Precedente :: Successivo |
Autore |
Messaggio |
Zeus News Ospite
|
Inviato: 18 Apr 2006 15:54 Oggetto: Storie di ordinaria precarietà |
|
|
Commenti all'articolo Storie di ordinaria precarietà
Bella e sconvolgente la nuova antologia di Aldo Nove dedicata alla vita, al dolore e alle speranze dei lavoratori precari.
|
|
Top |
|
 |
solaria Supervisor sezione Discussioni a tema


Registrato: 17/06/05 11:52 Messaggi: 4851
|
Inviato: 18 Apr 2006 19:02 Oggetto: ice la verità sul precariato in Italia |
|
|
Letto o meglio divorato in 1 ora e mezzo! Un libro di cui volevano impedire la pubblicazione durante la campagna elettorale; il motivo??? Dice la verità sul precariato in Italia! Sconvolgente è pensare che sono tutte storie vere.Leggetelo se non l'avete ancora fatto. |
|
Top |
|
 |
marcOpera Eroe

Registrato: 19/04/06 01:12 Messaggi: 51 Residenza: Torino
|
Inviato: 19 Apr 2006 02:15 Oggetto: |
|
|
Salve, pur se vi seguo da alcuni mesi, solo ora mi decido a registrarmi per partecipare a questa discussione.
E' da un po' di tempo che si sente parlare di precarietà.
Io sono precario dal 1989, da quando cioè ho aperto la mia attività di sviluppo software con un socio, e come me lo sono milioni di piccoli e piccolissimi imprenditori ed artigiani.
La sola differenza con i precari di cui si parla senza sosta nei telegiornali e nei quotidiani è che noi non abbiamo tempo di scendere in piazza, perché guadagnarsi la pagnotta non è mai stato facile, pur lavorando ben oltre le canoniche otto ore, senza rispetto alcuno di notti, festività ed altre quisquilie del genere.
Tutte le volte che in campagna elettorale ho sentito enumerare le condizioni in cui è costretta a lavorare la nuova generazione, la mancanza di certezze, il non poter fare progetti a lungo termine, la totale assenza di protezione sociale, mi sono sempre detto: ma stanno parlando di me!
Oltre a non avere alcuna sicurezza per il domani, chiunque abbia mai aperto un'attività in proprio prova una sensazione simile a quella che deve provare un limone quando viene spremuto.
Per oscuri meccanismi contabili, quando si tirano le somme a fine anno, si scopre sempre di avere ottenuto dei guadagni virtuali, a fronte di una tassazione, putroppo, reale.
Lo stato (la S maiuscola mi sembra troppo) non solo non ci aiuta mai, a nessun titolo, ma appena può ci prende a calci sui denti.
Nel 1989, appena aperta un'attività, l'INPS considerava che già dal primo anno l'utile pro capite sarebbe stato sicuramente di almeno 20.000.000, su cui calcolava un contributo previdenziale di 3.000.000 abbondanti a testa. Peccato che le persone che io normalmente pago per perseguitarmi (a me sembra un po' masochista, una cosa del genere), prendendosela comoda, inviavano i bollettini di versamento INPS 2 anni dopo, sbagliando indirizzo un paio di volte, ed ovviamente ecco che ci si trovava nella condizione di sborsare in 4 rate trimestrali la bella cifra di circa 15.000.000, a fronte di ricavi che in quei primi due anni erano ben lungi dall'aver raggiunto i tanto sospirati 20.000.000 annui pro capite. Trovate voi l'aggettivo appropriato, il più offensivo possibile, per definire una contribuzione calcolata su guadagni di fantasia e non reali.
Sempre proseguendo con la virtualizzazione più spinta del ricavo, un governo sciagurato, che non mi ricordo neanche di che colore fosse, introdusse poi la minimum tax: in pratica la mia dichiarazione dei redditi, per stilare la quale pagavo pure un professionista, poteva servirmi al massimo ad accendere la stufa, dato che lo stato si arrogava il diritto di decidere quali erano i miei ricavi, indipendentemente dall'andamento degli affari. Ricordate che, come per i precari, non esiste per noi autonomi nessuna certezza? Ciliegina sulla torta: proprio nel periodo della minimum tax un Prodi in gran forma, accusato a qualche titolo di aver mandato in rovina l'IRI con una gestione allegra, rispondeva altezzoso che "ci sono i bilanci, carta canta...". La sua carta cantava, con la mia mi ci potevo pulire il c...
Per una realtà microscopica come la mia, con due addetti, basta un colpo di tosse di un cliente, un pagamento in ritardo, un'influenza, ed ecco che si entra subito in emergenza, nella migliore tradizione del precariato. Niente ferie, niente mutua, niente maternità... eppure gli scaglioni per la tassazione IRPEF sono uguali a quelli di un dipendente.
Mi sento un po' come se mi obbligassero a pagare l'assicurazione auto, ma senza darmi la minima garanzia in caso di incidente: definite voi una condizione del genere.
Se poi scoprissi, come temo, di finanziare con le mie imposte la cassa integrazione, in cambio di un pugno di mosche ed una pacca sulla spalla...
Scusate lo sfogo, come primo post non c'è male. Adesso mi faccio una bella dormita, e magari domattina torno di buon umore.
Ciaociao.
Marco |
|
Top |
|
 |
{Domenico} Ospite
|
Inviato: 19 Apr 2006 06:23 Oggetto: Imprenditori? no, arraffoni |
|
|
La precarietà è l'unica offerta che sa darti l'imprenditore odierno. Al colloquio sembrano già che ti abbiano dato qualcosa, poi guardi la scrivania e vedi il nulla, praticamente la stessa cosa che intendono offrirti quando cominci a parlare di retribuzione, in compenso sotto l'ufficio c'è il solito macchinone passato fiscalmente "di rappresentanza" per non pagarci le tasse o addirittura evitare di pagare l'IVA, che per molti equivale ad un ulteriore entroito non come un servizio che lo Stato ti ha concesso di riscossione per suo conto, moltissimi li vedi disperati alle scadenze che non sanno come pagare tale tributo, avendoli già mangiati.
Sono contrario ad ogni forma di sostegno dello stato alla classe imprenditoriale, finora abbiamo visto come gli imprenditori una volta ottenuto tale vantaggio (FIAT doget) chiudono le fabbriche in italia per andare ad aprirne di nuove, con i soldi dei contribuenti all'estero, lasciando sgomente le maestranze che già arrancavano con quel poco concesso e con quei ridicoli aumenti salariali, che i sindacati decantano come vittorie.
Date a me come gestire gli imprenditori nostrani che vanno all'estero a pagare la manodopera a salari minimi, se vuoi vendere in Italia, prima ci paghi la tassa sul precariato che hai creato, poi se vuoi vendere per crearti mercato qui lo fai a prezzi imposti, così se ti va bene entri altrimenti vai a vendere il tuo prodotto (per esempio: caro Della Valle...) nel paese di produzione.
Il "precariato" deve essere orientato verso gli imprenditori, così chi è capace ad essere tale avanza altro modo fallisce di suo, non che a pagare siano sempre gli operai che fanno grande l'impresa, che quando l'Azienda va male con contratti a progetto vanno a casa e quando va bene non meritano neanche il premio produzione, perchè il titolare ha già deciso di comperarsi un nuovo appartamento o la gazonier per incontrare l'amante a spese della nostra schiena. |
|
Top |
|
 |
{utente anonimo} Ospite
|
Inviato: 19 Apr 2006 12:55 Oggetto: |
|
|
i sostenitori delle nuove leggi sul lavoro affermano che le imprese italiane hanno bisogno di flessibilità.
soltanto le nostre.che sono pure perdenti in Europa e nel mondo.
e la flessibilità è una linea perdente perchè le persone fanno il successo di un'impresa; e un' impresa con dipendenti demotivati non fa molta strada. tanto più che ormai non esiste più l'operaio della catena di montaggio, ed è necessaria delega operativa e autonomia decisionale a tutti i livelli. anche di impiegati del call center!se le persone sono malpagate e demotivate non hanno voglia di risolvere i problemi dell'azienda, poco e niente gli importa dei risultati e questo è impensabile in un'organizzazione che deve lavorare per progetti, processi e competenze. ma gli italiani ancora non l'hanno capito e quando finiranno come il Mali cambieranno il loro modo di lavorare.
l'Italia come possiamo vedere è piena di multinazionali, ricerca, brevetti all'avanguardia; le nostre imprese con le loro paghe milionarie attirano cervelli da tutto il mondo.
è ipocrita parlare di fuga dei cervelli se i nostri laureati sono i meno pagati in Europa, e con i contratti più precari; se in Italia un laureato è pagato meno di un operaio.
c'è un solo modo di attrarre talenti: pagarlio!nessuno lavora per fare della benificienza. |
|
Top |
|
 |
{Alessandra} Ospite
|
Inviato: 19 Apr 2006 14:07 Oggetto: Storie di ordinaria precarietà |
|
|
Quoto MarcOpera in toto.
Mi sono laureata nel 94, e i miei bei mesi di precarietà me li sono fatti anche io, un po' di segretariato di qui, un po' di là... la precarietà, i co.co.co., i contratti in nero, i tempo determinato, c'erano anche prima della legge Biagi, i cococo li ha inventati la sinistra. Eccheccavolo, diamo a cesare quel che è di cesare :-/
Poi mi sono rotta le scatole e rimboccata le maniche, ho fatto un corso di aggiornamento, uno stage, e infine ho aperto P. IVA e mi son messa in proprio come traduttrice.
E invece che premiare il coraggio lo stato che fa? Ti considera alla stregua del peggior evasore, impone lui i guadagni minimi (c'era la minimum tax, ci sono gli studi di settore)... io ho anche fatto un figlio, ma se la finanza venisse a controllare non gli fregherebbe nulla se nei tre anni pre-asilo ho ridotto le entrate del 50%... per forza, come lavori con l'ufficio in casa se devi anche badare al piccolino? Loro penserebbero solo che ho fatto la furba.
Adesso la sinistra si permette, nuovamente, di proteggere ad oltranza i dipendenti, e girano voci che questa protezione passerà per ulteriori tassazioni sugli autonomi. Va bene carissimi, va bene cercare di eliminare la precarietà, però pensate un po' anche a chi si è trasformato in autonomo per mancanza di possibilità nel lavoro fisso (e chi la *assume* più una traduttrice? Nemmeno le case editrici lo fanno più...)
Altre tasse agli autonomi? Vorrà dire che io, come tanti altri, chiuderemo bottega. E poi voglio vedere dove andrete a cavar denaro! |
|
Top |
|
 |
earlati Eroe in grazia degli dei


Registrato: 24/09/05 16:13 Messaggi: 123 Residenza: Bergamo
|
Inviato: 19 Apr 2006 23:35 Oggetto: |
|
|
solaria ha scritto: | Letto o meglio divorato in 1 ora e mezzo! Un libro di cui volevano impedire la pubblicazione durante la campagna elettorale; il motivo??? Dice la verità sul precariato in Italia! Sconvolgente è pensare che sono tutte storie vere.Leggetelo se non l'avete ancora fatto. |
Che bisogno c'e' di leggere un libro che mi dice quello che gia vedo ?
Purtroppo e' un dato di fatto che stiamo regredendo.
L' unica azione seria che un qualunque governo dovrebbe fare in un paese in cosi' grave recessione e' avere il buon senso di ammettere che siamo scesi a forti livelli di poverta' e quindi togliere tutte quelle tasse o imposizioni che con la scusa di una maggiore sicurezza di impongono una infinita' di costi che oramai in troppi si fatica a pagare.
Qualche esempio:
se le nostre auto vecchie di 20 anni vanno bene per i paesi africani perche' noi siamo costretti a cambiarle e a continue revisioni.
perche' spendere grosse cifre per impianti di riscaldamento che non sono consideratio a norma ma che continuano a funzionare benissimo ?
perche' uno non puo' mettere su una sua attivita' senza troppe formalita' burocratiche ?
..e chi piu' ne ha ... piu ne metta |
|
Top |
|
 |
{utente anonimo} Ospite
|
Inviato: 23 Apr 2006 18:12 Oggetto: flessibilità non è precarietà |
|
|
la precarietà è quella che fa comodo ad alcuni datori di lavoro.
E' contro gli approfittatori che bisogna lottare, non contro la flessibilità. |
|
Top |
|
 |
{utente anonimo} Ospite
|
Inviato: 17 Mag 2006 10:54 Oggetto: e' difficile difendere il bene dei lavoratori |
|
|
Ho fatto il sindacalista per molti anni e troppo spesso mi sono resa conto di quanto fosse difficile difendere gli interessi comuni dei lavoratori quando gli imprenditori hanno il capitale e lo spostano da uno stato all'altro con una facilità estrema.
lo spostano quando e dove vogliono in barba alle Persone coinvolte nelle loro cosidette ristrutturazioni.
Non esiste eticità nella categoria imprenditoriale ma solo e soltanto il profitto quindi spostare il capitale, e quindi il lavoro, in paesi dove lo sfruttamento è normale routine non li sconvolge più di tanto anzi si sentono furbi e sono ammirati dai loro simili.
Quello che è successo in Francia non è successo in Italia eppure gli effetti delle due leggi erano uguali. In Italia è passata, in Francia no. Forse gli studenti francesi avevano già visto i danni provocati in Italia ? forse.
In Francia la protesta è partita dagli studenti e poi sono seguiti i sindacati. In Italia gli studenti non si sono mossi e nemmeno i sindacati.
In Francia tutta la società ( studenti, genitori, sindacati, ecc) hanno protestato.
Confesso che mi sono augurata che, come negli anni 70, la protesta si estendesse almeno in parte anche in Italia e servisse a dare la sveglia ma tutto è finito così.
Io sono vecchia ormai ma credo che i giovani dovranno lottare per i loro diritti e quando succederà anche se mi dovrò appoggiare ad un bastone per camminare io sarò con loro
Caterina Ducoli |
|
Top |
|
 |
Littleparsley Comune mortale

Registrato: 14/09/05 17:22 Messaggi: 2 Residenza: Siena
|
Inviato: 26 Mag 2006 05:33 Oggetto: Tutto giusto però.... |
|
|
Ho letto tutti i commenti ed ho provato un desiderio irreferenabile di voler sottolineare quanto sia giusto tutto ciò che è stato detto ma anche quanto sia "falso".
Si parla di precarietà, di disoccupazione ma in troppe categorie professionali si lamenta la mancanza di personale. Per non andare a scomodare i soliti braccianti agricoli, che ormai sanno solo di retorica, pensiamo un attimo agli infermieri. Mi sembra un lavoro più che dignitoso: sono quasi tutti extracomunitari ( e meno male che ci sono loro... vorrei vedere un reparto in ospedale senza infermieri!).
I ragazzi di oggi vengono viziati e coccolati in famiglia, figuriamoci cosa glie ne può fregare di manifestare per i loro diritti... se non lavorano tanto paga papà!
Io ho 27 anni. La stragrande maggioranza dei miei coetanei gira con auto da almeno 30 mila euro e non esce di casa se non è vestita se non griffata almeno con abiti "di marca". Per non parlare del telefonino ultimo modello, vacanze in luoghi vip e quant' altro. Ho visto ragazzi percepire una paghetta mensile pari al mio stipendio... ma chi glielo fa fare poi di andare a lavorare per mille euro? Di sporcarsi le manine? Se possono avere lo stesso rimanendo a casa...
TUTTA la mia solidarietà va ai lavoratori autonomi che vengono effettivamente spremuti come limoni... personalmente credo che sia solo il modo di dare un colpo di grazia a quest' economia che va a rotoli. Non sono esperta ma credo che l'unico modo per poter far riprendere l'economia sia quello di incentivare gli imprenditori ad investire qui in Italia piuttosto che in India o in Romania... con queste continue manovre non si ottiene altro se non impoverire le persone e di conseguenza ridurre ulteriormente i consumi. Anzi, l'impiegato o l'operaio che non arrivano a fine mese sicuramente non spendono, ma se hanno la necessità di comprarsi qualcosa per coprirsi un maglione quasi sicuramente lo comprano dal cinese... le maglierie italiane stanno chiudendo... inutile sottolieneare l'effetto devastante di questo domino....
Non condivido invece questa valle di lacrime per i laureati.
Una laurea,fatta eccezione per medicina ingegneria e pochissimi altri casi, specialmente dopo la riforma del 3+2, se hai possibilità di perderci un po' di tempo in qualche modo la prendi... non credo si possa lontanamente paragonare la preparazione di un laureato di 20 anni fa con quella di un neolaureato.
E comunque è innegabile che le persone meritevoli e preparate in qualche modo sfondano.
Diciamo pure che una volta conseguito il fatidico pezzo di carta che permette di scrivere dott. nel campanello e nell' elenco del telefono molti si presentano nei luoghi di lavoro con la puzza al naso e mancano dell' umiltà di imparare la parte operativa che magari in aula non vedi nemmeno di lontano e magari non sanno accendere un pc o farti una frase in inglese... la "gavetta" per imparare il lavoro la si fa, anzi la si deve fare: "chi non è stato soldato non sarà mai un buon generale"!!!!
Parliamo piuttosto del diritto allo studio... università alla portata di tutti con tasse annue che partono da 1300 Euro??? 
Probabilmente se, anche in italia così come all' estero, i figli dovessero imparare a fare affidamento in primis su loro stessi, dovessero imparare a cavarsela da soli e tagliassero prima il cordone ombelicale con la famiglia... magari avremmo più infermieri, più ingegneri e meno filosofi disoccupati... quando papà non paga e si ha veramente bisogno di lavorare si diventa Grandi (non solo all' anagrafe) finendo con lo scegliere una facoltà anche in funzione degli sbocchi che può dare...  |
|
Top |
|
 |
madvero Amministratore


Registrato: 05/07/05 21:42 Messaggi: 19507 Residenza: Sono brusco con voi solo perchè il tempo è a sfavore. Penso in fretta, quindi parlo in fretta
|
Inviato: 26 Mag 2006 22:07 Oggetto: |
|
|
benvenuto Littleparsley!!!
condivido praticamente tutto quello che hai detto.
i nostri coetanei sono generalmente degli smidollati. |
|
Top |
|
 |
sabry_trinity78 Semidio


Registrato: 19/01/08 00:08 Messaggi: 355
|
Inviato: 21 Gen 2008 14:23 Oggetto: |
|
|
messaggio editato da un moderatore (basta con lo SPAM!) |
|
Top |
|
 |
|
|
Non puoi inserire nuovi argomenti Non puoi rispondere a nessun argomento Non puoi modificare i tuoi messaggi Non puoi cancellare i tuoi messaggi Non puoi votare nei sondaggi
|
|