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Quando (e quanto) la pirateria fa male: P2P si o no?.
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Riverside
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MessaggioInviato: 17 Apr 2009 09:41    Oggetto: Quando (e quanto) la pirateria fa male: P2P si o no?. Rispondi citando

Vediamo che ne pensano, sul tema, i frequentatori [edit] dell'Olimpo Wink .

Citazione:
Presentata la prima ricerca sulla pirateria cinematografica in Italia.
La maggioranza sa di commettere un reato, ma l'atteggiamento è auto assolutorio.
L'identikit del ladro di film: 15-34 anni, "mago" del web.
La perdita per l'industria del cinema è valutata intorno ai 537 milioni di euro
.

ROMA - Ha dai 15 ai 34 anni, è fornito di supporti tecnologici sempre più avanzati, trascorre gran parte del tempo libero davanti al Pc che considera la chiave di accesso al mondo esterno: è l'identikit del pirata, per il quale un film scaricato da Internet è un file come un altro, da consumare come svago o passatempo, senza valore specifico e spesso alcun senza rispetto per il racconto, è normale saltare intere sequenze per soffermarsi sulle preferite.
La maggioranza sa di commettere un reato, ma l'atteggiamento è decisamente auto assolutorio.
È l'identikit - sommario - suggerito dalla prima ricerca sulla pirateria cinematografica in Italia, presentata ieri a Roma dalla Fapav, Federazione Antipirateria Audiovisiva in collaborazione con Ipsos.
Le cifre che risultano dall'indagine - condotta su 2038 campioni, dai 15 anni in poi, contattate personalmente - sono allarmanti: il 32 per cento degli italiani, circa 16 milioni, ha fruito di copie illegali di film negli ultimi 12 mesi, ogni pirata ha avuto almeno 21 titoli, la perdita per l'industria del cinema è valutata intorno ai 537 milioni di euro, con il rischio di perdere il lavoro per 250 mila persone.
Cifre che inducono personaggi del cinema a lanciare un allarme.
La pirateria è "uno sfruttamento illegale, criminoso e ingiusto", dice Giuseppe Tornatore, mentre Carlo Verdone si chiede "Quante altre sale vogliamo veder chiudere? Mi rendo conto di rischiare l'impopolarità presso il popolo dei giovani che "vivono la rete", ma stiamo realmente assistendo al lento sfascio di un'industria".
E "se non porremo un argine all'illegalità le prossime generazioni non avranno che un vago ricordo di cosa sia stato il cinema italiano", dice Sergio Castellitto.
Nell'indagine la pirateria è stata divisa in tre forme: fisica (dvd illeciti acquistati), digitale (download, streaming, ecc.), indiretta (prestiti o regali di dvd illegali).
Se la vendita di dvd piratati è in calo e sembra destinata a sparire, la pirateria digitale è in crescita ed è la più difficile da gestire.
Anche perché i pirati sentono legittimata la pratica del download per varie ragioni: è un'opportunità offerta da siti e programmi noti a tutti, è una pratica a livello istituzionale - non si ha notizia di sanzioni - non ha scopo di lucro, non è vista come furto anche perché non implica la sottrazione di un bene materiale.
"Inutile l'atteggiamento difensivo, Internet è il mercato del terzo millennio", dice il produttore Riccardo Tozzi.
"Dobbiamo individuare un prezzo per i film scaricati, anche molto basso. E non nell'educazione, bensì in un sistema di warning che non si limiti a ricordare che la pirateria è un reato, ma minacci la sconnessione da Internet. Penso che in quel caso il pirata sia disposto a pagare 50 centesimi".
Dall'indagine della Fipav emerge un altro dato significativo: sono stati intervistati bambini di famiglie in cui si vedono film "pirati" e bambini che vedono film in sala.
Ad entrambe le categorie è stato chiesto di fare disegni sull'idea di cinema: i disegni dei bambini che vedono copie "false" sono squallidi e stinti, quelli di quanti vanno al cinema sono ricchi di colori e di fantasia.

Fonte: La Repubblica
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kevin
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MessaggioInviato: 17 Apr 2009 11:40    Oggetto: Re: Quando (e quanto) la pirateria fa male: P2P si o no?. Rispondi citando

Riverside ha scritto:
Vediamo che ne pensano, sul tema, i frequentatori del Caffè Wink .

Citazione:

[*]

Dall'indagine della Fipav emerge un altro dato significativo: sono stati intervistati bambini di famiglie in cui si vedono film "pirati" e bambini che vedono film in sala.
Ad entrambe le categorie è stato chiesto di fare disegni sull'idea di cinema: i disegni dei bambini che vedono copie "false" sono squallidi e stinti, quelli di quanti vanno al cinema sono ricchi di colori e di fantasia.


Mah ...
io mi sono soffermato su queste poche righe e credo che ci voglia un bel coraggio per spacciare come "dato significativo" una baggianata del genere.

Un saluto a te river Wink
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sibilla
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MessaggioInviato: 17 Apr 2009 11:50    Oggetto: Rispondi citando

Forse i bambini che vanno al cinema tappano meglio i pennarelli..
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Riverside
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MessaggioInviato: 17 Apr 2009 12:04    Oggetto: Re: Quando (e quanto) la pirateria fa male: P2P si o no?. Rispondi citando

@ Kevin, io mi sarei soffermato su questo dato, invece:
Citazione:
Le cifre che risultano dall'indagine - condotta su 2038 campioni, dai 15 anni in poi, contattate personalmente - sono allarmanti: il 32 per cento degli italiani, circa 16 milioni, ha fruito di copie illegali di film negli ultimi 12 mesi, ogni pirata ha avuto almeno 21 titoli, la perdita per l'industria del cinema è valutata intorno ai 537 milioni di euro, con il rischio di perdere il lavoro per 250 mila persone.

Ricambio il saluto, Kev cappello
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Blacks84
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MessaggioInviato: 17 Apr 2009 12:49    Oggetto: Rispondi citando

Fino ad un anno e mzzo fa, utilizzavo spesso il p2p per vedermi qualche filmino. Quelli che meritavano me li andavo a vedere al cinema.
Da quando ho traslocato, mi sono ritrovato con l'adsl di tele2 sparo , che (visto il servizio scadentissimo di banda in download, forse il peggiore) mi ha fatto passare la voglia di utilizzare il p2p.
E facendo 2 conti, posso dire con certezza in tale periodo ad oggi sto andando sempre meno al cinema.

Onestamente non so quanta credibilità dare ai dati riportati nell'articolo.
Mi spiego: se mi scarico col p2p 10 film e me li guardo, non vuol dire che se non avesssi a disposizione il p2p andrei al cinema a vederli tutti e 10.
Il p2p viene utilizzato per i matriali protetti da c.r. perchè lo si può fare, se non lo si potesse fare credo che una piccolissima percentuale andrebbe in + al cinema. E' una mia opinione.
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kevin
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MessaggioInviato: 17 Apr 2009 13:14    Oggetto: Re: Quando (e quanto) la pirateria fa male: P2P si o no?. Rispondi citando

Riverside ha scritto:
@ Kevin, io mi sarei soffermato su questo dato, invece:
Citazione:
Le cifre che risultano dall'indagine - condotta su 2038 campioni, dai 15 anni in poi, contattate personalmente - sono allarmanti: il 32 per cento degli italiani, circa 16 milioni, ha fruito di copie illegali di film negli ultimi 12 mesi, ogni pirata ha avuto almeno 21 titoli, la perdita per l'industria del cinema è valutata intorno ai 537 milioni di euro, con il rischio di perdere il lavoro per 250 mila persone.

Ricambio il saluto, Kev cappello


Lo so che il dato significativo era quello River ...
ma posso dirti in tutta tranquillità che, con stì chiari di luna, della sorte di verdone, castellitto e soci, non è che m'interessa più di tanto,
e nemmeno del p2p, visto che non scarico mai niente da intenet se non i software che trovo qui da noi per la sicurezza del mio pc.
E' per questo motivo che ho messo in rilievo quella notizia che mi ha fatto girare un pò il belo ...
e cioè che usano il nome dei bambini per spaventare la gente,
a me fanno venire da vomitare se penso che lo scopo è per i vari caporioni e della classe operaia, non frega niente a nessuno come sempre ... anche se poi vengono citati per far scalpore.
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Riverside
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MessaggioInviato: 17 Apr 2009 13:21    Oggetto: Rispondi citando

Aggiungiamo qualcosa in più alla discussione (la notizia è di metà mattinata):
Citazione:
INTERNET: UN ANNO CARCERE PER TITOLARI "THE PIRATE BAY"

"Un tribunale di Stoccolma ha condannato i quattro titolari del portale 'The Pirate Bay' a un anno di carcere.
Fredrik Neij, Gottfrid Svartholm, Peter Sunde e Carl Lundstroem dovranno inoltre pagare danni per 2,72 milioni di euro.
I rappresentanti delle piu' grandi industrie mondiali di produzione cinematografica e musicale, dalla Sony alla Warner Bross, avevano chiesto 10,6 milioni di euro di danni e interessi per le perdite economiche sulle decine di milioni di file scaricate illegalmente dal sito.
'The Pirate Bay', pur non detenendo direttamente i file protetti da diritto d'autore, mette in collegamento gli utenti permettendo loro, attraverso la tecnologia dei 'BitTorrent' di scambiarsi i file organizzandoli in una sorta di biblioteca virtuale.
La Corte del distretto di Stoccolma ha condannato i quattro con l'accusa -spiega un comunicato- di aver "promosso l'infrazione delle leggi sul diritto d'autore".
Fonte: L'Espesso
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Ranger_Trivette
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MessaggioInviato: 17 Apr 2009 13:50    Oggetto: Rispondi citando

io quoto kevin...

a parte questo, se voglio vedere un film vado al cinema con gli amici/ragazza, per il gusto di seguirlo senza distrazioni.

non è che esce un film bello e penso, non vedo l'ora di trovarlo su emule per scaricarlo!

guardo dei film in streaming solo "per noia"... schifato da ski e dalla televisione che ormai sono quasi sullo stesso livello, mi guardo un film sul pc Confused
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MessaggioInviato: 17 Apr 2009 14:54    Oggetto: Rispondi citando

Ranger_Trivette ha scritto:
io quoto kevin...

a parte questo, se voglio vedere un film vado al cinema con gli amici/ragazza, per il gusto di seguirlo senza distrazioni.

Spero almeno che tu ti tolga il cappello quando sei seduto in sala.. Twisted Evil

Sempre Ranger_Trivette ha scritto:

non è che esce un film bello e penso, non vedo l'ora di trovarlo su emule per scaricarlo!
Infatti! Ma la domanda che vorrei porre è la seguente: scaricare i film per vederli o per tenerli?

Ancora Ranger_Trivette ha scritto:

guardo dei film in streaming solo "per noia"... schifato da ski e dalla televisione che ormai sono quasi sullo stesso livello, mi guardo un film sul pc Confused
Sempre meglio che farsi le boccacce allo specchio.. non c'è suspence... sai già quello che vedrai.
Peccato però guardare un film per noia. E' come scaccolarsi per stanchezza.

...Mai praticato il P2P.
I film al cinema, o meglio... andare al cinema non è più affascinante come un tempo. Le multisale semivuote, solo film in 1° visione.. bah.. manca la coralità del pubblico. E' come starsene a casa davanti alla tivù solo che non puoi interrompere per fare la pipì.

Se qualcuno è mai stato in un cinemino di terza o quarta visone, qualche anno fa, forse può capire che cosa vuol dire andare al cinema.

I fiorentini hanno avuto delle sale strepitose, come ad esempio il cinema "Universale.. urla, rutti, raudi in sala, addirittura uno con il vespino che entrò in sala...!
Capisco che i bambini che guardano i film senza andare al cinema disegnino peggio: se passano tutto il tempo a casa a guardare i mobili dell'Ikea che cosa ci dovremmo aspettare? Almeno, andando al cinema vedono qualcosa dai finestrini dell'auto, qualche passante, qualche insegna, qualche auto di colore diverso, qualche edificio stinto, qualche albero.. si fanno un'idea di un mondo più variegato, tornano a casa e lo disegnano. Così si risparmiano di sognarselo la notte per poi svegliarsi in preda agli incubi.
Tanto, i film, fuori o dentro casa sono sempre gli stessi.
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MessaggioInviato: 17 Apr 2009 15:03    Oggetto: Rispondi citando

Nemmeno io credo che se non ci fosse il P2P tutti si precipiterebbero al cinema; quindi non lo vedo come un mancato guadagno per le case cinematografiche Think

Inoltre se uno vuole avere una qualità elevata non va a scaricare un film tramite P2P... Va al cinema o compra il DVD/BlueRay.

Che poi si trovino anche immagini perfette di DVD... Beh, non so quanti siano disposti a scaricarsi tutti quei GB.

Per programmi e videogiochi il discorso è diverso: in quel caso il prodotto diffuso in rete non ha una qualità inferiore dell'originale quindi la "perdita" per la casa produttrice è più plausibile. Certo va anche ricordato che a 70 ? un gioco di 10 ore non è proprio regalato...

Non credo che la gente scarichi molti e-Book: un sano vecchio buon libro è molto meglio, stanca meno la vista, è più maneggevole e te lo porti in giro più facilmente.
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MessaggioInviato: 17 Apr 2009 16:25    Oggetto: Rispondi citando

Saggio Squall...
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MessaggioInviato: 17 Apr 2009 18:52    Oggetto: Rispondi citando

Alcuni riflessioni buttate li.

La mia impressione è che, come per la pornografia (non conosco nessuno che abbia un computer e navighi in rete, che ammetta, senza falsi pudori, di frequentare siti a sfondo pornografico - il dato incredibile è che 80% dei siti che popolano la rete, propongono quel tipo di prodotto e sono strafrequentati (ma guarda caso, nessuno li frequenta), anche quando si parla di P2P un pò tutti siano reticenti nell'ammettere che se ne fa un utilizzo spropositato.
Quei pochi che lo fanno, lo giustificano con il fatto che i CD costano troppo, che andare al cinema costa troppo, che acquistare una licenza di un certo software costa troppo (il concetto è semplice: perchè devo pagare per qualcosa che, grazie ad altri, posso avere gratis?).
Ho un amico, per fare un esempio, che ha un computer esclusivamente dedicato all'uso di Emule: quel computer conosce un riavvio all'anno.
La giustifcazione che offre è al limite del credibile: "E' vero, scarico centinaia di film all'anno ma non li condivido con altri utenti, questo è importante".
Non sta a me stabilire se tutto ciò sia giusto o sbagliato, anche perché ciò che vale per me non è valere per altri.
Prendo spunto dai diversi reply per portare dei piccoli esempi (mi raccomando, non ho nulla contro chi ha espresso quei pensieri, sono solo esempi):
kevin ha scritto:
..... non è che m'interessa più di tanto, e nemmeno del p2p, visto che non scarico mai niente da intenet se non i software che trovo qui da noi per la sicurezza del mio pc.

I software che vengono suggeriti sul forum, di norma, sono quasi tutti gratuiti; raramente accade che venga suggerito un software a pagamento (anche perchè, spesso, questi possono essere sostituiti, degnamente, da software free).
Perché, quindi, non scaricarli dai siti ufficiali?.
Blacks84 ha scritto:
Onestamente non so quanta credibilità dare ai dati riportati nell'articolo.

La questione non credo sia nella credibilità dei dati pubblicati, a mio parere il discorso deve essere rovesciato: è cosi poco credibile sostenere che il P2P danneggi, in maniera evidente, dei professionisti?.
Silent Runner ha scritto:
Ma la domanda che vorrei porre è la seguente: scaricare i film per vederli o per tenerli?

Personalmente non vedo alcuna differenza: è stato scaricato quindi, comunque, si è dato un contributo (seppur piccolo) alla causa.
Squall ha scritto:
Nemmeno io credo che se non ci fosse il P2P tutti si precipiterebbero al cinema; quindi non lo vedo come un mancato guadagno per le case cinematografiche

Direi che concordo.
Ma il problema non si limita solo ai film o alla musica: si estende, per esempio, ai software ed ad altro materiale sottoposto a licenza o protetto da copyright.
Prova a fare un semplice rapporto n° utenti = n° download e ti renderai conto che il danno procurato non è certo minimo.
C'é chi sostiene la tesi che se, per esempio, le case discografiche abbassassero il costo dei CD, si eleverebbero le vendite e si ridurrebbe l'uso indiscriminato del P2P.
Anche questo non è vero: oggi in rete si può acquistare musica a prezzi contenuti (vedi iTunes, per esempio) eppure questo non ha determinato un calo nell'abuso del P2P.
Questo perché non è il costo il vero problema: è la possibilità di ottenere quel prodotto a costo zero (della qualità del prodotto non frega nulla a nessuno a quanto pare) a fare la differenza.
Quanto di giusto, secondo voi, c'è in tutto questo?.
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MessaggioInviato: 17 Apr 2009 19:00    Oggetto: Rispondi citando

Grazie Silent Very Happy

Silent Runner ha scritto:
Infatti! Ma la domanda che vorrei porre è la seguente: scaricare i film per vederli o per tenerli?

Credo che al giorno d'oggi si scarichi soprattutto per vedere i film, anche se ovviamente ci sarà anche chi a volte/spesso/quasi sempre li tiene

Riverside ha scritto:
La questione non credo sia nella credibilità dei dati pubblicati, a mio parere il discorso deve essere rovesciato: è cosi poco credibile sostenere che il P2P danneggi, in maniera evidente, dei professionisti?.

Se prendiamo l'esempio del gruppo indipendente di sviluppatori che vede diffuso illegalmente il proprio sw (che magari costava pochi dollari) non posso non concordare...
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MessaggioInviato: 17 Apr 2009 20:50    Oggetto: Rispondi citando

Riverside, hai scritto un sacco di cose corrette e indiscutibili. Sono contento di averle lette.
Alcune mi possono trovare un po' in disaccordo ma sono sfumature irrilevanti, quello che conta è che ti sei fatto capire bene anche da me che di P2P non mi interesso perché non lo pratico, non certo per qualche ragione etica, anche perché prima di parlare di etica bisogno avere ben chiaro di cosa si sta trattando e io non sono certo di avere idee sufficientemente chiare.

La questione almeno per me rimane aperta e non riesco ad avere una sola opinione a riguardo. Il fatto che tutte queste opinioni entrino in conflitto fra loro non può essere che è un bene. E' segno che la complessità del tema non è nella mia incapacità di capirlo ma nella variabilità dei motivi e delle ragioni per cui si è sviluppata una sorta di metamercato all'apparenza parallelo ma che segue logiche diverse, semplicemente.
Sto forse usando termini raccogliticci e impropri ma uso i termini che più si avvicinano a questo mi è sembrato di capire.
Se ho parlato di "metamercato parallelo" mi si può contestare il termine "mercato". Io però ritengo che non si possano eseguire azioni senza impiego di risorse e le risorse costano comunque. Sia che un protone perda un fotone in seguito ad un urto e poi lo riacquisti subito dopo, sia che io alzi il braccio per afferrare un barattolo sullo scaffale o digerisca una bistecca ai ferri.
Tutto quello che facciamo, ogni azione che compiamo comporta uno scambio di informazione. La stufa che si raffredda, il mouse wireless che consuma le pile, io che invio un'email, l'urlo spaventoso che emetto per far smettere la gatta di rompere le balle che la pappa gliel'ho già data... tutto comporta un utilizzo di energia, di risorse, di informazione.
Lo scambio P2P se non erro, contempla tutte e tre i fenomeni.
In qualche modo, il mercato o una parte di questo, si avvantaggia del P2P anche se magari non torna ai "legittimi" aventi diritto.
e su questo termine la questione si allarga. Gli aventi diritto.
Viene rispettata la condizione "scambio di energia, risorse, informazione"?
Un esempio facile facile, talmente retorico da essere necessariamente perdonabile ipso facto.
Quando gli europei invasero il continente americano, le popolazoni locali ricevettero in cambio di tutto: malattie sconosciute alle quali non avevano difese immunitarie, perline colorate, fucilate e quant'altro possibile, comprese coperte infettate dal vaiolo, superalcolici e altre furberie.
E gli europei ricevettero colpi di tomahawk fra le scapole, nugoli di frecce, rabbia e stupore, e tanta terra da trasformare in quella che oggi crediamo di capire che cosa sia, salvo cadere nelle solite trappole ideologiche e così via, perché L'america di oggi,così come quella di ieri non si può capire, non si capiscono nemmeno loro, figuriamoci se possiamo farlo noi. Questa sorta di scampio fu molto sfavorevole ai nativi ma permise loro alcune cose curiose che avrebbero volentieri fatto a meno, prime fra tutte diventare un mito e finire sui poster di mezzo mondo. Loro persero la loro terra e la loro libertà, noi proseguimmo nel continuare a perdere la nostra innocenza, semmai ne avessimo avuta una.
Quello che è rimasto è il risultato di una rivoluzione inversa. Il popolo fiero, coraggioso e alle volte vile, un popolo di guerrieri pacifici, antropofagi e misteriosamente privi di una religione unificante, annientato dagli enti astratti, dalle compagnie economiche, dalla politica, da un altro popolo di straccioni fuggiaschi, inutili in Europa, utili altrove.
Sto per dire una cosa terribile ma la sto solo riportando sommariamente.
Erodoto, raccontando l'invasione persiana e Atene era già una tirannia, disse una cosa mostruosamente cinica (pensando agli sconfitti, alle vittime) ma sostanzialemte ovvia: "Se atene non avesse fermato i persiani il resto della Grecia sarebbe schiava".
Questo non giustificò quel massacro così come non giustifica il genocidio portato quasi a compimento contro i nativi americani. Ricordatevi che ho fatto un esempio a caso. Potevo parlarvi di qualche tribù amazonica ma non avrebbe avuto lo stesso impatto.
Il fatto però che sia accaduto deve farvi riflettere sulle dinamiche in corso oggi. Chi vuole salvare i diritti d'autore chi invece vuole condividere le risorse (più che gli oggetti) che sono il frutto della creatività e dell'immaginario collettivo e privato.
Un bel casino davvero!
E' una lotta fra diritti presunti tali perché comunque autoproclamati da entrambe le parti. C'è un diritto acclarato, definito e stabilito per leggi e accordi internazionali e c'è un diritto naturale e predatorio che vuole emergere da sotto una cenere che cova da anni. Ma contrariamente a quanto gli avversari vogliono far passare, non è un "diritto criminale" così come non è criminale la predazione della volpe o del falco. Stiamo sempre parlando attraverso metafore, vi prego di non fare troppo caso alla loro forma.
A stabilire chi avrà ragione dell'altro sarà solo il concatenarsi degli eventi: ma sarà comunque una ragione posticcia, sostituibile alla prima occasione, con un'altra.
Napoleone che pure era un grande condottiero, perse a Waterloo per una stupidaggine compiuta da un suo ufficiale, più che per l'indubbia abilità dell'avversario.
Insomma, ovunque mi giri, intorno a me vedo esempi di ogni genere dove questo tipo di conflitti si presenta si dipana e si dissolve generando nuovi "mondi" o realtà che però, per loro natura restano mutevoli.
Ecco perché dentro di me le ragioni opposte si contrastano e mantengo una prudente distanza cercando di capire.
Leggendo voi qualcosa mi è più chiaro, di questo vi ringrazio.
Non sono sicuro però di avervi fatto identico favore.
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MessaggioInviato: 17 Apr 2009 22:50    Oggetto: Re: Quando (e quanto) la pirateria fa male: P2P si o no?. Rispondi citando

Nella citazione, l'autore dell'articolo ha scritto:
...per il quale un film scaricato da Internet è un file come un altro...

Shocked Shocked Shocked Shocked Shocked

È un file come un altro!! Shocked


Semmai mi soffermerei sul fatto che non si riesce a farli pesare meno di 700 Mb... Questa sì è una cosa di cui lamentarsi!
È mica infinito lo spazio sul pc...!
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MessaggioInviato: 18 Apr 2009 00:06    Oggetto: Rispondi citando

Silent, ogni volta che ti leggo mi prende una sorta di ansia ... e, pensa che, nella vita, mi occupo di comunicazione .... ma tu riesci (è un complimento) a stupirmi.
Silent Runner ha scritto:
Chi vuole salvare i diritti d'autore chi invece vuole condividere le risorse (più che gli oggetti) che sono il frutto della creatività e dell'immaginario collettivo e privato.
Un bel casino davvero!
E' una lotta fra diritti presunti tali perché comunque autoproclamati da entrambe le parti. C'è un diritto acclarato, definito e stabilito per leggi e accordi internazionali e c'è un diritto naturale e predatorio che vuole emergere da sotto una cenere che cova da anni.

Vedi Silent, quei diritti a cui fai riferimento non sono presunti, dovrebbero essere innopugnabili.
Il fatto è che c'è chi ritiene, a torto a mio vedere (uso le tue parole) che "condividere le risorse (più che gli oggetti) che sono il frutto della creatività e dell'immaginario collettivo e privato" rientri nel concetto di libertà.
Francamente parlando, nella società attuale, mi riesce difficile quantificare non solo la portata ma la reale sussistenza di quel concetto (libertà).
Qualcuno ritiene che la rete sia libera: mi chiedo libera da cosa? la rete, veicola di tutto, cose buone, pornografia, pedofilia, terrorismo, armi, truffe, virus ed altro ancora.
E' questa la libertà che intendiamo?.
A meno che non si voglia ritenere che lo stesso accade nella vita di tutti i giorni, che, comunque accadeva anche quando la rete era una utopia; mi verrebbe da pensare che, alla fine, senza neppure rendercene conto, siamo tutti priogionieri di una libertà che è fittizia.
Mi viene in mente una battuta (forse di Sabrina Guzzanti o di uno spot satiro/politico - ora non ricordo): "questa è la Casa della Libertà ... ognuno fa un pò il c***o che gli pare".
Sarebbe necessaria, a mio parere, sul tema che ho proposto, un minimo di onestà intellettuale da parte di tutti coloro che frequentano ed utilizzano questo meraviglioso strumento di comunicazione e massificazione che è la rete.
Non condanno a priori nessuno: mi domando, invece se, a tutto questo, si possa o debba porre un limite.
E non sono assolutamente d'accordo con coloro che ritengono che sia necessario stabilire dei limiti obbligando i provider a porre dei filtri, denunciare all'autorità e privare della connessione chi abusa del P2P (purtroppo è di questo che, a livello europeo, stanno discutendo); parlo, al contrario, della consapevolezza di chi, fruendo della rete, sa di violare, in qualche modo, i diritti altrui e, dall'altra, la capacità, da parte del legislatore, fi comprendere che non è quello il metodo migliore per risolvere la questione.

Off Topic: sull'argomento Stati Uniti, potresti aprire un topic, sarebbe davvero interessante.
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MessaggioInviato: 18 Apr 2009 11:40    Oggetto: Rispondi citando

Riverside ha scritto:
Silent, ogni volta che t leggo mi prende una sorta di ansia ... e, pensa che, nella vita, mi occupo di comunicazione .... ma tu riesci (è un complimento) a stupirmi

Ansia? Ma perché? Apprezzo il complimento ma al contempo me ne dispiaccio. Io non vorrei generare ansia ma dubbi da usare come grimaldelli per aprire le porte chiuse delle nostre opinioni.
Ho sempre dubitato delle mie opinioni anche perché, essendomele fatte raccogliendo esperienze altrui riportatemi attraverso scuola, letteratura, invenzioni, ideologie che ho trovato bell'e pronte nascendo, già vincenti sul mercato, mi rimane difficile accettarle tutte come buone. Perciò, il risultato delle mie opinioni non può che essere tenuto sotto costante osservazione per scoprirne gli eventuali bug. Ma non voglio aprire una discussione sull'ontologia dell'opinione personale-

Riverside ha scritto:
Silent Runner ha scritto:
Chi vuole salvare i diritti d'autore chi invece vuole condividere le risorse (più che gli oggetti) che sono il frutto della creatività e dell'immaginario collettivo e privato.
Un bel casino davvero!
E' una lotta fra diritti presunti tali perché comunque autoproclamati da entrambe le parti. C'è un diritto acclarato, definito e stabilito per leggi e accordi internazionali e c'è un diritto naturale e predatorio che vuole emergere da sotto una cenere che cova da anni.

Vedi Silent, quei diritti a cui tu fai riferimento non sono presunti, sono innopugnabili.
Ecco: sull'inoppugnabilità di questi diritti si fonda il mio dubbio. Inoppugnabile è un termine umano non universalmente applicabile. Basta che arrivi uno che ti spazzi via dal mercato e l'inoppugnabilità del tuo diritto di stare sul mercato sparisce. Può accadere per spinte di tipo mafioso o corporativo. O anche il classico meteorite che distrugge la vita sulla Terra ha effetti simili (scherzo).
Questo era quanto intendevo, detto in termini molto rozzi.
Io stesso sono in conflitto di interessi come autore, a parlare di caduta dei diritti in favore dell'universalità del sapere e delle risorse. Ma è un tema che mi pongo non una dichiarazione di guerra al diritto d'autore a favore del selvaggio manbassa di tutto quello che appartiene ad altri.

Riverside ha scritto:

Il fatto è che c'è chi ritiiene, a torto (uso le tue parole) che "condividere le risorse (più che gli oggetti) che sono il frutto della creatività e dell'immaginario collettivo e privato" rientri nel concetto di libertà.
Francamente parlando, nella società attuale, mi riesce difficile quantificare non solo la portata ma la reale sussistenza di quel concetto (libertà).
Qualcuno ritiene che la rete sia libera: mi chiedo libera da cosa? la rete, tra le diverse cose, veicola di tutto, pornografia, pedofilia, terrorismo, virus ed altro ancora.
E' questa la libertà che intendiamo?.
Mi viene in mente una battuta (forse di Sabrina Guzzanti o di uno spot satiro/politico - ora non ricordo): "questa è la Casa della Libertà ... ognuno fa il cazzo che vuole".
E qui concordo. E' difficile definire la libertà. La rete è libera? Non credo, è vincolata dai nodi. Le sottoreti che sono collegate con le galassie di reti massicce, rischiano di rimanere isolate per la semplice caduta di un nodo. Non esiste dunque una totale libertà nemmeno il quel senso, figuriamoci se può esistere un concetto di libertà che possa contenere tutta l'immondizia che prevale in rete. Esiste inoltre un altro problema che consiste nell'impossibilità dell'osservatore di reperire una informazione corretta. Tema già posto nella teoria della relatività e non solo. Basta ricordare Heisemberg e il suo principio di indeterminazione, applicandolo al concetto di libertà operativo in questo istante sul web.
Sto dando di fuori eh? Spara pure a raffica, vado di fretta per cui raccolgo tutto quello che mi viene in mente per descrivere l'impossibilità di concepire e porre in atto contemporaneamente, il principio di libertà condivisa.
Contrariamente a quanto si dice, io non credo che la mia libertà finisca dove comincia la tua ma in realtà, la mia liberà comincia dove comincia la tua. Cioè si sovrappongono completamente. Entrambi rivendichiamo in contemporanea la nostra libertà di agire (lasciamo perdere il pensare che quello è perfettamente sovrapponibile purché rimanga nella testa e non esca dalla bocca) E a quanto mi sembra è proprio quello che avviene per vie naturali sul web. Una sorta di "anarchia" (uso questo termine con prudenza, per non offenderlo) che genera frange di interferenza. Come due sorgenti di luce puntiformi che convergono nello stesso punto ma con frequenze differenti.
Laddove le esigenze (la cresta d'onda) di una parte si sommano all'altra, si ottiene una esaltazione del fenomeno.. ma quando la cresta d'onda corrisponde alla cavità dell'altra, le due istanze si annullano.

So che è piuttosto rudimentale ma a me sembra che questo dibattito fra P2P e anti P2P generi frange di interferenza che si ripercuotono poi su tutto il sistema. E' ovvio che in questo tipo di fenomenologie una parte di energia venga impiegata (sprecata?) proprio nella fase d'interferenza. Risorse umane, risorse economiche, tempo e risorse fisiche vengono per così dire "occupate" dai battimenti come avviene in acustica quando due armoniche di diversa frequenza si incontrano generando una terza oscillazione a bassa frequenza che non è un suono in sé ma viene percepito come variazione nella sommatoria delle due armoniche.
Brutto eh?
Non è che dall'ansia sei passato all'angoscia? Sad

Riverside ha scritto:
Sarebbe necessaria, a mio parere, sul tema che ho proposto, un pò di onestà intellettuale.
Io non condanno a priori nessuno: mi domando, invece se, a tutto questo, possa o si debba porre un limite.
E credimi Silent, non sono assolutamente d'accordo con coloro che ritengono che stabiliti dei limiti significhi, da parte dei provider, porre dei filtri o denunciare e staccare la connessione a chi abusa del P2P (e non solo di quello - ma di questo stanno discutendo) parlo, al contrario, della consapevolezza di chi, fruendo della rete, sa di violare, in qualche modo, i diritti altrui.

Oh, ma allora sei proprio un sognatore romantico! Squeeze Onestà intellettuale? E che cos'è? Vai a sapere dove è finita o se c'è mai sempre stata, una sorta di mito pre e post illuminista (scherzo di nuovo eh?) Ma sai, Riverside? Mi viene in mente, pensando all'onestà intellettuale, la famosa frase: "E' la fede degli amanti come l'Araba Fenice, che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa".

Anch'io non sono d'accordo con le censure operate dai provider (come se la Telecom decidesse che cosa posso dire la telefono inserendo dei "Beep" quando dico parolacce o mi staccasse il telefono se bestemmio) E' una norma assurda e impraticabile. Temo che questo non sia molto ben compreso dalla nostra classe dirigente. Internet è un motore economico - più che culturale - di enorme potenza. Chiuderlo significa strozzare il bimbo in culla solo perché si caca addosso. Sulla consapevolezza di chi in rete viola le leggi e i diritti altrui il problema è esclusivamente culturale. Ma non cultura dei libri, parlo di cultura sociale, di senso d'appartenenza ad un sistema complesso di valori e di regole che, seppur mutevoli, devono mantenere uno schema stabile altrimenti tutta la struttura crolla. La rete è un frattale dinamico ma non ha una struttura ad albero. A prima vista mi sembra più una nube in accrescimento verticale, come quella di un'eruzione vulcanica. Raggiunta la massima dispersione dell'energia cinetica la nube tende a collassare per gravità, aumentando per compressione la sua temperatura generando quelle terribili nubi ardenti che hanno sommerso Pompei ed Ercolano.

Non so se il frattale del P2P abbia raggiunto la sua massima estensione ma non credo che una legge imposta dall'esterno possa limitare il suo collasso. Il rischio che un tentativo di bloccare una delle dimensioni più dinamiche della rete possa poi coinvolgere molte altre attività del tutto legittime a partire dai provider stessi e dai fornitori di servizi e molto grande.
Il rischio che la cura sia peggiore del male è a mio avviso abbastanza alto.
Tu che ne dici?

Certo, una sorta di autoregolamentazione sarebbe più coerente con la struttura stessa del web e delle persone che lo frequentano ma anche questa non è una via facile.
Nemmeno in politica riusciamo a scegliere senza guardare i nostri meri interessi, figuriamoci se gli utenti del P2P sono così maturi da individuare da soli il limite oltre il quale non andare, pena il crollo del cono vulcanico e la formazione di una immensa caldera.
Vedi caro River? Anche questa discussione è un frattale. Ne ha generate altre. Discussioni, intendo.

Sob.. avrò aumentato ancora tua ansia?
Far venire l'ansia ad un osso duro come tè mi preoccupa un po'...
....Sarò mica pericoloso? Rolling Eyes
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MessaggioInviato: 18 Apr 2009 12:07    Oggetto: Rispondi citando

Riverside ha scritto:
Il fatto è che c'è chi ritiene, a torto a mio vedere (uso le tue parole) che "condividere le risorse (più che gli oggetti) che sono il frutto della creatività e dell'immaginario collettivo e privato" rientri nel concetto di libertà.
River, lungi da me l'intenzione di far polemica, credimi, nonostante sarà ciò che inevitabilmente penserai, dal momento che è noto che non vi è un solo punto dell'uman cammino sul quale esista la vaga possibilità che noi due si vada d'accordo (forse sul filo-americanismo, se non ho capito male?).
Ma queste sono cose che succedono, nulla di sorprendente...

Però io questo post l'ho iniziato nel momento stesso in cui tu editavi il tuo, che prima di essere editato riportava:
Citazione:
Il fatto è che c'è chi ritiene, a torto, (uso le tue parole) che "condividere le risorse (più che gli oggetti) che sono il frutto della creatività e dell'immaginario collettivo e privato" rientri nel concetto di libertà.
E dal momento che io ritengo fermamente che "condividere le risorse che sono il frutto della creatività e dell'immaginario collettivo e privato" rientri nell'inalienabile concetto di libertà, mi sono naturalmente sentito leso nella mia inviolabile libertà di opinione da quelle 6 lettere scritte giù con la tua consueta convinzione di detenere la verità assoluta.

Il fatto che tu l'abbia appena editato, a distanza di 12 ore, con l'aggiunta di "a mio vedere" dimostra che hai compreso da solo quanto potesse essere lesivo, e hai quindi preferito camuffare il tuo vero pensiero, che è quello del primo post.
Quantomeno encomiabile.

E dunque, visto che chiedi:
Riverside ha scritto:
Sarebbe necessaria, a mio parere, sul tema che ho proposto, un minimo di onestà intellettuale da parte di tutti coloro che frequentano ed utilizzano questo meraviglioso strumento di comunicazione e massificazione che è la rete.
Giusto, onestà intellettuale.
Allora ripeto: io ritengo fermamente che "condividere le risorse che sono il frutto della creatività e dell'immaginario collettivo e privato" rientri nell'inalienabile concetto di libertà.

Che famo? Hai ragione tu o ho ragione io? Wink


Citazione:
Non condanno a priori nessuno: mi domando, invece se, a tutto questo, si possa o debba porre un limite.
Te lo domandi, o lo domandi agli altri?
Sarebbe influente per la nascita della tua risposta se una percentuale tot rispondesse SI, e una percentuale tot rispondesse NO?

Allora comincio io: assolutamente no!
Iniziare a porre dei limiti sul web, significherebbe solamente cercare di detenerne il controllo - e quindi le opinioni - e convertirlo in un altro strumento di "regime".
Ciò che infatti stanno tentando di fare i governi (vedi Francia, e quei mentecatti seduti sulle italiche poltrone che si stanno affannando a trovare le vie giuste evitando di essere scannati), a quanto pare invidiosissimi dei sistemi in uso in Cina et similia...


Vogliamo aprire un sondaggio? Rolling Eyes
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MessaggioInviato: 18 Apr 2009 12:39    Oggetto: Rispondi citando

No, vi prego, nessun sondaggio sulle opinioni vaganti!Help

L'argomento è bello, stimola il testosterone e l'istinto da querrigliero così come la riflessione profonda e sottile.. ma i sondaggi no! Ne ho abbastanza di sondaggi! Il Berlusca ce li propone in continuazione come l'Ostia alla messa! (e vi lascio immaginare quale "messa")
La mia è una preghiera laica, non voglio impedire di amarvi così follemente come i coniugi "Roses".
Facciamo che avete torto entrambi e buonanotte! Ironico

Eh? Dubbio

...Che ne dite? Dubbio

Continuiamo a discorrere sui temi e non sul modo di porli?
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MessaggioInviato: 18 Apr 2009 12:57    Oggetto: Rispondi

Errata corrige:

Danielix ha scritto:
...non vi è un solo punto dell'uman cammino sul quale esista la vaga possibilità che noi due si vada d'accordo (forse sul filo-americanismo, se non ho capito male?).

Oops! Dimenticavo: la musica, probabilmente.

E non è poco! Wink




(però... io la scarico dal mulo... Rolling Eyes
va bene lo stesso? Very Happy )
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