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Fabio Eroe


Registrato: 18/11/06 20:14 Messaggi: 44 Residenza: Roma
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Inviato: 20 Nov 2006 12:22 Oggetto: |
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Io dico che il virtuale è certamente utile per ampliare le nostre esperienze e sensazioni, e spesso esso può essere pericoloso e può portare a patologie attraverso la perdita del senso della realtà e dell'azione. L' importante è preservare la nostra facoltà di discernimento fra reale e immaginario, concreto e astratto.
Dobbiamo tenere presente, tuttavia, che la conoscenza non è indipendente, ma relativa all'attività psichica del soggetto.
A questo punto ritengo utile fare una digressione che mi consente di chiarire un aspetto fondamentale ampiamente discusso dagli studiosi di intelligenza artificiale. Cosa intendiamo per "realtà" e "virtualità"?
Perchè si parla di "realtà virtuale"?
Già Freud aveva proposto il concetto di "realtà psichica": la psicoanalisi non ricerca la realtà oggettiva, ma il suo vissuto emozionale. Non è tanto importante stabilire cosa sia successo davvero, ma confrontarsi con le emozioni e il vissuto del paziente di fronte ad un evento. Ci troviamo dunque già di fronte ad un concetto di realtà fantasmatica, sublimata, virtuale.
Tale concetto è stato ampliato dall' avvento delle nuove tecnologie, tanto che forse non ha più molto senso domandarsi se esista una realtà (in sé) al di fuori della conoscenza che abbiamo di essa. Noi, infatti, conosciamo la realtà solo attraverso i modelli di essa che la nostra mente si riesce a costruire. Al di fuori di questo quindi forse non esiste la realtà; o se esiste non possiamo raggiungerla e quindi non ci interessa. La realtà virtuale allora è una realtà come un'altra, solo diversa e nuova; essa, tornando alla Turkle, ci offre nuove possibilità ed esperienze, nuovi modi per esprimere la pluralità degli aspetti del nostro io frammentato, aspetti che quindi, aggiungerei io, forse non sono meno "reali" di quelli manifestati nella vita quotidiana. Reale e virtuale non sono dunque in contrapposizione, non sono il bene e il male, il positivo e il pericoloso, il sicuro e l'incerto, ma due tipi di esperienze, di modellizzazioni, di conoscenze di realtà diverse. In altre parole realtà virtuale e reale sono modi nuovi, che conviveranno, di esperire il nostro corpo, la nostra mente, la nostra sfera emotiva conscia e inconscia ed il nostro rapporto con gli altri.
Personalmente non sono un' osservatore esterno ed estraneo a questi fenomeni. Sono infatti rimasto molto colpito, nel mio relativamente recente ingresso nel misterioso mondo di internet, dalla possibilità di giocare con la mia personalità. In rete puoi essere "uno, nessuno o centomila", assumere una qualsivoglia identità, giocare a camuffare la tua personalità, cambiare sesso, età, credo politico e ideologico.
E' quanto avviene (e mi è successo) soprattutto all'interno delle chat-line e delle comunità virtuali. Pensate che nella chat di C6 (tin.it) mi sono costruito ben 20 identità diverse (da Jessica Rabbit a Cudelia Demon, dalla casalinga frustrata all' imprenditore di successo...)!!! Insomma, complice lo schermo, ho potuto con più facilità esprimere me stesso, sperimentare i miei lati nascosti oppure inventarmi personaggi completamente fittizi.
Uno dei problemi che ci si pone (e che mi sono posto) è questo: per coloro che sono abituati ad autopresentarsi nelle reti per lassi di tempo sempre più lunghi con queste identità multiple, che retroazione può avere tale processo sulla loro (o meglio nostra) identità? Che percezione si ha di se stessi dal momento in cui ci si abitua sempre di più a presentarsi con identità multiple? E ancora: che rapporto sussiste fra l'identità "virtuale" con la quale uno si presenta in rete e la propria effettiva identità "reale"?
Ho letto che secondo alcuni psicologi (di cui non ricordo il nome) nell'ipotesi più felice può svilupparsi una fecondazione reciproca fra l' identità "virtuale" e quella "reale", può venir fuori un' identità ibrida, creativa che ha molte facce, e che quindi, riesce anche ad avere molte disponibilità. Nell' ipotesi peggiore possono venir fuori casi di schizofrenia.
Personalmente concordo maggiormente con Albero Vitale, il quale ha riscontrato soprattutto un fine ludico e creativo a tutto ciò. Ciò che porterebbe a questo moltiplicarsi delle identità sarebbe più che altro il desiderio di essere considerati poeti o grandi cuochi, abili grafici o tecnici ineccepibili oppure la voglia di crescita degli adolescenti, di sentirsi già grandi, partecipi di grandi progetti, capaci di creare spazi informativi e servizi per la collettività. O ancora voglia di spensieratezza e di rivincita dei padri, di ritrovare spazi di dialogo e di riflessione. E molto altro ancora.
Il vero problema, a mio parere, si pone quando la realtà virtuale, così gratificante da questo punto di vista, vada a sostituirsi e non semplicemente ad ampliare il campo delle esperienze della realtà quotidiana.
E' quanto avviene soprattutto nei MUD (premetto che di questi non ho alcuna esperienza personale). Molte persone utilizzano queste modalità spersonalizzate di comunicazione per stabilire delle relazioni talvolta molto personali con altre persone. A differenza di altri strumenti offerti dalla rete, i MUD permettono infatti di incontrarsi, agire e socializzare all' interno di un mondo vero e proprio, popolato di persone ed oggetti, analogamente a quanto avviene nella nostra esperienza quotidiana, ma con l'aggiunta di una maggiore libertà d'azione, limitata solo alle regole del MUD stesso. Ecco perché per molte persone un MUD è un luogo dove sentirsi più a proprio agio che nel mondo reale. La Sherry Turkle usa il concetto di "padronanza" quale elemento sociale fondamentale che manca nella vita dei muddisti (per la maggior parte adolescenti). Chi non ha uno status sociale adeguato nella comunità reale, cerca di averne uno superiore come muddista nelle comunità virtuali. Le nuove identità sperimentate dai muddisti, ribadisce la Turkle, non sono però esterne e scollegate a quella di base anzi ne diventano delle estensioni; gli utenti possono sperimentare situazioni che altrimenti non potrebbero vivere. Quasi tutti gli intervistati infatti sostenevano di essere sempre loro stessi ma in ogni MUD davano maggiore voce a una delle tante persone che il loro sé comprendeva e paradossalmente si sentivano molto più "veri" nel mondo "virtuale" che non in quello "reale".
Nei MUD, inoltre, ma anche nelle chat, si possono sperimentare meccanismi dell'interazione sociale che altrimenti resterebbero completamente oscuri. Un caso su tutti è quello del gender swapping in cui si assume un' identità con sesso opposto rispetto al proprio. E' una pratica adottata soprattutto dagli uomini che la usano per comprendere meglio cosa prova una donna quando viene avvicinata, corteggiata o addirittura molestata da un uomo. In questo modo essi imparano come rapportarsi in modo nuovo all' universo femminile e ne possono ricavare insegnamenti da trasferire nelle loro relazioni "reali".
L' anonimato, del resto, ci rende più sciolti, con meno inibizioni, più propensi a rompere convenzioni sociali e culturali che magari non condividiamo ma che dobbiamo accettare nella vita reale se vogliamo far parte della società. Ma attenzione: la garanzia dell' anonimato, oltre a rendere più sciolti, rende potenzialmente anche più disposti al cinismo ed alla cattiveria gratuita poiché non si dovrà subire la responsabilità delle conseguenze delle proprie azioni. Questo, insieme al rischio di una sorta di alienazione all' interno dei personaggi interpretati in rete, rifugio sicuro da una realtà poco gratificante, è un' altro degli aspetti negativi cui si può andare incontro e da cui occorre difendersi. Ma come? A mio parere occorre innanzitutto mantenere un equilibrio fra le nostre identità: del resto, come diceva Pirandello molti anni prima di Internet, l'uomo indossa delle maschere, si nasconde e si reinventa lungo tutto il corso della sua vita; basta solo essere coscienti di questo processo. In secondo luogo occorre conoscere meglio la tecnologia e imparare a utilizzarla vantaggiosamente per proteggersi dai suoi inevitabili rischi.
Parlando di identità virtuale, infine, non si può certo tralasciare il discorso sulle P.H.P. (Personal Home Page).
Ogni PHP è contemporaneamente uno strumento di presentazione, di autopromozione e di "formazione di un' identità di rete" attraverso cui gli altri si formeranno un'immagine del suo "ideatore".
Proprio perché la comunicazione sociale in rete è in qualche misura astratta, le PHP mirano ad evitare che l'astrattezza e l'immaterialità comportino un'eccessiva depersonalizzazione del messaggio. Ecco che accanto all'informazione professionale trova spesso spazio un tipo di informazione più personale in cui l'attenzione è posta su interessi, hobby e curiosità che fanno appunto emergere la personalità del soggetto.
Potremmo parlare di una sorta di test proiettivo in cui l'autore utilizza certe immagini, certi sfondi e propone certi argomenti piuttosto che altri rivelando, come in un vero test, aspetti di Sé e idiosincrasie che saranno poi più o meno colti da un osservatore esterno.
A proposito di Home pages e identità ho letto un interessante articolo (in inglese) dal titolo "Babes on the web: sex, identity and the home page" in cui l'autore mette in evidenza come nelle home pages femminili vi sia la tendenza a presentarsi con foto personali piuttosto sexy. Perché dunque nelle home pages, si chiede l'autore, molte donne scelgono di enfatizzare la loro sessualità come parte integrante della loro identità dal momento che internet offrirebbe la possibilità di presentare un' identità che trascenda gli indicatori di genere in quanto consente di occultare la propria fisicità? L'autore fornisce due risposte: la prima è che sebbene questo nuovo mezzo consenta di creare un Sé senza genere, le persone che creano le personal home pages derivano sempre da una società in cui il genere esiste. La seconda è che per le donne sessualità e identità non sono facilmente separabili, né tale separazione viene desiderata e quindi nelle loro home pages rifiutano di "abbandonare il corpo" quale marcatore della loro identità. Al contrario si autopresentano con immagini in cui gli attributi femminili sono messi ben in evidenza.  |
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Silent Runner Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 10:17 Messaggi: 24079 Residenza: Pianeta Terra
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Inviato: 20 Nov 2006 12:59 Oggetto: |
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Fabio ha scritto: |
Ho letto che secondo alcuni psicologi (di cui non ricordo il nome) nell'ipotesi più felice può svilupparsi una fecondazione reciproca fra l' identità "virtuale" e quella "reale", può venir fuori un' identità ibrida, creativa che ha molte facce, e che quindi, riesce anche ad avere molte disponibilità. Nell' ipotesi peggiore possono venir fuori casi di schizofrenia.
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Hai fatto bene a dimenticare il nome di questi psicologi! Molti di questi sono vittime di una fecondazione reciproca fra l' identità "virtuale" e quella "reale", può venir fuori un' identità ibrida, creativa che ha molte facce, e che quindi, riesce anche ad avere molte disponibilità. Nell' ipotesi peggiore possono venir fuori casi di schizofrenia.
Non c'è troppo da fidarsi degli psicologi e degli psicanalisti.
Una volta andai da uno psicanalista e lui mi disse: "Si sdrai."
...non c'era il divano!
Tanto per far imbufalire Gateo, per la parte iniziale di questo post (la ripetizione esatta del testo di fabio) ho preso spunto da "Il Chisciotte" di Menard di J.L.Borges citando l'operazione compiuta dal grande scrittore con un'iperbole degna del "nastro di Moebius" disegnato da Escher. |
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zaefich Dio maturo

Registrato: 08/01/06 14:12 Messaggi: 1149
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Inviato: 20 Nov 2006 13:43 Oggetto: |
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Quanto mi state piacendo!!... ..continuo a seguirvi dalla clinica psichiatrica, sono tutti molto gentili qui...
..tra un po' vi comunico l' indirizzo, così ne possiamo continuare a parlare a voce...
..vorrei la mamma, con annesso complesso di Edipo, era tutto più facile allora...  |
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Silent Runner Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 10:17 Messaggi: 24079 Residenza: Pianeta Terra
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Inviato: 21 Nov 2006 16:45 Oggetto: |
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...che ci fai ancora lì? Non lo sapevi che dopo la legge Basaglia i manicomi sono stati chiusi ed il cartello "manicomio" è stato rivolto verso l'esterno?  |
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Fabio Eroe


Registrato: 18/11/06 20:14 Messaggi: 44 Residenza: Roma
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Inviato: 21 Nov 2006 17:50 Oggetto: |
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Silent Runner ha scritto: | Fabio ha scritto: |
Ho letto che secondo alcuni psicologi (di cui non ricordo il nome) nell'ipotesi più felice può svilupparsi una fecondazione reciproca fra l' identità "virtuale" e quella "reale", può venir fuori un' identità ibrida, creativa che ha molte facce, e che quindi, riesce anche ad avere molte disponibilità. Nell' ipotesi peggiore possono venir fuori casi di schizofrenia.
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Hai fatto bene a dimenticare il nome di questi psicologi! Molti di questi sono vittime di una fecondazione reciproca fra l' identità "virtuale" e quella "reale", può venir fuori un' identità ibrida, creativa che ha molte facce, e che quindi, riesce anche ad avere molte disponibilità. Nell' ipotesi peggiore possono venir fuori casi di schizofrenia.
Non c'è troppo da fidarsi degli psicologi e degli psicanalisti.
Una volta andai da uno psicanalista e lui mi disse: "Si sdrai."
...non c'era il divano!  |
Purtroppo è proprio così  |
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Gateo Dio maturo

Registrato: 17/11/03 19:16 Messaggi: 12379
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Inviato: 21 Nov 2006 18:25 Oggetto: |
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Silent Runner ha scritto: | Tanto per far imbufalire Gateo, |
Di piu', ormai sono un Asterione!
Citazione: | ho preso spunto da "Il Chisciotte" di Menard di J.L.Borges | Deciditi, e' di Menard o di Borges?
Poi aggiungo per chi non ha capito il MUD un utile link.
Il discorso e' interessante, lo tengo d'occhio dall'inizio ma non riesco a dire la mia.
Sara' che non mi son mai posto il problema di come "pormi", appunto. |
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Silent Runner Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 10:17 Messaggi: 24079 Residenza: Pianeta Terra
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Inviato: 21 Nov 2006 19:50 Oggetto: |
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Gateo ha scritto: | Di piu', ormai sono un Asterione!
Citazione: | ho preso spunto da "Il Chisciotte" di Menard di J.L.Borges | Deciditi, e' di Menard o di Borges?
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Hai ragione: invece di citarlo così, avrei dovuto scrivere per esteso il nome del racconto "Pierre Menard, autore del Chisciotte" L'autore del racconto è Borges ma questo non è colpa mia!
Ah, un'ultima cosa: Pierre non è la pronuncia dell'acronimo P. R. ma è proprio il nome di Menard (niente a che vedere con il can per l'aia)
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Silent Runner Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 10:17 Messaggi: 24079 Residenza: Pianeta Terra
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Inviato: 21 Nov 2006 20:01 Oggetto: |
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Gateo ha scritto: | [...]
Il discorso e' interessante, lo tengo d'occhio dall'inizio ma non riesco a dire la mia.
Sara' che non mi son mai posto il problema di come "pormi", appunto. |
Sarà, caro Gateo, che non hai una identità reale e sei solo un ologramma? |
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Benny Moderatore Hardware e Networking


Registrato: 28/01/06 15:35 Messaggi: 6382 Residenza: Non troppo vicino, mai troppo lontano
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Inviato: 21 Nov 2006 21:40 Oggetto: |
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Silent Runner ha scritto: | Sarà, caro Gateo, che non hai una identità reale e sei solo un ologramma? |
Allora chi ho conosciuto a Vicenza?
Era solo un'immagine astratta del Gateo che mi sono prefigurato di incontrare?
Eppure da come mangiava la pizza non si sarebbe mai detto! |
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Silent Runner Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 10:17 Messaggi: 24079 Residenza: Pianeta Terra
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Inviato: 22 Nov 2006 21:07 Oggetto: |
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Benny ha scritto: | Silent Runner ha scritto: | Sarà, caro Gateo, che non hai una identità reale e sei solo un ologramma? |
Allora chi ho conosciuto a Vicenza?
Era solo un'immagine astratta del Gateo che mi sono prefigurato di incontrare?
Eppure da come mangiava la pizza non si sarebbe mai detto! |
...Mangiava la pizza eh?
E allora perché grondava sangue? La pizza?
Sei proprio sicuro di essere ancora tutto intero, eh, Benny?
Ga-pitbull non perdona!  |
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Blumerle Semidio


Registrato: 03/06/08 10:35 Messaggi: 235
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Inviato: 24 Lug 2008 18:34 Oggetto: |
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ACCIDENTI AI DENTI!!!!!!!! Ma avete lasciato questo post di Fabio lunghissimo e bellissimo tutto solo ...sul divano dello psicanalista.
Che come dice Silent non c'era.
Allora sdraiamoci per terra e contemplare uno dei pezzi più interessanti che io abbia mai letto in vita mia!!!!
Al quale mi piacerebbe aggiungere oggi che lo leggo per la prima volta, tante cose, ma sarebbero solo una timida conferma di quanto è stato esurientemente detto.
Lascio quindi qui i miei sentiti ringraziamenti per tanta profondità e comprensione del problema.
Ma non vogliamo sviscerarlo ancora?
Che ne dite?
Bacio da Blum :tanto per rimanere in temakpurr: |
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Proserpina Moderatore Sessualità


Registrato: 08/10/07 15:22 Messaggi: 4599 Residenza: Sono solo nella tua mente (by Odos)
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Inviato: 25 Lug 2008 11:45 Oggetto: |
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Fabio ha scritto: |
Perché dunque nelle home pages, si chiede l'autore, molte donne scelgono di enfatizzare la loro sessualità come parte integrante della loro identità dal momento che internet offrirebbe la possibilità di presentare un' identità che trascenda gli indicatori di genere in quanto consente di occultare la propria fisicità? L'autore fornisce due risposte: la prima è che sebbene questo nuovo mezzo consenta di creare un Sé senza genere, le persone che creano le personal home pages derivano sempre da una società in cui il genere esiste. La seconda è che per le donne sessualità e identità non sono facilmente separabili, né tale separazione viene desiderata e quindi nelle loro home pages rifiutano di "abbandonare il corpo" quale marcatore della loro identità. Al contrario si autopresentano con immagini in cui gli attributi femminili sono messi ben in evidenza.  |
..boh....non so che dire..penso sia come scegliere un vestito creare una home..metto quello che penso mi stia meglio...che poi non è detto che sia quello che effettivamente mi sta meglio...
Quasiasi "maschera" scelga...in quella scelta c'è comunque parte di me.
Qualsiasi parte io decida di interpretare...nella vita e nel web...è l'ombra di quello che sono....piccola ombra..infedele...ma pur sempre ombra...
Certo che più enfantizzo alcuni tratti di me più ne maschero altri.
Insomma: l'essere umano è un gran casino!!! Molto più semplice...più armonioso...meno ipocrita..un gatto!!! |
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Silent Runner Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 10:17 Messaggi: 24079 Residenza: Pianeta Terra
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Inviato: 25 Lug 2008 12:04 Oggetto: |
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Oh, anche i gatti sono matti.
No è però vero il contrario e cioè che tutti i matti sono gatti.  |
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Proserpina Moderatore Sessualità


Registrato: 08/10/07 15:22 Messaggi: 4599 Residenza: Sono solo nella tua mente (by Odos)
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Inviato: 25 Lug 2008 12:26 Oggetto: |
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Silent Runner ha scritto: | Oh, anche i gatti sono matti.
No è però vero il contrario e cioè che tutti i matti sono gatti.  |
Matti ma non ipocriti  |
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GrayWolf Dio maturo


Registrato: 03/07/05 17:24 Messaggi: 2325 Residenza: ... come frontiera i confini del mondo...
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Inviato: 25 Lug 2008 13:59 Oggetto: |
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Blumerle ha scritto: | ...
Ma non vogliamo sviscerarlo ancora?
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Ben volentieri, anche se per farlo ho dovuto rileggere tutto il topic.
Dopo quasi due anni dal mio intervento, mi trovo ancora d'accordo con quanto ho scritto, ma contemporaneamente mi accorgo, oggi, della limitatezza delle definizioni date, ritenute abbastanza esaurienti allora, mentre oggi l'argomento di cui si parla è cresciuto enormemente in complessità, per cui sarà sempre più difficile esplorarlo o definirlo.
A mio parere, non esiste una preponderanza di una realtà sull'altra [virtuale vs. reale].
Si fondono, si amalgamano perché hanno la stessa origine: noi.
Il virtuale fornisce la possibilità di esprimere tutti gli aspetti della nostra personalità, cosa quasi impossibile da realizzare
in una comunità di persone fisiche, sempre che una persona non ami essere indicata come schizofrenico o peggio, portatore [sano] di personalità multipla.
Così troviamo chi esercita il potere in una realtà virtuale perché non ha i mezzi o il coraggio di attuare l'esercizio in una comunità fisica.
Troviamo chi si finge ciò che non è, per capire o per ammaliare.
Ancora: si scoprono tipi che sono dei fini dicitori molto "acculturati" mentre fisicamente sarebbero identificati dagli altri come, al massimo, dei meccanici [senza offesa per la categoria che rispetto tantissimo, soprattutto quelli specializzati nelle moto].
Potrei continuare e la lista sarebbe lunghissima, dipendente solo dalla mia esperienza di contatti virtuali alcuni dei quali verificati poi di persona [il famoso "de visu"].
L'argomento è sicuramente affascinante e, senza scomodare psicologi o psichiatri [che già hanno le loro grane personali da risolvere] si può approfondire la conoscenza di quante pieghe abbia l'animo umano e di quali mezzi [oggi più che mai] si possiedono per arrivare a conoscerle.
A dirla tutta: un cazzotto virtuale non produce lividi [come ho già detto in un altro post] un'offesa virtuale vale per quello che è, anche se pubblica qualifica solo il mittente e non il destinatario, aiutandoci a capire quale sia "la piega" che ha generato il cazzotto o l'offesa.
La conoscenza di queste "pieghe" nascoste o palesi negli altri, ci aiuterà senz'altro a capire meglio noi stessi. |
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Silent Runner Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 10:17 Messaggi: 24079 Residenza: Pianeta Terra
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Inviato: 25 Lug 2008 14:44 Oggetto: |
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Quoto GrayWolf e Proserpina.
Evitando di scrivere trattati di sociologia posso dire che nessuno qui è veramente obbligato a fare alcunché salvo divertirsi come in un ballo in maschera e anche se non sa ballare non è che lo guardano male.
Ci invece confonde la festa in maschera con un luogo dover poter dare sfogo alle proprie frustrazioni guasterà la festa agli altri e perderà l'occasione di divertirsi in modo innocente.
Il confine fra virtuale e reale è sempre labile anche nel nostro quotidiano: avete mai avuto un accesso di paranoia? (non intendo uno di quelli patologici ma uno di quelli dove tutto sembra rovesciarsi su di te, dove tutti sembrano avercela con te e le cose vanno storte comunque tu cerchi di farle). Giornate dove girano talmente tanto da impedirvi di avere una vita sociale decente ne avrete avute? In quelle occasioni dove era finita la realtà? Quello che percepivate era la verità o eravate ottenebrati dal vostro malessere interiore che vi faceva vedere tutto nero?
Certo, non era una scelta vostra, non avevate scelto di fare una passeggiata nel "virtuale".
Oggi intendiamo come virtuale tutto ciò che è costruito, non fisico. Anche le nostre impressioni e percezioni non sono poi così "fisiche".
Io ad esempio non esisto, quello che state leggendo non solo parole pronunciate o scritte sulla carta ma solo pixel.
Quello che vedete è solo "informazione".
Siete voi a tradurla in sentimenti, idee, concetti e immagini che vi siete fatti di me.
E non ce n'è una uguale all'altra, ciascuno di voi immagina gli altri in modo diverso.
Io o chiunque fra gli altri che scrivono in questo forum potrebbero essere altre persone, magari sempre la stessa o nessuna, oppure questo testo scritto al computer potrebbe essere il prodotto della digitatura casuale delle scimmiette dattilografe immaginate dal matematico francese Emile Borel.
Queste scimmiette, (svariati milioni) battendo casualmente sulla tastiera di una macchina da scrivere avrebbero potuto scrivere le parole contenute nell'Amleto di Shakespeare.
Casualmente, virtualmente.
Magari davvero nessuno di noi esiste veramente e siamo solo il sogno sognato dal fiscalista di Bruno Vespa. |
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Blumerle Semidio


Registrato: 03/06/08 10:35 Messaggi: 235
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Inviato: 25 Lug 2008 17:18 Oggetto: |
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Gray wolf
A dirla tutta: un cazzotto virtuale non produce lividi [come ho già detto in un altro post] un'offesa virtuale vale per quello che è, anche se pubblica qualifica solo il mittente e non il destinatario, aiutandoci a capire quale sia "la piega" che ha generato il cazzotto o l'offesa.
purtoppo non mi trovo daccordo con questa affermazione.
Ne produce eccome accidenti!!!
Magari non nel corpo ma nell'anima nella rabbia che oltretutto non sa come e con chi prendersela...e non qualifica solo chi lo dà ma entrambe!
Forse è anche più sottile e può essere più cattiva. Proprio perchè più espressivamente psicologica.
Insomma penso che qui su metta in gioco molta più psicologia nascosta che nell'incontro vero. Proprio perchè si hanno pochi mezzi espressivi( solo la parola e magari immagini scelte ad arte) e quello che si risolverebbe con un sorriso o con delle lacrime o con un abbraccio o semplicemente girando le spalle e andandosene qui è impossibile,,,non bastano gli emoticon!
Quindi attenti che ci si fa male davvero qua sopra molto più che per strada. |
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GrayWolf Dio maturo


Registrato: 03/07/05 17:24 Messaggi: 2325 Residenza: ... come frontiera i confini del mondo...
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Inviato: 25 Lug 2008 18:27 Oggetto: |
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Silent Runner ha scritto: | ...
Magari davvero nessuno di noi esiste veramente e siamo solo il sogno sognato dal fiscalista di Bruno Vespa. |
in questo caso più che sogno lo definirei incubo...
ma anche questo è opinabile, come tutto il resto.
[mode torno serio on]
Non nego l'intensità e l'unicità della percezione e credo di essere ben conscio della sua relatività rispetto al mondo circostante che, sottolineo quotandoti, è "disegnato" in prima persona da ognuno di noi.
Nonostante questo, il credito che diamo a un rapporto virtuale o reale ci "colpisce" solo nella misura in cui il nostro interlocutore ha lo stesso credito.
Tu dici che non esisti, che potresti essere il prodotto casuale della digitazione di svariati milioni di scimmiette.
Bene, sono pronto ad accettarlo come posso accettare benissimo il contrario e la mia vita non cambia, se a esempio le laboriose scimmiette rispondono coerentemente a una mia domanda, perché non posso considerarle come i milioni, anzi miliardi, di cellule che compongono il corpo umano?
Ora [cerco di rispondere anche a Blumerle] il credito che tu ricevi per la risposta che mi ha soddisfatto, può far sì che io ti consideri una persona degna di fiducia pur non avendoti mai visto né aver avuto con te un rapporto fisico [non fraintendere, non sei il mio tipo ].
Se al contrario, la tua risposta fosse insoddisfacente o peggio, in qualche modo mi sentissi "pizzicato" in un punto dolente [un mio problema personale irrisolto o irrisolvibile] e mi arrabbiassi al punto di passare all'offesa [o al cazzotto] virtuali per poca capacità dialettica nel controbattere, anche in questo caso ti darei del credito: quello di avere la capacità di crearmi un malessere dimenticando ancora una volta che tu sei quell'esercito di laboriosi quadrumani. |
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Blumerle Semidio


Registrato: 03/06/08 10:35 Messaggi: 235
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Inviato: 25 Lug 2008 18:30 Oggetto: |
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Gray Wolf....come fai a sapere che non sono il tuo tipo?  |
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Silent Runner Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 10:17 Messaggi: 24079 Residenza: Pianeta Terra
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Inviato: 25 Lug 2008 19:42 Oggetto: |
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GrayWolf ha scritto: | Tu dici che non esisti, che potresti essere il prodotto casuale della digitazione di svariati milioni di scimmiette.
Bene, sono pronto ad accettarlo come posso accettare benissimo il contrario e la mia vita non cambia, se a esempio le laboriose scimmiette rispondono coerentemente a una mia domanda, perché non posso considerarle come i milioni, anzi miliardi, di cellule che compongono il corpo umano? |
Fai pure.
...se te la senti di rispondere a tutte quante le tue cellule...
Hai detto che sono miliardi non è così?
Pensa un po' a cliccare qualche miliardo di volte sul pulsante "riporta".  |
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