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merlin Dio maturo
Registrato: 15/03/07 23:32 Messaggi: 2421 Residenza: Kingdom of Camelot
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Inviato: 25 Ago 2008 14:07 Oggetto: Re: La P di troppo... |
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amldc ha scritto: | e Tizio scarica direttamente da un sito estero sul suo Pc, commette un'infrazione? E se all'estero scaricare contenuti (protetti in Italia) fosse considerato lecito? |
Citazione: | Se in Italia e' illecito saricare, probabilmente e' come l'importazione illegale di altri materiali; Del resto abbiamo un esempio (e mi sembra non sia deprecato dalla maggior parte degli Italiani) con la legge che condanna il turismo sessuale. |
Sì, sono molto simili; solo che a monte delle condanne per il "turismo sessuale" c'è lo sfruttamento di minori e praticamente la loro riduzione in schiavitù. Perciò mi pare giusto il condannare chi concorre nel reato, ovunque le leggi nazionali e internazionali riescano a beccarlo.
Citazione: | Il problema maggiore e' che c'e' una P di troppo, le garanzie si possono avere solo se invece di P2P ci si ferma a P2 |
Non conosco bene l'argomento, ma resta il fatto che il programma di Gelli è stato in buona parte già realizzato, sia dai governi di CXD che di CSx; da quest'ultimo, ad es. la "legge Biagi".
Perciò restringerei il campo al fatto che l'esosità delle major viene dai più percepita come un illecito profitto generato da ingiuste leggi di mercato; per cui scopiazzare sarebbe in definitiva il riappropriarsi di un diritto secondo la nozione che "rubare ai ladri non è rubare".
Ma le cose (purtroppo) non stanno proprio così e la "giustizia fai-da-te" non è esercitabile in uno stato di diritto.
Sarebbe sacrosanto invece pretendere che la diffusione di qualsiasi fatto culturale (libri, musica, spettacoli ecc.) venga divulgato il più possibile e al minor costo per i destinatari, che poi sono l'intera popolazione.
Quanto ai programmi per PC, i produttori dovrebbero imparare che non è che correndo dietro a qualche milione di ragazzotti curiosi riusciranno a proteggere i loro investimenti; mentre giustamente debbono essere castigati tutti quelli che impiegano software copiato in ambito professionale o aziendale. Anche sorvolando sull'ovvia considerazione che se un soft mi serve veramente nell'esercizio d'impresa, a prescindere dalle conseguenze legali e tributarie mi conviene comprarlo, non fosse che per il fatto che lo pago la metà e ho diritto all'assistenza. |
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{gigio} Ospite
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Inviato: 27 Ago 2008 15:01 Oggetto: gadda |
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a parte il contenuto volevo farti i miei complimenti per la citazione gaddiana... |
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{botolo97} Ospite
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Inviato: 11 Set 2008 11:45 Oggetto: il punto in diritto sul caso piratebay |
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date un'occhiata a questo articolo: un poco tecnico ma illuminante |
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{botolo97} Ospite
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Inviato: 11 Set 2008 11:47 Oggetto: il punto in diritto sul caso piratebay |
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Citazione: | 1) I fatti
Gli indagati sembrerebbero aver avuto un qualche ruolo nella gestione del sito corrispondente all?indirizzo IP statico 83.140.176.146, cui corrispondevano diversi domini tra cui il principale www.thepiratebay.org.1
Il sito, oggi nuovamente visibile in rete, si limita a fornire gratuitamente alcuni servizi, tra cui i ben noti collegamenti ipertestuali che consentono rapide connessioni peer to peer con il programma BitTorrent.
I file torrent presenti sul sito, altro non sono che file statici, contenenti alcune informazioni pubbliche codificate che descrivono file che è possibile prelevare e/o trasferire da server o p.c. terzi. Sui server del sito non è presente alcuna opera dell?ingegno, o parti di essa, protetta dalla Legge sul Diritto d?Autore, né gli utenti del servizio scaricano o caricano sui server del sito opere protette da qualsivoglia privativa.
Per il G.I.P. gli indagati avrebbero commesso il reato previsto e punito dagli articoli 110 c.p. e 171 - ter, comma 2, lettera a bis), della Legge 22 aprile 1941, n. 633. Il capo di imputazione appare un poco sofferto ma nella sostanza gli indagati avrebbero concorso nella illecita (in violazione dell?art. 16 L.d.A.) messa a disposizione di opere tutelate da parte di migliaia di ignoti utenti della rete bit-torrent.
Su questi presupposti il Giudice, dopo aver ipotizzato una associazione a delinquere per cui esclude però la propria competenza2, emette la misura cautelare del sequestro preventivo del sito, ed il singolare ordine ai fornitori di connettività di inibizione all?indirizzo predetto.
Per alcuni giorni dall?Italia è stato impossibile connettersi al sito e la schermata che appariva informava che il sito era sotto sequestro su provvedimento del G.I.P. di Bergamo.
La cosa singolare è che alcuni operatori inoltravano gli utenti bloccati verso un particolare indirizzo IP (217.144.82.26/pb) di proprietà del sito www.pro-music.org, che non è altro che un?emanazione dalla IFPI, International Federation of the Phonographic Industry, ovvero la federazione internazionale dell'industria fonografica3. Le ragioni di tale operazione di smistamento non sono affatto chiare e paiono oggettivamente inquietanti. Sul punto si tornerà.
L?operazione per quanto comunicato ufficialmente dalla Guardia di Finanza origina da una denuncia della F.I.M.I., Federazione Industria Musicale Italiana, associazione privata che raccoglie le maggiori imprese di produzione discografica4 ed è in tutta evidenza volta a proteggere non tanto i diritti degli autori, quanto i diritti commerciali dei titolari dei c.d. diritti connessi.
E? noto infatti che lo scambio in rete di file musicali può potenzialmente danneggiare i produttori, ma costituisce un vitale canale di diffusione e promozione per gli autori. Sul punto assai significativo il manifesto della Canadian Music Creators Coalition, associazione di importanti artisti canadesi desiderosi di un nuovo regime di libertà lontano dai vincoli imposti dall'industria della produzione musicale.5
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Il seguito qui
Un pò tecnico ma illuminante! |
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fulmine Dio maturo
Registrato: 23/03/08 15:54 Messaggi: 3345 Residenza: olimpio
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Inviato: 11 Set 2008 14:11 Oggetto: |
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Citazione: |
E? noto infatti che lo scambio in rete di file musicali può potenzialmente danneggiare i produttori, ma costituisce un vitale canale di diffusione e promozione per gli autori. Sul punto assai significativo il manifesto della Canadian Music Creators Coalition, associazione di importanti artisti canadesi desiderosi di un nuovo regime di libertà lontano dai vincoli imposti dall'industria della produzione musicale.5
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Se i produttori vendessero a prezzi più accessibili e onesti. . . |
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