oggetto: Rispondi citando

Non vedo come facessero le banche a conoscere la situazione di Parmalat, se non quelle direttamente coinvolte con l'azienda.
Noi p.es. usavamo vendere obbligazioni di Merry Lynch, banca che è andata a gambe all'aria poco tempo fa.....l'obbligazione aveva un rating AA oppure A+ (il massimo è AAA - "Triple A" in gergo), quindi era altamente probabile che il debitore risarcisse il credito alla scadenza! Invece poi è fallita da un giorno all'altro.
È successa la stessa cosa con Parmalat, Swissair, ecc ecc non è tanto colpa delle banca - consulente finanziario (che proprio non ci guadagnano un fico a far perdere soldi al cliente, anzi) ma quanto colpa delle società che accollano un rating sbagliato (moody's e standard&poor's per esempio).
Io non mi fido più di queste due società.

È naturale che come ogni attività lucrativa, esista un certo numero di persone che RUBANO.

Naturalmente sto parlando per quello che concerne la mia realtà bancario-finanziaria.
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Roberto1960
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MessaggioInviato: 22 Nov 2008 01:47    Oggetto: Rispondi citando

stebil ha scritto:
non è tanto colpa delle banche ... quanto colpa delle società che accollano un rating sbagliato


Però poi se vai a sentire le società di rating vedrai che sapranno darti le loro giustificazioni. Stessa cosa se senti le fonti ufficiali di Consob.

In effetti hanno tutti ragione, perché è l'intero sistema borsistico ad essere fondamentalmente concepito per dare la possibilità ai grandi operatori, chi ha tanti capitali e risorse, di muovere il mercato in modo da avvantaggiarsi sulle spalle ovviamente del piccolo risparmiatore.
Cioè il sistema è fondamentalmente truccato, a danno dei piccoli operatori.

Se ci pensate la Borsa assomiglia molto alle lotterie, totocalcio superenalotto e simili.
Il gioco è fondamentalmente truccato: lo Stato incassa diciamo 100 milioni di giocate e forma un montepremi di 40 milioni. E' chiaro che così i giocatori sono destinati a perdere nella stragrande maggioranza, tuttavia si ammassano a giocare nella speranza di essere quella piccola minoranza che vince, e magari vince anche molto. Risultato: chi vince e vince sempre e regolarmente e molto è lo Stato, cioè chi organizza il gioco.
Se mettete al posto dello Stato i grandi centri di potere finanziario ed economico e al posto dei giocatori i piccoli azionisti... et voilà: ecco a voi la Borsa!

Non rimane che lo considerazione di partenza di ili07, la cosa più saggia detta:
ili07 ha scritto:
Mi meraviglio davvero che la gente ancora si fidi a investire nelle azioni


Qualcuno dice che il gettito che lo Stato ricava da tutte le lotterie è una "tassa sulla stupidità"...
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MessaggioInviato: 22 Nov 2008 15:15    Oggetto: Rispondi citando

Le banche, inteso come dirigenti ad alti livelli conoscono le situazioni aziendali prima di tutti, sono loro gli istituti ai quali le aziende si appoggiano per fare tutte le loro operazioni finanziarie e investimenti e le banche non sono fesse che ti elargiscono finanziamenti così se prima non gli dai la tua situazione aziendale dettagliata e gli investimenti che vuoi fare e la loro sicurezza nel raggiungere gli obbiettivi. Nella mia azienda stanno facendo di tutto per tagliarci lo stipendio, abbiamo fatto sciopero 2 giorni il che in questo periodo non è altro che un rischio, ma lo abbiamo fatto e l'azienda non credeva che avremmo scioperato, perchè contava sulla paura nostra visto il periodo di crisi mondiale che stiamo attraversando. Ma sapete perchè volevano segarci 1300 ?? Perchè voleva tenersi buone le banche piuttosto che noi. E questa è comunque stata una manovra politica delle banche con la partecipazione dei politici che hanno messo in croce gli azionisti e hanno anche fatto inserire un capo del personale non dell'azienda o scelto da essa ma scelto dai politici per tagliarci le gambe e toglierci i diritti acquisiti di noi operai. Ora non credo che se arriva un investitore in banca che chiede di investire sull'azienda in cui lavoro, gli viene spiegato tutto questo, gli verrà detto tutto oro. Idem per la parmalat. Questo è ciò che penso e che purtroppo accade dappertutto
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MessaggioInviato: 22 Nov 2008 15:20    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
Non rimane che lo considerazione di partenza di ili07, la cosa più saggia detta:
ili07 ha scritto:

Mi meraviglio davvero che la gente ancora si fidi a investire nelle azioni


Qualcuno dice che il gettito che lo Stato ricava da tutte le lotterie è una "tassa sulla stupidità"...


Le azioni purtroppo dipendono da noi se vanno in rialzo o in ribasso, a parte quando ci sono i fallimenti dei gruppi o se qualche bravo truffatore fa sparire i soldi delle società nei conti svizzeri.
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MessaggioInviato: 23 Nov 2008 11:11    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Fulmine,
sul tuo primo intervento sono completamente d'accordo. Mi congratulo con voi che siete riusciti a tener duro con lo sciopero e a far recedere l'azienda dai suoi propositi; magari riuscissero tutti ad essere così compatti e a costringere le aziende a rimanere ancorate all'unico obiettivo serio che dovrebbero avere (oltre ovviamente a produrre): pagare gli stipendi, a più persone possibile e più alti possibile, in relazione al mercato in cui opera e compete.
Al vostro nuovo capo del personale cercate di far capire che non è gradito (e qui mi fermo, sennò dico cose sconvenienti...).

Dal punto di vista della tua situazione aziendale la banca ha dimostrato di essere ciò che sono in realtà tutte le banche occidentali: nient'altro che una componente importante di quella formidabile macchina da guerra che io chiamo "plutocrazia occidentale", l'insieme di grandi aziende, multinazionali e corporation, centri di potere politico ed economico, potentati finanziari, organizzazioni massoniche e mafiose, più o meno occulte.
Questa macchina lavora nel suo complesso con un chiaro obiettivo: perpetuare, anzi rinforzare, il sistema di potere attuale, oligarchico e contrario agli interessi delle collettività, quindi fortemente antidemocratico; togliere più risorse possibile dalle masse e spostarle nei grandi centri di potere, concentrandole e usandole per inquinare la politica e rivolgerla sempre di più ai suoi interessi piuttosto che al bene collettivo; ma soprattutto impedire, attraverso le sistematiche distorsione, indebolimento e asservimento dei mezzi di comunicazione e delle istituzioni culturali e formative che i cittadini diventino CONSAPEVOLI di tutto ciò, perché, ahiloro, i nostri sistemi sono ancora FORMALMENTE democratici, quindi occorre il consenso dei pecoroni per continuare a tosarli.

Se qualcuno dovesse ritenere che il quadro che ho disegnato sia il frutto di una paranoia, invece che di una attenta analisi della realtà, è invitato a leggersi il documento-propaganda della P2 (i cui affiliati sono ancora in larga parte solidamente presenti nel cuore delle istituzioni italiane).
Nonché invitato a guardare un po' meno la televisione (il principale veicolo di rincoglionimento delle masse) e a "osservare" un po' meglio il mondo che ci circonda.

Proprio seguendo questo filo di pensiero devo sinceramente dirti, caro Fulmine, che sono completamente in disaccordo col tuo secondo intervento, in particolare quando scrivi:
fulmine ha scritto:
Le azioni purtroppo dipendono da noi se vanno in rialzo o in ribasso...

Quello che intendevo dire col mio precedente intervento è che è esattamente il contrario: l'andamento del mercato azionario è quasi del tutto indendente da noi, dalla gente, dai piccoli azionisti.
E' vero che i piccoli possono spostare azioni in poco tempo ma da un punto di vista statistico le fluttuazioni indotte dalla normale compravendita dei piccoli operatori non sono significative e non determinano i fenomeni macroscopici di cui si parlava in questo post.
Sono i grandi operatori quelli che possono determinare improvvisi "terremoti" nella Borsa, sia per dimensioni sia, anzi soprattutto, per l'effetto di "trascinamento" che possono indurre sui piccoli azionisti.

Quindi io direi invece che "le azioni purtroppo NON dipendono da noi".
Al contrario, sono una componente fondamentale di quella che sopra ho chiamato "macchina da guerra": un ottimo sistema per togliere soldi ai pecoroni - magari illudendo qualcuno che tutto sommato ci si può guadagnare - e darli ai grandi finanzieri.
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MessaggioInviato: 23 Nov 2008 16:24    Oggetto: Rispondi citando

Roberto1960 ha scritto:
Ciao Fulmine,
sul tuo primo intervento sono completamente d'accordo. Mi congratulo con voi che siete riusciti a tener duro con lo sciopero e a far recedere l'azienda dai suoi propositi; magari riuscissero tutti ad essere così compatti e a costringere le aziende a rimanere ancorate all'unico obiettivo serio che dovrebbero avere (oltre ovviamente a produrre): pagare gli stipendi, a più persone possibile e più alti possibile, in relazione al mercato in cui opera e compete.
Al vostro nuovo capo del personale cercate di far capire che non è gradito (e qui mi fermo, sennò dico cose sconvenienti...).

Dal punto di vista della tua situazione aziendale la banca ha dimostrato di essere ciò che sono in realtà tutte le banche occidentali: nient'altro che una componente importante di quella formidabile macchina da guerra che io chiamo "plutocrazia occidentale", l'insieme di grandi aziende, multinazionali e corporation, centri di potere politico ed economico, potentati finanziari, organizzazioni massoniche e mafiose, più o meno occulte.
Questa macchina lavora nel suo complesso con un chiaro obiettivo: perpetuare, anzi rinforzare, il sistema di potere attuale, oligarchico e contrario agli interessi delle collettività, quindi fortemente antidemocratico; togliere più risorse possibile dalle masse e spostarle nei grandi centri di potere, concentrandole e usandole per inquinare la politica e rivolgerla sempre di più ai suoi interessi piuttosto che al bene collettivo; ma soprattutto impedire, attraverso le sistematiche distorsione, indebolimento e asservimento dei mezzi di comunicazione e delle istituzioni culturali e formative che i cittadini diventino CONSAPEVOLI di tutto ciò, perché, ahiloro, i nostri sistemi sono ancora FORMALMENTE democratici, quindi occorre il consenso dei pecoroni per continuare a tosarli.


Ma in realtà c'erano alcuni in maggioranza impiegati che lavoravano a stretto contatto con i capi che sembravano mandati apposta con i loro interventi in difesa dell'azienda e che poi non hanno fatto sciopero e a mio avviso sentendo i loro discorsi erano anche ignoranti.

Roberto1960 ha scritto:
Se qualcuno dovesse ritenere che il quadro che ho disegnato sia il frutto di una paranoia, invece che di una attenta analisi della realtà, è invitato a leggersi il documento-propaganda della P2 (i cui affiliati sono ancora in larga parte solidamente presenti nel cuore delle istituzioni italiane).
Nonché invitato a guardare un po' meno la televisione (il principale veicolo di rincoglionimento delle masse) e a "osservare" un po' meglio il mondo che ci circonda.

Non posso che quotarti, sono daccordo con te. A volte i massmedia sono quelli che creano incompresi descrivendo la realtà colorata a modo loro per fare audience e anche i giornali, ad esempio nel caso sempre della mia azienda un giornale provinciale aveva scritto che nell'assemblea dei lavoratori ci eravamo picchiati perchè in disaccordo. Ora vorrei dire, va bene tutto ma non siamo negli anni 70 in cui gli scioperi erano a volte sanguinosi ma nel nostro caso ci siamo comportati civilmente. E comunque le aziende fanno anche questi giochetti loschi dichiarando ai giornali falsità che potrebbero creare solo incomprensioni a livello dipendenti così per metterci contro noi stessi.
Roberto1960 ha scritto:
Proprio seguendo questo filo di pensiero devo sinceramente dirti, caro Fulmine, che sono completamente in disaccordo col tuo secondo intervento, in particolare quando scrivi:
fulmine ha scritto:
Le azioni purtroppo dipendono da noi se vanno in rialzo o in ribasso...

Quello che intendevo dire col mio precedente intervento è che è esattamente il contrario: l'andamento del mercato azionario è quasi del tutto indendente da noi, dalla gente, dai piccoli azionisti.
E' vero che i piccoli possono spostare azioni in poco tempo ma da un punto di vista statistico le fluttuazioni indotte dalla normale compravendita dei piccoli operatori non sono significative e non determinano i fenomeni macroscopici di cui si parlava in questo post.
Sono i grandi operatori quelli che possono determinare improvvisi "terremoti" nella Borsa, sia per dimensioni sia, anzi soprattutto, per l'effetto di "trascinamento" che possono indurre sui piccoli azionisti.

Quindi io direi invece che "le azioni purtroppo NON dipendono da noi".
Al contrario, sono una componente fondamentale di quella che sopra ho chiamato "macchina da guerra": un ottimo sistema per togliere soldi ai pecoroni - magari illudendo qualcuno che tutto sommato ci si può guadagnare - e darli ai grandi finanzieri.

Certo e vero ciò che dici, però anche i piccoli azionisti se li metti insieme fanno un bel capitale. Se una banca ha interessi su una società che stà perdendo quote, cercherà di sicuro anche spingendo tanti piccoli azionisti a fargli credere che investire su quella società è un affare. Questo detto con parole terra terra e per me questo è successo con la parmalat.
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MessaggioInviato: 23 Nov 2008 18:49    Oggetto: Rispondi citando

In realtà, formalmente, avrebbe ragione Fulmine.
Le azioni le muovono i piccoli.
Nel senso che il potere srebbe in mano a queste piccole formichine....un caso eclatante, forse l'unico purtroppo, arriva dall'Inghilterra alcuni anni fa...quando pensionati sufficientemente "incazzati" minacciarono il ritiro delle quote dai fondi pensioni per protesta contro la Glaxo (non una piccola società eh)..ovviamente intervennero i media e l'opinione pubblica si schierò e alla multinazionale del farmaco non restò in quel frangente che chinare il capo...rischiare qualcosa come 1,5 miliardi di euro di disinvestimenti non poteva permetterselo evidentemente (oltre al danno di immagine collaterale)

Certo, non posso dire quanto poi alla fine il risultato sia stato pieno e quanto dunque la Glaxo fece pienamente quanto doveva (si trattava di un programma di aiuti ai paesi poveri per i farmaci lotta all'aids)

Ma il punto importante è che tante piccole formichine anziane poterono dettare legge democratica.

Naturalmente so benissimo che non è facile in quanto non tutti coloro che investono hanno conoscenze sufficienti, tempo adeguato e quant'altro per far valere i propri diritti di azionisti.
Ma la borsa, specie quella azionaria, si regge anche e e soprattutto sui piccoli, piccolissimi azionisti che con i loro soldini comprano azioni, fondi e obbligazioni societarie.
Chiusi questi rubinetti i big player che dettano legge infischiandosene troppo spesso della legge avrebbero il fiato corto.
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MessaggioInviato: 27 Nov 2008 03:00    Oggetto: Rispondi citando

ioSOLOio ha scritto:
Ma il punto importante è che tante piccole formichine anziane poterono dettare legge democratica.

Menzioni un caso particolare. Talmente particolare da poter essere considerato l'eccezione che conferma la regola.
Lo ammetti anche tu quando scrivi che si trattò di
ioSOLOio ha scritto:
...un caso eclatante, forse l'unico purtroppo...

La verità è che - ahinoi - i piccoli operatori del mercato azionario potrebbero muoversi come piccole formichine e determinare il mercato, ma nella pratica quasi mai un grande numero di azionisti ha un movimento coerente, tutti con lo stesso obiettivo, in grado di condizionare i giganti come Glaxo, quanto piuttosto un movimento caotico e incoerente, molto simile al movimento delle molecole in un liquido.
E infatti in un bicchiere d'acqua ci stanno tantissime molecole in moto vorticoso ma l'acqua, complessivamente, se ne resta assolutamente ferma...

Diciamo allora che IN TEORIA avrebbe ragione Fulmine, o meglio ancora che SAREBBE BELLO che avesse ragione Fulmine, ma in pratica...
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fulmine
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MessaggioInviato: 27 Nov 2008 11:57    Oggetto: Rispondi citando

Roberto1960 ha scritto:
ioSOLOio ha scritto:
Ma il punto importante è che tante piccole formichine anziane poterono dettare legge democratica.

Menzioni un caso particolare. Talmente particolare da poter essere considerato l'eccezione che conferma la regola.
Lo ammetti anche tu quando scrivi che si trattò di
ioSOLOio ha scritto:
...un caso eclatante, forse l'unico purtroppo...

La verità è che - ahinoi - i piccoli operatori del mercato azionario potrebbero muoversi come piccole formichine e determinare il mercato, ma nella pratica quasi mai un grande numero di azionisti ha un movimento coerente, tutti con lo stesso obiettivo, in grado di condizionare i giganti come Glaxo, quanto piuttosto un movimento caotico e incoerente, molto simile al movimento delle molecole in un liquido.
E infatti in un bicchiere d'acqua ci stanno tantissime molecole in moto vorticoso ma l'acqua, complessivamente, se ne resta assolutamente ferma...

Diciamo allora che IN TEORIA avrebbe ragione Fulmine, o meglio ancora che SAREBBE BELLO che avesse ragione Fulmine, ma in pratica...


In pratica quando succedono attentati, crisi in generale come succede adesso, crisi di governo, fatti come quelli nel Tibet, etc.. la gente cosa fa? Compra meno, non fà investimenti, non compra case, non fa girare la moneta e quindi il mercato va in crisi. Cosa che sta succedendo ora con questa crisi, che la gente stà più attenta al soldo e non fa sperperi inutili e mettendo così in crisi il mercato specie quello delle grandi marche della cosmesi, di quelle cose che fan parte delle sciccherie. Non è solo il non investire in borsa che fa abbassare i titoli ma è anche tutto il resto che gli sta dietro.
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ili07
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MessaggioInviato: 22 Dic 2008 02:46    Oggetto: Rispondi citando

una cosa è certa.....attentati o no, le ultime peripezie fallimentari di grosse società hanno innescato una diffidenza non da poco per investimenti e mercato azionario!
ancora una volta la stupidità e la superficialità hanno dato il via ad una miccia che rischia di travolgere tutto e tutti....
bella patata bollente che si ritrova a dover gestire Obama!!!

qua da noi invece, per le cosuccie tipo Parmalat, finirà tutto a tarallucci e vino.....in un paese in cui si è cercato di sparare un emendamento salva Tanzi e soci, che cosa ti puoi aspettare???

siamo ancora qua a parlare di bond argentini, figuriamoci il resto!
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fulmine
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MessaggioInviato: 22 Dic 2008 12:57    Oggetto: Rispondi citando

ili07 ha scritto:
una cosa è certa.....attentati o no, le ultime peripezie fallimentari di grosse società hanno innescato una diffidenza non da poco per investimenti e mercato azionario!
ancora una volta la stupidità e la superficialità hanno dato il via ad una miccia che rischia di travolgere tutto e tutti....
bella patata bollente che si ritrova a dover gestire Obama!!!

qua da noi invece, per le cosuccie tipo Parmalat, finirà tutto a tarallucci e vino.....in un paese in cui si è cercato di sparare un emendamento salva Tanzi e soci, che cosa ti puoi aspettare???

siamo ancora qua a parlare di bond argentini, figuriamoci il resto!

Parmalat? Quando ci son dentro i politici fino al collo altro che se vanno a finire a tarallucci e vino, per forza, i nostri politici adottano il detto "volere potere"
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MessaggioInviato: 23 Dic 2008 10:07    Oggetto: Rispondi citando

Mah..la differnza tra "noi" e "loro" c'è effettivamente sempre stata nel perseguire chi veniva beccato...ma per quanto fossero casi eclatanti erano comunque piccoli.

Adesso mi pare di vedere sostanzialmente molto più accomodanti anche loro, visto che hanno scoperchiato un sistema nel suo complesso falso e artefatto, che coinvolge non solo pochi singoli ma tutto l'apparato politico e finanziario che ha fatto finta di nulla nella migliore delle ipotesi

Fannie Mae e Freddy Mac sono due colossi para-statati in qualche modo.
L'ultima truffa (il più classico degli schemi Ponzi portato avanti per anni) del famoso finanziere Maddoff vale pare sui 50 miliardi di dollari...tanto per dire, il salvataggio temporaneo concesso alle tre big dell'auto di Detroit in profondo rosso vale poco più di 14 miliardi
E fino ad ora è stato naturalmente concesso un fiume di denaro spropositato ma i vertici son rimasti al loro posto
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MessaggioInviato: 24 Dic 2008 09:43    Oggetto: Rispondi citando

La tattica adottata dai colossi mondiali si sa che è prima di tutto incastrare nel loro sistema più politici possibbili di dx sx centro e cosivvia, così da garantirsi il sostegno in caso di crollo, per questo restano sempre in piedi, anzi fanno si che ci restino se no diventerebbe come un domino senza fine.
Ormai la nostra economia è una malata terminale.
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ili07
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MessaggioInviato: 24 Dic 2008 17:26    Oggetto: Rispondi

e quando muore?
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