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Gavilan
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MessaggioInviato: 02 Nov 2007 22:26    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
Grazie...veramente senza ironia.... adesso mi è chiara le regola Wink

(sono un po' duretta eh... Confuso )

No Proserpina, quando ci conosceremo meglio conoscerai anche la mia ironia (ti stavo bonariamente prendendo in giro anch'io Squeeze ) e io la tua.

Ma in qualità di
Silent Runner ha scritto:
esperta in pectore

non potevo non puntualizzare... Wink
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Benny
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MessaggioInviato: 03 Nov 2007 00:14    Oggetto: Rispondi citando

Certo che scrivo solo per il mio piacere personale. Condividere, oltre a poter allietare qualcuno, non fa altro che accrescere tale piacere.

Il mio commento riguardava più gli interessi degli editori. Per accorgerti delle d eufoniche errate devi comunque leggerlo e trovo strano che, se il racconto è valido, venga scartato senza dare una possibilità di redenzione all'autore.
Dopotutto si dice che se un libro non cattura dalle prime dieci o venti pagine, allora non vale la pena continuarlo.
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nihal
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MessaggioInviato: 03 Nov 2007 21:22    Oggetto: Rispondi citando

Quoto in pieno i consigli dati da Silent. Sono anch'io dell'opinione che bisogna scrivere ciò che vogliamo senza porci il problema della pubblicazione. Se il nostro scritto è valido sarà comunque preso in considerazione (o almeno si spera che sia così). E bisogna anche leggere molto.

Trovo invece molto deludente da parte delle case editrici avere il paraocchi per la questione delle "d eufoniche".
Giusto come dice Benny, per accorgersi di tale "errore" devono leggere il racconto, a questo punto cestinare un'opera valida solo per questo motivo dimostra ben poche capacità imprenditoriali da parte delle case editrici: il tempo sprecato per leggere e la perdita di un buon lavoro diventano così facendo una perdita economica.
Secondo me sotto questo aspetto dovrebbero essere più elastiche proprio perchè sanno che è una regola grammaticale insegnata a scuola e difficilmente qualcuno conosce la regola editoriale (credo che si possano distinguere in questo modo).

Se invece è questa la politica seguita nella realtà dei fatti, allora capisco perché ci sono molto pochi nuovi autori italiani (oltre ai soliti nomi) e moltissimi libri stranieri solo tradotti.
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Silent Runner
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MessaggioInviato: 04 Nov 2007 12:37    Oggetto: Rispondi citando

Mi inserisco di nuovo per tediarvi con la mia retorica (antica arte dialettica oggi considerata solo in modo spregiativo)
Voglio che non dimentichiate mai una cosa facile da dimenticare:
Scriviamo perché c'è qualcuno dentro di noi che parla e questo va bene perché è la sorgente primaria della narrazione, sorgente che ha origini con l'inconscio e con la nascita del linguaggio verbale dal quale i simboli precipitano come in una soluzione satura.

Per chi non è esperto di chimica propongo questo semplice esperimento: prendete un bicchiere d'acqua e iniziate a versarvi del sale da cucina in piccole dosi. Agitando il liquido con un cucchiaino, il sale andrà in soluzione e scomparirà alla vista.

Abbiamo dunque un semplice bicchiere d'acqua salata. Davanti a voi un contenitore, l'acqua, il sale, ma voi vedrete solo i primi due.
Il sale, pur essendo presente fisicamente è diventato invisibile, assorbito dall'acqua che lo ha trasformato sciogliendolo (l'acqua è un potente solvente naturale).
Se aggiungete altro sale ed agitate, il sale si scioglierà ancora e scomparirà dinuovo alla vista. Aggiungendo ancora altro sale, ad un certo punto noterete che parte di esso non si scioglierà più precipitando sul fondo del bicchiere. Avremo dunque ottenuto una soluzione satura.

Il sale che precipita è molto simile alla narrazione naturale e spontanea dove i simboli precipitano sul fondo del "bicchiere".
E la cosa curiosa è che questi simboli vengono compresi da tutti nel medesimo modo (a prescindere dalla lingua e dalle stratificazioni culturali). E tutti, uomini donne, anziani e bambini, vengono catturati dalla fascinazione di questo meccanismo che parte dal singolo e si espande al gruppo. L'arte visuale, la musica, sono un esempio di condivisione dell'esperienza emotiva ed estetica nella quale i simboli prevalgono sulle giustificazioni razionali o sull'analisi logica dell'opera.

Narrare è gettare esche nel mare primordiale dell'inconscio e questo sappiamo farlo tutti, così come tutti sappiamo ascoltare la musica (amusi a parte). Ciò che Gavilan sta tentando di fare è coraggioso anche se non ci saranno conseguenze fisiche! Twisted Evil
E' importante che seguiate con attenzione i suoi suggerimenti perché se è vero che sapete come far "precipitare" i simboli nel vostro narrare è altrettanto importante conoscere tutti i trucchi che consentono di rendere due volte universali questi simboli, incastonandoli in un modello originale che possa distinguersi dalle altre narrazioni e possa catturare l'attenzione di chi vi leggerà, spiazzando il lettore che vi riconoscerà parti di sé inaspettate per un momento dimenticherà se stesso per seguirvi in un labirinto di immagini.

Ma mi fermo qui per non diventare tedioso. So che molti di voi si interrogano sul perché gli editori sono così sciocchi od ingiusti ma non è questo il punto: ricordatevi che avete iniziato con l'infanzia e che se adesso non giochereste più a quei giochi infantili è proprio da essi che avete iniziato ad esplorare il mondo e a renderlo fruibile, utilizzabile dalle vostre possibilità.

Siete stati bravissimi, avete appreso ad essere uomini e donne tutti da soli! Pensateci qualche volta prima di iniziare a scrivere: avete iniziato da zero una lingua (non ne conoscevate nessuna) siete riusciti ad imparare a muovere un corpo che non avevate mai avuto, siete riusciti a discriminare gli oggetti ed il loro uso, avete aperto la vostra mente alle metafore, alle trasposizioni simboliche, vi siete fatti un'idea approssimativa ma utilissima per muovervi nelle realtà esterne senza troppi danni.
Niente male per dei pivelli che fino a pochi mesi prima non erano che un agglomerato di cellule il cui linguaggio era più o meno "ACGTCGAATTCGTAGATTACACTGCA" ecc. (A=adenina C=citosina, T=timina, G=guanina. Notate come anche la genetica usa un linguaggio utilizzabile universalmente, così come l'informatica o gli scrittori di genere).

La vostra infanzia adesso vi sembra ridicola, banale, insignificante?
Sbagliate.
Il metodo appreso nell'infanzia funziona benissimo per la nostra specie ed uno scrittore deve avere necessariamente la sua stagione dell'apprendimento. Certo miriamo ai modelli superiori o (purtroppo) ai modelli vincenti e va bene anche così purché non si perda di vista un elemento fondamentale: siete collocati in un tempo preciso e con questo dovrete sempre fare i conti.
Un altro consiglio: ai vostri esordi non temete di "copiare" autori già affermati. Imitare altri autori aiuta a far crescere il proprio stile, la metrica e gli accorgimenti tecnici. Cercare di diventare come loro nel successo e nella pubblicazione, può distrarre dalla voce che viene da dentro.
E quella è l'unica che vi farà essere scrittori e non scribaccini.
Indipendentemente dal successo che avrete in vita.

Un ultimo consiglio: non cercate di morire prima per diventare famosi più in fetta! Perdereste tutto il divertimento che c'è nel divenire quel che siamo. Wink
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Gavilan
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MessaggioInviato: 04 Nov 2007 14:29    Oggetto: Commenti specifici al racconto Rispondi citando

Torniamo al racconto illustrato di Benny.

(Se vorrete parlare ancora di editori o simili chiedetemelo e lo faremo più avanti.)

Riporto qui sotto alcuni estratti del tuo racconto, Benny, in modo da evidenziare alcune correzioni più specifiche che apporterei.
N.B.: in corsivo e grassetto evidenzio le parti che modificherei e appena dopo scrivo la modifica o l'eventuale aggiunta in rosso.

Benny ha scritto:
Approfittando di una delle poche giornate di sole ho preso la decisione: vado a fare una scarpinata.
Da qualche giorno la programmavo stavo programmando, perciò sapevo già qual era il mio obiettivo: l?alpeggio Plan de la Feya, a 2400 m.s.l.m. Se poi avanzava fosse avanzato tempo mi sarei spinto un po? più su, verso il Col de l?Entrelor, ovviamente impossibile da raggiungere in questo periodo per via dei nevai ancora da sciogliere e della mia scarsa attrezzatura.

La scelta dei tempi verbali può essere soggettiva, l'importante è la coerenza in tutto il racconto.
Comunque, devo dire che Benny conosce molto bene la grammatica italiana. Wink

Benny ha scritto:
La sera prima ero già andato in avanscoperta, salendo il sentiero per qualche centinaio di metri, fino ad arrivare ad una roccia con una suggestiva vista su una cascata, che si tuffa a capofitto dalla nuda roccia, in un folle salto di qualche decina di metri, sotto l?indifferente presenza sguardo degli abeti.

Sositituirei "presenza" con "sguardo" a causa dell'aggettivo "indifferente", che più spesso viene accostato a uno sguardo o a un atteggiamento.

Benny ha scritto:
Lungo il tragitto mi concedo delle pause per osservare la fauna, per la precisione l?avifauna. Riconosco ben poco a parte una femmina di Picchio Rosso Maggiore, una Cincia Bigia Alpestre, una Ghiandaia, una Nocciolaia e qualche Fringuello.

A me non sembra poco, o sbaglio?
Forse questo diverso metro di giudizio dipende dal fatto che tu sei esperto di avifauna e di gite montane, mentre io - ahimè - no. Rolling Eyes

Benny ha scritto:
Le marmotte, meno diffidenti e più indifferenti , continuano nei loro affari senza darmi troppo peso.

La parte che ho evidenziato mi sembra superflua, la toglierei: hai già scritto che le marmotte sono meno diffidenti e, poco dopo, affermi che non danno troppo peso alla tua presenza.
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Benny
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MessaggioInviato: 04 Nov 2007 17:18    Oggetto: Re: Commenti specifici al racconto Rispondi citando

Gavilan ha scritto:
Benny ha scritto:
Approfittando di una delle poche giornate di sole ho preso la decisione: vado a fare una scarpinata.
Da qualche giorno la programmavo stavo programmando, perciò sapevo già qual era il mio obiettivo: l?alpeggio Plan de la Feya, a 2400 m.s.l.m. Se poi avanzava fosse avanzato tempo mi sarei spinto un po? più su,

La scelta dei tempi verbali può essere soggettiva, l'importante è la coerenza in tutto il racconto.

Lo stile è colloquiale, perciò ho scritto come a volte si parla. Comunque la correzione mi pare appropriata.

Gavilan ha scritto:
verso il Col de l?Entrelor, ovviamente impossibile da raggiungere in questo periodo per via dei nevai ancora da sciogliere e della mia scarsa attrezzatura.

Giusto! Come l?avevo scritto sembra che non sia raggiungibile in nessun caso, anche se in effetti i ghiacciai ci sono quasi tutto l?anno, ma questo è un altro discorso.

Gavilan ha scritto:
Comunque, devo dire che Benny conosce molto bene la grammatica italiana. Wink

Grazie! Pensa che non l'ho mai studiata a fondo... Rolling Eyes

Gavilan ha scritto:
Benny ha scritto:
sotto l?indifferente presenza sguardo degli abeti.

Sositituirei "presenza" con "sguardo" a causa dell'aggettivo "indifferente", che più spesso viene accostato a uno sguardo o a un atteggiamento.

Ci avevo pensato, ma poi ?sguardo? mi dava comunque l?idea di una partecipazione, mentre l?idea che volevo dare era proprio di indifferenza, perciò ?presenza? mi è sembrato più adatto.

Gavilan ha scritto:
Benny ha scritto:
Lungo il tragitto mi concedo delle pause per osservare la fauna, per la precisione l?avifauna. Riconosco ben poco a parte una femmina di Picchio Rosso Maggiore, una Cincia Bigia Alpestre, una Ghiandaia, una Nocciolaia e qualche Fringuello.

A me non sembra poco, o sbaglio?
Forse questo diverso metro di giudizio dipende dal fatto che tu sei esperto di avifauna e di gite montane, mentre io - ahimè - no. Rolling Eyes

Meno di quel che mi aspettavo, soprattutto perché c?era molto da riconoscere. E? anche un modo per sottolineare la mia poca esperienza come bird watcher

Gavilan ha scritto:
Benny ha scritto:
Le marmotte, meno diffidenti e più indifferenti , continuano nei loro affari senza darmi troppo peso.

La parte che ho evidenziato mi sembra superflua, la toglierei: hai già scritto che le marmotte sono meno diffidenti e, poco dopo, affermi che non danno troppo peso alla tua presenza.

Mi diverto ad essere volutamente pleonastico, soprattutto per certi accostamenti tipo ?diffidenti? e ?indifferenti?.
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ste_95
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MessaggioInviato: 04 Nov 2007 22:11    Oggetto: Re: La D eufonica Rispondi citando

Gavilan ha scritto:
Benny ha scritto:
Ora la palla passa a Gavilan che, vi assicuro, non va certo per il sottile! Wink


Ciao Benny! Very Happy
Effettivamente lo scambio di pareri via email che abbiamo avuto è stato piuttosto consistente, dunque lo suddividerò in più di un post per non appesantire la lettura e per focalizzare l'attenzione su un argomento alla volta. Comincerò da un argomento che Silent sa essermi caro. Wink


Innanzitutto devo dire che lo stile mi piace: è scorrevole, vivace e coinvolgente. Ho trovato molto simpatica l?idea del dialogo con le tue parti del corpo!


Attento all?uso della D eufonica: si usa solamente quando la parola che segue la congiunzione inizia con la stessa vocale.

Purtroppo a scuola, per motivi storico/culturali, a tutti noi hanno insegnato questa regola in modo errato. Ma ti assicuro che certi editor, se incontrano delle D eufoniche sbagliate, buttano direttamente il dattiloscritto dell?esordiente nel cestino!
E già trovare un editor che legge i racconti inviati dagli aspiranti scrittori è cosa rara? Rolling Eyes
Ti faccio qualche esempio per capirci:
Giuste: ad alcuni, ed ecco, od ovunque, ecc
Sbagliate: ad esempio (corretto: a esempio), ed ora (corretto: e ora), ed io (corretto: e io), ecc


io l'avevo sempre messa....grazie per la correzione
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MessaggioInviato: 05 Nov 2007 11:37    Oggetto: Rispondi citando

Io invece non sono solo cattivo ma sono anche indisciplinato! Io uso la D eufonica a mio piacimento traendone grande soddisfazione!
Scrivere "a esempio" mi fa orrore! Help

Ma non dovete seguirmi nelle mie turpitudini: è vero che la lingua è viva e si trasforma ma ci sono livelli di abominazione che niente hanno a che fare con il normale evolversi del linguaggio. L'errore, il congiuntivo sbagliato che la Tivù ha reso snob è una forma di volgarità inaccettabile e grida vendetta al cospetto di Zeus!

Ascoltate (fatelo! E' un ordine!) TapTap i tiggì della RAI e valutate la quantità di strafalcioni ai quali i nostri giornalisti sottopongono le nostre povere orecchie.
Il livello di analfabetizzazione dei giornalisti televisivi ha raggiunto livelli da incubo. Una civiltà che non ha rispetto per la sua lingua è destinata a perdere la propria identità e defuirà inesorabilmente verso il pozzo di Babele (perché la torre è un edificio troppo nobile per essere accostato al pressapochismo di costoro).

Benny aveva accennato ad un suo gusto personale che lo spingeva al piacer d'essere pleonastico. E per me va bene, se questo diventa una cifra stilitica che ad alcuni può piacere, ma il dissesto logo-sintattico del parlar male è un'altra cosa. Silenced
Io sono un cattivo maestro se uso la d eufonica sulla pastasciutta, dunque non seguitemi ma evitate per favore i vezzi e le volgarità che i media ed il linguaggio corrente trasforma in parole d'ordine. Vibro ancora come un cubo di gelatina quando sento dire "da subito", quel "da subito" lanciato da una pubblicità televisiva di cui misericordiosamente non ricordo il prodotto. L'orrore di questa porcata linguistica mi fa salire l'urlo d'orrore da profondità abissali più sacre del mio stesso senso del bello.

Esistono dunque gli slang, le lingue sotterranee, i gerghi esclusivi, piccoli uragani di masturbazione linguistica dove ci si sente più grandi solo perché si usa usa pseudolingua parallela che durerà la stagione del nostro annoiato disincanto.
Quando torneremo a parlare normalmente avremo perduto qualcosa per strada, la capacità di essere veramente autonomi, di essere liberi pensatori. Perché il pensiero si forma intorno al linguaggio ed il mondo (ho usato istintivamente la d eufonica in modo scorretto) che rappresentiamo è fatto dalle parole che usiamo: se le parole che usiamo sono corrotte dall'illusione di essere più fighe solo perché le abbiamo deformate per adattarle ad un modello plastificato ed effimero, ebbene, vi assicuro, siamo perduti!
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ste_95
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MessaggioInviato: 05 Nov 2007 15:05    Oggetto: Re: La D eufonica Rispondi citando

ste_95 ha scritto:
Gavilan ha scritto:
Benny ha scritto:
Ora la palla passa a Gavilan che, vi assicuro, non va certo per il sottile! Wink


Ciao Benny! Very Happy
Effettivamente lo scambio di pareri via email che abbiamo avuto è stato piuttosto consistente, dunque lo suddividerò in più di un post per non appesantire la lettura e per focalizzare l'attenzione su un argomento alla volta. Comincerò da un argomento che Silent sa essermi caro. Wink


Innanzitutto devo dire che lo stile mi piace: è scorrevole, vivace e coinvolgente. Ho trovato molto simpatica l?idea del dialogo con le tue parti del corpo!


Attento all?uso della D eufonica: si usa solamente quando la parola che segue la congiunzione inizia con la stessa vocale.

Purtroppo a scuola, per motivi storico/culturali, a tutti noi hanno insegnato questa regola in modo errato. Ma ti assicuro che certi editor, se incontrano delle D eufoniche sbagliate, buttano direttamente il dattiloscritto dell?esordiente nel cestino!
E già trovare un editor che legge i racconti inviati dagli aspiranti scrittori è cosa rara? Rolling Eyes
Ti faccio qualche esempio per capirci:
Giuste: ad alcuni, ed ecco, od ovunque, ecc
Sbagliate: ad esempio (corretto: a esempio), ed ora (corretto: e ora), ed io (corretto: e io), ecc


io l'avevo sempre messa....grazie per la correzione


la prof di italiano dice che così è sbagliato Rolling Eyes RollingROTFL
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MessaggioInviato: 05 Nov 2007 15:18    Oggetto: Rispondi citando

"a esempio" fa eccezione... molto meglio dire "per esempio"
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Gavilan
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MessaggioInviato: 05 Nov 2007 15:59    Oggetto: Per Ste_95 Rispondi citando

Rispondo velocemente solo a Ste_95: (causa tempo contato Rolling Eyes )

Immaginavo che la tua professoressa ti avrebbe detto di usare le famigerate D eufoniche nel modo esattamente opposto al mio: saranno almeno 40 anni che a scuola insegnano la regola sbagliata...

Riporto qui sotto un articolo che ne parla, scritto da Franco Forte (vedi anche Wikipedia).
Se vuoi puoi farlo leggere alla tua prof, ma credo sia meglio far finta di nulla e darle ragione: dopo una vita che si usano determinate regole, convinti dell'esattezza delle stesse o per abitudine, è difficile cambiare. I prof sono quelli che fanno più fatica a modificare le proprie convinzioni, soprattutto se gliele mette davanti un alunno! Wink

Ecco qui l'articolo:

Citazione:
Quella D di troppo

Articolo di Franco Forte, pubblicato sulla rivista ?Writers Magazine Italia? Anno 1 - Numero 1, pag.18

Quasi tutti i dattiloscritti che pervengono in visione alla Writers Magazine Italia sono afflitti da una grave malattia delle lettere italiane: la ?d? eufonica. Retaggio evidente di brutti insegnamenti scolastici, questa regola grammaticale travisata fatica a essere compresa. Vediamo di capire di che si tratta.

Uno dei più grossi problemi che affliggono i dattiloscritti degli autori alle prime armi è l'uso indiscriminato della ?d? eufonica. Volendo fare una statistica solo tra le opere che ci pervengono quotidianamente in redazione per un vaglio editoriale, saremmo su livelli percentuali altissimi, quasi il 90 per cento. L?errore, purtroppo, nasce direttamente nelle scuole italiane, dove una generazione di insegnanti abituata a vetuste regole crociane insiste a perpetrare lo scempio della ?d? eufonica a oltranza.
Per fortuna, oggi tutte le case editrici prestano grande attenzione a questa regola (in realtà assai semplice da interpretare e da ricordare), e nei libri, finalmente, non si corre più il rischio di imbattersi in questa brutta forma di sciatteria stilistica; nei giornali, invece, dove i correttori di bozze sono diventati una razza ormai scomparsa, e dove i giornalisti, spesso, assurgono a questo ruolo più per intrallazzi personali che per capacità di scrittura, lo scempio continua inarrestabile (e pensare che una volta i giornali si facevano leggere a scuola per dare dei validi punti di riferimento).
Ma vediamo più nel dettaglio di che si tratta. Se scrivo:

Ed ora, appare evidente che ad una bella introduzione non può che seguire un bel libro.

ho commesso due abusi della ?d? eufonica, ovvero dell'aggiunta della lettera ?d? alla congiunzione, in corrispondenza di un?altra parola che inizia per vocale ('ed ora' e 'ad una'). Perché ho sbagliato? Perché la regola sostiene che la ?d? eufonica va utilizzata solo quando una congiunzione si trova a dover fronteggiare una parola che inizia con la stessa vocale. Per esempio:

- Ed era
- Ad Ancona
- Od ovunque
- Ed ecco

In questo caso, l'aggiunta della "d" non solo è gradita, ma rispetta, se non altro, la grammatica italiana.
A partire da questa regola, però, con il tempo, perso il ricordo di quanto dettato da sua maestà Grammatica, i fautori dei cattivo italiano, credendo che l'eccesso potesse essere un buon rimedio all'ignoranza, hanno cominciato a spargere "d" eufoniche dappertutto, con il risultato che l'eccezione (scorretta), si è quasi imposta (senz'altro tra i banchi di scuola) come regola stessa. Attenzione, poi, che persino i programmatori di Microsoft, nel momento in cui è stato deciso di localizzare in italiano il famoso programma di vídeoscrittura Word, che quasi tutti, usano per redigere testi sul computer, hanno dato per scontata questa falsa regola, introducendola nel loro sistema di correzione automatica del testo. Se digitate ?a una?, infatti, il correttore di Word sottolineerà in verde la prima ?a?, e nel menù a tendina che compare cliccando sulla lettera con il tasto destro del mouse uscirà questa dicitura: "davanti alla parola ?una? è preferibile usare la preposizione ?ad?. Sostituire ?a? con: ?ad?.? Non fatelo, mi raccomando! È un grave errore.
Basterebbe pronunciare ad alta voce la frase incriminata di cui sopra, infatti, per rendersi conto che la corretta forma con cui scriverla è anche quella con cui pronunciarla:
E ora, appare evidente che a una bella introduzione non può che seguire un bel libro.

Visto che differenza?


PS: la "Writers Magazine" è una rivista per scrittori, l'unica in Italia.


@Zeussino: "A esempio" non fa eccezione, è solo un po' bruttino perché non siamo abituati... Very Happy
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MessaggioInviato: 05 Nov 2007 16:06    Oggetto: Re: Per Ste_95 Rispondi citando

Gavilan ha scritto:
Rispondo velocemente solo a Ste_95: (causa tempo contato Rolling Eyes )

Immaginavo che la tua professoressa ti avrebbe detto di usare le famigerate D eufoniche nel modo esattamente opposto al mio: saranno almeno 40 anni che a scuola insegnano la regola sbagliata...


si, probabilmente è così...stavo scrivendo un articolo e dopo aver letto qui ho correttto!
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Gavilan
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MessaggioInviato: 05 Nov 2007 23:27    Oggetto: Rispondi citando

Silent Runner ha scritto:
Ascoltate (fatelo! E' un ordine!) TapTap i tiggì della RAI e valutate la quantità di strafalcioni ai quali i nostri giornalisti sottopongono le nostre povere orecchie.
Il livello di analfabetizzazione dei giornalisti televisivi ha raggiunto livelli da incubo. Una civiltà che non ha rispetto per la sua lingua è destinata a perdere la propria identità e defuirà inesorabilmente verso il pozzo di Babele (perché la torre è un edificio troppo nobile per essere accostato al pressapochismo di costoro).

Concordo con Silent, e aggiungo all'elenco degli "analfabeti" anche almeno una parte dei giornalisti che scrivono sui quotidiani: nelle redazioni è ormai pressochè scomparsa la figura professionale del correttore di bozze e sui giornali si legge davvero di tutto. Confused




Benny ha scritto:
Gavilan ha scritto:
Benny ha scritto:
Lungo il tragitto mi concedo delle pause per osservare la fauna, per la precisione l?avifauna. Riconosco ben poco a parte una femmina di Picchio Rosso Maggiore, una Cincia Bigia Alpestre, una Ghiandaia, una Nocciolaia e qualche Fringuello.

A me non sembra poco, o sbaglio?
Forse questo diverso metro di giudizio dipende dal fatto che tu sei esperto di avifauna e di gite montane, mentre io - ahimè - no.

Meno di quel che mi aspettavo, soprattutto perché c?era molto da riconoscere. E? anche un modo per sottolineare la mia poca esperienza come bird watcher

In questo caso allora dovresti, a mio avviso, far capire meglio al lettore che hai incontrato molte specie di uccelli, ma ne hai riconosciute poche.
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Gavilan
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MessaggioInviato: 06 Nov 2007 00:02    Oggetto: Commenti specifici al racconto (2) Rispondi citando

Ecco l'ultima parte dei miei commenti al Racconto Illustrato di Benny.

Benny ha scritto:
L?erba alta del prato non rappresenta un grosso ostacolo, devo però fare attenzione a non finire col piede nella tana di qualche marmotta.
Prese le dovute precauzioni, mi inoltro nel prato verdeggiante.

La frase evidenziata è superflua: il lettore sa già che ti stai inoltrando nel prato.


Leggendo il tuo racconto ho incontrato diverse ripetizioni. La lingua italiana è ricca di sinonimi e sarebbe bene farne uso per non appesantire un racconto o una descrizione, rischiando di stancare il lettore.
Ne riporto qui sotto un paio di esempi, con le relative correzioni che apporterei:
Benny ha scritto:
Per tornare al sentiero attraverso un piccolo torrente formato dai nevai in scioglimento. Provo ad immergere una mano nell?acqua, aspettandomi di gelare all?istante. Stranamente l?acqua è fredda, ma non gelata come tanto quanto potevo immaginare.


Benny ha scritto:
Nel Lungo il tragitto attraverso un piccolo boschetto di giovani abeti, troppo giovani per creare un sottobosco, ma abbastanza fitti da nascondere la mia destinazione.

Anche in questo caso l'aggettivo "piccolo" prima di "boschetto" è superfluo. Toglierei anche l'aggettivo "giovani" che ti ho evidenziato, evitandone in tal modo la ripetizione.



Benny ha scritto:
Inoltre bagnarsi i piedi non è certo una buona idea, tanto più che il sole è parzialmente sparito dietro delle le/alcune nubi ed inizia ad alzarti una piccola brezza fresca.

"delle" non è sbagliato, ma lo trovo piuttosto bruttino. Rolling Eyes Lo sostituirei con "le" o "alcune".

Benny ha scritto:
Inizio perciò una cauta, ma sicura discesa lungo il fianco del monte, passando sotto il normale percorso del sentiero, per poi ricongiungermi più in basso. Questa manovra, anziché allungare la strada, addirittura mi aiuta ad abbreviarla di qualche metro.

Prima osservazione: la virgola prima di "ma" non è sempre necessaria, poiché si tratta di una congiunzione. In questo caso specifico non l'avrei messa, comunque - come già detto - l'uso della punteggiatura è molto soggettivo.
Seconda osservazione: sei tu o il sentiero che si ricongiunge a qualcosa? E a cosa? Rolling Eyes

Benny ha scritto:
Avevo promesso alle mie gambe una pausa ristoro, e così mi appresto a trovare il posto adatto.

Oppure puoi scrivere: ?Mi ero promesso una pausa ristoro?.

Benny ha scritto:
Arrivato ad un piccolo piano, dominato da una grossa massiccia roccia muscosa, perde il suo alveo naturale, iniziando ad inondare il paino, formando diversi rami, quasi un acquitrino.

Ho sotituito "grossa" con "massiccia" per evitare l'accostamento piccolo/grossa che "suona male": si tratta di due aggettivi spesso abusati, piuttosto banali, ne toglierei almeno uno.

Ciao
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MessaggioInviato: 09 Nov 2007 19:29    Oggetto: Re: Commenti specifici al racconto (2) Rispondi citando

Meglio tardi che mai...

Gavilan ha scritto:
Benny ha scritto:
L?erba alta del prato non rappresenta un grosso ostacolo, devo però fare attenzione a non finire col piede nella tana di qualche marmotta.
Prese le dovute precauzioni, mi inoltro nel prato verdeggiante.

La frase evidenziata è superflua: il lettore sa già che ti stai inoltrando nel prato.

E? per ?riprendere il cammino?. Il mio commento precedente dà l?idea di una pausa meditativa, perciò ho voluto aggiungere qualcosa per riprendere. Almeno a me dà questa impressione.

Gavilan ha scritto:
Leggendo il tuo racconto ho incontrato diverse ripetizioni. La lingua italiana è ricca di sinonimi e sarebbe bene farne uso per non appesantire un racconto o una descrizione, rischiando di stancare il lettore.
Ne riporto qui sotto un paio di esempi, con le relative correzioni che apporterei:
Benny ha scritto:
Per tornare al sentiero attraverso un piccolo torrente formato dai nevai in scioglimento. Provo ad immergere una mano nell?acqua, aspettandomi di gelare all?istante. Stranamente l?acqua è fredda, ma non gelata come tanto quanto potevo immaginare.

Più che giusto! Non ci avevo fatto caso.

Gavilan ha scritto:
Benny ha scritto:
Nel Lungo il tragitto attraverso un piccolo boschetto di giovani abeti, troppo giovani per creare un sottobosco, ma abbastanza fitti da nascondere la mia destinazione.

Anche in questo caso l'aggettivo "piccolo" prima di "boschetto" è superfluo. Toglierei anche l'aggettivo "giovani" che ti ho evidenziato, evitandone in tal modo la ripetizione.

Come per i pleonasmi, spesso mi piace ripetere gli aggettivi per dare più forza al concetto?


Gavilan ha scritto:
Benny ha scritto:
Inoltre bagnarsi i piedi non è certo una buona idea, tanto più che il sole è parzialmente sparito dietro delle le/alcune nubi ed inizia ad alzarti una piccola brezza fresca.

"delle" non è sbagliato, ma lo trovo piuttosto bruttino. Rolling Eyes Lo sostituirei con "le" o "alcune".

Sempre questione di gusti, comunque hai ragione, rileggendo si sente una nota stridula.

Gavilan ha scritto:
Benny ha scritto:
Inizio perciò una cauta, ma sicura discesa lungo il fianco del monte, passando sotto il normale percorso del sentiero, per poi ricongiungermi più in basso. Questa manovra, anziché allungare la strada, addirittura mi aiuta ad abbreviarla di qualche metro.

Prima osservazione: la virgola prima di "ma" non è sempre necessaria, poiché si tratta di una congiunzione. In questo caso specifico non l'avrei messa, comunque - come già detto - l'uso della punteggiatura è molto soggettivo.

A dire il vero l?avrei messa anche dopo ?sicura?, me ne sarò dimenticato. La virgola la utilizzo spesso per cadenzare la lettura, anche se non so se sia corretto?

Gavilan ha scritto:
Seconda osservazione: sei tu o il sentiero che si ricongiunge a qualcosa? E a cosa? Rolling Eyes

"Ricongiungermici" può andare? Scherzo ovviamente!
Io mi ricongiungo al sentiero. In effetti non lo ho spiegato bene.

Gavilan ha scritto:
Benny ha scritto:
Avevo promesso alle mie gambe una pausa ristoro, e così mi appresto a trovare il posto adatto.

Oppure puoi scrivere: ?Mi ero promesso una pausa ristoro?.

E' per riprendere il discorso con le mie gambe fatto precedentemente, per convincerle a mettersi in marcia. Comunque la promessa era estesa a tutto il corpo?

Gavilan ha scritto:
Benny ha scritto:
Arrivato ad un piccolo piano, dominato da una grossa massiccia roccia muscosa, perde il suo alveo naturale, iniziando ad inondare il paino, formando diversi rami, quasi un acquitrino.

Ho sotituito "grossa" con "massiccia" per evitare l'accostamento piccolo/grossa che "suona male": si tratta di due aggettivi spesso abusati, piuttosto banali, ne toglierei almeno uno.

Consiglio utile: archiviato!

Gavilan ha scritto:
Ciao

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MessaggioInviato: 12 Nov 2007 13:33    Oggetto: Re: Commenti specifici al racconto (2) Rispondi citando

Benny ha scritto:
Gavilan ha scritto:
Benny ha scritto:
Nel Lungo il tragitto attraverso un piccolo boschetto di giovani abeti, troppo giovani per creare un sottobosco, ma abbastanza fitti da nascondere la mia destinazione.

Anche in questo caso l'aggettivo "piccolo" prima di "boschetto" è superfluo. Toglierei anche l'aggettivo "giovani" che ti ho evidenziato, evitandone in tal modo la ripetizione.

Come per i pleonasmi, spesso mi piace ripetere gli aggettivi per dare più forza al concetto?

Capisco, nel tuo caso si tratta di stile.
Tuttavia fai sempre molta attenzione a non esagerare: uno scritto troppo barocco può risultare pesante al lettore e rischia di annoiarlo o infastidirlo addirittura.


Benny ha scritto:
Gavilan ha scritto:
Seconda osservazione: sei tu o il sentiero che si ricongiunge a qualcosa? E a cosa? Rolling Eyes

"Ricongiungermici" può andare? Scherzo ovviamente!
Io mi ricongiungo al sentiero. In effetti non lo ho spiegato bene.

Trovo comunque curioso l?utilizzo del verbo ?ricongiungersi? in questo caso. Di solito credo si possano ricongiungere due sentieri o due persone, non una persona e un sentiero.


Benny ha scritto:
Gavilan ha scritto:
Benny ha scritto:
Inizio perciò una cauta, ma sicura discesa lungo il fianco del monte, passando sotto il normale percorso del sentiero, per poi ricongiungermi più in basso. Questa manovra, anziché allungare la strada, addirittura mi aiuta ad abbreviarla di qualche metro.

Prima osservazione: la virgola prima di "ma" non è sempre necessaria, poiché si tratta di una congiunzione. In questo caso specifico non l'avrei messa, comunque - come già detto - l'uso della punteggiatura è molto soggettivo.

A dire il vero l?avrei messa anche dopo ?sicura?, me ne sarò dimenticato. La virgola la utilizzo spesso per cadenzare la lettura, anche se non so se sia corretto?

Il discorso della punteggiatura merita un post a parte. Lo preparerò per bene e lo posterò prossimamente.

Ciao ciao... Wink
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MessaggioInviato: 12 Nov 2007 20:15    Oggetto: Re: Commenti specifici al racconto (2) Rispondi citando

Gavilan ha scritto:
Trovo comunque curioso l?utilizzo del verbo ?ricongiungersi? in questo caso. Di solito credo si possano ricongiungere due sentieri o due persone, non una persona e un sentiero.

Beh, se io mi stacco (o separo) da un sentiero mi pare lecito ricongiungermiciviciccì!

Forse è anche strano separarsi da un sentiero... Uff! Certo che vuoi sempre avere ragione tu!


Very Happy
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MessaggioInviato: 12 Nov 2007 21:01    Oggetto: Rispondi citando

Very Happy Very Happy No, ha ragione lei, non è che la vuole avere per forza, ce l'ha e basta! Wink Very Happy Very Happy Very Happy

Quello che puoi scrivere liberamente senza tenere conto delle regole di base che Gavilan illustra e segnala come principi fondamentali per una scrittura accessibile a tutti è solo nella poesia o nell'elevatissima vertigine della scrittura del genio la cui esperienza è assoluta o il talento irripetibile.

Detto senza severità, scrivere è una cosa che si apprende come camminare, come imparare la lingua materna. Si nasce dove capita e non ci si può fare niente. Si apprende la lingua e con essa la cadenza dialettale e le sfumature che ne fanno un particolare esempio espressivo. Se però si vuole intraprendere la carriera del doppiatore è necessario perdere tutte quelle sfumature che rendono familiare il parlare.
Lo stesso vale per la scrittura che non sia strettamente diaristica.

Tu scrivi molto bene, ha una buona capacità espressiva ed una notevole predisposizione a catturare il lettore.
Lavorare sulle imperfezioni non ti farà perdere il tuo stile ma solo ottenere uno stile neutro dal quale poi potrai partire per ridefinire il tutto.

Inoltre, i consigli di Gavilan hanno una funzione universale. Servono a tutti quelli che scrivono anche se scrivono diversamente da te ed hanno altre "imperfezioni" da correggere.
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MessaggioInviato: 13 Nov 2007 10:32    Oggetto: Re: Commenti specifici al racconto (2) Rispondi citando

Benny ha scritto:
Uff! Certo che vuoi sempre avere ragione tu!


Very Happy


Very Happy Benny! Squeeze

Io ti do solo dei consigli, a volte professionali e altre volte personali. Sta a te poi decidere se e quali seguire, in base alle tue preferenze di stile e le intenzioni che hai riguardo al tuo scritto.
Anzi sta a voi, perché, come ha giustamente detto Silent, i miei consigli hanno una funzione universale: parlando con te a volte mi dilungo, pur cosciente che sai già di cosa parlo, in modo da spiegare certe regole a tutti gli interessati.

Ciao, a presto.

Gavy Fiore
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MessaggioInviato: 16 Nov 2007 10:36    Oggetto: Virgola e proposizioni. Rispondi

Benny ha scritto:
La virgola la utilizzo spesso per cadenzare la lettura, anche se non so se sia corretto?

Se per ?cadenzare la lettura? intendi darle il giusto respiro è corretto. E intendo proprio il respiro ?fisico? di cui abbiamo già parlato, il che equivale a ?costringere? il lettore a una pausa quando pensiamo che ne abbia bisogno o anche quando desideriamo farlo riflettere un attimo di più sulla frase che ha appena letto.
Questo uso è molto soggettivo, l?importante è non eccedere, né troppe virgole né poche:
come si suol dire, il giusto sta nel mezzo. 8)


È esatto anche nel caso tu ti riferissi al separare le subordinate dalla proposizione principale. È una pratica spesso usata, corretta, e anzi fortemente consigliata per mettere ordine in un lungo periodo, evidenziando senza dubbio le corrispondenze tra soggetti e relativi verbi e/o aggettivi.



A proposito di proposizioni, può essere utile ripassare un po? di grammatica. Mi perdoni chi già conosce e ricorda le definizioni che seguono, comunque sarò breve.
- Una proposizione è una frase composta essenzialmente da un soggetto e da un verbo, ed eventualmente da aggettivi, avverbi, complementi.
- Un periodo ha tante proposizioni quanti sono i suoi predicati.
- Una proposizione all?interno di un periodo può essere: indipendente (ha senso compiuto anche se estrapolata dal periodo), principale o reggente (è indipendente e altre proposizioni all?interno del periodo dipendono da essa), subordinata o dipendente (aggiunge informazioni, ma dipende da un?altra proposizione senza la quale non avrebbe senso compiuto).
- Esistono poi proposizioni che sottintendono il verbo (?Perché questa differenza?? sottintende ?esiste?) o il soggetto (?Andiamo!? sottintende ?noi?).


Esempio: ? Il suo sguardo era caduto, concentrato oltre ogni meraviglia esprimibile, sulla porta d?ingresso della sala riunioni.?
Da: ?Le Tre Bocche del Drago?, AA. VV., Larcher Editore.

La proposizione evidenziata in grassetto è indipendente ed è la principale; l?altra è subordinata: letta da sola non avrebbe senso compiuto. È evidente quanto siano indispensabili le virgole nel periodo d?esempio.



Un caso in cui l?uso della virgola diventa obbligatorio è con il vocativo:
?Marco, mi puoi aiutare??


La virgola è infine fondamentale in caso di frasi dal significato ambiguo:
?Chiudi quella porta vecchia? significa che ti sto chiedendo di chiudere una vecchia porta.
?Chiudi quella porta, vecchia? significa che sto chiedendo a una vecchia, mia interlocutrice, di chiudere una porta. E sono anche stata un po? maleducata, ma l?esempio è calzante. Wink
Anche in questo caso la virgola serve ad associare l?aggettivo al relativo soggetto (la porta o la mia interlocutrice).

Ciao
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