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Quei telefonini fabbricati da bambini sfruttati
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Zeus News
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MessaggioInviato: 25 Apr 2007 23:13    Oggetto: Quei telefonini fabbricati da bambini sfruttati Rispondi citando

Commenti all'articolo Quei telefonini fabbricati da bambini sfruttati
Un'indagine mette in luce che le principali aziende produttrici di telefonini sfruttano il lavoro minorile in Paesi del Terzo Mondo.
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{kristina}
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MessaggioInviato: 26 Apr 2007 05:46    Oggetto: che orrore Rispondi citando

sicuramente e solo la punta di un iceberg, penso che siamo circondati da prodotti che sono stati pagati con lo sfruttamento. Sono rimasta male a sapere questo, sicuramente non compro più un cellulare .........
pensate a questi bambini, se fosse uno dei VS figli??? una vs sorella??
mi sento male a pensare che cosa succede in questi paesi per dare confort ai viziati europei, che siamo noi...
le api che vengono eliminate attraverso l'inquinamento elletro/magn. delle onde dei cellulari...
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{cimmerius}
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MessaggioInviato: 27 Apr 2007 08:28    Oggetto: da che pulpito...! Rispondi citando

a volte è difficile sopportare lezioni di etica da chi agisce nel torbido e volutamente non fa chiarezza in casa propria. Mi riferisco alla sentenza del 16-5-2006 per i milioni di euro indebitamente percepiti da Altroconsumo (e pagati da noi contribuenti!). Che Altroconsumo chiarisca la sua posizione, prima di puntare il dito sugli altri.
Ma, giusto per non equivocare lo scopo del commento, vi confermo che sono il primo a boicottare le aziende di elettronica senza scrupoli.
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merlin
Dio maturo
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MessaggioInviato: 27 Apr 2007 22:48    Oggetto: Re: da che pulpito...! Rispondi citando

{cimmerius} ha scritto:
a volte è difficile sopportare lezioni di etica da chi agisce nel torbido e volutamente non fa chiarezza in casa propria. Mi riferisco alla sentenza del 16-5-2006 per i milioni di euro indebitamente percepiti da Altroconsumo (e pagati da noi contribuenti!)....


Scusa, che robe è 'sta sentenza? Tnx Smile
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toto200
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MessaggioInviato: 16 Mag 2007 15:05    Oggetto: Re: da che pulpito...! Rispondi citando

Ma non capisco chi si straccia le vesti per notizie come questa.

Anche la SPAM, ad esempio, era già stata oggetto di accuse di questo genere. E come lei qualunque grande logo multinazionale che accanto alla propria etichetta vede la presenza di quella con la scritta "made in china" o altro paese asiatico vuol dire che sta producendo là perchè ... là la mano d'opera costa meno. Ma se costa meno è perchè è più sfruttata, perchè non vengono dati agli operai le ferie, le tutele sanitarie, la pensione, luoghi di lavori sicuri ... stipendi decenti ...
Significa che là gli operai si fanno la guerra uno con l'altro al ribasso dello stipendio, dei diritti, delle sicurezze, delle tutele ... è la guerra dei poveracci.
Significa che là è la pacchia dei padroni!

Se la Fiat sposta i propri stabilimenti in Polonia è perchè ai polacchi dà meno soldi per fare le auto ... che poi però vende qui in Italia, per un po', allo stesso prezzo di quando produceva a Mirafiori ... quindi la Fiat aumenta i suoi ricavi (o riesce ad avere prezzi competitivi con le concorrenti che là hanno già spostato gli stabilimenti, il ragionamento è simile) senza fare ricerca, investimenti, non rischiano un bel niente!
Questi imprenditori non contribuiscono al benessere della società perchè semplicemente si mettono in tasca dei soldi lucrando sulla pelle degli operai, e poi sono anche capaci di piangere perchè non riescono a vendere i loro prodotti in casa propria: ma con quali soldi li comperiamo se gli imprenditori imbecilli danno gli stipendi all'estero?

Ma ritornando a bomba: secondo voi, che tipo di operaio può essere quello che ha prodotto una camicia che da Bennet costa 3 euro? uno che ha la seconda casa ad Alassio o un disgraziato che fa quello che fa per non morire di fame? quanta pensione prenderà? se rimane incinta sarà tutelata?

E questo vale per la SPAM, per la Fiat, per la Neil Pryde, per la LG, per ... tutte le case che DELOCALIZZANO: parola magica che nei padroni, pardon, imprenditori, evoca guadagni facili e negli operai la perdita del lavoro. Magnifico.

L'importante è che poi nessuno pianga quando i prodotti che lui mette sul mercato restano lì ... perchè non ci sono più soldi per comperarli, quando c'è la stagnazione dei consumi, quando i cinema ed i ristoranti hanno posti vuoti, quando la gente anzichè andare un mese in Liguria va ogni domenica di agosto a fare il pic nic sul Sangone. E così via. Evviva la delocalizzazione!

Ma Berlusconi non aveva detto che osteggiava il male (e questo è indubbiamente male) e che scendeva in campo per la felicità di noi tutti? evidentemente questo dettaglio della delocalizzazione gli deve essere sfuggito. Ma meno male che questo governo è diverso ed ha stabilito una scaletta seria di priorità: dopo l'indulto, le intercettazioni, la liberalizzazione dei taxi, la legge elettorale, il partito democratico, i dico, i 26 milioni di euro spuntati per l'Afghanistan, la pena di morte ... ci sarà spazio anche per affrontare qualche problema che affligge i lavoratori.

E questo con tutto il rispetto per i bambini costretti ad assemblare i telefonini, che è una conseguenza delle criticità che affliggono il tema "lavoro" ...
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ioSOLOio
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MessaggioInviato: 20 Mag 2007 13:21    Oggetto: delocalizzazione non è un male di per se Rispondi citando

la delocalizzazione è uno strumento a disposizione delle aziende...che dunque lo utilizzano....ma che -in un mondo globalizzato e concorrenziale al massimo- devono sfruttarlo pena il fallimento !

E' un giro vizioso...nel telefonino l'acquirente compra il bene griffato perchè gli piace il nome, il design, lo status...quasi mai conosce e sfrutta a fondo più del 20% delle potenzialità offerte...
Il discorso non è diverso per le scarpe o l'abbigliamento in genere...

e non vale solo per le multinazionali...
ci sono anche cose assolutamente non griffate, che trovate al mercato a pochi euro...come appunto la maglietta o la camicia a 3 euro !
Avete presente che con quella cifra non si comprano nemmeno i bottoni e il filo per attaccarli?
Quindi ovvio che il "trucco" c'è...evasione fiscale, produzione "particolare" in condizioni non di legalità se in Italia, più sfruttata se in oriente..

business is business
E l'azienda o si adegua o è tagliata fuori.


Il punto fondamentale a mio parere è politico.
Perchè che l'azienda privata faccia i propri interessi (nel rispetto delle leggi cui è sottoposta) ci sta, non posso pretendere altro.
Ma le tutele dovrebbero essere messe in atto a livello politico.
I primi a sfruttare le situazioni non sono le aziende, ma i governanti dei paesi che sfruttano i propri cittadini tutti.
Perchè "delocalizzazione" potrebbe anche non essere semplice sinonimo di sfruttamento.
Perchè in paesi diversi, con economie differenti potrebbe essere motivato un costo inferiore di salario esattamente come costa meno affittare in un paesino dell'hinterland che non in centro a Milano..non per questo la periferia deve per forza essere degradata.
Sono le scelte fatte da chi amministra la zona a fare la differenza.
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MessaggioInviato: 20 Mag 2007 13:22    Oggetto: non è necessario andare molto lontano Rispondi citando

Tra l'altro non è necessario andare molto lontano per avere situazioni di illegalità profonda e sfruttamento pesante del lavoro con poche o nulle sicurezze.
A Napoli ci sono decine di laboratori di pellame "nascosti alla luce del sole" con zero tutele per il lavoratore in nero e spesso zero sicurezze...
Al sud ci sono nella stagione di raccolta dei pomodori centinaia di braccianti extracomunitari (in mano tra l'altro al caporalato dei loro stessi conterranei) sfruttati dai proprietari locali.
Due esempi che sono stati ben documentati di recente in due servizi giornalistici in tv.
Due esempi di molti altri che potrebbero essere portati.
Non in Cina ma in Italia.
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MessaggioInviato: 20 Mag 2007 18:34    Oggetto: Re: non è necessario andare molto lontano Rispondi citando

ioSOLOio ha scritto:
la delocalizzazione è uno strumento a disposizione delle aziende...che dunque lo utilizzano....ma che -in un mondo globalizzato e concorrenziale al massimo- devono sfruttarlo pena il fallimento !
...
business is business
E l'azienda o si adegua o è tagliata fuori.

"devono sfruttarlo" dici ...
Come ogni idea è da rispettare. Quindi la rispetto anche se non la condivido: nel senso che per non fallire esistono anche altri modi ... ne converrai!!! forse più complicati, forse più impegnativi, forse meno remunerativi, ma sicuramente socialmente migliori. Chiedi delucidazioni a chi ha perso il lavoro (solo in Italia non si tratta di qualche centinaio di persone, sono un ordine o due di grandezza in più) in virtù del mondo "globalizzato e concorrenziale". In virtù del "business is business". Vale la pena riflettere sul fatto che anche Tanzi, a modo suo, si è fatto guidare nelle sue scelte dal "business is business".

ioSOLOio ha scritto:
Tra l'altro non è necessario andare molto lontano per avere situazioni di illegalità profonda e sfruttamento pesante del lavoro con poche o nulle sicurezze.
A Napoli ci sono decine di laboratori di pellame "nascosti alla luce del sole" con zero tutele per il lavoratore in nero e spesso zero sicurezze...
Al sud ci sono nella stagione di raccolta dei pomodori centinaia di braccianti extracomunitari (in mano tra l'altro al caporalato dei loro stessi conterranei) sfruttati dai proprietari locali.

E qui sono contento che tu mi dia ragione, con due esempi locali dove
toto200 ha scritto:
la mano d'opera costa meno. Ma se costa meno è perchè è più sfruttata, perchè non vengono dati agli operai le ferie, le tutele sanitarie, la pensione, luoghi di lavori sicuri ... stipendi decenti ...
Significa che là gli operai si fanno la guerra uno con l'altro al ribasso dello stipendio, dei diritti, delle sicurezze, delle tutele ... è la guerra dei poveracci.
Significa che là è la pacchia dei padroni!

Anche questi due esempi sono causati dal dogma "business is business" ma, evidentemente, non tutti sono convinti che sia un modello da seguire ... nemmeno tu mi sembra ...
Quindi, telefoni o pomodori, "business is business" non funziona ... è troppo poco ... si rischia di far diventar schiavi addirittura i bambini ... che tristezza.

Ma per fortuna che i nostri politici sono sempre lì a fare il loro mestiere: sono i rappresentanti della gente, della società, sono stati messi lì, pagati per questo. E solo questo. Non devono andare in fabbrica a fare il terzo turno alla verniciatura: devono solo essere vigili ed attenti a fare in modo che l'economia si sviluppi sì, ma nel rispetto della società (delle persone intendo)!
Evviva: dormo sonni tranquilli. zzz
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MessaggioInviato: 21 Mag 2007 20:22    Oggetto: Re: non è necessario andare molto lontano Rispondi citando

toto200 ha scritto:

"devono sfruttarlo" dici ...
Come ogni idea è da rispettare. Quindi la rispetto anche se non la condivido: nel senso che per non fallire esistono anche altri modi ...


io non sono soddisfatto che si arrivi a certi estremi.
ne tantomeno che il risultato della delocalizzazione selvaggia incentivata dai politici tutti sia sostanzialmente un impoverimento del lavoratore locale e dell'economia (intesa non come denaro circolante in banca quanto come risorse, tecnologia e menti)

però il circolo è vizioso perchè...semplificando molto ad esempio Nokia per essere Nokia deve vendere ad un certo prezzo, deve vendere così tanti cellulari che in Finlandia oramai anche le renne ne hanno almeno uno..e deve avere un certo guadagno su ogni prodotto venduto.
Se per caso fallisce gli obiettivi [e bada che a volte gli obiettivi sono falliti pur conseguendo ottimi utili netti!] il titolino prende sonore mazzate in borsa..dove magari investe dieci mila euro anche il normale lavoratore, ecc.ecc.

Mi sono ritrovato tempo fa a parlare con il proprietario di una azienda tecnologica che vende in tutto il mondo macchinari sofisticati e all'avanguardia.
l'industriale mi diceva ha scritto:
noi vendiamo una decina di macchine all'anno...per una quindicina di milioni di fatturato..e questo significa che perdere uno o due clienti ha una incidenza molto alta. Fino ad ora abbiamo retto molto bene perchè tecnologicamente eravamo avanti, c'era un forte know how...ma con sufficienti mezzi e denaro a disposizione la conoscenza e la tecnologia la compri....iniziamo a sentire la concorrenza forte di una ditta orientale che pratica comodamente prezzi inferiore del 20%...un industriale sud americano che aveva già comprato da noi mi ha detto che trecentomila euro risparmiati sono una cifra importante...io ho una certa età, e certo non traslocherò all'estero..non ho figli..il mio benessere me lo sono costruito...per cui non ho problemi...ma i miei dipendenti, le loro famiglie? Come posso fronteggiare concorrenze dove il lavoro costa un decimo?


Quindi sempre più spesso...o sei una azienda che vende prodotti di nicchia....o sei una azienda che ha un tale marchio da non avere alcun tipo di concorrenza [vedi che so la Ferrari...ma anche lei i gadget e merchandising vari li compra in Cina!]

Io sostengo che se non si fanno carico del tessuto sociale coloro che dovrebbero per i loro compiti specifici [i governanti] perchè dovrebbero farlo privati cittadini nei loro affari [le aziende] ?
Ciò non toglie che vi siano delle eccezioni.
Come vi sono aziende etiche che investono in modo etico..e ci sono anche fondi di investimento etici..che scelgono le aziende su cui investire in base a come si comportano e via dicendo.

Ma se situazioni di degrado e illegalità insostenibili le troviamo a due passi da noi, proprio in casa nostra...



Certamente poi il potere -come sempre- è/sarebbe anche e soprattutto in chi compra.
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MessaggioInviato: 22 Mag 2007 09:35    Oggetto: Re: non è necessario andare molto lontano Rispondi citando

ioSOLOio ha scritto:
io non sono soddisfatto che si arrivi a certi estremi.
ne tantomeno che il risultato della delocalizzazione selvaggia incentivata dai politici tutti sia sostanzialmente un impoverimento del lavoratore locale e dell'economia
Infatti su questo, ripeto, siamo perfettamente d'accordo.

ioSOLOio ha scritto:
però il circolo è vizioso perchè...semplificando molto ad esempio Nokia per essere Nokia deve vendere ad un certo prezzo, deve vendere così tanti cellulari che in Finlandia oramai anche le renne ne hanno almeno uno..e deve avere un certo guadagno su ogni prodotto venduto.
Ed è proprio qui che cominciamo a divergere: tu - se ho capito bene - ritieni che lo scopo di esistenza (unico, ultimo, principale, fondamentale) di un'impresa sia quello di far incassare soldi al padrone. La metto giù semplice, si potrebbe dire distribuire dividendi agli azionisti e così via, ma semplifico per comodità: non è definire chi sia il padrone che ci interessa, quanto quale sia lo scopo di un'impresa.

Io invece ritengo che lo scopo fondamentale di esistenza di un'impresa sia quello di migliorare le condizioni di vita delle persone che formano la società con la quale essa interagisce in qualunque modo. Bada bene, non sto dicendo che deve regalare i soldi, sto dicendo che deve dare occupazione, stipendi equi, sicurezza sul lavoro, deve contribuire ai bisogni dei lavoratori (colonie per i figli, case per gli operai, miglioramento del tempo libero dei dipendenti, e così via), deve assicurare che non fallirà domani, non deve scaricare veleni nelle acque, e così via.
Ovviamente per fare ciò deve essere sana, con i bilanci a posto, deve vendere, deve guadagnare e così via.
E qui sono arrivato al nocciolo: per me deve guadagnare è un MEZZO, non un FINE: il fine è quello appena descritto!

Altrimenti siamo in presenza di un'impresa che opera in modo non responsabile (consiglio la lettura di quanto pensa il professor Gallino, qualcosa ne sa, ed il libro è ben fatto)
Citazione:
Si definisce irresponsabile un'impresa che al di là degli elementari obblighi di legge suppone di non dover rispondere ad alcuna autorità pubblica e privata, né all'opinione pubblica, in merito alle conseguenze in campo economico, sociale e ambientale delle sue attività.
Ed è per questo che io ti dicevo che
toto200 ha scritto:
telefoni o pomodori, "business is business" non funziona ... è troppo poco ...
Certo che è troppo poco. Dal mio punto di vista il business è un mezzo, non come un fine. Se tu arrivi solo fino al soldo ti manca un pezzo, e corri il rischio di giustificare qualunque situazione di merda (delocalizzazione selvaggia, caporalato, ricatti sindacali, contratti che da tempo indeterminato passano a determinato, cococo et similia, stipendi da fame, fino ad arrivare a Tanzi, fulgido esempio!) purchè si ottenga il soldo: alla fine avremo un mondo di schiavi con i padroni delle fabbriche che vivono nei castelli e che reprimono i proletari assoldando mercenari ... ma questo film l'abbiamo già visto, è finito nel 1492 ... ricordi?

ioSOLOio ha scritto:
Io sostengo che se non si fanno carico del tessuto sociale coloro che dovrebbero per i loro compiti specifici [i governanti] perchè dovrebbero farlo privati cittadini nei loro affari [le aziende]?
Ed anche qui abbiamo una visione che diverge, seppure in modo non sostanziale. Io ritengo che compito dell'azienda sia fare andare bene l'economia (suo scopo prevalente, e come potrebbe non esserlo? la proprietà ci ha messo i soldi!!!) nel rispetto della società (dal suo punto di vista è uno scopo secondario). Compito della politica sia indirizzare, con le leggi, le aziende verso una società sermpre migliore (quindi raddrizzare la bilancia, che le aziende ovviamente tentano di spostare verso l'economia, a favore della società).

Ma forse i nostri politici non riescono svolgere il loro compito perchè sono in tanti, ed allora fanno casino e si infastidiscono a vicenda. Dobbiamo trovare anche noi il noscro Sarko che riduce a 15 i ministri con la metà donne ...
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MessaggioInviato: 28 Mag 2007 14:27    Oggetto: Re: non è necessario andare molto lontano Rispondi citando

toto200 ha scritto:
Ed è proprio qui che cominciamo a divergere:
[...]
Io invece ritengo che lo scopo fondamentale di esistenza di un'impresa sia quello di migliorare le condizioni di vita delle persone che formano la società con la quale essa interagisce in qualunque modo. [...]
E qui sono arrivato al nocciolo: per me deve guadagnare è un MEZZO, non un FINE: il fine è quello appena descritto!

Non si può non condividere il tuo discorso, è etico, è auspicabile ma non molto reale, è "utopistico".
Un po' come dire che i politici dovrebbero non rubare, dovrebbero fare leggi eque e giuste per tutti, non dovrebbero avere stipendi da favola e andare in pensione dopo 30 mesi di legislatura quando al cittadino servono 35 anni...
cose vere...ma non realistiche purtroppo.

Per cui pure se condivido il tuo discorso, il mio osservare in modo pragmatico e il mio hobby per la finanza mi fanno fare analisi più nude e crude.


toto200 ha scritto:
ioSOLOio ha scritto:
Io sostengo che se non si fanno carico del tessuto sociale coloro che dovrebbero per i loro compiti specifici [i governanti] perchè dovrebbero farlo privati cittadini nei loro affari [le aziende]?
Ed anche qui abbiamo una visione che diverge, seppure in modo non sostanziale. Io ritengo che compito dell'azienda sia fare andare bene l'economia (suo scopo prevalente, e come potrebbe non esserlo? la proprietà ci ha messo i soldi!!!) nel rispetto della società (dal suo punto di vista è uno scopo secondario). Compito della politica sia indirizzare, con le leggi, le aziende verso una società sermpre migliore (quindi raddrizzare la bilancia, che le aziende ovviamente tentano di spostare verso l'economia, a favore della società).

eh no..
certo che il politico non deve impicciarsi degli affari aziendali, ma deve però tutelare il cittadino e far rispettare le leggi.
Per cui il mio paragone credo resti valido..se chi è preposto alla tutela delle persone e a far si che vengano rispettate le leggi vigenti permette che ci siano i noti casi in Cina e gli altrettanto noti casi a Napoli, alla luce del sole, dove tutti sanno e vedono e dunque è -per vari motivi- connivente, perchè mai ad un privato cittadino si chiede di essere integerrimo?

Certo, se lo è lo si applaude, ma se non lo è non mi posso stupire più di tanto. Sta semplicemente facendo ciò che gli si permette (e spesso si invita) a fare.
Non lo assolvo ma assieme a lui, e prima di lui, condanno altri.

Un comportamento illecito o ingiusto non cambia solo perchè lo fanno anche gli altri.
Ma se quegli altri sono coloro che dovrebbero sorvegliare e tutelare, vedo in quelli la responsabilità prima.
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MessaggioInviato: 29 Mag 2007 15:21    Oggetto: Re: non è necessario andare molto lontano Rispondi citando

ioSOLOio ha scritto:
pure se condivido il tuo discorso, il mio osservare in modo pragmatico e il mio hobby per la finanza mi fanno fare analisi più nude e crude.

Non discuto. Se lo scopo dell'analisi è "capire che cosa sta succedendo" condivido la tua analisi: la situazione attuale è, per utilizzare la tua lista, la seguente "una parte dei politici ruba, una parte dei politici promulga leggi inique ed ingiuste, una parte dei politici ha stipendi da favola e va in pensione dopo 30 mesi di legislatura mentre al cittadino servono 35 (scalone permettendo) anni ...".
Ma, a questo punto, tu ti fermi e dici: "le cose sono troppo più grosse di me quindi non le combatto. A che servirebbe? a niente. E chi pensa di poterle cambiare (come toto200) è un sognatore, uno che non ha chiaro che cos'è la realtà, un utopista, uno che non ha ancora capito dove conviene investire e dove lasciar perdere".

Ebbene sì, quando vedo un'ingiustizia io mi incazzo, e se mi toccano il portafoglio mi incazzo, e se mi fanno lavorare anche per chi vuole vivere alle mie spalle mi incazzo, e se voto per chi mi dice che farà qualcosa per eliminare delle ingiustizie e poi invece i temi sui quali si spende sono l'indulto, la legge sulle intercettazioni, i DiCo (con tutto il rispetto credo la scaletta delle priorità li veda dopo il lavoro, le pensioni, la sanità, la scuola, la mafia, gli sperperi della politica tanto per prendere i primi temi), la liberalizzazione dei taxi, il partito democratico ... mi incazzo. E se mettono in galera chi ha avuto l'ardire di toccare la casta dei politici (Corona: fotografava gli intoccabili e chiedeva soldi per non pubblicare le foto) e lasciano fuori il responsabile della truffa del secolo (Tanzi: rubati, con la complicità delle banche, 200 milioni di euro) mi incazzo.
E se chi si incazza, e cerca di capire come fare per risolvere queste ingiustizie, viene definito un Don Chisciotte, allora SONO UN DON CHISCIOTTE. E sono fiero di esserlo.

Non accetterò mai ingiustizie, che perdipiù mi toccano direttamente, motivando il mio immobilismo con il pragmatismo o con l'hobby per la finanza: sono dispiaciuto per la tua scelta ... spero che tu la possa, in futuro, riconsiderare.

ioSOLOio ha scritto:
toto200 ha scritto:
Io ritengo che compito ... della politica sia indirizzare, con le leggi, le aziende verso una società sermpre migliore (quindi raddrizzare la bilancia, che le aziende ovviamente tentano di spostare verso l'economia, a favore della società).
eh no..
certo che il politico non deve impicciarsi degli affari aziendali, ma deve però tutelare il cittadino e far rispettare le leggi.

Ma come no ... certo che sì. Quando sostieni questi principi siamo d'accordo: il politico deve operare
toto200 ha scritto:
a favore della società
cioè "tutelando il cittadino". E facendo, ovviamente, anche rispettare le leggi.
Sono totalmente d'accordo con te.

ioSOLOio ha scritto:
se chi è preposto alla tutela delle persone e a far si che vengano rispettate le leggi vigenti permette che ci siano i noti casi in Cina e gli altrettanto noti casi a Napoli, alla luce del sole, dove tutti sanno e vedono e dunque è -per vari motivi- connivente, perchè mai ad un privato cittadino si chiede di essere integerrimo?

Perchè se una cosa è sbagliata, non diventa giusta solo perchè "la fa anche il politico". Se è sbagliata è sbagliata, e se la fai te ne assumi la responsabilità!
Prova a dire, al vigile che ti ferma dopo che sei passato col rosso "ma è appena passata col rosso anche la pattuglia senza lampeggiante" ... se è rosso è rosso, e ti fermi, e passi solo quando è scattato il verde. Se è sbagliato è sbagliato: non lo fai e basta! e se qualcuno lo fa ti incazzi.
Se incominciamo a dire "io rubo, ma lui ruba più di me quindi lasciami stare" non si va da nessuna parte. Scopa davanti alla porta di casa tua e tutto il villaggio sarà pulito.
Ne abbiamo appena avuto uno che era (ed è ancora, grazie anche alla sua controparte politica che dovrebbe difendere - anche - chi l'ha votata ed invece se ne fotte!) al di sopra delle leggi! non ci era bastato l'esperienza di chi l'aveva preceduto, almeno su questo tema, nel ventennio ... e che era stato definito (parole dell'ex presidente del consiglio) come grande statista ...

Spero tu non sia uno di quelli che, con la sigaretta all'angolo della bocca, dirai a tuo figlio che non deve fumare ... e pretenderai rispetto da lui ...

Ad un privato cittadino si chiede di essere integerrimo perchè è suo interesse. Perchè se non lo è non si può lamentare che il suo vicino non lo sia. E se, mentre rincasa, viene accoltellato per 50 euro non si deve stupire. Ecco perchè!

ioSOLOio ha scritto:
Certo, se lo è lo si applaude, ma se non lo è non mi posso stupire più di tanto. Sta semplicemente facendo ciò che gli si permette (e spesso si invita) a fare.

Gli imbecilli, gli ignoranti ed i prepotenti ragionano così. Io, pur nella mia natura imperfetta, mi picco di non fare parte di nessuna di queste categorie ...

ioSOLOio ha scritto:
Non lo assolvo ma assieme a lui, e prima di lui, condanno altri.

Assieme, prima, dopo, non è il singolo che decide i tempi. In una società democratica esistono delle leggi che la regolano e che tutelano i più deboli: i tempi sono stabiliti per legge. Rispetto per la legalità.

ioSOLOio ha scritto:
Un comportamento illecito o ingiusto non cambia solo perchè lo fanno anche gli altri.

Quoto in toto.

ioSOLOio ha scritto:
Ma se quegli altri sono coloro che dovrebbero sorvegliare e tutelare, vedo in quelli la responsabilità prima.

Giusto! "prima" come sinonimo di "principale", quindi al sorvegliante e tutore che sbaglia darò più frustate che agli altri. Non come sinonimo di "da perseguire con precedenza temporale": i tempi sono stabiliti per legge, e 5 anni di elogio dell'illegalità mi sono bastati.

Temo però di essere finito ampiamente OT rispetto ai bambini che fabbricano i telefoni ...
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MessaggioInviato: 29 Mag 2007 20:13    Oggetto: Rispondi citando

Ok..stiamo sostanzialmente (cioè nella sostanza) dicendo le medesime cose.
Io forse mi limitavo -specialmente nel primo intervento che ha dato il via al nostro dialogo- all'analisi del perchè..tu eri già andato oltre.

Come hai scritto tu, la cosa sbagliata lo è e basta, a prescindere dal chi la fa (politico, cittadino, industria, ecc.).
Certo. E va dunque condannato l'illecito.

Il punto -per restare in topic- è appunto che l'illecito per vari (e spesso ovvi) motivi non viene preso in considerazione.
A Napoli..perchè quegli sfruttati in casa nostra certamente preferirebbero un lavoro equo..ma non essendoci quello, "si accontentano"..e condannare le aziende sfruttatrici e far chiudere le inique attività (che poi tra l'altro evadono il fisco, l'iva, e dunque cagionano altri danni alla collettività tutta) servirebbe a causare pochi danni alle società..e ancora più danni ai lavoratori....che si incavolerebbero non poco con l'amministratore della politica o della giustizia di turno...per cui tutti "acqua in bocca" almeno fino a che non ci scappa il morto.
In Cina..beh..non conosco bene le realtà locali ovviamente..ma quelle macro un po' si...per cui ben si capisce il perchè sono tollerate.

Per cui..si arriva al punto finale...chi dovrebbe indagare e ove necessario condannare non lo fa.
Difficilmente -ammesso che ne abbia i mezzi di legge- l'autorità del paese di orgine della ditta in questione va ad affossare una propria risorsa (sarebbero di nuovo mazzate sui denti prese dai concittadini stessi!)

E dunque l'ultimo baluardo -etico, morale, giusto- potrebbe e dovrebbe esserlo l'acquirente, il vero "potente" del business d'oggi checchè se ne dica.


ps:

toto200 ha scritto:
Giusto! "prima" come sinonimo di "principale",

esatto..un vezzo un poco arcaico il mio...responsabilità prima come "principale responsabilità" Wink
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Dio minore


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MessaggioInviato: 30 Mag 2007 09:51    Oggetto: Rispondi citando

ioSOLOio ha scritto:
condannare le aziende sfruttatrici e far chiudere le inique attività (che poi tra l'altro evadono il fisco, l'iva, e dunque cagionano altri danni alla collettività tutta) servirebbe a causare pochi danni alle società
concordo. Ed aggiungo che non solo evadono il fisco, ma servono purtroppo a finanziare la criminalità organizzata che - come penso chiunque sappia - ha parecchi mezzi a sua disposizione per sbaragliare la concorrenza ... oltre che per dirigere le scelte politiche, e quindi i soldi delle tasse che tu ed io paghiamo per avere gli ospedali, le scuole, l'illuminazione pubblica ... Sad

ioSOLOio ha scritto:
E dunque l'ultimo baluardo -etico, morale, giusto- potrebbe e dovrebbe esserlo l'acquirente, il vero "potente" del business d'oggi checchè se ne dica
e su quest'aspetto, temo, tu sia più utopista di me quando affermo che cerco di cambiare il mondo. E ti articolo il mio pensiero.
Supponendo che il mercato sia regolato dalla legge della domanda e dell'offerta (più c'è domanda più io prezzi salgono, più c'è offerta più i prezzi scendono) oggi una pizza margherita non costerebbe 15.000 lire. Se il vero potente del business d'oggi fosse l'acquirente, i prezzi, nel 2001, non sarebbero raddoppiati: ti sembra?
La legge della domanda e dell'offerta è un principio teorico, come il comunismo. I principi teorici che stanno alla base del comunismo sono indubbiamenti golosi: chi non li condividerebbe? ma allora perchè tutti i regimi comunisti non hanno funzionato (e non stanno funzionando)? perchè, all'interno della teoria, occorre inserire le persone: e le persone scassano (nel senso che modificano il funzionamento di) qualunque teoria. Ogni principio teorico di un sistema che debba fare i conti con le persone funziona in modo differente da quello che la teoria "astratta" suggerirebbe. Ed il mercato non fa eccezione.
Concludendo: se i principi teorici del mercato regolassero la realtà, allora la tua affermazione sarebbe corretta. Ma la margherita a 15.000 lire la negano ... Very Happy
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MessaggioInviato: 31 Mag 2007 13:55    Oggetto: Rispondi

toto200 ha scritto:

ioSOLOio ha scritto:
E dunque l'ultimo baluardo -etico, morale, giusto- potrebbe e dovrebbe esserlo l'acquirente, il vero "potente" del business d'oggi checchè se ne dica
e su quest'aspetto, temo, tu sia più utopista di me quando affermo che cerco di cambiare il mondo. E ti articolo il mio pensiero.
Supponendo che il mercato sia regolato dalla legge della domanda e dell'offerta (più c'è domanda più io prezzi salgono, più c'è offerta più i prezzi scendono) oggi una pizza margherita non costerebbe 15.000 lire.
[...]
Concludendo: se i principi teorici del mercato regolassero la realtà, allora la tua affermazione sarebbe corretta. Ma la margherita a 15.000 lire la negano ... Very Happy

no, non sono utopista..nel senso che -economicamente- il potere è nell'acquirente.
Che poi -per vizio, pigrizia, interessi personali, comodità, a volte anche idiozia, ecc.ecc.- detto potere non solo non venga esercitato ma addirittura ci si rimette al volere del venditore è un discorso diverso.

Tu vendi un bene che possiedi al prezzo che il mercato è disposto a pagare. Quello è il prezzo (di mercato) giusto (dico di mercato perchè potrebbe essere un prezzo eticamente non corretto...)
Tu hai un monolocale...se trovi chi -per maggior interesse, perchè è innamorato del quartiere, perchè ha soldi da buttare...- te lo paga come un attico a Piazza di Spagna, lo venderai a quel prezzo...
Idem per i telefonini, le pizze, gli abiti griffati...

Se il mercato -ovvero l'acquirente- decidesse che il prezzo è esagerato e non comprasse, sui beni di consumo non necessari (perchè è ovvio che per alcune cose il discorso non vale..pae, alimenti, ecc.) il venditore si troverebbe a dover forzatamente abbassare i prezzi, pena il chiudere bottega.

E' lo stesso motivo per cui -se ne è parlato qua sul forum- tutti si lamentano dei costi elevati di sms e telefonate da cellulari...ma sostanzialmente nessuno è disposto a farne un uso molto più moderato.
La protesta "un giorno senza cellulare" è risibile..ma se già fosse un mese lo sarebbe molto meno..
Certo chi lavora non può farne a meno, ma quanti usano davvero il cell in maniera indispensabile per fini lavorativi? E quanti invece chiamano la moglie per dirle "butta la pasta che sto parcheggiando", l'amica per chattare come sul pc, parlando per 40 minuti di viaggio in bus, quanti mandano decine di sms al giorno, ecc.?

Ecco allora che il potere -in mano a chi compra e paga- non è affatto utilizzato.

Ecco anche perchè - ma non vorrei andare completamente off topic- io difendo il libero mercato soprattutto sui beni di consumo "optional".
Se vuoi vendere il tuo cellulare a 1000 euro, l'auto a 100.000 euro o la t-shirt griffata a 500 euro (o anche la Margherita a 10 euro)...sei libero di farlo, chisse ne frega, basta non comprarla se non piace il prezzo.
Diverso invece se speculi sul pane, il latte, la verdura, la carne...mica puoi rinunciare a mangiare.
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