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Governo risponde a interrogazioni sul caso Siae / Homolaicus
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Zeus News
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MessaggioInviato: 07 Nov 2007 08:18    Oggetto: Governo risponde a interrogazioni sul caso Siae / Homolaicus Rispondi citando

Commenti all'articolo Il Governo risponde alle interrogazioni sul caso Siae - Homolaicus
La controversia in atto fra il professor Enrico Galavotti e la Siae potrebbe aver raggiunto una svolta decisiva: le risposte alle interrogazioni parlamentari sulla riproduzione delle opere d'ingegno a scopo didattico riservano non poche sorprese.


Foto di Bobby Earle (via <A HREF="http://it.fotolia.com/partner/200460633" target="_blank">Fotolia</A>)
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{ice}
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MessaggioInviato: 07 Nov 2007 13:31    Oggetto: ignoranza della legge o dell'operato dei polici... Rispondi citando

le legge deve seguire i diritti fondamentali e il senso comune. Invece il legislatore viene tirato per la giacchetta dalle lobby di turno che per scrivere leggi ad hoc non per tutelare un diritto comune, ma per tutelare interessi privati. esottolineo il privati. L'ignoaranza della legge poi la volgnoiono i politici che dopo aver tanto pubblicizzato un disegno di legge ZAP, all'ultimo momento vi inseriscono un cavillo ad hoc che ne stravolge il senso....
Per non parlare di quando letto sul giornal ieri:
La corte dei conti della Marche, nella persona del giudice Feo, cancella con omissis il nome dei condannati se politici....per togliergli al pubblico sdegno.
Proprio la repubblica delle banane siamo.....adesso i politici corrotti non possono essere oggetto di sdegno!!!
Certo nella nostra repubblica delle banane devono essere oggetto di lode!!!!
QUESTA ITALIA MI FA SEMPRE PIU SCHIFO!!!!
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spirolone
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MessaggioInviato: 07 Nov 2007 19:16    Oggetto: Rispondi citando

Scusatemi ma la seconda parte dell'articolo, quella che comincia con "Il problema fondamentale è..." per intenderci, è ironica, vero? No, perché purtroppo cominciano davvero ad esserci persone che pensano che siano sbagliate le convinzioni etiche del 90% delle persone e che siano queste a dovere cambiar idea se la legge dice che è ugualmente grave accoltellare una persona oppure scaricare un mp3 e loro non la pensano così!
Divertente poi il punto che non conoscere cosa stabilisce la legge sia ignoranza! Ovviamente, allora, questo implica che siamo tutti ignoranti, visto che nessuno, specialmente in campo diritti di autore e privacy sa esattamente come vanno interpretate le leggi! Infine la conclusione che "la legge non ammette ignoranza" è un po' come velatamente dire che la legge non ammette che ci siano cittadini a cui applicarla!!! Laughing
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merlin
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MessaggioInviato: 07 Nov 2007 20:17    Oggetto: Rispondi citando

spirolone ha scritto:
Scusatemi ma....
Divertente poi il punto che non conoscere cosa stabilisce la legge sia ignoranza! Ovviamente, allora, questo implica che siamo tutti ignoranti, visto che nessuno, specialmente in campo diritti di autore e privacy sa esattamente come vanno interpretate le leggi! Infine la conclusione che "la legge non ammette ignoranza" è un po' come velatamente dire che la legge non ammette che ci siano cittadini a cui applicarla!!! Laughing

Su di un punto indubbiamente hai ragione: se la maggioranza dei cittadini percepisce che è la norma ad essere illegale e non il fatto sanzionato dalla norma, allora è quest'ultima che deve essere cambiata, e in fretta.
La politica infatti è (o dovrebbe essere) l'arte di rapportarsi l'un l'altro per vivere senza contrasti, cioè civilmente. E subordinare l'interesse di pochi (cioè di una casta) al sentire di molti è una palese violazione dei diritti di tutti, persino di quelli che -occasionalmente- la norma va a difendere; perché qui stiamo parlando di democrazia, cioè di rappresentanza politica, mica dei quattrini delle major.
Inoltre 'sta storia del diritto d'autore e della sua tutela mi sa di pagliacciata; in passato, l'artista capace di produzione artistica mica si incavolava se qualcuno provava a copiare le sue opere; e meglio venivano le copie, tanto più pubblicizzato e meritorio era l'impegno profuso dall'autore.
E' ora perciò che le copie, e specialmente quelle digitali, siano consentite a tutti, perché la cultura è universale, cioè di tutti; giusto invece che le copie siano dichiaratamente "copie" e ne venga sanzionata la messa in commercio.
Ma questo è un problema a carico degli autori e del legislatore, la cui soluzione non può essere rovesciato a carico degli utenti, sanzionando gravemente un fatto di per sé non illecito e come tale percepito dalla maggioranza delle persone.
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madvero
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MessaggioInviato: 07 Nov 2007 21:51    Oggetto: Rispondi citando

spirolone ha scritto:
Scusatemi ma la seconda parte dell'articolo, quella che comincia con "Il problema fondamentale è..." per intenderci, è ironica, vero? No, perché purtroppo cominciano davvero ad esserci persone che pensano che siano sbagliate le convinzioni etiche del 90% delle persone e che siano queste a dovere cambiar idea se la legge dice che è ugualmente grave accoltellare una persona oppure scaricare un mp3 e loro non la pensano così!

assolutamente sì.
credevo che l'ironia fosse palese, ma temo che invece l'abbiano colta in pochi.
politicamente (e qui me ne vado ot) ho sempre sostenuto che se un comportamento viene ritenuto legale dal 90% della popolazione, è la legge che deve adeguarsi al 'popolo' e non il converso, perchè l'italia è una repubblica fondata sul lavoro [...] e la sovranità spetta al popolo.

spirolone ha scritto:
Divertente poi il punto che non conoscere cosa stabilisce la legge sia ignoranza! Ovviamente, allora, questo implica che siamo tutti ignoranti, visto che nessuno, specialmente in campo diritti di autore e privacy sa esattamente come vanno interpretate le leggi! Infine la conclusione che "la legge non ammette ignoranza" è un po' come velatamente dire che la legge non ammette che ci siano cittadini a cui applicarla!!! Laughing

questa è già un po' meno divertente, invece.
la legge non ammette ignoranza è una definizione gergale che usano i giuristi per sottolineare il fatto che, se esiste una legge e tu la infrangi perchè non la conosci, ne devi pagare lo stesso le conseguenze. al massimo ti danno le 'attenuanti generiche' perchè non si configura la 'malafede'.


L'ultima modifica di madvero il 07 Nov 2007 21:53, modificato 1 volta
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macchianera
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MessaggioInviato: 07 Nov 2007 21:52    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
La politica infatti è (o dovrebbe essere) l'arte di rapportarsi l'un l'altro per vivere senza contrasti, cioè civilmente. E subordinare l'interesse di pochi (cioè di una casta) al sentire di molti è una palese violazione dei diritti di tutti, persino di quelli che -occasionalmente- la norma va a difendere; perché qui stiamo parlando di democrazia, cioè di rappresentanza politica, mica dei quattrini delle major


Così sarà sicuramente nel Regno di Camelot dove trionfano ideali di giustizia verità e uguaglianza, ma da queste parti mi sembra proprio il contrario...un conto è "credere cosa dovrebbe fare la politica", un altro è "vedere cosa fa"...non coincidono Shocked
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ili07
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MessaggioInviato: 08 Nov 2007 18:21    Oggetto: Rispondi citando

madvero ha scritto:
spirolone ha scritto:


spirolone ha scritto:
Divertente poi il punto che non conoscere cosa stabilisce la legge sia ignoranza! Ovviamente, allora, questo implica che siamo tutti ignoranti, visto che nessuno, specialmente in campo diritti di autore e privacy sa esattamente come vanno interpretate le leggi! Infine la conclusione che "la legge non ammette ignoranza" è un po' come velatamente dire che la legge non ammette che ci siano cittadini a cui applicarla!!! Laughing

questa è già un po' meno divertente, invece.
la legge non ammette ignoranza è una definizione gergale che usano i giuristi per sottolineare il fatto che, se esiste una legge e tu la infrangi perchè non la conosci, ne devi pagare lo stesso le conseguenze. al massimo ti danno le 'attenuanti generiche' perchè non si configura la 'malafede'.


purtroppo cara Mad non è una definizione gergale, ma un carinissimo articoletto del CODICE PENALE, art. 5: "nessuno può invocare a propria scusa l'ignoranza della legge penale"
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MessaggioInviato: 08 Nov 2007 18:29    Oggetto: Rispondi citando

merlin ha scritto:
La politica infatti è (o dovrebbe essere) l'arte di rapportarsi l'un l'altro per vivere senza contrasti, cioè civilmente. E subordinare l'interesse di pochi (cioè di una casta) al sentire di molti è una palese violazione dei diritti di tutti, persino di quelli che -occasionalmente- la norma va a difendere; perché qui stiamo parlando di democrazia, cioè di rappresentanza politica, mica dei quattrini delle major.

.



è questo il problema...in un paese in cui le leggi italiane non possono essere decise dal popolo (il referendum propositivo non esiste, e delle migliaia di proposte di legge presentate da delegazioni di cittadini al parlamento non è mai stata presa in considerazione una)
si può ancora parlare di democrazia a rappresentanza della sovranità popolare??
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madvero
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MessaggioInviato: 08 Nov 2007 18:37    Oggetto: Rispondi citando

ili07 ha scritto:
madvero ha scritto:
la legge non ammette ignoranza è una definizione gergale che usano i giuristi per sottolineare il fatto che...

purtroppo cara Mad non è una definizione gergale, ma un carinissimo articoletto del CODICE PENALE, art. 5: "nessuno può invocare a propria scusa l'ignoranza della legge penale"

è esattamente ciò che ho detto io.
che la frase la legge non ammette ignoranza è un modo di dire gergale per riassumere il concetto
Citazione:
Art. 5: Ignoranza della legge penale
Nessuno può invocare a propria scusa l'ignoranza della legge penale.
La Corte costituzionale, sentenza 24 marzo 1988, n. 364, ha dichiarato l'illegittimità di questo articolo nella parte in cui non esclude dall'inescusabilità dell'ignoranza della legge penale l'ignoranza inevitabile.

l'articolo 5 in sè e per sè è giusto, perchè altrimenti tutti potrebbero scusare qualsiasi delitto sostenendo che non sapevano fose vietato commettere quella specifica azione.
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MessaggioInviato: 08 Nov 2007 18:42    Oggetto: Rispondi citando

ili07 ha scritto:
è questo il problema...in un paese in cui le leggi italiane non possono essere decise dal popolo (il referendum propositivo non esiste, e delle migliaia di proposte di legge presentate da delegazioni di cittadini al parlamento non è mai stata presa in considerazione una)
si può ancora parlare di democrazia a rappresentanza della sovranità popolare?

no.
senti ili, io tu e merlin potremmo tirar su un partito e candidarci alle prossime elezioni...
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MessaggioInviato: 08 Nov 2007 18:54    Oggetto: Rispondi citando

madvero ha scritto:
ili07 ha scritto:
è questo il problema...in un paese in cui le leggi italiane non possono essere decise dal popolo (il referendum propositivo non esiste, e delle migliaia di proposte di legge presentate da delegazioni di cittadini al parlamento non è mai stata presa in considerazione una)
si può ancora parlare di democrazia a rappresentanza della sovranità popolare?

no.
senti ili, io tu e merlin potremmo tirar su un partito e candidarci alle prossime elezioni...


dici che ci voterebbero?
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MessaggioInviato: 08 Nov 2007 19:23    Oggetto: Rispondi citando

ili07 ha scritto:
dici che ci voterebbero?

come no !!!
solo che se diventiamo abbastanza conosciuti da poterci candidare e presentare un programma serio, come minimo ci minacciano di morte pur di farci ritirare la candidatura.
saremmo 'gente scomoda'.
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MessaggioInviato: 08 Nov 2007 19:41    Oggetto: Rispondi citando

madvero ha scritto:
ili07 ha scritto:
dici che ci voterebbero?

come no !!!
solo che se diventiamo abbastanza conosciuti da poterci candidare e presentare un programma serio, come minimo ci minacciano di morte pur di farci ritirare la candidatura.
saremmo 'gente scomoda'.


ammazzarci??no non credo....

ci sono due modi per liberarsi di un soggetto scomodo:

il primo è farlo fuori....ma oltre ad essere un metodo che richiede uno spreco di energie e mezzi, nella sua "spettacolarità" spesso è diventa controproducente....troppo rumoree.....

il secondo modo è fargli totalmente perdere credibilità, o addiruttura farlo cadere in un giro di imputazioni che gli devastano la vita e lo immobilizzano per anni, sia psicologicamente che istituzionalmente.........meno scenico ma molto molto efficace....
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anyfile
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MessaggioInviato: 08 Nov 2007 23:24    Oggetto: Temo di poter sentitizzare cosi' Rispondi citando

Temo di poter sentitizzare cosi':

se fai concorrenza (al titolare del diritto) non va bene

se invece gli fai pubblicita', dicendo solo il riassunto dell'opera, facendogli cosi' pubblicita', allora va bene,

Portando la cosa all'eccesso si rischia che gli insegnanti non diranno piu' il finale del libro. Come si usa nelle recensioni che prpagandano l'acquisto "non sveliamo il finale, per non disruggere il gusto a chi lo leggera'. Chi vuole puo' andarsi a comprare il libro".
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MessaggioInviato: 08 Nov 2007 23:30    Oggetto: Re: Temo di poter sentitizzare cosi' Rispondi citando

anyfile ha scritto:
Portando la cosa all'eccesso si rischia che gli insegnanti non diranno piu' il finale del libro.
Ma alla fine 'sta Lucia e 'sto Renzo si sposano?

E quel Dante, dopo aver attraversato tutto l'Inferno, tutto il Purgatorio e tutto il Paradiso che fa?
(ah, quello non c'è proprio nellibro, ops...)
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madvero
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MessaggioInviato: 09 Nov 2007 00:15    Oggetto: Re: Temo di poter sentitizzare cosi' Rispondi citando

anyfile ha scritto:
se fai concorrenza (al titolare del diritto) non va bene

concordo
anyfile ha scritto:
se invece gli fai pubblicita', dicendo solo il riassunto dell'opera, facendogli cosi' pubblicita', allora va bene

concordo.
aggiungerei che va bene anche la pubblicità negativa, nel rispetto del diritto di critica (anche se comportebbe un minore incasso al titolare dei diritti).
anyfile ha scritto:
Portando la cosa all'eccesso si rischia che gli insegnanti non diranno piu' il finale del libro. Come si usa nelle recensioni che prpagandano l'acquisto "non sveliamo il finale, per non disruggere il gusto a chi lo leggera'. Chi vuole puo' andarsi a comprare il libro".

concordo moltissimo.
eppure basterebbe mettere il disclaimer , avvisando che chi prosegue nella lettura scoprirà il finale. basterebbe il buon senso.
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anyfile
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MessaggioInviato: 09 Nov 2007 14:15    Oggetto: Re: Temo di poter sentitizzare cosi' Rispondi citando

madvero ha scritto:

concordo moltissimo.
eppure basterebbe mettere il disclaimer , avvisando che chi prosegue nella lettura scoprirà il finale. basterebbe il buon senso.


Ma questo tutelerebbe il diritto del lettore di non sapere il finale in anticipo.
Quello che invece si vuole tutelare e' la possibilita' del titolare dei diritti (non scrivo autore, visto che spesso le due cose non coincdono) di guadagnare. Se anche ci fosse un disclaimer di non continuare la lettura per chi non vuol sapere il finale, uno potrebbe comunque scegliere di continuare e di non comprare il libro.

Strano poi che valga per danno la sola possibilita' che forse vi sono alcune persone che avrebbero comprato il libro e cosi' non lo comprano. Ma da quando i danni si basano sui forse? Per poter parlare di un danno andrebbe semmai dimostrato che ci sono state realmente delle persone che non hanno comprato il libro. Qui invece non solo ci si basa su ipotesi ed eventualita', ma adirrittura si chiede il rimborso del danno in anticipo e il rimborso va pagato anche se il danno in se' (che ci sia una o piu' copie in meno vendute) non si verifica.

Inoltre rattrista molto vedere che paroloni tipo "diritti intellettuali" "diritti morali" e simili, alla fine a null'altro si riducono che al guadagno della vendita di libri o simili. Tante' che se risarcisci questo mancato incasso/guadagno allora tutto va bene.

Forse sarebbe proprio il caso di riprendere la questione e tutte le norme dall'inizio. Anche perche' la cosa ha trasceso eccome le motivizaioni originarie. Si e' passati dal (probabilmente) legittimo interesse di non vedersi fregati dei soldi quando si scrive un'opera (anche Alessandro Manzoni è incappato in questo problema) alla possibilita' per gli editori di pretendere un monopolio su alcune opere a distanza di notevole tempo.

Mi sfugge ad esempio quale sia l'utilita' di aver prolungato la durata oltre la morte dell'autore (se non ovviamente per i titolari dei diritti) e la scusa che vi erano gia' altri stati a 70 anni e' assurda (potrebbero benissimo essere in erroe chi per primo e' passato a 70 anni).

Poi ci sono situazioni che vanno ben al di la' delle assurdita' e dovrebbero soscitare scandalo, come ad esempio la storia della canzone "O sole mio".
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MessaggioInviato: 09 Nov 2007 23:39    Oggetto: Re: Temo di poter sentitizzare cosi' Rispondi citando

anyfile ha scritto:
Poi ci sono situazioni che vanno ben al di la' delle assurdita' e dovrebbero soscitare scandalo, come ad esempio la storia della canzone "O sole mio".
Cioè? Question
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MessaggioInviato: 10 Nov 2007 06:06    Oggetto: Re: Temo di poter sentitizzare cosi' Rispondi citando

anyfile ha scritto:
Strano poi che valga per danno la sola possibilita' che forse vi sono alcune persone che avrebbero comprato il libro e cosi' non lo comprano. Ma da quando i danni si basano sui forse? Per poter parlare di un danno andrebbe semmai dimostrato che ci sono state realmente delle persone che non hanno comprato il libro. Qui invece non solo ci si basa su ipotesi ed eventualita', ma adirrittura si chiede il rimborso del danno in anticipo e il rimborso va pagato anche se il danno in se' (che ci sia una o piu' copie in meno vendute) non si verifica.



in ambito civile NESSUN DANNO SI BASA SUL FORSE...tanto è vero che anche per quantificare un ipotetico danno morale, oppure un danno biologico, bisogna presentare quintali di scartoffie e avvalersi di tanti CTP (consulente tecnico di parte)...che poi non bastano mai....

solo nella materia del diritto d'autore ci si basa sul forse anzichè sulla prova materiale....

Citazione:
Inoltre rattrista molto vedere che paroloni tipo "diritti intellettuali" "diritti morali" e simili, alla fine a null'altro si riducono che al guadagno della vendita di libri o simili. Tante' che se risarcisci questo mancato incasso/guadagno allora tutto va bene.

Forse sarebbe proprio il caso di riprendere la questione e tutte le norme dall'inizio. Anche perche' la cosa ha trasceso eccome le motivizaioni originarie. Si e' passati dal (probabilmente) legittimo interesse di non vedersi fregati dei soldi quando si scrive un'opera (anche Alessandro Manzoni è incappato in questo problema) alla possibilita' per gli editori di pretendere un monopolio su alcune opere a distanza di notevole tempo.

Mi sfugge ad esempio quale sia l'utilita' di aver prolungato la durata oltre la morte dell'autore (se non ovviamente per i titolari dei diritti) e la scusa che vi erano gia' altri stati a 70 anni e' assurda (potrebbero benissimo essere in erroe chi per primo e' passato a 70 anni).


emhhh...so che alla fine è sempre una questione di soldi ma....da una mia ricerchina che avevo fatto in merito al diritto d'autore... ti estrapolo questo passo.....in teoria il diritto "morale" d'autore è questo....(anche se poi è il diritto di sfruttamento economico che conta)


Ciò che si mira a proteggere con la disciplina del diritto d?autore non è l'idea in sé di fornire un certo servizio o di realizzare una certa opera, ma il modo in cui essa si esprime, la sua forma di attuazione tangibile
Oggetto del diritto d'autore è un bene immateriale, ben distinto dal possesso (od anche dalla proprietà) del mero supporto (cartaceo, fisico, meccanico, magnetico, digitale) sul quale l'opera è fruibile. Il supporto in quanto tale è infatti di proprietà di chi lo acquista (avendo pagato il prezzo per supporto e diritti), ma il diritto d'autore continua a sussistere, perciò il proprietario del supporto non ha facoltà illimitata di utilizzo, bensì solo quelle facoltà consentite dal titolare secondo la legge. Il diritto consiste di due elementi fondamentali: in primo luogo, il diritto alla nominalità dell'opera (anche detto diritto morale), per il quale ciò che è stato creato dall'autore deve essere riferito all'autore medesimo, evitando che altre persone possano gloriarsi di quanto da lui fatto. Secondariamente, il diritto contiene la facoltà di sfruttamento economico. Il primo è strettamente legato alla persona dell'autore e, salvo casi particolari, tale rimane, mentre il secondo è originariamente dell'autore, il quale può cederlo dietro compenso (ma anche gratuitamente) ad un acquirente (meglio sarebbe chiamarlo licenziatario), il quale a sua volta può nuovamente cederlo nei limiti del contratto di cessione e della legge applicabile. Diritto morale dell'autore mira a tutelare la personalità dell'autore e l'attività in cui si materializza la sua creatività. Si specifica in una serie di facoltà: A) Il diritto d'inedito. È un'articolazione della libertà di manifestazione del pensiero garantita dall'art. 21 della Costituzione. B) Il diritto alla paternità dell'opera. C) Il diritto all'integrità dell'opera. L'autore ha diritto ad essere giudicato dal pubblico per l'opera così come egli l'ha concepita. La tutela del diritto morale all'integrità dell'opera riguarda solo quelle modifiche che comportano un concreto pregiudizio per la personalità dell'autore. D) Diritto di ritirare l'opera dal commercio: il c.d. diritto di pentimento. L'art. 2582 del codice civile prevede che l'autore, qualora concorrano gravi ragioni morali, ha diritto di ritirare l'opera dal commercio. Ha l'obbligo di corrispondere un indennizzo a coloro che hanno acquistato i diritti di riprodurre, diffondere, eseguire, rappresentare o mettere in commercio l'opera stessa
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anyfile
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MessaggioInviato: 10 Nov 2007 18:09    Oggetto: Re: Temo di poter sentitizzare cosi' Rispondi

chemicalbit ha scritto:
anyfile ha scritto:
Poi ci sono situazioni che vanno ben al di la' delle assurdita' e dovrebbero soscitare scandalo, come ad esempio la storia della canzone "O sole mio".
Cioè? Question


Non mi ricordo ora i dettagli. Ho provato a cercare nella pagina sulla canzone su Wikipedia, ma vi è solo un accenno.

Vado a memoria, oltre ai due autori da sempre riconosciuti come tale un terzo autore aveva avanzato richieste di vedersi riconusciuti anche lui i diritti come terzo autore. Per molto molto tempo a questo autore non è stato riconosciuto come tale (lascio a voi le conclusioni, domandatevi "forse perche' in effetti non era uno degli autori?") poi pero', potrei aggiungere miracolosamente, gli eredi dei due autori storici hanno accettato di considerare anche la terza persona come autore della canzone.

Adesso i dettagli precisi non me li ricordo, ma (guarda caso) attorno a quel periodo (non mi ricordo la data precisa) sarebbero scaduti i diritti (perche' passati i 70 anni dalla morte di quello tra i due autori che e' morto dopo), ma vista che la terza persona e' morta molto dopo rispetto agli altri due, ecco che venendo riconosciuto anche il terzo autore il periodo di fine dei diirtti viene spostato a 70 anni dalla morte del terzo autore.

Stranamente non e' che soltanto il terzo autore prende un terzo dei diritti, ma che tutti prendono un terzo dei diritti (cioe' i diritti vanno versati anche agli autori, cioe' ai loro eredi, anche se sono morti da piu' di 70 anni, se anche solo uno degli autori e' ancora vivo o morto da meno di 70 anni).

Mentre quando era stata avanzata la richiesta di essere riconosciuto come terzo autore, accogliere questa richiesta avrebbe comportato dividere i diritti in 3 anziche' in due e quindi una dimnuzione dei diritti percepiti dai due autori storici (prescindo in tutta questa discussione da chi sia realmente o meno l'autore visto che sia non posso saperlo, sia - che strano - la cosa non ha la minima importanza: quello che importa è solo chi è riconosciuto come tale).

All'avvicinarsi della scadenza se non fosse stato riconosciuto il terzo autore la canzone non sarebbe stata piu' tutelata dal diritto d'autore e sia gli eredi dei due autori storici sia gli editori avrebbero perso tutti i diritti.

Riconoscendo la terza persona come autore la canzone rimane tutelata gli editori continuano ad incassare i diritti, gli eredi della terza persona incassano 1/3 dei diritti e gli eredi dei due autori storici incassano 1/3 dei diritti (che e' meno di 1/2 ma e' sempre piu' di nulla)

Con questo non posso escludere che il terzo autore fosse realmente autore ne' posso escludere l'ipotesi opposta. Pertanto io non esprimo alcuna opinione in merito

Pero' tutta questa faccenda appare perlomeno dubbia. Inoltre questo mostra come la legge sia strana sotto questo aspetto e ci mostra che a tutte le persone anziane (ma a ben guardare anche quelle giovani, visto che non si sa mai quanto si camperà) conviene far risultare coautore (meglio ancora in quota minoritaria) un'altra persona giovane. I diritti d'autore potranno soltanto risultare allungati.

Di fatto tutte queste "stranezze" non ci sarebbero se la scadenza dei diritti d'autore venisse calcolata dalla data di pubblicazione dell'opera piuttosto che dalla data di morte dell'ultimo autore e non nascondo che io riterrei piu' sensata una scadenza basata sulla data di pubblicazione dell'opera piuttosto che sualla data di morte (se proprio si vuole si puo' aggiungere che i diritti spettano all'autore in ogni caso finche' e' in vita, se proprio gli si vuole assicurare una pensione)
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