Olimpo Informatico

[Benny]

... ed è tempo di consuntivi.
Tra un po' inizieranno tutti gli speciali... un anno di sport, un anno di calcio (ovviamente diviso dallo sport), un anno di tv, mezzo anno di prodi... e così via ad elencare ciò che di più bello è accaduto nel 2006.

Ma poiché "l'anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va", ditemi:
Per quale motivo siete contenti che l'anno finisca?

O volendo girare la frittata:

Per quale motivo paventate l'arrivo de "l'anno che verrà"?

[Wolverine]

[dasio78]

Al termine di ogni anno si aspetta sempre con trepidazione quello nuovo, come se il primo gennaio potesse magicamente mondarci dalle sofferenze e dai problemi trascorsi. Abbiamo il bisogno di ricominciare, di ripulirci la fedina e di lasciarci tutto alle spalle.

Sarebbe bello poter chiedere a questo nuovo anno la pace nel mondo, ma sarà più realista: io, personalmente, mi lascio alle spalle un anno sentimentalmente disastroso con la speranza di ricominciare un 2007 nettamente diverso... mah, staremo a vedere!!!

[Smjert]

[GrayWolf]

[Silent Runner]

Avete presente le case che si intravedono da un finestrino del treno, quelle case che costeggiano la ferrovia?
Ebbene così sono gli anni che passano, rapidi e presto dimenticati.
Cari amici so che vivete tutti in un eterno presente e la percezione del tempo è talmente velleitaria da poter essere abbandonata come argomento di discussione.
Per questo mi limiterò a dire che il necessario time out che ci concediamo alla fine di un ciclo naturale (l'anno del calendario è regolato dalla rivoluzione del pianeta intorno al sole) va comunque rispettato, se non altro per buone motivazioni piscologiche.
A che servirebbero altrimenti gli auguri se non a confermare e rafforzare i legami? Il senso di speranza che riceviamo con un augurio od augurando a noi stessi una fortuna più benigna ha lo stesso effetto dello zucchero sull'ipoglicemia. Ti tira sù, ti toglie il senso di spossatezza e ti ridà la carica.
C'è una curiosa caratteristica nella psiche umana che la fa avvicinare alle dinamiche quantistiche dell'universo che l'ha prodotta.
Siamo legati alla terra, ai cicli della luce e del buio, ai cicli delle stagioni ed il nostro essere è immerso in campi energetici di ogni genere.
La bolla del campo magnetico terrestre ci protegge dall'enorme quantità di energia radiante che viene dal sole ma non ci impedisce di subirne comunque l'influsso. Ci siamo evoluti, come specie vivente, in questo contesto e ne siamo legati profondamente.
Vibriamo come corde e ci limitiamo a dare peso solo alle nostre parole scritte che emulano egregiamente i pensieri che attraversano come schiuma la coscienza di sé: come se la mente fosse un cappuccino (la metafora è banale ma so che le vostre menti semplici la compenderanno ) e i pensieri fossero la schiuma che lo sovrasta; sotto, immerso nell'ampolla della tazza, l'oscuro e caldo, confortante e zuccherino liquido che è l'inconscio, del quale intuiamo il calore ma che, se bevuto troppo in fretta, brucia le labbra e ci fa ritrarre stizziti.

Il tempo, l'anno che verrà, le nostre speranze, il desiderio e la quiete, la progettualità rinnovata e tutto quello che ciascuno di noi mette avanti sul piatto di carte già giocate.
Tutto è scritto nel mazzo e la nostra possibilità di cambiare il gioco è assai limitata ma l'illusione di poter girare la fortuna a nostro favore ci rallegra, ci da speranza e ci spinge sempre avanti.

E' buffo come questo autoinganno (se le carte non sono buone c'è assai poco da fare) sia funzionale allo scopo. C'è sempre un grande spazio di manovra per cambiare le cose ed è strabiliante come un singolo gesto possa veramente cambiare una vita.
L'anno che verrà, il 2007 è solo una convenzione geo-astronomica e temporale.
Se per noi è già difficile discriminare il salto di fotogramma in un film figuriamoci se riusciremmo a discriminare percettivamente il salto quantico del nostro esistere oggi, adesso, e poi domani che non è più oggi ma non è ancora qualcosa se non nella nostra mente, qualcosa di immaginato e reale ma ancora di là da venire e per questo imprendibile, imprevedibile, immutabile.
Ma come me, tutti voi aspirate, e non solo aria come aspirapolvere a due zampe! Aspirate a qualcosa di geometrico-temporale? No! semmai a qualcosa di metafisico o almeno di fisico (una bella ragazza? Un tostapane?) Insomma aspirate a qualcosa che rientri nella vostra sfera di gratificazione.
E non c'è niente di male in questo. Anzi!
Il fatto è che questa sfera è capricciosamente esigente e non tutto si può ottenere semplicemente cambiando anno (o ragazza). La fortuna di un uomo si misura spesso sulla sua capacita di adattarsi. Intelligenza, senso dell'umorismo, autoironia sono le catene da neve per non scivolare su questo sdrucciolevole cammino.
Questo io auguro a tutti voi.
E perché no? Anche un anno migliore!

Silent Runner.

[solaria]

Che domande...il 7 gennaio iniziano i saldi!
Ecco un ottimo motivo per aspettare il nuovo anno!

A parte le battute questo è stato uno degli anni più pesanti a livello economico per molte persone e temo che il prossimo sarà anche peggio!

[MK66]

[dasio78]

[noa]

[Silent Runner]

Tempus fugit, Noa.... La tua risposta merita una risposta articolata... ma ora sono di corsa, lo farò più tardi.
Le cose che hai detto sono moltointeressanti e mi hanno un po' sorpreso perché vanno nella direzione opposta a quella che ho espresso. Mi hanno sorpreso non perché contrapposte alle mie ma perché veritiere. Possono esistere due verità (o due condizioni fattive) nello stesso tempo?
Una cosa ti chiedo: quale delle due si avvicina più al tuo pensiero qui sopra espresso? Festina lente o Carpe diem?

[zaefich]

..si può guardare dal finestrino passivamente, distrattamente.. oppure cercare di cogliere nel passaggio veloce delle cose, quella che più ci piace, che ci attira, per la sua forma, per il colore, per il taglio di luce di quel momento, seguendola con lo sguardo per rallentarne la scomparsa e cercando di fissarla nella mente per dilatare più possibile nel ricordo la sua bellezza, pronti a cogliere la successiva...

mi sembra che nel carpe diem ci stia anche il festina lente... potendo..

[dasio78]

[Silent Runner]

Dasio, la mia era una metafora: io non credo nel destino ma tengo conto degli elementi in gioco, delle carte, e delle possibilità. Queste ultime non sono il destino ma un percorso obbligato: se sei qui oggi non puoi essere là o due giorni fa. Sei qui e qui con le cose che hai a disposizione devi confrontarti, siano esse calci rotanti o tostapane volanti (ben arroventati of course!)

[noa]

@silent: bella domanda... ma nn ti so rispondere
posso dirti che mi piacerebbe fare un bel frullato, ma l'approccio rischierebbe di essere isterico
io, spesso, sono una che predica bene e razzola male: sento davvero la necessità di vivere il presente, ma le brutte abitudini sono davvero difficili da superare.
sarà perché ho sempre avuto una vita "complicata", sarà perché proprio ora mi sto dedicando ad un progetto importante che presto vedrà la luce, morale che sono sempre proiettata verso il futuro.
cerco di rimediare ritagliando piccoli momenti: ora vado a infornare un creme caramel (ma già penso al gusto di papparmelo...)

[Silent Runner]

Perché un frullato dovrebbe avere una risposta isterica? Non capisco. HAi fatto delle osservazioni molto interessanti perché adesso te ne vai via così? Noa fugit?
E se proprio devo dirla tutta sei stata tu ad invitarmi a questo banchetto, con la tua risposta precedente, alla quale desidero rispondere, racccogliendo l'invito a tenere aperta la porta.

[noa]

emmavedi che in fondo ti ho risposto?
(anche se noa fugit è un classico... una coazione a ripetere)
la risposta vera sta nel creme caramel o, come dici tu, nel futuro appena sfornato.
interessante peraltro.
il frullato non avrebbe una risposta isterica, ma l'approccio mio (per farlo) rischierebbe di esserlo.
il motivo sta nella mia personale difficoltà a... come cavolo lo spiego?
mmm..
ci provo eh?
vivere consapevolmente un presente, intendo una roba che dura un po' di più di un istante (carpe diem), una roba che ti lasci il tempo di ragionare sul presente stesso, insomma che sia qualcosa di più del "gnam, buono 'sto budino", mi obbliga (a me, che nn riesco a fare diversamente) a estrapolare l'oggetto dell'attenzione (cioè il presente per quanto dura l'attenzione ad esso) dal passato e dal futuro.
ma mi rendo conto (contemporaneamente) che non ha senso, che la dicotomia denotazione/connotazione che si crea scontestualizzando il presente ne falsa il senso.
così, questione di attimi, il presente torna a far parte integrante del passato e del futuro (non fosse altro che di quello appena sfornato, cioè il futuro dell'istante prima) e devo lottare per rimetterlo a fuoco.
e, come un gatto che cerca di acchiappare la sua coda, mi rincorro.
se l'esercizio dura più di tre minuti, l'attacco isterico è assicurato

[Benny]

Eccomi qua!
Mi ero perso un attimo e finalmente sono riuscito a leggere i vostri post.

Noto con piacere che, come spesso accade, il topic ha preso una strada del tutto imprevista e impensata.

Per quanto riguarda il concetto del "vivere l'attimo che fugge" di noa (dimmi se l'ho capito male), devo dire che io stesso vivo proiettato nel futuro, viste le migliaia di cose che devo fare è ovvio che non fai in tempo a finirne una che già pensi a tre delle successive, riesco però a ritagliarmi dei momenti in cui ogni attimo è prezioso e me lo godo senza pensare "tra un po' finisce tutto".
Per esempio durante un bel massaggio shiatsu.

Inoltre il pensiero del presente è quanto mai astratto. Nessuno può dire di vivere realmente nel presente, in quanto appena ne parla già non si trova più nel presente cui si riferisce.
Credo però che l'uomo, allo stesso modo in cui occupa spazio, occupi anche tempo.

Per come la vedo, il presente non è solo l'istante destinato sfornare il futuro ma che immancabilmente si brucia e diventa passato.
Il presente lo vedo più come qualcosa di molto variabile, coincidente con quegli attimi in cui il pensiero si crea, riverbera ed oscilla.
Può durare pochi istanti, come svariati minuti.

Come per lo spazio, delimitato per natura anche se a volte forzatamente, l'uomo ha la necessità di delimitare il tempo, creare secondi, minuti, ore ed ere.
Il concetto di fine anno è qualcosa di convenzionale (non per niente i cinesi lo festeggiano tra gennaio e febbraio), ma utile a razionalizzare la vita.
Non so se mi spiego, ma avere delle tappe aiuta a ad affrontare la vita, senza ci vedremo persi in un oceano senza coste, indecisi su quale direzione prendere.

Concordo con zae quando dice che, sì, gli anni passano e scorrono veloci, ma è possibile fissare nella mente le cose più significative incontrate lungo la corsa.

Tornando all'argomento da me introdotto, io sono contento di lasciarmi alle spalle la mia stupidità, che mi ha fatto correre un grosso rischio per la mia e altrui incolumità, con la speranza di non ritrovarmela tra capo e collo il prossimo anno.

[Silent Runner]

Benny hai la mia stima personale: mi è piaciuto il tuo incedere in questo argomento così scivoloso ma una cosa, una piccola domanda stupida me la consenti?
Quale sarebbe il grosso rischio per la tua ed altrui incolumità? Hai per caso graffiato con la chiave della tua auto il Pick-up di Chuck? (si pronuncia pikap di ciak)
Scherzi a parte, sono felice di sapere che sei ancora tutto intero e lo dico sul serio, non per poi aggiungere che, a cubetti, ti ci faccio io e poi ci gioco a dadi con gli amici dell'Olimpo perché questo non sarebbe scorretto. I dadi sarebbero truccati!
Ti invito invece a restare tutto intero ed a continuare a rallegrarci con il tuo Sense of Humour: se ti dovesse capitare qualcosa, sappi che dovrai vedertela con me!
Sono andato abbastanza OT?
Buon quasi 2007 a tutti!

[Benny]