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Pik Dio minore

Registrato: 05/01/09 11:44 Messaggi: 907 Residenza: ..nei pressi di Piazza del Campo...
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Inviato: 02 Mag 2009 18:54 Oggetto: Spigolature (Fiat, auto italiane e partecipazione Chrysler) |
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Negli ultimi mesi ho letto sulla rete gente che criticava la Fiat perchè creava alcune fabbriche o trasferiva produzioni all'estero sottraendo lavoro ad operai e tecnici nostrani. Ho sentito gente che contestava il motto "compra auto italiane" perchè le stesse auto - con marchio Fiat - venivano costruite in Brasile, Polonia,Turchia e chi ne ha più ne metta. E fin qui è tutto chiaro ed anche comprensibile. Ma quando la Fiat è andata negli States ed ha acquisito una importante quota azionaria della Chrysler in cambio di cessione di tecnologie avanzate e - mi pare - di licenze di costruzione della 500 e di alcuni modelli Alfa Romeo, il conto non mi torna più: queste auto che saranno costruite in America, non sottrarranno una quota importante alle possibili vendite delle stesse auto fabbricate in Italia? La Fiat beneficerà della rete di vendita Chrysler, ma per vendere cosa? La Croma? La Bravo o la Punto? Il mercato americano è un mercato ricco, abituato ad auto di classe superiore, capienti e potenti e difficilmente potrà adattarsi ad auto per noi "normali" o ad una 500 che, secondo me, rimarrà un'auto di nicchia destinata a ragazzi alla ricerca dell'ultima moda oppure a mamme per accompagnare i figli a scuola o andare dal parrucchiere. Ma tutti esultano nessuno escluso. L'AD ha detto che sarà un gruppo da 6 milioni di auto all'anno, ma a chi le venderanno? Non è che stanno per salire su un carrozzone che poi dovremo foraggiare sotto ricatto di una maxi cassa integrazione o di licenziamenti alla consociata italiana? Oppure è un primo passo per smarcarsi dall'Italia? Forse mi è sfuggita qualcosa.... |
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Silent Runner Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 10:17 Messaggi: 24079 Residenza: Pianeta Terra
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Inviato: 03 Mag 2009 11:13 Oggetto: |
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In effetti la questione è complessa: non è che la Fiat investirà denaro nell'operazione Chrysler foraggiando la casa americana destinata ad una bancarotta inevitabile per indebitamenti, salvo correttivi e sulla questione Chi lavorerà e dove anche qui le cose sono molto complicate da capire e fare previsioni attendibili. Teniamo conto che a fare da mano d'opera semispecializzata nelle catene di montaggio e nei lavori per così dire "pesanti" e poco gratificanti ci vogliono andare in pochi. Ne è la prova il concorso da portuale, per 15 posti a tempo indeterminato, andato quasi deserto (solo due partecipanti) a Savona. (dal "Sole 24 ore"; qui il pdf)
Citazione: | NELL?IMMAGINARIO collettivo la professione del camallo, oggi operatore portuale, è associata all?idea di ?fatica e sudore? e all?immagine di un uomo che passa le giornate a scaricare sacchi da cento chili. Oggi non è più così. L?operatore portuale è una figura professionale altamente specializzata, che ha una perfetta conoscenza delle nuove tecnologie e parla inglese. |
Non voglio fare della facile retorica ma questo non è il solo esempio dove esistono fasce di lavoro che non vengono più scelte dai nostri concittadini e sempre più viene svolto da extracomunitari o comunque stranieri, così come in effetti esistono interi settori che espellono lavoratori professionalmente preparati immettendoli in un limbo dal quale è difficile uscire. Inoltre, il precariato, altra piaga che flagella soprattutto il mondo giovanile è un problema che non può essere risolto senza rivedere tutti i meccanismi che coinvolgono l'economia mondiale, cosa molto difficile da ottenere visto che le attuali priorità dei principali paesi e delle superpotenze economiche e militari è conservare il proprio statu vivendi attuale e il reperimento delle risorse si svolge ancora intorno a meccanismi di guerra o di sopraffazione di vario genere e natura, basate su presupposti ideologici, religiosi o puramente commerciali.
Prevedo che, nella prima parte di questo nuovo millennio, a governare il mondo non saranno le superpotenze ma la criminalità organizzata internazionale.
La complessità di tutto questo fenomeno comporta previsioni a breve e a lungo periodo piuttosto incerte. Il destino dei lavoratori della Fiat e dell'indotto (che forse sono molto più di quando immaginiamo) è legato a troppi elementi che, certamente l'accordo Fiat-Chrysler può solo rendere più intricato ma non necessariamente più drammatico.
Staremo a vedere. |
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Pik Dio minore

Registrato: 05/01/09 11:44 Messaggi: 907 Residenza: ..nei pressi di Piazza del Campo...
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Inviato: 08 Mag 2009 08:12 Oggetto: |
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A distanza di una settimana, riprendo il tema. Sui media si continua a dibattere questo argomento che si sta allargando in maniera endemica. Ci sono nuove ipotesi di acquisizioni o di partecipazioni del "gruppone" a livelli internazionali - vedi Opel e Saab - ma si parla anche di possibili condizioni e paletti richiesti dagli acquisendi e dagli stati interessati all'operazione. Alcuni stabilimenti in Italia potrebbero essere chiusi, mentre nello stesso tempo si assicura che altrove non saranno toccati. Mentre personale della Fiat è tutt'ora in cassa integrazione, l'AD del gruppo fa il pendolare con l'altra sponda dell'Atlantico per trattare operazioni finanziarie che coinvolgeranno in maniera importante la nostra industria dell'auto ed un indotto difficilmente stimabile per la sua estensione, ma comunque vasto. Naturalmente siamo sempre a livello di ipotesi e di notizie diffuse da stampa italiana ed anche internazionale in molti casi interessata: la situazione è fluida ed è suscettibile di capovolgimenti improvvisi, ma è importante tenerne conto in quanto decisiva per l'economia del nostro Paese. |
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ioSOLOio Amministratore


Registrato: 12/09/03 19:01 Messaggi: 16342 Residenza: in un sacco di...acqua
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Inviato: 17 Mag 2009 15:58 Oggetto: |
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In America la Fiat punta a vendere 500 e qualcosa del gruppo Alfa che sono i due "marchi" noti e vendibili oltreoceano...
Poi naturalmente una acquisizione del genere è molto finanziaria più che strettamente industriale nel senso che si porta a casa una quota rilevante senza tirare fuori quasi nulla e mettendo così un piede in un mercato decisamente importante.
Stesso gioco ma ancora più diretto con Opel....penetrare come presenza prepotentemente in Europa e in Germania mentre si sta conquistando fette di mercato nelle vendite è appetibile. |
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Pik Dio minore

Registrato: 05/01/09 11:44 Messaggi: 907 Residenza: ..nei pressi di Piazza del Campo...
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Inviato: 17 Mag 2009 16:44 Oggetto: |
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ioSOLOio ha scritto: | In America la Fiat punta a vendere 500 e qualcosa del gruppo Alfa che sono i due "marchi" noti e vendibili oltreoceano...
Poi naturalmente una acquisizione del genere è molto finanziaria più che strettamente industriale nel senso che si porta a casa una quota rilevante senza tirare fuori quasi nulla e mettendo così un piede in un mercato decisamente importante.
Stesso gioco ma ancora più diretto con Opel....penetrare come presenza prepotentemente in Europa e in Germania mentre si sta conquistando fette di mercato nelle vendite è appetibile. |
Anche in rapporto alla contestazione subita ieri dal sindacato, è chiaro che ancora non si sa bene quale sia la meta finale della Fiat. Espandersi nel mercato mondiale è buona cosa, cessione di tecnologie all'avanguardia affinchè altri possano realizzare manufatti di pregio lo è un po' meno. Ricordo quando anni fa la Fiat costruì uno stabilimento a Togliattigrad per la produzione della 124. Fu un grande traguardo ed un riconoscimento della tecnologia italiana, ma questa stessa auto dopo qualche anno ritornò sul mercato italiano ed europeo a prezzi stracciati e la sua tecnologia avanzata - per quei tempi - utilizzata per realizzazioni diverse. Ho letto che la 500 e alcuni modelli Alfa saranno costruiti - non assemblati - da fabbriche in USA, ma questo non è paragonabile al trasferimento di fabbriche all'estero tanto deprecato dai lavoratori italiani? Ho sentito in TV un accenno ad un eventuale finanziamento da parte dello Stato per mantenere lo status quo delle fabbriche di Termini Imerese e Pomigliano: ho inteso male? Non vorrei che questi fossero i prodomi di uno sconvolgimento della nostra maggior industria nazionale di cui risentirebbe pesantemente la nostra economia. |
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