Olimpo Informatico

[Silent Runner]

Prendo spunto da un suggerimento di Benny per proporre un tema che probabilmente andrà deserto:
Qual è la percezione che avete di voi stessi? Una odiosa pubblicità di prodotti di bellezza termina lo spot con la frase "Perché voi valete" (Dieci secondi dopo si sente il rumore del carrello ben olitato di un fucile a pompa ed il sottoscritto disintegra il televisore con una cannonata).
Insomma, che cosa intendete per "valere"? Quali sono le qualità di voi che apprezzate di più? Coraggio? Forza morale? Curiosità? Intelligenza? Intuito?
E quali sono le qualità correlate? Riuscite a combinare le vostre qualità per ottenere risultati soddisfacenti nella vostra vita?
La mia proposta è una semplificazione alla quale non dovrete aderire.
Andate oltre, tanto nessuno sa chi siete veramente, non abbiate paura di voi stessi. Tanto lo so: non mordete.

[liver]

Io sono bellissimo!

[Silent Runner]

Scommetto che non parli in nome del tuo avatar.
Apprezzo l'autostima (che è poi quella del rivenditore che la ritira per scontarla dall'auto nuova) ma io intendevo il "valere" non "l'apparire".

[liver]

La bellezza è un valore assoluto, per me.

P.S. Giù le mani dal mio avatar

[GrayWolf]

Bella domanda.

Me la pongo da quando, come si dice? ho l'età della ragione.
[qui si potrebbe aprire un altro bel dibattito su cosa s'intende per "ragione" ]

Personalmente io non so quanto e se valgo.
Normalmente mi aspetto una risposta dalle relazioni che intrattengo con le altre persone.
Cerco di non soggiacere al pensiero che il mio valore possa essere determinato dai soli scopi utilitaristici e personali delle persone con cui intrattengo tali rapporti.

La percezione di sè è un diamante con un numero così alto facce che nessun intagliatore riuscirà mai a riprodurre.

Penso che per riuscire ad arrivare a una pur limitata visione di ciò che siamo, si debba applicare un concetto che in economia è chiamato "il massimo edonistico individuale" che determina il massimo risultato con il minore sforzo.
Naturalmente senza per questo sconfinare nell'egoismo e nella prevaricazione sugli altri [interpretazione errata e attualissima].

Questa la premessa di carattere generale.

Personalmente ritengo che ognuno di noi segua dei criteri, che si è costruito nel tempo, per arrivare a un risultato soddisfacente per sè.
Faccio un esempio:
Posso essere considerato coraggioso per un atto compiuto, ma se la mia azione è stata dettata dalla paura e nessuno verrà mai a saperlo, sono coraggioso o pauroso?
Se questo dilemma ha per me un'importanza tale da non farmi vivere sereno, forse sarebbe il caso che dichiarassi pubblicamente quale motore mi ha spinto a fare ciò che gli altri considerano coraggio.
La speranza di una stima maggiore nel fare tale dichiarazione, potrebbe rendermi più felice e sereno pur sapendo di aver deluso una parte dell'auditorio che ha accolto la mia dichiarazione.
La certezza di essere integerrimo per aver detto la verità può soddisfarmi, se il criterio che ho scelto è l'integrità, perché questo mi fa pensare che mi comporterò nello stesso modo con la prossima persona che incontro e che ancora non conosco.

Ancora una volta sto sottolineando che la percezione di sè si può raggiungere solo con il confronto, sereno e disinteressato, che possiamo avere con gli altri.

La solitudine è uno stato mentale, non uno stato di fatto, una scelta volontaria per alcuni, forzata per altri.
La percezione di sé è distorta in entrambi i casi: se forzata ci si sente vittime di ingiustizia, se voluta [ma anche qui si dovrebbe aprire un altro dibattito, quello che dico non è esaustivo di tutti i casi] potrebbe essere il risultato della mancanza di risposta che consideriamo adeguata.

Per concludere:
posso anche dichiarare [e sentirmi] di essere l'imperatore del Giappone, ma saranno solo i fatti a smentire o a confermare la mia dichiarazione.

Ripondendo so di aver accettato la provocazione che spinge compulsivamente voi umani a parlare di voi stessi

[zaefich]

[Silent Runner]

[hope]

...bhè...si!!! E' ovvio!!! Mi ritengo in gamba... anche se la vita è stata creata per cercare di migliorare, no? Comunque diciamo che quello a cui tengo riesco a portarlo avanti...le cose che per me contano sono presenti nella mia vita perchè ho fatto il possibile per tenermele strette...sono abbastanza orgogliosa di me!

[Silent Runner]

Bene: così ti percepisci! Ma qual è il tuo valore? Qual'è la tua idea di valore? E quali sono per te i valori essenziali ai quali aspiri? (non dirmi la polvere sempre che tu non sia un bidone aspriratutto a due gambe! )

[Gateo]

[Silent Runner]

Sai che cosa cavolo vuol direeeeeeee?
Vuol dire che se non hai niente da dire puoi andare a sfogare il tuo disappunto qui
Adoro farti perdere le staffe e tu adori perderle eh, gateo?

[hope]

[Silent Runner]

Veramente avevo chiesto le cose in cui voi immaginate di "Valere"... ad esempio, io valgo come persona capace di annodarsi la cravatta al buio, mi considero un buon cuoco, ho un'intelligenza mostruosa, etc. insomma, cose così!
Quelle cose che hai scritto appartengono ai tuoi valori di riferimento, non alle tue qualità che riconosci come valore personale.
Capitttttooooo?

[Benny]

Intanto credo si debba fare un distinguo tra quelli che sono i valori della vita e quello che è il valore di una persona.
A volte possono coincidere, tipo il coraggio può ricadere in entrambi i casi, ma spesso si discostano. Ad esempio la famiglia è un valore della vita, l'essere un buon padre di famiglia è un valore della persona.

Detto ciò, è difficile determinare con esattezza quanto vale una persona, primo perché non c'è una definizione univoca di "valore", secondo perché, come dice GrayWolf, spesso ciò che appare non corrisponde con ciò che in realtà siamo.

Più semplice, ma non sempre, è giudicare il proprio valore (un po' meno facile è darlo ad intendere agli altri). Solo noi sappiamo se abbiamo agito per coraggio o codardia, se siamo realmente bravi genitori o meno.

Io personalmente ho una buona considerazione del mio "valore".
Non perché sia il migliore o particolarmente abile in qualcosa, ma perché ho l'umiltà di dire "non so come si fa, me lo spieghi?" Perché qualunque cosa faccia la faccio al meglio delle mie possibilità (che possono anche essere nulle). Perché so che ho sempre dato e sempre darò il massimo.
E questo lo so io, lo sa chi mi conosce bene, ma a volte, purtroppo, non traspare dai risultati.

Per me il valore non è l'aver successo (che spesso è immeritato e regalato), ma il lottare per ottenere determinati risultati, anche se lontani dal top.

[GrayWolf]

Ribadisco a costo di essere prolisso.

Il nostro valore è comunque determinato dalla risposta che gli altri danno alle nostre azioni.

[Benny]

[GrayWolf]

[Benny]

Scusa, il rosso lo filtro...

[GrayWolf]

[Silent Runner]

Benny ha espresso esattamente quello che intendevo fare aprendo questo Thread.
Graywolf ha allargato il tema ponendolo su un piano più ampio, interattivo, se vogliamo prendere in prestito un termine compiendo una capriola semantica.
Per me va bene anche la precisazione di Graywolf ma quello che mi interessava all'inizio, era capire come VOI vi percepite, VOi portatori di un valore personale.
L'autostima è una componente molto importante in una personalità matura e ben centrata... (oddio, lo è per tutte le personalità se è per questo) e spesso, parlando o ricevendo confidenze dalle persone od osservandole da mio "osservatorio privilegiato" (non dimenticate che fra le mie varie attività e professioni c'è anche quella dell'umorista satirico) ho notato quanto sia calata negli anni la qualità dell'autostima nella popolazione italica.
Le ragioni sono molte e non voglio tediarvi con analisi inutili in questa sede.
Penso perciò che, parlandone con franchezza e sporgendoci da dietro un nick (dietro un nick non ci si nasconde: ci si sporge!), sia più facile discuterne. Abbiamo tutti quanti da imparare qualcosa gli uni dagli altri, oltre che a ricevere conferme su quello che pensiamo.
Mi piace leggere quel che pensate, molti di voi hanno rivelato un'intelligenza non comune, una capacità di relazionare anche in situazioni o con codici inusuali. E questa è una bella notizia per il mio cinismo. Ma è anche una buona notizia per voi che ne siete la causa diretta.

Io ho avuto la fortuna di poter osservare il valore personale di molti di voi, valore che qualcuno forse nemmeno sospetta di possedere.
Non ha importanza, non saranno le mie parole a cambiare l'immagine che avete di voi stessi, non sarà solo l'approvazione degli altri (come correttamente accennava Graywolf, ma senza estrapolazioni sennò s'arrabbia e mi sbrana i polpacci). Questo è un gioco di specchi, ci si può guardare dentro senza paura di apparire come non si è affatto.
Nessuno ci giudica se noi non ascoltiamo gli sguardi superficiali che invece ci feriscono se diamo loro la richiesta importanza.
Qui siamo tutti invulnerabili. Perché è solo un gioco di rimandi.

Dopo queste belle parole retorice due cose possono succedere: gateo piomberà qui come un cammello assatanato sparando raffiche di pallottole a frammentazione su di me accusandomi di apostasia narcisistica e apocrifia pseudo demagico-demenziale da eccesso di Egotismo, oppure nessuno di voi ricorderà queste scempiaggini dopo averle lette e tutto andrà avanti come prima.
Entrambe le cose saranno la giusta conclusione di questo gioco fra amici.