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paolodegregorio Dio minore

Registrato: 13/07/07 13:00 Messaggi: 979
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Inviato: 29 Ott 2008 18:41 Oggetto: svegliamoci ! |
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- svegliamoci ! -
a cura di Paolo De Gregorio, 29 ottobre 2008
Mai, come in questo momento storico, è chiaro che tutte le teorie e le pratiche del liberismo sono carta straccia, al cospetto di un mondo dominato dal capitalismo e dalla globalizzazione multinazionale, che ha prodotto crisi gravi e strutturali, come quella finanziaria, quella ambientale, le continue guerre, la fame per 800 milioni di abitanti, la piaga della sovrappopolazione, la distruzione delle foreste, la distruzione della vita marina per eccesso di prelievo di pesce.
Se il comunismo ?reale? è fallito, proprio perché lontanissimo dalle sue teorie ispiratrici, il capitalismo reale è doppiamente fallito, lo abbiamo davanti agli occhi, naturalmente per chi vuole vederlo, ma non crolla perché vi è un grande vuoto politico ed è assente un progetto di superamento delle distruttive logiche capitaliste, e non esiste una nuova classe politica capace di affrontare la situazione.
Vi sarebbe un gran bisogno di un movimento totalmente laico e pragmatico, che affrontasse i problemi senza tener conto delle ideologie né delle religioni, e fosse ispirato dagli scienziati, dall?imperativo categorico della sostenibilità che ogni nazione deve raggiungere nel rapporto tra numero di abitanti e risorse a disposizione, senza dipendere da nessuno, che mettesse al primo posto l?autosufficienza energetica prodotta in modo moderno e diffuso dalle energie rinnovabili, rivoluzione assolutamente indifferibile se vogliamo avere un futuro come genere umano.
Bisogna avere il coraggio di affermare che il consumismo che conosciamo oggi è INSOSTENIBILE, e continuare a testa bassa nel dire che dobbiamo rilanciare economia e consumi è da stupidi irresponsabili.
Uno dei fattori che è più responsabile della crisi è il ?grande modo di produrre? e di distribuire le merci, fatto da grandi gruppi internazionali, che va sostituito con il ?piccolo modo di produrre? locale, legato al territorio, alle tradizioni alimentari, a km zero (o quasi) di trasporto, realizzato per soddisfare i bisogni interni e non per l?esportazione, e queste merci devono essere prodotte e distribuite con energie rinnovabili, con motori elettrici spinti da batterie caricate dal sole.
Il problema è avere una classe politica capace di guidare una rivoluzione industriale e tecnologica, almeno nei settori della agricoltura e della energia, che ci trasformi in un paese autosufficiente e con emissioni sostenibili di gas-serra.
Al capitalista Berlusconi, che in Europa cerca alleanze per differire nel tempo la diminuzione del gas serra, vanno gli applausi convinti di Confindustria e degli operai, che sono il blocco sociale più forte che non accetta la evidenza di un modello di sviluppo sbagliato e in crisi che andrebbe urgentemente abbandonato.
Ma essendo l?economia, insieme con i mezzi di informazione, al 100% in mano a privati, non vi è alcuna possibilità di invertire la tendenza e andremo avanti fino a sbattere il muso. Solo paesi come la Russia e la Cina, dove esiste ancora un forte controllo dello Stato, potranno decidere qualche politica diversa, anche se per ora non aderiscono nemmeno al superato e insufficiente trattato di Kyoto.
Einstein affermava che due cose sono infinite, l?universo e la stupidità umana.
Noi disponiamo di mezzi per ridurre drasticamente le nascite e non li usiamo per dare retta alle idiozie delle religioni, disponiamo già di tecnologie energetiche che lascerebbero petrolio e carbone sotto terra e non le installiamo, lasciamo crepare di fame 800 milioni di persone che potrebbero essere salvate con le inutili spese per gli armamenti, tagliamo le foreste, invece di piantarle e proteggerle, per fare cose inutili come casse da morto, parquet, barche di lusso, facciamo arrivare il cibo agli obesi togliendolo agli affamati, non sappiamo dove mettere le scorie radioattive ma facciamo centrali nucleari, prepariamo altre guerre anche se è evidente che non si vincono più anche con l?esercito più potente del mondo.
Finora hanno deciso tutto le forze economiche private, ci hanno incasinato fino al punto di non ritorno, gli attuali dirigenti politici di tutte le razze sono stati burattini subalterni, se non nasce ora qualcosa di nuovo di fronte a questo sfacelo siamo fritti. |
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ZapoTeX Dio maturo


Registrato: 04/06/04 17:18 Messaggi: 2627 Residenza: Universo conosciuto
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Inviato: 30 Ott 2008 15:18 Oggetto: |
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Citazione: | Bisogna avere il coraggio di affermare che il consumismo che conosciamo oggi è INSOSTENIBILE, e continuare a testa bassa nel dire che dobbiamo rilanciare economia e consumi è da stupidi irresponsabili. |
Lo vai tu a spiegare nell'Africa subsahariana che noi abbiamo il cellulare e l'aria condizionata nel SUV, ma loro invece non devono avercela perche' e' sbagliato e perche' loro invece devono fare lo "sviluppo sostenibile"...
Spero perdonerai l'incipit canzonatorio, ma la realta' e' che i consumi aumenteranno inesorabilmente, le recessioni sono solo dei denti di sega, ma il trend dei consumi mondiali e' (fortunatamente) in aumento.
La cosa da fare e' produrre energia pulita, ad esempio con i rinnovabili e con le centrali nucleari di nuova generazione, in modo che tutti ne abbiano senza che il pianeta scoppi di CO2, e aumentare l'efficienza delle coltivazioni oltre alle aree coltivabili. L'alternativa e' una guerra per ridurre la popolazione o una dittatura anticoncezionale, non certo il non aumento dei consumi.
Parlando di produzione locale, continuo a essere provocatorio. Mi piacerebbe sapere il PC da cui stai digitando. Scommettiamo che ci sono componenti provenienti da almeno 10 paesi? E che se cosi' non fosse il tuo laptop costerebbe piu' di un anno di stipendio italiano medio?
Citazione: | Finora hanno deciso tutto le forze economiche private, ci hanno incasinato fino al punto di non ritorno, gli attuali dirigenti politici di tutte le razze sono stati burattini subalterni, se non nasce ora qualcosa di nuovo di fronte a questo sfacelo siamo fritti. |
Perdonami ancora se scherzo, ma hai dimenticato le scie chimiche e Warren Buffett che vuole installarci dei microchip nel cervello |
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Roberto1960 Dio maturo

Registrato: 21/01/08 01:39 Messaggi: 1168 Residenza: Roma
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Inviato: 01 Nov 2008 01:47 Oggetto: |
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E invece fai male a scherzarci sopra, caro Zapotex, perché la mia impressione è che siamo veramente arrivati ad un punto di crisi del sistema.
Una crisi non congiunturale, non risolvibile con un po' di "cosmesi" come vorresti fare tu
Citazione: | La cosa da fare e' produrre energia pulita, ad esempio con i rinnovabili e con le centrali nucleari di nuova generazione, in modo che tutti ne abbiano senza che il pianeta scoppi di CO2, e aumentare l'efficienza delle coltivazioni oltre alle aree coltivabili. L'alternativa e' una guerra per ridurre la popolazione o una dittatura anticoncezionale, non certo il non aumento dei consumi. |
ma seriamente e tristemente una crisi strutturale, una fase in cui l'organismo inizia a manifestare dei chiari segni di rigetto verso una "intossicazione".
Se non saremo capaci - e NON lo saremo, sono pragmaticamente pessimista - di un radicale cambiamento di paradigma, restando ancorati a quello attuale, consegneremo ai nostri figli un mondo peggiore di quello che abbiamo a suo tempo ricevuto dai nostri genitori. E questo è un pensiero che io trovo intollerabilmente deprimente. |
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ZapoTeX Dio maturo


Registrato: 04/06/04 17:18 Messaggi: 2627 Residenza: Universo conosciuto
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Inviato: 01 Nov 2008 08:54 Oggetto: |
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Citazione: | di un radicale cambiamento di paradigma |
Cosa intendi di preciso?
Se mi dici che bere acqua Evian in Italia e San Pellegrino a Parigi è assurdo, in questo ti do pienamente ragione, ma siccome sperabilmente nel lungo termine il petrolio tornerà su e anzi andrà alle stelle, oppure, equivalentemente, il costo dell'inquinamento da idrocarburi verrà INTERNALIZZATO e completamente caricato sulle industrie/persone che lo emettono, penso che lo capiremo da soli, a causa del dolore in una parte sensibile del corpo: la tasca dei pantaloni sulla chiappa destra o la tasca interna sinistra della giacca (a seconda di dove uno tiene il portafogli), o la borsetta nel caso delle fanciulle.
Se invece intendi che bisognerebbe produrre cotone in Italia invece che in Egitto o in Cina, permettimi di criticare. Non ha senso produrre cotone in Italia dove terreno e manodopera costano 10 volte tanto.
Se invece, altra alternativa, intendi che dobbiamo rinunciare al cellulare, alle scarpe firmate e alla ferrari, far calare il nostro PIL finché il costo della manodopera diventa uguale a quello in Cina e iniziare quindi a produrre cotone, beh ammesso che sia un bene, penso che sia impossibile. Nessuno rinuncia volontariamente a qualche cosa che ormai considera scontato. E se si tenta di imporre la rinuncia, scoppia la rivoluzione.
Non sto dicendo che il sistema attuale è perfetto, anzi è decisamente migliorabile. Sto dicendo che non penso che ci siano sistemi radicalmente diversi che risolvono i problemi di quello attuale senza introdurne altri più grandi.
Ciao e grazie per i commenti![/code] |
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Roberto1960 Dio maturo

Registrato: 21/01/08 01:39 Messaggi: 1168 Residenza: Roma
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Inviato: 02 Nov 2008 03:31 Oggetto: |
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Caro Zapotex, se sapessi "di preciso" cosa fare per invertire la tendenza non sarei qui a discuterne in uno dei tanti forum in Internet, ma in ben altri ambiti.
La verità è che probabilmente nessuno sa bene cosa fare.
Il punto dolente però è che non vedo nella gente e nella classe dirigente grande consapevolezza in quello che ho chiamato "crisi del sistema" prendendo lo spunto dall'intervento di Paolo.
Parto da considerazioni molto generali, non ho intenzione di scendere nei dettagli di cui parli tu e ovviamente non ho alcuna intenzione di vaticinare un improponibile ritorno al "falso rustico" tipo pubblicità del Mulino Bianco, "si stava meglio quando si stava peggio" e luoghi comuni simili.
Però, vedi, quando tu scrivi
Citazione: | Non sto dicendo che il sistema attuale è perfetto, anzi è decisamente migliorabile. Sto dicendo che non penso che ci siano sistemi radicalmente diversi che risolvono i problemi di quello attuale senza introdurne altri più grandi. |
è su questo punto che abbiamo punti di vista differenti.
Il sistema di cui stiamo parlando, l'economia capitalista che permea la nostra società, nella mia percezione della realtà non è semplicemente "migliorabile", come pensi tu, ma essendo giunta ad un punto di crisi che io giudico irrisolvibile, andrebbe gradualmente "riconvertita" in qualcosa di differente.
Il discorso è troppo lungo e io pur dormendo poco la notte ho bisogno di riposare almeno 5 ore, ma almeno qualche accenno voglio dartelo.
L'economia capitalistica funziona decisamente bene in condizioni di espansione, quando i mercati "tirano", quando c'è molta richiesta di beni e servizi, insomma tipicamente dopo le guerre e infatti nella competizione del dopo II guerra mondiale il Capitalismo ha chiaramente sconfitto il Comunismo.
Poi però le società evolvono rapidamente verso il benessere, i mercati si saturano, la domanda scende, il sistema non è più in espansione - in sostanza la nostra condizione odierna.
E qui cominciano i dolori: il capitalismo è basato sulla crescita, HA BISOGNO di continua crescita e senza crescita va in crisi, si avvita su sé stesso, si "ingolfa", per usare il gergo automobilistico e smette di essere propulsivo.
Guarda la nostra realtà: in passato - vedi anni '60, il cosidetto miracolo economico - la crescita offriva opportunità a tutti, il boom ha certamente creato tanti nuovi ricchi e veramente tanto ricchi, ma ha anche dato a tutta la gente la possibilità di crescere e migliorare. Il capitalismo ha generato benessere diffuso, in un giro virtuoso, tra l'altro, perché il nuovo benessere faceva crescere la domanda di consumo e quindi induceva nuova crescita.
Oggi cosa abbiamo?
La mancanza di crescita determina il fatto che le nuove ricchezze, che continuano a formarsi, come e anche più - molto più - di prima, si formano sulle spalle degli strati più bassi della popolazione che scivolano inesorabilmente verso la povertà e, impoverendosi, escono dal mercato del consumo ed ecco che il circolo virtuoso di cui sopra è diventato vizioso.
Cos'altro è, in sostanza, la crisi finanziaria che stiamo vivendo in questi giorni se non questo?
Abbiamo raggiunto i limiti del Capitalismo e non l'abbiamo ancora capito.
Vedi, per tornare al tuo esempio, non si tratta di rinunciare al cellulare ma di capire che non possiamo pensare di dar lavoro e benessere a tutti producendo sempre più cellulari, perché la gente non cambierà mai quattro cellulari l'anno - e nemmeno ne basterebbero quattro!
Il "limite del Capitalismo" è semplicemente detto: quando non c'è più crescita impetuosa, quando si entra in stagnazione, i meccanismi di redistribuzione della ricchezza si inceppano e i ricchi continuano ad arricchirsi a danno dei poveri che diventano sempre più poveri.
Cosa fare? Qual è il "nuovo paradigma"?
In primo luogo bisogna capire, la gente deve diventare consapevole, perché senza una consapevolezza diffusa del fatto che stiamo marciando a passo di parata verso il disastro non c'é possibilità di reale cambiamento.
Quindi la tua riflessione
Citazione: | Sto dicendo che non penso che ci siano sistemi radicalmente diversi che risolvono i problemi di quello attuale senza introdurne altri più grandi. |
è esattamente il nemico - culturalmente parlando - contro cui combattere: l'illusione che la crisi sia congiunturale, che "'a da passa' a nuttata" senza bisogno di mettersi a ridiscutere, e ripensare il tutto.
E' difficile, è maledettamente difficile, perché la classe dirigente che dirige anche i media e quindi ha un tremendo potere di indirizzo sulla formazione delle opinioni dei popoli, è praticamente interamente composta di persone che fanno parte di quella sparuta minoranza che continua ad arricchirsi anche durante la bufera e quindi ha interesse a tenere "assopite" le coscienze per non rovinare il business.
Per intenderci, quando tu vedi un Presidente del Consiglio la cui ricetta per affrontare la crisi è "bisogna lavorare di più", somma idiozia che più idiota non si può - a chi vendi il più prodotto dal più lavorare se i consumi diminuiscono, pezzo di deficiente? - e vedi che il consenso verso questo <censura> è in crescita e continua a governare il nostro presente e il futuro dei nostri figli, ti viene la nausa e capisci che la "nuttata" è ben lungi dal passare e chissà quanto durerà ancora... |
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ZapoTeX Dio maturo


Registrato: 04/06/04 17:18 Messaggi: 2627 Residenza: Universo conosciuto
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Inviato: 02 Nov 2008 07:47 Oggetto: |
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Ciao Roberto, grazie per gli spunti!
Citazione: | E qui cominciano i dolori: il capitalismo è basato sulla crescita, HA BISOGNO di continua crescita e senza crescita va in crisi, si avvita su sé stesso, si "ingolfa", per usare il gergo automobilistico e smette di essere propulsivo. |
L'africa subsahariana vive in condizioni disumane. Il capitalismo ha ancora molto da dare al mondo prima di ingolfarsi. Nei prossimi 20 anni mi auguro che il PIL di quei paesi poveri decuplichi, come ha fatto quello della Cina e come sta facendo quello dell'India. Certo, l'imprenditore che vuole starsene comodo a casa sua invece di aiutare chi ne ha bisogno facendo soldi nel frattempo (e questo è possibile, non solo è possibile ma è anche l'unica soluzione, continuare a regalare non è sostenibile e non è educativo, perché mantiene la dipendenza dei paesi poveri da quelli ricchi) avrà vita più difficile.
Citazione: | Il "limite del Capitalismo" è semplicemente detto: quando non c'è più crescita impetuosa, quando si entra in stagnazione, i meccanismi di redistribuzione della ricchezza si inceppano e i ricchi continuano ad arricchirsi a danno dei poveri che diventano sempre più poveri. |
Si può dire quello che si vuole, ma il tenore di vita di un cassaintegrato oggi è più alto di quello di un operaio che faceva gli straordinari negli anni del boom economico. Mica c'erano i cellulari, la sanità era meno efficiente, le auto d'inverno bisognava spingerle, non c'era la TV via cavo, il computer e il cappuccino al bar. Al bar? Negli anni 60 ci andavano solo i ricchi al bar!
Io non penso sia opprtuno dare per scontate tutte le cose che il capitalismo ha dato, anche a chi ha di meno (ovviamente IMHO).
Hasta la vista! |
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ioSOLOio Amministratore


Registrato: 12/09/03 19:01 Messaggi: 16342 Residenza: in un sacco di...acqua
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Inviato: 02 Nov 2008 16:12 Oggetto: |
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Roberto1960 ha scritto: |
L'economia capitalistica funziona decisamente bene in condizioni di espansione, quando i mercati "tirano", quando c'è molta richiesta di beni e servizi, insomma tipicamente dopo le guerre e infatti nella competizione del dopo II guerra mondiale il Capitalismo ha chiaramente sconfitto il Comunismo. |
ovvio che quando il mercato tira, una economia di mercato vada meglio.
Ma ricordiamo che il Comunismo (in senso ampio, economico/sociale) era tale per le masse (povere) e non per chi lo predicava e applicava....anche per questo il Comunismo ha fallito.
Roberto1960 ha scritto: |
Poi però le società evolvono rapidamente verso il benessere, i mercati si saturano, la domanda scende, il sistema non è più in espansione - in sostanza la nostra condizione odierna. |
non c'è crescita perenne....alti e bassi sono normali in qualsiasi contesto.
Ma credo che vi siano ancora ampie possibilità di espansione sulla Terra e di possibilità di produrre e vendere beni....ci sono almeno un paio di continenti ancora molto indietro in questo, nonchè i 3/4 della popolazione mondiale.
Roberto1960 ha scritto: |
Il "limite del Capitalismo" è semplicemente detto: quando non c'è più crescita impetuosa, quando si entra in stagnazione, i meccanismi di redistribuzione della ricchezza si inceppano e i ricchi continuano ad arricchirsi a danno dei poveri che diventano sempre più poveri. |
precisando che "stagnazione" e "recessione" sono definizioni costruite a tavolino, anche queste ultimamente troppo spesse meri tecnologismi finanziari...
I ricchi continuano comunque ad arricchirsi perchè dal basso chi non potrebbe continua a "voler potere", a qualsiasi costo, indebitandosi maggiormente se necessario, spingendosi verso il baratro
In questo si è cambiati rispetto a qualche decennio fa.
Complice il marketing, lo status, il benessere, e tante altre cose.
Non parlo di casi particolari (che sono il primo a dire che saranno tanti) ma è indubbio che è cambiato l'approccio..un tempo si risparmiava per principio, ora si spende molto di più, si vuole farlo e soprattutto si vuole poterlo fare
In questo si non c'è coscienza, o meglio c'è incoscienza.
Economica ma soprattutto civile, sociale....il discorso si allarga a molti ambiti della società odierna
Roberto1960 ha scritto: |
Abbiamo raggiunto i limiti del Capitalismo e non l'abbiamo ancora capito. |
uhm, non ne sono convinto.
Piuttosto si può dire che ultimamente si è assistito a una serie di comportamenti e azioni palesemente false e illegali che hanno creato una serie di problemi anche gravi. Ma che non sono responsabilità del Capitalismo in quanto tale.
Roberto1960 ha scritto: |
Vedi, per tornare al tuo esempio, non si tratta di rinunciare al cellulare ma di capire che non possiamo pensare di dar lavoro e benessere a tutti producendo sempre più cellulari, perché la gente non cambierà mai quattro cellulari l'anno - e nemmeno ne basterebbero quattro! |
questo è vero....soprattutto guardando alla finanza, alle borse.
Ma...ma economia reale (e Capitalismo) non coincide con Borsa e Finanza, anzi sono due cose molto diverse e spesso molto distanti tra loro.
Anche nel capitalismo si può avere un punto di equilibrio sensato, dove si produce e vende in maniera logica.
Che Nokia perda in venti minuti il 18% del suo valore "azionario" perchè le proiezioni degli utili sulle vendite dei telefonini non sono pari alla crescita vorticosa sperata da qualcuno non è così rilevante, non dovrebbe esserlo.
Ci sono innumerevoli esempi di finanza e impresa reale che spesso viaggiano scollegati
Roberto1960 ha scritto: |
Cos'altro è, in sostanza, la crisi finanziaria che stiamo vivendo in questi giorni se non questo? |
E' un sacco di cose, ma per lo più semplici "trucchi", furti, illegalità diffuse con il beneplacito di tutti quanti i controllori e le classi politiche.
Non vorrei andare palesemente fuori topic ne dispensare la "verità".
Ma la "attuale" crisi finanziaria (che tanto attuale non è, partendo almeno 18 mesi fa in maniera piuttosto plateale..sempre sulle piazze finanziarie, in borsa e non nel reale) è frutto di truffe, di giochi contabili, di illusionismi per far vedere cifre e bilanci sostanzialmente inestistenti.
Le cifre perse (con quantità di zeri che fanno impallidire il pil mondiale) non sono andate da nessuna parte...ed è strano per un gioco (il Capitalismo) che è a somma zero. Se io perdo, tu o un altro guadagna.
Invece qua si è prima creata ricchezza dal nulla, poi la si è persa nel nulla.
Esattamente come il giochino finanziario del petrolio in borsa creava soldi veri da vendite fittizie (perchè si arrivava a comprare/vendere un prodotto non disponibile, non esistente, semplici transazioni di carta) svincolate dalla realtà dei fatti.
Insomma, non sto difendendo il sistema attuale che è fatto assolutamente di storture create però anche un poco fuori dal concetto Capitalistico.
Se una società di calcio iscrive a bilancio che un misconosciuto giocatore vale 10 milioni di euro e dunque considera di avere 10 milioni di attivo fa una illusione contabile. Non perderà mai quei soldi perchè mai li ha avuti, semplicemente a un certo punto non potrà più scriverli sul bilancio e magari per questo si troverà in difficoltà economiche. Ma lo è sempre stata.
Ecco, lo stesso hanno fatto -in maniera esponenzialmente più grande- certe istituzioni finanziarie.
Dichiarando dei crediti vantati (e su cui c'erano rischi) come utili già acquisiti.
Ma questo non è il Capitalismo. Così come non lo erano i fatti di Cirio o Parmalat, o Enron prima.
Su questa crisi finanziaria, mai come ora così sbandierata da tutti con toni allarmistici, ci sarebbe molto da dire. |
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Roberto1960 Dio maturo

Registrato: 21/01/08 01:39 Messaggi: 1168 Residenza: Roma
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Inviato: 03 Nov 2008 03:42 Oggetto: |
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Domani si lavora quindi non posso fare le quattro del mattino un'altra volta, però qualche commentino agli interventi di Zapotex e iosoloio lo voglio ancora fare (ovviamente anch'io non pretendo di divulgare il verbo...).
In primis, vorrei sgombrare il campo da un possibile equivoco: Capitalismo non è sinonimo - quanto meno nella mia lettura - di Economia di Mercato; si tratta di due cose ben diverse, sulla cui profonda differenza non posso dilungarmi, ma che spero che riusciate a cogliere.
Sono convinto anch'io che l'Economia di Mercato abbia ancora molto da dare al mondo, caro ZapoTeX, e anzi conto molto sul Mercato, ma il mercato vero, non quello contraffatto e drogato delle multinazionali e dei grandi centri di potere occulto.
Ti invito a riflettere su un fatto: in molte zone del mondo non solo si vive in condizioni disumane, ma le condizioni di vita sono DRASTICAMENTE PEGGIORATE negli ultimi trenta anni, questo è il risultato ottenuto dal nostro modello di capitalismo "rampante", cioè del tutto privo di controlli e contrappesi. Tu ti auguri che in quei paesi il PIL prenda a crescere e addirittura decuplichi, io invece temo che in quei paesi LA MORTALITA' INFANTILE decuplichi nei prossimi venti anni, così come è accaduto in Iraq durante il decennale - e demenziale - embargo dichiarato dall'Occidente dopo la Guerra del Golfo.
Temo anche che la cosa non farà notizia e che solo pochi di noi se ne renderanno conto, così come sono convinto che pochi conoscono il dato relativo all'Iraq che ho riportato un attimo fà (leggermente inesatto, devo ammettere, in quel periodo infatti le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità riportano un aumento "solo" di un fattore sei della mortalità infantile).
Un'altra cosa che io considero un errore, Zapotex, e il confondere il progresso tecnologico con la qualità di vita.
La qualità di vita di un cassintegrato oggi NON E' ASSOLUTAMENTE migliore dell'operaio che nel boom degli anni sessanta faceva gli straordinari ammazzandosi di lavoro, malgrado le tante cose in più che il progresso tecnologico oggi ci mette a disposizione.
E lo sai perché non è migliore, anzi è decisamente peggiore?
Perché l'operaio del passato si ammazzava di lavoro nella convinzione di dare ai propri figli una prospettiva di vita migliore della sua, mentre il cassintegrato di oggi è invece convinto del contrario!
Le motivazioni, le prospettive, le aspirazioni fanno qualità di vita molto più di quanto la facciano i cellulari, la TV via cavo, i pranzi al ristorante e via discorrendo.
Il progresso tecnologico non si arresterà. Sarà lo stesso per il progresso sociale? Una risposta affermativa mi sembra tutt'altro che scontata.
Prendo atto che non vi ho convinto del fatto che abbiamo oramai raggiunto i limiti del Capitalismo. Vi invito però a riflettere su una cosa.
Ci avete mai giocato a Monopoli? Vi ricordate come funziona? Si inizia con una certa quantità di "beni" e si gioca seguendo le regole di una piccola Economia di Mercato, basata sulle leggi di domanda e offerta, sulla competizione, sulla abilità e - perché no? - su un pizzico di fortuna.
E vi ricordate come finiscono le partite, TUTTE le partite di Monopoli?
Uno dei giocatori prende il sopravvento, si compra tutto e allora non resta che passare all'immancabile pane e nutella.
Cioè, uscendo dalla metafora: i sistemi capitalistici evolvono - se lasciati incontrollati - nella direzione della formazione di monopoli (occhio all'accento, questo non è più il gioco ), prima su scala più ristretta e in pochi settori e poi sempre più grandi e onnicomprensivi.
E indovinate un po' cosa è il monopolio? Esattamente: la fine dell'Economia di Mercato, quando cioè non è più il bilancio di domanda e offerta a fare economia, ma un Potere, arbitrario, dittatoriale e indiscutibile, che schiaccia e obbliga il cittadino.
Adesso guardatevi un po' attorno e ditemi se nei fatti grandi e piccoli che ci circondano non cominciate a vedere i segni di questa tendenza.
Guardate come evolvono le aziende, le GRANDI aziende, che aumentano la loro dimensione fino a divenire entità sovranazionali che di fatto eludono le azioni di controllo e regolazione dei Governi.
Cos'altro è la globalizzazione, nella sostanza?
Guardate come il Potere diventa sempre più arrogante e tracotante. Il Governo degli Stati Uniti ha letteralmente inventato una guerra dal nulla, giustificandola con argomenti talmente insensati da sembrare impossibile che sia accaduto effettivamente; eppure quella guerra è stata fatta ed è ancora in corso, è costata migliaia di morti e un oceano di denari pubblici, eppure i responsabili sono ancora lì.
Cercate di seguire un poco il movimento del denaro nel mondo. L'enorme ricchezza prodotta diciamo negli ultimi trent'anni, che fine ha fatto? Si è distribuita tra le popolazioni oppure è andata sempre più concentrandosi nella mani di pochi.
Vedi, caro iosoloio, c'è una tua affermazione che desidero confutare, ché io ritengo assolutamente sbagliata:
Citazione: | Invece qua si è prima creata ricchezza dal nulla, poi la si è persa nel nulla. |
la crisi finanziaria è stata associata ad un vero movimento di denaro, non è vero che si è trattato di una partita di giro, come qualche paraculo vuol far credere. Si è trattato di un ingente travaso di ricchezza dai poveri, dai piccoli risparmiatori, ai ricchi, ai grandi speculatori finanziari. Un ulteriore segno di quella crisi di sistema del Capitalismo di cui ho parlato.
Perché QUESTO E' IL CAPITALISMO, per meglio dire questo è quello che il capitalismo è divenuto oggi, un sistema che si è staccato dall'economia reale (che io preferisco chiamare Economia di Mercato) ed evolve, incontrollato, nella direzione opposta dell'economia reale, cioè verso la formazione di monopoli e quindi alla morte del Mercato.
Perché il Capitalismo non è una dottrina astratta, ma è l'impiego dei capitali da parte di chi tali capitali detiene.
Se non capiamo queste cose, se non capiamo che dobbiamo sterzare adesso prima che sia troppo tardi, prima che il nostro sistema così grande e complesso abbia preso troppa inerzia, ce ne finiamo tutti quanti dritti dritti dentro il burrone.
Buonanotte (speriamo non anche in senso figurato). |
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ioSOLOio Amministratore


Registrato: 12/09/03 19:01 Messaggi: 16342 Residenza: in un sacco di...acqua
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Inviato: 03 Nov 2008 17:24 Oggetto: |
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Premesso un grazie per il contributo, sarà che sono argomenti che mi piacciono e per i quali amo confrontarmi soprattutto con chi ha visioni e magari punti di partenza differenti dai miei.
Roberto1960 ha scritto: |
In primis, vorrei sgombrare il campo da un possibile equivoco: Capitalismo non è sinonimo - quanto meno nella mia lettura - di Economia di Mercato; si tratta di due cose ben diverse, sulla cui profonda differenza non posso dilungarmi, ma che spero che riusciate a cogliere.
[...]
in molte zone del mondo non solo si vive in condizioni disumane, ma le condizioni di vita sono DRASTICAMENTE PEGGIORATE negli ultimi trenta anni, questo è il risultato ottenuto dal nostro modello di capitalismo "rampante", cioè del tutto privo di controlli e contrappesi.
[...]
La qualità di vita di un cassintegrato oggi NON E' ASSOLUTAMENTE migliore dell'operaio che nel boom degli anni sessanta faceva gli straordinari ammazzandosi di lavoro, malgrado le tante cose in più che il progresso tecnologico oggi ci mette a disposizione.
E lo sai perché non è migliore, anzi è decisamente peggiore?
Perché l'operaio del passato si ammazzava di lavoro nella convinzione di dare ai propri figli una prospettiva di vita migliore della sua, mentre il cassintegrato di oggi è invece convinto del contrario!
Le motivazioni, le prospettive, le aspirazioni fanno qualità di vita molto più di quanto la facciano i cellulari, la TV via cavo, i pranzi al ristorante e via discorrendo.
[...]
Guardate come evolvono le aziende, le GRANDI aziende, che aumentano la loro dimensione fino a divenire entità sovranazionali che di fatto eludono le azioni di controllo e regolazione dei Governi.
Cos'altro è la globalizzazione, nella sostanza?
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Condivido diverse delle tue considerazioni, forse non siamo così distanti sulla linea di pensiero.
E' piuttosto vero che in alcune zone del pianeta le condizioni se non proprio peggiorate, non sono comunque migliorate (e questo sarebbe già un peggioramento visto l'evolversi globale)
Ed è vero che probabilmente in alcune zone peggioramenti ci sono stati.
E' anche vero che oggi -tralasciati certi beni di consumo comunque più disponibili- quella che tu chiami speranza nell'avvenire è più a rischio di un tempo.
Ecco, indubbiamente [parliamo di noi] sono mutate certe condizioni di vita (in meglio) da un punto puramente fisico (meno fatica indubbiamente, più agi indubbiamente, ecc.) ma al contempo è venuta meno quella "sicurezza", stabilità non solo economica ma anche psicologica.
E si, questo è un fatto collaterale del capitalismo.
Però a mio avviso questo è un fatto in cui colpevolmente la responsabilità sta anche nelle singole persone.
Perché è vero che ci sono meno certezze, che tante famiglie faticano, ecc. ma è anche vero che molti vogliono comunque avere, comprare, a qualsiasi costo...permetterselo anche senza poterselo permettere...
Ecco il credito al consumo, le carte revolving, i finanziamenti per andare in vacanza, per comprare il gioiello o l'ultimo Smartphone. Accendere un mutuo per comprarsi casa ha un significato, chiedere qualche centinaio o migliaio di euro per permettersi un gadget ha ben altro valore e comporta ben altre conseguenze.
Si, questo è anche Capitalismo, molto Yankee tra l'altro.
Ma non è mica così imposto..dinanzi a certi meccanismi distorti il cittadino spesso può fare ben poco per opporsi ma il potere di acquisto potrebbe indubbiamente esercitarlo con maggiore coscienza e intelligenza.
Certo, mi si può obiettare che in una globalizzazione il tracollo ma anche solo i problemi di una nazione si riversano anche su eventuali virtuosi di altre nazioni (parrebbe essere dimostrato proprio dalla attuale crisi..ma anche qua non è proprio così lineare)..in parte è vero ma non del tutto. I danni si possono sentire, ma un conto è uno scroscio un conto è l'uragano.
Per tornare con un esempio alla finanza (visto che parrebbe che molto del Capitalismo esasperato parta da li) un conto è chi ha investito in obbligazioni Parmalat spacciate da chi sapeva di spacciare carta straccia (e dunque si può dire sia stato truffato) un conto è chi ha investito in obbligazioni argentine inseguendo un rendimento triplo di quello che poteva ottenere in casa (e dunque esponendosi ovviamente a rischi molto più alti)
Nei due casi le responsabilità del cittadino e del capitalismo non sono sullo stesso piano.
Roberto1960 ha scritto: |
Vedi, caro iosoloio, c'è una tua affermazione che desidero confutare, ché io ritengo assolutamente sbagliata:
Citazione: | Invece qua si è prima creata ricchezza dal nulla, poi la si è persa nel nulla. |
la crisi finanziaria è stata associata ad un vero movimento di denaro, non è vero che si è trattato di una partita di giro, come qualche paraculo vuol far credere. Si è trattato di un ingente travaso di ricchezza dai poveri, dai piccoli risparmiatori, ai ricchi, ai grandi speculatori finanziari. |
Ho il pallino dei numeri..mi piace quantificare e poi cercare di capire le cifre di cui si parla.
Ora, la crisi finanziaria attuale partirebbe quando si rompe il giocattolino dei mutui subprime legato alla bolla immobiliare. Così si dice (che poi contestualmente il petrolio inizi a galoppare e l?euro si rafforzi sul dollaro parrebbe si tratti solo di una coincidenza secondo alcuni)
Per farla breve?c?era la tendenza a concedere prestiti con molta libertà, trascurando il fatto che il richiedente non offriva sufficienti garanzie, anzi pure barando e dichiarandolo super-solvibile..il trucchetto consisteva nell?appioppargli un prestito con rate crescenti in maniera vorticosa?.quando non era più in grado di pagare, si poteva comunque prendere la casa che, dati i prezzi in costante crescita, garantiva comunque una ottima copertura. Poi di questi mutui si faceva un miscuglio, si rivendeva il tutto a enti terzi ?altre banche che poi rivendevano a loro volta ai loro clienti- sotto forma di fondi e quant?altro?così si scaricavano ulteriormente i rischi incassando subito i soldi spettanti o anche di più. Tutto più o meno concesso sul filo della legalità finanziaria (in realtà non proprio, permesso in virtù del fatto che in molti se non tutti quelli che dovevano esercitare un controllo chiudevano gli occhi e dunque mi sembra più una situazione alla Parmalat, alla Enron che non una situazione di ?crisi?.
Alitalia subisce una crisi, per incapacità dei manager, per scelte politiche ed economiche errate, per tanti motivi magari..ma quella è crisi. Questa mi sa più di gioco delle tre carte.
Certamente prima e durante questo periodo in tanti si sono pesantemente arricchiti, ma le cifre in gioco mi paiono sproporzionate rispetto alle possibilità reali.. se anche tutti gli americani avessero contratto un mutuo da 1 milione di dollari a testa e di punto in bianco nessuno avesse più pagato un centesimo, saremmo infinitamente distanti da certe cifre.
Forse alla fin fine le differenze sostanziali sono più teoriche che pratiche...io parto da un punto di vista di capitalismo in senso lato, di definizione e di applicazione teorica.
Poi -come concludo in questo post- la realtà viene applicata con deroghe, favori e furbate messe in atto da chi legifera (politica) a vantaggio di pochi, traducendo il Capitalismo nel reale.
Con tutte le storture del caso. |
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